Credi in Dio?

GodR1n0
In occasione del Natale mi è venuto in mente di aprire un topic per sapere quante persone credono o meno in Dio.

Risposte
oruam1
"GodR1n0":
Per Mauro:
Chi preferisci fra Amleto e suo zio, o fra Amleto e Laerte?


Tutti e tre.
Tutti e tre mi parlano di te.

oruam1
"GodR1n0":
Concordo con Cheguevilla sulla spiegazione del ponte me non approvo l'allegoria con Dio. ( Quest'ultima è un'opinione personale, quindi insindacabile).
Sfrutto l'esempio del ponte per esprimere un mio pensiero: ci sono tre persone che devono attraversare un fiume. La via più consigliata è quella di passare per un ponte che collega i due liti. La prima persona decide di passare per il ponte, poichè suo padre l'ha già attraversato pure con molti carichi e non è crollato e anche perchè riconosce la sua stabilità. Ciò non avviene per il secondo, il quale molto dubbioso crede che il ponte crollerà a breve e decide di affittare una canoa. Infine il terzo non si pone il problema : ne crede che il ponte crollerà e neanche crede che resterà stabile. Qualunque sarà la sua decisione lui non crederà in qualcosa.Lui non sceglierà se e solo se non attreverserà il fiume.


Il terzo tipo, quando mette i piedi sul ponte e non dubita, crede, come tutti.

oruam1
"Cheguevilla":
[quote="oruam"]Secondo me, Cheguevilla, tu hai dei problemi. Forse la permanenza in Danimarca li acuisce, ma sta di fatto che fai di tutto per distinguerti, nel caso in questione, per le stronzate che dici.
Ecco.
Menomale che son scappato da Genova, altrimenti, invecchiando, avrei corso il rischio di diventare educato e cortese quasi come te.

L'esempio del ponte è simpatico.
Tanto per cominciare, il ponte è una costruzione artificiale, preposta all'attraversamento di un fiume, una vallata o qualunque altro tipo di ostacolo si intenda superare. È creato dall'uomo con l'intento di non farlo crollare. Quando crollerà, se sarà ancora necessario se ne costruirà un altro, altrimenti si seguiranno altre vie.
La maggioranza delle persone è spinta a credere che quel ponte sia l'unica possibilità di passare sull'altra sponda. O almeno così fu nell'antichità. Poi vennero aerei, elicotteri e quant'altro a dimostrare che il ponte può essere una splendida opera architettonica, ma può essere inutile. O ancora, può significare che mentre la maggioranza usa il ponte per attraversare, un certo numero di "privilegiati" riesce ad attraversare senza il suo aiuto.
Dio non è per nulla diverso dal ponte: una creazione umana, anche sofisticata, con uno scopo ben preciso. Ogni tanto viene ristrutturato, con lo scopo di non farlo crollare, altrimenti sarebbe già caduto da un pezzo...[/quote]

Guarda, a me, per quanto tra il tuo ambito lavorativo ed il mio ce ne corra e dunque assodato che potremmo anche non incontrarci mai, pur vivendo a Genova o a Copenhagen entrambe, dispiace però che tu non sia qui in città - se ho ben capito la tua città d'origine - e questo perché, tu in Danimarca, Genova ha perso davvero qualcosa. E, ti prego di credermi, non sto facendo del sarcasmo: sei una persona divertente e seria, questo non è poco, anche se insisto nel sostenere che hai dei problemi o, almeno, che te ne fai dove non c'è bisogno di farsene: forse coltivi un dubbio.
Che Dio sia una creazione dell'uomo non l'ho mai messo in dubbio (anche se, scientificamente parlando, qui il dubbio ci starebbe bene, ma tant'è sia come si vuole).
La questione fede è invece determinante, credere in Dio è credere che ci sia qualcosa che non conosciamo e che dobbiamo ancora scoprire, altrimenti la fede equivale al sentimento che hai del vivere a Genova: un destino che già conosci e, proprio perché lo conosci, lo aborri e addirittura (ma è esagerato, secondo me, e c'è qualche ombra, per ciò) temi.
Ma colui che non crede in Dio, colui ch'è certo, convinto, credente che Dio non esista, ha ugualmente fede, e grande assai. Posso pertanto annoverarti tra i credenti, tra i non infedeli.

GodR1n0
Per Mauro:
Chi preferisci fra Amleto e suo zio, o fra Amleto e Laerte?

roxy3
:shock:

GodR1n0
Concordo con Cheguevilla sulla spiegazione del ponte me non approvo l'allegoria con Dio. ( Quest'ultima è un'opinione personale, quindi insindacabile).
Sfrutto l'esempio del ponte per esprimere un mio pensiero: ci sono tre persone che devono attraversare un fiume. La via più consigliata è quella di passare per un ponte che collega i due liti. La prima persona decide di passare per il ponte, poichè suo padre l'ha già attraversato pure con molti carichi e non è crollato e anche perchè riconosce la sua stabilità. Ciò non avviene per il secondo, il quale molto dubbioso crede che il ponte crollerà a breve e decide di affittare una canoa. Infine il terzo non si pone il problema : ne crede che il ponte crollerà e neanche crede che resterà stabile. Qualunque sarà la sua decisione lui non crederà in qualcosa.Lui non sceglierà se e solo se non attreverserà il fiume.

Cheguevilla
"oruam":
Secondo me, Cheguevilla, tu hai dei problemi. Forse la permanenza in Danimarca li acuisce, ma sta di fatto che fai di tutto per distinguerti, nel caso in questione, per le stronzate che dici.
Ecco.
Menomale che son scappato da Genova, altrimenti, invecchiando, avrei corso il rischio di diventare educato e cortese quasi come te.

L'esempio del ponte è simpatico.
Tanto per cominciare, il ponte è una costruzione artificiale, preposta all'attraversamento di un fiume, una vallata o qualunque altro tipo di ostacolo si intenda superare. È creato dall'uomo con l'intento di non farlo crollare. Quando crollerà, se sarà ancora necessario se ne costruirà un altro, altrimenti si seguiranno altre vie.
La maggioranza delle persone è spinta a credere che quel ponte sia l'unica possibilità di passare sull'altra sponda. O almeno così fu nell'antichità. Poi vennero aerei, elicotteri e quant'altro a dimostrare che il ponte può essere una splendida opera architettonica, ma può essere inutile. O ancora, può significare che mentre la maggioranza usa il ponte per attraversare, un certo numero di "privilegiati" riesce ad attraversare senza il suo aiuto.
Dio non è per nulla diverso dal ponte: una creazione umana, anche sofisticata, con uno scopo ben preciso. Ogni tanto viene ristrutturato, con lo scopo di non farlo crollare, altrimenti sarebbe già caduto da un pezzo...

strangolatoremancino
"Sergio":

Il Dio "moderno", quello di Galileo per capirci, è invece visto come il creatore dell'ordine naturale delle cose, cioè delle leggi della natura.
Smith parlava delle divinità del politeismo (al plurale), mentre il Dio moderno è uno. Tuttavia, sia le une che l'altro hanno una forte connotazione antropomorfica.
C'è una parziale, ma rilevante, eccezione: il Dio dell'Islam.
La teologia islamica si è a lungo confrontata col problema dell'antropomorfismo, per decidere poi che Dio non ha niente di umano. Al punto che non è "buono", né vuole ciò che è buono; al contrario, è buono ciò che lui vuole solo perché lo vuole. Ecc.
Come dice Bausani, che è stato il più grande islamista italiano, la teologica islamica è più "consequenziale" di quella cristiana.


ma quindi non ho ben chiaro, il dio del'islam quello che vuole è buono, ma lo mette anche in atto più o meno direttamente? Cioè, interviene in qualche modo sulla realtà? Oppure i fedeli sono consapevoli di cosa dio vuole (condizione sufficiente e anche necessaria (?) per la bontà della "cosa") e diciamo si regolano loro di conseguenza? Oppure ancora TUTTO ciò che compone la realtà e tutto ciò che accade è stato messo in atto da dio, quindi da lui voluto e conseguentemente buono indipendentemente da come l'uomo lo veda?

quindi per riassumere
1- è dio in qualche modo a fare il bene, intendo SOLO il bene (bene come anche lo intendono gli uomini)?
2- è l'uomo che, ascoltando dio, deve fare il bene, e quindi dio non mette mano alla realtà attuale (cioè potrebbe aver dato il classico inizio e poi ha alzato le mani, se non per comunicare con l'uomo)?
3- TUTTO ciò che compone la realtà è stato, è e sarà fatto e voluto da dio e quindi sicuramente buono secondo il suo giudizio?

oruam1
L'impiego dell'esempio del ponte di San Luis Rey è del tutto casuale: intendevo solo porre il problema del crollo di un ponte. Avrei potuto dire il ponte sul fiume Kway o il Golden Gate (i primi due di fatto sono crollati), insomma, parlavo di qualsiasi ponte che, com'è ovvio, può anche crollare. Sta di fatto che ci si passa sopra o sotto senza porci domande.

George Bernanos ha scritto un libro (ne è stato tratto anche un film) dal titolo 'Il Ponte di San Luis Rey': in esso si interroga sull'occasione che ha riunito, al momento del crollo e dunque destinandoli alla morte, alcune persone: perché proprio quelle? E', come vedi, una domanda sul Caso, su ciò che l'uomo non sa spiegare ('Perché proprio a me, questo?' si chiede ogni disgraziato, soprattutto passante dal bene al male senza soluzione di continuità ed improvvisamente).

Ma tutto ciò non c'entra niente con la fede, col credere che, per inciso, trascina con sé, immediatamente, ben al di qua del sarcasmo di qualcuno, l'obbedienza (alla propria fede, al proprio essere assoluti, ma anche all'assolutezza altrui) e il combattere (contro gli ignobili, quel che si dice così scampare all'ignavia, ignorando il giudizio del mondo, che così spesso riesce a farci desistere da imprese grandi: leggi il monologo di Amleto - Atto III, Scena Prima).

'Imprese grandi': vedi Lucio Dalla in 'Disperato, Erotico, Stomp'.

fenice1
"oruam":
[quote="fenice"][quote="oruam"]Secondo me, Cheguevilla, tu hai dei problemi. Forse la permanenza in Danimarca li acuisce, ma sta di fatto che fai di tutto per distinguerti, nel caso in questione, per le stronzate che dici. Se leggi bene il Vangelo vedrai, infatti, quel che non sai, in particolare nel caso della tempesta. Credere è un atto fondamentale della vita fisica e psicologica dell'uomo. Per dirtela, sperando tu voglia capire (altrimenti attaccati), quando sali su un ponte tu non ti poni, salvo casi eccezionali, la domanda se quello non crollerà come fu a San Luis Rey. Questo è quel che si dice credere.


scusa l'ignoranza ma quella frase non l'ho prorpio capita...ti dispiacerebbe spiegarmela? :roll: grazie[/quote]

Ai tempi in cui frequentavo un filosofo che mi faceva da insegnante (allora vivevo a Venezia), egli volle sottolinearmi come la vita umana sia densa di atti di fede come il salire, decine di volte al giorno, su un ponte senza dubitare una sola volta della sua tenuta. Immagino che del ponte di San Luis Rey tu sappia già.[/quote]

ok mi ripeterò...per quanto possa sembrare ignorante sono troppo curiosa per non chiedere...no non so niente del ponte di San Luis Rey....se ti ve di spiegarmi sono tutta orecchie :D

oruam1
"strangolatoremancino":
Non è per intromettermi fra oruam e Cheguevilla, ma dato che mi sembrava che la discussione per quanto delicata stesse procedendo abbastanza bene mi spiacerebbe (anzi mi spiace) molto vedere un cambiamento di tendenza...penso si possa certamente discutere in termini più pacati


Quoto, Strangolatore. D'ora in poi mi asterrò da ogni gergo volgare e da ogni sentimento di rivalsa se si eviterà di fare inutili sarcasmi. Ma siccome ti stimo, aggiungo: se si farà del sarcasmo o peggio, eviterò di rispondere. Giurin giuretto.

oruam1
"fenice":
[quote="oruam"]Secondo me, Cheguevilla, tu hai dei problemi. Forse la permanenza in Danimarca li acuisce, ma sta di fatto che fai di tutto per distinguerti, nel caso in questione, per le stronzate che dici. Se leggi bene il Vangelo vedrai, infatti, quel che non sai, in particolare nel caso della tempesta. Credere è un atto fondamentale della vita fisica e psicologica dell'uomo. Per dirtela, sperando tu voglia capire (altrimenti attaccati), quando sali su un ponte tu non ti poni, salvo casi eccezionali, la domanda se quello non crollerà come fu a San Luis Rey. Questo è quel che si dice credere.


scusa l'ignoranza ma quella frase non l'ho prorpio capita...ti dispiacerebbe spiegarmela? :roll: grazie[/quote]

Ai tempi in cui frequentavo un filosofo che mi faceva da insegnante (allora vivevo a Venezia), egli volle sottolinearmi come la vita umana sia densa di atti di fede come il salire, decine di volte al giorno, su un ponte senza dubitare una sola volta della sua tenuta. Immagino che del ponte di San Luis Rey tu sappia già.

strangolatoremancino
Non è per intromettermi fra oruam e Cheguevilla, ma dato che mi sembrava che la discussione per quanto delicata stesse procedendo abbastanza bene mi spiacerebbe (anzi mi spiace) molto vedere un cambiamento di tendenza...penso si possa certamente discutere in termini più pacati

fenice1
"oruam":
Secondo me, Cheguevilla, tu hai dei problemi. Forse la permanenza in Danimarca li acuisce, ma sta di fatto che fai di tutto per distinguerti, nel caso in questione, per le stronzate che dici. Se leggi bene il Vangelo vedrai, infatti, quel che non sai, in particolare nel caso della tempesta. Credere è un atto fondamentale della vita fisica e psicologica dell'uomo. Per dirtela, sperando tu voglia capire (altrimenti attaccati), quando sali su un ponte tu non ti poni, salvo casi eccezionali, la domanda se quello non crollerà come fu a San Luis Rey. Questo è quel che si dice credere.


scusa l'ignoranza ma quella frase non l'ho prorpio capita...ti dispiacerebbe spiegarmela? :roll: grazie

oruam1
Secondo me, Cheguevilla, tu hai dei problemi. Forse la permanenza in Danimarca li acuisce, ma sta di fatto che fai di tutto per distinguerti, nel caso in questione, per le stronzate che dici. Se leggi bene il Vangelo vedrai, infatti, quel che non sai, in particolare nel caso della tempesta. Credere è un atto fondamentale della vita fisica e psicologica dell'uomo. Per dirtela, sperando tu voglia capire (altrimenti attaccati), quando sali su un ponte tu non ti poni, salvo casi eccezionali, la domanda se quello non crollerà come fu a San Luis Rey. Questo è quel che si dice credere.

Cheguevilla
Ciò che importa è credere, non che Dio esista e sia uomo o donna o altro.
Giusto.
Credere, ubbidire, combattere.
Incondizionatamente.
Mi pare che già qualcun altro sostenesse qualcosa di simile un po' di anni fa.
E non era proprio Gesù Cristo...

oruam1
Ciò che importa è credere, non che Dio esista e sia uomo o donna o altro. Trovo, tra gli assertori convinti della non esistenza di Dio, più fede che in molti credenti. Certamente non è la linea dell'ortodossia islamica, ad esempio, ma la figura dell'Infedele, nel Corano, a me fa pensare a colui che non crede, ovvero a colui che nutre dubbi (spero si vorrà comprendere che non di dubbi d'ordine scientifico o razionale si tratta, ma di dubbi, per dir così, dell'animo: in tal senso il Vangelo è illuminante quando afferma 'infelice colui che, accintosi all'opera, si volta indietro...')

GodR1n0
giacor86 ti faccio i complimenti per la tua esperienza e per le esempio che ci hai raccontato.

matemix1
devo dire che questa discussione... o meglio confronto, sta assumendo contorni davvero interessanti... effettivamente fede e innamoramento per certi aspetti hanno molte similitudini... entrambi sono fortemente irrazionali e inspiegabili... ma per chi li prova sono veramente tangibili...

fenice1
personalmente prima ero credente e molto...ma forse non abbastanza perchè la mia fee mi aiutasse a capire determinati avvenimenti della vita...che tutt'ora mi rimangono oscuri...e alle mie domande cerco una risposta che la religione non può darmi quindi non posso credere in ciò che non mi spiega o quanto meno aiuta ad accettare la vita...
questa è la mia oppinione... :D

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