Credi in Dio?
In occasione del Natale mi è venuto in mente di aprire un topic per sapere quante persone credono o meno in Dio.
Risposte
"GodR1n0":
Provo a dare un'interpretazione personale:
Un credo religioso cambia allorquando ci sono grandi avvenimenti grandi testimonianza, ad esempio la nascita o per meglio dire la vita di Gesù. Il Cristianesimo si è voluto, in meglio o in peggio a voi la scelta, pur non essendo accaduti degli avvenimenti per così dire straordinari: un papa con ali, un morto che si alza ed esce dalla tomba o cose del genere.
beh non c'è stato nulla del genere è vero però per chi crede almeno...ci sono state delle guarigioni miracolose...
Provo a dare un'interpretazione personale:
Un credo religioso cambia allorquando ci sono grandi avvenimenti grandi testimonianza, ad esempio la nascita o per meglio dire la vita di Gesù. Il Cristianesimo si è voluto, in meglio o in peggio a voi la scelta, pur non essendo accaduti degli avvenimenti per così dire straordinari: un papa con ali, un morto che si alza ed esce dalla tomba o cose del genere.
Un credo religioso cambia allorquando ci sono grandi avvenimenti grandi testimonianza, ad esempio la nascita o per meglio dire la vita di Gesù. Il Cristianesimo si è voluto, in meglio o in peggio a voi la scelta, pur non essendo accaduti degli avvenimenti per così dire straordinari: un papa con ali, un morto che si alza ed esce dalla tomba o cose del genere.
"Cheguevilla":
Il dio cristiano ne ha fatti di cambiamenti dalla morte di Gesù Cristo ad oggi, eppure non mi pare che esistano altre "testimonianze". Nessuno si è mai chiesto come sia possibile?
cosa intendi per altre testimonianze? scusami ma mi sono un po' persa il filo del discorso temo...

"Cheguevilla":Semplificado mi pare (ma forse ti fraintendo) che tu, pur concedendo la possibilità di non trovarla, presupponga la necessità di cercare una risposta agli interrogativi sull'essitenza di dio.La mia visione è semplicemente antropologica.
Io non credo all'esistenza di dio semplicemente perchè non vedo nessun motivo valido per farlo.
Le motivazioni addotte dai credenti sono, a mio parere, insignificanti e fittizie.
Riduttivo e poco coerente. Potremmo ribaltare il discorso sempre con logica sostenendo che chi non ci crede ha motivazioni insignificanti e fittizie.
Chi sostiene di credere "a ragion veduta" nel dio cristiano, per coerenza, deve credere anche nel Flying Spaghetti Monster, dal momento che ha la stessa valenza logica.
Dio è nato tanti anni fa, inventato dai "saggi" delle varie tribù e popolazioni, gli unici con un po' di conoscenza.
Allora non c'erano leggi, quindi serviva incutere il timore di un giudizio universale o di un essere superiore, per fare in modo che gli uomini agissero nel rispetto di norme stabilite, per il bene della collettività piuttosto che per interesse personale.
Sempre in virtù di ciò, venivano imposte "leggi morali": buona parte dei divieti imposti dalle religioni hanno origini reali, ed il loro scopo era quello di salvaguardare la salute della popolazione.
Presto, i saggi si resero conto che la religione era un potente strumento di potere e che consentiva di assoggettare grandi quantità di persone che avrebbero fatto qualsiasi cosa in nome di questo dio. Credo che gli esempi non manchino affatto.
E sempre più architetti cominciarono ad assoldare costruttori per creare ponti e campare con gli opulenti pedaggi garantiti dalle moltitudini che di questi ponti si servivano.
Ogni tanto qualche ponte crolla e se ne costruisce uno più robusto, più nuovo e più avanzato.
Il dio cristiano ne ha fatti di cambiamenti dalla morte di Gesù Cristo ad oggi, eppure non mi pare che esistano altre "testimonianze". Nessuno si è mai chiesto come sia possibile?
Alla fine in alcuni post fa, è scritto correttamente che la fede non si può discutere e non è corretto determinare una verità o una falsità della stessa... corretto è personalmente credere o non credere ma tutto questo è ben lungi da dimostrazioni!!!!
Semplificado mi pare (ma forse ti fraintendo) che tu, pur concedendo la possibilità di non trovarla, presupponga la necessità di cercare una risposta agli interrogativi sull'essitenza di dio.La mia visione è semplicemente antropologica.
Io non credo all'esistenza di dio semplicemente perchè non vedo nessun motivo valido per farlo.
Le motivazioni addotte dai credenti sono, a mio parere, insignificanti e fittizie.
Chi sostiene di credere "a ragion veduta" nel dio cristiano, per coerenza, deve credere anche nel Flying Spaghetti Monster, dal momento che ha la stessa valenza logica.
Dio è nato tanti anni fa, inventato dai "saggi" delle varie tribù e popolazioni, gli unici con un po' di conoscenza.
Allora non c'erano leggi, quindi serviva incutere il timore di un giudizio universale o di un essere superiore, per fare in modo che gli uomini agissero nel rispetto di norme stabilite, per il bene della collettività piuttosto che per interesse personale.
Sempre in virtù di ciò, venivano imposte "leggi morali": buona parte dei divieti imposti dalle religioni hanno origini reali, ed il loro scopo era quello di salvaguardare la salute della popolazione.
Presto, i saggi si resero conto che la religione era un potente strumento di potere e che consentiva di assoggettare grandi quantità di persone che avrebbero fatto qualsiasi cosa in nome di questo dio. Credo che gli esempi non manchino affatto.
E sempre più architetti cominciarono ad assoldare costruttori per creare ponti e campare con gli opulenti pedaggi garantiti dalle moltitudini che di questi ponti si servivano.
Ogni tanto qualche ponte crolla e se ne costruisce uno più robusto, più nuovo e più avanzato.
Il dio cristiano ne ha fatti di cambiamenti dalla morte di Gesù Cristo ad oggi, eppure non mi pare che esistano altre "testimonianze". Nessuno si è mai chiesto come sia possibile?
...risposte che di certo non troveremo!

"Cheguevilla":
No, più che un atto di fede, è un atto di dubbio.
Non credo di capirti.

"Cheguevilla":
Il tuo credere/non credere non cambia nulla, ma se crolla il ponte, chi c'è sopra non se la passa tanto bene.
Questo mi sembra presupponga un tuo giudizio a priori su ciò che sarà dopo il crollo.
"Cheguevilla":
Come ho detto prima, sul ponte non c'è solo chi crede, ma anche chi spera.
Questo ultimo mi induce il sospetto che tu mi abbia trovato un posto nel girone degli speranzosi. Mi sarei sentito più a mio agio tra gli spettatori (anche quando l'unica cosa da vedere è la propria caduta)
Forse la metafora del ponte non fa al mio caso e complica la comunicazione.
Semplificado mi pare (ma forse ti fraintendo) che tu, pur concedendo la possibilità di non trovarla, presupponga la necessità di cercare una risposta agli interrogativi sull'essitenza di dio.
Grazie straniero.
No, più che un atto di fede, è un atto di dubbio.
Il tuo credere/non credere non cambia nulla, ma se crolla il ponte, chi c'è sopra non se la passa tanto bene.
Come ho detto prima, sul ponte non c'è solo chi crede, ma anche chi spera.
Per non parlare dei costruttori e dei manutentori, i quali generalmente sanno bene che ogni ponte può crollare, ma si adoperano continuamente per ripararne eventuali difetti di costruzione o dovuti all'usura, lo modernizzano attraverso le tecnologie disponibili, vivono sul ponte per dimostrare ai dubbiosi che questo non cadrà (come è successo per il Ponte Monumentale di Genova) e, cosa non da poco, vivono dei pedaggi pagati da coloro che attraversano il ponte.
A dirla tutta, in Italia pagano anche quelli che attraversano il fiume a nuoto, ma questo è un altro discorso...
Il tuo credere/non credere non cambia nulla, ma se crolla il ponte, chi c'è sopra non se la passa tanto bene.
Come ho detto prima, sul ponte non c'è solo chi crede, ma anche chi spera.
Per non parlare dei costruttori e dei manutentori, i quali generalmente sanno bene che ogni ponte può crollare, ma si adoperano continuamente per ripararne eventuali difetti di costruzione o dovuti all'usura, lo modernizzano attraverso le tecnologie disponibili, vivono sul ponte per dimostrare ai dubbiosi che questo non cadrà (come è successo per il Ponte Monumentale di Genova) e, cosa non da poco, vivono dei pedaggi pagati da coloro che attraversano il ponte.
A dirla tutta, in Italia pagano anche quelli che attraversano il fiume a nuoto, ma questo è un altro discorso...

"Cheguevilla":Ma, se sei sul ponte, il panorama assume tutta un'altra prospettiva...[/quote]
[quote="silente"]Io, sebbene trovi la questione affascinate e curiosa, non mi faccio tante domande.
Se crolla il ponte si può sempre stare a vedere...senza angosciarsi nel dubbio.
Questo tuo mi pare un atto di fede.

E' verosimile che non mi sia spiegato. Ritento.
Poniamo pure che "qualcosa esista". Ho fede nel fatto che il mio credere/non credere mentre attraverso non cambi nulla sull'altra riva.
Ovviamente mi dichiaro rivedibile in ogni momento.
Comunque credo di capire bene le tue argomentazioni. Mi mettono un po' di nostalgia.

"Thomas":
- non vedo perchè tanta gente disprezza chi non sceglie... che gliene frega? forse è un modo per mettersi a posto la coscienza per aver fatto scelte senza avere buoni ragioni?
Magari c'è anche chi sceglie di non scegliere, come don Giovanni (Kierkegaard)... o come me...
"roxy":
Questa discussione sta prendendo una piega non felice e poco "comprensibile".
penso che la cosa più importante sia il rispetto per gli altri e un credente dovrebbe essere più rispettoso di chi non lo è!
leggo parole pesanti e non lo trovo giusto... non racconto la mia esperienza, in quanto potrei convincervi tutti e ciò non fa parte della mia persona e giusto che ognuno la pensi come crede…..
per i credenti:
potrebbe pure essere che tra qualche tempo ritornerò a credere.... non so
di una cosa sono convinta... credere significa farlo a prescindere da qualsiasi segno... crede chi ha fede!
Ciao roxy, il linguaggio tradisce la realtà e le tue parole, antiche peraltro - ma questo poco importa - ce la consegnano integralmente. 'Che ognuno la pensi come crede' la dice lunga su cosa sia il pensare. Abbi pazienza se non sono l'uomo di pace che qui solo si vorrebbe ospitare, la matematica per sua essenza letterale essendo umiltà, lo riconosco, ma i trabocchetti del mondo ci costringono talvolta alla guerra, non per la fede, ma per la buona educazione alla parola, di cui non sempre ci si sa servire con il rispetto dovuto alla sua importanza (ne ferisce, infatti, più della spada).
E parlo in primis del sottoscritto.
Si, crede chi ha fede. Personalmente ne ho proprio poca.
Grazie della tua gentilezza.
"silente":Ma, se sei sul ponte, il panorama assume tutta un'altra prospettiva...
Io, sebbene trovi la questione affascinate e curiosa, non mi faccio tante domande.
Se crolla il ponte si può sempre stare a vedere...senza angosciarsi nel dubbio.
penso che la cosa più importante sia il rispetto per gli altri e un credente dovrebbe essere più rispettoso di chi non lo è!
Concordo vivamente.
Per tutti coloro che credono in qualcosa:
La fede è la roccia
per non temere
i venti e le tempeste
della vita.
Ma è anche le ali
per chi decide
di volare alto.
La fede è l'àncora
che da sicurezza
nei momenti del dubbio
e dell'incertezza.
Ma è anche la vela
che ti permette
di prendere il largo.
La fede è scommettere
sulla vita
qui, ora, per sempre.
T. Lasconi
Non so nemmeno chi sia. Ho riportato questa citazione perchè mi sembra che da, almeno per sommi capi, l'idea della parola fede.
non vedo perchè tanta gente disprezza chi non sceglie... che gliene frega? forse è un modo per mettersi a posto la coscienza per aver fatto scelte senza avere buoni ragioni?
Se ti riferisci a me ti stai sbagliando. Io non disprezzo coloro che non scelgono, dico solo che "per me" non si può condurre una vita senza attraversare il fiume.
[quote] Il terzo tipo, quando mette i piedi sul ponte e non dubita, crede, come tutti.
Magari, anche senza credere, si limita a sperare. Come fanno molti giocatori di poker che non son sicuri di avere la mano più forte ma giocano comunque. Talvolta perchè sono costretti dagli eventi...
Se sei inseguito e stai scappando, metti i piedi sul ponte anche se non sei sicuro che possa reggere. Magari perchè sembra la cosa migliore, la più veloce, o perchè lo fanno tutti, o magari perchè non hai molto tempo per fare altro. [/quote]
Il punto è che nella maggiorparte dei casi le persone simili al terzo tizio scelgono senza rendersi conto di scegliere.
( Bello l'esempio del poker, mi ricorda la partita di ieri notte

Questa discussione sta prendendo una piega non felice e poco "comprensibile".
penso che la cosa più importante sia il rispetto per gli altri e un credente dovrebbe essere più rispettoso di chi non lo è!
leggo parole pesanti e non lo trovo giusto... non racconto la mia esperienza, in quanto potrei convincervi tutti e ciò non fa parte della mia persona e giusto che ognuno la pensi come crede…..
per i credenti:
potrebbe pure essere che tra qualche tempo ritornerò a credere.... non so
di una cosa sono convinta... credere significa farlo a prescindere da qualsiasi segno... crede chi ha fede!
penso che la cosa più importante sia il rispetto per gli altri e un credente dovrebbe essere più rispettoso di chi non lo è!
leggo parole pesanti e non lo trovo giusto... non racconto la mia esperienza, in quanto potrei convincervi tutti e ciò non fa parte della mia persona e giusto che ognuno la pensi come crede…..
per i credenti:
potrebbe pure essere che tra qualche tempo ritornerò a credere.... non so
di una cosa sono convinta... credere significa farlo a prescindere da qualsiasi segno... crede chi ha fede!
Io, sebbene trovi la questione affascinate e curiosa, non mi faccio tante domande.
Se crolla il ponte si può sempre stare a vedere...senza angosciarsi nel dubbio.
Se crolla il ponte si può sempre stare a vedere...senza angosciarsi nel dubbio.
Visto che le frecciatine verso gli indecisi non sono mancate, ne mando io una:
- cedere alla credenza di un Dio solo per comodità personale è un atteggiamento da vigliacchi.... non dico che quelli che credono a buon motivo siano vigliacchi (vedasi giacor per un esempio), ma credere solo perchè questo mette a posto tante cose e concede dei punti di riferimento non mi sembra molto onorevole... non mi si spinga verso ciò!
e, ancora più provocatoriamente:
- non vedo perchè tanta gente disprezza chi non sceglie... che gliene frega? forse è un modo per mettersi a posto la coscienza per aver fatto scelte senza avere buoni ragioni?
- cedere alla credenza di un Dio solo per comodità personale è un atteggiamento da vigliacchi.... non dico che quelli che credono a buon motivo siano vigliacchi (vedasi giacor per un esempio), ma credere solo perchè questo mette a posto tante cose e concede dei punti di riferimento non mi sembra molto onorevole... non mi si spinga verso ciò!
e, ancora più provocatoriamente:
- non vedo perchè tanta gente disprezza chi non sceglie... che gliene frega? forse è un modo per mettersi a posto la coscienza per aver fatto scelte senza avere buoni ragioni?
Infine il terzo non si pone il problema : ne crede che il ponte crollerà e neanche crede che resterà stabile. Qualunque sarà la sua decisione lui non crederà in qualcosa.Lui non sceglierà se e solo se non attreverserà il fiume.Il terzo potrebbe non avere bisogno di attraversare il fiume.
Oppure potrebbe attraversare il fiume passando sul ponte senza credere che regga, come potrebbe attraversare il fiume in elicottero pur credendo che il ponte regga. Quante sono le persone che sostengono soluzioni senza avere la certezza della validità del proprio ragionamento e viceversa...
Il terzo tipo, quando mette i piedi sul ponte e non dubita, crede, come tutti.Magari, anche senza credere, si limita a sperare. Come fanno molti giocatori di poker che non son sicuri di avere la mano più forte ma giocano comunque. Talvolta perchè sono costretti dagli eventi...
Se sei inseguito e stai scappando, metti i piedi sul ponte anche se non sei sicuro che possa reggere. Magari perchè sembra la cosa migliore, la più veloce, o perchè lo fanno tutti, o magari perchè non hai molto tempo per fare altro.
credere in Dio è credere che ci sia qualcosa che non conosciamo e che dobbiamo ancora scoprireNo.
Ci sono molte cose che non conosco e che devo scoprire, ma non si chiamano "Dio".
insisto nel sostenere che hai dei problemi o, almeno, che te ne fai dove non c'è bisogno di farsene: forse coltivi un dubbio.Si.
Cogito, ergo sum.
Certo, per me Dio esiste, come esistono molti concetti astratti, ma resta un concetto. È impossibile negare l'esistenza del concetto di divinità. Tuttavia, per credere nell'esistenza del dio cristiano o di quello islamico o simili bisogna avere gli occhi ben chiusi.
Ovvero credere ciecamente (incondizionatamente, senza porsi problemi).
Quindi ubbidire a quegli dei (ovviamente non a loro direttamente, ma a chi se ne autoelegge portavoce).
Quindi anche combattere (e le testimonianze sono quotidiane e purtroppo piuttosto dolorose).
Io invece no, io mi sono posto dei "problemi", come li chiami tu, mi sono sorti dei dubbi (come disse gente importante prima di noi).
Ho votato "sì" anche se il Dio in cui credo è molto simile al Tao descritto dagli orientali e poco simile al Dio cristiano.
Mi piace molto il discorso del prof. Patrone sulla tolleranza del pensiero altrui. Mi piacerebbe pensare che in un futuro tutti comprenderanno che, al di là delle proprie credenze, ce ne siano altre e che proprio per la loro esistenza provocano una crescita delle visioni di chi siamo e di cosa conosciamo.
Con coloro che pensano differentemente è bello intraprendere discorsi e confronti, comprendere le posizioni dell'altro interlocutore e con intelligenza fare proprio parte del pensiero dell'altro. L'intelligenza a mio modo di vedere è proprio la capacità di fare propri persino i pensieri (o parte di essi) di coloro che pensano al nostro opposto. La tolleranza poi è il fare in modo che detto discorso sia amicale quale che sia la persona di fronte.
Naturalmente un discorso simile dovrebbe partire sempre dal ragionamento e sulla mancanza di principi indiscutibili, visto che la religione per propria costruzione, non da dimostrazione di nulla e richiede solo fede! La fede è una caratteristica personale e non può essere confrontata con gli altri! Quindi il semplice dire che una religione ha ragione ed una altra no è una contraddizione in termini.
Auguri a tutti di buone feste dunque!
Mi piace molto il discorso del prof. Patrone sulla tolleranza del pensiero altrui. Mi piacerebbe pensare che in un futuro tutti comprenderanno che, al di là delle proprie credenze, ce ne siano altre e che proprio per la loro esistenza provocano una crescita delle visioni di chi siamo e di cosa conosciamo.
Con coloro che pensano differentemente è bello intraprendere discorsi e confronti, comprendere le posizioni dell'altro interlocutore e con intelligenza fare proprio parte del pensiero dell'altro. L'intelligenza a mio modo di vedere è proprio la capacità di fare propri persino i pensieri (o parte di essi) di coloro che pensano al nostro opposto. La tolleranza poi è il fare in modo che detto discorso sia amicale quale che sia la persona di fronte.
Naturalmente un discorso simile dovrebbe partire sempre dal ragionamento e sulla mancanza di principi indiscutibili, visto che la religione per propria costruzione, non da dimostrazione di nulla e richiede solo fede! La fede è una caratteristica personale e non può essere confrontata con gli altri! Quindi il semplice dire che una religione ha ragione ed una altra no è una contraddizione in termini.
Auguri a tutti di buone feste dunque!
"GodR1n0":
Concordo con Cheguevilla sulla spiegazione del ponte me non approvo l'allegoria con Dio. ( Quest'ultima è un'opinione personale, quindi insindacabile).
Sfrutto l'esempio del ponte per esprimere un mio pensiero: ci sono tre persone che devono attraversare un fiume. La via più consigliata è quella di passare per un ponte che collega i due liti. La prima persona decide di passare per il ponte, poichè suo padre l'ha già attraversato pure con molti carichi e non è crollato e anche perchè riconosce la sua stabilità. Ciò non avviene per il secondo, il quale molto dubbioso crede che il ponte crollerà a breve e decide di affittare una canoa. Infine il terzo non si pone il problema : ne crede che il ponte crollerà e neanche crede che resterà stabile. Qualunque sarà la sua decisione lui non crederà in qualcosa.Lui non sceglierà se e solo se non attreverserà il fiume.
[considerazioni personali ON]io concordo con l'ultimo intervento di Cheguevilla, riguardo al fatto che dio è una costruzione umana, se parliamo però del dio di religioni come sono il cristianesimo. Ma in generale trovo difficile credere in un dio particolare quando milioni se non miliardi di altre persone credono in un dio e professano una religione del tutto diversa...una religione afferma che dio è creatore dell'universo però solo una frazione dell'umanità "lo sa", gli altri si sbagliano. In certe religioni si parla del popolo eletto di dio, un'affermazione che per me si commenta da sola.
Di fronte a questo erano forse più accettabili i primitivi che adoravano il sole, i cui unici poteri erano quelli che gli uomini vedevano, cioè quelli che gli permettevano di sopravvivere, una divinità abbastanza limitata diciamo.
Mentre ripeto a me personalmente non suona bene che una religione dica di un dio onnipresente e onnipotente nell'universo che però si è rivelato solo ad alcuni esseri umani.
E tra l'altro non ad esseri umani particolari sparsi nel mondo, ma ad un gruppo di esseri umani uniti per "convenienza geografica", strana scelta per un dio onnipresente.
Mentre mi fa piacere leggere di credenti come giacor, che hanno un rapporto molto personale,intimo e diretto con l'oggetto della propria fede, che da quanto ho capito non si identifica con divinità più blasonate.
Per tornare all'intervento di GodR1n0, non ha molta attinenza, come probabilmente qualunque altro esempio preso dalla realtà, sono scelte che hanno ricadute indiscutibili sulla nostra vita materiale per così dire, scelte che si possono fare valutando una serie di dati oggettivi (più o meno oggettivi a seconda dei casi ma comunque sensibili). La fede non può e non dovrebbe intaccare questi nostri aspetti della vita, o meglio...
lo fa sicuramente nel modo in cui si sono espressi ad esempio matemix
"matemix":
bè credo che in qualche modo avere o non avere fede, influenzi in modo più o meno consapevole la nostra vita...
io sono cresciuta in una famiglia credente ma non bigotta che mi ha dato un'educazione che nel corso degli anni mi ha permesso di diventare una persona che il più delle volte mi piace essere, e devo dire che spesso nei momenti più difficili,(ma anche in quelli felici) ho sempre sentito di non esser sola....e questo mi permettere di vivere ogni giorno con relativa serenità... e magari accettare in maniera più.. "tranquilla" le prove più o meno ardue che la vita mi mette di fronte...
probabilmente è il mio modo di pensare che mi fa attribuire a fatti che magari alcuni chiamerebbero "coincidenze", un significato più profondo... bè per me è così...
o giacor
"giacor":
Dopodichè alcune esperienze mi hanno fatto cambiare idea. Ho sentito qualcosa dentro di me che mi ha convinto a pregare e allo stesso tempo che qualcuno davvero mi stava ascoltando. E' stata una sensazione del tutto nuova e alla quale non avrei mai pensato prima di provarla. Da allora, come dice matemix, ho iniziato a notare un sacco di particolari della mia vita, di piccole cose che accadono durante in giorno, e di sentirli come qualcosa + che una coincidenza. Ho l'abitudine tutte le sere, prima di addormentarmi, di farmi mentalmente una sorta di bilancio della giornata. Di ripensare a questi piccoli dettagli, di pensare ciò che mi è piaciuto, ciò che non mi è piaciuto, dove credo di aver sbagliato e dove credo di aver fatto bene.. di solito mi addormento prima di finire, ma vabbèè un modo che mi piace di addormentarmi. La cosa più coinvolgente è che sento di non essere da solo in questi miei pensieri.
ma non dovrebbe come spesso accade nelle religioni più diffuse, cioè dando vere e proprie regole di vita e di comportamento, per quello dovrebbe bastarci la nostra mente.
[considerazioni personali OFF]