Vegan, è meglio?

Meringolo1
Colgo l'occasione per scambiare opinioni e pareri su questo argomento, date le tante persone che scopro essere vegetariani o vegani su questo forum, e introducendolo con un titolo che potrebbe sembrare una provocazione, ma non è.
Mi piacerebbe capire le motivazioni delle persone che seguono questo modo di vivere, se c'è alla base una motivazione etico-morale, se è solo una repulsione fisica a mangiare "animali" (detto così, in effetti è "crudo") o se alla base c'è una questione di principio, di "giustizia tra esseri viventi".
Io sono aperto a tutte le visioni della vita (purchè si mantengano entro limiti accettabili), e sono curioso, in generale, di scambiare opinioni su chi la pensa diversamente da me. Trovo che ciò porti ad una migliore crescita intellettuale.
é per questo che la mia non vuol essere affatto una critica o un pregiudizio su chi ritiene di poter vivere da vegetariano.

Risposte
Martino
"lucertola1991":
io credo che [...] l'uomo sia un brutto scherzo dell'evoluzione, perchè inquina, perchè non si sa adattare alle circostanze ambientali ma le travolge e le scombina ed infine perchè non rispetta le regole della natura.
Credo che sia (almeno) una fase pressoché inevitabile dell'evoluzione di un animale intelligente. Siamo ancora piuttosto lontani dall'armonia totale con il mondo.

dzcosimo, se la tua è una domanda seria, non la trovo molto costruttiva :)

dzcosimo
continuo a chiedermi cosa abbiate voi vegetariani/veghiani contro il mondo vegetale...

lucertola1991
ciao
io sono vegetariano da molto tempo e non ho mai avuto disturbi fisici ( a parte il colesterolo alto :shock: genetica...) o produzione eccessiva di saliva quando vedo una carne ben cotta (ho questo effetto quando vedo spremute di agrumi...)

E' una scelta che ho fatto tanto tempo fa in merito ad alcune credenze soprattutto antireligiose, io credo che gli unici veri abitanti della terra siano esclusivamente gli animali e l'uomo sia un brutto scherzo dell'evoluzione, perchè inquina, perchè non si sa adattare alle circostanze ambientali ma le travolge e le scombina ed infine perchè non rispetta le regole della natura.

Posso immaginare miriade di critiche sul mio pensiero (se costruttive ben vengano) sul fatto che anche noi siamo animali (della brutta specie secondo un mio parere), sul fatto che lavoro in un fast food e quindi "cozza" con le mie idee, sul fatto che anche i vegetali comunque fanno parte di questo pianeta, ecc... ma se nel mio piccolo posso fare qualcosa allora io ci provo. Mi è stato dato il dono della vita quindi fino all'ultimo cerco (in quello che posso) di non essere un ospite, di questa terra, troppo sgradito....

nato_pigro1
Bè, allora è una questione di metodo, non è un argomento.
Io comunque ne seguo un altro diametralmente opposto: mi inserisco il più possible in quelli che tu chiami preconcetti, li porto all'esasperazione e guardo se reggono o meno. :)

Martino
"nato_pigro":
Perchè c'è bisogno del livello zero? E' un'ipotesi di lavoro non necessaria e irrealistica. Credi forse di essere in grado di ragionare in modo assolutamente indipendente da tutto ciò che ti circonda? Sbagli: neanche la logica come la intendiamo noi è così universale. Altre popolazioni in altre parti del mondo ne hanno altre.
Non credo di essere in grado di ragionare in modo assolutamente indipendente da tutto ciò che mi circonda. Però il mio approccio di fronte a tutti i problemi è sempre lo stesso: parto da uno stato consapevole di completa ignoranza e cerco di sapere e capire sempre di più non dando niente per scontato. Lo faccio per cercare di non farmi influenzare dai preconcetti. Per farti un esempio, non saprei studiare la matematica che così. In altre parole, so che c'è una cultura e va ben, ma la voglio guardare ed esaminare dall'esterno: nel capire un problema cerco di staccarmi da ogni eventuale coinvolgimento. Sono "ipotesi di lavoro", come dici tu, che trovo utili, mi servono a semplificare i processi mentali. L'indipendenza mentale totale è un'utopia, ma tendere ad essa mi arricchisce.

nato_pigro1
Tu nasci un un mondo che si porta dietro un peso dei secoli che chiameremo cultura, fatta di consuetudini. Devi accettarla in tutto e per tutto tale e quale? No, siamo dotati di intelligenza e della capacità di ragionale individualmente (non tutti), per cui possiamo decidere se accettare e fare nostre queste usanze o se seguirne altre. Tu decidi di diventare vegano perchè ragioni e l'usanza di mangiare carne non la condividi. Io decido di restare carnivoro perchè mi sta bene e la trovo ragionevolmente adatta a me. Si sembra di aver spiegato adeguatamente sia la tua che la mia di posizione.
Perchè c'è bisogno del livello zero? E' un'ipotesi di lavoro non necessaria e irrealistica. Credi forse di essere in grado di ragionare in modo assolutamente indipendente da tutto ciò che ti circonda? Sbagli: neanche la logica come la intendiamo noi è così universale. Altre popolazioni in altre parti del mondo ne hanno altre.

nathan94
Secondo me non dipende da cosa si mangia ma dalla quantità di cibo che si ingerisce quotidianamente.
Anch'io sono onnivero e mai opterei per l'altra strada, ma penso che mangiare carne 2, massimo 3 volte alla settimana sia più che sifficiente.

Mangiare verdura e frutta diminuisce di molto il rischio di cancri.
Dal mio punto di vista è una questione assolutamente egoistica ed individualista determinata dal desiderio di raggiungere un certo tipo di stabilità psico-fisica, la pena per l'animale in sè c'entra poco.

Quanti vegetariani avranno visto dal vero un animale essere sgozzato davanti ai propri occhi?

Ed inoltre: "niente amici con l'insalata, niente amici con l'insalata!!!" cit. Simpson

Martino
Bene, però io qualcos'altro da dire ce l'avrei :)
"nato_pigro":
Inoltre non condiviso per niente il mezzuccio artificioso e teorico della tabula rasa. Hai sempre esposto gli argomenti in modo concreto e realistico, non vedo perchè appellarsi a qualcosa di così fumoso, se non per ribattere a critiche altrettanto infondate del tipo "ma è naturale per gli uomini mangiare carne".
Non mi pare fumoso, affatto. Parliamo ora in linea puramente teorica: quando uno nasce ha la mente vuota, che riempie col passare del tempo. Non c'è nessuna ragione scientifica per cui debba pensare determinate cose imprescindibili. Altrimenti io dovrei essere credente in qualche religione solo perché qualcosa come l'85% degli italiani lo è (per inciso, sono ateo). O meglio, dovrei considerare seriamente di essere io a dover spiegare perché non credo in un dio, mentre è chi crede che deve spiegare perché crede, naturalmente. Io sono totalmente convinto che per capire una cosa veramente ci si debba mettere al livello zero e partire da lì. Non c'è niente di fumoso in questo. E ripeto, non sto parlando di veganismo ma in tutta generalità.

Se vuoi che approfondiamo questa storia della tabula rasa, forse sarà meglio aprire un nuovo argomento.

nato_pigro1
E io, Martino, non dico di essere completamente sicuro e fiero delle decisioni che prendo. Credo che sia ipocrita dire: "Ok, in Africa ci sono guerre, malattie e denutrizione, ma non fatecele vedere in tv mentre ceniamo". No: devi sapere che ci sono e quanto meno devi sopportarne l'orrore ogni tanto. Analogamente -ma in misura minore- il discorso sulla carne. Io li ho visti tutti quei filmati e ci sono rimasto male, come tutti credo.
Perchè non prendo la tua decisione? In primo luogo per debolezza e pigrizia, come molti di quelli che ti danno ragione ma che non fanno "il grande passo", ma in secondo luogo perchè -per me- vorrebbe dire avere una scala di valori sbagliata o per lo meno vorrebbe dire crearmi l'illusione di avere anche un minimo controllo su qualcosa che in realtà non controllo affatto e sentirmi in qualche misura sollevato rispetto ad altri abusi che volente o nolente alimento. Di sicuro non voglio prendere una decisione del genere "a caldo", mosso esclusivamente da empatia.
Inoltre non condiviso per niente il mezzuccio artificioso e teorico della tabula rasa. Hai sempre esposto gli argomenti in modo concreto e realistico, non vedo perchè appellarsi a qualcosa di così fumoso, se non per ribattere a critiche altrettanto infondate del tipo "ma è naturale per gli uomini mangiare carne".

Bon, mi sembra di aver riassunto e chiarito il più sinceramente possibile come la penso. Se non ci sono nuovi argomenti per me è chiusa la discussione. :)

Martino
"nato_pigro":
Secondo me la cosa più importante non è se le fate esistono o non esistono ma il fatto che di sicuro battendo le mani non le le resusciti. Ora, se questo vuole continuare a batterle perchè si sente meglio sono fatti suoi, ma non può credere che il resto del mondo che non le batte è insensibile, senza forza di volontà, plagiato o che non capisce quanto siano importanti le fate.
Capisco l'obiezione, ed è effettivamente questo che fa "litigare" quando si parla di queste cose. Per me, ognuno faccia quello che sente. La mia non è una battaglia contro le persone singole ma contro la tradizione. Io voglio destabilizzare questa cultura diffusa per cui per esempio le festività si manifestano con uno sterminio di massa di particolari animali che hanno la fortuna di essere "tradizionali". E voglio destabilizzare l'abitudine diffusa di non parlarne. Vorrei che le persone fossero messe davanti alla verità pura e semplice quando mangiano la carne, cioè come quella carne è arrivata nel loro piatto. Senza ipocrisie. Voglio che il "come cucinare", di cui oggigiorno si parla tanto, diventi meno importante del "cosa cucinare". E' un fatto che molte persone non sanno veramente cosa mangiano, non se ne preoccupano, ed è questo che mi dà fastidio.
"Meringolo":
Se la priorità dell'umanità fosse quella di distribuire equamente i cereali in tutto il mondo (ricco e non), lo farebbe a prescindere dagli allevamenti che consumano "il 90% della soia e il 70% di mais" (parafrasando la citazione di prima).
Ok, non sto dicendo che il veganismo è una panacea. Non vedo in effetti come risolvere il problema della distribuzione, che è il problema principale per quanto riguarda la fame nel mondo. Ma mi fa piacere ogni eventuale contributo anche in questo campo. Sostanzialmente sono vegano perché farei fatica a non esserlo, lo trovo più naturale, più salutare, più umano. Posso solo immaginare che questo torni utile anche per avere più cibo globalmente, anche se magari il problema della distribuzione rimane. Non ho la pretesa di stare risolvendo i problemi globali.

Meringolo1
Appunto, è una questione di priorità. In pratica stiamo dicendo la stessa cosa.
Se il mondo povero cozza contro la fame, non è dovuto al mondo ricco che usa risorse in gran quantità quali l'acqua o la soia per gli allevamenti e quindi per produrre carne.
Se la priorità dell'umanità fosse quella di distribuire equamente i cereali in tutto il mondo (ricco e non), lo farebbe a prescindere dagli allevamenti che consumano "il 90% della soia e il 70% di mais" (parafrasando la citazione di prima).

Alla luce di ciò, quando un vegano dice che uno dei tanti motivi che lo spinge ad essere tale è il fatto che gli allevamenti intensivi consumano gran parte dei cereali di un paese, mentre c'è una fetta di mondo che è affamato, secondo me è un ragionamento sbagliato.

gundamrx91-votailprof
Il problema non è secondo me la disorganizzazione o l'ignoranza (al giorno d'oggi è inammissibile non sapere l'esistenza di questi problemi), ma una questione di priorità. Ti faccio un esempio che non c'entra nulla con la discussione, ma che credo renda comunque l'idea. Sicuramente avrai sentito dell'alluvione a Genova e delle relative morti in questi giorni. Il problema principale è stata una cattiva gestione del territorio nel corso degli anni, e Genova non è sicuramente l'unica città in Italia che presenta questo "problema", come del resto non è la prima volta che muoiono delle persone a causa di questo "problema". Eppure i nostri governanti (e qui la destra o la sinistra non c'entrano nulla) non hanno mai pensato a risolvere realmente simili problematiche, piuttosto sperperano soldi per il ponte sullo stretto di Messina o per il treno ad alta velocità in Val di Susa (e qui si potrebbe continuare ad elencare sprechi di soldi pubblici per giorni). Come vedi le priorità sono ben altre (e non voglio entrare in merito a queste priorità) e se proviamo a "vederle" in altri ambiti (alimentazione, medicina, industria, ecc. ecc) come sempre c'è sempre qualcuno che sta male e sempre qualcuno che sta meglio (e quelli che stanno meglio sono pochi e grossi).

Meringolo1
"Steven":

Se io ti dicessi che però che negli Stati Uniti la metà d'acqua potabile annualmente impiegata serve per necessità d'allevamento, o che in un mondo affamato il 90% della soia e il 70% di mais (alimenti assolutamente adatti per l'uomo) sono destinati agli animali (e la lista degli esempi è lunga), segue che un'alimentazione con prodotti animali non è un gran vantaggio per l'umanità.


Ripesco questa citazione perchè volevo sottolineare una cosa.
Di per se, quanto scritto sopra, è sacrosanto; è come dire che se siamo tutti sulla stessa barca, le provviste vanno divise in modo alquanto equo.
Quello che però si capisce tra le righe (non solo in questa frase), è che i pochi che mangiano la carne lasciano i "molti" senza cibo, senza acqua, insomma i problemi che affliggono il mondo povero.
Ma il 90% della soia e il 70% di mais, non sono il limite massimo che si può coltivare sulla terra. Viene coltivato perchè c'è richiesta (una qualsiasi richiesta). Se non venisse destinato agli animali, dubito che "esisterebbe", e comunque il problema del mondo povero non è che manca la soia o il mais perchè vengono destinati agli allevamenti, ma sono altri (disorganizzazione, ignoranza, povertà).
Idem per l'acqua: non credo che nel mondo manchi la quantità d'acqua potabile per tutti, ma la distribuzione.

"nato_pigro":

(Hai appena ucciso una fata :D)
Secondo me la cosa più importante non è se le fate esistono o non esistono ma il fatto che di sicuro battendo le mani non le le resusciti. Ora, se questo vuole continuare a batterle perchè si sente meglio sono fatti suoi, ma non può credere che il resto del mondo che non le batte è insensibile, senza forza di volontà, plagiato o che non capisce quanto siano importanti le fate.


Con la differenza che il vegano, anche uno solo, incide (in maniera infinitesima) , l'applauditore no :D

nato_pigro1
(Hai appena ucciso una fata :D)
Secondo me la cosa più importante non è se le fate esistono o non esistono ma il fatto che di sicuro battendo le mani non le le resusciti. Ora, se questo vuole continuare a batterle perchè si sente meglio sono fatti suoi, ma non può credere che il resto del mondo che non le batte è insensibile, senza forza di volontà, plagiato o che non capisce quanto siano importanti le fate.

Martino
"nato_pigro":
Ma -faccio un esempio, è un'iperbole- cosa direste voi a uno che va in giro battendo le mani per far vivere le fate?
Sarà anche un'iperbole, ma mi sento proprio di farti osservare che le fate non esistono, mentre le cose di cui parlo io esistono. Se tu non hai capito questa mia obiezione allora io non ho capito la tua iperbole.

Forse vuoi dire che in generale di fronte a un problema troppo difficile è bene disilludersi. Secondo me non c'è niente di più falso: se c'è una possibilità di concepire e realizzare la soluzione un problema, non è certo disilludendosi che ci si avvicina.

Zero87
"nato_pigro":
@Zero87: c'è sempre quello che arriva all'ultimo in una discussione e pretende di saperne più degli altri.



nato_pigro1
@Zero87: c'è sempre quello che arriva all'ultimo in una discussione e pretende di saperne più degli altri. In questo caso sei tu e non ci fai una bella figura. Ho forse detto che Martino sbaglia a fare quello che fa? E' un discorso complicato e dividere le posizioni con l'accetta non serve nè a confutarle nè a risolvere le divergenze. Il tuo sincretismo lascia piuttosto a desiderare soprattutto quando poi te ne esci con la profezia apparentemente ineluttabile (per me alquanto discutibile) della rivolta popolare.

Chiarisco un punto che magari è passato in secondo piano: non mi permetterei mai di dire a Martino cosa deve mangiare, quale sensibilità deve sviluppare e che cosa è giusto che provi nei confronti degli animali. Sto dicendo che la sua è una scelta estremamente personale e che non può avere ambizioni di larga condivisibilità. Ovviamente stimo l'intelligenza di Martino, credo quindi che sapesse che non era mia intenzione nè imporre la mia idea nè dire che sbaglia. Ma -faccio un esempio, è un'iperbole- cosa direste voi a uno che va in giro battendo le mani per far vivere le fate?

DavideGenova1
Una dieta veg(etari)ana è possibile senza rinunciare ai nutrienti a noi indispensabili, consumando le quantità di verdure, legumi e frutta secca necessarie a sopperire al nostro fabbisogno di amminoacidi essenziali, con un occhio di riguardo alla lisina che scarseggia negli alimenti di origine vegetale. Naturalmente, per smaltire carboidrati e lipidi in assunti in eccesso con la quantità di prodotti vegetali assunti per non avere carenze di amminoacidi essenziali, bisogna fare molto esercizio fisico.
L'allevamento animale lascia un'impronta ecologica mostruosa e mostruosamente maggiore della produzione di alimenti vegetali, e credo che non si possa più mettersi delle bende -e neanche delle fette di salame- sugli occhi.

Zero87
"Martino":
Magari Martino (mi spiace, prendo sempre te come esempio!) è vegano, però poi va in giro in auto o accende i riscaldamenti o altre cose che danneggiano l'ambiente in altro modo
Visto che qui mi tiri in ballo: non ho la macchina e non intendo comprarla mai (mi muovo in bicicletta e in aereo o treno per le lunghe distanze), e il riscaldamento a gas lo uso il minimo indispensabile.


Io ho scritto apposta e lo sottolineo nel testo che ho riportato "magari" Martino ecc...
Non intendevo dire: tu fai questo e quest'altro, era un esempio. Volevo solo dire un vegano qualsiasi (ho preso te come esempio dicendo "magari Martino, ecc...") magari poi fa del male al pianeta in un altro modo e uno che invece rispetta la terra in questi altri modi potrebbe criticarlo per questo.
Il mio è un esempio e ho preso te come esempio perché mi sei venuto in mente tu!

Poi non mi va di continuare a rispondere, sennò sono io quello che continua con la catena di sant'Antonio, mentre il mio intento era... l'opposto!

Buonasera

Martino
Scusa, mi prenderai anche solo come esempio, ma mi vedo costretto a risponderti.
"Zero87":
Ora, sbagliata non lo è più di tanto: è vero come diceva steven (e come ho sottolineato io qualche mese fa) che occorre assumere un integratore, però questo al massimo mi dice che non è una scelta "naturale", ma non è detto che sia sbagliata.
In realtà l'integratore va preso sempre per questioni culturali, cioè in conseguenza alla poca diffusione di alimenti alternativi. Questo l'ho realizzato quando ho scoperto che in india i vegetariani non prendono integratori di B12. Me l'ha detto una mia cara amica indiana. E in India ci sono tanti vegetariani.
Magari Martino (mi spiace, prendo sempre te come esempio!) è vegano, però poi va in giro in auto o accende i riscaldamenti o altre cose che danneggiano l'ambiente in altro modo
Visto che qui mi tiri in ballo: non ho la macchina e non intendo comprarla mai (mi muovo in bicicletta e in aereo o treno per le lunghe distanze), e il riscaldamento a gas lo uso il minimo indispensabile.
inquinamento, effetto serra, mancanza di energia, immondizia e guerra civile tanto per dirne alcuni.
Io sono convinto che il mio essere vegano aiuta la risoluzione di almeno inquinamento, effetto serra e odio: gli allevamenti intensivi inquinano (vedi qui) e come è noto la carne di una vacca allevata sfama molto meno di quanto faccia il cibo che questa vacca ha consumato in tutta la sua vita, quindi non mangiare gli animali aumenta la quantità di cibo a disposizione, quindi diminuisce la fame, quindi diminuisce l'odio. [url=http://www.lidasicilia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=204:i-danni-degli-allevamenti&catid=49:articoli-animali-da-macello&Itemid=66]Qui[/url] ci sono alcuni dati.

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.