L’ Università in crisi

...148
Vogliamo parlare della nostra formazione?
Siete contenti dell’ Università che frequentate? (o del Liceo?)

Pensiamoci bene: quanto vale la nostra Università?
Siete a conoscenza del tipo di ricerca condotta dai vostri professori?
Perché non esiste un sistema di valutazione nazionale delle scuole come in tanti altri paesi?
Secondo voi l’ attuale classe dirigente (che naviga nella mediocrità assoluta) è il risultato di questa crisi?

Risposte
tecnos1
Certamente sono pienamente daccordo con te.

Marco831
Effettivamente per un corso come ingegneria matematica una pubblicità ad effetto come quella data dal progetto Alinghi fa molto. Inoltre anche nell'attrarre fondi da aziende credo che l'immagine di "vincenti" che ne esce sia importante. E' molto più semplice far vedere i frutti del proprio lavoro dove il risultato è "o vinci o perdi" piuttosto che in campi dove un grosso lavoro porta a piccoli passi che sono importanti ma significativi solo agli occhi dei tecnici del settore come puo accadere quando si ha a che fare con l'emodinamica.

Seneca14
Per Marco
Grazie per le delucidazioni, sei stato molto gentile.
In bocca al lupo per i tuoi studi

tecnos1
Per Marco83 :

Sul fatto della pubblicità è sicuramente positivo e probabilmente anche sulle iscrizioni visto che ingegneria matematica è un corso molto recente. Quello che intendevo era indirizzato al livello di competitività molto alto dettato da una competizione finanziariamente estrema come la coppa america che ha visto prevalere un gruppo di ricerca italiano. Considerando che Oracle ( ad esempio ) ha consulenti come una nota casa di auto tedesche e università USA come il MIT direi che non è affatto male per la matematica applicata del nostro paese.

Marco831
Per tecnos:

Ritengo che con quel progetto il MOX si sia fatto una gran bella pubblicità. Tuttavia non considererei quell'esperienza più di un buono spot. Dico questo perchè a mio avviso un'università non dovrebbe concentrarsi su cose futili come le competizioni sportive. Se questo puo servire ad attirare fondi di industrie e enti pubblici, allora ben venga, ma se devo dare un giudizio sul valore scientifico del progetto, direi che al MOX ve ne sono di molto più meritevoli, come quelli sull'emodinamica e la combustione.

Marco831
Seneca, visto che sei interessato, ti introdurrò nei meandri del mondo delle selezioni per i posti all'estero...

Primo passo: presentazione dei progetti di scambio e doppia laurea in sedi extraeuropee organizzato dal Politecnico di Milano (al tempo era ad inizio dicembre ma adesso l'hanno anticipato in quanto le università USA hanno anticipato i termini per le candidature). Vengono esposte le varie opportunità in sedi non europee (quando ero presente si è parlato di sedi statunitensi, sudamericane, canadesi,australiane, neozelandesi, giapponesi, cinesi, medio orientali e forse qualcun'altra che non mi ricordo) e vengono spiegati i criteri di selezione.

Secondo passo: selezione interna al Politecnico. Devi inviare certificati contenenti i risultati degli esami, voto TOEFL (se vai in una sede di lingua inglese) curriculum e lettera di motivazione. Non so se ci sia una formuleta tipo quella che si usa per l'erasmus per la valutazione dei candidati, cmq anche la lettera di motivazione conta molto. Se vuoi delle indicazioni per le sedi americane generalmente si è in grado di lottare per la selezione interna se si ha una media attorno al 29, si è in linea con i tempi e si ha un TOEFL superiore a 250/300esimi (adesso hanno cambiato la scala di valutazione quindi non so a cosa corrispondano, ma la conversione dovrebbe essere immediata).

Terzo passo: se si viene scelti bisogna cominciare a preparare le carte per la candidatura presso l'università per cui si è optato (NDR il tuo status presso l'università ospitante non sarà quello di studente scambista ma studente a tutti gli effetti, con tutti i diritti-doveri degli altri studenti). Le carte prevedono: - curriculum viate e lettera di motivazione; 3 lettere di presentazione da parte di persone da te ritenute attendibili; risultati e media esami; eventuale certificato di laurea (solo se gia conseguita); risultato TOEFL(il dipatimento dove mi trovo chiedeva almeno 260/300esimi); risultato GRE.

Quarto passo: invio candidatura e pregare.. pregare...pregare.

Quinto passo:Se si viene accettati dalla Graduate school dell'università precelta si deve inviare una serie di documenti alla facoltà per cui si è fatta la candidatura. I documenti variano da facoltà a facltà, quindi ti dirò solo quelli necessari per entrare in contatto con i professori. I professori-ricercatori negli USA sono sostanzialmente dei manager con facoltà di assumere/licenziare assistenti, quindi se vuoi una posizione devi contattare/venire contattato da un professore. In generale spedisci al dipartimenti di tuo interesse il tuo curriculum più una lettera di motivazione in cui spieghi quello su cui ti piacerebbe lavorare, quali sono le tue abilità e cose del genere. Allega anche una lista voti e media + i risultati di qualsiasi test possibile e immaginabile.
Puoi anche contattare i professori individualmente.

Sesto passo: se uno o più professori sono interessati al tuo profilo verrai contatato e ti verrà inviato un contratto di lavoro. A te la scelta del professore per cui lavorare.

Settimo passo: formalizzare l'iscrizione all'università, ottenere modulo I20 e fare richiesta per visto studente tipo F1. Questo lo puoi fare anche prima del sesto passo, solo che se poi nessuno ti assume, una volta che ti sei iscrito devi pagare le tasse universitarie da solo... e non è una bella esperienza!


A questo punto uno puo chiedere: ma il Politecnico che ruolo ha in tutto questo? Io che non sono del Politecnico cosa posso fare?

1) Il ruolo del politecnico è di supporto, nel senso che ti aiuta con la burocrazia e formalità varie. Inoltre ha gia dei contatti con dei professori nelle varie facoltà e fa da "garante" nel senso che garantisce che se uno passa la selezione del poli, allora dovrebbe esere abbastanza valido. Questo è un buon biglietto da visita solitamente.

2) Se non sei del politecnico e se la tua università non ha contatti di questo tipo (molte altre università ne hanno di loro) puoi fare i passi dal terzo in poi per i fatti tuoi. In questo caso è meglio se riesci a parlare di persona ai professori, o per lo meno a contattarli per e-mail e telefono.

Spero di esserti stato utile. Se hai ancora dubbi o domande, fammi sapere.

tecnos1
Precedentemente si è parlato di ricerca universitaria in materie scientifiche e grazie a sostanziosi investimenti per strumentazioni avanzate, laboratori ecc gli Stati Uniti sono effettivamente in vantaggio su molti paesi, uno su tutti l'Italia. La ricerca in matematica è sicuramente meno dispendiosa rispetto alla scienza sperimentale, vorrei una vostra delucidazione in merito alla reputazione della ricerca italiana in matematica applicata nel contesto internazionale.
Nel caso specifico della Coppa America dove i team più importanti hanno disponibilità economiche pressochè illimitate e possono permattersi consulenze dalle migliori università del mondo è emerso il contributo del gruppo di ricerca di Alfio Quarteroni , direttore del MOX del Politecnico di Milano , che ha curato l'ottimizzazione dell'insieme appendici-scafo-vele. Siccome nella Coppa America i risulatati vengono decisi da pochi centesimi di nodo, l'ottimizzazione delle forme è molto importante. Non credete che questo sia un ottimo biglietto da visita per la cultura scientifica italiana?

Stephen1
"qualcun altro, invece, frequenta il forum con questo unico scopo..."
Se sei convinto...

tecnos1
Per Marco 83
Per ora sto facendo il primo anno di laurea specialistica in Italia e sono molto soddisfatto del corso che ho scelto. Da una parte l'idea di cambiare università mi sarebbe piaciuta fino a ieri, infatti è stato rivoluzionato il piano di studi per il secondo anno con l'introduzione di moduli di oceanografia, cambiamenti climatici ed effetti sui sistemi ambientali, modellistica ambientale e approfondimenti di calcolo numerico ( e molti altri a scelta libera) che hanno dato una connotazione assai diversa rispetto ai tradizionali corsi di ingegneria dell'ambiente. Questa rivoluzione mi è piaciuta molto..

Seneca14
Per Marco83:
Ti volevo fare i miei complimenti, sia per la tua scelta, sia perchè hai saputo cogliere al volo una ottima occasione e, sinceramente, ti invidio anche un po'.
Io volevo comunque chiederti dei chiarimenti, se è possibile, su come sei stato scelto per questa cosa: ti sei reso disponibile al professore oppure il fatto di proporti questa occasione è stata una sua libera scelta? Hai partecipato a un concorso prima oppure sei stato valutato "solo" per i tuoi voti all'università?
Ti possono sembrare delle domande banali e forse in parte hai già risposto in questo forum, ma io personalmente non ho ancora ben capito alcune cose sulle modalità di accesso ai master all'estero.

Grazie

Giusepperoma2
"Marco83":
Comunque non ho proprio voglia di fare polemica...


qualcun altro, invece, frequenta il forum con questo unico scopo...

Marco831
La migliore università di ingegneria al mondo è senza ombra di dubbio l'MIT (Massachussetts Institute of Technology). Il giudizio è però da intendersi in termini medi. All'MIT ci sono moltissimi dipartimenti che sono nei primi posti delle graduatorie mondiali e alcuni che non sono altrettanto buoni, quindi è meglio dare un'occhiata più da vicino al proprio campo di interesse.

Le università a cui si riferiscono i link sono assolutamente di primo piano e i programmi che citi sono veramente interessanti. Tutto sta comunque all'advisor con cui lavori; il metodo scientifico che adotta, il conivolgimento dello studente e il livello di indipendenza che ti viene dato possono fare davvero la differenza.

Stando alle graduatorie di US news e alle review della University of Florida, le università che citi sono comunque di primo piano.

Tu stai pensando di fare la specialistica all'estero?


Per Stephen: a meno che il mio italiano sia piuttosto arrugginito non mi sembra di aver mai scritto che l'università italiana è la migliore al mondo. Ho solo detto che da delle basi molto solide. Da questo a generalizzare sul fatto che i migliori scienziati non sono italiani credo che ne passi. Comunque non ho proprio voglia di fare polemica...

tecnos1
Per Marco83 : In un cero senso anche a me è scappata la voglia dei motori in quanto, finito l'itis ad indirizzo meccanico, volevo iscrivermi ad ingegneria meccanica. Ho aperto parecchi libri di un mio cugino sull'argomento e ho capito che la mia era una passione da utente e non da progettista. Devo dirti che l'igegneria del vento affascina anche me e proprio recentemente è stata inaugurata la galleria del vento della facoltà di ingegneria di Genova. Per noi ambientali sarà determinante per gli studi della diffusione degli inquinanti. Probabilmente la useranno anche gli ingegneri navali e nautici per le barche a vela..e non solo.
In conclusione volevo chiederti quale è considerata la migliore università USA a riguardo di ingegneria ( che include anche ingegneria matematica/matematica applicata, lo stesso per fisica ).
Cosa ne pensi di questi :

http://www.eas.caltech.edu/index.html
http://soe.stanford.edu/departments/index.html ( Institute for Computational & Mathematical Engineering ICME )

Per Stephen : bisogna considerare che molto spesso i ricercatori italiani raggiungono l'eccellenza a livello mondiale, ma la sviluppano in paesi come gli USA dove gli investimenti sulla ricerca non sono l'ultima preoccupazione dei politici ( di entrambi gli schieramenti ).

Stephen1
L'università italiana è la migliore al mondo?
Se cosi fosse non si spiega come mai i migliori scienziati non sono italiani! Che mi importa del livello base di uno studente, la differenza la fa il limite di una preparazione.

Marco831
Per Seneca: studio alla University of Minnesota a Minneapolis.
E' la seconda università americana per numero di studenti (l'anno prossimo dovrebbe diventare la più grande).
L'institute of technology di questa università è molto rinnomato, specialmente per quel che riguarda chimica e nanomateriali (ingegneria chimica è la prima negli USA a pari merito con l'MIT e la sezione nanoparticelle-nanotecnologie è nei migliori cinque mentre ingegneria meccanica è ottava).
Gli obiettivi che il senato accademico si prefigge sono abbastanza alte: puntano a diventare una delle prime 3 università di ricerca al mondo e i finanziamenti per questo progetto stanno piovendo.

Per tecnos: non sempre si sa dove si arriva quando si parte...
Io mi ero iscritto a ingegneria meccanica perchè appassionato di auto (motori per la precisione). Mano a mano che proseguivo negli studi mi sono accorto che lavorare su tecnologie obsolete quali motori a scoppio dove c'è solo da raschiare il barile proprio non mi andava.
Mi sono appassionato all'ingegneria del vento e ho fatto la tesi in galleria del vento. L'estate scorsa ero in Svizzera a lavorare sulla moto da MotoGp di una "nota casa giapponese". Quando ho visto il livello tecnologico che caratterizza il mondo delle corse m'è scappata la voglia di sprecare tempo.
Ho sempre voluto spendere un periodo di studi all'estero (America o Nord Europa), ma studiare ingegneria del vento all'estero non arebbe avuto molto senso in quanto al poli c'è uno dei migliori centri al mondo in questo campo.
Inoltre le nanotecnologie mi hanno sempre affascinato ma non pensavo che fossero qualcosa "da ingegneri". Quando ho ricevuto l'offerta di lavorare con plasma e nanoparticelle dal professore che attualmente è il mio advisor non ci ho pensato due volte, specialmente perchè mi veniva offerta l'opportunità di fare qualcosa di interessante, tecnologicamente all'avanguardia, essere economicamente indipendente e acquisire un titolo di valore (scientifico ed economico) molto elevato.

In conclusione direi che si, forse sarebbe stato più sensato fare un altro percorso se avessi saputo dove sarei finito, ma cio che conta non è da dove si parte ma dove si arriva! Tra l'altro non mi sembra nemmeno di avere carenze incolmabili...

...148
Non è la prima volta che sento testimonianze di confronti fra scuola USA e scuola italiana.
In effetti sento sempre dire che gli italiani hanno basi teoriche molto più solide dei pari americani, ma per quanto riguarda la tecnica questi ultimi ci superano. Ho letto che questo riflette il tipico pragmatismo americano di dare più importanza al "pratico" piuttosto che alla teoria. Inoltre, in quanto a strumentazione e laboratori tecnici a disposizione, le scuole americane sono in genere messe meglio.
Sugli indiani: nel campo dell' eletronica e informatica stanno diventando i numeri uno. Li vedo un po' come il Giappone degli anni '80.

tecnos1
"Marco83":
Tutto dipende da cosa intendi per materiali compositi. Se per compositi intendi fibre di vetro, carbonio, materiali amorfi fibrorinforzati e cose del genere allora no. Non c'è molto di innovativo (e per innovativo intendo rivoluzionario) da scoprire in quel campo. Ci sono affinamenti tecnici da apportare caso per caso ma i concetti di base sono ben noti.


Tornando alla matematicizzazione degli ingegneri: io sottolineerei che il numero di crediti matematici non è un indicatore assoluto. Puo accadere (e spesso accade) che a fronte di un pari numero di crediti vi siano competenze molto diverse. 10 crediti di analisi I possono nascondere un corso molto approfondito che comprenda una trattazione teorica di buon livello come un corso molto "calcoloso" dove si apprendono tecniche e metodi senza addentrarsi nei perchè della matematica.


A mio avviso questo è quello che ci differenzia dagli studenti americani; da noi si continua ad insistere sulle basi matematiche e sugli aspetti teorici (anche se magari un po meno che nel vecchio ordinamento), mentre qui ci si focalizza su aspetti pratici. Un altro fattore importante è quanto i concetti esposti nei vari corsi matematici vengano poi effettivamente utilizzati in altri corsi e questo non traspare affatto banalmente "contando i crediti".


Intendevo fibre di carbonio ma certamente nel dipartimento dove fai ricerca inseguite percorsi innovativi...
Hai ragione sul fatto dei crediti, comunque il mio discorso era rivolto alla realtà italiana. Visti i tuoi interessi di ricerca perchè hai scelto un corso di ingegneria meccanica? Non era più adatto un corso in ingegneria fisica come quello di Torino, o semplicemente un corso in ingegneria dei materiali con indirizzo metodologico di base?

Seneca14
"Marco83":
La facoltà è popolata anche da un gran numero di studenti indiani, cinesi, coreani e giapponesi, ma fin qui sembra che la preparazione migliore nelle materie di base sia quella degli italiani.


Ma forse questo è dovuto al fatto che in Italia le modalità di selezione degli studenti per l'ammissione ai corsi di master all'estero sono più dure di quelle degli altri paesi. Oppure perchè forse negli altri paesi le università accolgono meno studenti che nel nostro paese, per motivi vari.
Bisognerebbe informarsi su questi dati per valutare meglio la tua esperienza.

Quale università stai frequentando?(in che stato, è famosa? ecc...)

Marco831
Tutto dipende da cosa intendi per materiali compositi. Se per compositi intendi fibre di vetro, carbonio, materiali amorfi fibrorinforzati e cose del genere allora no. Non c'è molto di innovativo (e per innovativo intendo rivoluzionario) da scoprire in quel campo. Ci sono affinamenti tecnici da apportare caso per caso ma i concetti di base sono ben noti.

La ricerca qui è su materiali nanostrutturati e nanoparticelle. Se per materiali compositi intendi prendere una particella e doparla allora ne facciamo un bel po. Più che altro ci concentriamo sull'ottenimento di nanoparticelle con specifiche caratteristiche, sulla "manipolazione" di nanoparticelle (focalizzazione, deposizione localizzata e simili) e sulla produzione di strutture complesse con nanoparticelle.

Tornando alla matematicizzazione degli ingegneri: io sottolineerei che il numero di crediti matematici non è un indicatore assoluto. Puo accadere (e spesso accade) che a fronte di un pari numero di crediti vi siano competenze molto diverse. 10 crediti di analisi I possono nascondere un corso molto approfondito che comprenda una trattazione teorica di buon livello come un corso molto "calcoloso" dove si apprendono tecniche e metodi senza addentrarsi nei perchè della matematica.

A mio avviso questo è quello che ci differenzia dagli studenti americani; da noi si continua ad insistere sulle basi matematiche e sugli aspetti teorici (anche se magari un po meno che nel vecchio ordinamento), mentre qui ci si focalizza su aspetti pratici. Un altro fattore importante è quanto i concetti esposti nei vari corsi matematici vengano poi effettivamente utilizzati in altri corsi e questo non traspare affatto banalmente "contando i crediti".

tecnos1
Per Marco83 :

Nel tuo dipartimento fate ricerca anche su materiali compositi?

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.