Habemus Papam
Nel frattempo che esca un nome, volevo segnalarvi questa cosa:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 91855.html
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 91855.html

Risposte
"Faussone":
Non credo tuttavia la tua domanda sulle posizioni della Chiesa sul caso Englaro sia pertinente con quanto si è discusso qui (sebbene lo stesso off topic). Se ne è parlato in questo forum diverse volte non vale la pena tornarci di nuovo. L'ho citato solo come un esempio delle posizioni intransigenti di molto cattolici (non di tutti in questo caso specifico, ma di moltissimi) in tema di etica.
In parte lo sarebbe stato, perchè alcuni cardinali/chierici erano in contrasto con tale posizione ed altri erano molto più duri rispetto alla posizione ufficiale; per questo tale domanda, per pesare la posizione singola con quella generale a cui facevi riferimento te. Ma devo dire che, leggendo nuovamente dopo qualche giorno la tua risposta, la mia domanda è un po' fuori contesto messa così.
Direi che forse è meglio chiuderla qui, tralasciando l'off-topic, siamo entrambi impegnati in questo momento e su questi temi bisogna esser coscienziosi ed attenti; anche se penso entrambi avremmo potuto discutere senza problemi ed in modo equilibrato.
@hamming_burst
Mi scuso per il ritardo, ma non ho avuto tempo in questi giorni di leggere e rispondere.
Non credo tuttavia la tua domanda sulle posizioni della Chiesa sul caso Englaro sia pertinente con quanto si è discusso qui (sebbene lo stesso off topic). Se ne è parlato in questo forum diverse volte non vale la pena tornarci di nuovo. L'ho citato solo come un esempio delle posizioni intransigenti di molto cattolici (non di tutti in questo caso specifico, ma di moltissimi) in tema di etica.
Mi scuso per il ritardo, ma non ho avuto tempo in questi giorni di leggere e rispondere.
Non credo tuttavia la tua domanda sulle posizioni della Chiesa sul caso Englaro sia pertinente con quanto si è discusso qui (sebbene lo stesso off topic). Se ne è parlato in questo forum diverse volte non vale la pena tornarci di nuovo. L'ho citato solo come un esempio delle posizioni intransigenti di molto cattolici (non di tutti in questo caso specifico, ma di moltissimi) in tema di etica.
@Faussone:
Gli argomenti di attualità che hai introdotto (alla mia risposta) sono molto delicati, a cui solo alcuni di essi posso darne un confronto con il giudizio della Chiesa (alcuni argomenti non li ho mai approfonditi), la sua visione "assolutistica" e discuterne insieme (con questo, il contributo di JoJo è solo una parte della posizione "dottrinale" cattolica). Penso sia interessante...
Prima di tutto questo (se è di interesse, se no chiudiamo...), però, vorrei sapere a quale posizione ti riferisci al caso specifico di Eluana Englaro, un discorso di una persona singola del clero oppure alla Chiesa in generale, che si è espressa direttamente su questo? Mi basta sapere solo un link od altro, su cui basi la tua affermazione del post. Conosco il caso, ma le posizioni singole di un ecclesiastico possono cambiare, per questo vorrei sapere a quale ti riferisci.
Gli argomenti di attualità che hai introdotto (alla mia risposta) sono molto delicati, a cui solo alcuni di essi posso darne un confronto con il giudizio della Chiesa (alcuni argomenti non li ho mai approfonditi), la sua visione "assolutistica" e discuterne insieme (con questo, il contributo di JoJo è solo una parte della posizione "dottrinale" cattolica). Penso sia interessante...
Prima di tutto questo (se è di interesse, se no chiudiamo...), però, vorrei sapere a quale posizione ti riferisci al caso specifico di Eluana Englaro, un discorso di una persona singola del clero oppure alla Chiesa in generale, che si è espressa direttamente su questo? Mi basta sapere solo un link od altro, su cui basi la tua affermazione del post. Conosco il caso, ma le posizioni singole di un ecclesiastico possono cambiare, per questo vorrei sapere a quale ti riferisci.
"JoJo_90":
[....] quella relativa al ravvedimento. Ma ravvedimento da cosa? Dal peccato. Questo però dice tutto e niente se uno non ha un'idea di cosa sia il peccato e di quali siano le sue conseguenze sul corpo, la mente e il cuore dell'uomo.
Hai ragione ho trascurato quel tema, che si intreccia fortemente col sentimento di colpa peraltro. Per me è comunque su un piano diverso e meno urgente rispetto a quello che mi premeva sottolineare.
"JoJo_90":
Purtroppo partiamo da punti di vista differenti e inconciliabili, dunque, come ti avevo scritto, mi tiro fuori dalla discussione. Mi ha fatto comunque molto piacere confrontarmi con te.
Sono d'accordo: siamo su piani veramente tanto diversi purtroppo, e credo che non ci sia molto altro da aggiungere a ciò che è stato già detto.
Anche a me ha fatto piacere questo scambio, ho potuto infatti confrontare direttamente le mie idee con un credente cristiano non cattolico molto coerente quale tu mi pare sei (e ho potuto rendermi conto di essere lontano dai credenti protestanti quanto da quelli cattolici).
Buon proseguimento anche a te.
Si.
@ JoJo_90
Il tuo avatar ha a che fare con qualche riferimento divino?
Il tuo avatar ha a che fare con qualche riferimento divino?
"giuliofis":
Non ho detto che è ciò che avveniva, ma ciò per cui sarebbe stato pensato.
Allora scusa, avevo capito male.
"JoJo_90":
[quote="giuliofis"]Scusa se mi intrometto: un bel meccanismo tramite il quale la casta sacerdotale di qualche millennio fa controllava con la paura il popolo ignorante.
Mi spiace giuliofis, ma anche questo tuo pensiero dimostra la "distorta" conoscenza del peccato e di conseguenza della misericordia di Dio.
Tra l'altro il popolo israelita, da quanto ho letto, non mi pare fosse per niente spaventato, dato che a più riprese si prese gioco dei comandamenti, infrangendoli e anzi perseguitando i profeti che li richiavamo a ritornare a Dio.
Mi pare che il meccanismo che citi sia proprio mal riuscito.[/quote]
Non ho detto che è ciò che avveniva, ma ciò per cui sarebbe stato pensato.
Queste questioni, comunque, ammetto di conoscerle poco. Me le fecero studiare sul Catechismo della Chiesa Cattolica di Giovanni Paolo II e dire che era arabo è dire poco.

"gio73":
Da parecchi secoli a questa parte molte donne e molti uomini non considerano le sacre scritture uno strumento da utilizzarsi come ultima parola in un dibattito.
A mio parere dipende dalla natura del dibattito. Se si discute di Dio e di fede mi pare imprenscidibile fare riferimento allo strumento che rivela entrambi.
"giuliofis":
Scusa se mi intrometto: un bel meccanismo tramite il quale la casta sacerdotale di qualche millennio fa controllava con la paura il popolo ignorante.
Mi spiace giuliofis, ma anche questo tuo pensiero dimostra la "distorta" conoscenza del peccato e di conseguenza della misericordia di Dio.
Tra l'altro il popolo israelita, da quanto ho letto, non mi pare fosse per niente spaventato, dato che a più riprese si prese gioco dei comandamenti, infrangendoli e anzi perseguitando i profeti che li richiavamo a ritornare a Dio.
Mi pare che il meccanismo che citi sia proprio mal riuscito.
"JoJo_90":
E rispetto al concetto biblico di peccato come ti poni?
Scusa se mi intrometto: un bel meccanismo tramite il quale la casta sacerdotale di qualche millennio fa controllava con la paura il popolo ignorante.
Perdona l'intrusione Jo, Faussone è pieno di dubbi mentre io mi metto comodamente nell'insieme degli agnostici e commento
Da parecchi secoli a questa parte molte donne e molti uomini non considerano le sacre scritture uno strumento da utilizzarsi come ultima parola in un dibattito.
"JoJo_90":
Non mi addentro in ulteriori dettagli, perché dovrei rifarmi alle Scritture e mi pare di aver capito (ma correggimi se sbaglio) che non le consideri uno strumento degno, per i nostri tempi, da utilizzare in un dibattito.
Da parecchi secoli a questa parte molte donne e molti uomini non considerano le sacre scritture uno strumento da utilizzarsi come ultima parola in un dibattito.
Vedi, è un pò quello che intendenvo quando ho scritto che spesso, anche fra cristiani, si ha una conoscenza incompleta del messaggio di Cristo.
Tu giustamente hai scritto che essenzialmente è un messaggio di amore e perdono. Però, chissà perché, manca sempre una parte (non mi riferisco solo a te, ma in generale) e cioè quella relativa al ravvedimento. Ma ravvedimento da cosa? Dal peccato. Questo però dice tutto e niente se uno non ha un'idea di cosa sia il peccato e di quali siano le sue conseguenze sul corpo, la mente e il cuore dell'uomo.
Non mi addentro in ulteriori dettagli, perché dovrei rifarmi alle Scritture e mi pare di aver capito (ma correggimi se sbaglio) che non le consideri uno strumento degno, per i nostri tempi, da utilizzare in un dibattito.
Purtroppo partiamo da punti di vista differenti e inconciliabili, dunque, come ti avevo scritto, mi tiro fuori dalla discussione. Mi ha fatto comunque molto piacere confrontarmi con te.
Buon proseguimento.
Tu giustamente hai scritto che essenzialmente è un messaggio di amore e perdono. Però, chissà perché, manca sempre una parte (non mi riferisco solo a te, ma in generale) e cioè quella relativa al ravvedimento. Ma ravvedimento da cosa? Dal peccato. Questo però dice tutto e niente se uno non ha un'idea di cosa sia il peccato e di quali siano le sue conseguenze sul corpo, la mente e il cuore dell'uomo.
Non mi addentro in ulteriori dettagli, perché dovrei rifarmi alle Scritture e mi pare di aver capito (ma correggimi se sbaglio) che non le consideri uno strumento degno, per i nostri tempi, da utilizzare in un dibattito.
Purtroppo partiamo da punti di vista differenti e inconciliabili, dunque, come ti avevo scritto, mi tiro fuori dalla discussione. Mi ha fatto comunque molto piacere confrontarmi con te.
Buon proseguimento.
"JoJo_90":
E rispetto al concetto biblico di peccato come ti poni?
Su quello non so rispondere, in quanto non ho un molto chiaro il concetto biblico di peccato.
E rispetto al concetto biblico di peccato come ti poni?
"JoJo_90":
@Faussone
Capisco, ora ho le idee più chiare. Un'altra domanda: secondo te, cos'è il peccato? Esiste?
Sì esiste.
In conseguenza di questa visione peccato è non agire e non scegliere secondo regione.
In una visione da credente questo avrebbe una sfumatura in più: essendo la Ragione espressione e ispirazione di Dio, non agire secondo ragione significa agire in disprezzo di Dio.
Ci tengo a precisare che l'uso della ragione nelle scelte etiche non significa costruire un'etica di comodo, anzi in alcuni casi la scelta è sofferta e sempre suscettibile a critica, dubbi e tormenti interiori.
@Faussone
Capisco, ora ho le idee più chiare. Un'altra domanda: secondo te, cos'è il peccato? Esiste?
Capisco, ora ho le idee più chiare. Un'altra domanda: secondo te, cos'è il peccato? Esiste?
@JoJo_90
Considero la questione e la domanda mal posta: non posso credere che Dio mi possa imporre qualcosa che vada contro quello che la mia ragione mi indica. Non posso credere che Dio mi abbia donato la ragione per poi frustrarla.
Ho forse una concezione di Dio troppo elevata? (Chiedo scusa se la domanda appare offensiva.)
Credo che potrei rivolgere a te la domanda speculare, se nella Bibbia ci fosse scritto che rubare è giusto riterresti davvero giusto rubare? Penso che la tua risposta non differirebbe troppo dalla mia.
Ritengo che dalla Bibbia non si possono trarre leggi morali specifiche, semplicemente perché è stata scritta millenni fa. Benché se fossi credente riterrei che sia stata ispirata direttamente da Dio non potrei pensare abbia soluzioni ai dilemmi morali di oggi, se non in maniera indiretta, attraverso l'interpretazione.
A parte questo motivo ce ne è un altro più profondo, che già ho espresso prima: non potrei avere rispetto per un Dio che mi impone ciò che è giusto e ciò che è sbagliato in spregio della ragione di cui mi ha fatto dono, consentendo la cristallizzazione dei suoi comandamenti in un libro.
(Ho avuto una discussione molta accesa con un mio grande amico islamico proprio su questo in passato. Gli islamici sono molto più coerenti dei cattolici infatti nel perseguire le regole morali imposte e questo contrasto con la ragione risulta ancora più evidente.)
Della Bibbia conosco i Vangeli, parzialmente i libri del vecchio testamento, gli Atti e alcune delle Lettere di San Paolo.
Mi è capitato saltuariamente di leggere qualche spezzone in ordine sparso, per curiosità ma, Vangeli a parte, non ho trovato nulla di chiaro e stimolante.
Sul modo giusto di leggerla, non saprei.. chiedo scusa per l'irriverenza ma tendo a considerare la Bibbia sopravvalutata e molto poco originale letta oggi, con la notevole eccezione di qualche passo dei Vangeli.
Sul passo dei Romani che riporti, francamente ne ricavo ben poco sulle scelte morali di tipo sessuale. A molti passi della Bibbia si attribuisce un significato allegorico più ampio di quello letterale, perché questo passo dovrebbe fare eccezione? Poi lì si parla molto di uomini e poco di donne, l'omosessualità femminile non è contemplata allora? Se il passo deve avere un valore letterale ben preciso perché l'omosessualità femminile non è condannata con le stesse parole chiare?
Se la Bibbia va presa letteralmente allora dovrei anche credere che il mondo è stato fatto in 6 giorni e che il primo uomo era Adamo e che da Adamo Dio ha creato la Donna? E che il serpente striscia per la questione del frutto proibito e che alla fine è colpa della Donna che ha convinto Adamo a mangiare il frutto proibito se non siamo più nel Paradiso terrestre?
Forse Paolo va preso alla lettera e il resto no?
(Le mie sono invece domande retoriche non ti chiedo una risposta esplicita a ciascuna di esse ovviamente).
Rispondo volentieri alle tue domande, stimolano il mio ragionamento e mi costringono al confronto con chi ha un'opinione profondamente diversa dalla mia.
"JoJo_90":
L'etica di Dio e quella umana possono certamente essere conciliabili, forse mi sono spiegato male. Il problema si pone quando riguardo una determinata questione, l'insegnamento di Dio va nella direzione opposta a quello che uno crede sia giusto. In questi casi, il credente e il non credente avranno due reazioni opposte: il primo acceterà con umiltà l'insegnamento di Dio, ritenendolo superiore, mentre il secondo continuerà per la propria strada.
Il problema alla base è sempre uno e rispetto al quale ti pongo la seguente domanda: supponi di avere certezza assoluta che Dio esista e che sai che su una determinata questione l'insegnamento suo è opposto a quel che pensi tu. Cosa faresti? In quale direzione andresti?
Considero la questione e la domanda mal posta: non posso credere che Dio mi possa imporre qualcosa che vada contro quello che la mia ragione mi indica. Non posso credere che Dio mi abbia donato la ragione per poi frustrarla.
Ho forse una concezione di Dio troppo elevata? (Chiedo scusa se la domanda appare offensiva.)
Credo che potrei rivolgere a te la domanda speculare, se nella Bibbia ci fosse scritto che rubare è giusto riterresti davvero giusto rubare? Penso che la tua risposta non differirebbe troppo dalla mia.
"JoJo_90":
[....] cosa ti fa credere che dalla Bibbia si possano trarre solo "principi ispiratori" e non leggi morali specifiche? Cosa credi sia la Bibbia? Perché credi sia stata scritta? Quali libri hai letto di essa? Secondo te, quale è il modo giusto di leggerla? Come dovrebbe essere interpretato il passo sull'omosessualità di Romani?
Ritengo che dalla Bibbia non si possono trarre leggi morali specifiche, semplicemente perché è stata scritta millenni fa. Benché se fossi credente riterrei che sia stata ispirata direttamente da Dio non potrei pensare abbia soluzioni ai dilemmi morali di oggi, se non in maniera indiretta, attraverso l'interpretazione.
A parte questo motivo ce ne è un altro più profondo, che già ho espresso prima: non potrei avere rispetto per un Dio che mi impone ciò che è giusto e ciò che è sbagliato in spregio della ragione di cui mi ha fatto dono, consentendo la cristallizzazione dei suoi comandamenti in un libro.
(Ho avuto una discussione molta accesa con un mio grande amico islamico proprio su questo in passato. Gli islamici sono molto più coerenti dei cattolici infatti nel perseguire le regole morali imposte e questo contrasto con la ragione risulta ancora più evidente.)
Della Bibbia conosco i Vangeli, parzialmente i libri del vecchio testamento, gli Atti e alcune delle Lettere di San Paolo.
Mi è capitato saltuariamente di leggere qualche spezzone in ordine sparso, per curiosità ma, Vangeli a parte, non ho trovato nulla di chiaro e stimolante.
Sul modo giusto di leggerla, non saprei.. chiedo scusa per l'irriverenza ma tendo a considerare la Bibbia sopravvalutata e molto poco originale letta oggi, con la notevole eccezione di qualche passo dei Vangeli.
Sul passo dei Romani che riporti, francamente ne ricavo ben poco sulle scelte morali di tipo sessuale. A molti passi della Bibbia si attribuisce un significato allegorico più ampio di quello letterale, perché questo passo dovrebbe fare eccezione? Poi lì si parla molto di uomini e poco di donne, l'omosessualità femminile non è contemplata allora? Se il passo deve avere un valore letterale ben preciso perché l'omosessualità femminile non è condannata con le stesse parole chiare?
Se la Bibbia va presa letteralmente allora dovrei anche credere che il mondo è stato fatto in 6 giorni e che il primo uomo era Adamo e che da Adamo Dio ha creato la Donna? E che il serpente striscia per la questione del frutto proibito e che alla fine è colpa della Donna che ha convinto Adamo a mangiare il frutto proibito se non siamo più nel Paradiso terrestre?
Forse Paolo va preso alla lettera e il resto no?
(Le mie sono invece domande retoriche non ti chiedo una risposta esplicita a ciascuna di esse ovviamente).
"JoJo_90":
Ti saluto e ti ringrazio per il rispetto che hai espresso per il mio punto di vista.
Rispondo volentieri alle tue domande, stimolano il mio ragionamento e mi costringono al confronto con chi ha un'opinione profondamente diversa dalla mia.
"Meringolo":
Immagino che ogni forma di Cristianesimo si appoggi alla Bibbia interpretandola diversamente, tipo:
-Cattolicesimo Romano;
-Chiesa Cristiana Ortodossa;
-Luteranesimo o Protestantesimo;
-Calvinismo;
-Anglicanesimo;
-Chiesa Valdese;
-Chiesa Battista;
-Chiesa dei Mormoni;
-Chiesa Pentecostale;
-Chiesa Evangelica;
-Testimoni di Geova;
-Avventisti...
Domanda sorge spontanea...chi la interpreta meglio?
"giuliofis":
È la stessa cosa che ho detto io, ma è stato ignorato.
Scusa giuliofis, non mi sono accorto che lo avevi chiesto!
Rispondo perché non vorrei che si pensasse che voglio evitare il discorso. Purtroppo anche in questo caso, non è semplice spiegare in poche parole, ma ci provo.
Per quanto riguarda la contrapposizione fra Chiesa Cattolica e Chiese riformate (lutrani, calvinisti, anglicani, battisti, metodisti, avventisti, valdesi) il discorso è uno solo: la Chiesa Cattolica contempla due autorità sacre: La Sacra Scrittura (Bibbia) e la Sacra Tradizione. Essa dunque attinge sia dall'una sia dall'altra e non solo alla Bibbia.
Le Chiese riformate (anche se ci sono diverse denominazioni) invece accetano un'unica autorità sacra: la Bibbia (principio del Sola Scriptura), tant'è che nelle dottrine più importanti sono tutte d'accordo. Un discorso a parte sono i pentecostali che, anche se appartenenti alle chiese riformate, contengono dottrine sullo Spirito Santo e i suoi doni un pò discutibili.
L'interpretazione delle Scritture non è unanime fra cattolici e protestanti proprio a causa della doppia autorità della Chiesa Cattolica e dell'unica autorità per le Chiese protestanti. Ritornando ad un'unica fonte sicuramente le differenze si ridurrebbero notevolmente.
C'è anche la questione del canone che, non so se sapete, differisce per qualche libro fra cattolici e protestanti.
Riguardo la Chiesa dei Mormoni e dei Testimoni di Geova concordo con hamming_burst.
@Faussone
"Faussone":
Ecco è questo per me inaccettabile: contrapporre l'etica umana all'etica di Dio e considerare l'una superiore all'altra.
L'etica umana e l'etica divina possono per me coincidere ed una essere ispirazione dell'altra. Se questo fosse inaccettabile per un cristiano, allora sarei davvero sicuro di non poter mai diventare cristiano.
L'etica di Dio e quella umana possono certamente essere conciliabili, forse mi sono spiegato male. Il problema si pone quando riguardo una determinata questione, l'insegnamento di Dio va nella direzione opposta a quello che uno crede sia giusto. In questi casi, il credente e il non credente avranno due reazioni opposte: il primo acceterà con umiltà l'insegnamento di Dio, ritenendolo superiore, mentre il secondo continuerà per la propria strada.
Il problema alla base è sempre uno e rispetto al quale ti pongo la seguente domanda: supponi di avere certezza assoluta che Dio esista e che sai che su una determinata questione l'insegnamento suo è opposto a quel che pensi tu. Cosa faresti? In quale direzione andresti?
"Faussone":
Come dicevo per me è impossibile cercare risposte su temi etici nella Bibbia, posso solo ritrovare risposte sui principi ispiratori del cristianesimo, non certo trarne leggi morali specifiche come nell'esempio del passo sull'omosessualità che citi.
Anche qui, ti vorrei porre qualche domanda (scusami se sono invadente con queste domande, ovviamente puoi anche non rispondermi, lo faccio solo per capire meglio cosa pensi): cosa ti fa credere che dalla Bibbia si possano trarre solo "principi ispiratori" e non leggi morali specifiche? Cosa credi sia la Bibbia? Perché credi sia stata scritta? Quali libri hai letto di essa? Secondo te, quale è il modo giusto di leggerla? Come dovrebbe essere interpretato il passo sull'omosessualità di Romani?
Ti saluto e ti ringrazio per il rispetto che hai espresso per il mio punto di vista.
"JoJo_90":
Rispondo anche se, come scrissi, credo stiamo andando abbondantemente OT; chiedo scusa ai colleghi moderatori.
Ti parla qualcuno che si irrita facilmente per gli OT; nella stanza generale credo però che si possa essere molto più tolleranti, almeno finché una discussione non degeneri in risse verbali ovviamente, cosa che non mi pare stia accadendo.
"Faussone":
Mi interesserebbe sapere per iniziare invece la tua posizione in quanto cristiano sui rapporti sessuali fuori dal matrimonio e non finalizzati alla procreazione.
"JoJo_90":
Ti ribadisco un'altra cosa: il cristiano che si dice di esser tale, semplicemente ubbidisce ai comandamenti di Dio, anche quando essi vanno contro una personale visione delle cose in quanto esso (il cristiano) riconosce che l'etica di Dio è superiore a quella umana.
Ecco è questo per me inaccettabile: contrapporre l'etica umana all'etica di Dio e considerare l'una superiore all'altra.
L'etica umana e l'etica divina possono per me coincidere ed una essere ispirazione dell'altra. Se questo fosse inaccettabile per un cristiano, allora sarei davvero sicuro di non poter mai diventare cristiano.
"JoJo_90":
Riguardo i rapporti sessuali fuori dal matrimonio ho un pensiero che risale a prima della conversione ed è rimasto tale. Credevo che in una coppia la sessualità dovesse esprimersi all'interno del matrimonio, così come lo ritengo adesso in quanto unione consacrata da Dio.
Riguardo i rapporti non finalizzati alla procreazione non credo siano peccati in quanto non ho base alcuna (scritturale) per crederlo.
Cioè consideri priva di senso e non tollerabile la sessualità fuori dal matrimonio?
Se la pensi davvero così allora ok, il discorso su questo finisce qui con te, non v'è spazio per altro.
Anche sul discorso dell'ostilità della Chiesa Cattolica alla contraccezione ( e quindi sulla condanna per i rapporti non finalizzati in qualche modo alla procreazione), non sei evidentemente la persona giusta con cui interloquire da quello che hai scritto.
"JoJo_90":
[quote="Faussone"]Lo sai vero che per un cattolico è peccato fare sesso con il proprio compagno/a se non si è sposati? Lo sai che persino da sposati è vietato ricorrere a qualsiasi contraccettivo? Un cattolico che indulgesse in queste pratiche, come il 99% dei cattolici fa, non dovrebbe essere considerato cattolico: sta adottando un cattolicesimo di comodo, proprio come sostieni tu.
Lo so e i cattolici che non credono sia peccato semplicemente non sono tali: come hai scritto, stanno adottando un cattolicesimo di comodo.
[/quote]
Anche qui allora nulla da dire.
"JoJo_90":
[quote="Faussone"]Sostengo invece che le regole etiche cattoliche possano (e debbano) evolversi, che è cosa ben diversa.
Per un cristiano ciò è inaccettabile nel momento in cui l'evoluzione riguarda un tema (etico o dottrinale) in contrasto con il pensiero di Dio espresso nella sua Parola o dalla Chiesa. Vale quanto ho scritto: un cristiano riconosce verità assolute e come tali immodificabili, che piaccia o meno.
"Faussone":
Il citare passi della Bibbia per rispondere a queste questioni lo trovo poi inutile. Trovo anzi risibile, andare a scavare nella Bibbia per trovare risposte a questo tipo di domande.
Allora mi tiro fuori dalla discussione in quanto non avrebbe più senso che partecipassi. Per me non è inutile rispondere a queste questioni tramite la Bibbia in quanto in essa ho trovato numerose risposte su qualsiasi argomento.
Tra l'altro, le domande che hai posto a fine messaggio credo siano indirizzate più ad un cattolico che conosce bene la dottrina che insegna la Chiesa di Roma.
Posso dirti qualcosa solo sull'omosessualità[....]
[/quote]
Ok, anche su questo registro una inconciliabilità totale.
Come dicevo per me è impossibile cercare risposte su temi etici nella Bibbia, posso solo ritrovare risposte sui principi ispiratori del cristianesimo, non certo trarne leggi morali specifiche come nell'esempio del passo sull'omosessualità che citi.
Il trarre leggi morali così specifiche anzi mi atterrisce.
Registro che gli unici cristiani incontrati qui sul forum sostengono che i miei pensieri sono inconciliabili col cattolicesimo e forse anche col cristianesimo, anche se come ho detto qualche cristiano (persino cattolico) che non la pensa così c'è, ma certo se le cosse stessero davvero così sarei ancora più tranquillo nel mio rifiuto del cattolicesimo e più in generale del cristianesimo.
Ti ringrazio di avermi risposto. Le nostre opinioni divergono, ma vorrei dire, anche se confido che non ce ne sia bisogno, che ho grande rispetto per il tuo punto di vista, che è di gran lunga più coerente della maggior parte di coloro che si definiscono cristiani e/o cattolici.
"Meringolo":
Immagino che ogni forma di Cristianesimo si appoggi alla Bibbia interpretandola diversamente, tipo:
non è sempre così. Alcuni si appoggiano solo ad una parte od eliminando alcuni testi (es. alcuni non considerano i cosidetti deuterocanonici o chiamati anche pseudo-deuteronomici) quindi la base può esser ben diversa (ovviamente i quattro vangeli sono accettati da tutti).
"Meringolo":
Domanda sorge spontanea...chi la interpreta meglio?
domanda da mille punti

Ma è di difficile risposta, perchè bisognerebbe conoscere ogni singola versione.
Se si vuole si può discuterne, ma è un po' il gioco dell'oca...
Di certo:
"Meringolo":
-Chiesa dei Mormoni;
-Testimoni di Geova;
con tutto il rispetto per le varie interpretazioni, sono quelli più risibili, vedendo soprattutto su cosa si basano.
@Faussone:
"Faussone":
Vedo che in tema di religione sei molto ferrato! (Studi veri e propri o solo passione?)
direi tra la passione e lo studio

Per comprendere alcuni avvenimenti storici si può solo passare tra la religione e la filosofia, quindi ho voluto approfondire un po' cose. Poi ho alcuni amici filosofi che mi fanno discorsi su discorsi, quindi ...

"Faussone":
Mi spiace solo per il giudizio molto negativo (non so come altro interpretare l'aggettivo caramelloso che hai usato) che hai dato su Mancuso, forse dovresti leggerlo un po' di più prima di esprimere un giudizio così netto. Io non condivido tutte le sue idee, ma lo trovo molto stimolante e niente affatto banale nel trattare questi argomenti.
certo, hai ragione è un parare dettato da una lettura solo parziale di suoi testi. Ma ho avuto qualche conferma di ciò che ho espresso, ma il mio parere non è netto, ma solo "di faccia", vedrò di documentarmi meglio. Cmq non ho detto che è "banale"; tutt'altro, i suoi scritti sono espressi molto bene, bisogna capire, però, se sono teologicamente validi.
Su resto, ho capito cosa intendi. E mi dispiace di aver preso una via così larga e non aver centrato il punto, ma in parte c'entra anche ciò che ho scritto, che ora capisco meglio con i tuoi esempi di attualità. Ne riparliamo quando ho un po' di tempo per risponderti.