"Giocare in borsa"

pierfraxxxx
Non sapevo se mettere questa discussione qui o nella sezione giochi matematici, cmq la domanda prettamente matematica è questa:
speculare in borsa è un gioco vantaggioso o svantaggioso?

A livello probabilistico l'analisi un grafico con i suoi "trend" neutro, rialzista o ribassista ma anche il semplice fatto che abbiamo la possibilità di decidere quando entrare e quando uscire, non rendono la speculazione in borsa un gioco vantaggioso?

Grazie.

Risposte
oruam1
ciao markowitz, grazie del tuo intervento, piacevole e esaustivo.

SnakePlinsky
"markowitz":
Ho letto con interesse questa discussione e siccome è da qualche anno che mi dedico allo studio dei mercati finanziari vorrei provare a rispondere (anche se la domanda risale ad anni fa non credo sia un problema).
Tanto per cominciare dico che o letto solo le prime pagine e noto con dispiacere che poi la discussione è degenerata.
Siccome ci è allontanati troppo, come spesso accade, dal quesito iniziale, riprendo da li.
Per prima cosa si deve dire che "giocare in borsa" (dove intendo investire sul mercato azionario, e principalmente con ottica di breve periodo) non si può dire se sia vantaggioso o meno perchè è una domanda a cui la ricerca economica non ha ancora risposte univoche, e le performance operative dei professionisti, non restituiscono evidenza sufficiente per risolvere la diatriba. In definitiva il problema non si risolverà certo su questo forum, si può qui, al massimo, tentare di chiarire quelli che sono i problemi.

L'autore del messaggio inizialmente parla di prezzi che si muovono e dice che sarebbe conveniente comprare sui minimi e vendere sui massimi.
Certo! Ma come procedere?
Possiamo inizialmente dire che invece di parlare di prezzi, per adesso, conviene parlare di rendimenti. All'autore certamente interesserà sapere che la prevedibilità dei rendimenti azionari è uno dei temi caldi dell'economia finanziaria e, per farla brevissima, sui rendimenti giornalieri è sostanzialmente da escludere; su orizzonti temporali più ampi le cose sono un pò più incerte ma è difficile portare evidenza forte a favore della prevedibilità (tranne che su certi particolari campioni di dati). Questo in soldoni vuol dire che strategie di gestione attiva comunque strutturate non dovrebbero generare, in termini attesi, exstraprofitti. Per strategie attive intendo sia una ricerca di sovraperformance rispetto ad un benchmark, che operazioni di trading “libero” fatte con o senza criterio.
Se poi si considerano i costi di transazione, a volte sottovalutati, le aspettative peggiorano ancora e non di poco.
In sostanza un’economista (almeno per quel che so io) dovrebbe rispondere che “giocare sull’azionario” non è vantaggioso.
D’altra parte in finanza quantitativa, almeno in partenza, si sostiene che le traiettorie dei prezzi azionari siano descritte dal “Moto Browniano Geometrico (GMB)” che, per farla facile, impone una imprevedibilità molto più stretta di quella di cui prima ho parlato. Tale constatazione è all’origine dei modelli di pricing per alcuni derivati azionari tipo opzioni.
Dunque “giocare sull’azionario” dovrebbe essere ancora più inutile di quanto o detto prima.

L’autore, se ho ben capito, in sostanza chiedeva anche, “in ottica, anche di lungo periodo, comprare sui minimi storici e tenere in portafoglio finché il titolo non sale molto non conviene?” Mi sento solo di dire che se fosse vero che i prezzi azionari fossero dei GMB allora ipotizzando un’orizzonte temporale anche infinito e, soprattutto, ipotizzando che le aziende non possono fallire; allora l’idea non sarebbe da buttare. Purtroppo però i prezzi non sono proprio dei GMB e soprattutto, le aziende falliscono quindi l’idea non è più buona.
Inoltre un simile atteggiamento, che non prevede stop loss, e privo di qualsiasi cultura di risk management le perdite potenziali a cui ci si esporrebbe sarebbero insostenibili.

L’analisi fondamentale serve? E’ l’unica che possiede fondamenti di economia aziendale, ed è l’unica che tutti possono capire in fretta. Soprattutto è l’unica che, in sostanza, dice “il prezzo di borsa deve rispecchiare le capacità e potenzialità dell’azienda”.
Tuttavia, il “fair price” che si dovrebbe ricavare potrebbe non esistere ed anche se esistesse potrebbe essere, in sostanza, indeterminabile. Le stime fatte in proprio o da analisti servono? Fossero anche fatte con tutti i crismi, i prezzi potrebbero andare così lontano dai livelli teorici e per così tanto tempo che se non inseriamo adeguati stop loss, le potenziali perdite sono nuovamente insostenibili.

L’analisi tecnica serve? E l’unica che permette di fare trading “senza fare follie”; ma le figure di continuazione, inversione, i segnali di ipercomprato e ipervenduto, funzionano? Oggettivamente non lo so e quando ho chiesto a vari esperti se fossero stati fatti lavori di carattere scientifico a sostegno della plausibilità di detti segnali sostanzialmente non mi hanno risposto.

Ad ogni modo per rimanere in un contesto diciamo scientifico, l’analisi tecnica ed anche la fondamentale criticano l’ipotesi di imprevedibilità.
Tecnicamente l’imprevedibilità di cui prima ho parlato è da intendersi (anche se spesso non viene esplicitato) come non esistono previsori lineari! Ma ne esistono di non lineari?
Spostandoci in quest’ottica tutti i “segnali” dell’analisi tecnica ed alcuni della fondamentale possono, a mio modo di vedere, essere intesi come previsori non lineari.
E’ dimostrata la loro inefficacia? NO!
Tutti i trader dai professionisti delle banche ai neofiti (consapevolmente o inconsapevolmente) si basano sul fatto di disporre di buono previsori; altrimenti sarebbe meglio facessero altro.
(Se i prezzi fossero GMB nessun previsore utile esisterebbe, ma i prezzi non sono GMB).

Spesso gli economisti (che sono gli unici uomini di scienza che si occupano di economia)e gli analisti fondamentali sostengono che l’analisi tecnica è una bufala.
Io ho studiato finanza e quando ho incontrato l’analisi tecnica mi è sembrato di leggere cose solamente ridicole, proprio perché, almeno per quello che mi risulta, non c’è la minima base scientifica. Si deve però ricordare che anche se fosse così c’è comunque dietro l’esperienza decennale degli operatori. Inoltre nelle banche l’ufficio analisi tecnica che fa trading con il patrimonio aziendale c’è; vorrà dir qualcosa!
Ed ancora e soprattutto, negli anni novanta la Federal Reserve Bank ha pubblicato lavori che prendevano in considerazione l’analisi tecnica come utile strumento per gestire il patrimonio sui mercati finanziari ed anche per riaffrontare il tema della prevedibilità, sostenendo che la prevedibilità esiste, nel senso che l’analisi tecnica porta evidenza a favore di questa tesi.
Chi vuole contestare la FED?

“Giocare sull’azionario” è meglio che giocare alla roulette? Se abbiamo in mano buoni strumenti previsivi sicuramente si, altrimenti sostanzialmente no. Se i prezzi fossero GMB il “gioco” sarebbe “equo” ma i costi di transazione ci farebbero spostare in una perdita attesa forse anche peggiore di quella della roulette (che è un gioco quasi equo).

Per concludere questo lungo messaggio vi segnalo che, secondo diversi studi, circa il 90% delle persone che fanno trading (in periodi di osservazione pluriennali) diminuiscono il loro patrimonio.
Se invece di dedicare anni al trading fossero andati, tutti assieme, per qualche sera al casinò sarebbe andata tanto peggio? Non credo.

Spero che questa semplicistica insalata di finanza vi abbia chiarito le idee o almeno vi permetta di capire di cosa parlano i vari sostenitori o studiosi o professionisti, dei vari approcci.



bravo, hai studiato come si nuota in piscina. Ora ti rimane da imparare a nuotare in mare, poi potrai perfino veleggiare ;)

La farò breve: una delle implicazioni del il teorema di modigliani miller ci dice che il settore finanziario è un settore a valore aggiunto nullo. La finanza si occupa di allocazione del capitale. Capitale e lavoro creano valore.
Il gioco è a somma zero. Non ci vogliono dei geni per capirlo, anche dei gretti industriali di provincia lo capiscono ( vedi le IPO del gruppo Burani e tanti altri), ma non solo in italy: come mai la stragrande maggioranza delle IPO si fanno a mercati con prezzi alti?

Il gioco è a somma zero. Girarci intorno con democristiani "da una parte", "d'altra parte", " gli economisti non sono daccordo" (*) non cambia di una virgola la sostanza del gioco.

PS Leggiti tutta la discussione, non è tempo perso ;)

(*) gli economisti non sono mai daccordo

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