Energia alternativa e ambiente
sempre di più si parla di energia e dell'impatto che essa ha sull'ambinte.
miriadi di programmi televisivi e articoli di giornale ci bombardano su questo argomento cercando di descriverci nuove forme energetiche in grado di rimpiazzare le attuali inquinanti o poco produttive.io non sono solito prendere informazioni dai classici media che ritengo poco esplicativi e a dir poco faziosi...ma un pò di tempo fà si stava parlando del nucleare e del solare.scenziati(così per lo meno si facevano chiamare) hanno screditato quest'ultima a favore della prima,asserendo che l'intero territorio italiano ricoperto da pannelli non sarebbe in grado di soddisfare il fabisogno energetico nazionale.Sapendo che col nucleare c'è più da "mangiare" e meno da "spendere" il dubbio mi viene...senza considerare che cmq il nucleare produce scorie dannosissime!mi piacerebbe aprire questa discussione ascoltando magari qualcuno che ne sa più di me....!a dopo!
miriadi di programmi televisivi e articoli di giornale ci bombardano su questo argomento cercando di descriverci nuove forme energetiche in grado di rimpiazzare le attuali inquinanti o poco produttive.io non sono solito prendere informazioni dai classici media che ritengo poco esplicativi e a dir poco faziosi...ma un pò di tempo fà si stava parlando del nucleare e del solare.scenziati(così per lo meno si facevano chiamare) hanno screditato quest'ultima a favore della prima,asserendo che l'intero territorio italiano ricoperto da pannelli non sarebbe in grado di soddisfare il fabisogno energetico nazionale.Sapendo che col nucleare c'è più da "mangiare" e meno da "spendere" il dubbio mi viene...senza considerare che cmq il nucleare produce scorie dannosissime!mi piacerebbe aprire questa discussione ascoltando magari qualcuno che ne sa più di me....!a dopo!

Risposte
non voglio entrare in politica ma sembra un invito a nozze...Per quanto riguarda l'entrare in politica, non è tutto facile come sembra. Ad esempio, la competenza di questo tipo di scelte non è del ministero dell'economia.
se padoa schioppa avesse destinato i soldi di questa finanziaria a tale scopo,invece che alla tav(INUTILE) o alle "cavolate" fatte nel tempo,magari avremmo dato un buon input per lo sviluppo di queste energie...prendiamo in esempio la Spagna(che ha chiamato RUBBIA!)
Sul prendere ad esempio la Spagna, sono il primo ad essere d'accordo. Come ho detto in precedenza, occorre prima di tutto munirsi di un piano strategico di lungo periodo. Queste ultime due parole, in Italia, esistono solo sui libri di testo.
Il fatto che il costo del pannello solare viene pagato una volta per tutte non conta nulla, anzi, aggrava il problema in quanto il costo viene affrontato oggi per benefici che verranno nel tempo, perciò il costo va attualizzato con il tasso di inflazione.Non sono per nulla sicuro di questa cosa.
Tutti i costi fissi vengono divisi sui periodi di competenza, determinati attraverso la stima della vita utile dell'immobilizzazione.
Naturalmente, sarà un rischio per la Rossi & Bianchi S.n.c., ma potrebbe diventare un enorme vantaggio competitivo per FIAT, Berloni, Pavesi etc.
Nel settore marittimo, ad esempio, un investimento di lungo periodo vincente può risultare un'arma potente sul mercato dei prezzi: una nave con il ciclo vitale superiore alla stima (quindi già interamente ammortizzata) o, come succede più spesso, containers che durano più a lungo del ciclo di vita per cui vengono ammortizzati.
Provo a inserire qualche spunto, senza presunzione di completezza o autoconsistenza:
per esempio, se pensiamo al solare, tutti noi abbiamo sentito parlare di "dopo 10 anni rientri nell'investimento e cominci a guadagnare". questo avviene perchè noi vendiamo la corrente elettrica in eccesso alla rete nazionale, che ci paga di più. Puntando su una vita dei pannelli elevata e su un perdurare delle politiche a favore di essi (cose entrembe probabili), ALLA FINE CI GUADAGNO.
Se ci mettiamo anche che la mia coscienza è più pulita, siamo tutti contenti.
Il problema del solare è quello di non essere una fonte affidabile, date le condizioni climatiche variabili, perciò sarà sempre necessaria una rete nazionale. Quello che conta però ( e questo soprattutto al Centro-Sud) è che plausibilmente sono in grado di produrmi da solo la mia elettricità per la casa. Ora, se tutti (se molti) facessero così sicuramente la rete nazionale sarebbe alleggerita, dando l'energia (a minor costo) a chi non può produrne abbastanza (tipicamente l'industria).
Un'idea diffusa è quella di usare l'energia del pannello in eccesso per creare idrogeno (per elettrolisi), da stoccare e usare dopo (magari di notte): per questo non so quale sia l'efficienza, ma alla fine l'energia del Sole non la paghiamo, percio' è tanto di guadagnato.
Se però andiamo avedere i consumi globali di energia, notiamo che anche tappezzando i deserti di pannelli non riusciremmo a venirci fuori, perciò il solare non è LA soluzione.
Riguardo a Rubbia non so da dove venga la sua competenza in celle solari: in effetti il nobel lo ha preso per un esperimento al CERN dove credo si sia consumata un'enorme quantità di energia. Il fatto è che sentendolo parlare, sembra di sentire:"non vi preoccupate, basta il solare per tutti i nostri problemi!". Credo che questo sia un approccio totalitario, nel senso che si crede di avre LA soluzione a tutto, il solare appunto.
A parte le considerazioni già fatte, è ovvio che il solare potrà anche occupare una parte importante della produzione (tipo il 10%), ma pensare che risolva tutto è eccessivo. Pensiamo anche ad altre fonti, come l'idroelettrico, che non penso sia stato portato al massimo (andiamo, l'italia è un paese di montagne e quindi di fiumi), l'eolico (e senza che tutti dicano "sì, ma non vicino a casa mia") e a tutte le altre. Ricordiamoci per esempio che a inizio 900 in motagna nacqueroo molti impianti idroelettrici (poco potenti) che hanno chiuso negli anni.
Per quanto riguarda il biodiesel, bisogna stare attenti a cosa ci si riferisce: in Brasile lo fanno con la canna da zucchero e il processo è vantaggioso, mentre negli USA lo fanno col mais e qui in molti sostengono che costi di più tutto il processo (coltivazione, con allegata produzione di concimi,diserbanti,insetticidi, raccolta e trattamento) di quanto se ne ricava alla fine. Il fatto è che le associazioni di coltivatori lo vedono di buon occhio per risollevare l'agricoltura dei vari paesi.
Per l'idrogeno, sentire BeppeGrillo che parla di cospirazioni di gente che non vuole tirare fuori le macchine a idrogeno è una delle cose + tristi mai sentite. Per fortuna, c'è già chi lo ha detto nei post precedenti, l'idrogeno può essere usato per far andare le macchine, ma bisogna produrlo con dispendio di energia. Ora, se questo si fa con fonti rinnovabili va tutto bene, altrimenti non facciamo altro che peggiorare la situazione.
Per il petrolio e il carbone: sul fatto che il petrolio "economico" sia agli sgoccioli tutti sono d'accordo, ma in molti cercano di inserire un'insicurezza sulle date dell'esaurimento, in modo da togliere importanza alle voci d'allarme: se il petrolio finisce (e per finisce intendo che comincia a costare caro, molto caro, non che non si trova +) tra 50 invece che tra 10 anni allora possimo pensarci con calma. Ora, il fatto è che le riserve STIMATE mondiali di petrolio oscillano abbastanza di anno in anno e sono in molti i fuoriusciti dalle compagnie petrolifere a testimoniare come ogni compagnia "gonfi" le proprie riserve in modo da poter agire + liberamente e far + soldi. Ora, la dinamica del consumo di praticamente ogni materia prima si basa su una curva detta curva di Hubbert (simile a una gaussiana, se volete): il numero di barili estratti cresce, arriva a un massimo e poi cala, per la presenza di poche scorte e il conseguente aumento del prezzo.
Ora, c'è chi pensa che questo picco di produzione sia già stato raggiunto, mentre per le compagnie petrolifere sarà raggiunto verso il 2020. Il fatto è che le compagnie stimano il doppio delle riserve stimate da altri organismi internazionali. Possiamo pensare che la verità stia nel mezzo, il che ci porta a un picco di produzione mondiale attorno al 2015. Ora, dopo il picco (ecludendo fattori geopolitici come le guerre) il prezzo cresce finchè non diventa svantaggioso usare il petrolio, e questo attorno al 2030, coni prezzi delle rinnovabil fermi ad adesso.
Dobbiamo quindi pensare all'eventualità che il petrolio possa "finire" tra dieci anni, e questo lasso di tempo non è niente: se non si comincia adesso (in questa legislatura) con + soldi alla ricerca e incentivi vari, si rischia di rimanere allo scoperto, e non ho la minima idea di cosa possa succedere in un caso del genere.
Per il carbone, invece la situazione si potrebbe dire migliore, essendoci scorte per i prossimi 100 anni almeno. Ma bisogna chiederci se tra vent'anni vogliamo tornare al carbone: altro che cambiamenti climatici, qui si rischia l'apocalisse! C'è sì la possibilità del sequestro del carbonio, ma mi sembra un problema paragonabile alle scorie nucleari: è un'eredità scomoda che lasciamo alle future generazioni, senza parlare del rischio di incidenti nel caso di rilasci improvvisi di alte quantità di CO2 (certo, se lecose si fanno bene i rischi sono pochi, ma siamo in italia e anche in zone sismiche).
Per quanto riguarda la TAV, penso che se funziona non farà altro che tirar via dalle strade un sacco di camion, che sicuramente inquinano e consumano benzina allo stesso tempo (oltre a disturbare in autostrada). Anche qui vale il principio di fare le cose bene: non penso che in francia siano così stupidi da bucare montagne piene d'amianto etc..
Lasciatemi dire qualcosa sul nucleare: ogni volta che si parla di energia in italia si dice "ci vorrebbe il nucleare". Sapendo bene qual'è stato l'effetto Chernobyl, bisogna dire che sebbene sia vero che c'è stato un solo incidente grave in 50 anni, nessuno vuole correre il rischio (e ha probailmente ragione) di averla di fianco a casa. Anche qui vale il discorso di fare le cose bene: se in francia con tutte le centrali che hanno non ne esplodono, vorrà forse dire che le sanno fare. Poi l'enel si va a comprare centrali in repubblica cieca, e questo mi sembra quasi del colonialismo, ma lasciamo perdere..
Il problema del nucleare è che l'uranio costa sempre di +, oltre a mettere in campo una disuguaglianza tra chi può avere le centrali e chi no (pensate all'Iran..), ed anche le scorte di uranio non arriveranno al 22esimo secolo. Ci sono le cosidette centrali a ciclo chiuso, che bruciano anche le scorie a lunga vita che non sappiamo dove mettere, ma non ci spererei qui in italia, visto che sono ancora in fase di sperimentazione.
Qual'è la soluzione? non ne ho la minima idea...
Penso però a varie cose:
-un produzione di energia fatta da un mix di varie fonti (sperando che la parte del petrolio possa calare sempre di +)
-produzione decentralizzata: il consumo di energia per effetto Joule sulle linee è alto, se con pannelli solari, miniimpianti idroelettrici, uso del legname (lo fanno in trentino, mi sembra), si riduce il peso della rete nazionale, ci si guadagna
-e infine il risparmio, ragazzi: a partire dalla lampade a basso consumo, fino ai climatizzatori in questa stagione (ma penso anche al riscaldamento d'inverno: mi metto un maglione, anche 2, e abbasso il riscaldamento), passando per l'evitare di comprare macchine tipo i SUV grazie ai quali non riusciamo neanche a parcheggiare in città e per l'utilizzo dei mezzi pubblici (che fanno schifo, ma con una buona mobilitazione si costringono le amministrazioni a renderli + efficienti). E così si risaprmiano anche dei soldi (lo so quest'ultimo paragrafo è troooppo ovvio, sembro piero angela..)
Mi scuso per la mia prolissità, ma mi sono venute fuori così...
per esempio, se pensiamo al solare, tutti noi abbiamo sentito parlare di "dopo 10 anni rientri nell'investimento e cominci a guadagnare". questo avviene perchè noi vendiamo la corrente elettrica in eccesso alla rete nazionale, che ci paga di più. Puntando su una vita dei pannelli elevata e su un perdurare delle politiche a favore di essi (cose entrembe probabili), ALLA FINE CI GUADAGNO.
Se ci mettiamo anche che la mia coscienza è più pulita, siamo tutti contenti.
Il problema del solare è quello di non essere una fonte affidabile, date le condizioni climatiche variabili, perciò sarà sempre necessaria una rete nazionale. Quello che conta però ( e questo soprattutto al Centro-Sud) è che plausibilmente sono in grado di produrmi da solo la mia elettricità per la casa. Ora, se tutti (se molti) facessero così sicuramente la rete nazionale sarebbe alleggerita, dando l'energia (a minor costo) a chi non può produrne abbastanza (tipicamente l'industria).
Un'idea diffusa è quella di usare l'energia del pannello in eccesso per creare idrogeno (per elettrolisi), da stoccare e usare dopo (magari di notte): per questo non so quale sia l'efficienza, ma alla fine l'energia del Sole non la paghiamo, percio' è tanto di guadagnato.
Se però andiamo avedere i consumi globali di energia, notiamo che anche tappezzando i deserti di pannelli non riusciremmo a venirci fuori, perciò il solare non è LA soluzione.
Riguardo a Rubbia non so da dove venga la sua competenza in celle solari: in effetti il nobel lo ha preso per un esperimento al CERN dove credo si sia consumata un'enorme quantità di energia. Il fatto è che sentendolo parlare, sembra di sentire:"non vi preoccupate, basta il solare per tutti i nostri problemi!". Credo che questo sia un approccio totalitario, nel senso che si crede di avre LA soluzione a tutto, il solare appunto.
A parte le considerazioni già fatte, è ovvio che il solare potrà anche occupare una parte importante della produzione (tipo il 10%), ma pensare che risolva tutto è eccessivo. Pensiamo anche ad altre fonti, come l'idroelettrico, che non penso sia stato portato al massimo (andiamo, l'italia è un paese di montagne e quindi di fiumi), l'eolico (e senza che tutti dicano "sì, ma non vicino a casa mia") e a tutte le altre. Ricordiamoci per esempio che a inizio 900 in motagna nacqueroo molti impianti idroelettrici (poco potenti) che hanno chiuso negli anni.
Per quanto riguarda il biodiesel, bisogna stare attenti a cosa ci si riferisce: in Brasile lo fanno con la canna da zucchero e il processo è vantaggioso, mentre negli USA lo fanno col mais e qui in molti sostengono che costi di più tutto il processo (coltivazione, con allegata produzione di concimi,diserbanti,insetticidi, raccolta e trattamento) di quanto se ne ricava alla fine. Il fatto è che le associazioni di coltivatori lo vedono di buon occhio per risollevare l'agricoltura dei vari paesi.
Per l'idrogeno, sentire BeppeGrillo che parla di cospirazioni di gente che non vuole tirare fuori le macchine a idrogeno è una delle cose + tristi mai sentite. Per fortuna, c'è già chi lo ha detto nei post precedenti, l'idrogeno può essere usato per far andare le macchine, ma bisogna produrlo con dispendio di energia. Ora, se questo si fa con fonti rinnovabili va tutto bene, altrimenti non facciamo altro che peggiorare la situazione.
Per il petrolio e il carbone: sul fatto che il petrolio "economico" sia agli sgoccioli tutti sono d'accordo, ma in molti cercano di inserire un'insicurezza sulle date dell'esaurimento, in modo da togliere importanza alle voci d'allarme: se il petrolio finisce (e per finisce intendo che comincia a costare caro, molto caro, non che non si trova +) tra 50 invece che tra 10 anni allora possimo pensarci con calma. Ora, il fatto è che le riserve STIMATE mondiali di petrolio oscillano abbastanza di anno in anno e sono in molti i fuoriusciti dalle compagnie petrolifere a testimoniare come ogni compagnia "gonfi" le proprie riserve in modo da poter agire + liberamente e far + soldi. Ora, la dinamica del consumo di praticamente ogni materia prima si basa su una curva detta curva di Hubbert (simile a una gaussiana, se volete): il numero di barili estratti cresce, arriva a un massimo e poi cala, per la presenza di poche scorte e il conseguente aumento del prezzo.
Ora, c'è chi pensa che questo picco di produzione sia già stato raggiunto, mentre per le compagnie petrolifere sarà raggiunto verso il 2020. Il fatto è che le compagnie stimano il doppio delle riserve stimate da altri organismi internazionali. Possiamo pensare che la verità stia nel mezzo, il che ci porta a un picco di produzione mondiale attorno al 2015. Ora, dopo il picco (ecludendo fattori geopolitici come le guerre) il prezzo cresce finchè non diventa svantaggioso usare il petrolio, e questo attorno al 2030, coni prezzi delle rinnovabil fermi ad adesso.
Dobbiamo quindi pensare all'eventualità che il petrolio possa "finire" tra dieci anni, e questo lasso di tempo non è niente: se non si comincia adesso (in questa legislatura) con + soldi alla ricerca e incentivi vari, si rischia di rimanere allo scoperto, e non ho la minima idea di cosa possa succedere in un caso del genere.
Per il carbone, invece la situazione si potrebbe dire migliore, essendoci scorte per i prossimi 100 anni almeno. Ma bisogna chiederci se tra vent'anni vogliamo tornare al carbone: altro che cambiamenti climatici, qui si rischia l'apocalisse! C'è sì la possibilità del sequestro del carbonio, ma mi sembra un problema paragonabile alle scorie nucleari: è un'eredità scomoda che lasciamo alle future generazioni, senza parlare del rischio di incidenti nel caso di rilasci improvvisi di alte quantità di CO2 (certo, se lecose si fanno bene i rischi sono pochi, ma siamo in italia e anche in zone sismiche).
Per quanto riguarda la TAV, penso che se funziona non farà altro che tirar via dalle strade un sacco di camion, che sicuramente inquinano e consumano benzina allo stesso tempo (oltre a disturbare in autostrada). Anche qui vale il principio di fare le cose bene: non penso che in francia siano così stupidi da bucare montagne piene d'amianto etc..
Lasciatemi dire qualcosa sul nucleare: ogni volta che si parla di energia in italia si dice "ci vorrebbe il nucleare". Sapendo bene qual'è stato l'effetto Chernobyl, bisogna dire che sebbene sia vero che c'è stato un solo incidente grave in 50 anni, nessuno vuole correre il rischio (e ha probailmente ragione) di averla di fianco a casa. Anche qui vale il discorso di fare le cose bene: se in francia con tutte le centrali che hanno non ne esplodono, vorrà forse dire che le sanno fare. Poi l'enel si va a comprare centrali in repubblica cieca, e questo mi sembra quasi del colonialismo, ma lasciamo perdere..
Il problema del nucleare è che l'uranio costa sempre di +, oltre a mettere in campo una disuguaglianza tra chi può avere le centrali e chi no (pensate all'Iran..), ed anche le scorte di uranio non arriveranno al 22esimo secolo. Ci sono le cosidette centrali a ciclo chiuso, che bruciano anche le scorie a lunga vita che non sappiamo dove mettere, ma non ci spererei qui in italia, visto che sono ancora in fase di sperimentazione.
Qual'è la soluzione? non ne ho la minima idea...
Penso però a varie cose:
-un produzione di energia fatta da un mix di varie fonti (sperando che la parte del petrolio possa calare sempre di +)
-produzione decentralizzata: il consumo di energia per effetto Joule sulle linee è alto, se con pannelli solari, miniimpianti idroelettrici, uso del legname (lo fanno in trentino, mi sembra), si riduce il peso della rete nazionale, ci si guadagna
-e infine il risparmio, ragazzi: a partire dalla lampade a basso consumo, fino ai climatizzatori in questa stagione (ma penso anche al riscaldamento d'inverno: mi metto un maglione, anche 2, e abbasso il riscaldamento), passando per l'evitare di comprare macchine tipo i SUV grazie ai quali non riusciamo neanche a parcheggiare in città e per l'utilizzo dei mezzi pubblici (che fanno schifo, ma con una buona mobilitazione si costringono le amministrazioni a renderli + efficienti). E così si risaprmiano anche dei soldi (lo so quest'ultimo paragrafo è troooppo ovvio, sembro piero angela..)
Mi scuso per la mia prolissità, ma mi sono venute fuori così...

Il fatto che il costo del pannello solare viene pagato una volta per tutte non conta nulla, anzi, aggrava il problema in quanto il costo viene affrontato oggi per benefici che verranno nel tempo, perciò il costo va attualizzato con il tasso di inflazione.Non sono per nulla sicuro di questa cosa.
Tutti i costi fissi vengono divisi sui periodi di competenza, determinati attraverso la stima della vita utile dell'immobilizzazione.
Naturalmente, sarà un rischio per la Rossi & Bianchi S.n.c., ma potrebbe diventare un enorme vantaggio competitivo per FIAT, Berloni, Pavesi etc.
Nel settore marittimo, ad esempio, un investimento di lungo periodo vincente può risultare un'arma potente sul mercato dei prezzi: una nave con il ciclo vitale superiore alla stima (quindi già interamente ammortizzata) o, come succede più spesso, containers che durano più a lungo del ciclo di vita per cui vengono ammortizzati.[/quote]
Sarei daccordo con te se vi fosse una alta probabilità che il costo dell'energia durante la vita utile del pannello decuplicasse, perchè a quel punto avrei investito oggi in una tecnologia che in futuro si rivelerà economicamente vantaggosa. Purtroppo il costo dell'energia (parlo di elettricità e energia termica, non di petrolio) sicuramente non si decuplicherà in 20 anni, dato che le riserve di carbono sono sostanzialmente illimitate.
In campo ingegneristico le tecnologie d'avanguardia che durano più spesso del ciclo di vita sono qualcosa di più unico che raro...
"The_Real_Mandingo":
Provo a inserire qualche spunto, senza presunzione di completezza o autoconsistenza:
per esempio, se pensiamo al solare, tutti noi abbiamo sentito parlare di "dopo 10 anni rientri nell'investimento e cominci a guadagnare". questo avviene perchè noi vendiamo la corrente elettrica in eccesso alla rete nazionale, che ci paga di più. Puntando su una vita dei pannelli elevata e su un perdurare delle politiche a favore di essi (cose entrembe probabili), ALLA FINE CI GUADAGNO.
Se ci mettiamo anche che la mia coscienza è più pulita, siamo tutti contenti.
Se sei contento, puoi anche farlo. I pannelli solari sono gia in commercio. Riparliamone dopo che hai visto i costi e che ti sei reso conto che il tetto di casa tua non è grande abbastanza per produrre l'energia che ti serve.
"The_Real_Mandingo":
Il problema del solare è quello di non essere una fonte affidabile, date le condizioni climatiche variabili, perciò sarà sempre necessaria una rete nazionale. Quello che conta però ( e questo soprattutto al Centro-Sud) è che plausibilmente sono in grado di produrmi da solo la mia elettricità per la casa. Ora, se tutti (se molti) facessero così sicuramente la rete nazionale sarebbe alleggerita, dando l'energia (a minor costo) a chi non può produrne abbastanza (tipicamente l'industria).
Un'idea diffusa è quella di usare l'energia del pannello in eccesso per creare idrogeno (per elettrolisi), da stoccare e usare dopo (magari di notte): per questo non so quale sia l'efficienza, ma alla fine l'energia del Sole non la paghiamo, percio' è tanto di guadagnato.
E' vero che non paghi l'energia del sole, ma paghi l'impianto che ti serve per sfruttarla. Dato che ad oggi l'elettrolisi dell'acqua per la produzione di idrogeno ha rendimenti bassi e costi d'impianto molto elevati, non è economicamente fattibile.
"The_Real_Mandingo":
Se però andiamo avedere i consumi globali di energia, notiamo che anche tappezzando i deserti di pannelli non riusciremmo a venirci fuori, perciò il solare non è LA soluzione.
Scusa? Dov'è che hai preso quest'informazione? Tappezzando 200km quadrati di sahara con pannelli al 10% di efficienza copriamo il fabbisogno energetico stimato del 2050, e a quanto mi risulta il sahara è un po più grande di 200km quadrati...
Il punto è che per ora non è economicamente vantaggioso.
"The_Real_Mandingo":
Riguardo a Rubbia non so da dove venga la sua competenza in celle solari: in effetti il nobel lo ha preso per un esperimento al CERN dove credo si sia consumata un'enorme quantità di energia. Il fatto è che sentendolo parlare, sembra di sentire:"non vi preoccupate, basta il solare per tutti i nostri problemi!". Credo che questo sia un approccio totalitario, nel senso che si crede di avre LA soluzione a tutto, il solare appunto.
A parte le considerazioni già fatte, è ovvio che il solare potrà anche occupare una parte importante della produzione (tipo il 10%), ma pensare che risolva tutto è eccessivo. Pensiamo anche ad altre fonti, come l'idroelettrico, che non penso sia stato portato al massimo (andiamo, l'italia è un paese di montagne e quindi di fiumi), l'eolico (e senza che tutti dicano "sì, ma non vicino a casa mia") e a tutte le altre. Ricordiamoci per esempio che a inizio 900 in motagna nacqueroo molti impianti idroelettrici (poco potenti) che hanno chiuso negli anni.
L'idroelettrico è sfruttato attorno al 90% della sua capacità (non teorica, ma tecnicamente fattibile).
Le centrali che hanno chiuso negli anni hanno chiuso perchè portavano danni gravissimi al territorio, tipo non lasciare che l'acqua scorragiù per i torrenti, rendendo delle vallate aride...
"The_Real_Mandingo":
Per quanto riguarda il biodiesel, bisogna stare attenti a cosa ci si riferisce: in Brasile lo fanno con la canna da zucchero e il processo è vantaggioso, mentre negli USA lo fanno col mais e qui in molti sostengono che costi di più tutto il processo (coltivazione, con allegata produzione di concimi,diserbanti,insetticidi, raccolta e trattamento) di quanto se ne ricava alla fine. Il fatto è che le associazioni di coltivatori lo vedono di buon occhio per risollevare l'agricoltura dei vari paesi.
Vantaggioso è un aggettivo che deve essere caratterizzato in termini di efficienza. Ad oggi si stima che il processo con il mais abbia un'efficienza pari al 110% (nel senso che l'energia che ottengo dall a combustione del biodiesel è pari al 10% in più di quella che ho speso per produrlo. Con la canna da zucchero si sale al 130%. Questi combustibili sono considerati verdi non perchè non producono CO2, ma perchè nel processo di crescita le piante consumano la CO2 che producono. Va da se che se per ottenere 0.3kW di "utile" (differenza tra energia ottenuta bruciando il combustibile ed energia spesa per produrlo) devo produrre 1.3kW, si ha un aumento del 430% dei consumi di carburante, il che, benchè sarebbe sostenibile dal punto di vista della CO2, non lo sarebbe dal punto di vista della fattibilità.
"The_Real_Mandingo":
Per l'idrogeno, sentire BeppeGrillo che parla di cospirazioni di gente che non vuole tirare fuori le macchine a idrogeno è una delle cose + tristi mai sentite. Per fortuna, c'è già chi lo ha detto nei post precedenti, l'idrogeno può essere usato per far andare le macchine, ma bisogna produrlo con dispendio di energia. Ora, se questo si fa con fonti rinnovabili va tutto bene, altrimenti non facciamo altro che peggiorare la situazione.
Per il petrolio e il carbone: sul fatto che il petrolio "economico" sia agli sgoccioli tutti sono d'accordo, ma in molti cercano di inserire un'insicurezza sulle date dell'esaurimento, in modo da togliere importanza alle voci d'allarme: se il petrolio finisce (e per finisce intendo che comincia a costare caro, molto caro, non che non si trova +) tra 50 invece che tra 10 anni allora possimo pensarci con calma. Ora, il fatto è che le riserve STIMATE mondiali di petrolio oscillano abbastanza di anno in anno e sono in molti i fuoriusciti dalle compagnie petrolifere a testimoniare come ogni compagnia "gonfi" le proprie riserve in modo da poter agire + liberamente e far + soldi. Ora, la dinamica del consumo di praticamente ogni materia prima si basa su una curva detta curva di Hubbert (simile a una gaussiana, se volete): il numero di barili estratti cresce, arriva a un massimo e poi cala, per la presenza di poche scorte e il conseguente aumento del prezzo.
Ora, c'è chi pensa che questo picco di produzione sia già stato raggiunto, mentre per le compagnie petrolifere sarà raggiunto verso il 2020. Il fatto è che le compagnie stimano il doppio delle riserve stimate da altri organismi internazionali. Possiamo pensare che la verità stia nel mezzo, il che ci porta a un picco di produzione mondiale attorno al 2015. Ora, dopo il picco (ecludendo fattori geopolitici come le guerre) il prezzo cresce finchè non diventa svantaggioso usare il petrolio, e questo attorno al 2030, coni prezzi delle rinnovabil fermi ad adesso.
Dobbiamo quindi pensare all'eventualità che il petrolio possa "finire" tra dieci anni, e questo lasso di tempo non è niente: se non si comincia adesso (in questa legislatura) con + soldi alla ricerca e incentivi vari, si rischia di rimanere allo scoperto, e non ho la minima idea di cosa possa succedere in un caso del genere.
Per il carbone, invece la situazione si potrebbe dire migliore, essendoci scorte per i prossimi 100 anni almeno. Ma bisogna chiederci se tra vent'anni vogliamo tornare al carbone: altro che cambiamenti climatici, qui si rischia l'apocalisse! C'è sì la possibilità del sequestro del carbonio, ma mi sembra un problema paragonabile alle scorie nucleari: è un'eredità scomoda che lasciamo alle future generazioni, senza parlare del rischio di incidenti nel caso di rilasci improvvisi di alte quantità di CO2 (certo, se lecose si fanno bene i rischi sono pochi, ma siamo in italia e anche in zone sismiche).
Faccio notare che la produzione di energia mondiale è ancora basata principalmente sul carbone, specie in Cina ed USA, che sono poi anche i maggiori consumatori di energia.
Personalmente ritengo la sequestrazione della CO2 come chi sbatte la roba sotto il letto per pulire la stanza. Ha senso solo in un lasso di tempo limitato. E' un'espediente per prender tempo, non una soluzione definitiva. Se non viene inteso in questi termini, diventa una cazzata immonda.
"The_Real_Mandingo":
Per quanto riguarda la TAV, penso che se funziona non farà altro che tirar via dalle strade un sacco di camion, che sicuramente inquinano e consumano benzina allo stesso tempo (oltre a disturbare in autostrada). Anche qui vale il principio di fare le cose bene: non penso che in francia siano così stupidi da bucare montagne piene d'amianto etc..
Lasciatemi dire qualcosa sul nucleare: ogni volta che si parla di energia in italia si dice "ci vorrebbe il nucleare". Sapendo bene qual'è stato l'effetto Chernobyl, bisogna dire che sebbene sia vero che c'è stato un solo incidente grave in 50 anni, nessuno vuole correre il rischio (e ha probailmente ragione) di averla di fianco a casa. Anche qui vale il discorso di fare le cose bene: se in francia con tutte le centrali che hanno non ne esplodono, vorrà forse dire che le sanno fare. Poi l'enel si va a comprare centrali in repubblica cieca, e questo mi sembra quasi del colonialismo, ma lasciamo perdere..
Il problema del nucleare è che l'uranio costa sempre di +, oltre a mettere in campo una disuguaglianza tra chi può avere le centrali e chi no (pensate all'Iran..), ed anche le scorte di uranio non arriveranno al 22esimo secolo. Ci sono le cosidette centrali a ciclo chiuso, che bruciano anche le scorie a lunga vita che non sappiamo dove mettere, ma non ci spererei qui in italia, visto che sono ancora in fase di sperimentazione.
Qual'è la soluzione? non ne ho la minima idea...
Penso però a varie cose:
-un produzione di energia fatta da un mix di varie fonti (sperando che la parte del petrolio possa calare sempre di +)
-produzione decentralizzata: il consumo di energia per effetto Joule sulle linee è alto, se con pannelli solari, miniimpianti idroelettrici, uso del legname (lo fanno in trentino, mi sembra), si riduce il peso della rete nazionale, ci si guadagna
-e infine il risparmio, ragazzi: a partire dalla lampade a basso consumo, fino ai climatizzatori in questa stagione (ma penso anche al riscaldamento d'inverno: mi metto un maglione, anche 2, e abbasso il riscaldamento), passando per l'evitare di comprare macchine tipo i SUV grazie ai quali non riusciamo neanche a parcheggiare in città e per l'utilizzo dei mezzi pubblici (che fanno schifo, ma con una buona mobilitazione si costringono le amministrazioni a renderli + efficienti). E così si risaprmiano anche dei soldi (lo so quest'ultimo paragrafo è troooppo ovvio, sembro piero angela..)
Mi scuso per la mia prolissità, ma mi sono venute fuori così...
A mio avviso la conclusione è questa: ad oggi non esiste tecnologia commercialmente disponibile ed economicamente vantaggiosa per risolvere il problema. Possiamo usare un mix di tecnologie per arginare il problema ma nel lungo termine ci sono solo 2 soluzioni: solare e nucleare. Se dovessi indirizzare gli investimenti, sceglierei il solare per un semplice motivo. La fusione nucleare è distante 30 anni dagli anni 50, nel senso che ogni dieci anni si rinvia la data di possibile impiego... Il solare in 10 anni ha fatto passi da gigante, specie nel campo delle Dye sensityzed solar cells che, se si risolvono i problemi di perdite del dye è quasi economicamente vantaggioso.
In verità ho buttato giù tutto così e non ci ho dato una rilettura seria. cmq:
Per quanto riguarda i costi, si intende ovviamente che è lo stato a doverti dare una mano, anche perchè così lo aiuti a rispettare i parametri di kyoto (che comunque non rispetteremo lo stesso) e quindi a non dover comprare sul mercato internazionale le "quote di emissione". Per quanto mi risulta dovremmo avere i Verdi al governo, e spero che ci pensino (mi pare che qualche incentivo sia già stato prodotto recentemente).
Questa è un'opportunità di cui ho letto in giro, di cui so anch'io la bassa efficienza, e ne convengo, ma se si parla del futuro...
In effetti pensavo all'Italia, dove andando a mettere i pannelli in giro (ovviamente non possiamo tappezzare come si farebbe nel sahara) si arriverebbe al 20%. Questo lo ha detto un responsabile per il solare dell'Enel in un dibattito.
Tappezzare il Sahara sarebbe forse fattibile (non economicamente), ma non credo sia una buona idea, anche dal punto di vista climatico, togliendo alla circolazione atmosferica una frazione importante dell'energia in ingresso nella regione.
Sullo sfruttamento dell'idroelettrico non sono sicuro di ciò che dici, molti chiusero appunto per la non economicità tra gli anni 50 e 60, questo nei tempi del petrolio a un prezzo bassissimo. Non mi stupirei dell'economicità odierna di molte di quelle centrali (si parla ovviamente di centrali piccole, con potenza minore o attorno al MW).
Per il biodiesel, hai colto l'aspetto: soprattutto, il 110% del mais è controverso, nel senso che in molti credono che sia il 100%, cioè rendita zero o anche meno. Il fatto di essere "verdi" se si va a considerare anche la modalità di coltivazione (quasi tutti i trattori non vanno a biodiesel, le industrie dei concimi/diserbanti... neanche) va a cadere nella maggior parte dei cicli (sempre tranne la canna da zucchero, che gode del clima tropicale del Brasile).
Per il carbone, se è vero che in cina si costruisce una centrale a carbone a settimana, la parte relativa ad esso continuerà a crescere e questa non è una bella cosa dal punto di vista della sostenibilità, con o senza il sequestro della CO2.
Il problema della fine del petrolio porta però alla mancanza del VETTORE ENERGETICO primario: a meno che non vogliamo spalare del carbone nelle nostre auto, le alternative sono le auto elettriche (con elettricità prodotta principalmenete da carbone) o a idrogeno (con idrogeno prodotto analogamente).
In conclusione (e sperando sempre nella fusione nucleare) non punterei tutto sul solare ma terrei un mix. D'altra parte mi sembra che lo smaltimento dei pannelli usati sia abbastanza probematico.
Se sei contento, puoi anche farlo. I pannelli solari sono gia in commercio. Riparliamone dopo che hai visto i costi e che ti sei reso conto che il tetto di casa tua non è grande abbastanza per produrre l'energia che ti serve.
Per quanto riguarda i costi, si intende ovviamente che è lo stato a doverti dare una mano, anche perchè così lo aiuti a rispettare i parametri di kyoto (che comunque non rispetteremo lo stesso) e quindi a non dover comprare sul mercato internazionale le "quote di emissione". Per quanto mi risulta dovremmo avere i Verdi al governo, e spero che ci pensino (mi pare che qualche incentivo sia già stato prodotto recentemente).
E' vero che non paghi l'energia del sole, ma paghi l'impianto che ti serve per sfruttarla. Dato che ad oggi l'elettrolisi dell'acqua per la produzione di idrogeno ha rendimenti bassi e costi d'impianto molto elevati, non è economicamente fattibile.
Questa è un'opportunità di cui ho letto in giro, di cui so anch'io la bassa efficienza, e ne convengo, ma se si parla del futuro...
Scusa? Dov'è che hai preso quest'informazione? Tappezzando 200km quadrati di sahara con pannelli al 10% di efficienza copriamo il fabbisogno energetico stimato del 2050, e a quanto mi risulta il sahara è un po più grande di 200km quadrati...
Il punto è che per ora non è economicamente vantaggioso.
In effetti pensavo all'Italia, dove andando a mettere i pannelli in giro (ovviamente non possiamo tappezzare come si farebbe nel sahara) si arriverebbe al 20%. Questo lo ha detto un responsabile per il solare dell'Enel in un dibattito.
Tappezzare il Sahara sarebbe forse fattibile (non economicamente), ma non credo sia una buona idea, anche dal punto di vista climatico, togliendo alla circolazione atmosferica una frazione importante dell'energia in ingresso nella regione.
Sullo sfruttamento dell'idroelettrico non sono sicuro di ciò che dici, molti chiusero appunto per la non economicità tra gli anni 50 e 60, questo nei tempi del petrolio a un prezzo bassissimo. Non mi stupirei dell'economicità odierna di molte di quelle centrali (si parla ovviamente di centrali piccole, con potenza minore o attorno al MW).
Per il biodiesel, hai colto l'aspetto: soprattutto, il 110% del mais è controverso, nel senso che in molti credono che sia il 100%, cioè rendita zero o anche meno. Il fatto di essere "verdi" se si va a considerare anche la modalità di coltivazione (quasi tutti i trattori non vanno a biodiesel, le industrie dei concimi/diserbanti... neanche) va a cadere nella maggior parte dei cicli (sempre tranne la canna da zucchero, che gode del clima tropicale del Brasile).
Per il carbone, se è vero che in cina si costruisce una centrale a carbone a settimana, la parte relativa ad esso continuerà a crescere e questa non è una bella cosa dal punto di vista della sostenibilità, con o senza il sequestro della CO2.
Il problema della fine del petrolio porta però alla mancanza del VETTORE ENERGETICO primario: a meno che non vogliamo spalare del carbone nelle nostre auto, le alternative sono le auto elettriche (con elettricità prodotta principalmenete da carbone) o a idrogeno (con idrogeno prodotto analogamente).
In conclusione (e sperando sempre nella fusione nucleare) non punterei tutto sul solare ma terrei un mix. D'altra parte mi sembra che lo smaltimento dei pannelli usati sia abbastanza probematico.
Per quel che riguarda gli interventi del governo, vedi la risposta che ho dato a remo qualche post fa.
La soluzione sahara è ovvio che non corrisponde ad un approccio futuribile. Di deserti ce ne sono sparsi un po per tutto il mondo e dividendo la copertura si evitano i problemi di carattere ambientale. La convenienza economica dipende dal costo dei pannelli e degli impianti. Se penso agli stati uniti, quasi tutta l'energia utilizzata sulla costa ovest proviene da centrali piazzate attorno ai famosi four corners (punto di giunzione tra Colorado, Utah, Arizona e New Mexico). Quella zona è desertica (Sonoran Desert) e le centrali potrebbero essere tranquillamente rimpiazzate da pannelli solari. Il problema diventa la copertura delle ore notturne. Se si stipulassero contratti tra USA e Brasile per la costruzione di una rete elettrica ad alta portata, i problemi sarebbero pressochè risolti (se non per una minima parte del giorno). Ovviamente vi è anche la soluzione dell'immagazzinamento dell'energia, per la quale l'idrogeno è una delle alternative.
Riguardo al petrolio e alla sostituzione del vettore energetico, ricordiamoci che ad oggi la tecnologia più futuribile è quella della gassificazione del carbone, di cui nessuno parla perchè è altamente inquinante, ma tecnologicamente abbordabile.
Credo anch'io nel mix di cui parli. Mi piacerebe che a fronte di un miliardo di euro di investimenti per il tokamak vi fosse un parallelo di pari dimensioni per il solare.
I problemi legati allo smaltimento dei pannelli di cui parli, non riguardano i pannelli che si userebbero per produzione di energia di massa, che sarebbero basati o su semiconduttori come silicio e germanio (se si parla di celle fotovoltaiche) o su materiali organici (se si parla di dye sensityzed solar cells). I problemi sorgono nell smaltimento delle celle ad altissima efficienza (quelle che si montano sui satelliti e cose simili) perchè contengono un'alta percentuale di materiali cancerogeni. Tuttavia il costo di tali celle è talmente proibitivo che non c'è speranza di poterle utilizzare per la produzione di massa.
La soluzione sahara è ovvio che non corrisponde ad un approccio futuribile. Di deserti ce ne sono sparsi un po per tutto il mondo e dividendo la copertura si evitano i problemi di carattere ambientale. La convenienza economica dipende dal costo dei pannelli e degli impianti. Se penso agli stati uniti, quasi tutta l'energia utilizzata sulla costa ovest proviene da centrali piazzate attorno ai famosi four corners (punto di giunzione tra Colorado, Utah, Arizona e New Mexico). Quella zona è desertica (Sonoran Desert) e le centrali potrebbero essere tranquillamente rimpiazzate da pannelli solari. Il problema diventa la copertura delle ore notturne. Se si stipulassero contratti tra USA e Brasile per la costruzione di una rete elettrica ad alta portata, i problemi sarebbero pressochè risolti (se non per una minima parte del giorno). Ovviamente vi è anche la soluzione dell'immagazzinamento dell'energia, per la quale l'idrogeno è una delle alternative.
Riguardo al petrolio e alla sostituzione del vettore energetico, ricordiamoci che ad oggi la tecnologia più futuribile è quella della gassificazione del carbone, di cui nessuno parla perchè è altamente inquinante, ma tecnologicamente abbordabile.
Credo anch'io nel mix di cui parli. Mi piacerebe che a fronte di un miliardo di euro di investimenti per il tokamak vi fosse un parallelo di pari dimensioni per il solare.
I problemi legati allo smaltimento dei pannelli di cui parli, non riguardano i pannelli che si userebbero per produzione di energia di massa, che sarebbero basati o su semiconduttori come silicio e germanio (se si parla di celle fotovoltaiche) o su materiali organici (se si parla di dye sensityzed solar cells). I problemi sorgono nell smaltimento delle celle ad altissima efficienza (quelle che si montano sui satelliti e cose simili) perchè contengono un'alta percentuale di materiali cancerogeni. Tuttavia il costo di tali celle è talmente proibitivo che non c'è speranza di poterle utilizzare per la produzione di massa.
Riguardo a Rubbia non so da dove venga la sua competenza in celle solari: in effetti il nobel lo ha preso per un esperimento al CERN dove credo si sia consumata un'enorme quantità di energia. Il fatto è che sentendolo parlare, sembra di sentire:"non vi preoccupate, basta il solare per tutti i nostri problemi!". Credo che questo sia un approccio totalitario, nel senso che si crede di avre LA soluzione a tutto, il solare appunto.Insomma, Rubbia è un cretino perchè, pur di vincere un Nobel, ha fatto consumare un'enorme quantità di energia?
Il fatto è che, vedendolo lavorare, sta andando nella direzione giusta.
Certamente non si può pensare che si trasformi il tutto dall'oggi al domani, ma il piano energetico nazionale spagnolo è molto promettente e, finora, sta procedendo secondo le aspettative.
Inoltre, vorrei far notare come il costo dell'energia in Italia sia superiore al costo dell'energia in Spagna di circa il 20%.
Insomma, Rubbia è un cretino perchè, pur di vincere un Nobel, ha fatto consumare un'enorme quantità di energia?
Il fatto è che, vedendolo lavorare, sta andando nella direzione giusta.
Certamente non si può pensare che si trasformi il tutto dall'oggi al domani, ma il piano energetico nazionale spagnolo è molto promettente e, finora, sta procedendo secondo le aspettative.
Inoltre, vorrei far notare come il costo dell'energia in Italia sia superiore al costo dell'energia in Spagna di circa il 20%.
No, solo che Rubbia ha preso il nobel per un esperimento (geniale, in un certo senso) sulle particellle elementari (per il rilevamento dei bosoni intermedi dell'interazione debole), non per i suoi studi sulle celle solari. Capisco che non ci voglia tanto per andarsi a studiare l'argomento (le celle solari), ma non capisco l'entusiasmo di chi dice che abbiamo un premio nobel che lavora per noi: potrà essere bravissimo, ma non è il suo campo e credo che in realtà faccia solo cose molto ovvie, il fatto è che lo si ascolta perché è un nobel e non perché dice cose intelligenti.
Sulla spagna, si può anche far notare come in 5 anni la loro quota del solare sia cresciuta tantissimo, e come i fondi per la ricerca portino direttamente a brevetti vari che gli permettono una superiorità tecnologica.
"The_Real_Mandingo":Insomma, Rubbia è un cretino perchè, pur di vincere un Nobel, ha fatto consumare un'enorme quantità di energia?
Il fatto è che, vedendolo lavorare, sta andando nella direzione giusta.
Certamente non si può pensare che si trasformi il tutto dall'oggi al domani, ma il piano energetico nazionale spagnolo è molto promettente e, finora, sta procedendo secondo le aspettative.
Inoltre, vorrei far notare come il costo dell'energia in Italia sia superiore al costo dell'energia in Spagna di circa il 20%.
No, solo che Rubbia ha preso il nobel per un esperimento (geniale, in un certo senso) sulle particellle elementari (per il rilevamento dei bosoni intermedi dell'interazione debole), non per i suoi studi sulle celle solari. Capisco che non ci voglia tanto per andarsi a studiare l'argomento (le celle solari), ma non capisco l'entusiasmo di chi dice che abbiamo un premio nobel che lavora per noi: potrà essere bravissimo, ma non è il suo campo e credo che in realtà faccia solo cose molto ovvie, il fatto è che lo si ascolta perché è un nobel e non perché dice cose intelligenti.
Sulla spagna, si può anche far notare come in 5 anni la loro quota del solare sia cresciuta tantissimo, e come i fondi per la ricerca portino direttamente a brevetti vari che gli permettono una superiorità tecnologica.
guarda che rubbia è stato uno dei fautori del solare in spagna...ha collaborato al progetto...e se,come dici anche tu,è riuscito ad ottenere tali risultati in un lasso ti tempo così relativamente ristretto,non penso sia uno degli ultimi arrivati...secondo me bisognerebbe ascoltarlo un pochino...

Rubbia non è certo uno dei massimi esperti in merito al solare, tuttavia, grazie allo sconfinato numero di contatti che ha e grazie alle sue capacità manageriali (essere presidente del CERN sicuramente ha giovato) è in grado di far accelerare un progetto come ha fatto in spagna.
Riguardo al solare, bisogna guardare a lui come ad un manager e non come ad uno scienziato.
Riguardo al solare, bisogna guardare a lui come ad un manager e non come ad uno scienziato.
"Marco83":
Rubbia non è certo uno dei massimi esperti in merito al solare, tuttavia, grazie allo sconfinato numero di contatti che ha e grazie alle sue capacità manageriali (essere presidente del CERN sicuramente ha giovato) è in grado di far accelerare un progetto come ha fatto in spagna.
Riguardo al solare, bisogna guardare a lui come ad un manager e non come ad uno scienziato.
purtroppo c'è bisogno anche di questo nell'era moderna!cmq mi sono informato meglio sul solare...in fin dei conti il problema è del tutto economico...non viene applicato perchè nominalmente costa troppo rispetto alle altre fonti...non viene potenziato perchè la ricerca porta via denaro!come fare???dato il tuo mestiere avrai una bella gatta da pelare in questi anni!d'altronde come si dice...se non c'è sfida non c'è gusto!

grazie ancora e buon lavoro!

P.S. se hai voglia di informarci su altro noi siamo qui!
"remo":
purtroppo c'è bisogno anche di questo nell'era moderna!cmq mi sono informato meglio sul solare...in fin dei conti il problema è del tutto economico...non viene applicato perchè nominalmente costa troppo rispetto alle altre fonti...non viene potenziato perchè la ricerca porta via denaro!come fare???
in verità, anche per il fotovoltaico si fà ricerca in tutto il mondo, Italia compresa, come si può verificare facilmente cercando anche in rete. E' ovvio che sia così, perché il brevetto di una soluzione commercialmente valida farebbe la fortuna dell'azienda titolare dello stesso. Basta considerare che, nonostante lo scarso interesse economico delle soluzioni attualmente reperibili sul mercato, per il solo fatto che più o meno ovunque ci sono incentivi per l'installazione di pannelli, ed anche per lo sviluppo di una sensibilità sul tema, negli ultimi anni la domanda di pannelli fotovoltaici al silicio è cresciuta molto più della capacità produttiva delle aziende che producono silicio, col conseguente aumento dei prezzi dello stesso. E non venitemi a dire che le aziende produttrici di silicio sono complici delle compagnie petrolifere...
il discorso fatto per il presunto complotto,è da vedere sotto un'altra ottica...il fatti che ci sia una scarsa(anzi non c'è proprio!) convenienza economica,non va a scalpire quello che sostengo:
1)molti soldi buttati(guerre ad esempio)potrebbero essere utilizzati in questi campi...
2)il fattore economico,dimostra quanto sia importante un piano energetico su scala mondiale,sullo stile di Kioto.Se tutti i paesi,collaborando,applicherebbero certe soluzioni,in comune,il dislivello tra paesi non ci sarebbe
3)è altrettanto vero che qualcosa bisogna fare,in fretta!e penso sia ora di pensare un pò meno a riempire le tasche!
D'accordo,il mio discorso è autopico, ed incompatibile con l'economia moderna così come è strutturata!
ma,per me,l'unica VERA soluzione è questa!
Ma dato che questo non avverrà mai,facciamo ALMENO IL POSSIBILE!
per quanto riguarda la ricerca in Italia ho i miei dubbi...se scienziati ed ingegneri annualmente ci salutano numerosi,un motivo ci sarà!
1)molti soldi buttati(guerre ad esempio)potrebbero essere utilizzati in questi campi...
2)il fattore economico,dimostra quanto sia importante un piano energetico su scala mondiale,sullo stile di Kioto.Se tutti i paesi,collaborando,applicherebbero certe soluzioni,in comune,il dislivello tra paesi non ci sarebbe
3)è altrettanto vero che qualcosa bisogna fare,in fretta!e penso sia ora di pensare un pò meno a riempire le tasche!
D'accordo,il mio discorso è autopico, ed incompatibile con l'economia moderna così come è strutturata!
ma,per me,l'unica VERA soluzione è questa!
Ma dato che questo non avverrà mai,facciamo ALMENO IL POSSIBILE!
per quanto riguarda la ricerca in Italia ho i miei dubbi...se scienziati ed ingegneri annualmente ci salutano numerosi,un motivo ci sarà!
"Cheguevilla":
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/scienza_e_tecnologia/cellulare-solare/cellulare-solare/cellulare-solare.html
Ecco a punto!i cinesi fanno questo,e noi?
sarà pur poca cosa,ma qualcosa intanto è!
"remo":
[quote="Cheguevilla"]http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/scienza_e_tecnologia/cellulare-solare/cellulare-solare/cellulare-solare.html
Ecco a punto!i cinesi fanno questo,e noi?
sarà pur poca cosa,ma qualcosa intanto è![/quote]
mah...a me sembra una cosa di impatto emotivo, più che energetico ed ambientale. Li vedo male tutti 'sti utenti che appoggiano il telefonino sul davanzale della finestra per ricaricarlo, e rimangono con l'orecchio teso a sentire se per caso non squilli. Tra l'altro, il consumo di elettricità dei telefonini non rientra tra le voci significative. Prova a vedere quanto consuma in un anno un impianto di produzione di alluminio o di zinco elettrolitico.
E' vero che si dovrebbe fare qualcosa in fretta per ridurre la produzione di CO2, soprattutto in Italia, dove non facciamo niente, e praticamente tutta l'energia elettrica è prodotta da fonti fossili (a parte le centrali idroelettriche costruite quando ancora sapevamo decidere qualcosa). La soluzione c'è da più di 50 anni, e sono le centrali nucleari (basta chiedere qualche consiglio ai francesi, che non sono più scemi o ignoranti di noi). Però noi siamo un paese che non sa gestire nemmeno l'immondizia; non siamo in grado di realizzare un termovalorizzatore, parlandoci addosso e fermandoci di fronte al dissenso di un qualunque gruppuscolo. Figurati se potremo mai costruire centrali nucleari da ora fino a quando non ci sarà uno shock energetico, per noi disastroso. Arriveremo, però, allo shock convinti di aver attentamente ed approfonditamente analizzato pro e contro di tutte le forme di energia alternativa, e di essere stati i più furbi al mondo, unici ad aver capito che grande fregatura era il nucleare, mentre quei poveri sciocchi di francesi, inglesi, giapponesi, canadesi, americani, svedesi, russi, indiani, cinesi etc. etc. , si lasciavano abbindolare dalle sirene delle nuclear corporations. Questo ovviamente se nel frattempo non è intervenuto qualcuno a costringerci a eliminare realmente le emissioni gigantesce di CO2 delle nostre centrali a carbone e gas naturale.
Vorrei spendere una parolina sui termovalorizzatori:
La diossina si forma se la temperatura di combustione è troppo bassa, ma in tali condizioni non è neanche efficiente la produzione di energia, quindi i gestori di termovalorizzatori non hanno interesse a far produrre diossina.
Poi è un argomento complesso e cercherò di informarmi meglio, però....
La diossina si forma se la temperatura di combustione è troppo bassa, ma in tali condizioni non è neanche efficiente la produzione di energia, quindi i gestori di termovalorizzatori non hanno interesse a far produrre diossina.
Poi è un argomento complesso e cercherò di informarmi meglio, però....
grazie giovanni,anche perchè è un argomento di cui tutti parlano ma nessuno in fondo sa qualcosa di preciso!

la questione dei termovalorizzatori e della diossina è a mio avviso la sola riproposizione di uno schema più volte reiterato in Italia, che in genere conduce alla non gestione delle questioni importanti, lasciandole al futuro ed ai poveri disgraziati che dovranno affrontarle per sopravvivere. Lo schema formale è più o meno il seguente:
1) esiste un problema importante, di rilevanza nazionale o quasi
2) esistono alcune soluzioni concrete
3) esistono gruppi grandi o piccoli di persone che da tali soluzioni non traggono un diretto e personale beneficio, o subiscono un danno (non importa se grande o piccolo)
4) si comincia a cavillare sui pro e contro delle soluzioni, per poi parlare solo dei contro, senza minimamente valutare i pro e contro del non fare nulla, ed ignorando il fatto che il non fare nulla è comunque la scelta di un'opzione
5) le forze politiche cavalcano la questione secondo la posizione del momento, ovvero:
- chi sta al governo attribuisce la responsabilità del problema e della sua cattiva gestione ai governi precedenti (se di parte contraria)
- chi sta all'opposizione, ovviamente, attribuisce tutte le responsabilità al malgoverno del momento
6) si perde la capacità di valutare razionalmente il problema
7) si cerca, semmai, una soluzione di compromesso che accontenti tutti, o quasi
8) non si da al problema una soluzione vera, rimandando di fatto la questione a tempi futuri. A volte, se non si può evitare di far vedere che si fà qualcosa, questo fatto viene nascosto sotto provvedimenti di scarsa o nulla utilità.
Se io dovessi trovare una questione della vita italiana degli ultimi trent'anni che non abbia ricalcato questo schema, avrei non poche difficoltà. Al contrario, fornire esempi mi sembra addirittura retorico.
Tornando alla diossina presunta o reale dei termovalorizzatori, penso che rimanga piuttosto improbabile che il discorso e le decisioni siano basate su un'analisi tecnica del rischio associabile ad un termovalorizzatore e di quello associabile alle soluzioni alternative, inclusa la sistemazione in discarica dei rifiuti. Tra l'altro, mi chiedo se tali analisi di rischio siano effettuate, e si disponga quindi degli elementi per selezionare l'opzione più conveniente (includendo anche le considerazioni economiche).
1) esiste un problema importante, di rilevanza nazionale o quasi
2) esistono alcune soluzioni concrete
3) esistono gruppi grandi o piccoli di persone che da tali soluzioni non traggono un diretto e personale beneficio, o subiscono un danno (non importa se grande o piccolo)
4) si comincia a cavillare sui pro e contro delle soluzioni, per poi parlare solo dei contro, senza minimamente valutare i pro e contro del non fare nulla, ed ignorando il fatto che il non fare nulla è comunque la scelta di un'opzione
5) le forze politiche cavalcano la questione secondo la posizione del momento, ovvero:
- chi sta al governo attribuisce la responsabilità del problema e della sua cattiva gestione ai governi precedenti (se di parte contraria)
- chi sta all'opposizione, ovviamente, attribuisce tutte le responsabilità al malgoverno del momento
6) si perde la capacità di valutare razionalmente il problema
7) si cerca, semmai, una soluzione di compromesso che accontenti tutti, o quasi
8) non si da al problema una soluzione vera, rimandando di fatto la questione a tempi futuri. A volte, se non si può evitare di far vedere che si fà qualcosa, questo fatto viene nascosto sotto provvedimenti di scarsa o nulla utilità.
Se io dovessi trovare una questione della vita italiana degli ultimi trent'anni che non abbia ricalcato questo schema, avrei non poche difficoltà. Al contrario, fornire esempi mi sembra addirittura retorico.
Tornando alla diossina presunta o reale dei termovalorizzatori, penso che rimanga piuttosto improbabile che il discorso e le decisioni siano basate su un'analisi tecnica del rischio associabile ad un termovalorizzatore e di quello associabile alle soluzioni alternative, inclusa la sistemazione in discarica dei rifiuti. Tra l'altro, mi chiedo se tali analisi di rischio siano effettuate, e si disponga quindi degli elementi per selezionare l'opzione più conveniente (includendo anche le considerazioni economiche).
"kinder":
la questione dei termovalorizzatori e della diossina è a mio avviso la sola riproposizione di uno schema più volte reiterato in Italia, che in genere conduce alla non gestione delle questioni importanti, lasciandole al futuro ed ai poveri disgraziati che dovranno affrontarle per sopravvivere. Lo schema formale è più o meno il seguente:
1) esiste un problema importante, di rilevanza nazionale o quasi
2) esistono alcune soluzioni concrete
3) esistono gruppi grandi o piccoli di persone che da tali soluzioni non traggono un diretto e personale beneficio, o subiscono un danno (non importa se grande o piccolo)
4) si comincia a cavillare sui pro e contro delle soluzioni, per poi parlare solo dei contro, senza minimamente valutare i pro e contro del non fare nulla, ed ignorando il fatto che il non fare nulla è comunque la scelta di un'opzione
5) le forze politiche cavalcano la questione secondo la posizione del momento, ovvero:
- chi sta al governo attribuisce la responsabilità del problema e della sua cattiva gestione ai governi precedenti (se di parte contraria)
- chi sta all'opposizione, ovviamente, attribuisce tutte le responsabilità al malgoverno del momento
6) si perde la capacità di valutare razionalmente il problema
7) si cerca, semmai, una soluzione di compromesso che accontenti tutti, o quasi
8) non si da al problema una soluzione vera, rimandando di fatto la questione a tempi futuri. A volte, se non si può evitare di far vedere che si fà qualcosa, questo fatto viene nascosto sotto provvedimenti di scarsa o nulla utilità.
Se io dovessi trovare una questione della vita italiana degli ultimi trent'anni che non abbia ricalcato questo schema, avrei non poche difficoltà. Al contrario, fornire esempi mi sembra addirittura retorico.
Tornando alla diossina presunta o reale dei termovalorizzatori, penso che rimanga piuttosto improbabile che il discorso e le decisioni siano basate su un'analisi tecnica del rischio associabile ad un termovalorizzatore e di quello associabile alle soluzioni alternative, inclusa la sistemazione in discarica dei rifiuti. Tra l'altro, mi chiedo se tali analisi di rischio siano effettuate, e si disponga quindi degli elementi per selezionare l'opzione più conveniente (includendo anche le considerazioni economiche).
che sia un palliativo,questo è vero.ma purtroppo,dati tempi,non è una soluzione da scartare.
è ovvio che a tale tecnologia,debba essere associata un'efficace DIFFERENZIAZIONE dei rifiuti.
per quanto riguarda i rifiuti,io sono per il totale riutilizzo di tutte le categorie,anche dell'organico!ma sarebbe mai possibile una tale cosa,specialmente in italia?quante persone fanno la raccolta differenziata?date queste problematiche,bisogna trovare una scappatoia!