[Astronomia] Eclittica e sfera celeste
Ciao a tutti,
scusate la domanda banale...nei vari libri/materiale disponibile su Internet, viene definita l'eclittica come l'intersezione del piano di rivoluzione della Terra intorno al Sole con la sfera celeste (sfera con centro la Terra).
Ora se assumiamo che l'eclittica rappresenta il percorso apparente del Sole sulla sfera celeste durante il corso dell'anno (rivoluzione), come la mettiamo con la rotazione della Terra attorno al proprio asse ?
Cioe' se consideriamo la rotazione della sfera celeste in virtu' della rotazione Terrestre in realta' il percorso giornaliero seguito dal Sole sulla sfera celeste non e' quello dell'eclittica per come e' stata definita sopra.
Grazie per l'aiuto.
scusate la domanda banale...nei vari libri/materiale disponibile su Internet, viene definita l'eclittica come l'intersezione del piano di rivoluzione della Terra intorno al Sole con la sfera celeste (sfera con centro la Terra).
Ora se assumiamo che l'eclittica rappresenta il percorso apparente del Sole sulla sfera celeste durante il corso dell'anno (rivoluzione), come la mettiamo con la rotazione della Terra attorno al proprio asse ?
Cioe' se consideriamo la rotazione della sfera celeste in virtu' della rotazione Terrestre in realta' il percorso giornaliero seguito dal Sole sulla sfera celeste non e' quello dell'eclittica per come e' stata definita sopra.
Grazie per l'aiuto.

Risposte
@Faussone
[ot]Su uno dei vecchi Halliday, nel primo capitolo sulle Unità di Misura c'erano dei quesiti (non erano esercizi ma domande che uno dovrebbe farsi per verificare quanto ha compreso del capitolo in questione) e uno di questi chiedeva: "Se qualcuno vi raccontasse che durante la scorsa notte le dimensioni di tutti gli oggetti si sono ridotte della metà, come potreste confutare quest'affermazione?"[/ot]
[ot]Su uno dei vecchi Halliday, nel primo capitolo sulle Unità di Misura c'erano dei quesiti (non erano esercizi ma domande che uno dovrebbe farsi per verificare quanto ha compreso del capitolo in questione) e uno di questi chiedeva: "Se qualcuno vi raccontasse che durante la scorsa notte le dimensioni di tutti gli oggetti si sono ridotte della metà, come potreste confutare quest'affermazione?"[/ot]
"Shackle":
E pensi che Feynman non sapesse questo, e ha scritto in maniera da indurre confusione in chi legge? Pensi che Feynman non conoscesse l’equazione del tempo?
Dato che mi conosci da un poco su questo forum, sai bene il rispetto che ho per Feynman. Quindi ovviamente no, non penso quello. Non so il perché di quell'infelice passaggio, probabilmente stava seguendo una linea di pensiero e non voleva precisare troppi aspetti, così non si è reso conto di stare dicendo un qualcosa di poco preciso.
"Shackle":
Ho riletto il capitolo, e francamente non capisco che cosa trovi di poco chiaro, o scritto male. Magari l’autore voleva essere sintetico , a quel punto delle lezioni, e non entrare in tanti dettagli che gli studenti non avrebbero forse afferrato.
Io non ho letto tutto il capitolo, non faccio fatica a credere che nel complesso sia chiaro e accurato, figuriamoci. Resta il fatto che quel passaggio non va bene, potrebbe andar bene in una lezione orale forse, in cui si punta a far capire un quadro globale e non tanto tutti i singoli dettagli, ma non in un testo scritto.
[ot]
Ci possono essere diversi tipi di risposta, in ottica unità di misura direi che per fortuna il metro non è più un campione di una qualche barretta lunga un metro appunto, ma è legato alla velocità della luce. Certo poi bisogna vedere come misuri il tempo per misurare la velocità della luce e quindi il metro, mi auguro che le oscillazioni del cesio non siano affette dalla magia che ha ridotto tutto alle metà...
Ma se il libro fosse parecchio vecchio questa risposta non sarebbe valida (me ne vengono in mente altre, ma non in ottica unità di misura).[/ot]
"axpgn":
@Faussone
Su uno dei vecchi Halliday, nel primo capitolo sulle Unità di Misura c'erano dei quesiti (non erano esercizi ma domande che uno dovrebbe farsi per verificare quanto ha compreso del capitolo in questione) e uno di questi chiedeva: "Se qualcuno vi raccontasse che durante la scorsa notte le dimensioni di tutti gli oggetti si sono ridotte della metà, come potreste confutare quest'affermazione?"
Ci possono essere diversi tipi di risposta, in ottica unità di misura direi che per fortuna il metro non è più un campione di una qualche barretta lunga un metro appunto, ma è legato alla velocità della luce. Certo poi bisogna vedere come misuri il tempo per misurare la velocità della luce e quindi il metro, mi auguro che le oscillazioni del cesio non siano affette dalla magia che ha ridotto tutto alle metà...
Ma se il libro fosse parecchio vecchio questa risposta non sarebbe valida (me ne vengono in mente altre, ma non in ottica unità di misura).[/ot]
Per favore, puoi quotare il passaggio in discussione? Magari sono io che non ho capito, né Feynman né te. Può essere!
Credo che le ”lectures “ fossero tutte orali, come si vede da foto di lavagne su cui RF scriveva, in cima a vari capitoli. Poi qualcuno le ha scritte…esistevano i registratori negli anni ‘60? Si, ricordo certe lezioni in cui la cattedra del docente era cosparsa di registratori!
Credo che le ”lectures “ fossero tutte orali, come si vede da foto di lavagne su cui RF scriveva, in cima a vari capitoli. Poi qualcuno le ha scritte…esistevano i registratori negli anni ‘60? Si, ricordo certe lezioni in cui la cattedra del docente era cosparsa di registratori!
@Shackle
Lo aveva ben evidenziato axpgn prima. Comunque è questo.
Senza altre precisazioni, non va bene, perché fa sembrare che il giorno solare sia sempre costante. Io non ho letto tutto il capitolo, e come ho detto sono abbastanza sicuro che nel resto si capisce e forse si chiarisce pure, ma quella frase avrebbe potuto essere messa in un altro modo (o bastava riferirsi al giorno sidereo anche se andava poi spiegato prima).
Lo aveva ben evidenziato axpgn prima. Comunque è questo.
We could then count the turnings of the glass from each morning to the next. We would find, this time, that the number of “hours” (i.e., turnings of the glass) was not the same each “day.” [....] After some thought, it might occur to us to count the “hours” from noon to noon. (Noon is here defined not as 12:00 o’clock, but that instant when the sun is at its highest point.) We would find, this time, that the number of “hours” each day is the same.
Senza altre precisazioni, non va bene, perché fa sembrare che il giorno solare sia sempre costante. Io non ho letto tutto il capitolo, e come ho detto sono abbastanza sicuro che nel resto si capisce e forse si chiarisce pure, ma quella frase avrebbe potuto essere messa in un altro modo (o bastava riferirsi al giorno sidereo anche se andava poi spiegato prima).
"Faussone":
@cianfa72
Tu dirai: "e che ne so se è il mio orologio a non essere meno preciso dell'oscillazione "presunta" del giorno solare?"
Domanda niente affatto banale! Vabbè potresti misurare il giorno sidereo e fare un confronto, ma senza sapere nulla non è così semplice.
La risposta che hai dato sui livelli di accuratezza sempre maggiori va bene, ma poi a tradurla in pratica, senza assunzioni, non è facile.
Why not ? L'idea potrebbe esser questa: vogliamo verificare quanto un insieme di orologi identici di uno stesso tipo ('gruppo') vanno d'accordo tra loro secondo un certo livello di accuratezza. Cosa facciamo ? Prendiamo un altro processo ripetitivo che compie un elevato numero di 'oscillazioni' nell'unita' di tempo della prima classe di orologi.
Controlliamo quale e' lo 'scarto' tra le letture degli orologi del primo tipo in termini dello scarto sul numero di oscillazioni del secondo processo ripetitivo. A quel punto possiamo affermare che gli orologi del primo gruppo vanno d'accordo tra loro secondo un determinato livello di accuratezza. Maggiore e' il numero di oscillazioni del secondo processo ripetitivo nell'unita' di tempo del primo gruppo...maggiore e' l'accuratezza con cui possiamo esser confidenti che gli orologi del primo gruppo vanno d'accordo tra loro.
@cianfa72
La coerenza tra misure fatte con lo stesso tipo di strumento è condizione necessaria ma non sufficiente a dire che quegli orologi sono precisi quanto lo scarto massimo misurato tra loro.
Hai letto quella lezione del Prof. Fabri? Ci sono riflessioni e quesiti per riflettere.
La coerenza tra misure fatte con lo stesso tipo di strumento è condizione necessaria ma non sufficiente a dire che quegli orologi sono precisi quanto lo scarto massimo misurato tra loro.
Hai letto quella lezione del Prof. Fabri? Ci sono riflessioni e quesiti per riflettere.
Ho letto la lez. 1 del Prof. Fabri. Mi sembra che indirizza alcuni aspetti su cui si rifletteva tra cui:
- uniformita' del tempo segnato da un orologio rispetto a che ? Risposta: rispetto al tempo, quello vero, quello di Newton
-per quale motivo riteniamo una certa classe di orologi (es orologi atomici) da preferire per la misura del tempo all'orologio costituito dalla Terra quale 'lancetta' rispetto alle stelle ? La risposta anche qui e' che orologi diversi dello stesso tipo (es atomici al Cesio) costruiti da fabbricanti diversi in luoghi diversi della Terra vanno tuttavia d'accordo tra di loro.
Non sono sicuro di aver colto il tuo punto sul discorso della coerenza tra misure fatte con lo stesso strumento.
- uniformita' del tempo segnato da un orologio rispetto a che ? Risposta: rispetto al tempo, quello vero, quello di Newton
-per quale motivo riteniamo una certa classe di orologi (es orologi atomici) da preferire per la misura del tempo all'orologio costituito dalla Terra quale 'lancetta' rispetto alle stelle ? La risposta anche qui e' che orologi diversi dello stesso tipo (es atomici al Cesio) costruiti da fabbricanti diversi in luoghi diversi della Terra vanno tuttavia d'accordo tra di loro.
"Faussone":
La coerenza tra misure fatte con lo stesso tipo di strumento è condizione necessaria ma non sufficiente a dire che quegli orologi sono precisi quanto lo scarto massimo misurato tra loro.
Non sono sicuro di aver colto il tuo punto sul discorso della coerenza tra misure fatte con lo stesso strumento.
@cianfa72
Forse non ho capito quello che intendi fare. Quale è l'obiettivo che ti prefiggi con quegli orologi?
Forse non ho capito quello che intendi fare. Quale è l'obiettivo che ti prefiggi con quegli orologi?
"Faussone":
Forse non ho capito quello che intendi fare. Quale è l'obiettivo che ti prefiggi con quegli orologi?
Supponi di avere due orologi identici (stessa fabbricazione ecc...) e di farli partire assieme. Supponiamo che il numero di 'oscillazioni' ripetitive di ciascuno sia dell'ordine di 10^10 volte in un giorno siderale (inteso come il tempo che intercorre ad un dato luogo sulla Terra tra due occorrenze della stessa configurazione in cielo delle stelle fisse).
Se ora i due orologi vanno d'accordo (ovvero registrano lo stesso numero esatto di oscillazioni nel corso del giorno siderale) possiamo dire che essi sono accurati fino all'ordine di 10^10 frazioni del giorno siderale.
"cianfa72":
[quote="Faussone"]Forse non ho capito quello che intendi fare. Quale è l'obiettivo che ti prefiggi con quegli orologi?
Supponi di avere due orologi identici (stessa fabbricazione ecc...) e di farli partire assieme. Supponiamo che il numero di 'oscillazioni' ripetitive di ciascuno sia dell'ordine di 10^10 volte in un giorno siderale (inteso come il tempo che intercorre ad un dato luogo sulla Terra tra due occorrenze della stessa configurazione in cielo delle stelle fisse).
Se ora i due orologi vanno d'accordo (ovvero registrano lo stesso numero esatto di oscillazioni nel corso del giorno siderale) possiamo dire che essi sono accurati fino all'ordine di 10^10 frazioni del giorno siderale.[/quote]
Ma a che serve misurare il giorno siderale? Basta verificare che i due orologi siano sincronizzati per $10^10$ cicli.
Ho letto e riletto questi tre capoversi, copiati direttamente dalle “lectures” , dove Feynman propone di usare una clessidra, da girare e rigirare costantemente giorno e notte, per verificare se i giorni hanno la stessa lunghezza temporale, almeno in media.
It does seem, however, that days are about the same length on the average. Is there any way we can test whether the days are the same length—either from one day to the next, or at least on the average? One way is to make a comparison with some other periodic phenomenon. Let us see how such a comparison might be made with an hour glass. With an hour glass, we can “create” a periodic occurrence if we have someone standing by it day and night to turn it over whenever the last grain of sand runs out.
We could then count the turnings of the glass from each morning to the next. We would find, this time, that the number of “hours” (i.e., turnings of the glass) was not the same each “day.” We should distrust the sun, or the glass, or both. After some thought, it might occur to us to count the “hours” from noon to noon. (Noon is here defined not as 12:00 o’clock, but that instant when the sun is at its highest point.) We would find, this time, that the number of “hours” each day is the same.
We now have some confidence that both the “hour” and the “day” have a regular periodicity, i.e., mark off successive equal intervals of time, although we have not proved that either one is “really” periodic. Someone might question whether there might not be some omnipotent being who would slow down the flow of sand every night and speed it up during the day. Our experiment does not, of course, give us an answer to this sort of question. All we can say is that we find that a regularity of one kind fits together with a regularity of another kind. We can just say that we base our definition of time on the repetition of some apparently periodic event.
Io penso che lo scopo di RF fosse quello di evidenziare che esiste comunque la possibilità di verificare se un campione precedentemente usato fosse buono oppure no. Il campione di tempo “terra che gira da una mattina alla seguente” con regolarità non è buono, perché non é cosí regolare come la clessidra. Allora proviamo se un altro campione, e cioè il passaggio del Sole in meridiano, sia migliore. Lo è...
...e volutamente qui Feynman si ferma, non va avanti a considerare i rovesciamenti periodici della clessidra paragonati al passaggio in meridiano di una stella lontana ( giorno sidereo), per non metter troppa carne al fuoco e rischiare di non farsi più seguire dall’uditorio. Non penso che non conoscesse la differenza tra giorno solare medio e giorno sidereo. Ma questa è solo l’idea che mi sono fatta leggendo quei paragrafi. RF aveva spesso questi modi di fare, anche in altre parti delle lectures si trovano dei concetti accennati, ma senza alcuna spiegazione, che lasciava evidentemente allo “studioso lettore” .
Lo scopo finale, credo sia quello riportato nelle righe finali :
All we can say is that we find that a regularity of one kind fits together with a regularity of another kind. We can just say that we base our definition of time on the repetition of some apparently periodic event.
Insomma, secondo me lo scopo finale è quello di arrivare a dire : esiste la possibilità di trovare dei fenomeni periodici, sempre più raffinati, che ci diano uno standard per fissare un campione di tempo notevolmente sicuro e affidabile. E questi possono essere gli orologi atomici moderni, non abbiamo più bisogno di rotazione terrestre, Sole al meridiano, Stella al meridiano, e clessidre.
It does seem, however, that days are about the same length on the average. Is there any way we can test whether the days are the same length—either from one day to the next, or at least on the average? One way is to make a comparison with some other periodic phenomenon. Let us see how such a comparison might be made with an hour glass. With an hour glass, we can “create” a periodic occurrence if we have someone standing by it day and night to turn it over whenever the last grain of sand runs out.
We could then count the turnings of the glass from each morning to the next. We would find, this time, that the number of “hours” (i.e., turnings of the glass) was not the same each “day.” We should distrust the sun, or the glass, or both. After some thought, it might occur to us to count the “hours” from noon to noon. (Noon is here defined not as 12:00 o’clock, but that instant when the sun is at its highest point.) We would find, this time, that the number of “hours” each day is the same.
We now have some confidence that both the “hour” and the “day” have a regular periodicity, i.e., mark off successive equal intervals of time, although we have not proved that either one is “really” periodic. Someone might question whether there might not be some omnipotent being who would slow down the flow of sand every night and speed it up during the day. Our experiment does not, of course, give us an answer to this sort of question. All we can say is that we find that a regularity of one kind fits together with a regularity of another kind. We can just say that we base our definition of time on the repetition of some apparently periodic event.
Io penso che lo scopo di RF fosse quello di evidenziare che esiste comunque la possibilità di verificare se un campione precedentemente usato fosse buono oppure no. Il campione di tempo “terra che gira da una mattina alla seguente” con regolarità non è buono, perché non é cosí regolare come la clessidra. Allora proviamo se un altro campione, e cioè il passaggio del Sole in meridiano, sia migliore. Lo è...
...e volutamente qui Feynman si ferma, non va avanti a considerare i rovesciamenti periodici della clessidra paragonati al passaggio in meridiano di una stella lontana ( giorno sidereo), per non metter troppa carne al fuoco e rischiare di non farsi più seguire dall’uditorio. Non penso che non conoscesse la differenza tra giorno solare medio e giorno sidereo. Ma questa è solo l’idea che mi sono fatta leggendo quei paragrafi. RF aveva spesso questi modi di fare, anche in altre parti delle lectures si trovano dei concetti accennati, ma senza alcuna spiegazione, che lasciava evidentemente allo “studioso lettore” .
Lo scopo finale, credo sia quello riportato nelle righe finali :
All we can say is that we find that a regularity of one kind fits together with a regularity of another kind. We can just say that we base our definition of time on the repetition of some apparently periodic event.
Insomma, secondo me lo scopo finale è quello di arrivare a dire : esiste la possibilità di trovare dei fenomeni periodici, sempre più raffinati, che ci diano uno standard per fissare un campione di tempo notevolmente sicuro e affidabile. E questi possono essere gli orologi atomici moderni, non abbiamo più bisogno di rotazione terrestre, Sole al meridiano, Stella al meridiano, e clessidre.
@Shackle
L'intero passaggio non cambia l'opinione che avevo espresso prima, all'inizio dice "on the average" ma poi nella parte incriminata non ribadisce.
Per me poteva essere detto meglio anche se non era quello il tema del discorso che stava facendo (comunque il fatto che Feynman conoscesse o meno la differenza tra giorno sidereo e solare non è in discussione per me come ho già detto).
PS:Nella lezione di Fabri che ho menzionato prima è trattato più o meno lo stesso tema generale, ci sono alcuni quesiti che fanno riflettere, il secondo quesito che lascia da risolvere lo trovo bellissimo.
L'intero passaggio non cambia l'opinione che avevo espresso prima, all'inizio dice "on the average" ma poi nella parte incriminata non ribadisce.
Per me poteva essere detto meglio anche se non era quello il tema del discorso che stava facendo (comunque il fatto che Feynman conoscesse o meno la differenza tra giorno sidereo e solare non è in discussione per me come ho già detto).
PS:Nella lezione di Fabri che ho menzionato prima è trattato più o meno lo stesso tema generale, ci sono alcuni quesiti che fanno riflettere, il secondo quesito che lascia da risolvere lo trovo bellissimo.
"Faussone":
Ma a che serve misurare il giorno siderale? Basta verificare che i due orologi siano sincronizzati per $10^10$ cicli.
Si non serve, il giorno siderale l'ho introdotto solo per rendere esplicito a quanto 'corrisponde' un'oscillazione (lasciatemi dire una tacca) degli orologi in questione. Stiamo percio' dicendo che i 2 orologi restano sincronizzati a meno di una frazione pari a una parte su $10^10$ del giorno siderale.
"Shackle":
Il campione di tempo “terra che gira da una mattina alla seguente” con regolarità non è buono, perché non é cosí regolare come la clessidra. Allora proviamo se un altro campione, e cioè il passaggio del Sole in meridiano, sia migliore. Lo è...
Ecco, il punto e' proprio questo: come facciamo a dire che la clessidra costituisce un campione di tempo piu' regolare/affidabile rispetto alla “terra che gira da una mattina alla seguente” ? Al solito come gia' detto la riposta puo' esser solo nell'accordo mostrato tra clessidre diverse (costruite per es da fabbricanti diversi con le stesse specifiche ecc ecc.. -- vedi discussione problema 3 lez.1 Prof. Fabri).
Tanto per esser chiari...con accordo tra le clessidre intendiamo che avviando insieme le clessidre esse si esauriscono nello stesso istante e tale condizione permane per un numero sempre crescente di inversioni delle stesse.
@Cianfa
Se confrontiamo 10, 100, 1000 clessidre uguali (per quanto possibile), e vediamo che dopo 10, 100, 1000... capovolgimenti ciascuna c’è un buon accordo tra i risultati, possiamo dire che la clessidra è uno strumento di misura sufficientemente affidabile, mi pare.
@Faussone
non so con precisione, ma non credo che Feynman fosse abituato a ribadire, per far capire che cosa voleva significare.
Per me, ripeto, non è andato oltre l’esempio del passaggio del Sole in meridiano, per non complicare troppo la questione e dover dare ulteriori, lunghe spiegazioni. Neppure parla del giorno sidereo...Andava alla ricerca di un campione sempre più affidabile per la misura di intervalli di tempo, e si è fermato al Sole in meridiano.
Non abbiamo modo di chiedergli spiegazioni...ma tempo fa scrissi ad un fisico americano esperto di relatività, perché c’era un punto per me inspiegabile delle lezioni di RF sulla relatività, quello dell’eccesso di raggio di curvatura ( v. anche “Sei lezioni meno facili” del Nostro, ed. Adelphi, pagine finali) , dove RF piazzava una formula senza prima giustificarla. Mi rispose che F talvolta faceva cosi, per non dare eccessive spiegazioni. E mi spiegò lui le cose per bene.
Se confrontiamo 10, 100, 1000 clessidre uguali (per quanto possibile), e vediamo che dopo 10, 100, 1000... capovolgimenti ciascuna c’è un buon accordo tra i risultati, possiamo dire che la clessidra è uno strumento di misura sufficientemente affidabile, mi pare.
@Faussone
[Feynman] all'inizio dice "on the average" ma poi nella parte incriminata non ribadisce
non so con precisione, ma non credo che Feynman fosse abituato a ribadire, per far capire che cosa voleva significare.
Per me, ripeto, non è andato oltre l’esempio del passaggio del Sole in meridiano, per non complicare troppo la questione e dover dare ulteriori, lunghe spiegazioni. Neppure parla del giorno sidereo...Andava alla ricerca di un campione sempre più affidabile per la misura di intervalli di tempo, e si è fermato al Sole in meridiano.
Non abbiamo modo di chiedergli spiegazioni...ma tempo fa scrissi ad un fisico americano esperto di relatività, perché c’era un punto per me inspiegabile delle lezioni di RF sulla relatività, quello dell’eccesso di raggio di curvatura ( v. anche “Sei lezioni meno facili” del Nostro, ed. Adelphi, pagine finali) , dove RF piazzava una formula senza prima giustificarla. Mi rispose che F talvolta faceva cosi, per non dare eccessive spiegazioni. E mi spiegò lui le cose per bene.
@Shackle
Ok, mi pare abbiamo espresso i nostri punti di vista.
Amen.
Ok, mi pare abbiamo espresso i nostri punti di vista.
Amen.

"Shackle":
Se confrontiamo 10, 100, 1000 clessidre uguali (per quanto possibile), e vediamo che dopo 10, 100, 1000... capovolgimenti ciascuna c’è un buon accordo tra i risultati, possiamo dire che la clessidra è uno strumento di misura sufficientemente affidabile, mi pare.
Ecco secondo me la differenza con il giorno solare (oppure giorno siderale) e' che non abbiamo a disposizione tante 'copie' identiche da poter avviare contemporaneamente per controllare il loro accordo dopo 10, 100, 1000...cicli di ciascuno.
Quello che possiamo solo dire e' se c'e' o meno un accordo tra uno di essi (giorno solare o siderale) ed il numero di inversioni di una (delle tante) clessidre quando questi (i giorni solari o siderali) sono ripetuti 10, 100, 1000...volte.
[Edit] un punto a sfavore della costanza del giorno solare e' che noi sappiamo del processo di rivoluzione della Terra intorno al Sole secondo un'orbita ellittica. Per cui sappiamo --in forza delle leggi di Newton applicate nel contesto del 'suo' tempo universale -- che la durata del giorno solare non puo' rimanere costante nel corso dell'anno (al solito costante rispetto ad un 'mitico/ipotetico' orologio che segna il tempo universale di Newton).
Be’ , 10 o 100 , o anche 1000 giorni ce li abbiamo, ma certo non tutti insieme
!
Le osservazioni astronomiche durano da secoli e dureranno ancora per molto tempo, si spera! Comunque gli orologi atomici moderni, e quelli futuri, ormai sono svincolati dal “Sole e l’altre stelle “, per dirla con Dante. La definizione del “secondo” attualmente in vigore (spero di essere aggiornato) è la seguente :
la durata di 9 192 631 770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini, da (F=4, MF=0) a (F=3, MF=0), dello stato fondamentale dell'atomo di cesio-133»[1]
Questa definizione, ed il valore della costante fisica, sono stati confermati nel 2018 dalla 26ª CGPM.[2]
che ho tratto da questa voce di Wikipedia : https://it.wikipedia.org/wiki/Secondo
e non c’è più traccia delle vecchie definizioni che si basavano su fenomeni celesti. È anche interessante l’appendice 3 di questo documento :
https://web.archive.org/web/20210204120 ... M/db/26/1/
Ok, anch’io penso che abbiamo sviscerato abbastanza la domanda di partenza, e introdotto nuovi argomenti, perciò mi fermerei qui. Poi c’è la filosofia del tempo, ma ne faccio volentieri a meno.

Le osservazioni astronomiche durano da secoli e dureranno ancora per molto tempo, si spera! Comunque gli orologi atomici moderni, e quelli futuri, ormai sono svincolati dal “Sole e l’altre stelle “, per dirla con Dante. La definizione del “secondo” attualmente in vigore (spero di essere aggiornato) è la seguente :
la durata di 9 192 631 770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini, da (F=4, MF=0) a (F=3, MF=0), dello stato fondamentale dell'atomo di cesio-133»[1]
Questa definizione, ed il valore della costante fisica, sono stati confermati nel 2018 dalla 26ª CGPM.[2]
che ho tratto da questa voce di Wikipedia : https://it.wikipedia.org/wiki/Secondo
e non c’è più traccia delle vecchie definizioni che si basavano su fenomeni celesti. È anche interessante l’appendice 3 di questo documento :
https://web.archive.org/web/20210204120 ... M/db/26/1/
Ok, anch’io penso che abbiamo sviscerato abbastanza la domanda di partenza, e introdotto nuovi argomenti, perciò mi fermerei qui. Poi c’è la filosofia del tempo, ma ne faccio volentieri a meno.
A questo punto facciamo cifra tonda e arriviamo al post #80.
Grazie a tutti... e' stato veramente istruttivo
Grazie a tutti... e' stato veramente istruttivo

