Studio dei radicali
Oggi apro un nuovo argomento, visti i tempi che mi si stringono non posso dedicarmi a solo uno per volta.
l'argomento che non capisco è l'applicazione della proprietà invariantiva per effettuare il prodotto o divisione tra radicali con indice diverso, in pratica una volta trovato il mcm sull'indice non capisco come si applica il prodotto o la divisione sui radicandi e relativo esponente!
scrivo l'esempio del libro per spiegare bene quello che non ho capito!
ecco quello che non capisco è come ha estrapolato gli esponenti dei radicandi! a occhio sembrano i precedenti indici ma non sono rispettivamente messi sugli stessi radicali ma invertiti o una cosa del genere.
non so se mi sono spiegato!
l'argomento che non capisco è l'applicazione della proprietà invariantiva per effettuare il prodotto o divisione tra radicali con indice diverso, in pratica una volta trovato il mcm sull'indice non capisco come si applica il prodotto o la divisione sui radicandi e relativo esponente!
scrivo l'esempio del libro per spiegare bene quello che non ho capito!
per calcolare $root(3)(4)*root()(3)$, visto che i due radicali sono irriducibili e che il primo ha indice $3$ ed il secondo ha indice $2$, li trasformiamo dapprima in modo che abbiano indice $6$, che è il mcm fra $3$ e $2$, poi moltiplichiamo.
$root(3)(4)*root()(3)=$$root(6)(4^2)$ "indice ed esponente del radicando si moltiplicano per $2$ " $root(6)(3^3)$ " indice ed esponente del radicando si moltiplicano per $3$"
il risultato è: $root(6)(4^2)*3^3$
ecco quello che non capisco è come ha estrapolato gli esponenti dei radicandi! a occhio sembrano i precedenti indici ma non sono rispettivamente messi sugli stessi radicali ma invertiti o una cosa del genere.
non so se mi sono spiegato!
Risposte
in riferimento al dilemma, se non capisco male la differenza sta nella simbologia sulla radice che dovrebbe essere specificata, ma quella sopra menzionata non esiste da nessuna parte!
(simbolo [tex]\sqrt[m]{\cdot}^{\text{alg}}[/tex]) scrita più e meno così che ho visto sopra.
ora posta la prima serie di pagine il resto sono già indicate e non penso proprio che questa spiegazioni sia più avanti.
riguardo al discorso se esiste o meno un argomento affrontato in precedenza posso dire che esiste il libro 1 di algebra ma li dava solo accenni, mostrava la teoria della radice di due con la diagonale sul quadrato e definiva il concetto di approssimazione, poi se mi è sfuggito tale particolare doveva essere scritto proprio in piccolo e in poco spazio!
buona lettura, devo fare così perché di preciso non so cosa dovete verificare.
http://i49.tinypic.com/20a5f2f.jpg
http://i49.tinypic.com/2wpt46o.jpg
http://i48.tinypic.com/2i95swp.jpg
http://i48.tinypic.com/2nq5v9t.jpg
http://i47.tinypic.com/w15wep.jpg
http://i47.tinypic.com/2m2gh07.jpg
http://i49.tinypic.com/2ldeecl.jpg
http://i47.tinypic.com/33ortxj.jpg
http://i48.tinypic.com/2ibpbbd.jpg
http://i47.tinypic.com/2dmf5n7.jpg
il resto si trova sul link precedenti
(simbolo [tex]\sqrt[m]{\cdot}^{\text{alg}}[/tex]) scrita più e meno così che ho visto sopra.
ora posta la prima serie di pagine il resto sono già indicate e non penso proprio che questa spiegazioni sia più avanti.
riguardo al discorso se esiste o meno un argomento affrontato in precedenza posso dire che esiste il libro 1 di algebra ma li dava solo accenni, mostrava la teoria della radice di due con la diagonale sul quadrato e definiva il concetto di approssimazione, poi se mi è sfuggito tale particolare doveva essere scritto proprio in piccolo e in poco spazio!
buona lettura, devo fare così perché di preciso non so cosa dovete verificare.
http://i49.tinypic.com/20a5f2f.jpg
http://i49.tinypic.com/2wpt46o.jpg
http://i48.tinypic.com/2i95swp.jpg
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http://i47.tinypic.com/2dmf5n7.jpg
il resto si trova sul link precedenti
"giammaria":
In assenza di specifica indicazione contraria, i radicali vengono sempre intesi come radicali algebrici; se si vuole fare diversamente, si abbia almeno la compiacenza di segnalarlo con un simbolo apposito. Altrimenti non ci si capisce più!
Che io sappia, il simbolo [tex]\sqrt[n]{\cdot}[/tex] indica il radicale aritmetico, mentre il simbolo [tex]\sqrt[n]{\cdot}^{\text{alg}}[/tex] indica quello algebrico. Inoltre, per chi distingue tra questi due radicali, se [tex]n[/tex] è pari, sia ha che [tex]\sqrt[n]{\cdot}^{\text{alg}}=\pm\sqrt[n]{\cdot}[/tex]. Il problema è che il simbolo di radicale aritmetico viene inteso come simbolo di radicale algebrico quando l'indice di radice è dispari e resta inteso come simbolo di radicale aritmetico quando l'indice di radici è pari. In altri termini, è un problema di nomenclatura e simbologia.
"Fiammetta.Cerise":
[quote="Emanuelehk"]l'errore generico sta nelle leggi riguardo gli esami come privatista, invece di addensarle in un unico momento di un anno, dovrebbero distribuirle o per semestri o addirittura per quadrimestri perché tutto in un solo fiato è veramente una richiesta enorme, per tanto poco che possano chiederti alla fine, perché quel "poco" non puoi sapere di che si tratta e quindi devi avere a mente tutto!
una curiosità però me la devo togliere![]()
per fiammetta
che voto hai medio sulle varie materie?
e in matematica? se in matematica hai meno di 9 allora il 6 per me diventa distante!
e il resto della classe cosa ha in media?
questo se non compromette la tua privacy e principi morali e filosofici aggiungiamo pure etici e politici![]()
Beh, frequentando comunque un liceo classico, anche se maxisperimentale (p.n.i.+bilinguismo), sono più portata per le materie umanistiche e mi ci trovo meglio!
Quanto alle medie dipende, riporto quelli della pagella vista ieri

italiano(è la mia preferita): 9
latino: 8
greco: 9
francese: 8
inglese: 7
storia: 8
geografia: 7
storia dell'arte: 7
matematica P.N.I.: 7 (ma in realtà poteva anche essere otto uffi

religione: "molto"
ed. fisica: 9
Il resto della classe (siamo in 32) ha una media piuttosto buona. E' raro trovare dei nullafacenti o gente con poca voglia di studiare che scelgono un liceo. Chi decide di frequentarlo deve essere predisposto per uno studio molto teorico e poco pratico. Certo, c'è chi ha la media del 9 e chi del 6, salvo alcune eccezioni con sospensione del giudizio (quasi sempre in matematica/latino/greco), però i professori non possono di certo lamentarsi!

Beh allora mi insegnerai italiano!

per inglese sto usando un sito su internet si chiama livemocha e mi sono iscritto, certo è che dovrei fare prove pratiche scritte ma soprattutto parlate, ma non ho tempo di fare pure questo perché sono dentro certi limiti che mi sono imposto nel programma e se rallento facendo queste prove anche se molto utili poi studio metà cose, vedrò sul finale di fare questo tipo di pratica.
riguardo al tuo corso ci vuole coraggio ad affrontarlo

non so quale sia stata la tua motivazione ma greco e latino non saprei dove spenderli sul lavoro! a meno che vuoi fare dei libri al riguardo, in tal caso auguri!
ho visto per puro caso alcune lezioni universitarie uninettuno che ho scaricato e ho visto la prof o in certi casi il prof quasi fuori di testa con l'attenzione e la metodica che usava per tradurre quelle cose!
Se avessi la tua età (ma con la testa di oggi


Indirizzo finale medicina chirurgia o robette del genere in campo sanitario

"Fiammetta.Cerise":
E' raro trovare dei nullafacenti o gente con poca voglia di studiare che scelgono un liceo. Chi decide di frequentarlo deve essere predisposto per uno studio molto teorico e poco pratico. Certo, c'è chi ha la media del 9 e chi del 6, salvo alcune eccezioni con sospensione del giudizio (quasi sempre in matematica/latino/greco), però i professori non possono di certo lamentarsi!



I miei voti ai tempi del liceo: Italiano 3, Latino 2, Inglese 5, Storia 6, Filosofia 6, Chimica N.P., Biologia N.P., Storia dell'Arte N.P., Scienze 6... Mai aperto un libro di Matematica alla pagina indicata dal prof. in 5 anni di liceo, mai andato a scuola oltre il 20 maggio, mai stato in classe durante l'ora di italiano, raramente durante l'ora di latino, mai fatta una interrogazione di inglese (letteratura) rispondendo a più di due domande... insomma, o io sono la personificazione dell'anarchia e dell'indisciplina scolastica o tu sei capitata in una classe che è una bomboniera!
distribuiamo i confetti allora
a te wizard perché non so come ti hanno promosso e ancora più incredibile come hai compreso tutto il resto in matematica o comunque aver affrontato l'università, alla Fiammetta perché dimostra che al giorno d'oggi i ragazzi sono più disciplinati! anche se con li piccole statistiche che ho non vedo tutta questa disciplina, forse sarà l'aria buona di montagna dove caos e bordello sono minori che in pianura!

@ WiZaRd: No, non ci posso credere WiZaRd
Da quello che scrivi nel forum e da come lo scrivi non si direbbe mai
@EmanueleHK: eh sì forse sarà l'aria delle montagne aostane ^^ (che molte volte costringe a stare rinchiusi in casa -.- ora ad esempio sta diluviando e ci sono 4 gradi centigradi
)

Da quello che scrivi nel forum e da come lo scrivi non si direbbe mai

@EmanueleHK: eh sì forse sarà l'aria delle montagne aostane ^^ (che molte volte costringe a stare rinchiusi in casa -.- ora ad esempio sta diluviando e ci sono 4 gradi centigradi

per fiammetta, toglimi una curiosità, in ed fisica ti ha interrogato? ti ha fatto fare delle prove scritte?
a quanto pare io avrò una prova orale e scritta in ed fisica
gli parlerò di nuoto, sono abbastanza bravino ma solo in quello 
p.s.
da me è grandinato fino a pochi minuti fa!
a quanto pare io avrò una prova orale e scritta in ed fisica


p.s.
da me è grandinato fino a pochi minuti fa!
Addirittura !
Nono, facciamo solo sport pratico ^^
Nono, facciamo solo sport pratico ^^
ultima curiosità per Fiammetta viste le acrobazie di Wizard:D
quanto hai dedicato allo studio sui libri? in pratica, ad un ora di lezione di matematica, quante ore corrispondono di studio sui libri? tanto per curiosare dove hai compreso quello che sai, anche se a dire il vero non è una vera e propria misura da confrontare!
quanto hai dedicato allo studio sui libri? in pratica, ad un ora di lezione di matematica, quante ore corrispondono di studio sui libri? tanto per curiosare dove hai compreso quello che sai, anche se a dire il vero non è una vera e propria misura da confrontare!
Beh dipende da tanti fattori. In genere l'idea del liceo è poche ore a scuola e tante a casa. Quando andavo a scuola ogni giorno dovevo studiare per minimo tre ore, ma spesso ero costretta anche ad arrivare alle 5 e alle 6 ore di studio (soprattutto il venerdì perchè il sabato aveva 6 ore di materie diverse: matematica-latino-storia-greco-italiano-francese). Matematica sinceramente la studio solo il giorno prima delle lezioni in classe (quindi quattro volte a settimana), e ad un'ora di lezione di matematica corrispondono circa due orette a casa, soprattutto di esercizio pratico. Poi dipende sempre dall'argomento

bene, più che altro te l'ho chiesto per capire quanto incide l'insegnante a scuola in rapporto alle ore che fai a casa e a quanto pare incide molto anche perché presumo siano le ore di tutte le materie, oppure se sono solo di matematica per le altre ne fai di meno!
visto che sei una greca esperta
ti chiedo se sai la differenza tra le scritture che indicano il numero due che sono : (bi) e (di), in pratica se ha qualche motivo particolare per essere scelte l'uno o l'altro in una parola composta da questi prefissi!
mi serve in chimica che non mi sembra che l'hai affrontata, ma questo non è importate se sai dare una motivazione descritta sopra, ti faccio un esempio dove purtroppo non riesco a distinguere la motivazione di usare l'uno o l'altro prefisso, se è solo perché suona meglio o se ha qualche motivo diverso.
Tieni presente che la parola o suffisso (ossido) è la prima ad essere scritta, poi segue l'altra indipendentemente dalla posizione della formula chimica,poi considera che ho messo il trattino per distinguere il prefisso ma si legge tutto attaccato (sono sicuro che sai meglio di me queste cose).
SO2 è il (bi-ossido di zolfo) è una molecola composta da un atomo di S (zolfo) e una molecola di ossigeno (O2)
N2O è il mono-ssido di di-azoto, è una molecola di azoto (N2) e un atomo di ossigeno (O)
NO2 è il di-ossido di azoto un atomo di azoto (N) e una molecola di ossigeno (O2)
Al2O3 è il tri-ossido di di-alluminio sono 2 un atomi di alluminio (Al) e una molecola di ozono (O3) o tre atomi di (O) ossigeno.
come puoi notare bi-ossido e di-ossido sono sempre riferite alla molecola (O2) eppure hanno due prefissi diversi.
oppure viene chiamato di-alluminio al posto di bi-alluminio, di-azoto al posto di bi-azoto
adesso non perderti nelle formule scritte
le ho citate solo di esempio, se hai qualche motivazione di carattere linguistico bene, altrimenti devo trovare qualche altro motivo che ora sul libro non lo indica o non l'ho notato.
Purtroppo il libri fanno abbastanza schifo, ne sto usando 2 di chimica per compensare le mancanze che spesso capitano...non so a scuola come cavolo fanno a saltarci fuori con il libro che gli hanno proposto, ha dei buchi enormi tra un argomento e l'altro! mentre l'altro che ho preso io manca di alcuni aspetti caratteristici fondamentali per definire una proprietà e in un qualche modo li compenso con l'altro o internet, però è più esteso nella spiegazione di certi concetti ed esercizi svolti; sembra che gli editori mettano quello che possono dentro un testo in base al budget disponibile se non ci stanno dentro fanno su il casino dentro il libro pur di mantenere la dimensione delle richieste imposte dal ministero della scuola, a mio avviso sarebbe meglio meno cose ma meglio definite, non si deve diventare chimici in 2 anni!
Ciao.
visto che sei una greca esperta

mi serve in chimica che non mi sembra che l'hai affrontata, ma questo non è importate se sai dare una motivazione descritta sopra, ti faccio un esempio dove purtroppo non riesco a distinguere la motivazione di usare l'uno o l'altro prefisso, se è solo perché suona meglio o se ha qualche motivo diverso.
Tieni presente che la parola o suffisso (ossido) è la prima ad essere scritta, poi segue l'altra indipendentemente dalla posizione della formula chimica,poi considera che ho messo il trattino per distinguere il prefisso ma si legge tutto attaccato (sono sicuro che sai meglio di me queste cose).
SO2 è il (bi-ossido di zolfo) è una molecola composta da un atomo di S (zolfo) e una molecola di ossigeno (O2)
N2O è il mono-ssido di di-azoto, è una molecola di azoto (N2) e un atomo di ossigeno (O)
NO2 è il di-ossido di azoto un atomo di azoto (N) e una molecola di ossigeno (O2)
Al2O3 è il tri-ossido di di-alluminio sono 2 un atomi di alluminio (Al) e una molecola di ozono (O3) o tre atomi di (O) ossigeno.
come puoi notare bi-ossido e di-ossido sono sempre riferite alla molecola (O2) eppure hanno due prefissi diversi.
oppure viene chiamato di-alluminio al posto di bi-alluminio, di-azoto al posto di bi-azoto
adesso non perderti nelle formule scritte

Purtroppo il libri fanno abbastanza schifo, ne sto usando 2 di chimica per compensare le mancanze che spesso capitano...non so a scuola come cavolo fanno a saltarci fuori con il libro che gli hanno proposto, ha dei buchi enormi tra un argomento e l'altro! mentre l'altro che ho preso io manca di alcuni aspetti caratteristici fondamentali per definire una proprietà e in un qualche modo li compenso con l'altro o internet, però è più esteso nella spiegazione di certi concetti ed esercizi svolti; sembra che gli editori mettano quello che possono dentro un testo in base al budget disponibile se non ci stanno dentro fanno su il casino dentro il libro pur di mantenere la dimensione delle richieste imposte dal ministero della scuola, a mio avviso sarebbe meglio meno cose ma meglio definite, non si deve diventare chimici in 2 anni!
Ciao.
Beh, entrambi questi prefissi indicano (sia in latino che in greco) una moltiplicazioni per due (basti pensare a "dicroismo: due colori diversi", "diarchia: due persone che hanno il potere", "digramma": due consonanti oppure "dittongo": due vocali, o un'infinità di parole in bi-, come "bigamo", "biforcazione", "biunivoco" etc). In chimica non so se abbiano qualche significato particolare. A livello linguistico ti posso dire solo questo: sono due prefissi (e non suffissi) con significato pressoché analogo.
"WiZaRd":Sapevo che in senso algebrico e con $n$ pari occorre il $+-$ e volevo riferirmi al solo caso di $n$ dispari. Però da quanto dici concludo che se in un esercizio, magari di maturità, venisse chiesto di studiare una funzione del tipo $f(x)=root(3)(x^2-1)$ il corretto svolgimento dovrebbe iniziare con "Il campo di esistenza dipende dalla scuola di pensiero: secondo alcuni è l'intero campo reale, mentre secondo altri ..." e che in caso contrario un esaminatore potrebbe considerare errore quanto scritto da un preparatissimo esaminando. Mi viene voglia di mandare a sbattere fra loro un po' di teste matematiche!
Che io sappia, il simbolo [tex]\sqrt[n]{\cdot}[/tex] indica il radicale aritmetico, mentre il simbolo [tex]\sqrt[n]{\cdot}^{\text{alg}}[/tex] indica quello algebrico. Inoltre, per chi distingue tra questi due radicali, se [tex]n[/tex] è pari, sia ha che [tex]\sqrt[n]{\cdot}^{\text{alg}}=\pm\sqrt[n]{\cdot}[/tex]. Il problema è che il simbolo di radicale aritmetico viene inteso come simbolo di radicale algebrico quando l'indice di radice è dispari e resta inteso come simbolo di radicale aritmetico quando l'indice di radici è pari. In altri termini, è un problema di nomenclatura e simbologia.
Diciamo che dipende da come "la vuole mettere nome" colui che elabora l'esercizio...
"Fiammetta.Cerise":
Beh, entrambi questi prefissi indicano (sia in latino che in greco) una moltiplicazioni per due (basti pensare a "dicroismo: due colori diversi", "diarchia: due persone che hanno il potere", "digramma": due consonanti oppure "dittongo": due vocali, o un'infinità di parole in bi-, come "bigamo", "biforcazione", "biunivoco" etc). In chimica non so se abbiano qualche significato particolare. A livello linguistico ti posso dire solo questo: sono due prefissi (e non suffissi) con significato pressoché analogo.
adesso mi sto divertendo su fisica, ma ogni tanto sbircio anche qua!
quindi non c'è differenza linguistica allora posso dire: "digamo", "diforcazione", "diunivoco" e ovviamente bittongo


se mi dici, no c'è differenza, allora va a gusti in base al suono se così fosse sarebbe un bel casino saltarci fuori!
La parola "analogo" l'avevo studiata in biologia ma ora non me la ricordo

mi sto rileggendo tutto dall'inizio e come prima ricado su un punto che secondo me si contraddice
http://i48.tinypic.com/2i95swp.jpg
al terzo punto verde in alto dice che la radice di 2 non appartiene a nessun elemento k o h e che tale numero fa da elemento separatore, in pratica presa la retta continua definita dai numeri reali il punto (a) è l'elemento separatore di h e k che sono i valori decimali che si addensano su di esso, però continuando dove ci sono i quadrati verdi dei paragrafi sotto sembra si contraddica in quanto afferma (tutt'al più uguali), ma se sono uguali allora cosa cavolo separa questo numero??
già decifrare il sistema con il quale ha voluto definire queste proprietà mi ha fatto diventare abbastanza scemo, poi se comincia a farmi contraddizioni sono a posto!
ah forse ci sono arrivato, sta riferendosi agli stessi numeri razionali di h o di k, in pratica il più grande fra essi oppure lo stesso maggiore degli elementi di cui fa parte!
ma come si fa ad inventarsi un modo così contorto per descrivere una cosa? sembra proprio che ci sia una specie di eccitazione ha complicare le cose agli altri.
2 pagine di rimbecillimento su questa cosa, non bastava dire che esiste un numero reale (a) che è unico ed ogni numero razionale che vi si avvicina (si addensa) è minore per difetto o maggiore per eccesso rispetto ad esso e fa da elemento separatore fra i due insiemi, quello per difetto h e quello per eccesso k.
poi un bel disegnino e qualche esercizietto risolto ed ero a posto!
niente, terminando la pagina mi sono perso!
aggiungo, leggendo la pagina successiva mi manda ancora più in palla, fa rifermento ai numeri razionali che hanno elemento separatore mentre gli irrazionali non ce l'hanno, quindi di questi cavolo di elementi separatori di cui ha parlato per 3 pagine non ho capito un cappero!
mi viene da chiedermi chi è questo elemento separatore? se non il numero stesso considerato? cioè il numero irrazionale o razionale che sta in mezzo?
se non c'è elemento separatore per un numero irrazionale allora cosa cavolo mi hanno vedere un numero sotto radice e ai lati tanti numeri decimali per difetto o per eccesso? non dovrebbero esserci visto che questo numero non è separato da niente, quasi come se lui stesso non esistesse.
http://i48.tinypic.com/2i95swp.jpg
al terzo punto verde in alto dice che la radice di 2 non appartiene a nessun elemento k o h e che tale numero fa da elemento separatore, in pratica presa la retta continua definita dai numeri reali il punto (a) è l'elemento separatore di h e k che sono i valori decimali che si addensano su di esso, però continuando dove ci sono i quadrati verdi dei paragrafi sotto sembra si contraddica in quanto afferma (tutt'al più uguali), ma se sono uguali allora cosa cavolo separa questo numero??
già decifrare il sistema con il quale ha voluto definire queste proprietà mi ha fatto diventare abbastanza scemo, poi se comincia a farmi contraddizioni sono a posto!
ah forse ci sono arrivato, sta riferendosi agli stessi numeri razionali di h o di k, in pratica il più grande fra essi oppure lo stesso maggiore degli elementi di cui fa parte!

ma come si fa ad inventarsi un modo così contorto per descrivere una cosa? sembra proprio che ci sia una specie di eccitazione ha complicare le cose agli altri.
2 pagine di rimbecillimento su questa cosa, non bastava dire che esiste un numero reale (a) che è unico ed ogni numero razionale che vi si avvicina (si addensa) è minore per difetto o maggiore per eccesso rispetto ad esso e fa da elemento separatore fra i due insiemi, quello per difetto h e quello per eccesso k.
poi un bel disegnino e qualche esercizietto risolto ed ero a posto!
niente, terminando la pagina mi sono perso!
aggiungo, leggendo la pagina successiva mi manda ancora più in palla, fa rifermento ai numeri razionali che hanno elemento separatore mentre gli irrazionali non ce l'hanno, quindi di questi cavolo di elementi separatori di cui ha parlato per 3 pagine non ho capito un cappero!
mi viene da chiedermi chi è questo elemento separatore? se non il numero stesso considerato? cioè il numero irrazionale o razionale che sta in mezzo?
se non c'è elemento separatore per un numero irrazionale allora cosa cavolo mi hanno vedere un numero sotto radice e ai lati tanti numeri decimali per difetto o per eccesso? non dovrebbero esserci visto che questo numero non è separato da niente, quasi come se lui stesso non esistesse.
Buonasera!
son giunto alla fine dell'ultima pagina indicata qua sul forum studiando il tutto una seconda volta; tralasciando la prima parte che mi ha rimbecillito e sperando che non mi vengano a chiedere le definizioni capillari presenti nelle prime pagine, riguardo al modulo e alle varie condizioni poste sul modo in cui affronta i radicali questo libro ho capito quanto segue :
1) riguardo al disguido posto sulla frase "abbiamo specificato" che è stata posta in precedenza, ho pensato che si riferisce al fatto che fin dall'inizio ha considerato i numeri R positivi e lo zero nel definire le varie proprietà successive, se non è così allora non so che dire.
2) tutti i discorsi sui moduli si incentrano sull'esponente del radicando e sulle condizioni (che ora non so dargli un nome, diciamo di positività):
@ se è pari dopo averlo reso irriducibile, allora non è necessario porre alcun modulo ai fattori che compaiono
@ se l'esponente è dispari allora possono manifestarsi due situazioni; se è dispari prima della semplificazione del radicale si pongono le condizioni che sia positivo e quindi dopo averlo semplificato non è necessario porre il modulo , mentre se l'esponente (del radicando) è pari prima di averlo semplificato ma diventa dispari dopo averlo semplificato allora in tale caso si indica il modulo dopo la semplificazione!
gli esempi sono indicati nellle ultime 2 pagine, in particolare con riferimento al letterale (a) dove nell'esempio 2 e 4 mostra queste diverse situazioni.
ora però mi sto chiedendo, e se invece di mettere il modulo ponessi la condizione di esistenza cosa cambierebbe? ovviamente questa considerazione non la si può fare nel radicando elevato a potenza dispari se poi lo si può semplificare (esempio 4), cioè non valuto l'ipotesi di mettere il modulo ad un radicando con esponente dispari che sia semplificabile.
ci sarebbero anche alcune considerazioni da fare che sono poste sulla penultima pagina in alto a destra nello schema che mi daranno parecchio da fare, anche il fatto che (-a) non è detto che sia negativo come pure (a) non è detto che sia positivo.
Insomma alla tipa del libro gli (si dice gli o le?)
piacciono le condizioni! ma devo dire pure gli insiemi dove mi tira matto!
ho rubato la @ alla Fiammetta
se vuoi che ti citi ogni volta sarà fatto
son giunto alla fine dell'ultima pagina indicata qua sul forum studiando il tutto una seconda volta; tralasciando la prima parte che mi ha rimbecillito e sperando che non mi vengano a chiedere le definizioni capillari presenti nelle prime pagine, riguardo al modulo e alle varie condizioni poste sul modo in cui affronta i radicali questo libro ho capito quanto segue :
1) riguardo al disguido posto sulla frase "abbiamo specificato" che è stata posta in precedenza, ho pensato che si riferisce al fatto che fin dall'inizio ha considerato i numeri R positivi e lo zero nel definire le varie proprietà successive, se non è così allora non so che dire.
2) tutti i discorsi sui moduli si incentrano sull'esponente del radicando e sulle condizioni (che ora non so dargli un nome, diciamo di positività):
@ se è pari dopo averlo reso irriducibile, allora non è necessario porre alcun modulo ai fattori che compaiono
@ se l'esponente è dispari allora possono manifestarsi due situazioni; se è dispari prima della semplificazione del radicale si pongono le condizioni che sia positivo e quindi dopo averlo semplificato non è necessario porre il modulo , mentre se l'esponente (del radicando) è pari prima di averlo semplificato ma diventa dispari dopo averlo semplificato allora in tale caso si indica il modulo dopo la semplificazione!
gli esempi sono indicati nellle ultime 2 pagine, in particolare con riferimento al letterale (a) dove nell'esempio 2 e 4 mostra queste diverse situazioni.
ora però mi sto chiedendo, e se invece di mettere il modulo ponessi la condizione di esistenza cosa cambierebbe? ovviamente questa considerazione non la si può fare nel radicando elevato a potenza dispari se poi lo si può semplificare (esempio 4), cioè non valuto l'ipotesi di mettere il modulo ad un radicando con esponente dispari che sia semplificabile.
ci sarebbero anche alcune considerazioni da fare che sono poste sulla penultima pagina in alto a destra nello schema che mi daranno parecchio da fare, anche il fatto che (-a) non è detto che sia negativo come pure (a) non è detto che sia positivo.
Insomma alla tipa del libro gli (si dice gli o le?)

ho rubato la @ alla Fiammetta


"Emanuelehk":Ammettendo la parola "tipa" come espressione scherzosa, si dice "alla tipa del libro piacciono le condizioni!", senza alcun pronome perchè sarebbe una ripetizione. In casi in cui il pronome serve, quello giusto è "le".
... alla tipa del libro gli (si dice gli o le?)piacciono le condizioni!
Quanto ai moduli, ripeto il consiglio di infischiartene: la definizione di radicale data dal tuo libro si discosta da quella abituale negli istituti superiori, con ripercussioni sull'uso dei moduli; uno scritto fatto in sua osservanza ha buone probabilità di essere considerato sbagliato.
"giammaria":
...senza alcun pronome perchè sarebbe una ripetizione. In casi in cui il pronome serve, quello giusto è "le".
Altrimenti noto come pleonasmo.
"giammaria":Ammettendo la parola "tipa" come espressione scherzosa, si dice "alla tipa del libro piacciono le condizioni!", senza alcun pronome perchè sarebbe una ripetizione. In casi in cui il pronome serve, quello giusto è "le".
[quote="Emanuelehk"]... alla tipa del libro gli (si dice gli o le?)piacciono le condizioni!
Quanto ai moduli, ripeto il consiglio di infischiartene: la definizione di radicale data dal tuo libro si discosta da quella abituale negli istituti superiori, con ripercussioni sull'uso dei moduli; uno scritto fatto in sua osservanza ha buone probabilità di essere considerato sbagliato.[/quote]
grazie per la correzione grammaticale!
riguardo al resto se dovessi cambiare sistema con quello da te definito convenzionale mi troverei alcuni problemi, il primo è che mi tocca comprare un libro che spieghi con il modo convenzionale, secondo sperare di comprare il libro giusto, terzo adattarmi alle spiegazioni del nuovo libro perché di sicuro il libro che uso ora darà come scontata qualsiasi altra definizione che coinvolge i radicali come pure gli esercizi! visto che ho poco tempo non so se mi convenga azzardare questa soluzione!
C'è da dire che il libro usato nella scuola è praticamente lo stesso, è solo una nuova versione ma le autrici sono sempre loro, non penso che la loro idea sui radicali cambi da edizione a edizione, soprattutto allontanandosi da quello che definisci modo convenzionale.
Morale spero che la commissione che mi interrogherà conosca le posizioni del libro, al limite lo prendo su e glielo mostro.
mi interessava sapere se la mia tesi sopra è corretta considerando quanto il libro definisce! capisco che ti è difficile uscire dalle tue conoscenze ma modificare questo approccio mi è difficile, a meno che tu riesca a dirmi in poche parole e senza impegno quali sono le definizioni del metodo convenzionale....se per spiegarle ci vogliono 2 pagine allora fa lo stesso, altrimenti fai tu.
Grazie.