Perchè la matematica non va alle superiori?
Domanda gia postata su altri forum* per pluralità di informazione ma...
Secondo me è spiegata male... è troppo esercizietti per verifica e non viene spiegato il perchè... è sterile....voi cosa ne pensate??
Tnks
*
http://www.hwupgrade.it/forum/showthrea ... st18361164
http://forum.html.it/forum/showthread.p ... st10867853
Secondo me è spiegata male... è troppo esercizietti per verifica e non viene spiegato il perchè... è sterile....voi cosa ne pensate??
Tnks
*
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Risposte
"V":
[quote="Maxos"]Inoltre sottolineo l'uso del verbo "amare" dell'estratto proposto da fu^2.
Quel pezzo dà ragione a me. A quel "Gianni" si riuscì a fargli amare non dico tutto... oppure ci avremmo pensato noi in seguito a fargli amare anche il resto. Tutte espressioni che evidenziano come qualcuno sia stato la causa di questo cambiamento. Gianni è definito come il «cretino», da altri pseudo-professori tanto che si dice ancora: era uscito analfabeta e con l'odio per i libri.
La bellezza centra, ma qualcuno te la deve far notare se non riesci a vederla.[/quote]
questo è compito dei professori... solo una cosa infatti: un conto è sapere, un conto è saper comunicare quello che si sa in modo esatto.
però non è unicamente colpa loro della situazione...(anzi solo in piccolissima parte) alla fine loro devono spiegare quello che c'è nel programma e se i programmi son lenti e ripetitivi è dura rendere sempre interessanti le cose...
soprattutto a gente a cui nn gliene frega niente di quello che l'insegante dice...
a gente che "Per esempio consideravano il gioco e le vacanze un diritto, la scuola un sacrificio. Non avevano mai sentito dire che a scuola si va per imparare e che andarci è un privilegio.
Il maestro per loro era dall'altra parte della barricata e conveniva ingannarlo. Cercavano perfino di copiare."
per rimanere in tema

"V":
@ Fioravante Patrone
Vado OT,
devo prendere il suo intervento come una toccata e fuga, o posso dire "ben tornato tra noi"
Avevo detto:
"non posterò più nulla su questioni di matematica, tranne che nella sezione di TdG"
Ciao!
"Maxos":
Inoltre sottolineo l'uso del verbo "amare" dell'estratto proposto da fu^2.
Quel pezzo dà ragione a me. A quel "Gianni" si riuscì a fargli amare non dico tutto... oppure ci avremmo pensato noi in seguito a fargli amare anche il resto. Tutte espressioni che evidenziano come qualcuno sia stato la causa di questo cambiamento. Gianni è definito come il «cretino», da altri pseudo-professori tanto che si dice ancora: era uscito analfabeta e con l'odio per i libri.
La bellezza centra, ma qualcuno te la deve far notare se non riesci a vederla.
Per essere stringato sottocrivo quanto detto da fu^2 e Lorenzo.
Inoltre sottolineo l'uso del verbo "amare" dell'estratto proposto da fu^2.
Si ritorna alla mia "teoria estetica".
Inoltre sottolineo l'uso del verbo "amare" dell'estratto proposto da fu^2.
Si ritorna alla mia "teoria estetica".
"V":
@ fu^2
Si si hai fatto bene a introdurre questo nuovo elemento. Io non ho letto il libro, ma ricordavo solamente qualche recensione, quindi ti ho fatto quella domanda per essere sicuro di quello che dicevo.
allora te lo consiglio, in una sera te lo leggi! ed è bellissimo...

@ fu^2
Si si hai fatto bene a introdurre questo nuovo elemento. Io non ho letto il libro, ma ricordavo solamente qualche recensione, quindi ti ho fatto quella domanda per essere sicuro di quello che dicevo. Comunque non mi pare che la critica sia verso gli studenti...
@ Fioravante Patrone
Vado OT,
devo prendere il suo intervento come una toccata e fuga, o posso dire "ben tornato tra noi"
Si si hai fatto bene a introdurre questo nuovo elemento. Io non ho letto il libro, ma ricordavo solamente qualche recensione, quindi ti ho fatto quella domanda per essere sicuro di quello che dicevo. Comunque non mi pare che la critica sia verso gli studenti...
@ Fioravante Patrone
Vado OT,
devo prendere il suo intervento come una toccata e fuga, o posso dire "ben tornato tra noi"

"V":
fu^2 ma Lettera a una professoressa non è una critica alla scuola italiana?
e qui che stiamo facendo?-.-
il problema di fondo della nostrqa discussione sta nella scuola e in chi li frequenta, cose che son ben descritte nel libro.. e negli spezzoni che ho messo...
non trovi?

Lettera a una professoressa è un libro straordinario.
Criticabile e criticato. Ma uno dei libri che, allo stesso tempo, mostrano che qualcosa di profondo sta cambiando e contribuiscono al cambiamento.
Non a caso è del 1967.
Quando l'ho letto, mi ha regalato nuove chiavi di lettura del mondo.
Criticabile e criticato. Ma uno dei libri che, allo stesso tempo, mostrano che qualcosa di profondo sta cambiando e contribuiscono al cambiamento.
Non a caso è del 1967.
Quando l'ho letto, mi ha regalato nuove chiavi di lettura del mondo.
"Lorenzo Pantieri":
Se un ricercatore universitario è pagato poco la colpa non è degli studenti.
Fuori uno...
"Lorenzo Pantieri":
Se la società e la televisione propongono il modello "ottieni tutto senza alcuna fatica" anziché "ottieni poco con fatica e impegno" (che dovrebbe essere il motto di chi studia matematica), la colpa non è degli studenti: la colpa di molti studenti sta nel scegliere di aderire a questo modello, scaricando la colpa della loro poca voglia di studiare sugli insegnanti.
Come mai nessuno li dissuade da questa strampalata idea, lasciandoli aderire al modello da te descritto?
"Lorenzo Pantieri":
Tuttavia, ammettiamo che il dato sia vero. Non potrebbe significare, semplicemente, che gli studenti finlandesi sono disposti a farsi il mazzo di più di quelli italiani? Perché è sempre così difficile dire che qualcuno è più bravo di noi, e bisogna sempre dare la colpa a qualcun altro?
Certo può essere, ma lo escluderi. Gli studenti più o meno volenterosi ci sono ovunque, i contesti formativi (corpo docente, strutture, ecc.) eccellenti, no.
"Lorenzo Pantieri":
Allargando il discorso, se gli studenti della scuola italiana non sanno la matematica, perché dare la colpa agli insegnanti e non ai presidi? O al personale amministrativo? O ai tecnici di laboratorio? O ai bidelli?
Certamente e sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere della loro inadeguatezza. Assolverei i bidelli però.
fu^2 ma Lettera a una professoressa non è una critica alla scuola italiana?
aggiungo che per inquadrare il problema ancora oggi è utile rileggersi "LETETRE A UNA PROFESSORESSA"
Io l'ho letto ieri per la prima volta e mi ha colpito parecchio...
ne cito alcune parti che però vanno rilette in chiave moderna... la distinzione non è più tra ricchi e poveri in italia, ma tra italiani=ricchi - che sono la maggior parte - ed extracomunitari=poveri: la situazione si è ribaltata ed è per questo che la scuola sta subendo una involuzione piuttosto che una evoluzione...
sono graditi commenti, in quanto non ritengo che sia OT
una cosa è certa, lo trovo quasi attuale...
Io l'ho letto ieri per la prima volta e mi ha colpito parecchio...
ne cito alcune parti che però vanno rilette in chiave moderna... la distinzione non è più tra ricchi e poveri in italia, ma tra italiani=ricchi - che sono la maggior parte - ed extracomunitari=poveri: la situazione si è ribaltata ed è per questo che la scuola sta subendo una involuzione piuttosto che una evoluzione...
sono graditi commenti, in quanto non ritengo che sia OT

Non c'era ricreazione. Non era vacanza nemmeno la domenica.
Nessuno di noi se ne dava gran pensiero perchè il lavoro è peggio. Ma ogni borghese che capitava a visitarci faceva una polemica su questo punto.
Un professorone disse: «Lei reverendo non ha studiato pedagogia. Polianski dice che lo sport è per il ragazzo una necessità fisiopsico...»
Parlava senza guardarci. Chi insegna pedagogia all'Università, i ragazzi non ha bisogno di guardarli. Li sa tutti a mente come noi si sa le tabelline.
Finalmente andò via e Lucio che aveva 36 mucche nella stalla disse: «La scuola sarà sempre meglio della merda».
Dopo l'istituzione della scuola media a Vicchio arrivarono a Barbiana anche ragazzi di paese. Tutti bocciati, naturalmente.
Apparentemente il problema della timidezza per loro non esisteva. Ma erano contorti in altre cose.
Per esempio consideravano il gioco e le vacanze un diritto, la scuola un sacrificio. Non avevano mai sentito dire che a scuola si va per imparare e che andarci è un privilegio.
Il maestro per loro era dall'altra parte della barricata e conveniva ingannarlo. Cercavano perfino di copiare. Gli ci volle del tempo per capire che non c'era registro.
Anche sul sesso gli stessi sotterfugi. Credevano che bisognasse parlarne di nascosto. Se vedevano un galletto su una gallina si davano le gomitate come se avessero visto un adulterio.
Comunque sul principio era l'unica materia scolastica che li svegliasse. Avevamo un libro di anatomia . Si chiudevano a guardarlo in un cantuccio. Due pagine erano tutte consumate.
La seconda soddisfazione fu di cambiare finalmente programma.
Voi li volevate tenere fermi alla ricerca della perfezione. Una perfezione che è assurda perchè il ragazzo sente le stesse cose fino alla noia e intanto cresce. Le cose restano le stesse, ma cambia lui. Gli diventano puerili tra le mani.
Per esempio in prima gli avreste riletto per la seconda o terza volta la Piccola Fiammiferaia e la neve che fiocca fiocca fiocca. Invece in seconda e terza leggete roba scritta per adulti.
Gianni non sapeva mettere l'acca al verbo avere. Ma del mondo dei grandi sapeva tante cose. Del lavoro, delle famiglie, della vita del paese. Qualche sera andava col babbo alla sezione comunista o alle sedute del Consiglio Comunale.
Voi coi greci e coi romani gli avevate fatto odiare tutta la storia. Noi sull'ultima guerra si teneva quattr'ore sénza respirare.
A geografia gli avreste fatto l'Italia per la seconda volta. Avrebbe lasciato la scuola senza aver sentito rammentare tutto il resto del mondo. Gli avreste fatto un danno grave. Anche solo per leggere il giornale.
Sandro in poco tempo s'appassionò a tutto. La mattina seguiva il programma di terza. Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri di seconda e prima.
A giugno il «cretino» si presentò alla licenza e vi toccò passarlo.
Gianni fu più difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l'odio per i libri.
Noi per lui si fecero acrobazie. Si riuscì a fargli amare non dico tutto, ma almeno qualche materia. Ci occorreva solo che lo riempiste di lodi e lo passaste in terza. Ci avremmo pensato noi in seguito a fargli amare anche il resto.
Ma agli esami una professoressa gli disse:
«Perchè vai a una scuola privata? Lo vedi che non ti sai esprimere? » «...»
Lo so anch'io che Gianni non si sa esprimere.
Battiamoci il petto tutti quanti. Ma prima voi che l'avevate buttato fuori di scuola l'anno prima.
Bella cura la vostra.
una cosa è certa, lo trovo quasi attuale...

"V":
@Lorenzo Pantieri
Prendiamo per assiomi i 3 punti da te analizzati. Ora devo evincere dal punto 1. che gli studenti finlandesi non guardino la televisione, non usino internet, né tanto mai cellulari.
Per i punti 2. e 3. mi domando cosa centrino gli studenti? Se i modelli proposti sono sbagliati o un ricercatore matematico guadagna poco, la colpa è dello studente?
[quote="Lorenzo Pantieri"]In base alla mia esperienza, gli insegnanti il loro 50% per lo più ce lo mettono, gli studenti no.
Spero siano molti questi insegnanti![/quote]
Se un ricercatore universitario è pagato poco la colpa non è degli studenti.
Se la società e la televisione propongono il modello "ottieni tutto senza alcuna fatica" anziché "ottieni poco con fatica e impegno" (che dovrebbe essere il motto di chi studia matematica), la colpa non è degli studenti: la colpa di molti studenti sta nel scegliere di aderire a questo modello, scaricando la colpa della loro poca voglia di studiare sugli insegnanti.
Che gli studenti si facciano delle pere di TV, Internet e SMS mi sembra un fatto incontrovertibile; che il modus operandi di questi media sia antitetico alla concentrazione prolungata che richiede lo studio di una disciplina astratta, complessa e cumulativa come la matematica anche.
Veniamo agli studenti finlandesi. Tanto per cominciare non so nemmeno quanto siano affidabili i dati che stabiliscano la superiorità degli studenti finlandesi rispetto a quelli italiani. Chi ha somministrato il test? Con quali criteri è stato valutato? Il risultato è davvero affidabile? Chi c'era a controllare la regolarità delle operazioni?
Tuttavia, ammettiamo che il dato sia vero. Non potrebbe significare, semplicemente, che gli studenti finlandesi sono disposti a farsi il mazzo di più di quelli italiani? Perché è sempre così difficile dire che qualcuno è più bravo di noi, e bisogna sempre dare la colpa a qualcun altro?
Allargando il discorso, se gli studenti della scuola italiana non sanno la matematica, perché dare la colpa agli insegnanti e non ai presidi? O al personale amministrativo? O ai tecnici di laboratorio? O ai bidelli?
"V":
[quote="fu^2"]se fosse solo la matematica a non andare allora sarebbe quasi chiaramente colpa degli insegnanti di matematica...
peccato che anche fisica non va (nella mia classe era più odiata che matematica), anche chimica, italiano, storia, latino (vedo la classe di mia sorella e alcune classi di amici)...
In questo caso, l'oggetto di discussione è la matematica, ma ovviamente il problema prende anche altre discipline.
[/quote]
ho fatto l'esempio di altre discipline per dire che il problema è legato non all'insegnante...
se fosse legato al modo di insegnare prorpio dell'insegnante allora una, due materie non andrebbero alle superiori, ma se il problema è generalizzato a tutte allora il nocciolo della questione sta da un altra parte: negli studenti in prima battuta e anche nei programmi ministeriali (quello che si insegna insomma)
"V":
[quote="fu^2"]Poi magicamnte vai al classico e le materie son prese più in considerazione, sono studiate di più... (ho esperienza su tre scuole differenti di classico, quindi non moltissime, però...)
Scusa ma in cosa cambiano gli studenti del classico da quelli dello scientifico? Sempre che ci siano differenze...
[/quote]
la differenza sta che lo scientifico sta diventando una scuola dove ci vanno tutti ormai, questo vuol dire che si iscrive anche gente poco motivata e questo causa un abbssamento del livello e del rendimento generale del tipo di scuola (e su questo c'è da ringrazziare la riforma della moratti sulla questione dell'ITIS, ma questo è OT).
Il classico non ha subito questo decadimento e chi si iscrive, nel 90% dei casi è motivato e sa a cosa va incontro.
"Maxos":
Dal punto di vista logico sarebbe come dire: "Mi spieghi come fai a dire di essere appassionato di musica se nella musica non ci sono problemi?"
No sarebbe come dire "Mi spieghi come fai a dire di essere appassionato di problemi della musica se nella musica non ci sono problemi?"
"Maxos":
La "didattica della matematica" è chiaramente una espressione che riassume insegnamento e apprendimento.
Permettimi di dissentire. Per didattica intendiamo: disciplina che studia i criteri e i metodi dell'insegnamento. E. gr. didaktikòs "istruttivo", drv. di didàskein "insegnare".
Ti posso concedere un'evoluzione del significato, mantendo però sempre un rapporto di causa effetto. Se insegni bene allora apprendi bene.
"Maxos":
Obiettivamente, il tuo è un cavillo, mica sto scrivendo in questo thread per partito preso contro di te, queste cose le penso davvero e oramai da qualche anno.
Vale la stessa cosa per me ovviamente.
"fu^2":
se fosse solo la matematica a non andare allora sarebbe quasi chiaramente colpa degli insegnanti di matematica...
peccato che anche fisica non va (nella mia classe era più odiata che matematica), anche chimica, italiano, storia, latino (vedo la classe di mia sorella e alcune classi di amici)...
In questo caso, l'oggetto di discussione è la matematica, ma ovviamente il problema prende anche altre discipline.
"fu^2":
Poi magicamnte vai al classico e le materie son prese più in considerazione, sono studiate di più... (ho esperienza su tre scuole differenti di classico, quindi non moltissime, però...)
Scusa ma in cosa cambiano gli studenti del classico da quelli dello scientifico? Sempre che ci siano differenze...
"Lorenzo Pantieri":
Quanto agli studenti... beh, quelli di un liceo classico sono molto, molto diversi da quelli di un professionale...
... forse la considerazione da parte degli altri?
@Lorenzo Pantieri
Prendiamo per assiomi i 3 punti da te analizzati. Ora devo evincere dal punto 1. che gli studenti finlandesi non guardino la televisione, non usino internet, né tanto mai cellulari.
Per i punti 2. e 3. mi domando cosa centrino gli studenti? Se i modelli proposti sono sbagliati o un ricercatore matematico guadagna poco, la colpa è dello studente?
"Lorenzo Pantieri":
In base alla mia esperienza, gli insegnanti il loro 50% per lo più ce lo mettono, gli studenti no.
Spero siano molti questi insegnanti!
"fu^2":
Poi magicamente vai al classico e le materie son prese più in considerazione, sono studiate di più...
c'è da chiedersi perchè...
una mano la danno sicuramnete i programmi per come sono strutturati, però il resto lo fa chi frequenta la scuola... e non parlo degli insegnanti (o almeno nn della maggior parte degli insegnanti)
Giusto. Fra l'altro, tecnicamente parlando, non c'è nessuna differenza tra un insegnante del classico e uno di un professionale: hanno gli stessi titoli di studio, la stessa abilitazione, la carriera è la stessa ... se insegni in un professionale puoi trasferirti al classico senza colpo ferire.
Quanto agli studenti... beh, quelli di un liceo classico sono molto, molto diversi da quelli di un professionale...
Sono sempre più convinto della mia conclusione: nel processo di insegnamento/apprendimento il 50% del lavoro lo fa l'insegnante, l'altro 50% lo fa lo studente, ed entrambe le metà sono necessarie per il "successo". In base alla mia esperienza, gli insegnanti il loro 50% per lo più ce lo mettono, gli studenti no.
un piccolo OT comunque...(forse non lo è neanche)
se fosse solo la matematica a non andare allora sarebbe quasi chiaramente colpa degli insegnanti di matematica...
peccato che anche fisica non va (nella mia classe era più odiata che matematica), anche chimica, italiano, storia, latino (vedo la classe di mia sorella e alcune classi di amici)...
questo in tutte le scuole, compreso il liceo scintifico!
Poi magicamnte vai al classico e le materie son prese più in considerazione, sono studiate di più...
(ho esperienza su tre scuole differenti di classico, quindi non moltissime, però...)
c'è da chiedersi perchè...
una mano la danno sicuramnete i programmi per come sono strutturati, però il resto lo fa chi frequenta la scuola... e non parlo degli insegnanti (o almeno nn della maggior parte degli insegnanti)
se fosse solo la matematica a non andare allora sarebbe quasi chiaramente colpa degli insegnanti di matematica...
peccato che anche fisica non va (nella mia classe era più odiata che matematica), anche chimica, italiano, storia, latino (vedo la classe di mia sorella e alcune classi di amici)...
questo in tutte le scuole, compreso il liceo scintifico!
Poi magicamnte vai al classico e le materie son prese più in considerazione, sono studiate di più...
(ho esperienza su tre scuole differenti di classico, quindi non moltissime, però...)
c'è da chiedersi perchè...
una mano la danno sicuramnete i programmi per come sono strutturati, però il resto lo fa chi frequenta la scuola... e non parlo degli insegnanti (o almeno nn della maggior parte degli insegnanti)
Cerchiamo di esaminare le cose da un altro punto di vista.
Io sono un insegnante, ma non difendo per partito preso gli intreressi della categoria, dico solo quello che penso.
1. Gli studenti di oggi sono abituati a forme di comunicazione come televisione, internet, SMS, ... che sono molto affascinanti, potenti, ma che purtroppo non si conciliano bene con il tipo di attenzione che richiede lo studio di una materia. TV, Internet ed SMS sono frammentari e dispersivi: guardi un programma alla tele, per esempio, dopo due minuti cambi canale, fai zapping, ritorni al programma precedente. Proprio l'opposto di quello che dovresti fare con un libro di matematica. Questo è un fatto.
2. Un altro fatto è la fatica intrinseca che richiede l'apprendimento di una materia come la matematica. Oggi il benessere è molto diffuso, le "distrazioni" sono molte, certi lavori non vuol farli più nessuno, i "modelli" proposti dalla società e dalla tele propongono successo facile senza sforzo. Pochissimi sono disposti a fare fatica, tanto più per studiare una materia che non offre soddisfazioni immediate, ma solo nel medio-lungo periodo.
3. Le prospettive occupazionali di chi studia matematica non sono eccellenti, anzi. Un ricercatore universitario guadagna come un operaio o un bidello (con rispetto parlando).
Questi tre fatti (reali e su cui è difficile, per non dire impossibile, intervenire) sono ampiamente sufficienti per spiegare il disinteresse di molti studenti nei confronti della matematica.
Veniamo agli insegnanti.
Come dicevo, gli insegnanti sono mediamente persone piuttosto preparate: la laurea in matematica è tosta, ed è già una bella garanzia di competenza: francamente, non credo che un insegnante medio (con la preparazione che l'università gli ha fornito) avrebbe grossi problemi a svolgere il programma di matematica in una scuola superiore. Tutto questo, naturalmente, se si trovasse in una classe di studenti disposti ad ascoltarlo e a studiare la sua materia. Cosa che succede di rado.
Io sono un insegnante, ma non difendo per partito preso gli intreressi della categoria, dico solo quello che penso.
1. Gli studenti di oggi sono abituati a forme di comunicazione come televisione, internet, SMS, ... che sono molto affascinanti, potenti, ma che purtroppo non si conciliano bene con il tipo di attenzione che richiede lo studio di una materia. TV, Internet ed SMS sono frammentari e dispersivi: guardi un programma alla tele, per esempio, dopo due minuti cambi canale, fai zapping, ritorni al programma precedente. Proprio l'opposto di quello che dovresti fare con un libro di matematica. Questo è un fatto.
2. Un altro fatto è la fatica intrinseca che richiede l'apprendimento di una materia come la matematica. Oggi il benessere è molto diffuso, le "distrazioni" sono molte, certi lavori non vuol farli più nessuno, i "modelli" proposti dalla società e dalla tele propongono successo facile senza sforzo. Pochissimi sono disposti a fare fatica, tanto più per studiare una materia che non offre soddisfazioni immediate, ma solo nel medio-lungo periodo.
3. Le prospettive occupazionali di chi studia matematica non sono eccellenti, anzi. Un ricercatore universitario guadagna come un operaio o un bidello (con rispetto parlando).
Questi tre fatti (reali e su cui è difficile, per non dire impossibile, intervenire) sono ampiamente sufficienti per spiegare il disinteresse di molti studenti nei confronti della matematica.
Veniamo agli insegnanti.
Come dicevo, gli insegnanti sono mediamente persone piuttosto preparate: la laurea in matematica è tosta, ed è già una bella garanzia di competenza: francamente, non credo che un insegnante medio (con la preparazione che l'università gli ha fornito) avrebbe grossi problemi a svolgere il programma di matematica in una scuola superiore. Tutto questo, naturalmente, se si trovasse in una classe di studenti disposti ad ascoltarlo e a studiare la sua materia. Cosa che succede di rado.
Dal punto di vista logico sarebbe come dire: "Mi spieghi come fai a dire di essere appassionato di musica se nella musica non ci sono problemi?"
In ogni caso, ho capito il concetto, ma è sbagliato.
Io dico nella presentazione correttamente che la scuola italiana è carente nella preparazione di scienziati, il che è vero e siamo d'accordo.
Non dico perché, anzi, lo faccio capire quando dico:
La "didattica della matematica" è chiaramente una espressione che riassume insegnamento e apprendimento.
Obiettivamente, il tuo è un cavillo, mica sto scrivendo in questo thread per partito preso contro di te, queste cose le penso davvero e oramai da qualche anno.
In ogni caso, ho capito il concetto, ma è sbagliato.
Io dico nella presentazione correttamente che la scuola italiana è carente nella preparazione di scienziati, il che è vero e siamo d'accordo.
Non dico perché, anzi, lo faccio capire quando dico:
ipse:.
...l'Italia abbia un vitale bisogno di cambiamento culturale.....
La "didattica della matematica" è chiaramente una espressione che riassume insegnamento e apprendimento.
Obiettivamente, il tuo è un cavillo, mica sto scrivendo in questo thread per partito preso contro di te, queste cose le penso davvero e oramai da qualche anno.
"Maxos":
Io sostengo che l'impegno per migliorare l'insegnamento dia risultati trascurabili rispetto allo stesso impegno mirato a migliorare l'approccio degli studenti
Quindi ricapitoliamo. Tu sostieni che sia più importante migliorare l'approccio degli studenti (fenomeno primario) che migliorare la preparazione degli insegnanti (fenomeno secondario).
Chi abbia il compito di migliorare l'approccio degli studenti ancora mi è ignoto.
Benissimo...c'è un ma.
Navigando un po' per il sito, ho trovato la tua presentazione dove tu scrivi e cito:
"Maxos":
[...] credo anche che la scuola italiana in funzione della preparazione di scienziati sia molto carente e dunque sono sensibile ai discorsi sulla didattica della Matematica che caratterizzano in buona parte l'essenza di questo forum.
Ora mi spieghi come fai a essere sensibile ai problemi riguardanti la didattica della Matematica se per te non ci sono problemi nella didattica?
No no, hai sbagliato persona per usare la parola "compreso".
io, da Fisico, come mi insegna papà Galileo, voglio sapere quale fenomeno è primario e quali altri sono secondari e cioè trascurabili o quasi.
Tu con quel "compreso" non dici nulla, ecco perché ti invitavo ad avere coraggio.
Io sostengo che l'impegno per migliorare l'insegnamento dia risultati trascurabili rispetto allo stesso impegno mirato a migliorare l'approccio degli studenti (almeno nella situazione in cui per ora l'Italia si trova, poi magari, migliorati gli studenti la cosa potrebbe ribaltarsi)
E tu?
io, da Fisico, come mi insegna papà Galileo, voglio sapere quale fenomeno è primario e quali altri sono secondari e cioè trascurabili o quasi.
Tu con quel "compreso" non dici nulla, ecco perché ti invitavo ad avere coraggio.
Io sostengo che l'impegno per migliorare l'insegnamento dia risultati trascurabili rispetto allo stesso impegno mirato a migliorare l'approccio degli studenti (almeno nella situazione in cui per ora l'Italia si trova, poi magari, migliorati gli studenti la cosa potrebbe ribaltarsi)
E tu?




Ero tentato di scrivere anche quello, ma visto la successiva risposta è stato meglio così.