Le posizioni della chiesa

Gatto891
(A.S. L'argomento è fortemente soggetto al flame, quindi si pregano di evitare toni troppo alti da ambo le parti e di portare solo interventi costruttivi...)


Quello che mi chiedo leggendo certe cose è: i cristiani si sentono davvero rappresentati da un'istituzione del genere?

http://www.newnotizie.it/2010/04/11/vescovo-di-grosseto-hitler-non-era-pazzo-e-gli-omosessuali-sono-peggio-degli-animali/

http://www.newnotizie.it/2010/04/04/la-pedofilia-si-perdona-laborto-no-parola-della-chiesa/

Io, fossi credente, mi allontanerei fortemente dalla chiesa cattolica del giorno d'oggi... perchè credente è ben diverso da stupido.

Risposte
Lorenzo Pantieri
"Alina8":
Perché considerate Scientology una religione?

Perché lo è, almeno in alcuni Stati.
La qualifica di Scientology è argomento di dibattito: se fonti terziarie la caratterizzano come "associazione religiosa" o "filosofia religiosa" o "movimento religioso", altre fonti la definiscono una setta. Il Cesnur la include tra le religioni e movimenti del potenziale umano. Da un punto di vista giuridico il riconoscimento dello status di "religione" è accordato a Scientology solo in alcuni Stati, per esempio negli Stati Uniti e Australia; in Europa, nella maggioranza degli stati, non gode dello status di religione riconosciuta.

http://it.wikipedia.org/wiki/Scientology

Nel loro sito italiano, è spiegato
Perché Scientology si definisce una religione?


http://www.scientology-milano.org/faq.htm

Anche se a te potrà sembrare solo una parodia di religione, ci sono posti in cui è riconosciuta ufficialmente come tale. Dal mio punto di vista, questo la dice lunga su che cosa siano le religioni: dal momento che non si riesce a distinguere una religione da una sua parodia, ne segue che le religioni non sono cose serie. :-D

Ciao,
L.


________________________

P.S. Vi propongo questo giochino. Delle seguenti tre citazioni, una è di Giovanni Paolo II (1986), un'altra di Benedetto XVI (2005), l'altra ancora è di Ron Hubbard. Riuscite ad assegnare a ciascuna citazione il suo autore?
Nessuna cultura nella storia del mondo, eccetto quelle completamente depravate che sono sulla via dell’estinzione, ha mancato di affermare l’esistenza di un Essere Supremo. Si può osservare empiricamente che gli uomini senza una fede forte e duratura in un Essere Supremo sono meno capaci, meno morali e hanno minor valore per se stessi e per la società. [...] Un uomo senza una fede duratura è, anche in base alle sole osservazioni, più un oggetto che un uomo.

L’ateismo va annoverato fra le realtà più gravi del nostro tempo e va esaminato con diligenza ancor maggiore. Se manca la base religiosa e la speranza della vita eterna, la dignità umana viene lesa in maniera assai grave, come si constata spesso al giorno d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano nella disperazione.

Dove scompare Dio l’uomo non diventa più grande ma perde la dignità, diventa il frutto di una evoluzione cieca e per questo può essere usato e abusato. Se manca Dio, i contrasti diventano inconciliabili.


Qui c'è la soluzione:
http://www.uaar.it/ateismo/dicono-di-noi
http://www.scientology-milano.org/faq.htm

Alina81
Perché considerate Scientology una religione?

Lorenzo Pantieri
"Rggb":
L'unico vero credo è in scientology!

Ecco, c'è anche quella!

http://it.wikipedia.org/wiki/Xenu
http://it.wikipedia.org/wiki/Scientology

Per quanto mi riguarda, trovo che "thetan" e "Xenu" non siano più immaginari di "anima" e "Satana". Anche "clear" e "santo" li trovo abbastanza simili. Per non parlare degli atti "overt" (che sarebbero dei traumi subiti nelle vite precedenti): valgono il "peccato originale", quanto a scientificità e plausibilità.

Anche Hubbard, "profeta" di Scientology, non mi sembra poi molto più "visionario" di tanti profeti della Bibbia (che, a loro dire, parlavano con Dio e con gli angeli, e che venivano rapiti al terzo cielo "non si sa se col corpo o fuori dal corpo"). :-D

Paragonare il Vangelo e "Dianetics" suonerebbe blasfemo per i cristiani... ma lo stesso vale anche per i seguaci di Scientology (per ragioni opposte, naturalmente)...

Riguardo alla cosmologia, anche qui, tra quella di Scientology e quella del Genesi è una bella lotta (a chi le spara più grosse).

Insomma, le religioni hanno grosso modo tutte le stessa struttura.

Ciao,
L.

Rggb1
OT
L'unico vero credo è in scientology! :-D :-D
EOT

Comunque siete finiti parecchio fuori tema, che era "le posizioni della chiesa e come i cattolici dovrebbero comportarsi". Pertanto rilancio:
Quanti cattolici fanno qualcosa per superare l'impasse di certe prese di posizione imbarazzanti delle (loro) alte sfere? Ed in che modo?

Lorenzo Pantieri
"Alina8":
La certezza razionale non esiste e a mio parere è inutile cercarla. Se si crede si crede per fede e se si aderisce ad una religione e ovvio che si fa perché si è convinti che si è quella vera. Altrimenti a mio parere non ha senso.

Certo: credere in una religione è un atto di fede, è una (libera) scelta personale. Proprio per questo non ha alcun senso imporre a chi quella fede non ce l'ha di vivere secondo i principi che ne derivano... :wink:

"Alina8":
Se poi di religioni ne esistono tante e diversificate, non è detto che siano tutte false.

Il problema della compatibilità fra le religioni c'è eccome! Un musulmano, un ebreo e un cristiano-cattolico dicono cose diverse e incompatibili. Un esempio stupido: i cristiani fanno festa la domenica, gli ebrei il sabato e i musulmani venerdì. Un esempio meno stupido: per i cristiani, Gesù è il figlio di Dio, per ebrei e musulmani no. Ancora, per i musulmani Maometto è "il profeta"; per ebrei e cristiani no. Eccetera.

Che si fa? Hanno ragione tutti? Se cerchi di convincermi dell'equazione "ebraismo = islam = cristianesimo" mi sa che fai fatica... Perché allora non "cristianesimo = ateismo = politeismo greco"? :D

Fra l'altro, la stessa espressione "cristianesimo" è alquanto vaga: protestanti, cattolici e ortodossi dicono cose diverse. Anche fra i protestanti c'è differenza tra luterani, anglicani, calvinisti...

L'esistenza di migliaia di religioni fra loro incompatibili (ciascuna delle quali, imperterrita, si autocertifica come l'unica "vera") è un fatto.

Cerchiamo di tenerlo sempre a mente.

Ciao,
L.

Alina81
"Leonardo89":
[quote="Alina8"]Per te sarà sospetto. Ma a me sembra solo normale. Opinioni diverse si sono scontrate in tutti i campi e perché non dovrebbero scontrarsi in ambito delle religioni?

Ok. Come fai a sapere che la religione cristiana cattolica sia quella "giusta"? Come fai a sapere che non avesse ragione Lutero, per esempio? O Maometto? Sempre che parlare di una religione giusta abbia un senso, ovviamente... e sempre postulando una questione da niente come l'esistenza di un essere superiore chiamato Dio.[/quote]

E rispondo anche a Lorenzo Pantieri che come al solito non riesco a citare :(

La certezza razionale non esiste e a mio parere è inutile cercarla. Se si crede si crede per fede e se si aderisce ad una religione e ovvio che si fa perché si è convinti che si è quella vera. Altrimenti a mio parere non ha senso.

Se poi di religioni ne esistono tante e diversificate, non è detto che siano tutte false. Non ci sono prove per confermare l'esistenza di "quel Dio" che dice "quelle cose", ma non per questo "quel Dio che dice quelle cose" non può esistere. Su chi egli sia vedi sopra... :)

khalix
questo è veramente ciò che problema cattivo ora un giorno ..
chiesa questioni sempre eventuali problemi, sia quando si tratta di politica, ambiente o un altro individui.
chiesa questioni sempre.
ma per me, non è sempre su dove e cosa è giusto e sbagliato, è dove e cosa credere ..
Abbiamo il nostro credo e la percezione della vita.
e abbiamo il nostro teste a pensare. :wink:

Lorenzo Pantieri
"Alina8":
Per te sarà sospetto. Ma a me sembra solo normale. Opinioni diverse si sono scontrate in tutti i campi e perché non dovrebbero scontrarsi in ambito delle religioni?

Cerco di spiegarmi meglio. Il "dato sperimentale" con cui abbiamo a che fare è l'esistenza di centinaia (più probabilmente, migliaia) di religioni. Ciascuna ha il proprio Dio, i propri riti, le proprie credenze, i propri "profeti", la propria "casta sacerdotale", il proprio testi "sacro", i propri edifici di culto.

Per esempio, i musulmani hanno (nell'ordine) Allah, il ramadan, i 5 pilastri, Maometto, gli imam, il Corano, le moschee.

I cristiani, invece, Dio, il battesimo, i comandamenti, Gesù, i preti, il Vangelo, le chiese.

Gli Ebrei hanno Jahvè, il battesimo, i comandamenti (diversi da quelli dei cristiani), Mosè, i rabbini, la Torah, le sinagoghe.

Eccetera.

Queste religioni sono mutuamente incompatibili: dicono dose diverse, hanno "dogmi" diversi, riti diversi, credenze diverse, testi "sacri" diversi, edifici di culto diversi. Di religione "vera" ce ne può essere al massimo una.

Corollario: esistono centinaia (anzi, migliaia) di religioni "false" che però "stanno in piedi" benissimo. Se, poniamo, hanno ragione i cattolici, vuol dire che ci sono più di un miliardo di musulmani che vanno avanti con i loro riti, credono nel loro dio, nonostante le loro credenze siano false.

Già questo permette di concludere che, evidentemente, la "cifra" di una religione non sta nella sua "verità". Una religione può essere "falsa", e ciononostante "funzionare" benissimo. Come diceva Spinoza, "non esistono dogmi veri, ma solo dogmi pii".

Bene. A questo punto qual è la spiegazione più economica? Che solo una religione sia vera, e tutte le altre false (ma miracolosamente "autonome" e "vitali")? Oppure che le religioni siano tutte "false" (nel senso che sono invenzioni dell'uomo, che cerca di dare risposta a quello che ancora non conosce), e che esistano non in quanto "vere" o "false", ma solo in quanto appagano dei bisogni dell'uomo (che le ha inventate)?

A me pare che la spiegazioni più generale sia la seconda.

Certo, la prima non si può escludere: potrebbero avere ragione i cattolici (ma vale anche per i musulmani, gli ebrei, i politeisti greci, ...). Però è una spiegazione che suona più "sospetta".

Ciao,
L.

Leonardo891
"Alina8":
Per te sarà sospetto. Ma a me sembra solo normale. Opinioni diverse si sono scontrate in tutti i campi e perché non dovrebbero scontrarsi in ambito delle religioni?

Ok. Come fai a sapere che la religione cristiana cattolica sia quella "giusta"? Come fai a sapere che non avesse ragione Lutero, per esempio? O Maometto? Sempre che parlare di una religione giusta abbia un senso, ovviamente... e sempre postulando una questione da niente come l'esistenza di un essere superiore chiamato Dio.

Alina81
Per te sarà sospetto. Ma a me sembra solo normale. Opinioni diverse si sono scontrate in tutti i campi e perché non dovrebbero scontrarsi in ambito delle religioni?

stepper1
Quando si parla di appartenenza o meno alla CC non si può estrapolare questo concetto da altri ambiti, come ad esempio quello accademico. Mi spiego. Se oggi uscisse qualche (pseudo) scienziato a dire qualcosa che viene sconfessata dagli scienziati di quella disciplina, non ci sarebbe dubbio che si è trattato di affermazioni inattendibili. Viceversa in ambito religioso chiunque può dire quello che vuole, come dimostra l'esplosione di chiese cristiane in Paesi come gli USA. Ma senza andare lontani, ci sono stati numerosi casi di pensatori cristiani che sono stati prima combattuti dal Vaticano e poi universalmente accettati come maestri seri e attendibili dalla stessa CC. Basti pensare a Don Milani o a Don Mazzolari. Non mi sembra che sia sufficiente fare atto di sottomissione al Papa e ai dogmi per essere bravi cattolici, come dimostrano lo scandalo pedofilia e le dimissioni di vescovi. Nè ritengo che fare la comunione sia segno di santità. Ricordate recentemente le affermazioni di tale padre Cantalamessa, stimato e onorato membro del clero ad altissimi livelli ecclesiastici? Lo stesso Papa ha preso le distanze da quelle frasi che pretendevano di paragonare l'attuale attacco alla pedofilia nella CC alle persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei.

Lorenzo Pantieri
"Alina8":
Credere o meno in una religione non dipende solamente dagli ideali e dalle storie che essa propone. Sono le esperienze che il soggetto vive che portano ad questa determinata decisione, e naturalmente la capacità ddel soggetto di ritenere l'esperienza come un sì alla religione o un no alla religione.

Siamo quasi d'accordo: credere o no in una (data) religione è un fatto postulatorio, in ultima analisi.

"Alina8":
Ma come penso sai esiste anche all'interno della Chiesa la separazione dei coniugi, sebbene, come hanno precedentemente precisato, con tempi molto lunghi.

Lo so eccome! Volevo solo farti notare che la Bibbia è un testo che ammette letture diversissime, anche contrapposte: i protestanti (cristiani come voi cattolici, e che come voi cattolici credono nella Bibbia) ammettono il divorzio; i cattolici no.

Questo la dice lunga, sul "significato" della Bibbia: un insieme di testi molto eterogenei, da cui si può trarre sostegno per sostenere (quasi) qualunque tesi.

"Alina8":
Del resto, ogni religione ha i propri testi "sacri": i cristiani hanno la Bibbia, il mondo arabo ha il Corano, gli Ebrei hanno il Talmud, ... Tutti pretendono che il testo sacro "vero" sia il proprio (e che tutti gli altri siano falsi). Già questo mi sembra sospetto!

A me non sembra sospetto, sembra solamente normale...

Secondo te, il cattolicesimo, con i suoi dogmi e i suoi testi "sacri", è la religione "vera", e le altre religioni sono "false". Un musulmano sostiene il contrario: è il Corano "il Libro", e la tua religione è "falsa". Un ebreo idem. Un induista, idem. Eccetera,

Sospetto o normale? Per me, entrambe le cose.

"Sospetto" se si presuppone che solo una delle religioni sia "vera" (e le altre, allora? come fanno a stare in piedi?); "normale" se nessuna lo sia (le religioni sono delle risposte "umane" a dei bisogni dell'uomo).

Ciao,
L.

Alina81
Vorrei che molti cattolici praticanti si chiedessero: se non aveste saputo nulla di alcuna religione fino 18 anni e solo allora vi avessero parlato delle varie religioni, veramente avreste creduto a tutto ciò? Non so voi, ma la risposta che io personalmente mi sono dato è no.


Credere o meno in una religione non dipende solamente dagli ideali e dalle storie che essa propone. Sono le esperienze che il soggetto vive che portano ad questa determinata decisione, e naturalmente la capacità ddel soggetto di ritenere l'esperienza come un sì alla religione o un no alla religione.

Esempio: come abbiamo molte volte ribadito la Chiesa cattolica è contraria all'aborto. Conosco atei che lo sono anche, ma non per questo aderiscono al cattolicesimo.



Per esempio, in Matteo c'è un passo in cui Gesù ammette eccezioni all'indissolubilità del matrimonio: i protestanti lo interpretano così (e infatti ammettono il divorzio), i cattolici no (e sostengono l'indissolubilità del matrimonio). Chi decide quel è la lettura "corretta"?


Giusto non ammettono il divorzio. Ma come penso sai esiste anche all'interno della Chiesa la separazione dei coniugi, sebbene, come hanno precedentemente precisato, con tempi molto lunghi.

Del resto, ogni religione ha i propri testi "sacri": i cristiani hanno la Bibbia, il mondo arabo ha il Corano, gli Ebrei hanno il Talmud, ... Tutti pretendono che il testo sacro "vero" sia il proprio (e che tutti gli altri siano falsi). Già questo mi sembra sospetto!


A me non sembra sospetto, sembra solamente normale...

nato_pigro1
precisazione a oldman di poca importanza.

oldman1
"Sergio":

Come vedi, quindi, in una materia così delicata e controversa le posizioni sono tre, non due: aborto vietato, obbligatorio e libero.


Scusa Sergio se faccio una precisazione logica prima di entrare in un dibattito che capisco molto delicato e controverso.
Credo che l’uso della logica sia il modo più asèttico per affrontare i problemi con più chiarezza e meno passionalità.
Secondo la logica binaria le posizioni non sono 3 ma 2^2 e cioè 4
• Aborto obbligatorio
• Aborto vietato
• Libertà di abortire
• Libertà di non abortire

I primi due punti possono far parte di “leggi” che qualsiasi società umana può emanare, gli altri due di “leggi” strettamente individuali che dipendono dalla propria “cultura” e dalle proprie convinzioni. E’ ciò che chiamiamo col nome di “coscienza”.
Le “leggi” di ogni società umana sono necessarie per permettere che ogni singola società possa continuare ad essere una società e non scadere in anarchia.
La necessità di fare delle “leggi” è delegata a uno se il sistema è assolutistico, o a più persone (la maggioranza) se il sistema è democratico.
Difficilmente (piuttosto direi mai) si verifica che la totalità delle persone, facente parte di quella singola società, sia perfettamente d’accordo (soprattutto con la propria “coscienza”) su ogni singola “legge” imposta.
“Dura lex sed lex”!
Il tutto, poi, si complica ancora di più quando le singole società vengono a contatto fra di loro, quando le “leggi” dell’una non corrispondono esattamente a quelle dell’altra. Questo dibattito appassionato ne è la prova evidente.


@Lorenzo Pantieri
Pensi veramente che un “intellettuale” che si batte appassionatamente per esprimere le proprie opinioni su una società umana (in questo caso CC) non abbia ascolto in questa e di questa gli ripugna farne parte?
Io credo invece che ascolto ci sia e, ne sono pienamente convinto, niente affatto sterile perché è proprio coi dibattiti che si approfondiscono le ragioni dell’altro e si ottiene quel travaso di cultura che permette di trovare compromessi e chi dibatte, dal momento che dibatte e cioè parla ed è ascoltato e ascolta l’altro che parla, fa già parte di una unione per cui non può sentirsi escluso.

Se mi è concesso vorrei fare un paragone fra le Religioni e la Ragione poiché credo che il vero dibattito si possa ricondurre a questo.

Vedi, le “leggi umane” possono essere cambiate dall’uomo ed anche quelle della chiesa, come società umana lo possono, hai dimostrato chiaramente le incongruenze analizzando la Bibbia, il Corano o il Talmud scritti, come hai ben ricordato, da uomini.
E’ però la Natura, con le sue “leggi immutabili”, il sistema più assoluto esistente e che riguarda tutti noi indistintamente e a prescindere a quale\i società umana\e apparteniamo.
L’uomo, con i propri limiti (abbiamo solo cinque sensi, una manciata di neuroni e pochissimo tempo per farli funzionare), ha sempre cercato di capire queste “leggi immutabili”.

Semplificando molto (non vogliatemene per questo) possiamo dire:
l’uomo, da quando ha imparato a ragionare e a comunicare, ha cercato di capire la “verità” sulla propria esistenza e sul proprio ambiente di vita (la Natura). Per poter cercare di raggiungere questo scopo si è, fin da allora, affidato ad uno o più “esseri superiori” (gli Dei).
Le Religioni sono nate appunto dall’anelito dell’uomo per la ricerca della “verità assoluta”. Gli dei o un singolo Dio sono gli artefici di queste “leggi immutabili”.

Mi pare appropriato, e mi piace farlo, ricordare qui la Dea Athena, dea della conoscenza, tanto amata dai greci al punto da dedicarle templi (il Partenone) e statue (grazie a Fidia), cose che possiamo ancora parzialmente ammirare.
Mi guarderei bene dall’affermare di essere un seguace della Dea Athena, quello che invece mi sento di apprezzare pienamente è l’idea del trascendentale, dello spirituale incarnato in quella Dea e nel concetto che ho della Religione.

Quindi Religione come luogo di ricerca dello spirituale con la consapevolezza di non poter mai raggiungere, a causa dei limiti umani, il trascendentale, la verità assoluta, la piena conoscenza.

Dall’altra parte la Dea Ragione (come vedi anche questa può essere considerata una Religione) dove si afferma che l’uomo, con la sola sua “manciata di neuroni”, può essere in grado di raggiungere la verità assoluta.

Ognuno di questi due campi ha i propri “ipse dixit” (Bibbia, Corano, Talmud ecc.. da una parte e teorie varie come relatività, stringhe, superstringhe, fotoni, quark ecc.. dall’altra).

Questo per dire che nell’uomo è insita sia una parte spirituale che una temporale e che qualsiasi “legge umana”, per essere veramente utile alla comunità umana deve tenerne in debito conto.

Altrimenti il rischio è di cadere, in entrambi i campi, nel fanatismo (fondamentalismo da una parte e leggi più o meno ad personam dall’altra).

Lorenzo Pantieri
"Leonardo89":

Da quel che ho capito (correggetemi se sbaglio) la chiesa cristiana cattolica (al contrario di molte chiese cristiane protestanti) proibisce al fedele di interpretare la Bibbia da solo e lo obbliga ad adeguarsi all'interpretazione ufficiale di qualche organo ecclesiastico (non saprei di preciso quale), giusto?

Nel corso della sua storia "illuminata dallo Spirito Santo", la Chiesa è arrivata (paradosso dei paradossi) a proibire la lettura della Bibbia e a metterne al rogo le traduzioni non autorizzate!

Un po' di fatti.

Il concilio di Tolosa del 1229 giunse a proibire ai laici il possesso di copie della Bibbia e nel 1234 quello di Tarragona ordinò il rogo delle traduzioni della Bibbia in volgare. In sostanza, lo studio della Bibbia doveva essere riservato solo al clero: per chi si permetteva di tradurla e di leggerla senza autorizzazione (in particolar modo se donne) c'erano l'Inquisizione e il rogo.

Dopo il Concilio di Trento le autorità ecclesiastiche proibirono, invece, la lettura delle versioni protestanti. I timori legati alla diffusione della Bibbia in volgare si fondavano anche sul grave precedente di Lutero che, traducendo, facendo stampare e diffondendo la Bibbia in tedesco, aveva utilizzato la Bibbia come strumento per portare a termine il distacco della Germania dalla comunione con la Chiesa Cattolica.

In tempi più recenti, papa Pio VII (1816) dichiarava che
le associazioni formate nella maggiore parte d’Europa, per tradurre in lingua volgare e spandere la legge di Dio, mi fanno orrore. Bisogna distruggere questa peste con tutti i mezzi possibili.

L'uso delle lingue nazionali, quindi anche l'italiano, al posto del latino, è stato introdotto nella Chiesa solo nel 1965 con il Concilio Vaticano II.

La storia della CC non cessa mai di stupirmi!

Ciao,
L.

dzcosimo
arrivati a questo punto della conversazione come non citare:

Quando, un mattino di domenica, sentiamo rimbombare le vecchie campane, ci chiediamo: ma è mai possibile! ciò si fa per un ebreo crocifisso duemila anni fa, che diceva di essere il figlio di Dio. La prova di una tale asserzione manca. Sicuramente nei nostri tempi la religione cristiana è un'antichità emergente da epoche remotissime e che si creda a quell'asserzione – mentre per il resto si è così rigorosi nell'esaminare ogni pretesa – è forse il frammento più antico di quest'eredità.

Lorenzo Pantieri
"Leonardo89":
Da quel che ho capito (correggetemi se sbaglio) la chiesa cristiana cattolica (al contrario di molte chiese cristiane protestanti) proibisce al fedele di interpretare la Bibbia da solo e lo obbliga ad adeguarsi all'interpretazione ufficiale di qualche organo ecclesiastico (non saprei di preciso quale), giusto?

Sì. Per i cattolici, la lettura della Bibbia è mediata dalla Chiesa (leggi: dalla gerarchia ecclesiastica). Fra l'altro, per dirsi "cattolici" bisogna credere in tutta una serie di dogmi di cui nella Bibbia non vi è traccia. Cito in ordine sparso: la verginità della madonna, l'immacolata concezione, l'infallibilità papale. Tutte queste cose sono state affermate dalla chiesa nei secoli. Per esempio, l'infallibilità papale risale al 1870: difficile che sulla Bibbia se ne parli... Ancora, nella Bibbia ci sono cose che un cattolico non è tenuto a rispettare. Per esempio, in Matteo c'è un passo in cui Gesù ammette eccezioni all'indissolubilità del matrimonio: i protestanti lo interpretano così (e infatti ammettono il divorzio), i cattolici no (e sostengono l'indissolubilità del matrimonio). Chi decide quel è la lettura "corretta"?

Quanto alla storia di Iefte, se ne possono dare diverse letture, certo (ma, anche qui, chi dice qual è quella "corretta"?). Chi non crede, ammetterà molto semplicemente che è un fatto molto violento, che vede protagonista un uomo primitivo, in un'epoca primitiva (e l'immagine di dio che ne emerge è altrettanto primitiva). In ogni caso, dopo millenni, possiamo tranquillamente dire che, letta oggi, la storia di Iefte viola i presupposti su cui si fonda il nostro stato di diritto (il giusto processo; la responsabilità è personale; ...). Nessun problema, naturalmente: il mondo è in continua evoluzione, una cosa lecita ieri oggi non lo è più.

I credenti (nella divinità della Bibbia) non possono però cavarsela così: visto che per loro la Bibbia è "parola di dio", devono fare i salti mortali per cercare di "giustificare" un racconto così selvaggio, cercando di renderlo accettabile anche all'uomo di oggi, che ha una cultura e una sensibilità diversissime da quella di allora. Le "interpretazioni" che ne vengono fuori, spesso, sono vere e proprie arrampicate sugli specchi! In ogni caso, è evidente che è la ragione umana a filtrare quello che della Bibbia è accettabile e quello che invece va cambiato! La Bibbia sarà anche "parola di dio", ma i criteri per interpretarla non sono contenuti nella Bibbia, ma stanno fuori.

Del resto, ogni religione ha i propri testi "sacri": i cristiani hanno la Bibbia, il mondo arabo ha il Corano, gli Ebrei hanno il Talmud, ... Tutti pretendono che il testo sacro "vero" sia il proprio (e che tutti gli altri siano falsi). Già questo mi sembra sospetto!

Ciao,
L.

Leonardo891
"stepper":
Per quanto riguarda ad esempio la storia di Iefte, il messaggio morale mi sembra chiaro: ......

Per me invece non è chiaro per niente, al massima quella da te riportata è un'interpretazione tua, o della chiesa cattolica, non mi è chiaro.
E' totalmente inaccettabile che uno per sfogare la sua ira uccida altre persone: secondo me Iefte è solo un fanatico religioso con gravi problemi mentali.

stepper1
"Leonardo89":

Da quel che ho capito (correggetemi se sbaglio) la chiesa cristiana cattolica (al contrario di molte chiese cristiane protestanti) proibisce al fedele di interpretare la Bibbia da solo e lo obbliga ad adeguarsi all'interpretazione ufficiale di qualche organo ecclesiastico (non saprei di preciso quale), giusto?

Non sono d'accordo. Forse questo poteva essere vero fino al Concilio Vaticano II. Oggi nessun cattolico può nascondarsi dietro l'alibi che non è in grado di interpretare la Bibbia per non leggerla o per limitarsi a conoscere i brani letti in occasione della messa domenicale.
Per quanto riguarda ad esempio la storia di Iefte, il messaggio morale mi sembra chiaro: se un uomo di potere come lui avesse interpretato la sua autorità politica con spirito di rivalsa verso i fratelli ebrei per il disprezzo che essi nutrivano per la sua estrazione sociale, avrebbe fatto molti più danni in termini di ammazzamenti di quello che ha commesso uccidendo la figlia. Poi si suppone che, avendo compreso l'errore di conservare rancore, non abbia più sacricato la sua furia su altri innocenti. Volendo ricollegare questo al sacrificiio di Cristo, si può dedurre che per calmarsi a Iefte, come agli uomini, non sarebbe bastato il solo "immaginare" che avrebbe potuto uccidere la figlia conservando rancore verso il suo popolo, esattamente come Dio non poteva placare la sua ira verso l'uomo peccatore e rappacificarsi con lui se non sacrificando il suo unico figlio, fatto uomo. Solo così infatti l'uomo poteva avere una possibilità di salvezza, trovare una ragione per rappacificarsi a sua volta con Dio. Forse la stessa cosa valse per il popolo ebraico che difficlmente avrebbe accettato di farsi comandare da un figlio di... come Iefte.

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