Declino dell'insegnamento universitario?

pier.paolo15
Salve a tutti, vi scrivo per condividere alcune mie impressioni relative al mondo universitario. Parlando con persone che si sono laureate 30-40 anni fa, ho avuto l'impressione che all'epoca i docenti tenessero ai loro corsi, e soprattutto agli esami e alle tesi di laurea, molto di più di quanto sembra ci tengano oggi. Queste persone mi hanno parlato, ad esempio, di esami che duravano ore o addirittura intere giornate, di tesi corrette minuziosamente, di esami di laurea rinviati fin quando la tesi non fosse soddisfacente, e così via. Gli aneddoti - anche crudeli - sugli esami si sprecano. Invece, la mia esperienza e quella dei miei coetanei con cui ho parlato è stata diversa. I corsi che ho seguito sono stati di varia qualità, ma gli esami orali raramente hanno superato la mezz'ora e non mi sembra che si dia tutta quest'importanza alle tesi di laurea. Addirittura, ci sono facoltà di ingegneria in cui l'esame di Analisi I si fa mediante un test a risposta multipla! Durante il dottorato, inoltre, ho parlato con professori di tutto il mondo, e la maggior parte parlava dell'insegnamento essenzialmente come di una scocciatura che toglie tempo alla ricerca. Non nego che all'inizio quest'atteggiamento mi ha lasciato piuttosto basito, in quanto prima ancora di interessarmi alla ricerca mi ero interessato molto all'insegnamento universitario.
Mi sono dato varie spiegazioni di questo fenomeno. Una delle possibilità è che, negli ultimi decenni, la popolazione studentesca è cresciuta a dismisura, e questo potrebbe aver portato (ma non ne sono sicuro) a un abbassamento della qualità media. Se così fosse, i professori potrebbero essere demotivati dal confronto con studenti non realmente interessati o portati per la materia. Sicuramente incide anche il fatto che oggi la ricerca è valutata quantitavamente, anzi in Italia (ma credo in tutta Europa) è l'unica cosa valutata per le progressioni di carriera, e questo porta necessariamente gli accademici a concentrare su di essa i propri sforzi. D'altra parte, ho l'impressione che ci siano cause di più ampia portata, che coinvolgono tutto il rapporto tra l'odierna istituzione universitaria e il resto della società. Che ne pensate?

Risposte
vict85
"xXStephXx":
Aggiungo pure che da chi ha fatto intern in Google mi è stato detto che è più facile rispetto al dottorato, e le mansioni sono quasi quelle di un software engineer livello 3. Quindi ho buone ragioni di credere che dopo lo scoglio in ingresso è possibile imparare il lavoro con ampio margine. Siccome non penso che Google sia più facile di altre, mi sembra molto ragionevole che una compagnia riesca a prendere persone che performano anche aggiungendo criteri fuorvianti.


Non so a cosa si riferisca il livello di un ingegnere in Google (ogni compagnia ha un po' i suoi nomi) però è vero che i compiti di uno sviluppatore software[nota]Per la mia compagnia sono un senior software engineer ma essendo laureato in matematica preferisco evitare la nomenclatura in Italia.[/nota] non cambiano molto al crescere del livello. Però cambia l'esperienza e la fiducia che viene posta in te. In qualche modo è una questione di responsabilità. Insomma appena entrato ti danno dei compiti e tu li risolvi. Quando raggiungi il mio livello o superiore, il tuo capo viene da te e ti chiede di programmare il lavoro. Quindi tu prendi un problema e lo suddividi in sottoproblemi che sono gestibili in tempi ragionevolmente brevi e quindi il lavoro viene suddiviso nel team. Non è che tu fai tutto il lavoro, ma rimani comunque un punto di riferimento e di controllo qualità. Se ci sono problemi o le cose non vanno come dovrebbero, è il membro "anziano" del team che deve agire e cercare di trovare soluzioni.

Detto questo, molto lo impari direttamente sul lavoro. Sicuramente non c'è bisogno di una laurea per fare il mio lavoro. Ho avuto colleghi preparatissimi che non erano laureati, e io non ho una laurea ingegneria informatica (insomma ho due lauree ma in altro).

Comunque, ci sono tre ragioni per cui Google fa dei colloqui così difficili:
[list=1][*:1dxh46zd] il numero di persone che fanno domanda;[/*:m:1dxh46zd]
[*:1dxh46zd] il desiderio di metodi di selezione il più possibili oggettivi e privi di bias; e[/*:m:1dxh46zd]
[*:1dxh46zd] la credenza che un genio valga come 10 persone normali. [/*:m:1dxh46zd][/list:o:1dxh46zd]
Il mito del genio è piuttosto comune nella nostra società e sicuramente la matematica non ne è priva.

Nota che se cerchi di entrare in Google con una certa esperienza alcuni colloqui non vengono ritenuti necessari.

xXStephXx
Ma magari è pure che ne pendono 1 su 100 però pure il 25° riuscirebbe ad imparare a fare il lavoro una volta entrato.
Ed una qualsiasi altra compagnia meno attrezzata potrebbe assumere il 25° credendolo il migliore e senza notare differenze di performance.

_____
Nel caso di google potrebbe esserci la spiegazione che in realtà si aspettano una crescita fino al livello 5, quindi se sei uno che fa bene solo il lavoro assegnato dopo un po' ti prendi il performance improvement plan. Anche se magari per i primi anni eri super...

axpgn
O invece è il contrario?
Magari stai scambiando la causa con l'effetto :D

xXStephXx
Aggiungo pure che da chi ha fatto intern in Google mi è stato detto che è più facile rispetto al dottorato, e le mansioni sono quasi quelle di un software engineer livello 3. Quindi ho buone ragioni di credere che dopo lo scoglio in ingresso è possibile imparare il lavoro con ampio margine. Siccome non penso che Google sia più facile di altre, mi sembra molto ragionevole che una compagnia riesca a prendere persone che performano anche aggiungendo criteri fuorvianti.

Bokonon
Alla fine, la forma della lattina è tutta una questione di risparmio + efficienza di contenimento + tecnica di produzione.
https://www.youtube.com/watch?v=hUhisi2 ... ngineerguy

axpgn
A me sembra invece che l'andamento della discussione rispecchi fedelmente il titolo della stessa :-D

j18eos
[ot]Non capisco se questo thread sia più pieno di voli pindarici o di novelli argonauti tra le Simplegadi del Bosforo. :-k[/ot]

gabriella127
[ot]
"@melia":
Certo, garantiscono che non può proliferare, ma la pasta biologica che scade tra due anni, ma ha già le farfalline dentro, io l'ho vista e non una volta sola.


Ho un libro di Antonio Pascale, scrittore e esperto di agraria, di cui ora non ricordo il titolo, che racconta quanta gente ha mandato all'ospedale il biologico.
In particolare, le patate biologiche, pericolossissime, per possibili gravissime intossicazioni al fegato, di cui ora non sto a raccontare il perché.[/ot]

gabriella127
[ot]
"axpgn":
le scatolette (di latta e non di alluminio) le producevano ai C.M.I. - Cantieri Metallurgici Italiani di Castellammare di Stabia :D

Allora sono compaesana delle scatolette :D[/ot]

axpgn
Scusa ma più biologica di così ... :smt102 :-D

@melia
Certo, garantiscono che non può proliferare, ma la pasta biologica che scade tra due anni, ma ha già le farfalline dentro, io l'ho vista e non una volta sola.

xXStephXx
Perché? Che cambia?
Io penso che nei barattoli industriali garantiscono che non può proliferare.

axpgn
"gabriella127":
Ma a quando risalgono queste risposte sulle lattine?


L'ho scritto, il libro è del 2003 (vecchiotto per gli standard attuali :D )

[ot]Comunque, non so se lo sapevi già, ma le scatolette (di latta e non di alluminio) le producevano ai C.M.I. - Cantieri Metallurgici Italiani di Castellammare di Stabia :D[/ot]


Cordialmente, Alex

@melia
Vorrei dire la mia riguardo alle lattine a fondo (e coperchio) piatti. Una lattina di pelati con il fondo bombato non la userei MAI. Il rischio contaminazione da botulino è troppa.

gabriella127
Allora ci sarà alluminio e alluminio, quello che si usa nell'arredamento ormai da anni costa un botto.

Shackle
Gabriella

a parte che io la pummarola la compro sempre in bottiglia di vetro o in cartone, c’è ancora roba in scatola metallica perfettamente cilindrica, con fondi piatti. Le lattine di birra e Coca-Cola sono in alluminio.

È sacrosanto che non tutto ciò che si trova sul web è vero, anzi spesso è da rottamare.

gabriella127
"axpgn":
Hiii, ma quanti mi fate lavorare? :lol:

Ecco due modi di rispondere alle domande sulla birra e sul monte Fuji che probabilmente sarebbero apprezzati dagli "interviewers".
Ripeto: NON esistono risposte giuste.


Alex, non fare lo sfaticato :-D

Ma a quando risalgono queste risposte sulle lattine?
Ora ci sono lattine piatte di ogni tipo.

Ed è possibile che siano ancora fatte di alluminio, con quello che costa ormai l'alluminio?
Chedo eh, ci sono ditte di arredamento che i loro mobili di alluminio ormai li hanno eliminati per il costo eccessivo.

gabriella127
No no Shackle, ormai non si apre più niente con l'apriscatole, tutto tirando la linguetta, pure la pummarola :D

Non metto i dubbio l'aspetto fisico, ma secondo me non è tutto.
Non tutto quello che dice il web è verità unica.

Farò un'indagine da Carrefour a guardare i coperchi di tutto, prima di trarre conclusioni. :D

Shackle
"gabriella127":
Comunque secondo me la risposta sulla lattina di birra è solo parziale, se fosse solo un fatto di maggiore resistenza di una superficie bombata, perché il lato di sopra convesso invece che concavo? Secondo me c'è anche il fatto di non far cascare la schfiezza dentro, o altro motivo non strettamente fisico.
E poi le scatole di pelati e qualunque altra roba sono piatte, e perché quelle piatte e quelle di birra no?


Il motivo è sempre meccanico. La faccia superiore è convessa perché resiste meglio alla forza del ditino che solleva e tira la linguetta di apertura, e si deforma meno.
La buatta di pummarola la apri con l’apriscatole no? Il metodo è diverso.
La risposta sulla lattina di birra è anche sul web, cercala!

Alex ha pubblicato ciò che ho letto.

axpgn
Hiii, ma quanti mi fate lavorare? :lol:

Ecco due modi di rispondere alle domande sulla birra e sul monte Fuji che probabilmente sarebbero apprezzati dagli "interviewers".
Ripeto: NON esistono risposte giuste.

Why are beer cans tapered at the top and bottom?




How long would it take to move Mount Fuji?




Cordialmente, Alex

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