Me e l'università...
Ho chiesto a varie persone del forum consigli su questo mio problema, spero qualcuno mi possa dare una mano.
Partendo dall'inizio, non so che università fare, questa è la principale questione.
I miei sono in difficoltà economiche, molto grandi, non possono permettermi di mandarmi fuori sede, e accanto a me non ho chissà quali grandi atenei.
Allo stesso tempo, mettono addosso una pressione enorme, come se lo scopo della loro vita fosse vedere io che mi laureo.
La loro principale preoccupazione ovviamente sono i soldi, e hai già capito che non mi posso permettere di fare un'università che non mi dia sbocchi.
Per di più credono che l'università dia chissà quali grandi opportunità.
Non nego che per alcuni corsi non sia così, ma non sempre, dipende da tanti aspetti, tra qui la città in cui si abita.
Io non riesco più a vivere in questa situazione dove i miei vivono dall'oggi al domani, dal punto di vista economico, una condizione di precarietà costante, non è fastidioso il fatto che la paga sia bassa, quando il fatto che non è regolare.
Sono pure stato licenziato dal lavoro part time che facevo, mi trattavano anche male..
Io non so cosa fare di fronte a questa situazione.
La maggiore parte dei miei amici sta per i fatti suoi, senza pensare al futuro, probabilmente meno preoccupati per le minori pressioni.
Partendo dall'inizio, non so che università fare, questa è la principale questione.
I miei sono in difficoltà economiche, molto grandi, non possono permettermi di mandarmi fuori sede, e accanto a me non ho chissà quali grandi atenei.
Allo stesso tempo, mettono addosso una pressione enorme, come se lo scopo della loro vita fosse vedere io che mi laureo.
La loro principale preoccupazione ovviamente sono i soldi, e hai già capito che non mi posso permettere di fare un'università che non mi dia sbocchi.
Per di più credono che l'università dia chissà quali grandi opportunità.
Non nego che per alcuni corsi non sia così, ma non sempre, dipende da tanti aspetti, tra qui la città in cui si abita.
Io non riesco più a vivere in questa situazione dove i miei vivono dall'oggi al domani, dal punto di vista economico, una condizione di precarietà costante, non è fastidioso il fatto che la paga sia bassa, quando il fatto che non è regolare.
Sono pure stato licenziato dal lavoro part time che facevo, mi trattavano anche male..
Io non so cosa fare di fronte a questa situazione.
La maggiore parte dei miei amici sta per i fatti suoi, senza pensare al futuro, probabilmente meno preoccupati per le minori pressioni.
Risposte
TI ho risposto in MP
Intendevo in quale ateneo hai sentito le perle che hai riferito. Università di Palermo? Napoli? Politecnico di Bari? Sono curioso.
Scusa, ma di quale ateneo stiamo parlando?
In merito a cosa?
Al doncente ?
C'è una parte 'pratica' che il matematico conosce e il fisico, ecc.
Il termine pratico è molto generico e si rischia di non capire cosa si voglia dire.
Anche un esperimento fatto da un fisico è pratico, o un codice scritto da un matematico, io quando ho usato il termine pratico mi sono sempre riferito alle applicazioni tecnologiche, al fare qualcosa che non è fine a se stesso, ma è un servizio o un bene materiale di qui qualcuno ne farà uso.
Questo intendo con il termine pratico.
Poi, perdonami, ma una proposizione di questo tipo è un'oscenità in tutte le nazioni del mondo, anche perchè, se scrivi una roba del genere in un compito, il professore lo prende e lo getta nel cestino diretto.
Ti riferisci al fatto che è scritta male in italiano?
non è che possiamo stare qui a colmare 6 anni di studio universitario.
Perché 6 anni e non 5?
Perché "colmare"? Non devo mica recuperare gli anni universitari ?
Penso di nuovo di non capire cosa vuoi dire.
E se noi siamo un po' bacchettoni (e lo siamo), non puoi nemmeno immaginare quando lo sia un professore universitario.
Sinceramente non capisco in cosa ho sbagliato, o a cosa ti riferisci, non ho presentato un foglio con dei calcoli sbagliati su questo forum.
E' chiaro che in discipline più astratte, più legate alle scienze naturali, sia più importante la parte di ragionamento astratto, quindi di assunzioni e ipotesi. In un mondo come quello del Computer Science (sto semplificando) è chiaro che in primis il codice deve girare. Se gira, va bene. Poi come ho detto sto semplificando, magari il codice gira, ma va 10 volte più lento di quello che dovrebbe perchè l'algoritmo è "sporco", ha dei passaggi inutili, ha delle inefficienze.
Mi vuoi dire che in un ambito tecnico, rispetto a uno scientifico si cerca maggiore rigore e sintesi, e non si da troppa importanza a parti descrittive?
Sao, mi sembra che il tuo problema stia nel concepire la relazione tra Matematica, Fisica e Ingegneria in questo modo: "il matematico conosce tutta la 'teoria' che il fisico non conosce, il fisico conosce tutta la 'teoria' che l'ingegnere non conosce e la 'pratica' che il matematico non conosce, l'ingegnere conosce la 'pratica' che il fisico non conosce". Come struttura di pensiero, diciamo di interpretazione di ognuno dei ruoli, ci può stare. Ma, ovviamente, non è solo questo. C'è una parte 'pratica' che il matematico conosce e il fisico, ecc. Hai una concezione dell'Ingegneria molto populista.
Come quelli che quando hanno qualcosa di rotto in casa, ti dicono "tu ingegnere, metti a posto sta roba". E io gli rispondo "sono ingegnere, mica un elettricista/idraulico/piastrellista o quelchesia".
Poi, perdonami, ma una proposizione di questo tipo è un'oscenità in tutte le nazioni del mondo:
Capisco che tu sia uno studente post liceale e che sia un po' impreciso, ma non si può sempre concedere l'interpretazione. Anche perchè, se scrivi una roba del genere in un compito, il professore lo prende e lo getta nel cestino diretto.
A me sembra che la discussione stia perdendo un po' di senso.
Per quanto estremamente gentili siano le persone in questo forum, non è che possiamo stare qui a colmare 6 anni di studio universitario. Hai ancora un approccio molto liceale alle cose, generalista. E se noi siamo un po' bacchettoni (e lo siamo), non puoi nemmeno immaginare quando lo sia un professore universitario.
Per quanto riguarda "il come risolvere le cose", quando dico che non conta, significa che di solito non interessa come arrivi ad un risultato. Magari hai una confusione in testa che la metà basta, ma quell'esercizio, in qualche modo lo risolvi e ottieni un risultato corretto. Diciamo che non è sempre così. In alcuni esami, al Poli, associano un punteggio anche alla sola pulizia del ragionamento. Se non riporti esattamente ogni assunzione che fai, ti vengono tolti dei punti. E' chiaro che in discipline più astratte, più legate alle scienze naturali, sia più importante la parte di ragionamento astratto, quindi di assunzioni e ipotesi. In un mondo come quello del Computer Science (sto semplificando) è chiaro che in primis il codice deve girare. Se gira, va bene. Poi come ho detto sto semplificando, magari il codice gira, ma va 10 volte più lento di quello che dovrebbe perchè l'algoritmo è "sporco", ha dei passaggi inutili, ha delle inefficienze.
Come quelli che quando hanno qualcosa di rotto in casa, ti dicono "tu ingegnere, metti a posto sta roba". E io gli rispondo "sono ingegnere, mica un elettricista/idraulico/piastrellista o quelchesia".
Poi, perdonami, ma una proposizione di questo tipo è un'oscenità in tutte le nazioni del mondo:
Io non penso, e non so, o non credo che un fisico studi come si costruisce un motore a propulsione o una diga, studia i fenomeni fisici che agiscono, come l'aumento di entropia, il rendimento, la spinta di Archimede, ma non so se conosce in modo più approfondito quello che avviene all'interno di un tubo che trasporta acqua.
Capisco che tu sia uno studente post liceale e che sia un po' impreciso, ma non si può sempre concedere l'interpretazione. Anche perchè, se scrivi una roba del genere in un compito, il professore lo prende e lo getta nel cestino diretto.
A me sembra che la discussione stia perdendo un po' di senso.
Per quanto estremamente gentili siano le persone in questo forum, non è che possiamo stare qui a colmare 6 anni di studio universitario. Hai ancora un approccio molto liceale alle cose, generalista. E se noi siamo un po' bacchettoni (e lo siamo), non puoi nemmeno immaginare quando lo sia un professore universitario.
Per quanto riguarda "il come risolvere le cose", quando dico che non conta, significa che di solito non interessa come arrivi ad un risultato. Magari hai una confusione in testa che la metà basta, ma quell'esercizio, in qualche modo lo risolvi e ottieni un risultato corretto. Diciamo che non è sempre così. In alcuni esami, al Poli, associano un punteggio anche alla sola pulizia del ragionamento. Se non riporti esattamente ogni assunzione che fai, ti vengono tolti dei punti. E' chiaro che in discipline più astratte, più legate alle scienze naturali, sia più importante la parte di ragionamento astratto, quindi di assunzioni e ipotesi. In un mondo come quello del Computer Science (sto semplificando) è chiaro che in primis il codice deve girare. Se gira, va bene. Poi come ho detto sto semplificando, magari il codice gira, ma va 10 volte più lento di quello che dovrebbe perchè l'algoritmo è "sporco", ha dei passaggi inutili, ha delle inefficienze.
Scusa, ma di quale ateneo stiamo parlando?
Può insistere quanto vuole. Entrambi sono corsi difficili. C'é chi può trovare più difficile ingegneria chi fisica chi lettere. Diciamo che la signora si dimostra ancora una volta poco intelligente. Purtroppo alcuni personaggi del genere insegnano nelle università.
La docente di matematica lo stesso giorno disse, questo argomento di analisi ( non mi ricordo bene quale) non lo insegno più agli ingegneri perché non serve.
Hai molta confusione in testa.
Perché?
No rispetto al 3+2. Quelle sono 3+3.
Quali sarebbero i corsi di ingegneria che durano 6 anni?
"SaO":
Lo so, per legge non può farlo, io ho solo interpretato quella frase della docente, che da quanto mi hanno detto i ragazzi, insiste sul fatto che la fisica pura sia molto più difficile dell'ingegneria.
Può insistere quanto vuole. Entrambi sono corsi difficili. C'é chi può trovare più difficile ingegneria chi fisica chi lettere. Diciamo che la signora si dimostra ancora una volta poco intelligente. Purtroppo alcuni personaggi del genere insegnano nelle università.
E qui ritorniamo nel discorso di prima perché la ricerca in ambito strutturale é svolta da ingegneri. Diverso é il discorso della professione nel senso che un ingegnere libero professionista difficilmente utilizzerà le raffinatezze metodologiche di un ingegnere ricercatore nel campo della teoria dell'elasticità perché non é quello il suo fine.
Sicuramente quelli che fanno ricerca in strutture sono gli ingegneri civili che magari sperimentano nuovi materiali, i fisici si dedicano più a confermare certe teorie.[/quote]
Quindi? Gli ingegneri non "sperimentano" solo nuovi materiali ma nuovi modelli e metodi di calcolo.
se ad ingegneria si fanno più esami specifici su un determinato argomento (meccanica, fluidodinamica, termodinamica)...mi sembra chiaro che uno studente di ingegneria abbia maggiori conoscenze di uno di fisica a riguardo...se no a che servirebbe il cdl in ingegneria se fossero sufficienti le conoscenze base?
Io non penso, e non so, o non credo che un fisico studi come si costruisce un motore a propulsione o una diga, studia i fenomeni fisici che agiscono, come l'aumento di entropia, il rendimento, la spinta di Archimede, ma non so se conosce in modo più approfondito quello che avviene all'interno di un tubo che trasporta acqua.
Hai molta confusione in testa.
Era un esempio. Nelle discipline di indirizzo si va molto nello specifico, anche nei contenuti più legati al mondo fisico.
Sono d'accordo, ma da qui a dire che si va addirittura oltre le conoscenze di un fisico mi sembra un tantino esagerato, anche se ripeto, potrei sbagliarmi perché non faccio ingegneria.
Nelle materie "core" é così.
Inoltre con ingegneria impari un metodo di affrontare i problemi non delle nozioni da tenere in testa.
"SaO":Ci sono discipline tecniche, direi sopratutto quelle legate alle scienze naturali, che fanno affrontate con un certo modus operandi. Dove è fondamentale avere ben in chiaro il significato del modello e le sue ipotesi.
Non è così anche a Ingegneria ?
Parlava di ingegneria...
Durano 6 anni?
Si.
formano in modo ancora differente rispetto ai corsi tradizionali.
Quelli a ciclo unico?[/quote]
No rispetto al 3+2. Quelle sono 3+3.
Ci sono discipline tecniche, direi sopratutto quelle legate alle scienze naturali, che fanno affrontate con un certo modus operandi. Dove è fondamentale avere ben in chiaro il significato del modello e le sue ipotesi.
Non è così anche a Ingegneria ?
A volte non è importante il come si risolve un problema.
Qui non capisco.
In questo senso, tutto il mondo del Computer Science rispecchia, a mio modo di vedere, di più questo approccio.
Qui siamo sull'informatica pura?
le lauree di 6 anni in
Durano 6 anni?
formano in modo ancora differente rispetto ai corsi tradizionali.
Quelli a ciclo unico?
Non so come ripeterlo ma un fisico non si occupa di strutture, non fa esami riguardanti le strutture ne gli é consentito fare valutazioni strutturali dalla legge.
Lo so, per legge non può farlo, io ho solo interpretato quella frase della docente, che da quanto mi hanno detto i ragazzi, insiste sul fatto che la fisica pura sia molto più difficile dell'ingegneria.
E qui ritorniamo nel discorso di prima perché la ricerca in ambito strutturale é svolta da ingegneri. Diverso é il discorso della professione nel senso che un ingegnere libero professionista difficilmente utilizzerà le raffinatezze metodologiche di un ingegnere ricercatore nel campo della teoria dell'elasticità perché non é quello il suo fine.
Sicuramente quelli che fanno ricerca in strutture sono gli ingegneri civili che magari sperimentano nuovi materiali, i fisici si dedicano più a confermare certe teorie.
se ad ingegneria si fanno più esami specifici su un determinato argomento (meccanica, fluidodinamica, termodinamica)...mi sembra chiaro che uno studente di ingegneria abbia maggiori conoscenze di uno di fisica a riguardo...se no a che servirebbe il cdl in ingegneria se fossero sufficienti le conoscenze base?
Io non penso, e non so, o non credo che un fisico studi come si costruisca un motore a propulsione o una diga, studia i fenomeni fisici che agiscono, come l'aumento di entropia, il rendimento, la spinta di Archimede, ma non so se un ingegnere conosce in modo più approfondito quello che avviene all'interno di un tubo che trasporta acqua.
Magari un ingegnere sa costruire un tubo capendo quanta forza ha bisogno per stare in piedi, o che tipo di materiale serve mentre forse un fisico cerca cose come i gradi di libertà di una molecola d'acqua, ipotizza cosa succederebbe se l'acqua ghiacciasse o se quel tubo fosse su un altro pianeta.
E a che ti serve? Ti confondi solo le idee...non hai mai visto i litigi su ogni post di relatività nella sezione di fisica? Si vive bene anche senza saperla.
La relatività l'ho già studiata ( a livello del liceo ) e mi è piaciuta, ma al di là di questo non mi piace "non sapere qualcosa", non pretendo di sapere tutto in modo approfondito, ci mancherebbe altro..ma quanto meno conoscere anche in modo superficiale di cosa si tratta.
Se ci sono dibatti e dubbi al riguardo potrebbe essere un indizio che sia un argomento interessante, d'altronde la relatività ha ribaltato la fisica classica, che si può ancora usare, ed è funzionale, ma non spiega molti fenomeni.
Era un esempio. Nelle discipline di indirizzo si va molto nello specifico, anche nei contenuti più legati al mondo fisico.
Sono d'accordo, ma da qui a dire che si va addirittura oltre le conoscenze di un fisico mi sembra un tantino esagerato, anche se ripeto, potrei sbagliarmi perché non faccio ingegneria.
Ma questa non basta per sapere modellare problemi in ogni ambito. E magistrali incentrate sulle strutture o sulla fluidodinamica (sulla seconda non sono certo al 100%) in fisica non si fanno.
Ma quando mai?
E' impossibile e hai ragione, un fisico non può specializzarsi in strutture o infrastrutture o fluidodinamica, alla magistrale si occupano di astrofisica, o fisica teorica o sperimentale, sono i tre percorsi che conosco.
Però ecco, non so se un fisico ha limiti nell'interpretare un fenomeno, e già qui la questione penso che inizia a dipendere da fisico a fisico, da quanto uno sia bravo.
Io pensavo che la laurea in fisica desse delle basi generali, o delle leggi generali dove poi è il fisico a saperle applicare ai vari esempi.
Ovvero penso che lo scopo del corso non è assorbire dei contenuti da tenere a mente, ma imparare un modus operandi che possa avere un'applicazione generale.
Il Ph.D. è un percorso formativo di 3 o 4 anni, post laurea magistrale, orientato alla formazione di una figura capace di occuparsi autonamente di un lavoro di ricerca. Dopo il Ph.D. si può decidere se rimanere nell'accademia (e quindi dedicarsi anche all'insegnamento) oppure andare nell'industria. La richiesta di figure di Ph.D. provenienti dall'area STEM [Science Technology Engineering and Mathematics] dal mondo lavorativo è in continuo aumento.
Anche in Italia?
Non viene criticato il fatto di iniziare a lavorare troppo tardi?
Lo chiedo perché mi interessa.
Cdl come ingegneria matematica, ingegneria fisica, il percorso dell'Unifi in modelli per l'ingegneria industriale e le lauree di 6 anni in ingegneria matematica -ingegneria civile o ingegneria matematica - ingegneria nucleare o ingegneria matematica - ingegneria informatica, formano in modo ancora differente rispetto ai corsi tradizionali.
"SaO":
Credo nel fatto che il percorso di studi a ingegneria nucleare sia stato questo, ma ricordiamoci che ingegneria nucleare è un percorso particolare, penso sia una magistrale, non esiste più la triennale in nucleare.
Questo per dire che solo una piccola parte degli ingegneri studiano, o hanno modo di vedere la relatività, oserei dire al massimo il 10%.
Io non ho fatto ingegneria, perciò sapete meglio di me cosa si studia, ma dai piani di studio che ho visto, non ho trovato un corso, (magari esiste) dove si affronti la relatività al corso di fisica 1 o fisica 2.
Era un esempio. Nelle discipline di indirizzo si va molto nello specifico, anche nei contenuti più legati al mondo fisico.
Non ho mai sostenuto che l'ingegneria sia pressapochista, ho tirato in ballo la citazione di un docente di fisica, e l'ho interpretata come meglio ho creduto.
Da quello che ho capito io, o da quello che penso che quella docente volesse dire, l'ingegnere quando capisce che una struttura sta in piedi si ferma lì e non va oltre, il fisico ci fa sopra altri calcoli, che magari non sono utili ad accertarsi che la costruzione resista.
Era un commento generale, non mi riferivo alla docente.
Io non intendevo dire che a ingegneria si fa poca teoria, quanto che magari questa in alcuni campi non è approfondita come la teoria che si fa a fisica.
Questo è ovvio.
E' chiaro che l'ingegnere prima di costruire qualcosa o prendere una decisione fa dei calcoli teorici, quello che io ho capito dalle parole di quella docente è che il fisico si spinge oltre.
Non sono d'accordo. Si spinge oltre nei campi che lo riguardano. Per diventare esperti di qualcosa ci vogliono anni.
Hanno senz'altro un'impostazione più teorica. Ma questa non basta per sapere modellare problemi in ogni ambito. E magistrali incentrate sulle strutture o sulla fluidodinamica (sulla seconda non sono certo al 100%) in fisica non si fanno.
Una domanda, il Ph.D serve per fare ricerca o insegnamento oppure si acquisiscono anche delle competenze professionali?
Il Ph.D. è un percorso formativo di 3 o 4 anni, post laurea magistrale, orientato alla formazione di una figura capace di occuparsi autonamente di un lavoro di ricerca. Dopo il Ph.D. si può decidere se rimanere nell'accademia (e quindi dedicarsi anche all'insegnamento) oppure andare nell'industria. La richiesta di figure di Ph.D. provenienti dall'area STEM [Science Technology Engineering and Mathematics] dal mondo lavorativo è in continuo aumento.
Sinceramente non capisco, ma vorrei, il collegamento che c'è tra l'essere troppo rigorosi e gli informatici smanettoni.
Ci sono discipline tecniche, direi sopratutto quelle legate alle scienze naturali, che fanno affrontate con un certo modus operandi. Dove è fondamentale avere ben in chiaro il significato del modello e le sue ipotesi. Dove è fondamentale avere linearità nei ragionamenti che di costruiscono. La Matematica nè è la regina. L'approccio Matematico è sempre quello più corretto, ma anche quello più oneroso in termine di risorse mentali e di tempo.
A volte non è importante il come si risolve un problema. Non è nemmeno importante che la soluzione sia quella giusta al primo colpo.
Ergo, approcci maggiormente basati sul problem solving, per tentativi, possono risultare più efficaci. In questo senso, tutto il mondo del Computer Science rispecchia, a mio modo di vedere, di più questo approccio.
Devo, tuttavia, anche ammettere che sono differenze stilistiche che dipendono da persona a persona.
Da quelle che ne so io, la matematica e la fisica che fa un ingegnere è orientata allo specifico settore che quell'ingegnere studiare, e non potrebbe essere altrimenti, mi volete dire che un ingegnere sa la matematica e la fisica classica meglio di un matematico e un fisico ed è anche in grado di sapere bene le materie tecniche ?
Un Elettronico o un Energetico come me no. Ma uno strutturista, o uno specialista in Dinamica del Volo, probabilmente sì. Fisica Classica è un termine troppo ampio per me. Diciamo che in alcune sotto-aree della fisica, alcuni Ingegneri sono più preparati. Ingegneri con un Ph.D. poi, senz'altro. Di certo un fisico il Ph.D. non lo fa in queste cose. Lo farebbe in cose molto più astruse e più astratte, che hanno a che fare con la realtà, ma molto più difficilmente hanno un'applicazione reale.
Diciamo così.
La stessa cosa vale per la fisica: il fisico la impara come propria disciplina per la quale vedra' le applicazioni mentre l'ingegnere ancora la impara come strumento
Uno lo può imparare per qualsiasi fine gli pare, l'importante è che la impari...se ad ingegneria si fanno più esami specifici su un determinato argomento (meccanica, fluidodinamica, termodinamica)...mi sembra chiaro che uno studente di ingegneria abbia maggiori conoscenze di uno di fisica a riguardo...se no a che servirebbe il cdl in ingegneria se fossero sufficienti le conoscenze base?
Io non ho fatto ingegneria, perciò sapete meglio di me cosa si studia, ma dai piani di studio che ho visto, non ho trovato un corso, (magari esiste) dove si affronti la relatività al corso di fisica 1 o fisica 2.
E a che ti serve? Ti confondi solo le idee...non hai mai visto i litigi su ogni post di relatività nella sezione di fisica? Si vive bene anche senza saperla.
Speriamo che capisca questa volta
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Per quanto riguarda la relatività bisogna precisare che viene affrontata anche in ingegneria matematica magistrale ed ingegneria fisica (anche triennale) - fisica dei sistemi complessi oltre che nel cdl di ingegneria nucleare. Ingegneria nucleare é un cdl magistrale é vero ma ci puoi accedere (senza debiti) solo con determinate lauree. Nell'ambito del polimi ad esempio puoi accedere con la triennale in ingegneria matematica, ingegneria fisica, elettrica ed energetica proprio per formare ingegneri con diverse caratteristiche. In funzione del triennio di provenienza c'é un piano di studi personalizzato al primo anno mentre nel secondo ci sono tre percorsi fra cui "fisico per i sistemi nucleari".
Non so come ripeterlo ma un fisico non si occupa di strutture, non fa esami riguardanti le strutture ne gli é consentito fare valutazioni strutturali dalla legge. Di conseguenza c'è ben poco da spingersi oltre dal punto di vista teorico, almeno che parliamo di ricerca. E qui ritorniamo nel discorso di prima perché la ricerca in ambito strutturale é svolta da ingegneri. Diverso é il discorso della professione nel senso che un ingegnere libero professionista difficilmente utilizzerà le raffinatezze metodologiche di un ingegnere ricercatore nel campo della teoria dell'elasticità perché non é quello il suo fine.
Non so come ripeterlo ma un fisico non si occupa di strutture, non fa esami riguardanti le strutture ne gli é consentito fare valutazioni strutturali dalla legge. Di conseguenza c'è ben poco da spingersi oltre dal punto di vista teorico, almeno che parliamo di ricerca. E qui ritorniamo nel discorso di prima perché la ricerca in ambito strutturale é svolta da ingegneri. Diverso é il discorso della professione nel senso che un ingegnere libero professionista difficilmente utilizzerà le raffinatezze metodologiche di un ingegnere ricercatore nel campo della teoria dell'elasticità perché non é quello il suo fine.
Per quanto riguarda la relatività, non è proprio così. Ho preso un percorso con orientamento Ingegneria Nucleare. Abbiamo visto relatività (ristretta) partendo dalle trasformazioni galileiane, passando per il famoso esperimento di Michelson-Morley, analizzando una delle prime vere intuizioni di Einstein (l'ambiguità che intravedette nel fatto che le equazioni di Maxwell cambiassero forma a seconda del sistema di riferimento inerziale, al contrario di qualunque altra legge fisica) e arrivando alla famosa E=mc^2. Tutto con molta accuratezza.
Per la quantistica, stessa cosa: siamo partiti dalle leggi del corpo nero di Planck, passando per le diverse teorie dell'atomo, scrivendo sempre le leggi di conservazione (momento ed energia), arrivando alle teorie del nucleo e alla modellazione della radioattività.
Credo nel fatto che il percorso di studi a ingegneria nucleare sia stato questo, ma ricordiamoci che ingegneria nucleare è un percorso particolare, penso sia una magistrale, non esiste più la triennale in nucleare.
Questo per dire che solo una piccola parte degli ingegneri studiano, o hanno modo di vedere la relatività, oserei dire al massimo il 10%.
Io non ho fatto ingegneria, perciò sapete meglio di me cosa si studia, ma dai piani di studio che ho visto, non ho trovato un corso, (magari esiste) dove si affronti la relatività al corso di fisica 1 o fisica 2.
Che nelle classi di ingegneria o che il lavoro dell'ingegnere debba basarsi sull'approssimazione (a volte, anche severa), d'accordo.
Qui bisogna vedere cosa si intende con approssimazione, perché saper approssimare un modello teorico e passando a uno pratico non è una sciocchezza.
C'è poi il diffuso luogo comune che la fisica sia una scienza esatta, ma sapete meglio di me che non è così, la fisica è piena di approssimazioni, casi ideali, costanti approssimate, il tutto per creare un modello funzionale che descriva la realtà ( da quello che ne so io).
Ma (sopratutto quelle italiane) che l'insegnamento sia pressapochista proprio no.
Non ho mai sostenuto che l'ingegneria sia pressapochista, ho tirato in ballo la citazione di un docente di fisica, e l'ho interpretata come meglio ho creduto.
Da quello che ho capito io, o da quello che penso che quella docente volesse dire, l'ingegnere quando capisce che una struttura sta in piedi si ferma lì e non va oltre, il fisico ci fa sopra altri calcoli, che magari non sono utili ad accertarsi che la costruzione resista.
Poniamo che scegli ingegneria. Poniamo che sia troppo poco teorica (per me, la troverai troppo teorica, ma vabbè).
Io non intendevo dire che a ingegneria si fa poca teoria, quanto che magari questa in alcuni campi non è approfondita come la teoria che si fa a fisica.
E' chiaro che l'ingegnere prima di costruire qualcosa o prendere una decisione fa dei calcoli teorici, quello che io ho capito dalle parole di quella docente è che il fisico si spinge oltre.
Ora è Ph.D. student in Physics all'ETH.
Una domanda, il Ph.D serve per fare ricerca o insegnamento oppure si acquisiscono anche delle competenze professionali?
Ah, e un parere del tutto personale, sei davvero molto molto approssimativo in alcuni tuoi ragionamenti. Sinceramente, qualcosa di eccessivamente rigoroso potrebbe persino non fare per te. Per come vedo lavorare gli informatici, per il tuo interesse verso il progresso, Ing Informatica può essere una buona scelta. E' da veri smanettoni, e a me dai l'idea di essere un po' così.
Sinceramente non capisco, ma vorrei, il collegamento che c'è tra l'essere troppo rigorosi e gli informatici smanettoni.
Quindi io non direi che un ingegnere conosce la fisica classica meglio di un fisico
Sono d'accordo.
Per un ingegnere civile idraulico o un aerospaziale la fluidodinamica-meccanica dei fluidi (per citare un esame di base) non é solo uno strumento ma una materia di studio fondamentale sulla quale affronterà anche gli aspetti applicativi. Diverso é il discorso sull'elettromagnetismo (ad esempio) per un ingegnere civile, in questo caso sono d'accordo sul fatto che tale esame verrà considerato uno strumento.
Quindi quello che vuoi dire è che per gli ingegneri una parte della fisica è strumento, mentre quella di cui hanno maggiore bisogno diventa più ampia?
Da quelle che ne so io, la matematica e la fisica che fa un ingegnere è orientata allo specifico settore che quell'ingegnere studiare, e non potrebbe essere altrimenti, mi volete dire che un ingegnere sa la matematica e la fisica classica meglio di un matematico e un fisico ed è anche in grado di sapere bene le materie tecniche ?
Io penso che persino l'esame di analisi 1 che fa un fisico sia più semplice di quello che si fa a matematica, magari l'utente Luca c'è lo può confermare.
Per un ingegnere civile idraulico o un aerospaziale la fluidodinamica-meccanica dei fluidi (per citare un esame di base) non é solo uno strumento ma una materia di studio fondamentale sulla quale affronterà anche gli aspetti applicativi. Diverso é il discorso sull'elettromagnetismo (ad esempio) per un ingegnere civile, in questo caso sono d'accordo sul fatto che tale esame verrà considerato uno strumento.
Io non sono d'accordo, ma mi spiego meglio. E' come la matematica fatta a matematica o ingegneria: il matematico la impara come disciplina a se stante a prescindere dalle applicazioni, mentre l'ingegnere la impara come strumento. La stessa cosa vale per la fisica: il fisico la impara come propria disciplina per la quale vedra' le applicazioni mentre l'ingegnere ancora la impara come strumento. Quindi io non direi che un ingegnere conosce la fisica classica meglio di un fisico, semplicemente la impara in modo piu' strumentale e tecnico.
"Vulplasir":Il fisico, da quello che ho potuto percepire io, quindi non è detto che sia così, ha una visione teorica di tutto, ovvero ha un modello matematico per spiegarti il funzionamento di una CPU, il funzionamento di un motore a reazione ( di cui credo si occupino gli ingegnere meccanici, e non gli aerospaziali), o l'equilibrio di una casa
Decisamente no, la fisica classica la conosce molto meglio un ingegnere di un fisico, un ingegnere meccanico conosce 100 volte meglio la meccanica di un fisico, perché oltre a fisica 1 fa meccanica razionale, meccanica applicata e scienza delle costruzioni, un ingegnere elettronico conosce 100 volte meglio l'elettromagnetismo di un fisico, perché il fisico si ferma all'elettromagnetismo base e poi attacca con la relatività , non approfondisce le onde elettromagnetiche come un ingegnere elettronico, stessa cosa per la termodinamica e la fluidodinamica, gli ingegneri fanno corsi specifici di termodinamica, fisica tecnica e fluidodinamica, che non fanno i fisici). "
Sono d'accordo.
Aggiungo un altro paio di considerazioni:
- Poniamo che scegli ingegneria. Poniamo che sia troppo poco teorica (per me, la troverai troppo teorica, ma vabbè). Se sarai uno studente virtuoso, potrai proseguire per il PhD. Il PhD in Ingegneria è ancora troppo poco teorico? Farai un PhD in Matematica, o in Fisica. Si può fare? Sì. Cito le due conoscenze più recenti, fatte di persona, non per sentito dire: 1) Professore della business school del Polimi, laureato in Bocconi, percorso prevalentemente orientato alla statistica ed econometria. Ha poi proseguito per un Ph.D. in Matematica. 2) Volevo seguire in sovrannumero un corso della magistrale in Ing. Nucleare: Statistical Physics. Ho chiesto al professore se poteva essere una scelta sensata per il mio percorso e per il mio interesse verso la Fisica Matematica. Mi rispose che un Energetico, proprio l'anno prima, fece la stessa cosa. Ora è Ph.D. student in Physics all'ETH.
- Ti inviterei a guardarti su Wiki qualche pagina di Fluidodinamica, Scienze delle Costruzioni. Ma non solo. Lì troverai di molti Ingegneri che hanno dato contributi importanti. Mi vengono in mente Navier, o Reynolds. Ma anche tanti altri nomi minori, sicuramente meno conosciuti, che hanno dato enormi contributi.
- Ultimo punto, scegli un Ingegneria in cui tu possa coltivare degli aspetti "non troppo tecnici". Ah, e un parere del tutto personale, sei davvero molto molto approssimativo in alcuni tuoi ragionamenti. Sinceramente, qualcosa di eccessivamente rigoroso potrebbe persino non fare per te. Per come vedo lavorare gli informatici, per il tuo interesse verso il progresso, Ing Informatica può essere una buona scelta. E' da veri smanettoni, e a me dai l'idea di essere un po' così.
- Poniamo che scegli ingegneria. Poniamo che sia troppo poco teorica (per me, la troverai troppo teorica, ma vabbè). Se sarai uno studente virtuoso, potrai proseguire per il PhD. Il PhD in Ingegneria è ancora troppo poco teorico? Farai un PhD in Matematica, o in Fisica. Si può fare? Sì. Cito le due conoscenze più recenti, fatte di persona, non per sentito dire: 1) Professore della business school del Polimi, laureato in Bocconi, percorso prevalentemente orientato alla statistica ed econometria. Ha poi proseguito per un Ph.D. in Matematica. 2) Volevo seguire in sovrannumero un corso della magistrale in Ing. Nucleare: Statistical Physics. Ho chiesto al professore se poteva essere una scelta sensata per il mio percorso e per il mio interesse verso la Fisica Matematica. Mi rispose che un Energetico, proprio l'anno prima, fece la stessa cosa. Ora è Ph.D. student in Physics all'ETH.
- Ti inviterei a guardarti su Wiki qualche pagina di Fluidodinamica, Scienze delle Costruzioni. Ma non solo. Lì troverai di molti Ingegneri che hanno dato contributi importanti. Mi vengono in mente Navier, o Reynolds. Ma anche tanti altri nomi minori, sicuramente meno conosciuti, che hanno dato enormi contributi.
- Ultimo punto, scegli un Ingegneria in cui tu possa coltivare degli aspetti "non troppo tecnici". Ah, e un parere del tutto personale, sei davvero molto molto approssimativo in alcuni tuoi ragionamenti. Sinceramente, qualcosa di eccessivamente rigoroso potrebbe persino non fare per te. Per come vedo lavorare gli informatici, per il tuo interesse verso il progresso, Ing Informatica può essere una buona scelta. E' da veri smanettoni, e a me dai l'idea di essere un po' così.
"SaO":la fisica classica la conosce molto meglio un ingegnere di un fisico
Qui ho qualche dubbio..
un ingegnere meccanico conosce 100 volte meglio la meccanica di un fisico, perché oltre a fisica 1 fa meccanica razionale, meccanica applicata e scienza delle costruzioni
Ma a un fisico non importa nulla di scienze delle costruzioni o di meccanica applicata alle macchine, un fisico studia la natura.
perché il fisico si ferma all'elettromagnetismo base
Anche qui ho qualche dubbio.
poi attacca con la relatività
Questa a ingegneria non esiste.
Sono d'accordo anche se mi sarei espresso in modo meno categorico
Per quello che so io, ogni ingegnere da importanza al ramo della fisica che interessa a lui, non credo che un ingegnere civile studierà molto i circuiti elettronici.
Sono abbastanza d'accordo con Vulplasir. Chiaramente sono cose difficili da oggettivare, ma di base, anche io la vedo così.
Per quanto riguarda la relatività, non è proprio così. Ho preso un percorso con orientamento Ingegneria Nucleare. Abbiamo visto relatività (ristretta) partendo dalle trasformazioni galileiane, passando per il famoso esperimento di Michelson-Morley, analizzando una delle prime vere intuizioni di Einstein (l'ambiguità che intravedette nel fatto che le equazioni di Maxwell cambiassero forma a seconda del sistema di riferimento inerziale, al contrario di qualunque altra legge fisica) e arrivando alla famosa E=mc^2. Tutto con molta accuratezza.
Per la quantistica, stessa cosa: siamo partiti dalle leggi del corpo nero di Planck, passando per le diverse teorie dell'atomo, scrivendo sempre le leggi di conservazione (momento ed energia), arrivando alle teorie del nucleo e alla modellazione della radioattività.
Che nelle classi di ingegneria o che il lavoro dell'ingegnere debba basarsi sull'approssimazione (a volte, anche severa), d'accordo. Ma (sopratutto quelle italiane) che l'insegnamento sia pressapochista proprio no.
Riprendendo quanto detto da Vulplasir, mi ritrovo molto in questa "critica":
Ma se non riescono neanche a risolvere l'equazione di schrodinger per una molecola biatomica...oltre a studiare roba inutile tipo i quark.
Penso che l'ingegnere, quello vero, è formato per essere estremamente metodico ed estremamente attento alla pulizia del ragionamento, in un certo senso come lo può essere un matematico. L'approssimazione deve essere misurata, solo laddove (e solo al grado corretto) sia appropriato. "Semplificare", per la nostra figura va letto in due modi: evitare di aggiungere complicazioni, comprendere il semplice alla perfezione, togliere laddove si possa togliere.
Per fare queste cose devi avere molta, davvero molta dimestichezza con quello di cui tratti.
Certo, non tutti gli ingegneri sono così, anzi una minoranza. Ma quelli forti, quelli veramente forti, son così. Questa è la mia esperienza, almeno.