Ingegneria fisica e ingegneria matematica

tecnos1
Da pochi anni sono nati due corsi di laurea a mio parere molto interessanti. Ingegneria fisica e ingegneria matematica. Le iscrizioni nei politecnici di Milano e Torino aumentano ogni anno. Nel dipartimento di matematica del politecnico di Milano fanno ricerca in matematica fisici,matematici e ingegneri elettronici e nucleari. La figura dell'ingegnere sta cambiando. Cosa ne pensate ?

Risposte
GIOVANNI IL CHIMICO
Ciao Tecnos, per principi di ingegneria chimica stiamo usando testi inglesi, oppure il Foraboschi.
Cmq nella biblioteca di ogni dipartimento di ingegneria chimica ci sono tanti testi di transport phenomena o di mass transfer che dovrebbero fare al caso tuo.

david_e1
Si sono daccordo con infinito. Gli ing. matematici hanno uno sbocco naturale DIVERSO da quello dei matematici.

Tuttavia credo che, almeno per quello che riguarda la matematica applicata all'ing., abbiano uno sbocco abbastanza simile a quello dei laureati in matematica applicata. Ovviamente la diversa' mentalita' fara' si che gli uni siano preferibili agli altri o viceversa a seconda del tipo di progetto e dei bisogni degli altri ingegneri che vi lavorano.

Un'altra campo in cui difficilmente vedremo ing. matematici e' nella matematica applicata alla fisica: la mancanza di basi in Algebra penso che renda impossibile una collaborazione con i fisici per il tipo di problemi che affrontano oggi-giorno questi ultimi.

infinito1
Premetto che non conosco i corsi di ingegneria matematica, ma mi permetto di dire qualcosa in proposito.

Concordo con david_e sul fatto che non ci può essere l’impossibilità teorica che un ingegnere possa arrivare a fare ricerca in matematica (se non erro Fermat faceva il farmacista …), né viceversa.
Ed è strano pensare che 4 anni di università possano cambiare in modo “irreversibile” due persone “potenzialmente analoghe”.

Però concordo anche con Luca nel dire che la formazione del matematico è difficilmente raggiungibile dalle persone “normali” (il “normali” è una battuta).

A questo proposito faccio presente la mia esperienza del primo anno.
Tutti noi seguivamo le lezioni di algebra, e tutti i miei compagni facevano regolarmente tutti gli esercizi sia del testo (io ne ho sempre fatti pochi), sia di altri libri in appoggio, e generalmente i risultati erano corretti, solo che … non si riusciva a capire di cosa diavolo si stava parlando. Fino alla fine di marzo la materia era considerata (dai più) “oscura”, incomprensibile e una mina vagante per l’esame che si sarebbe dovuto dare.
Poi, abbastanza velocemente, la nebbia si diradò e cominciammo a capire sempre di più, finché (diciamo indicativamente “alla fine di aprile”) il tutto sembrò naturale come lo era la geometria del Liceo (mi pare che la geometria del primo anno restasse di comprensione significativamente più difficile dell’algebra).

Voglio dire che il grado di astrazione in cui vivono i matematici credo che sia davvero irraggiungibile quando uno si è già formato.

Un altro episodio.
Verso Natale del primo anno mia cugina mi chiese di spiegarle “Ruffini”. Io non mi ricordavo neppure che cosa fosse, e la mia preparazione liceale in matematica non era mai stata particolarmente curata (avevo 5 allo scritto e 6 all’orale), ma, una volta spiegatomi che cosa voleva, riuscii a DIMOSTRARLE i teoremi che mi richiedeva. Ora la cosa mi parrebbe di poca importanza, ma ricordo bene il mio grandissimo stupore nel vedere che, con solo 2 mesi e mezzo di università, ero arrivato ad essere autonomo nel muovermi in matematica.

Per spiegarmi ancora meglio riporto una barzelletta.
Un ingegnere ed un matematico sono ad una conferenza, e si nota che l’ingegnere si distrae spesso, mostrando un interesse non certo naturale. Invece il matematico la segue con grande intensità. A fine conferenza l’ingegnere si lamenta col matematico del fatto che questa era quasi incomprensibile, ed è incredulo quando l’altro gli dice che invece l’ha trovata abbordabilissima e molto interessante. Al che gli domanda: «Ma scusa, non dirmi che riesci a “vedere” in R³²! Come diavolo fai!» Ed il matematico, con semplicità: «È facile: basta visualizzare prima in R^n, e poi considerare n=32!».

david_e1
Ah non sapevo che ci fossero questo tipo di differenze fra categoria A e B...

lollo861
una domanda x Luca_Lussardi:

Lei insegna al polimi vero?
In Quali corsi insegna e quali materie?

lollo861
l'anno scorso ne eravano più o meno 85-89 al primo anno.
quest'anno al primo anno ne sono 94, al secondo anno non so però quanti ne siamo(credo una 60).
cmq qui ci sono i numeri relativi al numero di matricole:
http://www.ingsis.polimi.it/avvisi_even ... L_2005.pdf

tecnos1
In quanti siete a ingegneria fisica?

tecnos1
La differenza fra la categoria A e B nell'ordine degli ingegneri esiste anche se l'ambiguità regna sovrana. In breve : nella categoria B gli ingegneri possono firmare progetti affrontati con metodologie standard mentre nella A si possono affrontare problematiche con metodologie innovative. Comunque sia questo è un discorso che tocca da vicino i liberi professionisti. Io faccio la specialistica in ingegneria dell'ambiente perchè vorrei inserirmi nella libera professione e non avere problemi nella progettazione. Per esempio, a detta di un mio professore, il progetto di un canale fluviale sotterraneo in calcestruzzo armato richiede richiede l'iscrizione alla lista A dell'ordine.
Per voi il discorso cambia e non credo che sia molto importante in industria.
Il padre di un mio amico è ingegnere elettrico e occupa un ruolo di responsabilità progettuale all'ENEL pur non essendo iscritto all'ordine degli ingegneri.

lollo861

lollo861
x giovanni il chimico:
conosco il corso di ing. chimica perchè ho un amico che lo frequenta(e lo considero uno dei migliori corsi tra le ing.). Quello che si vuole dire in questa discussione è che molto probabilmente per le materie trattate il corso di ing matematica riesce a dare ad un ing. degli strumenti matematici per mezzo dei quali poter capire meglio i modelli matematici con i quali si opera.Naturalmente credo che sia diversa la situazione di un ing chimico, il quale ha un'ottima preparazione su base chimica e fisica ma sinceramente ha una minore preparazione matematica.
Credo inoltre che grazie alla possibilità di poter comprendere un modello matematico, l'ing matematica avrà maggiore flessibilità mentale: sarà in grado di analizzare subito un problema e cambiare modello.
vorrei inoltre dire che per quanto riguarda il primo anno(cioè per quanto riguarda le materie base) , gli ing matem. e fisici hanno gli stessi prof., seguono le stesse lezioni, ed hanno gli stessi esami.

x david_e:
si hai ragione dicendo che proseguirà con il dottorato chi è davvero un genio!
Sono inoltre consapevole che volendo proseguire in ing. nucleare mi toccherà andare all'estero a lavorare(sinceramente spero i primi anni di andare in francia).
Volevo solo sapere se c'era qualche differenza tra gli ing dell'albo A e quelli dell'albo B.Ma se mi dici che non ce n'è ci credo!

tecnos1
Ingegneria chimica ha una buona formazione di base,ti volevo chiedere se hai delle dispense di principi di ingegneria chimica perchè non riesco a trovarle in rete. Visto che nel secondo semestre avrò fenomeni di trasporto e trasporto di materia in fase eterogenea vorrei riprendere qualche argomento.

david_e1
x lollo86

Si e' vero lo avevo anche io scritto in un post precedente: la laurea magistrale in ing. matematica non e' considerata una laurea in ing. Che non sia contemplata nell'albo nemmeno la specialistica in ing. fisica non lo sapevo!
In ogni caso non e' molto grave: al momento non c'e' alcuna differenza fra sezione A e B dell'albo ne in termini di contratti ne in termini di tipologia di progetto che uno puo' "firmare" (senza l'iscrizione all'albo non si possono fare progetti o appendere la targetta "ingegnere" fuori dalla porta!)

Se poi vai a fare ing. nucleare molto probabilmente andrai a lavorare all'estero dove l'albo professionale italiano degli ing. non ha nessuna importanza...

Quindi non mi preoccuperei molto dell'albo.

Per il dottorato e' chiaro che andra' a fare il dottorato chi e' veramente "portato": se uno finisce la laurea magistrale con un punteggio molto alto magari puo' anche provare quella via. Tuttavia credo che se uno sia interessato a lavorare fuori dall'universita' sia meglio non fare il dottorato: le aziende preferiscono neo-assunti giovani da far crescere come desiderano piuttosto che super-specialisti non forgiati per gli scopi che loro hanno in mente. Comunque molti corsi del dottorato si possono mettere a scelta nella magistrale (parlo per mate visto che di fisica non conosco bene la situazione), per cui gia' con la magistrale si raggiunge un ottima preparazione.

x tecnos

Per la fama del Poli di Milano ti dico che quando il politecnico ha fatto l'accordo con il MIT per il dottorato (in ing. meccanica se non sbaglio) sono andato sul sito del MIT per vedere cosa si diceva di noi. Sono rimasto piacevolmente sorpreso nel constatare che il politecnico di milano e' da loro considerato il top della formazione ingegneristica italiana! (forse e' un po' esagerata come cosa pero' sono contento che loro la pensino cosi')

x Marco83

Dovrebbero importare un po' di quel modello dall'america anche in Italia. Invece di copiare da loro la struttura liceale (che e' notoriamente peggio della nostra!) dovremo ispirarci a cio' che da loro funziona bene: la preparazione di alto livello.

GIOVANNI IL CHIMICO
Ciao a tutti, visto che si parla di ingegnerie "particolari" e con preparazioni "trasversali", vorrei spendere qualche parola per parlare del corso di Ingegneria chimica, che seppur esistente da più di cinquant'anni, ritengo non sia conosciuto appieno per quel che è.
Rispetto hai corsi "tradizionali" come ingegneria civile etc nel percorso curricolae dell'ingegnere chimico è presente una forte preparazione scientifica di base, infatti si parte dai tradizionali corsi di analisi 1, 2 e Geomtria e algebra, analisi numerica,per proseguire con Fisica ! che è interamente dedicata alla meccanica classica e alla sua formulazione analitica, per poi fare un intero corso di fisica 2 sull'elettromagnetismo, e affrontare 2 corsi di termodinamica, di cui uno dedicato interamente alle sostanze pure e uno dedicato alle miscele non ideali e alla dedetrminazione delle proprietà per sistemi reagenti. Poi c'è un corso di fluidodinamica, uno di scambio termico e uno di trasporto di materia e fenomeni di diffusione in matrici solide liquide e gassose, dove si affrontano anche argomenti come osmosi inversa, ultrafiltrazione etc, in parallelo a questi corsi vi sono corsi dedicati alla chimica pura, inorganica e organica, alle biomolecole, agli idrocarburi e alla cinetica chimica.
Inoltre si affrontano i tradizionali corsi di scienze delle costruzioni, macchine, elettrotecnica e uno speciale corso dedicato al calcolo strutturale dei serbatoi e delle strutture cilindriche.
L'unica lacuna, ma credo che sia tale per moltissime ingegnerie è la mancanza di un corso di meccanica statistica.
Che ve ne pare? A me sembra un corso di laurea estremamente "vivace".

tecnos1
A mio parere ingegneria fisica,come ing matematica avranno un grande successo e se attivassero un corso del genere a Genova non esiterei a cambiare. Sicuramente offre una formazione di base elevata anche dal punto di vista teorico ma senza penalizzare l'aspetto applicativo.
La diffusione in Europa e USA ne dimostra l'efficacia.
Per l'esame di Stato nella categoria A non credo che sia un grosso problema. A mio avviso è significativo per lauree maggiormente applicative, specie nel ramo Civile-Ambientale dove la libera professione assorbe un buon numero di ingegneri.

tecnos1
Con il MIT che tipo di dottorato?

tecnos1
Certo,la preparazione interdisciplinare è sempre un bene,comunque ad Harward dal 2005 hanno introdotto ingegneria fisica e anche in altre facoltà USA come il Virginia Tech....
E ci sono anche corsi in ingegneria matematica dai quali il Polimi ha preso spunto.
La preparazione americana mi sembra molto convincente.

Marco831
Posso dirti che il Poli di milano ha degli ottimi rapporti con la UofM e con moltissime altre università negli usa (è stato appena aperto un canale a livello di dottorato con l'MIT).
Se chiedi ad un americano, non puoi sperare ti sentirti dire che lui conosce il Poli o qualsiasi altra università fuori dagli USA, tuttavia, guardando alle scelte che fanno i professori(N.B. circa il 70% dei professori della facoltà che frequento non sono americani) riguardo agli studenti da assumere è facile capire che la reputazione del Poli di Milano è piuttosto buona.

Ti faccio un esempio:
nel gruppo di ricerca di cui faccio parte siamo in 12, di cui 4 italiani e tutti arrivano dal Poli di Milano.

Qui non esistono corsi di laurea in ingegneria matematica o ingegneria fisica, ma come ti dicevo nel precedente post, si ha una libertà nella scelta dei corsi (per lo meno a livello graduate) tale da consentire a chiunque di acquisire una preparazione "trasversale" come si presuppone che sia per un ingegnere matematico o fisico.

Altro esempio:
io sono un ingegnere meccanico e quindi la mia preparazione in fisica dello stato solido, meccanica quantistica, termodinamica statistica e compagnia bella non è fenomenale. In compenso ho un'ottima preparazione per quel che riguarda la fluidodinamica, la termodinamica classica e trasmissione del calore. Per colmare le mie lacune e apprendere quei concetti che mi permetteranno di lavorare al meglio nel campo in cui opero ho scelto di seguire dei corsi di Molecular gas dynamics (che tratta appunto la meccanica quantistica, termodinamica statistica e teoria cinetica dei gas), Aerosol/Particle science and engineering, mentre il prossimo semestre seguirò solid state physics.
Se fossi stato un fisico la situazione sarebbe probabilmente stata capovolta e adesso mi troverei a seguire corsi di fluid dynamics, advanced heat transfer etc...
Lo steso discorso vale per ing. matematica.
Se uno studente di ingegneria si trovasse nella necessità di utilizzare modelli matematici complessi potrebbe tranquillamente prendere tutti i corsi che gli servono nel dipartimento di matematica e nessuno avrebbe nulla da ridire.
Perciò, benchè non ufficialmente sancite, le figure da te citate sono presenti.
Diciamo che sono in genere quelle persone che fanno un master o PhD in ingegneria e optano per un minor in fisica o matematica.

lollo861
Ciao a tutti sono un ing fisico del 2 anno al polimi. finora avete parlato della figura dell'ing matematico.Sono concorde con david_e nel dire che gli ing matematici(ma secondo ma anche gli ing fisici) hanno una maggiore flessibilità mentale rispetto agli altri ing. e sono sicuro che con l'esperienza e colmando alcune lacune possano offrire lo stesso contributo che possono offrire i matematici.
Vorrei conoscere alcune opinioni sulla figura dell'ing. fisico(sono tentato di proseguire con la laurea specialistica in ing. nucleare).Ricordo che dopo la laurea triennale di ing. fisica il corso prevede 2 anni di specialistica e si potrebbe continuare con 3 anni di dottorato in fisica.
Vorrei inoltre sapere da david_e se una volta laureato in ing. matematica vorrebbe continuare con qualche dottorato visto che mi risulta che sia gli ing matematici che i fisici sono destinati a rimanere nella sezione B dell'albo degli ing.(ing.junior).(tratto dal manifesto di ing. fisica 2005/2006: La Laurea Specialistica è inquadrata nella Classe “Modellistica Matematico-Fisica per l’Ingegneria”. Tale Classe corrisponde ad una nuova figura professionale contemplata nella riforma dell’Università che, essendo di nuova istituzione, non è attualmente compresa nelle Classi Specialistiche tradizionali dell’Ingegneria (quelle cioè pre-esistenti alla riforma). Il titolo di Laurea Specialistica conseguentemente non dà accesso agli Esami di Stato né agli Ordini Professionali per la Sezione A.)

grazie.

tecnos1
Per Marco 83. Che reputazione hanno in USA, i politecnici di Milano e Torino? Nella università che frequenti ci sono corsi in ingegneria matematica e ingegneria fisica? In alcune università USA sono attivi, per non parlare del Nord Europa.

fireball1
quote:
Originally posted by david_e

i laureati in matematica possono recuperare le lacune che, certamente, saranno presenti anche nel loro piano di studi!




Di che tipo di lacune parli? Spero non lacune matematiche...
In ogni caso, ti faccio vedere l'elenco dei corsi che
è possibile scegliere a Matematica alla Sapienza di Roma
(non di certo al primo anno, in cui il piano
di studi è concepito in modo piuttosto rigido):
http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/offe ... a=italiano .
Come vedi non sono affatto pochi,
e non sono neanche tutti di Matematica allo stato puro.

Ma poi se tra qualche anno anche gli ingegneri matematici
faranno tutti i corsi che si fanno a Matematica (Algebra,
Geometria e altre robe varie, come già fanno i matematici
per le scienze dell'ingegneria di Torino), a cosa servirà più un
matematico? Mi sa solo a fare ricerca o insegnare... Eh sì...
In ogni caso sono sicuro che ho fatto la scelta
giusta, perché ciò che faccio mi piace, l'importante è questo.
Se finirò a dimostrare teoremi sotto i ponti, poco mi importa.
Tra l'altro più vado avanti, più mi sta piacendo sempre di più
l'aspetto puro della Matematica, quindi può darsi anche
che neanche mi dedicherò alle applicazioni in futuro.

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