Genova 2001...ricordate?
Sono passati 6 anni da quei fatti assurdi che hanno messo genova sotto assedio..e fin ora in tv si vedono immagini forti di quei momenti...secondo voi la colpa è stata delle forze dell'ordine o dei famigerati black blok?secondo me c sono stai eccessi da ambedue le parti..ma odio quello ke hanno combinato quegli anarchici...
Risposte
Gli isitinti di soppravvivenza a mio avviso sono insiti negli animali...da un essere umano mi aspetto un minimo di buon senso.
Penso sia difficile che in quei momenti riesci a prendere la mira bene per ferirlo...si tratta di istinti di sopravvivenza...
Non assolvo Giuliani...l'unica domanda che mi sono sempre posta è questa:" ma il carabiniere doveva per forza ucciderlo, non poteva soltanto ferirlo?"
premetto che la politica non mi interessa per tanti motivi,primo fra tutti il fatto che ormai non esistono più partiti che abbiamo, così come dovrebbe essere invece,come obiettivo l'interesse del paese e della popolazione;
Faccio parte di quella generazione delusa dall'evidente interesse personale di coloro che stanno al potere,un interesse che si evince anche dalla politica dei piccoli comuni.
Ci tenevo cmq a dire la mia sull'argomento: trovo assolutamente incredibile come nel nostro paese ,si riesca a trasformare,così banalmente, un violento e ,secondo me anche un ipotetico assassino ( visto che dalle immagini era evidente che, se fosse riuscito a uccidere con quell'estintore ,lo avrebbe fatto) in un martire.
con questo non voglio dire che meritasse di morire,ma perfavore cerchiamo di non mettere sul piedistallo il santo sbagliato!
Vorrei solo invitarvi a riflettere sulla posizione del poliziotto; pensate per un attimo di essere al suo posto, cercate di immaginare il panico (visto che, ricordiamoci che la polizia e i carabinieri non sono forze composte da supereroi ma da semplici uomini,anzi spesso ragazzi, che per uno stipendio rischiano spesso la pelle),immaginate di vedervi di fronte uno che vi vuole PALESEMENTE uccidervi che fate?...ardua la risposta vero? io però credo che in tutti noi esiste un istinto alla sopravvivenza che è la forza che scatta in questi momenti.
E' vero anche ,dall'altra parte, che esistono componenti delle forze dell'ordine che abusano del loro potere (alcuni sono proprio dei fanatici) e quello che è accaduto alla Diaz non ha giustificazioni : chi ha commesso questo reato merita di essere punito.
ultimo aspetto che vorrei analizzare è quello del ruolo dei genitori che, nonostante tutto il dolore che comprendo e rispetto non hanno mai accennato al fatto che loro figlio era lì ,non per manifestare in maniera pacifica, ma per commettere atti di violenza che nessun principio e nessuna idea democratica riuscirà mai a giustificare.
Faccio parte di quella generazione delusa dall'evidente interesse personale di coloro che stanno al potere,un interesse che si evince anche dalla politica dei piccoli comuni.
Ci tenevo cmq a dire la mia sull'argomento: trovo assolutamente incredibile come nel nostro paese ,si riesca a trasformare,così banalmente, un violento e ,secondo me anche un ipotetico assassino ( visto che dalle immagini era evidente che, se fosse riuscito a uccidere con quell'estintore ,lo avrebbe fatto) in un martire.
con questo non voglio dire che meritasse di morire,ma perfavore cerchiamo di non mettere sul piedistallo il santo sbagliato!
Vorrei solo invitarvi a riflettere sulla posizione del poliziotto; pensate per un attimo di essere al suo posto, cercate di immaginare il panico (visto che, ricordiamoci che la polizia e i carabinieri non sono forze composte da supereroi ma da semplici uomini,anzi spesso ragazzi, che per uno stipendio rischiano spesso la pelle),immaginate di vedervi di fronte uno che vi vuole PALESEMENTE uccidervi che fate?...ardua la risposta vero? io però credo che in tutti noi esiste un istinto alla sopravvivenza che è la forza che scatta in questi momenti.
E' vero anche ,dall'altra parte, che esistono componenti delle forze dell'ordine che abusano del loro potere (alcuni sono proprio dei fanatici) e quello che è accaduto alla Diaz non ha giustificazioni : chi ha commesso questo reato merita di essere punito.
ultimo aspetto che vorrei analizzare è quello del ruolo dei genitori che, nonostante tutto il dolore che comprendo e rispetto non hanno mai accennato al fatto che loro figlio era lì ,non per manifestare in maniera pacifica, ma per commettere atti di violenza che nessun principio e nessuna idea democratica riuscirà mai a giustificare.
Giustissimo..ma siccome viviamo nella repubblica delle banane..che invece di sembrare uno stato, sembra una azienda..in cui "il cliente ha sempre ragione" tramutato in "il cittadino ha sempre ragione"..quindi è normale vedere la madre di quel delinquente in parlamento
premetto che la politica non mi interessa per tanti motivi,primo fra tutti il fatto che ormai non esistono più partiti che abbiano, così come dovrebbe essere invece,come obiettivo l'interesse del paese e della popolazione;
Faccio parte di quella generazione delusa dall'evidente interesse personale di coloro che stanno al potere,un interesse che si evince anche dalla politica dei piccoli comuni.
Ci tenevo cmq a dire la mia sull'argomento: trovo assolutamente incredibile come nel nostro paese ,si riesca a trasformare,così banalmente, un violento e ,secondo me anche un ipotetico assassino ( visto che dalle immagini era evidente che, se fosse riuscito a uccidere con quell'estintore ,lo avrebbe fatto) in un martire.
con questo non voglio dire che meritasse di morire,ma perfavore cerchiamo di non mettere sul piedistallo il santo sbagliato!
Vorrei solo invitarvi a riflettere sulla posizione del poliziotto; pensate per un attimo di essere al suo posto, cercate di immaginare il panico (visto che, ricordiamoci che la polizia e i carabinieri non sono forze composte da supereroi ma da semplici uomini,anzi spesso ragazzi, che per uno stipendio rischiano spesso la pelle),immaginate di vedervi di fronte uno che vuole PALESEMENTE uccidervi che fate?...ardua la risposta vero? io però credo che in tutti noi esiste un istinto alla sopravvivenza che è la forza che scatta in questi momenti.
E' vero anche ,dall'altra parte, che esistono componenti delle forze dell'ordine che abusano del loro potere (alcuni sono proprio dei fanatici) e quello che è accaduto alla Diaz non ha giustificazioni : chi ha commesso questo reato merita di essere punito.
ultimo aspetto che vorrei analizzare è quello del ruolo dei genitori che, nonostante tutto il dolore che comprendo e rispetto, non hanno mai accennato al fatto che loro figlio era lì ,non per manifestare in maniera pacifica, ma per commettere atti di violenza che nessun principio e nessuna idea democratica riuscirà mai a giustificare.
Faccio parte di quella generazione delusa dall'evidente interesse personale di coloro che stanno al potere,un interesse che si evince anche dalla politica dei piccoli comuni.
Ci tenevo cmq a dire la mia sull'argomento: trovo assolutamente incredibile come nel nostro paese ,si riesca a trasformare,così banalmente, un violento e ,secondo me anche un ipotetico assassino ( visto che dalle immagini era evidente che, se fosse riuscito a uccidere con quell'estintore ,lo avrebbe fatto) in un martire.
con questo non voglio dire che meritasse di morire,ma perfavore cerchiamo di non mettere sul piedistallo il santo sbagliato!
Vorrei solo invitarvi a riflettere sulla posizione del poliziotto; pensate per un attimo di essere al suo posto, cercate di immaginare il panico (visto che, ricordiamoci che la polizia e i carabinieri non sono forze composte da supereroi ma da semplici uomini,anzi spesso ragazzi, che per uno stipendio rischiano spesso la pelle),immaginate di vedervi di fronte uno che vuole PALESEMENTE uccidervi che fate?...ardua la risposta vero? io però credo che in tutti noi esiste un istinto alla sopravvivenza che è la forza che scatta in questi momenti.
E' vero anche ,dall'altra parte, che esistono componenti delle forze dell'ordine che abusano del loro potere (alcuni sono proprio dei fanatici) e quello che è accaduto alla Diaz non ha giustificazioni : chi ha commesso questo reato merita di essere punito.
ultimo aspetto che vorrei analizzare è quello del ruolo dei genitori che, nonostante tutto il dolore che comprendo e rispetto, non hanno mai accennato al fatto che loro figlio era lì ,non per manifestare in maniera pacifica, ma per commettere atti di violenza che nessun principio e nessuna idea democratica riuscirà mai a giustificare.
in questo caso non c'è nulla da aspettare perchè è lapalissiano ciò che è successo. E' come dire "aspettiamo il processo per vedere se sono colpevoli" al Processo di Norimberga.
Di pagare pagheranno, ma ciò non toglie che è inaudito ciò che è successo e non mi riferisco solo alla Diaz....pestavano CHIUNQUE gli capitasse sotto tiro (ed i Black Block continuavano a fare ciò che volevano nel contempo...).
Di pagare pagheranno, ma ciò non toglie che è inaudito ciò che è successo e non mi riferisco solo alla Diaz....pestavano CHIUNQUE gli capitasse sotto tiro (ed i Black Block continuavano a fare ciò che volevano nel contempo...).
maruti77;115188:
"Che alla Diaz ci sia stata una rappresaglia, indegna in tempo di guerra, figuratevi in tempo di pace, se vero merita una giusta e severa punizione. "
"se vero"??
Ma oltra a leggere Il Giornale (tantovale mettevate pure la Padania ed era uguale) sapete di ciò che state parlando?
Perdonami, è che di solito si dice sempre di aspettare i processi..non vale in questo caso? Comunque se, ripeto se accertato, i colpevoli devono pagare. E speriamo non paghino all'italiana :rolleyes:
swordfishtrombones;115187:
chiedo scusa se ti sono sembrato poco cortese, mi sono espresso male, ma il messaggio non si capiva … e proprio per questo ho chiesto …
sinceramente, anche rileggendo più volte, avevo capito che con “tu giuliani e i tuoi amici” intendessi il “tu” allo stesso modo della frase precedente, tutto qui.
purtroppo la frase assume toni molto diversi in un caso o nell’altro.
In quel caso sarebe stato "tu - virgola- giuliani e.." ;) No problem comunque!
in effetti..dal g8 siamo andati un po fuori...cmq abbasso caruso.
Libera interpretazione...un pò fuori tema, non trovi? :)
Caruso è una persona che prima di parlare non controlla se il cervello sia azionato...ed è stato anche sonoramente smentito dal suo partito e da tutta l'ala non moderata della sinistra...ergo....
Caruso è una persona che prima di parlare non controlla se il cervello sia azionato...ed è stato anche sonoramente smentito dal suo partito e da tutta l'ala non moderata della sinistra...ergo....
swordfishtrombones;115195:
sono da condannare sia il terrorismo che le frasi idiote di caruso.
però sono sicuro che adesso neocon ci deluciderà su cosa c'entra il g8 di genova con la relazione del cesis e le frasi di caruso. perchè per lui c'è un collegamento logico, no?
Libera interpretazione !
Personalmente odio caruso,e tutti i suoi compagni estremisti...e comunque non condanniamo troppo le forze dell'ordine..anke perchè vorrei ricordarvi la famosa scritta di quegli anarchici:A.C.A.B.=all cops are bastard...
è stata vista + volte sui muri di catania anke dopo il 2 febbraio e non penso sia il caso da mettersi contro le forze di polizia,rischiate di fare quello che vogliono gli anarchici insurrezionalisti.
è stata vista + volte sui muri di catania anke dopo il 2 febbraio e non penso sia il caso da mettersi contro le forze di polizia,rischiate di fare quello che vogliono gli anarchici insurrezionalisti.
sono da condannare sia il terrorismo che le frasi idiote di caruso.
però sono sicuro che adesso neocon ci deluciderà su cosa c'entra il g8 di genova con la relazione del cesis e le frasi di caruso. perchè per lui c'è un collegamento logico, no?
però sono sicuro che adesso neocon ci deluciderà su cosa c'entra il g8 di genova con la relazione del cesis e le frasi di caruso. perchè per lui c'è un collegamento logico, no?
FRANCESCO CARUSO (prc):
".........Treu e Biagi non sono gli assassini ma sono coloro che hanno fornito le leggi, alias le armi attraverso le quali i padroni e gli imprenditori senza scrupoli, che sono i veri assassini, pur di aumentare i profitti hanno abbassato la soglia di sicurezza delle condizioni di lavoro.....".
-REPUBBLICA DELLE BANANE-
".........Treu e Biagi non sono gli assassini ma sono coloro che hanno fornito le leggi, alias le armi attraverso le quali i padroni e gli imprenditori senza scrupoli, che sono i veri assassini, pur di aumentare i profitti hanno abbassato la soglia di sicurezza delle condizioni di lavoro.....".
-REPUBBLICA DELLE BANANE-
"Che alla Diaz ci sia stata una rappresaglia, indegna in tempo di guerra, figuratevi in tempo di pace, se vero merita una giusta e severa punizione. "
"se vero"??
Ma oltra a leggere Il Giornale (tantovale mettevate pure la Padania ed era uguale) sapete di ciò che state parlando?
Le forze dell'ordine NON hanno assalito solo i black block (che erano pochissimi). Le forze dell'ordine hanno assalito TUTTI, con ferocia disumana: comprese donne, passanti, vecchi, TUTTI. Vi invito, prima di leggere qui, a vedere uno dei milioni di documenti filmati che ci sono sui fatti di genova. I Black block hanno messo a ferro e fuoco la città, la polizia ed i carabinieri (ma anche la Finanza) non riuscendo (penso avessero anche paura) a prenderli, se la sono presa con CHIUNQUE, con una ferocia inaudita.
Parlo con dovizia di cronaca, c'erano tre miei amici giornalisti (all'epoca semplice freelance, mischiati alla folla) sul posto che se la sono dovuta dare alla fuga mentre la polizia manganavellava chiunque fosse sotto tiro, loro compresi.
Che dovessero fermare (e non ci sono riusciti affatto) i black block è giustissimi. Arrivare a fare ciò che hanno fatto (si sono persino inventati molotov ed armi alla Diaz...tant'è che c'è un megaprocesso in corso in cui un vicequestore ha appena ammesso che è stato un massacro ingiustificato...)...è una cosa da vili.
Per quanto riguarda la repubblica delle banane siamo perfettamente concordi, basti vedere il numro di indagati ed inquisiti del centrodestra...nota bene, non chi ha già espiato la pena ma chi ancora non l'ha manco scontata...
YouTube - g8 genova testimonianza carabiniere per via tolemaide
YouTube - Genova 2001 - I diritti negati - parte 4
YouTube - Genova 2001 - I diritti negati - parte 3
YouTube - Genova 2001 - I diritti negati - parte 4
YouTube - G8 Genova - Testimonianze Bolzaneto, scuola Diaz
YouTube - G8 Genova scuola Diaz scene del blitz - G8 Genoa Diaz school
e ce ne sono ancora a migliaia di filmati (vedete specialmente il primo, è una testimonianza processuale di un carabiniere)
"se vero"??
Ma oltra a leggere Il Giornale (tantovale mettevate pure la Padania ed era uguale) sapete di ciò che state parlando?
Le forze dell'ordine NON hanno assalito solo i black block (che erano pochissimi). Le forze dell'ordine hanno assalito TUTTI, con ferocia disumana: comprese donne, passanti, vecchi, TUTTI. Vi invito, prima di leggere qui, a vedere uno dei milioni di documenti filmati che ci sono sui fatti di genova. I Black block hanno messo a ferro e fuoco la città, la polizia ed i carabinieri (ma anche la Finanza) non riuscendo (penso avessero anche paura) a prenderli, se la sono presa con CHIUNQUE, con una ferocia inaudita.
Parlo con dovizia di cronaca, c'erano tre miei amici giornalisti (all'epoca semplice freelance, mischiati alla folla) sul posto che se la sono dovuta dare alla fuga mentre la polizia manganavellava chiunque fosse sotto tiro, loro compresi.
Che dovessero fermare (e non ci sono riusciti affatto) i black block è giustissimi. Arrivare a fare ciò che hanno fatto (si sono persino inventati molotov ed armi alla Diaz...tant'è che c'è un megaprocesso in corso in cui un vicequestore ha appena ammesso che è stato un massacro ingiustificato...)...è una cosa da vili.
Per quanto riguarda la repubblica delle banane siamo perfettamente concordi, basti vedere il numro di indagati ed inquisiti del centrodestra...nota bene, non chi ha già espiato la pena ma chi ancora non l'ha manco scontata...
YouTube - g8 genova testimonianza carabiniere per via tolemaide
YouTube - Genova 2001 - I diritti negati - parte 4
YouTube - Genova 2001 - I diritti negati - parte 3
YouTube - Genova 2001 - I diritti negati - parte 4
YouTube - G8 Genova - Testimonianze Bolzaneto, scuola Diaz
YouTube - G8 Genova scuola Diaz scene del blitz - G8 Genoa Diaz school
e ce ne sono ancora a migliaia di filmati (vedete specialmente il primo, è una testimonianza processuale di un carabiniere)
chiedo scusa se ti sono sembrato poco cortese, mi sono espresso male, ma il messaggio non si capiva … e proprio per questo ho chiesto …
sinceramente, anche rileggendo più volte, avevo capito che con “tu giuliani e i tuoi amici” intendessi il “tu” allo stesso modo della frase precedente, tutto qui.
purtroppo la frase assume toni molto diversi in un caso o nell’altro.
sinceramente, anche rileggendo più volte, avevo capito che con “tu giuliani e i tuoi amici” intendessi il “tu” allo stesso modo della frase precedente, tutto qui.
purtroppo la frase assume toni molto diversi in un caso o nell’altro.
swordfishtrombones;115115:
si può riferire allo stesso soggetto indicato con il “tu” della prima frase: se hai intenzione di scrivere correttamente in italiano, per rendere il discorso chiaro e leggibile, se cominci in un modo dovresti continuare allo stesso modo… quindi, immaginandomi che tu sapessi scrivere correttamente in italiano, ho pensato che avessi fatto così, e invece non era così ….
Tralasciando i tuoi modi cortesi ed educati nel rivolgerti a me, la frase a cui ti riferisci è scritta in un italiano corretto. Quando sarai professore d'italiano, oltre che di cortesia nel rivolgerti al prossimo, potremo discuterne con piacere: fino ad allora se la base da cui partiamo è la tua frase qui sopra mi pare che ci sia poco da dire.
torniamo in topic …
non giustifico assolutamente nessuno e ancor meno giustifico i metodi violenti per esprimere le proprie idee, sono convinto che giuliani e tutti gli altri manifestanti violenti andavano perseguiti come delinquenti. penso solo che sparare un colpo di pistola in una situazione come quella di piazza alimonda sia stato uno sbaglio, dovuto ad inesperienza e inadeguatezza, che poteva avere addirittura conseguenza più gravi anche per gli stessi carabinieri..
mi riesce difficile non pensare che quegli spari potevano essere evitati.
la legittima difesa delle forze dell’ordine impegnate negli scontri con dei manifestanti violenti è sacrosanta, ma a genova, penso che gli occupanti del defender dei carabinieri abbiano abusato un po’ di questo loro diritto.
e comunque, in linea generale, penso che il rischio di chi partecipa ad una manifestazione di protesta, giuste o sbagliate che siano le motivazioni della protesta, anche per gli episodi e gli scontri più violenti, non dovrebbe essere quello di morire ammazzati dalla pistola di un esponente delle forza dell’ordine.
durante uno scontro violento capita che ci siano morti, per reazione, per legittima difesa, per 5 minuti di stupidità, per un qualsiasi motivo … capita ed ognuno si assume le proprie responsabilità (o almeno dovrebbe farlo …)
ma che questo debba passare come un rischio “calcolato”, come una cosa normale, beh … mi pare esagerato e assolutamente non condivisibile.
che il capitano di polizia sappia di chi è la vera colpa e ce lo venga a dire mi fa piacere, ma la frase sembra detta da un ragazzino per discolparsi di qualcosa …
Sarà, ma i nostri punti di vista rimangono diametralmente opposti: in una manifestazione pacifica è normale ciò che dici, in un assalto alle forze dell'ordine no.
Ecco perchè mi sento di condividere l'idea del capitano di polizia sulle colpe e responsabilità dei complici di Giuliani.
.....pag. III :
PRINCIPALI MOBILITAZIONI AMBIENTALISTE
Nel quadro della rete di solidarietà e reciproca assistenza tra le singole proteste si sono collocati gli sviluppi della campagna contro l’ampliamento della base USA di Vicenza, culminata nella manifestazione del 17 febbraio e scandita da ulteriori iniziative di contestazione. A margine di tale mobilitazione si è inserita l’azione incendiaria del 12 giugno contro una ditta impegnata in lavori infrastrutturali presso l’aeroporto “Dal Molin”.
Nel caso delle proteste vicentine, alle rivendicazioni in tema di impatto ambientale si sono accompagnate istanze di stampo antimilitarista ed antimperialista, sostenute da un accentuato attivismo del fronte no war.
In questa cornice hanno trovato spazio iniziative contro le altre basi USA in territorio nazionale e quelle finalizzate a rilanciare le proteste contro la cd. industria bellica, vale a dire le imprese coinvolte negli
appalti di opere e forniture alle basi e strtture militari, nonché nella produzione, nel finanziamento e nel supporto logistico alle attività all’estero in ambito ONU.
Ulteriori interventi hanno riguardato il sostegno alle “resistenze” operanti in Iraq, Afghanistan e Libano, specie da parte di ambienti antimperialisti che vantano collegamenti con l’estero ma che trovano scarso seguito in Italia, anche per le aperture a ristretti settori della destra radicale.
Nel medesimo contesto si inserisce il corteo antagonista tenutosi a Roma il 9 giugno,
in occasione della visita del Presidente Bush. In chiave preventiva, l’azione intelligence e le analisi in sede interforze hanno riguardato l’attivismo organizzativo delle frange più oltranziste. A margine della manifestazione queste ultime, determinate ad innalzare il livello dello sconTro e isolate dalla maggioranza pacifica del movimento, si sono rese protagoniste di atti di vandalismo e provocazioni violente nei confronti delle Forze dell’ordine.
Anche se territorialmente circoscritte, tensioni di piazza ed altri episodi di intolleranza politica hanno continuato a scandire il confronto tra militanti di opposto segno che, soprattutto in alcune realtà del Centro Nord (Lazio e Lombardia), ha evidenziato considerevoli livelli di aggressività.
CONFLITTUALITA’ DESTRA - SINISTRA
Da parte dell’antagonismo di sinistra, è emerso il proposito di rilanciare la “lotta antifascista” per contrastare la crescente visibilità delle formazioni della destra radicale.
La giornata in ricordo dei martiri delle Foibe, celebrata il 10 febbraio, ha offerto lo spunto per controiniziative di vario spessore a Rovereto (TN), Trieste, Roma e soprattutto in Toscana, ove la conflittualità si è tradotta in episodi di violenza e scontri con le Forze dell’ordine. Mobilitazioni con ricadute sull’ordine pubblico si sono registrate
anche a Genova, Torino e Bologna.
A Milano, l’azione incendiaria compiuta nella notte tra il 10 e l’11 aprile contro l’inauguranda sede di un circolo della destra radicale ha contribuito ad accentuare il clima di intolleranza politica.
Iniziative violente e gesti intimidatori da parte dell’ultradestra nei confronti di obiettivi dell’opposto orientamento politico hanno interessato soprattutto la Capitale.
Il contesto romano rimane, d’altra parte, uno dei più rappresentativi delle dinamiche in atto nella destra radicale, caratterizzata da un’accentuata conflittualità interna e da una marcata competizione sul territorio non solo rispetto all’antagonismo di sinistra, ma tra le stesse formazioni d’area, con una costante “rincorsa” sui temi sociali, ritenuti maggiormente remunerativi: emergenza abitativa, vivibilità nelle grandi aree urbane, immigrazione, droga.
La ricerca di consenso e l’interesse ad accrescere le proprie file ha portato a reclutare fra i più giovani, nonché ad attrarre soggetti e gruppi di marcata impronta estremista, talora portatori di violente istanze xenofobe.
Si è confermata la propensione, segnatamente tra i militanti del Nord Est, a sviluppare collaborazioni con aggregazioni di stampo razzista, che hanno mostrato, specie in Russia, una particolare aggressività.
Soprattutto nell’area skinhead sono sempre molto intensi, infatti, i legami con omologhe formazioni in ambito continentale, consolidati nel corso di riunioni, manifestazioni e raduni oltreconfine. I profili di rischio di tali rapporti risiedono anche nella pericolosità di alcune compagini europee, come dimostra la vasta operazione di polizia condotta in aprile in Portogallo, che ha portato a decine di arresti e al sequestro di armi ed esplosivi.
Hanno trovato ulteriore conferma, inoltre, le indicazioni attestanti le relazioni privilegiate tra frange dell’irredentismo altoatesino ed estrema destra tedesca, funzionali alla
definizione di comuni percorsi ideologici e progettuali di segno nazionalista ed antimondialista.
Ristretti circoli della destra radicale neonazista e filoiraniana hanno ricercato nuove
occasioni di visibilità, ora manifestando appoggio a contigui settori negazionisti
dell’Olocausto, ora rilanciando la campagna contro la normativa che sanziona le discriminazioni razziali.
Nell’ambito dell’azione di contrasto in direzione degli ambienti oltranzisti, l’Arma dei Carabinieri ha eseguito il 30 aprile delle perquisizioni a carico di 6 persone indagate per aver promosso e organizzato un movimento politico denominato Azione Fascista Nazional Socialista (AFNS), costituito a Sassari ed avente quali metodi d’azione quelli propri del partito fascista. Nel corso dell’operazione è stato sequestrato, tra l’altro, il sito internet del sodalizio.
Spinte radicali in chiave antislamica hanno verosimilmente ispirato, oltre ad iniziative meramente propagandistiche, gesti di natura intimidatoria, come l’attentato incendiario compiuto il 13 aprile a Milano ai danni di una locale sede dell’Islamic Relief.
L’attività informativa del SISDE in direzione del fenomeno delle infiltrazioni politicoestremiste nel tifo calcistico ha assunto ulteriore, specifico rilievo a seguito degli incidenti di Catania del 2 febbraio nei quali ha perso la vita l’Ispettore della Polizia di Stato Filippo Raciti.
Una serie di successivi episodi, culminati il 22 febbraio con il ritrovamento di bottiglie molotov nei pressi dello stadio di Castellammare di Stabia (NA), ha testimoniato il clima di violenza e ostilità che si manifesta soprattutto nei confronti delle Forze dell’ordine.
Non sono mancati tentativi di strumentalizzazione ideologica, specie da parte della destra radicale. In alcune realtà, come quella capitolina, la compenetrazione tra tifo ultrà ed oltranzismo politico ha evidenziato profili di indubbia insidiosità, correlati anche alla contiguità con ambienti della delinquenza comune, nonché all’emergere di nuove aggregazioni caratterizzate da una spiccata propensione alla violenza.
FONTE SISMI / SISDE /MAE
PRINCIPALI MOBILITAZIONI AMBIENTALISTE
Nel quadro della rete di solidarietà e reciproca assistenza tra le singole proteste si sono collocati gli sviluppi della campagna contro l’ampliamento della base USA di Vicenza, culminata nella manifestazione del 17 febbraio e scandita da ulteriori iniziative di contestazione. A margine di tale mobilitazione si è inserita l’azione incendiaria del 12 giugno contro una ditta impegnata in lavori infrastrutturali presso l’aeroporto “Dal Molin”.
Nel caso delle proteste vicentine, alle rivendicazioni in tema di impatto ambientale si sono accompagnate istanze di stampo antimilitarista ed antimperialista, sostenute da un accentuato attivismo del fronte no war.
In questa cornice hanno trovato spazio iniziative contro le altre basi USA in territorio nazionale e quelle finalizzate a rilanciare le proteste contro la cd. industria bellica, vale a dire le imprese coinvolte negli
appalti di opere e forniture alle basi e strtture militari, nonché nella produzione, nel finanziamento e nel supporto logistico alle attività all’estero in ambito ONU.
Ulteriori interventi hanno riguardato il sostegno alle “resistenze” operanti in Iraq, Afghanistan e Libano, specie da parte di ambienti antimperialisti che vantano collegamenti con l’estero ma che trovano scarso seguito in Italia, anche per le aperture a ristretti settori della destra radicale.
Nel medesimo contesto si inserisce il corteo antagonista tenutosi a Roma il 9 giugno,
in occasione della visita del Presidente Bush. In chiave preventiva, l’azione intelligence e le analisi in sede interforze hanno riguardato l’attivismo organizzativo delle frange più oltranziste. A margine della manifestazione queste ultime, determinate ad innalzare il livello dello sconTro e isolate dalla maggioranza pacifica del movimento, si sono rese protagoniste di atti di vandalismo e provocazioni violente nei confronti delle Forze dell’ordine.
Anche se territorialmente circoscritte, tensioni di piazza ed altri episodi di intolleranza politica hanno continuato a scandire il confronto tra militanti di opposto segno che, soprattutto in alcune realtà del Centro Nord (Lazio e Lombardia), ha evidenziato considerevoli livelli di aggressività.
CONFLITTUALITA’ DESTRA - SINISTRA
Da parte dell’antagonismo di sinistra, è emerso il proposito di rilanciare la “lotta antifascista” per contrastare la crescente visibilità delle formazioni della destra radicale.
La giornata in ricordo dei martiri delle Foibe, celebrata il 10 febbraio, ha offerto lo spunto per controiniziative di vario spessore a Rovereto (TN), Trieste, Roma e soprattutto in Toscana, ove la conflittualità si è tradotta in episodi di violenza e scontri con le Forze dell’ordine. Mobilitazioni con ricadute sull’ordine pubblico si sono registrate
anche a Genova, Torino e Bologna.
A Milano, l’azione incendiaria compiuta nella notte tra il 10 e l’11 aprile contro l’inauguranda sede di un circolo della destra radicale ha contribuito ad accentuare il clima di intolleranza politica.
Iniziative violente e gesti intimidatori da parte dell’ultradestra nei confronti di obiettivi dell’opposto orientamento politico hanno interessato soprattutto la Capitale.
Il contesto romano rimane, d’altra parte, uno dei più rappresentativi delle dinamiche in atto nella destra radicale, caratterizzata da un’accentuata conflittualità interna e da una marcata competizione sul territorio non solo rispetto all’antagonismo di sinistra, ma tra le stesse formazioni d’area, con una costante “rincorsa” sui temi sociali, ritenuti maggiormente remunerativi: emergenza abitativa, vivibilità nelle grandi aree urbane, immigrazione, droga.
La ricerca di consenso e l’interesse ad accrescere le proprie file ha portato a reclutare fra i più giovani, nonché ad attrarre soggetti e gruppi di marcata impronta estremista, talora portatori di violente istanze xenofobe.
Si è confermata la propensione, segnatamente tra i militanti del Nord Est, a sviluppare collaborazioni con aggregazioni di stampo razzista, che hanno mostrato, specie in Russia, una particolare aggressività.
Soprattutto nell’area skinhead sono sempre molto intensi, infatti, i legami con omologhe formazioni in ambito continentale, consolidati nel corso di riunioni, manifestazioni e raduni oltreconfine. I profili di rischio di tali rapporti risiedono anche nella pericolosità di alcune compagini europee, come dimostra la vasta operazione di polizia condotta in aprile in Portogallo, che ha portato a decine di arresti e al sequestro di armi ed esplosivi.
Hanno trovato ulteriore conferma, inoltre, le indicazioni attestanti le relazioni privilegiate tra frange dell’irredentismo altoatesino ed estrema destra tedesca, funzionali alla
definizione di comuni percorsi ideologici e progettuali di segno nazionalista ed antimondialista.
Ristretti circoli della destra radicale neonazista e filoiraniana hanno ricercato nuove
occasioni di visibilità, ora manifestando appoggio a contigui settori negazionisti
dell’Olocausto, ora rilanciando la campagna contro la normativa che sanziona le discriminazioni razziali.
Nell’ambito dell’azione di contrasto in direzione degli ambienti oltranzisti, l’Arma dei Carabinieri ha eseguito il 30 aprile delle perquisizioni a carico di 6 persone indagate per aver promosso e organizzato un movimento politico denominato Azione Fascista Nazional Socialista (AFNS), costituito a Sassari ed avente quali metodi d’azione quelli propri del partito fascista. Nel corso dell’operazione è stato sequestrato, tra l’altro, il sito internet del sodalizio.
Spinte radicali in chiave antislamica hanno verosimilmente ispirato, oltre ad iniziative meramente propagandistiche, gesti di natura intimidatoria, come l’attentato incendiario compiuto il 13 aprile a Milano ai danni di una locale sede dell’Islamic Relief.
L’attività informativa del SISDE in direzione del fenomeno delle infiltrazioni politicoestremiste nel tifo calcistico ha assunto ulteriore, specifico rilievo a seguito degli incidenti di Catania del 2 febbraio nei quali ha perso la vita l’Ispettore della Polizia di Stato Filippo Raciti.
Una serie di successivi episodi, culminati il 22 febbraio con il ritrovamento di bottiglie molotov nei pressi dello stadio di Castellammare di Stabia (NA), ha testimoniato il clima di violenza e ostilità che si manifesta soprattutto nei confronti delle Forze dell’ordine.
Non sono mancati tentativi di strumentalizzazione ideologica, specie da parte della destra radicale. In alcune realtà, come quella capitolina, la compenetrazione tra tifo ultrà ed oltranzismo politico ha evidenziato profili di indubbia insidiosità, correlati anche alla contiguità con ambienti della delinquenza comune, nonché all’emergere di nuove aggregazioni caratterizzate da una spiccata propensione alla violenza.
FONTE SISMI / SISDE /MAE
.......SEGUE PAG II:
Il pericolo che progettualità d’ispirazione brigatista possano sopravvivere al ricambio generazionale ha trovato, del resto, un significativo segnale nella rimarchevole differenza d’età tra gli stessi inquisiti dell’operazione Tramonto (dalla classe ’52 alla classe ’85).
In questo contesto, il SISDE ha sviluppato mirata azione informativa, specie in relazione al rischio che sigle ancora attive, ispirate al brigatismo delle origini, intraprendano percorsi di riaggregazione, cercando consensi anche tra i più giovani.
Tra le formazioni più propense a conquistare visibilità e ad accreditare una ripresa del processo eversivo si è confermato il Fronte Rivoluzionario per il comunismo. La sigla si è riproposta in gennaio per assumersi nuovamente la paternità delle azioni compiute nell’autunno del 2006 e per diffondere un lungo documento che – risalente al 2005 e volto ad avviare un confronto esteso a tutte le realtà rivoluzionarie – prospetta, tra l’altro, un innalzamento del livello “militare” delle sortite.
Inoltre, sulla scia delle reazioni agli arresti del 12 febbraio, la formazione ha rivendicato il 7 marzo la collocazione di un ordigno (inesploso), a Milano, presso un Commissariato della Polizia di Stato ancora da inaugurare, asseritamente come rappresaglia contro i recenti arresti ai danni di compagni appartenenti al movimento d’avanguardia proletaria.
Anche in ragione della ritrovata operatività del Fronte, l’area lombarda, ad avviso del
SISDE, è in grado di esprimere potenzialità eversive non sottovalutabili.
Un altro contesto alla particolare attenzione informativa è quello toscano, caratterizzato dalla presenza di attive componenti estremiste e interessato, nel semestre, da episodi di stampo emulativo/intimidatorio d’ispirazione brigatista.
In sostanziale corrispondenza temporale con le attivazioni del Fronte Rivoluzionariosono avvenute le sortite della Federazione Anarchica Informale (FAI), che continua a rappresentare la minaccia più concreta nel panorama dell’eversione anarcoinsurrezionalista.
Per quel che concerne la propaganda, è della fine di gennaio un lungo documentoche sottende l’esigenza di interloquire con altre realtà dell’estremismo rivoluzionario e dell’antagonismo, evidenziando anche propositi offensivi di maggiore portata.
Sul piano operativo, in dichiarata continuità con la campagna avviata nell’estate del 2006, la FAI, con l’associata sigla RAT (Rivolta Anonima e Tremenda), si è assunta la paternità del triplice attentato compiuto il 5 marzo in un quartiere residenziale di Torino.
Il gesto – seguito da un ulteriore messaggio minatorio a fine giugno – ha ribadito la vitalità della sigla insurrezionalista piemontese, riaffermando altresì la centralità della lotta ai Centri di Permanenza Temporanea (CPT) nelle strategie offensive della FAI.
Rimanda invece al filone ambientalista l’azione incendiaria compiuta a Spoleto (PG) il 9 marzo ai danni di una centralina elettrica in un cantiere edile, rivendicata con la sigla
inedita COOP (Contro Ogni Ordine Politico)/FAI.
Quest’intervento, seppure di minore importanza, è comunque inquadrabile nelle logiche della FAI, che prevedono l’utilizzo della sigla per gesti individuali ed estemporanei nell’ambito di campagne promosse dall’area.
La ricerca informativa del SISDE e le valutazioni operate in sede interforze hanno inoltre interessato alcune iniziative intimidatorie suscettibili di generare allarme ovvero d’innescare spirali di stampo emulativo. Specifica attenzione è stata quindi riservata al contesto bolognese, segnato da una progressione minatoria (incendi dolosi, allarmi bomba e volantini) nella quale si è innestato, il 10 maggio, il duplice attentato ai danni d’agenzie di lavoro temporaneo. I vari episodi sono stati valutati come iniziative di stampo provocatorio, finalizzate a creare in città un clima di confusione ed allarme, piuttosto che come elementi di una coerente strategia. Lo stesso ricorso a sigle pseudo-brigatiste è sembrato finalizzato a conferire strumentalmente alle azioni un particolare significato eversivo.
Tuttavia, la presenza nel capoluogo emiliano di emergenti aggregazioni estremiste, specie di matrice anarchica, fa ritenere possibile un ulteriore innalzamento dei toni della
minaccia.
Mirato impegno intelligence è stato poi rivolto alla campagna intimidatoria di impronta anticlericale, nella quale gesti di natura puramente emulativa si sono associati ad azioni di stampo anarcoide, concentrate soprattutto in Liguria.
L’attività informativa del SISDE ha consentito di individuare gli autori di alcuni episodi compiuti a Genova e a Lecce, riconducibili all’area anarchica.
È verosimile che, contestualmente al dibattito sulle politiche sociali, la propaganda contro la Chiesa cattolica sia destinata a continuare, favorita dall’ampia risonanza mediatica, soprattutto in quei contesti ove più attive risultano le aggregazioni di impronta pseudolibertaria.
Gli sviluppi giudiziari che nel semestre hanno interessato l’area anarchica hanno concorso ad alimentare una pubblicistica dai toni particolarmente aggressivi che, come di consueto, ha trovato nella rete un canale privilegiato di amplificazione. Significativi i comunicati, riconducibili ai circuiti torinesi, leccesi e bolognesi, contenenti duri attacchi a locali rappresentanti di Magistratura, Forze di polizia e amministratori locali. All’area toscana sono riferibili gli interventi (rilanciati anche sui siti spagnoli) in solidarietà con due militanti dell’area pisana arrestati il 12 giugno per la rapina ad un ufficio postale.
Proprio il web testimonia i segnalati collegamenti con altre aggregazioni europee. Aspetto, questo, di specifico rilievo anche in ragione della particolare vitalità mostrata nel semestre dalle frange spagnole e greche, responsabili nei rispettivi Paesi di una serie di attentati contro vari obiettivi (partiti politici, banche, Forze di polizia).
Nell’agenda dell’area antagonista, la campagna contro i CPT, piuttosto eterogenea quanto ad attori e forme di lotta, si conferma una costante, che non appare destinata a ridimensionarsi nelle sue espressioni più radicali. Si registra il particolare attivismo di
componenti del Nord-Est (con collaborazioni tattiche tra anarchici e antagonisti), di anarchici leccesi e torinesi, nonché di realtà dell’antagonismo bolognese. Queste ultime
hanno tra l’altro organizzato la manifestazione nazionale svoltasi il 3 marzo nella città
felsinea e sfociata in scontri con le Forze dell’ordine.
Contatti a livello internazionale sono andati consolidandosi in vista del Vertice G8 di
Heiligendamm (6-8 giugno), nel quadro di una mobilitazione europea che ha coinvolto settori diversificati della contestazione.
Al riguardo, l’attenzione di SISDE e SISMI si è appuntata sull’impegno antiG8 di alcune frange oltranziste, specie di matrice anarchica ed autonoma, sui contatti con settori
anarchici sloveni nonché sulle iniziative propagandistiche condotte in Italia da attivisti tedeschi in preparazione delle proteste in Germania.
Componenti dell’estremismo di varia matrice hanno continuato a ricercare ogni possibile spazio d’inserimento nelle mobilitazioni locali contro le Grandi Opere, nonché riguardo ad altre vertenze vecchie e nuove di carattere ambientale.
Le acquisizioni SISDE hanno confermato la tendenza ad unire le singole “lotte” per conferire dimensione nazionale e caratura antagonista alle proteste. Oltre alla campagna contro la linea TAV “Torino-Lione”, che rimane la lotta-simbolo
della contestazione ambientalista, iniziative dell’area antagonista hanno riguardato l’Eurotunnel del Brennero, i rigassificatori di Livorno, Taranto e Trieste, il “sistema Mose” di Venezia, la realizzazione di inceneritori e nuove discariche per i rifiuti in Campania.
La protesta cittadina contro la discarica di Serre (SA) ha riacceso l’interesse delle componenti antagoniste intorno all’emergenza rifiuti. La mobilitazione del “comitato cittadino antidiscarica”, che aveva dato vita ad un “presidio di lotta”, provocando anche momenti di tensione con le Forze dell’ordine, ha avuto sostegno e appoggio da tutta l’area antagonista campana. Questi ambienti, rivendicando il “diritto a resistere” per la difesa della salute e dell’ambiente, hanno organizzato una manifestazione nazionale il 19 maggio a Napoli, cui hanno partecipato anche i “comitati di lotta” contro le Grandi Opere (No-Coke di Civitavecchia, No-Tav, No-Mose, No-Dal Molin, No-Rigassificatori), impegnati nell’ambito del “Patto di solidarietà e mutuo soccorso”, e numerose realtà dell’antagonismo nazionale. L’iniziativa ha registrato il tentativo di conferire visibilità alla protesta, estendendola a tutto il contesto nazionale, e in specie, coinvolgendo la popolazione anche degli altri territori interessati dall’”emergenza rifiuti”, nella prospettiva di nuove mobilitazioni.
Anche in quest’ambito, il web ha svolto un ruolo chiave per collegare i vari “fronti” della protesta e per accreditare uno status di mobilitazione permanente contro i vari progetti in corso.
Nell’ottica estremista ed antisistema, le mediazioni e i percorsi di concertazione, tesi a ricercare soluzioni condivise a livello locale, sono percepiti in modo decisamente ostile.
In proposito vi sono indicazioni informative attestanti l’eventualità che settori radicali, specie d’ispirazione anarcoinsurrezionalista, possano ritenere remunerativo il ricorso al sabotaggio e ad altre forme di azione diretta se le mobilitazioni popolari dovessero affievolirsi.
Il pericolo che progettualità d’ispirazione brigatista possano sopravvivere al ricambio generazionale ha trovato, del resto, un significativo segnale nella rimarchevole differenza d’età tra gli stessi inquisiti dell’operazione Tramonto (dalla classe ’52 alla classe ’85).
In questo contesto, il SISDE ha sviluppato mirata azione informativa, specie in relazione al rischio che sigle ancora attive, ispirate al brigatismo delle origini, intraprendano percorsi di riaggregazione, cercando consensi anche tra i più giovani.
Tra le formazioni più propense a conquistare visibilità e ad accreditare una ripresa del processo eversivo si è confermato il Fronte Rivoluzionario per il comunismo. La sigla si è riproposta in gennaio per assumersi nuovamente la paternità delle azioni compiute nell’autunno del 2006 e per diffondere un lungo documento che – risalente al 2005 e volto ad avviare un confronto esteso a tutte le realtà rivoluzionarie – prospetta, tra l’altro, un innalzamento del livello “militare” delle sortite.
Inoltre, sulla scia delle reazioni agli arresti del 12 febbraio, la formazione ha rivendicato il 7 marzo la collocazione di un ordigno (inesploso), a Milano, presso un Commissariato della Polizia di Stato ancora da inaugurare, asseritamente come rappresaglia contro i recenti arresti ai danni di compagni appartenenti al movimento d’avanguardia proletaria.
Anche in ragione della ritrovata operatività del Fronte, l’area lombarda, ad avviso del
SISDE, è in grado di esprimere potenzialità eversive non sottovalutabili.
Un altro contesto alla particolare attenzione informativa è quello toscano, caratterizzato dalla presenza di attive componenti estremiste e interessato, nel semestre, da episodi di stampo emulativo/intimidatorio d’ispirazione brigatista.
In sostanziale corrispondenza temporale con le attivazioni del Fronte Rivoluzionariosono avvenute le sortite della Federazione Anarchica Informale (FAI), che continua a rappresentare la minaccia più concreta nel panorama dell’eversione anarcoinsurrezionalista.
Per quel che concerne la propaganda, è della fine di gennaio un lungo documentoche sottende l’esigenza di interloquire con altre realtà dell’estremismo rivoluzionario e dell’antagonismo, evidenziando anche propositi offensivi di maggiore portata.
Sul piano operativo, in dichiarata continuità con la campagna avviata nell’estate del 2006, la FAI, con l’associata sigla RAT (Rivolta Anonima e Tremenda), si è assunta la paternità del triplice attentato compiuto il 5 marzo in un quartiere residenziale di Torino.
Il gesto – seguito da un ulteriore messaggio minatorio a fine giugno – ha ribadito la vitalità della sigla insurrezionalista piemontese, riaffermando altresì la centralità della lotta ai Centri di Permanenza Temporanea (CPT) nelle strategie offensive della FAI.
Rimanda invece al filone ambientalista l’azione incendiaria compiuta a Spoleto (PG) il 9 marzo ai danni di una centralina elettrica in un cantiere edile, rivendicata con la sigla
inedita COOP (Contro Ogni Ordine Politico)/FAI.
Quest’intervento, seppure di minore importanza, è comunque inquadrabile nelle logiche della FAI, che prevedono l’utilizzo della sigla per gesti individuali ed estemporanei nell’ambito di campagne promosse dall’area.
La ricerca informativa del SISDE e le valutazioni operate in sede interforze hanno inoltre interessato alcune iniziative intimidatorie suscettibili di generare allarme ovvero d’innescare spirali di stampo emulativo. Specifica attenzione è stata quindi riservata al contesto bolognese, segnato da una progressione minatoria (incendi dolosi, allarmi bomba e volantini) nella quale si è innestato, il 10 maggio, il duplice attentato ai danni d’agenzie di lavoro temporaneo. I vari episodi sono stati valutati come iniziative di stampo provocatorio, finalizzate a creare in città un clima di confusione ed allarme, piuttosto che come elementi di una coerente strategia. Lo stesso ricorso a sigle pseudo-brigatiste è sembrato finalizzato a conferire strumentalmente alle azioni un particolare significato eversivo.
Tuttavia, la presenza nel capoluogo emiliano di emergenti aggregazioni estremiste, specie di matrice anarchica, fa ritenere possibile un ulteriore innalzamento dei toni della
minaccia.
Mirato impegno intelligence è stato poi rivolto alla campagna intimidatoria di impronta anticlericale, nella quale gesti di natura puramente emulativa si sono associati ad azioni di stampo anarcoide, concentrate soprattutto in Liguria.
L’attività informativa del SISDE ha consentito di individuare gli autori di alcuni episodi compiuti a Genova e a Lecce, riconducibili all’area anarchica.
È verosimile che, contestualmente al dibattito sulle politiche sociali, la propaganda contro la Chiesa cattolica sia destinata a continuare, favorita dall’ampia risonanza mediatica, soprattutto in quei contesti ove più attive risultano le aggregazioni di impronta pseudolibertaria.
Gli sviluppi giudiziari che nel semestre hanno interessato l’area anarchica hanno concorso ad alimentare una pubblicistica dai toni particolarmente aggressivi che, come di consueto, ha trovato nella rete un canale privilegiato di amplificazione. Significativi i comunicati, riconducibili ai circuiti torinesi, leccesi e bolognesi, contenenti duri attacchi a locali rappresentanti di Magistratura, Forze di polizia e amministratori locali. All’area toscana sono riferibili gli interventi (rilanciati anche sui siti spagnoli) in solidarietà con due militanti dell’area pisana arrestati il 12 giugno per la rapina ad un ufficio postale.
Proprio il web testimonia i segnalati collegamenti con altre aggregazioni europee. Aspetto, questo, di specifico rilievo anche in ragione della particolare vitalità mostrata nel semestre dalle frange spagnole e greche, responsabili nei rispettivi Paesi di una serie di attentati contro vari obiettivi (partiti politici, banche, Forze di polizia).
Nell’agenda dell’area antagonista, la campagna contro i CPT, piuttosto eterogenea quanto ad attori e forme di lotta, si conferma una costante, che non appare destinata a ridimensionarsi nelle sue espressioni più radicali. Si registra il particolare attivismo di
componenti del Nord-Est (con collaborazioni tattiche tra anarchici e antagonisti), di anarchici leccesi e torinesi, nonché di realtà dell’antagonismo bolognese. Queste ultime
hanno tra l’altro organizzato la manifestazione nazionale svoltasi il 3 marzo nella città
felsinea e sfociata in scontri con le Forze dell’ordine.
Contatti a livello internazionale sono andati consolidandosi in vista del Vertice G8 di
Heiligendamm (6-8 giugno), nel quadro di una mobilitazione europea che ha coinvolto settori diversificati della contestazione.
Al riguardo, l’attenzione di SISDE e SISMI si è appuntata sull’impegno antiG8 di alcune frange oltranziste, specie di matrice anarchica ed autonoma, sui contatti con settori
anarchici sloveni nonché sulle iniziative propagandistiche condotte in Italia da attivisti tedeschi in preparazione delle proteste in Germania.
Componenti dell’estremismo di varia matrice hanno continuato a ricercare ogni possibile spazio d’inserimento nelle mobilitazioni locali contro le Grandi Opere, nonché riguardo ad altre vertenze vecchie e nuove di carattere ambientale.
Le acquisizioni SISDE hanno confermato la tendenza ad unire le singole “lotte” per conferire dimensione nazionale e caratura antagonista alle proteste. Oltre alla campagna contro la linea TAV “Torino-Lione”, che rimane la lotta-simbolo
della contestazione ambientalista, iniziative dell’area antagonista hanno riguardato l’Eurotunnel del Brennero, i rigassificatori di Livorno, Taranto e Trieste, il “sistema Mose” di Venezia, la realizzazione di inceneritori e nuove discariche per i rifiuti in Campania.
La protesta cittadina contro la discarica di Serre (SA) ha riacceso l’interesse delle componenti antagoniste intorno all’emergenza rifiuti. La mobilitazione del “comitato cittadino antidiscarica”, che aveva dato vita ad un “presidio di lotta”, provocando anche momenti di tensione con le Forze dell’ordine, ha avuto sostegno e appoggio da tutta l’area antagonista campana. Questi ambienti, rivendicando il “diritto a resistere” per la difesa della salute e dell’ambiente, hanno organizzato una manifestazione nazionale il 19 maggio a Napoli, cui hanno partecipato anche i “comitati di lotta” contro le Grandi Opere (No-Coke di Civitavecchia, No-Tav, No-Mose, No-Dal Molin, No-Rigassificatori), impegnati nell’ambito del “Patto di solidarietà e mutuo soccorso”, e numerose realtà dell’antagonismo nazionale. L’iniziativa ha registrato il tentativo di conferire visibilità alla protesta, estendendola a tutto il contesto nazionale, e in specie, coinvolgendo la popolazione anche degli altri territori interessati dall’”emergenza rifiuti”, nella prospettiva di nuove mobilitazioni.
Anche in quest’ambito, il web ha svolto un ruolo chiave per collegare i vari “fronti” della protesta e per accreditare uno status di mobilitazione permanente contro i vari progetti in corso.
Nell’ottica estremista ed antisistema, le mediazioni e i percorsi di concertazione, tesi a ricercare soluzioni condivise a livello locale, sono percepiti in modo decisamente ostile.
In proposito vi sono indicazioni informative attestanti l’eventualità che settori radicali, specie d’ispirazione anarcoinsurrezionalista, possano ritenere remunerativo il ricorso al sabotaggio e ad altre forme di azione diretta se le mobilitazioni popolari dovessero affievolirsi.