Professori Universitari: stipendio 3500€/mese e frustrazione

calimerro
Salve a tutti
questo non è il classico flame per attirare l'ira di dio o qualcuno che già è partito con l'intenzione della risposta a tema si calmi. La mia è una analisi quanto mai OGGETTIVA della situazione: se qualcuno non ci crede lascio i miei recapiti ed andiamo a valutare insieme.

Tema: i professori universitari, almeno buona parte che ho visto io, non sono bravi: è gente con capacità nella norma che ha avuto chissà quale spiraglio per inserirsi (i concorsi vengono spesso decisi a tavolino, sia per il dottorato che per ricercatori ecc). Se qualcuno è dubbioso del fatto che vengono assunti ricercatori scarsissimi posso portare a valutare con me.

Ma veniamo al dunque: questi professori, oltre a non essere bravi, sono spesso anche frustrati: non fanno lezione con voglia e passione ma la fanno perchè "la devono fare"; alla fine del corso fanno l'esame, lo danno pure e vivono felici... per loro è un lavoro FRUSTRANTE anche se non ve lo diranno mai. Ora qualcuno non se ne esca con la storia della ricerca...ok fanno ricerca, ma la didattica NON sanno organizzarla, non sanno tenere un corso facendo amare la materia. Ma i colloqui attitudinali quando vengono assunti glieli fanno ? :!:

Poi c'è un'altra di tipologia di professore, il dormiente, quello che viene a lezione SENZA ALCUNA VOGLIA E COMPETENZA, SI, COMPETENZA, e porta a casa i suoi 2000€ al mese facendo 4 mesi di corso all'anno. Pensateci: con 4 mesi di corso, spesso anche PIETOSO, questi individui portano a casa lo stipendio per un ANNO INTERO!!!

Ora esce il flame che risponde che sono frustrato, no, io non sono frustrato ma mi aspettavo un ambiente diverso, professori competenti innanzitutto e non con le stesse competenze di un muratore... alcuni non hanno neanche carisma, sembrano tipi da spiaggia. Sono stato sfortunato io? Non credo...

Lo so che ci sono professori bravi e capaci anche con la didattica, ma ammontano al 20% questi (questo per scongiurare il classico che se n'esce che il suo professore progetta gli aerei dell'aeronautica, questi ci sono, non lo metto in dubbio)... l'80% è della categoria sopra citata. Se qualcuno ne dubita possiamo andare insieme a valutare la cosa, così vediamo se le mie sono chiacchiere o dico verità.
Or come ora è diventato TROPPO facile VINCERE CONCORSI da ricercatore e via via professore ordinario... ma che professore ordinario? UNO CHE MI SBAGLIA LE DISEQUAZIONI ALLA LAVAGNA! EH? distrazione, ma che distrazione? Non sa praticamente nulla e sta li a fare il baronetto... si, esatto, non sa nulla.

La categoria di professori che piu' mi da sui nervi è quella dei dormienti di cui sopra: FIDATEVI,VE LO GIURO, CHE QUESTE PERSONE NON VERREBBERO ASSUNTE DA ALCUNA AZIENDA PERCHè SONO SCARSISSIME DAL PUNTO DI VISTA INGEGNERISTICO E STANNO NELLE UNIVERSITà A FARE CORSI FUFFA GUADAGNANDO OLTRE 2000€/MESE.... i corsi all'univ possono farli tutti, mentre al lavoro non tutti possono rendere... perciò questi dormienti vengono a lezione! Ma non sei bravo non me ne frega, ma che sei anche frustrato NON mi va giu'... davvero non mi va giu' a far lezione con i prof frustrati, vorrebbero stare da tutt'altra parte e fanno lezione solo perché debbono farla... voi direte fanno ricerca, ok fanno ricerca e fateli fare ricerca ma se non sono capaci di organizzare un corso e di spiegare in maniera buona NON possono fare didattica....l'80% che ho visto sono scarsissimi nella didattica... e credo anche nella ricerca... chi è scarso è scarso sempre.

Quindi, la categoria dei prof universitari, che al mio ingresso in università nutriva di rispetto, ammirazione conoscendola posso dire che, come quasi tutte le professioni statali in italia, è altamente PARASSITARIA, per le ragioni sopra spiegate.
Se qualcuno ne dubita,possiamo anche vederci ed andare a vedere e valutare da vicino (anche se poco conveniente,si perdono giornate inutilmente) che spesso chi insegna dietro a quelle cattedre altro non sa che le miserevoli nozioni scritte sui libri, ha mille lacune e soprattutto mille frustrazioni. quello che non sopporto nella categoria è la frustrazione. sopporto anche che non siano bravi, ma la frustrazione proprio non mi va giu'.
Questo è il quadro... io avevo una visione molto piu' ottimistica della realtà... credevo di IMPARARE qualcosa ma mi sono imbattuto in un ambiente di gente frustrata e incapace di organizzare uno schifo di corso.
Vorrei vedere se sono incapaci di prendere i loro bei 3500€ al mese.
Credo che facciano il loro lavoro solo per soldi.Anzi, ne sono sicuro. E quando accade ciò.......................ho detto tutto!
Già alle superiori avevo qualche professore che veniva a lezione alle 9 invece delle 8.30, che non aveva alcuna voglia di far lezione, faceva finta... mi sono ritrovato lo stesso lassismo all'università, stesso.
Detto questo è impossibile che non sia capitato così pure a voi una cosa simile.

P.S: con questo topic non voglio ferire nessuno nel forum, solo dire che ormai la cultura in italia è andata a farsi friggere e che nessuno, neanche i prof, hanno voglia di svolgere la loro professione. Prevedo un futuro duro per tutti.

P.P.S: se qualcuno pensa che ho detto tutte caxxate mi scriva in privato, gli do i miei dati e andiamo a tastare insieme per un paio di giorni la situazione, poi mi farà sapere.

Risposte
Maxos2
Bene, io sono pronto ad usare un po' del mio tempo per andare periodicamente nelle scuole medie e superiori a fare un po' di """""cultura""""" scientifica, del resto quando mi capita già lo faccio, pensi che troverò proseliti tra persone che ritengono che la loro vita dipenda dal prendere 17 o 18 in un esame in un esame in cui devono dire se 3 è più grande di 2?

E ritorna la questione dell'estetica della conoscenza. Fintanto uno crede che imparare serva a... non fa un passo, mentre quelli che amano l'attività dell'imparare e dell'insegnare sono ad un altro livello.

metodico-votailprof
ciao a tutti
Quoto in toto la tua idea Maxos.
Siamo una nazione che ama lamentarsi ma quando è ora di organizzarsi per denunciare un "problema", allora tutti scappano o si defilano.
In Francia quando il governo ha tentato di prendere provvedimenti e imporre condizioni più sfavorevoli per i lavoratori giovani, anche gli studenti sono scesi in piazza. Il sistema scolastico denuncia "carenze", tutti si lamentano, gli studenti, i professori, i precari, i ricercatori, ma poi in concreto si fa poco o nulla per esercitare "pressioni" sui politici.
E' il silenzio è assenso!!
Una iniziativa positiva sarebbe sicuramente quella di coalizzare le facoltà scientifiche per stilare un programma di miglioramento dello studio delle materie scientifiche e delle risorse messe a disposizione per questo settore. Va bene le iniziative come nel mio territorio di enti pubblici e privati ( Politecnico di Torino, Istituto Marco Boella, IEN,ecc ) di interloquire e organizzare incontri con gli studenti dei licei scientifici, per sponsorizzare le materie scientifiche, ma tutto questo si scontra poi con la realtà e la situazione generale della scuola italiana : senza adeguate risorse, con sistemi e metodi di insegnamento obsoleti, con criteri di valutazione massimalisti.
E' necessaria una riforma non solo nell'architettura esterna della scuola (livello età scolastica obbligatorio, strutture operative,anni scolastici es. il 3+2 ) obbligatoria ma anche in quella organizzativa interna (programmi, metodi di valutazione, "mission" del sistema educatico, risorse da mettere a disposizione). Cioè è inutile costruire una Ferrari se poi il motore rimane quello di una Panda!!
ciao metodico

Maxos2
D'ora in poi ti chiamerò: "Le magnifiche sorti e progressive"

Ascolta, ma non si potrebbe invece di tampinare persone come noi che hanno irrevocabilmente e con convizione fatto la loro scelta, metterci davvero a insistere nelle scuole superiori e medie, organizzarci tra le facoltà interessate di ogni ateneo e portare avanti una iniziativa attiva?

metodico-votailprof
ciao a tutti
Comunque io mi lamento delle scuole superiori e dell'insegnamento migliorabile delle materie
scientifiche. Scuole superiori fondamentali perchè propedeutiche all'Università.
Ma sicuramente anche il sistema universitario non è esente da critiche. A parte le eccezioni del caso, di alcune Università d'elite, tra cui qualche Politecnico, non è che nelle classifiche internazionali possiamo contare su tante Università "modello". Non è giusto generalizzare ma qualche problema di qualità dei professori universitari non si può negare. Che sia dovuto al fatto del poco entusiasmo nell'arte dell' insegnare, o dall'effettiva incapacità di farlo, rimane il fatto che qualcosa che non funziona a dovere esiste anche a livello universitario.
ciao metodico :P

Fioravante Patrone1
There once lived a man
who learned how to slay dragons
and gave all he possessed
to mastering the art.
After three years
he was fully prepared but,
alas, he found no opportunity
to practice his skills.
- Dschuang Dsi


As a result he began
to teach how to slay dragons.
- René Thom

L'avevo trovato su un libro di mate, con tanto di disegno del drago. Allora l'avevo usato come frontespizio per una raccolta di esercizi "da esame" svolti (appunti ciclostilati!!!). Mi sembrava adatto...

...148
Chi sa fare fa chi non sa fare insegna


Anche se fosse vero non ci troverei nulla di strano, ognuno fa il suo mestiere basta che lo faccia bene.

La frase è veramente di W. Allen ed incarna benissimo il tipico pragmatismo speculativo di un americano ebreo.

laura.todisco
"calimerro":

[size=150]Chi sa fare fa chi non sa fare insegna.[/size] Frase piu' vera e sicura della stessa morte di ogni essere vivente.


Questa è solo una parte di un monologo di Woody Allen; testualmente diceva che:
"Chi non sa far niente insegna; chi non sa insegnare insegna educazione fisica"

Ti ispiri a Woody di solito? No sai, non è molto sano di mente, benchè io apprezzi moltissimo i suoi film eheheheeh :-D :-D :-D SCHERZO EH????????

calimerro
"Vuocheddeon":

Riguardo all’esempio dell’IBM, continuo a dire che tu stai trasponendo nel campo della ricerca dei criteri che sono validi per le aziende. L’IBM assume il personale che serve ai suoi scopi, ed è quindi anche necessaria la dote della velocità: ottenere il prodotto richiesto nel tempo prestabilito. Non vedo perché questo criterio debba andare applicato alla ricerca scientifica, nella quale l’intuizione, l’”illuminazione”, possono arrivare dopo tanto pensare e tanto riflettere.



e qui casca l'asino.difatti proprio questi professori che nascondono ricerca e conferenze sono i piu' scarsi. il ragazzo che va all'IBM e programma speditamente è MOLTO ma MOLTO piu' capace di un tipo lentissimo che ostenta genio (non provato).

[size=150]Chi sa fare fa chi non sa fare insegna.[/size] Frase piu' vera e sicura della stessa morte di ogni essere vivente.

...148
Ma è proprio questo il punto della questione: l'attività di ricerca è l'attività principale di un professore universitario, mentre l'attività didattica è un'attività secondaria.

Con questo non voglio dire che un professore poco capace a spiegare sia giustificabile, però il saper spiegare bene o male non significa il sapere o il non sapere le cose. Le cose i professori le sanno; se a lezione spiegano male, pazienza, uno prende il libro e studia da quello.


Ragionamento sicuramente molto pragmatico, ma agghiacciante. A questo punto uno studia per i fatti suoi e risparmia tempo e denaro.

...148
Per quanto riguarda la mia esperienza sono proprio i professori che hanno un' attività molto intensa fuori dall' università (consulenti per aziende o ministeri, istruttori, editori ecc...) ad essere dei "cattivi" professori: spesso assenti, improvvisatori di lezioni, poco portati all' insegnamento ed alla teoria, in più si aggiunge quel fastidiosissimo atteggiamento di presunta superiorità e sufficienza nei confronti dell' ambiente universitario.

Diverso è l' ambiente liceale dove ho avuto un professore di disegno che aveva uno studio da architetto.
Forse le meno ore e lo stress nonchè le dimensioni ridotte hanno portato il professore a far diventare una materia denigrata al liceo come disegno una delle più interessanti. Era evidente che aveva una marcia in più degli altri in fatto di aggiornamento e iniziativa (non per essere sessista, ma sopratutto nei confronti della gran parte delle colleghe donne).

Ci sono poi tanti luoghi comuni nella testa delle persone che vedono l' università da fuori...eccone alcune:

- Gli studenti sono tutti fancazzisti (un fondo di verità)
- I professori sono gli scarti del mercato del lavoro (mentre in realtà un docente universitario è molto ricercato ed aggiungo che penso sia più difficile avere una cattedra piuttosto che una scrivania).
- I professori lavorano di meno rispetto ai relativi posti che avrebbero occupato in un azienda (altro mito: l' azienda è efficiente, un ente o società di altro tipo no).
- Le università che non ti insegnano un lavoro non servono a niente (per chi vuole entrare subito nel mercato del lavoro ci sono le scuole professionali oppure può apprenderlo direttamente sul posto).
- Esiste una cultura di serie A (quelle competenze più ricercate dal mercato e che corrispondono quindi a stipendi più alti) ed una cultura di serie B (quelle conoscenze che non si applicano direttamente ad una attività speculariva ergo considerate inutili).
-Ormai la laurea la prendono tutti ergo non serve a niente. (il fatto che un maggior livello di istruzione diffuso sia considerato un fenomeno negativo è molto triste)


Ne esistono molti altri... mi fermo qui.

Ovviamente il mio discorso non esclude che l' università abbia dei problemi ed io ne ho scritto proprio in questo forum.
La qualità dell' istruzione (scusate, ma io non oso choamarlo "servizio"...mi dà l' idea di cesso oppure del supermercato), ora che l' università è diventata di scula di massa, la selezione dei professori, la scelta dei corsi, la diversificazione delle competenze, l' orientamento, l' investimento da parte delle famiglie per mantenere un figlio a scuola e via così.

Magari ne discuteremo, ma per piacere basta coi soliti luoghi comuni!

Alla prossima.

Vuocheddeon
"calimerro":
dimenticavo sempre per Vuoecheddeon: l'allarme che lancio è che mi ci giocherei la MIA pelle sul fatto che il 50% dei prof universitari se non avesse fatto il mestiere dell'insegnante (è un lavoro, è un mestiere pure dite) SAREBBE RIMASTO DISOCCUPATO. Ti sembrerà ASSURDO, come, un prof UNIVERSITARIO meno capace di un MURATORE? già! proprio così. Ho notato che almeno il 50% di loro NON ha capacità lavorativa. Lavorare, almeno non per fare il salumiere ma lavori piu' "ingegnosi" tra cui annovero lo stesso muratore, fabbro,carrozziere etc richiede CAPACITà! L'insegnamento così come lo fanno loro richiede, VOCE.ADDIRITTURA ALCUNI INSEGNANO LEGGENDO DAL LIBRO LE COSE!
dA qui ne scaturisce un senso di frustrazione in loro per un lavoro alienante, ma molto redditizio. Ho la tremenda TREMENDA impressione che +, si piu' del 50% di loro stia in università per l'alto stipendio ma soprattutto perchè le aziende non li assumerebbero.
Intuisci benissimo che c'è molta differenza tra insegnare informatica all'uni dicendo 4 cagate e fare il programmatore all'IBM. Insegnare puoi svignartela anche se sei un tipo lento,alla fine qualcosa riesci a combinare: programmatore all'IBM se non sei elastico,veloce e soprattutto CAPACE di programmare ti fanno le scarpe dopo una settimana e vai a casa...
Pensatela come volete: per me un prof del genere è allo stesso livello dello spazzino.

Loro sono frustrati perchè lo sanno quanto sono incapaci di fare altri lavori: insegnare, caro voucheddeon , è un lavoro meccanico, basta un po di presenza e la risatina e insegni.
Però,ALLO STESSO MODO IN CUI TU TI ACCORGI se uno studente è portato o no, io studente mi accorgo se tu sei un prof CAPACE, bravo OPPURE non sei altro che uno sfuggito fortunatamente alla DISOCCUPAZIONE.
bye!




Non penso si possa fare molta strada se si parte da posizioni estremiste come le tue, secondo cui almeno il 50% dei docenti universitari sono frustrati e ignoranti. Non è vero, e quindi non penso che abbia molto senso discutere su affermazioni basate su dati e analisi sballate.
Se invece si vuole riportare il discorso nel giusto alveo, ossia discutere su cosa si debba fare per migliorare la qualità dell’insegnamento universitario e per estirpare le patologie (che esistono e non vanno tollerate, sebbene non costituiscano maggioranza), le cose cambiano.

Riguardo all’esempio dell’IBM, continuo a dire che tu stai trasponendo nel campo della ricerca dei criteri che sono validi per le aziende. L’IBM assume il personale che serve ai suoi scopi, ed è quindi anche necessaria la dote della velocità: ottenere il prodotto richiesto nel tempo prestabilito. Non vedo perché questo criterio debba andare applicato alla ricerca scientifica, nella quale l’intuizione, l’”illuminazione”, possono arrivare dopo tanto pensare e tanto riflettere.

calimerro
dimenticavo sempre per Vuoecheddeon: l'allarme che lancio è che mi ci giocherei la MIA pelle sul fatto che il 50% dei prof universitari se non avesse fatto il mestiere dell'insegnante (è un lavoro, è un mestiere pure dite) SAREBBE RIMASTO DISOCCUPATO. Ti sembrerà ASSURDO, come, un prof UNIVERSITARIO meno capace di un MURATORE? già! proprio così. Ho notato che almeno il 50% di loro NON ha capacità lavorativa. Lavorare, almeno non per fare il salumiere ma lavori piu' "ingegnosi" tra cui annovero lo stesso muratore, fabbro,carrozziere etc richiede CAPACITà! L'insegnamento così come lo fanno loro richiede, VOCE.ADDIRITTURA ALCUNI INSEGNANO LEGGENDO DAL LIBRO LE COSE!
dA qui ne scaturisce un senso di frustrazione in loro per un lavoro alienante, ma molto redditizio. Ho la tremenda TREMENDA impressione che +, si piu' del 50% di loro stia in università per l'alto stipendio ma soprattutto perchè le aziende non li assumerebbero.
Intuisci benissimo che c'è molta differenza tra insegnare informatica all'uni dicendo 4 cagate e fare il programmatore all'IBM. Insegnare puoi svignartela anche se sei un tipo lento,alla fine qualcosa riesci a combinare: programmatore all'IBM se non sei elastico,veloce e soprattutto CAPACE di programmare ti fanno le scarpe dopo una settimana e vai a casa...
Pensatela come volete: per me un prof del genere è allo stesso livello dello spazzino.

Loro sono frustrati perchè lo sanno quanto sono incapaci di fare altri lavori: insegnare, caro voucheddeon , è un lavoro meccanico, basta un po di presenza e la risatina e insegni.
Però,ALLO STESSO MODO IN CUI TU TI ACCORGI se uno studente è portato o no, io studente mi accorgo se tu sei un prof CAPACE, bravo OPPURE non sei altro che uno sfuggito fortunatamente alla DISOCCUPAZIONE.
bye!

calimerro
Vuoucheddeon: guarda, lo so che ci sono professori validissimi. non ne hai mai incontrati di frustrati e svogliati, nonchè incapaci? ti ripeto, finchè sono all'istituto professionale, hai il prof di matematica che non fa nient e e va a prendersi il caffè MA CHE C... ME NE IMPORTA,la' devi imparare il mestiere e la matematica non è cheserva poi TANTO... ma che metti ad INGEGNERIA, facoltà che dovrebbe formare persone in gamba, un professore incompetente, frustrato e SVOGLIATO non mi sta bene. e ce ne sono moolti.

Camillo
Non credo che l'orientamento per la scelta della Facoltà possa essere più che tanto effettuato dalle Scuole Superiori.
Ritengo piuttosto che questa azione possa essere efficacemente svolta dai test di ingresso all'università, già in atto in certe facoltà e che io estenderei a tutte, almeno nell'ambito scientifico.
Test che, a mio parere, a parte casi particolari, non dovrebbe essere vincolante, ma darebbe un chiaro orientamento allo studente stesso sulle sue effettive attitudini per quell'indirizzo di studi.
Esistono statistiche che mostrano una buona correlazione tra i risultati positivi del test d'ingresso e un buon percorso universitario.
Ricordo che anni fa, non so se sia ancora così , al Polimi davano due "numeri" come risultato del test, uno corrispondeva al punteggio conseguito sul piano delle conoscenze specifiche, l'altro era indicativo delle attitudini a studiare ingegneria ed era penso desunto dai test di logica e simili: si chiamava infatti indice attitudinale agli studi di ingegneria.
Ho presente il caso della figlia di un mio amico che si era diplomata Segretaria d'azienda, aveva un forte interesse a fare ingegneria, contro il parere dei genitori.
I suoi risultati del test al Polimi furono :
modesti quelli relativi alle conoscenze specifiche
molto buoni quelli attitudinali
A questo punto anche i genitori si convinsero e la ragazza si laureò con voti più che discreti, in tempi ragionevoli; certamente con un notevolissimo impegno specialmente all'inizio per coprire le inevitabili lacune scientifiche degli studi precedenti.

Vuocheddeon
Sulla qualità della didattica all’Università molto è stato già detto. Aggiungo, da insegnante di liceo, che sono contrarissimo alle due opposte tendenze, la prima di chi vuole avvicinare la didattica della scuola superiore a quella universitaria; la seconda di chi, viceversa, vuole avvicinare l’università al liceo. Questo perché i due gradi di istruzione hanno finalità istituzionali diverse: io, quando insegno matematica o fisica, non mi pongo come fine quello di formare il matematico o il fisico, ma piuttosto di fornire quella cultura e quegli strumenti che potranno essere utili sia a chi si iscriverà in una facoltà scientifica, sia a chi nella vita farà altro ma che per questo non può rinunciare ad avere una formazione matematica e fisica di base.
E’ chiaro poi che ci sono anche inevitabili problemi logistici che rendono impossibile l’equiparazione delle due didattiche: io conosco le mie classi, conosco personalmente i miei studenti e ho l’obbligo di indirizzare il mio lavoro, nella forma più efficace possibile, anche verso chi non è proprio portato per queste discipline. E’ chiaro che all’Università questo non è fattibile per via dell’elevato numero di studenti, ma soprattutto perché non rientra nelle finalità dell’università, che deve fornire la formazione specialistica. Il fenomeno di chi sbaglia corso di laurea purtroppo è molto frequente, ed è un problema di orientamento e quindi riguarda la scuola superiore. Spesso invece non lo si fa, o se lo si fa lo si fa in maniera distorta sulla base esclusiva dei voti conseguiti, che spesso non dicono molto su quella che deve essere la strada giusta da percorrere dopo il diploma.
Gli effetti di questo mancato orientamento spesso sono tremendi, quando mi sono iscritto in matematica le matricole eravamo 34. Ad oggi ci siamo laureati in tre ed altri tre dovrebbero laurearsi a breve. Gli altri hanno preso altre strade. Il problema è che c’è gente che, per motivi vari, nella scuola superiore ha solo scomposto polinomi e risolto equazioni e disequazioni algebriche di secondo grado e che, riuscendo bene in questo, hanno pensato che facendo matematica all’università avrebbero solo scomposto polinomi ancora più complessi e risolto equazioni e disequazioni algebriche di grado 1000. L’impatto con la nuova realtà è stato quindi inevitabilmente devastante. Tuttavia questo spreco di tempo e di soldi, che riguarda purtroppo tutti i corsi di laurea, può essere evitato, e non ci vuole molto a farlo, perché qualunque consiglio di classe che lavora coscienziosamente è in grado di conoscere quali sono le attitudini e le competenze dello studente che vanno valorizzate, fornendo al ragazzo utili indicazioni per la sua scelta all’università. Purtroppo da tempo sta passando la tesi di chi sostiene che ciascuno è libero di fare quello che vuole della sua vita e che quindi non bisogna ficcare il naso nelle scelte dei neo diplomati.

In ogni caso, riguardo ai docenti universitari, c’è da dire che, sebbene il loro primario interesse sia la ricerca, siccome sono pagati anche per fare attività didattica, sarebbe giusto che lo facessero nel miglior modo possibile. Non sarebbe di escludere, a mio giudizio, una formazione ad hoc in tal senso, con modalità e forme da discutere.

Per concludere vorrei spendere due parole su due aspetti del calimerro – pensiero che ho trovato particolarmente inquietanti: il berlusconismo eretto a metro di giudizio e il fanatismo culturale.

Riguardo al berlusconismo, sia ben chiaro, non è una valutazione politica, non è certo questo il luogo adatto, e non sto neppure attribuendo etichette politiche a calimerro, il quale potrebbe anche votare a sinistra. Il fatto è che Silvio Berlusconi ha perso le elezioni politiche, però è riuscito nell’intento di convincere molta gente che il mondo va visto come vuole lui, ossia che ogni attività umana debba essere ricondotta all’”impresa” e come tale analizzata. Per cui, secondo calimerro, il metro per stabilire se un docente universitario è valido sarebbe quello di chiedere ad un’impresa se sarebbe disposta ad assumerlo. Netto è il mio dissenso nei confronti di questa visione aberrante della cultura.

Passiamo al fanatismo culturale, ossia l’incapacità di vedere via di mezzo: o si è grandi scienziati o si è spazzini. In mezzo il nulla.
Per cui eccolo sparare a zero contro il medico di famiglia, contro l’insegnante di matematica negli istituti professionali, contro l’ingegnere che insegna topografia negli istituti tecnici e via dicendo.
Ma allora, mi chiedo, al posto del medico di famiglia, dovremmo mettere un semplice diplomato? Mi pare evidente che questa è una professione per laureati, e che essa non si può certo ricondurre al prescrivere medicine da un ricettario, come traspare dalla sparata surreale di calimerro.
O a insegnare matematica nelle scuole superiori, chi dovremo metterci? Il primo cretino che si incontra nella strada?
Vedi calimerro, a mero titolo di informazione ti posso dire che penso di essere in grado di andare oltre la risoluzione di un problemino sulla parabola; di avere una laurea in matematica conseguita con 110 e lode con una media esami di 29,4 e l’abilitazione all’insegnamento conseguita al termine di un corso biennale di specializzazione. E ti posso dire di lavorare a fianco di tanti colleghi validissimi, preparati e con notevoli interessi culturali, che amano il loro lavoro; che sono consapevoli che per svolgerlo bene sono necessari i titoli che hanno e che meritano il rispetto anche se non raggiungono la grandezza di Carl Friedrich Gauss o di David Hilbert.

calimerro
non voglio ficcarti nulla in testa. sto riportando fedelmente la situazione patetica che si è creata. Ribatto le opinioni del tipo " ma loro fanno ricerca" e io ti rispondo "E SOLO QUELLA POSSONO FARE!!" chi controlla questa buona ricerca?
Ora ti chiedo una cosa: credo che anche tu,vedendo una persone, ti rendi conto delle sue potenzialità, se le ha oppure se è solo uno che ha studiato pesantemente 10 ore al giorno senza alcuna "brillantezza". Ecco, un tizio del genere (ovvero il 95% dei prof universitari) che può ricercare? ma cosa? sogna amico,sogna. per far ricerca devi essere BRAVO, almeno per farla a certi livelli. per cacciare pubblicazioni riciclate e rigirate possono farlo tutti, anch'io che non sono bravo.
PARADOSSALMENTE un tizio del genere fa RICERCA e se messo in uno staff tecnico di progettisti di un cantiere non rende un fico secco. rende MENO e sottolineo MENO di un operaio.
Insomma la situazione è disastrosa:troppi prof asini, pochi prof bravi. Ormai pare che fare il professore sia diventato come fare l'impiegato allo sportello delle poste: dici 4 scemenze agli studenti, fai l'esame e ti porti 3500€ a casa nel saccoccio e hai il pane al sicuro.LUNGI,davvero LUNGI dalle avere le capacità di progettista, questa gente.
sono sicuro che molti ing che insegnano ad ingegneria (molti non tutti, NON TUTTI, qualcuno bravino l'ho visto) fanno ripeto i bellimbusti e i carini dietro le cattedre ma se messi con la realtà lavorativa, se messi a PRODURRE in azienda, sono INCAPACI. capito? insegnare lì dietro possono farlo tutti senza che nessuno ti rompe i coglioni, stare in azienda e rivestire una certa figura, progettista, coordinatore, supervisore, ecc NON è da tutti. e perciò,spesso,queste persone con scarse capacità lavorative tentano il concorso per l'università, alla fine diventano PROFESSORI ORDINARI: ma tranquilli: l'abito non fa il monaco!!! non è affatto vero che i piu capaci rimangono all'unio.. all'uni ci rimangono i meno capaci sul lavoro. quelli davvero bravi e capaci di lAVORARE (ti ripeto che per lavorare non basta che hai studiato :) se sei un tipo come loro, che nn sanno capire neanche una battutina, sul lavoro ti buttano fuori col mobbing o peggio non ti assumono)... per fare il professore universitario, ricercatore, basta una parolina passata tra i presidenti di commissione nelle valutazioni nei concorsi e via... entri spedito, anche se hai le capacità di un semihandficappato mentale, che però ha studiato. e ce ne sono taaaaanti di questi casi. La mia critica? che questi individui sono pure frustrati. ma suvvia, non solo gli REGALANO 3000€ AL MESE QUANDO EFFETTIVAMENTE NON VALGONO QUELLA CIFRA, poi hanno anche il coraggio di cacciare la frustrazione.
schifo.

blackdie
che discussione sterile...stai qui a ribadire le tue convinzioni ,che sia pure giuste o sbagliate, ma non accetti critiche o opinioni altrui.Sembra quasi che vuoi ficcarci le tue idee nella nostra testa.Non ti sembra di portare avanti una discussione inutile?

tecnos1
:shock: :drinkers:

calimerro
ragazzi alt, non è una questione di studio. Non è che facendo bene lo scritto di fisica, di analisi, di meccanica, di astronomia e di fluidodinamica diventi un ottimo ingegnere! FALSO!
Non credete molto nello studio: bisogna avere quella marcia in piu', essere sicuri e BRAVI,si,BRAVI,insomma!
Io i professori che ho visto all'uni erano tutti piu o meno gente che ha studiato, ha imparato che l'integrale di x è x^2/2 + c ma non ha nulla di quel che io intendo per bravo. Bravo vuol dire saperci fare, avere un certo approccio elastico ed ingegnoso ai problemi,esser veloci. QUESTO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI PROFESSORI UNIVERSITARI NON CE L'HA. è gente che se non insegnasse lì dentro dovrebbe fare i conti con la disoccupazione,così come quelli che vedete nei cortei di disoccupati. sì, perchè NESSUNA AZIENDA assumerebbe un individuo che NON SA RELAZIONARSI CON GLI ALTRI, fa il bellimbusto con qualche spunto saccente ogni tanto. NESSUNA,NESSUNA azienda, almeno non nel settore ingegneristico o scientifico. Magari a pulire le aiuole, far gli spazzini, i camerieri, salumieri (categorie che meritano BEN e sottolineo BEN piu' rispetto di loro) sì, ma se un tizio del genere, lento come una lumaca vorrebbe lavorare in un ufficio tecnico come progettista, no ragazzi, CREDETEMI, non lo assumerebbero.
Ho visto professori ASSSOLUTAMENTE incompetenti.
Professoresse ASSOLUTISSIMAMENTE INCOMPETENTI: vi ripeto, confrontiamo mia zia CASALINGA, con una prof universitaria del genere, NE VIENE FUORI,sicuro,CHE MIA ZIA è PIU' SPIGLIATA E INGEGNOSA DI UNA CHE STA DIETRO LA CATTEDRA A RIPETERE NOZIONI MNEMONICHE. dEVO STARMI ZITTO? far finta di niente? non volevo arrivare a scrivere quest'altro post con questo tono ma qui qualcuno fa finta di non capire. Ovvero:

ricerca blalblalblalblalblalblalbla.. ho capito
POSTULATO 1: i prof universitari fanno ricerca, la didattica non serve molto a loro. OK,ASSODATO E CONDIVISO.

Andiamo avanti: dicevamo,fanno ricerca. Presumo, e sottolineo PRESUMO che per far ricerca non basti lo studio dei libri ma ci voglia un certo atteggiamento mentale, una certa positività (passatemi il termine), una certa eleganza nell'approccio con le materie... altrimenti, la ricerca potrebbero farla tutti. TUTTI,anche gli operai, con un po' di passione nella lettura. Siamo d'accordo su questo no? per far ricerca oltre agli inutili titoli rilasciati dalle università ormai a iosa, ci vogliono CAPACITà, SPIRITO DI INIZIATIVA, FANTASIA, INTUIZIONE. Ok? attenzione non mi aspetto degli scenziati brillanti, ma almeno un po' di "atteggiamento mentale opportuno" ci vuole, siamo d'accordo?
Ora, le lauree prese dai nostri cari prof non *certificano* tutto ciò: ho visto uno insegnare programmazione, laureato in ing elettronica con un anno in ritardo rispetto ai tempi, CON LODE!!!! SI CON LODE!!!! che si faceva aggirare einsegnare delle tecniche da un ragazzo di 19 anni, neanche tanto brillante, ma che sapeva farci di piu'. Avete capito?

Qua il problema non è tanto lo studio ma sono spesso le CAPACITà che mancano nella classe docente e quindi negli studenti. Non si può pensare che uno studente si formi bene avendo professori con capacità da.....diciamo spazzino, diciamo macellaio, diciamo operaio catena di montaggio, sempre rispettando queste categorie.
Ma posso pure capire che un prof sia vabbè poco capace, è stata la natura cattiva ma CHE SIA ANCHE FRUSTRATO, CON ATTEGGIAMENTI TIPICI DEL FRUSTRATO (SVOGLIATEZZA,PESSIMISMO) MI STA SUL ****. E LO RIPETO, QUESTO MI STA SUI COGLIONI.
Ora, se qualcuno ancora dubita, e dice che io dico così perchè sono un cattivo studente, ecc.. posso dirvi che un ragazzo uscito dal classico, un piccolo mostro, elastico, ingegnoso e CAPACE quando una volta mi trovai a parlare con lui di un discorso simile per un alterco avuto con una prof confermo' piu o meno la mia linea di pensiero, ovvero che il problema della scuola italiana è la qualità della gente che la frequenta.
Bravi si nasce, cari ragazzi, non si diventa con lo studio. Posso capire,ripeto,che uno spazzino sia non bravo, che un salumiere tagli la mortadella un po' storta, ma che metti un professore ad INGEGNERIA non solo incompetente ma ANCHE FRUSTRATO questo mi sta sul ****. ve lo ripeto, mi sta sui coglioni, anche al costo di essere bannato. capitelo. La' dentro lo studente deve andare ad apprendere, con questi personaggi disillusi, arrivati anche lo studente piu' bravo perde quella grinta, quella voglia di sfondare, di impegnarsi, di migliorare. Insomma, se c'è un'ambiente così arido e pessimista col **** e ripeto col **** che sforneremo ingegneri capaci.
E se non dev'essere l'università a formare il ragazzo, se pensate che devi essere tu, devi nascerci, ditemelo: finita la terza media allo studente bravo lo portiamo a imparare direttamente sui cantieri, direttamente nelle aziende, lo mettiamo in diretto contatto con la realtà lavorativa, facendogli fare corsi di approfondimento delle nozioni da sapere, lo mettiamo subito a progettare schede elettroniche. IMPARA, IMPARA SSICURO,RIPETO,SICURO, di piu , di uno che esce da un ambiente così arido e pessimista che si è creato ad ingegneria.
Insomma, se qualcuno ancora non ha capito il succo del discorso, non so piu' dirlo: ORMAI AD INSEGNARE DIETRO QUELLE CATTEDRE, PER COME VA L'ANDAZZO GENERALE, POSSIAMO METTERCI ANCHE I BIDELLI: ALLA FINE,ALLA LAUREA, LA DIFFERENZA LA FA LO STUDENTE. SE ENTRI BRAVO ESCI BRAVO, SE ENTRI NON BRAVO ESCI NON BRAVO. ECCO DIMOSTRATO PERCHè LA PROFESSIONE DEL PROFESSORE è INUTILE, è SOLO UN GUARDIANO DELLE PECORE. MA CHE QUESTO GUARDIANO SIA ALMENO CAPACE E PROPOSITIVO IN UN CERTO SENSO, MI STA ANCHE BENE, MA CHE QUESTO GUARDIANO DELLE PECORE SIA FRUSTRATO, PESSIMISTA, SACCENTE E VIA DICENDO.. mi fa cadere le braccia.
Mai e poi mai consiglierei ad un ragazzo, anche BRAVISSIMO, di andare ad imparare le cose da questa gente frustrata. Sono loro i primi che rovinano le cose e poi lamentano di studenti poco bravi. Sono patetici, ben piu' del discorso che ho appena fatto. :)

Fioravante Patrone1
@camillo
"Mi risulta che durante le prove che deve sostenere un candidato professore ci sia anche da tenere una lezione su un argomento, non so se estratto a sorte o scelto dal candidato.
...
Forse quanto dico vale per concorsi a professore associato, ma non a professore ordinario, per il quale la capacità didattica dovrebbe essere già stata valutata."

hai ragione, è così.
Ma non basta questa lezione per una valutazione significativa.
Anche se non è irrilevante. Dà spesso delle informazioni utili per la valutazione.

Poi, in termini generali, questa prova didattica non riesce a spostare l'ago della bilancia della valutazione complessiva, a meno che non ci sia una situazione di sostanziale pareggio per la valutazione scientifica.

Comunque, io volevo dire un'altra cosa, sulla difficoltà di valutazione dell'attività didattica. Che non è facile valutare (se non in modo molto "spannometrico") il complesso della attività didattica svolta dai candidati. Ancor più difficile è una valutazione della qualità della loro didattica.

Spero che i vari sistemi di valutazione man mano si affermino, ma anche se tutto procedesse bene ci vorrà tempo prima di avere un sistema affidabile. Secondo me, ovviamente

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