Ma perchè i prof. Universitari?... (UniPd)

TonyCOD
Perchè i professori universitari devono trattare gli studenti senza la minima educazione e rispetto? Ovviamente parlo della mia esperienza (UniPd) ma mi sembra che l' osservazione di questo fenomeno sia più o meno universale in Italia almeno. Non c'è dialogo, veniamo trattati come un legista tratta un nero. Per me è stata una GRANDE delusione sapere che persone che dovrebbero essere dei punti di riferimento siano così presuntuose e con mancanza di rispetto, sembra che non abbiano mai superato la fase adolescenziale. Quindi mi chiedo: perchè sono così? quali traumi hanno vuto per giustificare comportamenti degni di bambibi di 12 anni?

Risposte
LucreziaL1
eheheheh bella domanda! me lo sono sempre chiesta pure io :(

Intermat
"Albesa81":

Non sono d'accordo: l'approccio è molto importante, dopotutto ci si rivolge sempre a degli esseri umani. Altrimenti tanto vale studiarsi tutto on-line.

Credo che il punto sia che un docente universitario non può/deve capire i motivi per cui un particolare studente viene bocciato 4 volte al suo esame (dovrebbe farlo se tutti venissero bocciati!) mentre un professore delle secondarie dovrebbe farlo perché è nei suoi compiti. Insomma, all'università si è maturi, un professore bravo cerca di aiutare uno studente che palesemente si impegna e non riesce a capire un concetto (l'esame però non è il momento adatto, magari dovrebbe tornare a ricevimento) però non può fare anche da psicologo.

Albesa81
"Martino":
Inoltre non sottovalutiamo il fatto che nelle scuole medie e superiori è cruciale il punto di vista umano-psicologico dell'insegnamento (avendo a che fare con minorenni), il quale non è così cruciale in ambienti universitari (avendo a che fare con persone da considerarsi adulte).

Non sono d'accordo: l'approccio è molto importante, dopotutto ci si rivolge sempre a degli esseri umani. Altrimenti tanto vale studiarsi tutto on-line.

Sk_Anonymous
Non so se ho ben inteso il tuo messaggio, nel caso perdonami.
Studiarsi da soli gli argomenti di base mi sembra la cosa più sbagliata che si possa fare: all'inizio è necessaria una guida per non fare errori grossolani.
Né tantomeno si possono togliere i corsi avanzati, direi cuore della formazione universitaria, dove è necessaria la presenza di chi quelle cose avanzate contribuisce a costruirle ogni giorno.

j18eos
Dato che punti sulle sole conoscenze di base: uno studente interessato potrebbe tranquillamente studiarsele da sole, confrontandosi coi colleghi o con chi le ha già studiate, senza rivolgersi a chi fa ricerca con quelle cose... o meglio, l'università dovrebbe incaricare persone competenti nelle conoscenze di base, e tenere i relativi corsi: ti pare più che sufficiente per una preparazione universitaria? È questo il tuo punto di vista?, la tua idea?

Sk_Anonymous
Cioè andato oltre il programma classico di Analisi 1 e questo è piaciuto agli studenti. Bene. Embè? Il lavoro principale di un docente di Analisi 1 è insegnare la parte della matematica generalmente associata a quell'etichetta, tutto il resto è simpatico, divertente ed entusiasmante (e in molti casi positivo), ma fuori tema nel nostro discorso, che verte su tutt'altra questione (conoscenze di base).

j18eos
Vuoi un esempio su una materia di base?, dato che la geometria complessa non lo è; e spero che siamo tutti d'accordo su questo!

Personalmente ho sempre dichiarato di aver capito analisi matematica 1 solo dopo aver studiato topologia, che non è una materia di base; ma questo fu un mio problema da studente...

Resto su analisi matematica 1: ci fu un professore ordinario che come ultimo corso insegnò proprio analisi matematica 1;
la sua ultima lezione consistette nello spiegare il calcolo delle variazioni per funzioni da \(\displaystyle\mathbb{R}\) in \(\displaystyle\mathbb{R}\), spiegò (vado a memoria) la metrica di Lagrange sullo spazio di Banach \(\displaystyle C^1(]a,b[,\mathbb{R})\), introdusse il concetto di funzionale e di variazione dello stesso, dimostrò l'equazione di Eulero-Lagrange ed altro che non ricordo.

I colleghi di quel primo anno ne rimasero entusiasti!, mai vista e mai sentita una cosa del genere in tutta la mia carriera.

Se quel docente non avesse fatto ricerca per tutta la vita, come sarebbe riuscito a spiegare una materia così specialistica a studenti del primo anno, entusiasmandoli?

Aggiungo che era un docente che faceva 120 minuti di lezione continuativa, e lo si doveva interrompere perché se no proseguiva ad oltranza, con relativa lamentela del pubblico; una volta a me capitò che fece 150 minuti di lezione, in quanto ci sottrasse mezz'ora per l'ora del pranzo; non aveva un orario di ricevimento, o se l'aveva era durante le ore di corso; quindi a noi studenti non ci era molto simpatico... eppure, ripeto, con la sua ultima lezione ha entusiasmato la platea!

Con tutto rispetto per i cultori della materia, che ce ne sono di bravi anche in questo forum, non hanno proprio le conoscenze per trasmettere "altro" rispetto alle mere nozioni di base!

Intermat
"giuliofis":
Tra l'altro, giusto per ribadire che le eccezioni esistono, io ho avuto alla magistrale in una materia avanzata un docente che faceva ricerca in un campo sì collegato, ma comunque totalmente distinto. Eppure era uno dei migliori docenti che ho mai avuto.

Ma sul fatto che una persona possa essere molto portata per spiegare ed insegnare qualcosa non c'è dubbio. Resta, a mio modesto parere, inutile dividere le carriere perché non si avrebbe nessun giovamento. Sul perché ne avevamo già discusso quindi evito ulteriori ripetizioni.

Sk_Anonymous
Tra l'altro, giusto per ribadire che le eccezioni esistono, io ho avuto alla magistrale in una materia avanzata un docente che faceva ricerca in un campo sì collegato, ma comunque totalmente distinto. Eppure era uno dei migliori docenti che ho mai avuto.

Sk_Anonymous
Quello che non vuoi capire, non dico accettare perché ovviamente sei libero di continuare a pensarla come vuoi, è che secondo me (ma, a quanto pare, anche secondo altri) per poter trasmettere qualcosa, anche di base, si deve avere una padronanza più ampia della materia.

Dal che dovrebbero discendere le cose dette prima, che però sono smentite dall'evidenza. Martino ha infatti specificato dopo a cosa si riferiva.


Il punto è che, secondo me, nessuno dovrebbe insegnare se non fa ricerca (al massimo accetto che qualcuno faccia ricerca senza insegnare), anche al liceo. Alle medie e alle elementari invece il discorso cambia perché si ha a che fare con dei bambini/pre-adolescenti e quindi oltre che ai contenuti si deve fare molta attenzione anche ad altri aspetti. Tanto che alle elementari non insegnano persone laureate nelle materie che vengono spiegate ma in scienza dell'educazione primaria (per dire).

Anche alle medie e alle superiori succede. Matematici che insegnano scienze alle medie, biologi che insegnano matematica alle medie, matematici che insegnano fisica alle superiori, geologi che insegnano biologia alle superiori, storici che insegnano filosofia alle superiori eccetera eccetera. Un difetto? Per me no.

Il fatto che tu su questo argomento faccia "muro" mi sembra evidente anche da questa risposta, Martino aveva anche detto che questo non lo pensa:

Martino aveva apparentemente detto due cose contraddittorie, infatti si è spiegato meglio dopo.

"Martino":
Quello che mi porta via la maggior parte del tempo è l'insegnamento di materie avanzate (quelle che hai preso in giro nel rispondere a j18eos) e l'orientazione di laureandi e borsisti (orientazione a fare cosa? ricerca).

L'insegnamento di materie avanzate riguarda solo chi insegna materia avanzate, o comunque solo le materie avanzate. Come ho già detto tante altre volte, sono ovviamente d'accordo che per insegnare materie avanzate sia necessario (ma non sufficiente!) fare ricerca in quei campi.

(quelle che hai preso in giro nel rispondere a j18eos)

Non prendo "in giro" delle materie, né mi permetterei, né servirebbe. Prendo semmai in giro l'utilità di, che so, l'utilità di fare ricerca sulle lenti magnetiche negli acceleratori per insegnare Fisica ai medici.

Tieni conto che un'aula universitaria può contenere 300 studenti (nei casi limite) mentre un'aula di scuola superiore al massimo 30. E' giusto che sia così e se parli senza tenerne conto stai dicendo cose vuote.

Non che nelle aule con 300 persone si faccia davvero buona didattica: è difficilissimo riuscire a vedere bene il docente, per fare un esempio, ed intervenire dal fondo dell'aula per fare domande. Ho avuto la sfortuna di seguire un solo corso così affollato [size=85](dove non riuscivo a prendermi posti decorosi perché altra gente era già in aula per seguire altri corsi)[/size], e la differenza con i corsi successivi l'ho percepita subito. Il contatto col docente è importante anche all'università (che non è un laureificio), non solo alle superiori.

Ed è giusto che sia così, per formare adolescenti non serve essere un massimo esperto (si può insegnare benissimo una materia senza esserne un massimo esperto), quello che muove i professori delle superiori è più l'amore per l'insegnamento e la formazione di persone che hanno davanti la scelta cruciale di cosa vogliono fare nella vita.

Non serve un massimo esperto nemmeno per insegnare Matematica ai biologi, però, proprio perché "si può insegnare benissimo una materia senza esserne un massimo esperto". Anche perché fare ricerca in adroterapia non è che serva a molto per insegnare Fisica ai farmacisti.

giuliofis, i professori delle superiori non sono depositari incondizionati della conoscenza (con le dovute eccezioni). Sono persone che ne hanno padronanza e la insegnano ma non ne sono depositari incondizionati. Sono appunto insegnanti, e l'insegnamento è la loro attività principale. L'attività principale di un professore universitario non è l'insegnamento di materie di base (che sono quelle su cui ti stai lamentando) perché ti posso tranquillamente dire (come ti ripeto io sono prof) che l'insegnamento di materie di base porta via pochissimo del mio tempo. Quello che mi porta via la maggior parte del tempo è l'insegnamento di materie avanzate (quelle che hai preso in giro nel rispondere a j18eos) e l'orientazione di laureandi e borsisti (orientazione a fare cosa? ricerca).

Tieni conto che un'aula universitaria può contenere 300 studenti (nei casi limite) mentre un'aula di scuola superiore al massimo 30. E' giusto che sia così e se parli senza tenerne conto stai dicendo cose vuote. Alle superiori devi curare umanamente quelli a cui insegni, capire cosa succede, se va male come mai, fare sempre riferimento ai genitori. All'università se uno non studia lo si boccia e basta.

Insomma gli insegnanti delle superiori mediamente non sono esperti del settore, non saprebbero scrivere un articolo scientifico DI RICERCA riguardante le cose che insegnano (con le dovute eccezioni!), e con questo non mi sembra di offendere nessuno (io stesso ammetto tranquillamente che sforzandomi riuscirei a spiegare la fisica a un adolescente ma non riuscirei mai a scrivere un articolo scientifico di ricerca di fisica). Ed è giusto che sia così, per formare adolescenti non serve essere un massimo esperto (si può insegnare benissimo una materia senza esserne un massimo esperto), quello che muove i professori delle superiori è più l'amore per l'insegnamento e la formazione di persone che hanno davanti la scelta cruciale di cosa vogliono fare nella vita.

Detto questo gradirei da te una risposta ponderata, stavolta. In caso contrario non mi spenderò più in questo dialogo tra sordi.

Intermat
"giuliofis":
Cose sicuramente utilissime nei corsi base i fibrati vettoriali e principali!!!

E comunque non vedo cosa centri l'attività scientifica di un docente delle superiori con la sua bravura nell'insegnare determinate cose (che sarà minestra riscaldata quanto vuoi, ma non è che al liceo puoi metterti a parlare dei moderni sviluppi della M teoria), quando tu stesso li dichiari magari anche bravi insegnanti.

Quello che non vuoi capire, non dico accettare perché ovviamente sei libero di continuare a pensarla come vuoi, è che secondo me (ma, a quanto pare, anche secondo altri) per poter trasmettere qualcosa, anche di base, si deve avere una padronanza più ampia della materia. Secondo me per un paio di motivi:
- ti permette di capire la materia veramente a fondo (e non solo tutte le relazioni logiche e matematiche), un po' come diceva j18eos;
- ti permette di essere più convincente/interessante agli occhi degli studenti, la passione di un professore per la sua materia la si vede;
"giuliofis":

Il problema è che in molti state partendo dal punto di vista di una persona che vuole fare principalmente ricerca e solo marginalmente si occupa di didattica, che giustamente ne risentirebbe se gli togliessero la ricerca. Ma non è questo il punto di partenza: il punto di partenza deve essere la visione di una persona che vuole insegnare (e ce ne sono), e nei corsi base nulla ti dà il fare ricerca, che non deve certo essere ridotto ad hobby.

Il punto è che, secondo me, nessuno dovrebbe insegnare se non fa ricerca (al massimo accetto che qualcuno faccia ricerca senza insegnare), anche al liceo. Alle medie e alle elementari invece il discorso cambia perché si ha a che fare con dei bambini/pre-adolescenti e quindi oltre che ai contenuti si deve fare molta attenzione anche ad altri aspetti. Tanto che alle elementari non insegnano persone laureate nelle materie che vengono spiegate ma in scienza dell'educazione primaria (per dire).

"giuliofis":
[quote="Martino"]giuliofis, io parto dal presupposto che un professore universitario è uno (o una) che ha ampie conoscenze su una certa cosa e si trova giustamente a doverla trasmettere a chiunque voglia impararla. Non c'è nessun'altra "forma di vita" chiamiamola, che si può meglio considerare DEPOSITARIO di tale conoscenza. E credo che non sia giusto ridurre un ruolo tanto importante al mero divulgare tale conoscenza, anzi più di questo, non solo non è giusto, va nella direzione sbagliata.

Detto questo, i docenti di tutti gli ordinamenti inferiori all'università dovrebbero fare in larga parte schifo.
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Il fatto che tu su questo argomento faccia "muro" mi sembra evidente anche da questa risposta, Martino aveva anche detto che questo non lo pensa:

"Martino":
Non credo con questo di offendere nessuno, esistono ottimi insegnanti delle scuole medie e secondarie (ne ho avuti molti) e sono sicuro che essi leggono e si informano molto sull'andamento della materia che insegnano. Inoltre non sottovalutiamo il fatto che nelle scuole medie e superiori è cruciale il punto di vista umano-psicologico dell'insegnamento (avendo a che fare con minorenni), il quale non è così cruciale in ambienti universitari (avendo a che fare con persone da considerarsi adulte).

Sk_Anonymous
"Martino":
giuliofis, io parto dal presupposto che un professore universitario è uno (o una) che ha ampie conoscenze su una certa cosa e si trova giustamente a doverla trasmettere a chiunque voglia impararla. Non c'è nessun'altra "forma di vita" chiamiamola, che si può meglio considerare DEPOSITARIO di tale conoscenza. E credo che non sia giusto ridurre un ruolo tanto importante al mero divulgare tale conoscenza, anzi più di questo, non solo non è giusto, va nella direzione sbagliata.

Detto questo, i docenti di tutti gli ordinamenti inferiori all'università dovrebbero fare in larga parte schifo.

Non credo con questo di offendere nessuno, esistono ottimi insegnanti delle scuole medie e secondarie (ne ho avuti molti) e sono sicuro che essi leggono e si informano molto sull'andamento della materia che insegnano.

Quindi secondo te la stragrande maggioranza dei docenti bravi delle elementari, medie e superiori si informano a grandi livelli (tipo riviste del settore? Domando). La vedo molto, molto, molto lontana dalla realtà, se non altro trovo davvero molto poco credibile, giusto per fare un esempio, che un biologo che insegna matematica o un matematico che insegna scienze alla medie legga articoli specialistici (a che pro, poi?).

Inoltre non sottovalutiamo il fatto che nelle scuole medie e superiori è cruciale il punto di vista umano-psicologico dell'insegnamento (avendo a che fare con minorenni), il quale non è così cruciale in ambienti universitari (avendo a che fare con persone da considerarsi adulte).

E cosa centra con la questione delle conoscenze?

giuliofis, io parto dal presupposto che un professore universitario è uno (o una) che ha ampie conoscenze su una certa cosa e si trova giustamente a doverla trasmettere a chiunque voglia impararla. Non c'è nessun'altra "forma di vita" chiamiamola, che si può meglio considerare DEPOSITARIO di tale conoscenza. E credo che non sia giusto ridurre un ruolo tanto importante al mero divulgare tale conoscenza, anzi più di questo, non solo non è giusto, va nella direzione sbagliata. Se vuoi che il depositario di una conoscenza la mantenga viva gli devi dare il tempo di lavorarci su. In matematica è sempre difficile fare esempi, ma prendi uno che insegna medicina per esempio. Tu ti faresti insegnare la medicina da uno che non ha mai curato nessuno o prescritto mai medicine? Io sì, ma solo fino a un certo punto. Fino al punto in cui sono contento di avere un'infarinatura base della materia. Oltre quel punto pretendo di parlare con qualcuno che ci lavora, un depositario appunto. Non credo con questo di offendere nessuno, esistono ottimi insegnanti delle scuole medie e secondarie (ne ho avuti molti) e sono sicuro che essi leggono e si informano molto sull'andamento della materia che insegnano. Inoltre non sottovalutiamo il fatto che nelle scuole medie e superiori è cruciale il punto di vista umano-psicologico dell'insegnamento (avendo a che fare con minorenni), il quale non è così cruciale in ambienti universitari (avendo a che fare con persone da considerarsi adulte).

Sk_Anonymous
Cose sicuramente utilissime nei corsi base i fibrati vettoriali e principali!!!

E comunque non vedo cosa centri l'attività scientifica di un docente delle superiori con la sua bravura nell'insegnare determinate cose (che sarà minestra riscaldata quanto vuoi, ma non è che al liceo puoi metterti a parlare dei moderni sviluppi della M teoria), quando tu stesso li dichiari magari anche bravi insegnanti.

Il problema è che in molti state partendo dal punto di vista di una persona che vuole fare principalmente ricerca e solo marginalmente si occupa di didattica, che giustamente ne risentirebbe se gli togliessero la ricerca. Ma non è questo il punto di partenza: il punto di partenza deve essere la visione di una persona che vuole insegnare (e ce ne sono), e nei corsi base nulla ti dà il fare ricerca, che non deve certo essere ridotto ad hobby.

j18eos
Porto un mio esempio personale: durante il corso di laurea magistrale, mi fu insegnato il concetto di connessione su un fibrato vettoriale (su una varietà differenziabile), e durante la tesi studiai come estendere tale concetto ai fibrati principali algebrici (su una superficie di Riemann compatta).

Morale della favola: ho capito che le connessioni servono a definire le classi di Chern di un fibrato vettoriale; ma non ho capito a che servono le classi di Chern, se non a distinguere fibrati vettoriali sicuramente non isomorfi...

Un po' poco per un oggetto onnipresente nella teoria dei fibrati vettoriali (su una varietà topologica)!

Scrivendo un articolo di ricerca, ho ripreso i precedenti concetti di connessione su varietà differenziabili, quasi complesse e complesse; nel ricercare ho appreso come essi: si colleghino alla teoria delle rappresentazioni dei gruppi di Lie; determinano alcune strutture sui fibrati vettoriali; come variano le loro definizioni e le loro applicazioni nelle precedenti tre categorie distinte di varietà; nel caso di connessioni piatte su un fibrato vettoriale, resta definita una ipercoomologia; e.o.

Se non avessi fatto ricerca, non avrei capito nulla di queste benedette connessioni su un fibrato vettoriale o principale!

Intermat
"giuliofis":

Se questo fosse vero, dalle elementari alle superiori (gente che insegna e basta) saremmo pieno zeppi di docenti pessimi, dove quelli bravi sono una sparuta minoranza. Eppure non è così.

Insomma, elementari e medie escluse (dato l'ambiente e la giovanissima età degli alunni!), direi che al liceo il numero di professori attivi da un punto di vista scientifico sia veramente basso. Non vuol dire che insegnino male ma che si trascinino negli anni con la solita minestra che hanno preparato e consolidato nel tempo. Mi pare ne discutevamo in un altro topic (o in questo boh!), io credo che anche i docenti delle superiori dovrebbero essere spinti a fare ricerca proprio per mantenerli vivi culturalmente (leggere come svago non vale). Ovviamente, per fare questo, ci dovrebbero essere dei notevoli investimenti da parte dello stato soprattutto nelle infrastrutture scolastiche che, nella mia idea, dovrebbero garantire degli uffici per i docenti.

Sk_Anonymous
"Martino":
Bazzico nell'ambiente da anni e ti assicuro che trovi didattica di bassa qualità non tra i ricercatori ma tra quelli che sono pieni fino al collo di ore di lezione da fare e che sostanzialmente ripetono anno dopo anno la stessa minestra. Non otterrai didattica di qualità imponendo che chi fa didattica non faccia altro, anzi otterrai esattamente l'effetto opposto. Non c'è una distinzione così netta tra didattica e ricerca, perché dal mio punto di vista insegnare è aprire la strada verso la ricerca (poi nessuno è obbligato a seguire questa strada), il punto è che se mi togli la ricerca non so nemmeno più cosa sto insegnando e perché.

Se questo fosse vero, dalle elementari alle superiori (gente che insegna e basta) saremmo pieno zeppi di docenti pessimi, dove quelli bravi sono una sparuta minoranza. Eppure non è così.

"giuliofis":
[quote="Martino"]A quelli che si lamentano sul fatto che i professori dovrebbero "insegnare" di più rispondo molto semplicemente che se ci togliete la ricerca non avremo più niente da insegnare.

Dai, su... Seriamente? Analisi 1? Fisica 1? Chimica Generale? Da quanti decenni non ci sono innovazioni sostanziali nei testi di queste discipline?[/quote]Non c'entrano i testi, e non c'entra nemmeno il contenuto di ciò che viene insegnato. Ma per avere didattica di qualità devi avere insegnanti motivati. Bazzico nell'ambiente da anni e ti assicuro che trovi didattica di bassa qualità non tra i ricercatori ma tra quelli che sono pieni fino al collo di ore di lezione da fare e che sostanzialmente ripetono anno dopo anno la stessa minestra. Non otterrai didattica di qualità imponendo che chi fa didattica non faccia altro, anzi otterrai esattamente l'effetto opposto. Non c'è una distinzione così netta tra didattica e ricerca, perché dal mio punto di vista insegnare è aprire la strada verso la ricerca (poi nessuno è obbligato a seguire questa strada), il punto è che se mi togli la ricerca non so nemmeno più cosa sto insegnando e perché.

Intermat
"giuliofis":
Ma separando le due carriere (nelle materie di base, chiaramente) questo motivo non avrebbe ragione d'esistere, sono già carriere separate.

Io continuo a non vedere il motivo di questa separazione. Non migliorerebbe certamente la didattica (non c'è nessun motivo logico perché ciò avvenga) mentre aumenterebbero i costi per l'università. Io credo che sia meglio avere delle distinzioni di base tra chi vuole fare lezione (il professore) e chi non la vuole fare (il ricercatore). Ovviamente in questo caso il ricercatore non dovrebbe guadagnare molto meno del professore (altrimenti tutti, come oggi, vorrebbero ambire a diventare ordinario!) e il numero di persone nei due gruppi dovrebbe essere tale da garantire comunque una didattica di qualità.

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