Legge 133, ADDIO UNIVERSITA' PUBBLICA

alice881
Salve a tutti,
approfitto di questo forum per diffondere un argomento che riguarda sicuramente quasi tutti i suoi frequentatori.
La situazione dell'università italiana in seguito ai tagli previsti dell'ultima finanziaria sta per diventare insostenibile... per farla breve faccio copia-incolla da uno dei volantini che girano a Pisa,



ABBIAMO CULTURA DA VENEDERE

Avete presente l’Università Statale di Milano? Bene, fate conto di non vederla più: il TAGLIO DI 456 MILIONI DI EURO al finanziamento dell’Università deciso dalla LEGGE 133 è equivalente alla completa scomparsa di una delle più grandi Università italiane.

Il tutto nell’assordante silenzio della stampa e della televisione.

Il Blocco del TURN OVER al 20% per cinque anni, ovvero un solo neoassunto ogni 5 pensionamenti, impedirà la possibilità di mantenere una didattica di qualità, con la chiusura di corsi di insegnamento. Per l’Ateneo di Pisa si prevedono circa 300 pensionamenti.

L’impossibilità di rinnovare la classe docente impedirà inoltre il ricambio generazionale, precludendo a un’intera generazione la carriera universitaria, mentre la folla dei precari senza speranza si ingrandirà sempre più.

Quale la soluzione prospettata dal governo per sopravvivere?

La trasformazione in FONDAZIONI PRIVATE.

Avete capito bene, ciò significa l’ADDIO, IN ITALIA, ALL’UNIVERSITA’ PUBBLICA e la privatizzazione limiterà la libertà di ricerca che sarà prevalentemente indirizzata dalle grandi aziende.

Il contributo da parte degli studenti potrà essere aumentato liberamente dalle fondazioni private (avete presente quanto costa iscriversi a un college americano?), e l’Università di qualità per tutti resterà solo un ricordo.

Gli studenti torneranno ad essere divisi in classi.

TUTTO QUESTO NON ACCADRA' TRA ANNI MA TRA GIORNI SE NON FACCIAMO QUALCOSA.



Difendiamo la nostra Università.




Il silenzio che viene mantenuto dai media sulla questione è scandaloso, dobbiamo diffondere come stanno relamente le cose per fare qualcosa prima che sia troppo tardi.


Per consultare il testo integrale della legge: http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm


per aderire all'appello degli atenei: http://www.repubblica.it/scuola_e_unive ... ref=hphead
http://www.petitiononline.com/ricerca1/petition.html

Risposte
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"Megan00b":
Anche ammesso che la consulta (che probabilmente fields immagina come un cavaliere a cavallo di un ippogrifo, dotata di poteri magici e altre diavolerie) riesca a pronunciarsi sulla legge in questione la sua sospensione sarebbe più dannosa della legge stessa. Immaginate un bilancio dello stato che NON CONTENGA i riferimenti alle università. Essì, perchè cancellare questa legge vuol dire cancellare i tagli e non stabilire in che altro modo vadano distribuiti i soldi alle università.


Ma l'hai letta la legge? Sai come viene distribuito il fondo di finanziamento ordinario per l'universita'? Dal momento che la risposta a questa domanda, non ho dubbi :-D, sara' affermativa, potresti dimostrare in che modo dovrebbe avvenire che, a seguito di una ipotetica cancellazione di alcuni articoli della legge 133, il ministero improvvisamente si trovi con un mucchio di soldi e con il disastroso e irrisolvibile dilemma di che fare di questi soldi? :roll:

E poi, dannoso o no, una legge incostituzionale ha da essere cancellata. Per inciso, io non penso la 133 sia incostituzionale. Ad ogni modo, se per te cancellare una legge incostituzionale comporta "poteri magici" o l'intervento di "ippogrifi" mirabili, allora non so quanto il nostro ordinamento ti sia chiaro :-D

Megan00b
Anche ammesso che la consulta (che probabilmente fields immagina come un cavaliere a cavallo di un ippogrifo, dotata di poteri magici e altre diavolerie) riesca a pronunciarsi sulla legge in questione la sua sospensione sarebbe più dannosa della legge stessa. Immaginate un bilancio dello stato che NON CONTENGA i riferimenti alle università. Essì, perchè cancellare questa legge vuol dire cancellare i tagli e non stabilire in che altro modo vadano distribuiti i soldi alle università.
Oggi c'è stata un'assemblea da noi a matematica, un'assemblea che definirei delirante. Si è parlato di come infastidire la cittadinanza pisana al fine di informarla sulla legge. Si è parlato del dove e come appendere striscioni o fare volantinaggio. Non si è parlato di come, cosa e perchè questa legge faccia. Non si è parlato di cosa scrivere su questi striscioni e volantini e perchè. Quando qualcuno ha provato timidamente a proporre di discutere su un'alternativa da proporre gli è stato risposto qualcosa tipo" e che centra ora, prima blocchiamo il traffico e poi decidiamo cosa proporre". E' stato detto "ma tanto lo sappiamo già tutti cosa fa questa legge". E gli interventi che si sono susseguiti hanno dimostrato esattamente il contrario, visto che c'era gente che voleva proporre referendum abrogativi (impossibili), gente che esponeva tesi farneticanti eccetera.
Qualcuno pensa ancora di coordinare tutte le università italiane? Ma se una da sola non è in grado di fare una benchè minima analisi politica della questione nè quindi di dare una risposta politica appropriata come si può pensare di risolvere un problema che è tutto politico?

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"vict85":
[quote="fields"]Nel caso del diritto allo studio lo Stato ha la sua leggi, ed e' possibile chiedere ad un giudice di impugnare una legge alla Corte, per chiederle di dichiarare illegittima la parte della legge che esclude dai benefici la particolare sub-categoria a cui appartiene il ricorrente. E' chiaro che bisogna finire in Aula per la tutela dei propri diritti.


Esattamente come credi che si possa finire in aula per quella legge?[/quote]

Be', vict, dovrei analizzare il caso in dettaglio per progettare esattamente come finire in Aula; ad ogni modo, basta un po' di creativita'.

L'importante e' sapere che cose simili sono gia' state fatte e che esistono tutta una serie di strumenti legali per garantire la effettivita' della Costituzione, essendo del resto proprio tale effettivita' che ad esempio distingue la Costituzione - e in genere il Diritto - dalle norme della morale, dai comandamenti religiosi e, per l'appunto, dai semplici ideali.

Comunque hai una grande fiducia nella corte. Non è affatto detto che la legge sia considerata incostituzionale... Del resto non l'ha vista in quel modo il presidente dato che non l'ha rimandata in parlamento.


Forse perche' infatti non e' incostituzionale come qualcuno vorrebbe far credere...


Queste leggi hanno prima di tutto minato la nostra possibilità di fare ricerca e insegnare nel nostro paese.


Io invece le vedo come un modo per smantellare cio' che c'e' adesso e creare qualcosa di nuovo. Purtroppo c'e' ancora chi non e' del tutto convinto dei miliardi e miliardi di euro che in Italia sono gettati al vento. Altro che sottofinanziata l'universita': semplicemente il modo in cui - e per chi - sono spesi i soldi e' riprovevole.

E poi la ricerca non si fa con centinaia di universita' in media scarse: meglio poche, ma eccellenti. Le altre possono pure risparmiar(sela/cela) la ricerca. Ecco perche' l'idea di privatizzare in parte il sistema mi sembra buona. Le universita' che sapranno attrarre i finanziamenti, sopravvivranno, e miglioreranno, anche grazie al cambio delle regole. Quelle scarse, rimangano pure, ma si limitino alla didattica.

vict85
Comunque hai una grande fiducia nella corte. Non è affatto detto che la legge sia considerata incostituzionale... Del resto non l'ha vista in quel modo il presidente dato che non l'ha rimandata in parlamento. E l'opposizione non mi sembra che abbia fatto molta pubblicità alla cosa.
Sono tutti molto più preoccupati dei lavoratori e delle banche che del nostro futuro. Perché è del nostro futuro che si parla. Queste leggi hanno prima di tutto minato la nostra possibilità di fare ricerca e insegnare nel nostro paese. E in Italia nel settore matematico almeno 2/3 degli studenti (percentuale in discesa negl ultimi anni) vogliono entrare in uno dei due settori.
Questa legge manderà un terzo dei laureati in matematica nei prossimi anni a cercare all'estero. E molti di loro non torneranno (e non sarà certo un fondo a fargli cambiare idea).


Per quanto riguarda la costituzione bisogna dire che ci sono due fattori da prendere in considerazione, entrambi nell'articolo 33:
"[...]

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

[...]

[...]

[...]

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.


L'articolo 34 invece dice quello che hai già detto:
La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.


Due commenti:

1) la costituzione non fa riferimento qui alla cittadinanza, a rigore quindi in Italia sarebbe incostituzionale fare come in molti altri stati europei (Danimanrca inclusa) di far pagare una retta molto più alta agli stranieri.

2) non c'é scritto che la retta deve essere bassa per tutti ma solo per i capaci e meritevoli. Come nel caso della sanità l'Italia garantisce, o garantiva, fortunatamente molto di più di quanto scritto in costituzione (solo gli indigenti avrebbero in teoria diritto a essere curati gratuitamente).

Quindi riguardo ai capaci e meritevoli basterebbe per non andare contro la costituzione che lo Stato facesse un test di ingresso e non facesse pagare la retta ai primi classificati (nazionali).

vict85
"fields":

Nel caso del diritto allo studio lo Stato ha la sua leggi, ed e' possibile chiedere ad un giudice di impugnare una legge alla Corte, per chiederle di dichiarare illegittima la parte della legge che esclude dai benefici la particolare sub-categoria a cui appartiene il ricorrente. E' chiaro che bisogna finire in Aula per la tutela dei propri diritti.


Esattamente come credi che si possa finire in aula per quella legge?

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"vict85":

Inoltre la corte costituzionale può pronunciarsi solo contro le leggi nazionali e regionali e non contro decreti e le normative varie emanate dai ministeri con finalità amministrative.


Rispolvero le mie conoscenze giuridiche.

La Corte Costituzionale si pronuncia sulle leggi e sugli atti aventi forza di legge. In particolare, quindi, si pronuncia sui decreti legge e sulle leggi di conversione dei decreti legge. Quindi la legge 133, del 6 agosto 2008, (quella su cui stiamo discutendo) rientra nel sindacato della Corte Costituzionale.

Ad ogni modo, tutti gli atti amministrativi rientrano nella sfera dei giudici ammistrativi, che possono annullare tali atti se in contrasto con i principi della Costituzione, e persino impugnarli alla Corte Costituzionale. Con questo "trucco" la Corte arriva a pronunciarsi persino sui regolamenti dell'esecutivo.

Inoltre, il diritto all'istruzione fa parte dei cosiddetti diritti "sociali", ovvero i diritti che i cittadini hanno di ottenere determinate prestazioni dagli apparati pubblici. Tali diritti promettono prestazioni, anche laddove lo Stato non abbia ancora organizzato la sua prestazione. Chiaramente tali diritti costano danaro: e se lo Stato vuole "tagliare" i costi? Come ha stabilito piu' volte la Corte Costituzionale, la Costituzione garantisce un "nucleo minimo" di prestazione in ogni caso. Ad esempio, numerose volte la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime disposizioni aventi il fine di controllare la spesa pubblica per pensioni o in materia sanitaria proprio perche' non garantivano un "minimo vitale" di prestazione.

Nel caso del diritto allo studio lo Stato ha la sua leggi, ed e' possibile chiedere ad un giudice di impugnare una legge alla Corte, per chiederle di dichiarare illegittima la parte della legge che esclude dai benefici la particolare sub-categoria a cui appartiene il ricorrente. E' chiaro che bisogna finire in Aula per la tutela dei propri diritti.

vict85
"fields":
[quote="Cheguevilla"]Insomma. Ognuno ha il diritto di comprare ciò che gli pare, purchè non sia contrario alle leggi.
La differenza la fa l'ultimo comma dell'Art. 34 C.I., ma questo è caldamente disatteso.
Tanto per capirci: se i genitori non sono in grado di mantenere il figlio (e conosco diverse persone in queste condizioni) il figlio ha certamente tutto il diritto di studiare all'università, come ha tutto il diritto di acquistare una Ferrari.
Sono i mezzi a mancargli...


Ho capito quello che vuoi dire, ma il paragone non regge ugualmente. Il diritto ad avere la Ferrari non esiste, punto. Il diritto ad avere un'istruzione, si'. La Costituzione lo garantisce ai capaci e meritevoli. E la Costituzione non e' carta straccia, non e' solo una collezione di parole, altrimenti non avrebbe senso sancirla. Nel momento in cui verrano approvate leggi che ne violino i principi, entrera' in gioco la Corte Costituzionale. Se qualche legge impedira' che l'art. 34 venga rispettato, sara' annullata. E fintanto che l'art. 34 c'e', c'e' la relativa garanzia, ottenibile per vie legali.

E ripeto, per l'applicazione della Costituzione vale la pena di lottare. Se qualcuno qui pensa che abbia problemi ad essere applicata, allora dovrebbe avere come primo scopo della propria mobilitazione l'assicurarsi l'efficienza dei meccanismi atti a garantirla.[/quote]

Evidenzierei che so di cosa sto parlando: il relatore della mia prima tesi insegnava diritto costituzionale italiano e comparato....
Tu non puoi come singolo chiedere che la corte costituzionale si pronunci su una legge se tu non sei portato in tribunale per quella legge. In questo caso capisci che è impossibile (a meno che non ti portino perché ti rifiuti di pagare le tasse, ma non credo siano molte le possibilità di vittoria). E comunque il giudice può ritenere che non abbia senso la richiesta di costituzionalità e annullarla.
Inoltre la corte costituzionale può pronunciarsi solo contro le leggi nazionali e regionali e non contro decreti e le normative varie emanate dai ministeri con finalità amministrative.

L'unica possibilità che hai di vedere una legge di quel tipo in corte è che un consiglio regionale, un certo numero di parlamentari o il governo lo richiedano. Il presidente può al limite rimandarla in parlamento (e al massimo una volta).

P.S: in alcuni paesi europei è possibile ma non ricordo esattamente quali.

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"Cheguevilla":
Insomma. Ognuno ha il diritto di comprare ciò che gli pare, purchè non sia contrario alle leggi.
La differenza la fa l'ultimo comma dell'Art. 34 C.I., ma questo è caldamente disatteso.
Tanto per capirci: se i genitori non sono in grado di mantenere il figlio (e conosco diverse persone in queste condizioni) il figlio ha certamente tutto il diritto di studiare all'università, come ha tutto il diritto di acquistare una Ferrari.
Sono i mezzi a mancargli...


Ho capito quello che vuoi dire, ma il paragone non regge ugualmente. Il diritto ad avere la Ferrari non esiste, punto. Il diritto ad avere un'istruzione, si'. La Costituzione lo garantisce ai capaci e meritevoli. E la Costituzione non e' carta straccia, non e' solo una collezione di parole, altrimenti non avrebbe senso sancirla. Nel momento in cui verrano approvate leggi che ne violino i principi, entrera' in gioco la Corte Costituzionale. Se qualche legge impedira' che l'art. 34 venga rispettato, sara' annullata. E fintanto che l'art. 34 c'e', c'e' la relativa garanzia, ottenibile per vie legali.

E ripeto, per l'applicazione della Costituzione vale la pena di lottare. Se qualcuno qui pensa che abbia problemi ad essere applicata, allora dovrebbe avere come primo scopo della propria mobilitazione l'assicurarsi l'efficienza dei meccanismi atti a garantirla.

Cheguevilla
"fields":
[quote="Cheguevilla"]
Qualunque field o alvinlee o Cheguevilla avrà sempre il diritto di comprarsi una Ferrari. Lavora sodo...
Purtroppo, caro fields, vict85 ha ragione: la Costituzione è molto bella, ma la realtà è diversa dalla Costituzione (pertanto è molto brutta).


Il paragone non mi convince. Non esiste il diritto alla Ferrari. Invece nella Costituzione e' garantito il diritto allo studio per gli studenti meritevoli. Se viene approvata qualche legge che non rispetta la Costituzione, interviene la Corte Costituzionale. Saro' sempre pronto a scendere in piazza per questioni riguardanti il buon operato della Corte Costituzionale :) [/quote]Insomma. Ognuno ha il diritto di comprare ciò che gli pare, purchè non sia contrario alle leggi.
La differenza la fa l'ultimo comma dell'Art. 34 C.I., ma questo è caldamente disatteso.
Tanto per capirci: se i genitori non sono in grado di mantenere il figlio (e conosco diverse persone in queste condizioni) il figlio ha certamente tutto il diritto di studiare all'università, come ha tutto il diritto di acquistare una Ferrari.
Sono i mezzi a mancargli...

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"alvinlee88":
[quote="fields"]

Se viene approvata qualche legge che non rispetta la Costituzione, interviene la Corte Costituzionale.


Difatti si è visto con il Lodo Alfano.[/quote]

http://www.repubblica.it/2008/09/sezion ... sulta.html


"fields":
Hai manifestato in piazza conto il Lodo Alfano?


Non ho manifestato contro, perche' come vedi la Corte e' gia' all'opera.

alvinlee881
"fields":


Se viene approvata qualche legge che non rispetta la Costituzione, interviene la Corte Costituzionale.


Difatti si è visto con il Lodo Alfano.
"fields":

Saro' sempre pronto a scendere in piazza per questioni riguardanti il buon operato della Corte Costituzionale

Hai manifestato in piazza conto il Lodo Alfano?

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"Cheguevilla":

Qualunque field o alvinlee o Cheguevilla avrà sempre il diritto di comprarsi una Ferrari. Lavora sodo...
Purtroppo, caro fields, vict85 ha ragione: la Costituzione è molto bella, ma la realtà è diversa dalla Costituzione (pertanto è molto brutta).


Il paragone non mi convince. Non esiste il diritto alla Ferrari. Invece nella Costituzione e' garantito il diritto allo studio per gli studenti meritevoli. Se viene approvata qualche legge che non rispetta la Costituzione, interviene la Corte Costituzionale. Saro' sempre pronto a scendere in piazza per questioni riguardanti il buon operato della Corte Costituzionale :)

"Cheguevilla":

Qui l'Università è gratuita, inoltre lo Stato dà agli studenti (tutti) un assegno di circa 3000 o 4000 corone al mese (intorno ai 500/600 euri), solo per la durata regolare del corso di laurea.[...]
Va detto inoltre che la maggior parte dei ragazzi va a vivere fuori casa intorno ai 18 anni, anche aiutati direttamente dallo Stato.
Dov'è il trucco?
In Danimarca le tasse sono molto più alte che in Italia e tutti le pagano.


Non lo sapevo, interessante. Quindi li' le cose funzionano bene. Che succederebbe in Italia se tutti pagassero le tasse? Aumenterebbero le persone del settore pubblico che non fanno un tubo :lol:

Cheguevilla
Un taglio, esattamente come qualsiasi azione correttiva, va fatto quando si ha un progetto reale sotto.
Qua c'è il succo del discorso.

Gli studenti meritevoli hanno il diritto ad accedere ai piu' alti gradi dell'istruzione, come puoi leggere nella Costituzione italiana, e tale diritto non e' certo precluso dalla privatizzazione o dall'aumento delle tasse. Nessun alvinlee, se privo di mezzi economici, verra' cacciato dall'universita'. Studia, lavora sodo, e riceverai il sostegno economico.
Mi sembra giusto.
Qualunque field o alvinlee o Cheguevilla avrà sempre il diritto di comprarsi una Ferrari. Lavora sodo...
Purtroppo, caro fields, vict85 ha ragione: la Costituzione è molto bella, ma la realtà è diversa dalla Costituzione (pertanto è molto brutta).
Porto l'esempio della Danimarca.
Qui l'Università è gratuita, inoltre lo Stato dà agli studenti (tutti) un assegno di circa 3000 o 4000 corone al mese (intorno ai 500/600 euri), solo per la durata regolare del corso di laurea.
Inoltre, buona parte delle imprese offre agli studenti dei lavori part-time (chiamati "student helper") che hanno il duplice scopo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, addestrandoli e creando un rapporto di fiducia, inoltre garantiscono allo studente una fonte di sostentamento.
Va detto inoltre che la maggior parte dei ragazzi va a vivere fuori casa intorno ai 18 anni, anche aiutati direttamente dallo Stato.
Dov'è il trucco?
In Danimarca le tasse sono molto più alte che in Italia e tutti le pagano.
Ma gli italiani, come dimostrato recentemente, hanno più a cuore la riduzione delle tasse.
Se è quello che vogliono, quello avranno. È il principio della democrazia.
E nessuno dica che non lo si sapeva...

vict85
"fields":

Gli studenti meritevoli hanno il diritto ad accedere ai piu' alti gradi dell'istruzione, come puoi leggere nella Costituzione italiana, e tale diritto non e' certo precluso dalla privatizzazione o dall'aumento delle tasse. Nessun alvinlee, se privo di mezzi economici, verra' cacciato dall'universita'. Studia, lavora sodo, e riceverai il sostegno economico.


Su questo avrei dei dubbi. La costituzione è una cosa ma i fatti sono un'altra. L'aumento delle tasse può bloccare studenti meritevoli se in mancanza dei fondi necessari per studiare. Certo in Stati, come UK e USA, dove il costo dell'università è molto più alto (anche per i cittadini) ci sono molti modi per trovare fondi e le università hanno uffici apposta per aiutare gli studenti in tal senso. Inoltre è abbastanza normale che si lavori mentre si studia.
Ma in Italia i fondi per gli studenti meritevoli sono molto meno e le informazioni per averli sono molto meno trasparenti. Si spera che da questo punto di vista ci saranno miglioramenti in futuro.

vict85
"GIBI":
Io NON sono laureato in scienze politiche e non ho alcuna intenzione di fare "l'esame di politica economica e di macroeconomia (sono 1 o 2?)", ma mi sembra un po’ difficile poter investire quando non si ha un quattrino e un mare di debiti, o meglio l’unico investimento che credo si possa fare è …. di andare a sbattere con l’auto.


Scusa ma se non si hanno soldi non si abbassano le tasse che sono il modo in cui lo stato "guadagna". E per poterlo fare non si taglia sulle spese in campi fondamentali. Non mi sembra, per esempio che abbia tagliato i costi del parlamento, o quelli dell'esercito o del ministaro degli esteri (peraltro importanti ma che con una migliore integrazione europea potrebbero essere molto ridotti). Non mi sembra che buttare i soldi in una società come Alitalia che non vuole nessuno sia una mossa intelligente.

E poi questi tagli hanno solo lo scopo di tagliare i soldi spesi e non ci sono progetti per il miglioramento del servizio o di pilotare una reale razionalizzazione delle spese. Alle volte poi le azioni del ministro mi sembrano un po' confuse, per esempio mi ricordo di aver letto che le aule sarebbero state rimpicciolite e poi che aumentavano di numero...
Un taglio, esattamente come qualsiasi azione correttiva, va fatto quando si ha un progetto reale sotto. Esattamente come con le positive action in cui si corregge e basta sperando che primo o poi si accetti l'ugualianza, un taglio se non è insieme a qualcosa che serve a correggere la situazione non serve a nulla.
Pensa per esempio a una persona che ha dei debiti perché gioca d'azzardo e, dato che ha pochi soldi, taglia sul cibo sperando che la fortuna al gioco giri prima o poi a suo favore. L'Italia è in questa situazione.

Capiamoci, investire nella scuola non vuol dire necessariamente in modo monetario. Ma preoccuparsi affinché il servizio migliori. Cosa che potrebbe comportare spese, ma solo spendere senza preoccuparsi del come non è un investimento è una donazione.

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"alvinlee88":
protestate anche voi di Napoli, o fra poco non esisterà più nemmeno la possibilità di studiare.


Certo, Berlusconi e' il nuovo Mussolini e Veltroni e' la reincarnazione di Stalin. Purtroppo in Italia tutto cio' che fa la maggioranza e' considerato una catastrofe dall'opposizione - o da chi non ne condivide le idee - e viceversa.

Gli studenti meritevoli hanno il diritto ad accedere ai piu' alti gradi dell'istruzione, come puoi leggere nella Costituzione italiana, e tale diritto non e' certo precluso dalla privatizzazione o dall'aumento delle tasse. Nessun alvinlee, se privo di mezzi economici, verra' cacciato dall'universita'. Studia, lavora sodo, e riceverai il sostegno economico.

Mi spiace che vengano usati certi mezzi per terrorizzare gli studenti, e strumentalizzare la loro ingenua rivolta per mantenere un sistema che fa schifo.

GIBI1
Gugo82, mi sa che il troppo studio e la tesi ti ha fatto fare il salto di una generazione e così non riesci più a comprendere i … ragazzini. Auguri per il dottorato, mi sembra che lo meriti.

gugo82
Vabbè, fate quello che volete allora... io intanto aspetto di laurearmi e che esca il bando per il dottorato.

E, Alvin, i miei erano puri e semplici consigli: ci sono pochissime cose che mi fanno davvero arrabbiare (una di queste è la mancanza di rispetto e serietà) e sono abbastanza famoso perchè mantengo sempre la calma (mi dovresti vedere 10 min prima degli esami: rido, scherzo e faccio battutine taglienti). Perciò consiglio, sempre e comunque, di mantenere la calma e ragionare: so che è il modo migliore per uscire da brutte situazioni.
Non ho mai inteso offendere te o gli altri "rivoltosi"; è solo che, quando si prendono posizioni del genere, mi pare che ci si faccia troppo prendere la mano.

Non dimenticare che sei un matematico. Valuta; ragiona; ottimizza.


P.S.: Da un po' di anni mi domando una cosa: è mai possibile che per comunicare un nostro disagio od una nostra difficoltà, dobbiamo necessariamente creare disagio o mettere in difficoltà altra gente?
Riflettendoci, questi sono stratagemmi da bambini: i piccoli, quando hanno fame/sete/paura, piangono e richiamano l'attenzione creando del disagio nei genitori; possibile che, cresciuti come siamo, non troviamo altri modi di comunicare?
Non è una cosa legata alla situazione attuale... è proprio che, in generale, non mi spiego la difformità di certi comportamenti. Quando smettiamo di usare le parole per comunicare disagio? Possibile che si smetta di usare la comunicazione verbale quando ci si trovi in gruppo? Quanto c'entra la percezione che abbiamo del nostro interlocutore?

alvinlee881
"Gugo82":
mi spiace dirlo, specie se poi mi paragoni ad un CLlino

Fai esattamente gli stessi discorsi di circostanza e per niente lungimiranti che sento fare ai ciellini, mi dispiace.

dopo le lezioni si può anche parlare coi docenti, organizzare sit-in, occupare i bagni del rettorato (una protesta così sarebbe memorabile! :-D)... Però il vostro diritto allo studio non si difende rinunciando a seguire i corsi; se mi passi un paragone, sarebbe come battersi per l'abolizione della caccia all'ermellino con una bella pelliccia d'ermellino indosso.
Non te la passo perchè non calza l'argomento. Sarebbe invece come battersi contro la chiusura delle ferrovie (supponendo che alla gente stia bene, perchè non informata) bloccando per qualche giorno le ferrovie per far vedere l'effettivo disagio causato sia a chi non prende spesso il treno (ma è danneggiato per i trasporti e molto altri fattori), ossia le perosne fuori dal mondo universitario, sia a chi prende sempre il treno ma non sapeva dlel'iniziativa di blocco delle ferrovie o non si era reso conto dlela gravità della questione (ossia gli studenti che ancora sono indifferenti o non ne sanno nulla che si ritroveranno nel giro di un anno senza più l'Università) . E' questo il senso della sospensione della didattiva.
"Gugo82":

Trattenete le pulsioni adolescenziali e pensate prima di agire.

Difatti le trattengo, perchè questa tua ultima frase mi fa davvero infuriare. A parte che è offensiva, come l'altra, è totalmente infondata e superficiale: c'erano tantissimi ricercatori trentenni freschi di dottorato o dei primi anni di lavoro universitario, fior di cervelli quindi, che protestavano all'assemblea con argomentazioni logiche ineccepibili. Nel polo si stanno tenendo assemble continue per decidere il da farsi. Non sono pulsioni, sono forme di protesta ragionate e, si spera, efficaci.

gugo82
Ah, ti chiedo scusa Alvin, avevo letto male questo passaggio:
"alvinlee88":
Solo i docenti (a parte qualche eccezione che è da menzionare, come Francesca Acquistapace, ordinaria di matematica) non hanno espresso una posizione chiara in merito, nè per una nè per l'altra parte. Quindi da domani si pensa di parlare in ogni aula (dato che la didattica non è ancora sospesa), con i professori presenti, di come procede la mobilitazione, di cosa fare, e chiedere quale sia la posizione assunta dal singolo docente, dato che come corpo non si espongono. Io ho lasciato il Polo occupato mentre ancora si parlava di un sacco di iniziative, spero intelligenti e fruttifere, domani vedrò cosa succede e come contribuire.

capendo che i prof, a parte la Acquistapace, avevano fatto parte della protesta. (Forse però sono stato tratto in inganno dal periodo seguente, in cui dicevi "studenti, precari, ricercatori uniti...".)
Questo malinteso mi aveva fatto davvero arrabbiare.

Ad ogni modo, ribadisco: negli ultimi anni troppe volte si è gridato "Al lupo, al lupo!" ed abbiamo fatto la fine di Pierino (non Chiambretti! :-D).
Lo spazio sui media non si conquista facendo sempre lo stesso casino per qualunque cosa; sappiamo bene che, dopo la seconda volta in cui si fa casino per un'inezia, quando lo si fa per questioni serie nessuno ci crede più.

D'altra parte, serietà vuole che gli sudenti studino innanzitutto (mi spiace dirlo, specie se poi mi paragoni ad un CLlino); dopo le lezioni si può anche parlare coi docenti, organizzare sit-in, occupare i bagni del rettorato (una protesta così sarebbe memorabile! :-D)... Però il vostro diritto allo studio non si difende rinunciando a seguire i corsi; se mi passi un paragone, sarebbe come battersi per l'abolizione della caccia all'ermellino con una bella pelliccia d'ermellino indosso.
Trattenete le pulsioni adolescenziali e pensate prima di agire.

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