La repubblica delle banane...

Faussone
Un decreto che va contro una sentenza di un tribunale.....
Una legge in cui tra le altre cose assurde si prescrive ai medici di "segnalare" se il loro assistito è un irregolare....

Tutto in poco più di 24 ore.

Che tristezza. :-(

Capisco Cheguevilla e il suo "proud to be danish".

Risposte
Fioravante Patrone1
Ma non c'è niente di strano.
Ha fatto ricorso e il ricorso gli è stato accolto.
Come è successo a tanti in tanti altri casi. A qualcuno il ricorso è stato accolto e a qualcuno no. Normale.

Ben diverso è il caso del Silvio e allegra brigata. Vedasi le riflessioni già citate di Zagrebelsky:
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... a-2539237/

Ahi1
"Sergio":
Non spetta al presidente della repubblica garantire la partecipazione al voto. La partecipazione al voto è regolata dalla legge, una legge che alcuni non sono stati capaci di rispettare e che il governo non può cambiare per decreto.
Basti il quarto comma dell'art. 72 della Costituzione:
«La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi».
E Napolitano sarebbe un garante della Costituzione?
E' solo il degno presidente di una repubblica delle banane. E' solo un altro tipo di nano.
Ormai rimane solo una cosa da fare (se non si vuole o non si può emigrare): votare. Spesso in passate elezioni non ho votato perché non mi sentivo rappresentato da alcuno, e qualche volta ho anche spiegato qui nel forum perché.
Questa volta voterò.


Io sono "A-politico", tengo a precisare questa cosa (non so quanto è attendibile questo giornale comunque), però voglio postare quest'articolo di giornale:

http://www.pdlsenato.it/writable/files/ ... 3-2010.pdf

Non mi votare Antonio Di Pietro però. :) La classe politica italiana è sempre la stessa da 20 anni vanno al governo sempre gli stessi, sarebbe meglio non votare (o meglio annullare la scheda per eliminare eventuali brogli).

Fioravante Patrone1
L'avevo letta. Concordo, molto interessante.

gugo82
A proposito della questione liste, segnalo questa intervista da cui si possono trarre interessanti spunti di riflessione.

Fioravante Patrone1

Benny24
"gugo82":
Per quanto riguarda il caso Lombardia, beh lì siamo proprio ad alti livelli di deficienza (politica... ma non solo).


Peccato che tra noi poveri mortali i deficienti siano destinati ad essere schiacciati, mentre simili personaggi hanno sempre un paracadute di riserva.
Come possiamo aspettarci l'efficienza del paese se chi lo governa non sa neanche fare modulistica?
Meriterebbero una pena del genere. :-D :twisted:

gugo82
Ma levatemi una curiosità: agli elettori del PdL non girano le scatole a vedere scene del genere?

Evidentemente la questione Lazio è accaduta perchè c'era qualcosa nelle liste che non andava giù a qualcuno; insomma, si capisce lontano un miglio che sono state delle beghe interne al PdL a causare il ritardo nella presentazione della lista.

Ad ogni modo, del perchè sia successo quel che è successo a Roma non se n'è proprio parlato nei tiggì. Come mai?
Io, fossi stato giornalista, ci avrei azzuppato il pane per settimane.

Per quanto riguarda il caso Lombardia, beh lì siamo proprio ad alti livelli di deficienza (politica... ma non solo).

Rggb1
"stepper":
I grandi nomi dell'agribusiness, che a livello mondiale è stimato intorno ai 9 miliardi di dollari per il 2010 (erano 8,3 nel 2009 e 7,5 nel 2008), si chiamano Monsanto, che detiene buona parte del mercato di settore, Du Pont, sempre americana, la svizzera Syngenta, Bayer Crop science, Dow Agro Sciences, Basf Plant Science. In Italia invece niente, da noi il modello competitivo vincente è quello della piccola-media impresa, del lavoro flessibile o meglio nero in tutti i sensi, anche se questo non va minimamente a incidere sul prezzo finale pagato dai consumatori.

In Italia invece "c'era", al passato. Ed è stata anche questa mentalità, insieme ad altri fattori, che ha contribuito alla sua distruzione
Si chiamava Montedison. Nonostante le multinazionali chimiche non mi siano proprio simpatiche, dobbiamo ammettere che questo non è certo avvenuto per causa loro (la tesi dei "complottisti"): abbiamo fatto tutto da soli :(

stepper1
Oggi nella cronaca milanese di Repubblica accanto alla notizia sullo stato delle indagini per risalire agli autori dei danni causati dallo sversamento di petrolio nel Lambro, c'era un piccolo riquadro che esprimeva le reazioni degli agricoltori lombardi alla notizia della patata transgenica (unica notizia sugli OGM presente oggi in quel quotidiano, non so negli altri) e gli agricoltori erano d'accordo con Zaia. Solo che non si capiva di che cosa si lamentavano. A parte infatti il problema della "contaminazione" che sinceramente faceva un po' ridere messo così com'era proprio di fianco al disastro ambientale del Lambro, l'unica cosa di cui sembravano preoccupati erano i costi aggiuntivi da sostenere perchè il mercato sarà controllato da un numero ridotto di grandi multinazionali. Ma la domanda è: chi li obbliga a passare alla patata transgenica che poi non centra niente con la patata per nutrizione umana. Evidentemente il discorso che trapelava tra le righe era: per come vanno le cose in Italia ci saranno i soliti furbi che faranno passare la patata transgenica per patata normale sostenendo costi inferiori e quindi buttandoci fuori dal mercato. Esattamente il contrario quindi di quello che loro stessi lamentavano: costi più alti.
La verità è che "piccolo è bello" ma grande produce economie di scala e riduce i costi di produzione. I grandi nomi dell'agribusiness, che a livello mondiale è stimato intorno ai 9 miliardi di dollari per il 2010 (erano 8,3 nel 2009 e 7,5 nel 2008), si chiamano Monsanto, che detiene buona parte del mercato di settore, Du Pont, sempre americana, la svizzera Syngenta, Bayer Crop science, Dow Agro Sciences, Basf Plant Science. In Italia invece niente, da noi il modello competitivo vincente è quello della piccola-media impresa, del lavoro flessibile o meglio nero in tutti i sensi, anche se questo non va minimamente a incidere sul prezzo finale pagato dai consumatori.

Rggb1
"stepper":
I brevetti sono la remunerazione per chi ha sostenuto i costi della ricerca scientifica e tecnologica, quindi ne rappresentano il presupposto senza il quale nessuna azienda si muoverebbe.

Ho detto precisamente questo, infatti. Ed ho precisato (spero) la mia opinione: a monte non c'è un'interesse "alto", ma un semplice interesse economico.
Criticare i brevetti perchè sono mossi dalla logica del profitto significa illudersi che vi siano astratte entità benefiche, nazionali o sovranazionali, disposte a finanziare le ricerche con ricadute applicative in questo come in altri campi.

Il mio discorso era esemplificativo - e comunque non ho criticato i brevetti in quanto tali.
Ma tornando in-topic: ci dovrebbero sì essere, delle entità pubbliche quantomeno di dimensione nazionale, che fanno ricerca o che la promuovono o che fanno sì che aziende e investitori collaborino (e tanto altro), senza ovviamente nulla togliere alla ricerca privata; e QUESTO dovrebbe essere il motore della ricerca scientifica. Se in Italia non ci sono (ma non è proprio vero, semmai languono, ma ovviamente c'è da chiedersi perché) non è un problema dell'azienda multinazionale che fa ricerca, ma E' un problema di noi tutti, aziende piccole e grandi comprese. Forse sono rimasto al palo, ma in altri paesi europei non fanno così?
Se la Monsanto investe il 20% dei suoi profitti in ricerca sugli O.G.M. lo fa ovviamente per averne un ritorno commerciale.

"Boja d'un mond leder" il 20%?!? :-D
Ma non può sfuggire che la logica del profitto è anche la logica del mercato: è la competizione che spinge tutti gli operatori di un settore a ricercare sempre nuove soluzioni per meglio soddisfare i bisogni del loro mercato, quindi degli utilizzatori finali del loro prodotto o servizio.

Qui credo - sempre personalissima opinione - che ci sia un'altra illusione, ovvero che quel che una grande azienda fa per vendere, compresa la ricerca, sia finalizzato a cd. "necessità del mercato" SENZA che quest'ultimo sia minimamente influenzato in qualche modo. Credo che i business-plan di aziende di quella dimensione siano ben più solidi. ;)
A meno che nessuno faccia più ricerca in questo campo come vorrebbero i leghisti tipo Zaia, che pensano solo al loro orticello, che deve rimanere rigorosamente O.G.M.-free. L'esistenza del diritto industriale per loro è una minaccia. Preferirebbero forse che nessuna azienda si metta a fare ricerca costringendo così le altre aziende concorrenti a fare altrettanto. Sono una forza oscurantista che spinge per far rimanere l'Italia nella situazione che poi causa la fuga, senza ritorno, dei cervelli.

Beh, non puoi pretendere che una persona che come lui dimostra di averne poco, capisca il concetto di "fuga dei cervelli" :-D :-D

stepper1
"Rggb":
Credo ti illuda anche sulla possibilità di ridurre le ingiustizie. Anzi, almeno potenzialmente la loro conseguenza è opposta: la nostra società è basata sul mercato, una cosa "va" se vende e un brevetto tecnologico - OGM o semplice campanello da biciclette - serve a far guadagnare chi detiene il brevetto e chi produce il prodotto.

I brevetti sono la remunerazione per chi ha sostenuto i costi della ricerca scientifica e tecnologica, quindi ne rappresentano il presupposto senza il quale nessuna azienda si muoverebbe. Criticare i brevetti perchè sono mossi dalla logica del profitto significa illudersi che vi siano astratte entità benefiche, nazionali o sovranazionali, disposte a finanziare le ricerche con ricadute applicative in questo come in altri campi. Se la Monsanto investe il 20% dei suoi profitti in ricerca sugli O.G.M. lo fa ovviamente per averne un ritorno commerciale. Ma non può sfuggire che la logica del profitto è anche la logica del mercato: è la competizione che spinge tutti gli operatori di un settore a ricercare sempre nuove soluzioni per meglio soddisfare i bisogni del loro mercato, quindi degli utilizzatori finali del loro prodotto o servizio. Se la Monsanto smettesse di fare ricerca sugli O.G.M., nel giro di pochi anni sarebbe fuori dal mercato. A meno che nessuno faccia più ricerca in questo campo come vorrebbero i leghisti tipo Zaia, che pensano solo al loro orticello, che deve rimanere rigorosamente O.G.M.-free. L'esistenza del diritto industriale per loro è una minaccia. Preferirebbero forse che nessuna azienda si metta a fare ricerca costringendo così le altre aziende concorrenti a fare altrettanto. Sono una forza oscurantista che spinge per far rimanere l'Italia nella situazione che poi causa la fuga, senza ritorno, dei cervelli.
Poi c'è l'altra questione delle coltivazioni estensive nei Paesi in via di sviluppo: alcuni sostengono che siano un errore e si debbano invece favorire coltivazioni di piccoli terreni con prodotti locali. Ma questo difficilmente può generare ricchezza diffusa e serve solo all'autosussistenza. Prima o poi questi contadini decideranno di cercare più fortuna nei Paesi ricchi perchè non esiste nessun alternativa in patria. E Zaia si frega le mani, come i malavitosi di Rosarno, fino alla prossima rivolta degli schiavi.

Rggb1
"stepper":
Servirebbe a rilanciare la ricerca scientifica che langue in Italia e spostare gli interessi culturali nazionali da ambiti pseudo-teologici religiosi ad ambiti più scientifici?

Per rilanciare la ricerca scientifica credo servano molto di più altre cose.
"stepper":
Personalmente penso che gli O.G.M. non cambieranno il mondo ma potranno iniziare a ridurre le ingiustize sociali che dilaniano i quattro continenti più di tanti discorsi fumosi sui massimi sistemi economici mondiali

Credo ti illuda anche sulla possibilità di ridurre le ingiustizie. Anzi, almeno potenzialmente la loro conseguenza è opposta: la nostra società è basata sul mercato, una cosa "va" se vende e un brevetto tecnologico - OGM o semplice campanello da biciclette - serve a far guadagnare chi detiene il brevetto e chi produce il prodotto.

stepper1
Visto che si parla sia di repubblica delle banane che di clero cattolico, anche se rischio di andare O.T. pongo una domanda: secondo voi si può affermare, come fanno alcuni professori universitari laici, che la chiesa cattolica ha tutto l'interesse a mantenere i paesi cosiddetti in via di sviluppo in condizioni di povertà e che dunque le dichiarazioni dell'Osservatore Romano che ha mostrato scetticismo quanto alla possibilità che gli O.G.M. possano combattere la fame del mondo siano infondate? O, se volete, per rimanere in tema, sarebbe positivo che l'Italia diventasse una repubblica delle banane "transgeniche"? Servirebbe a rilanciare la ricerca scientifica che langue in Italia e spostare gli interessi culturali nazionali da ambiti pseudo-teologici religiosi ad ambiti più scientifici? Personalmente penso che gli O.G.M. non cambieranno il mondo ma potranno iniziare a ridurre le ingiustize sociali che dilaniano i quattro continenti più di tanti discorsi fumosi sui massimi sistemi economici mondiali, senza poi che nessuno stato occidentale sia disposto a spendersi per cambiare le cose e continui così a subire le ondate migratorie dal sud del mondo e alimentare le proteste elettorali xenofobe come è appena successo in Olanda.

@melia
"Cheguevilla":
[quote="@melia"]Sono in un'isola felice?
No.
Siete tutti in una penisola infelice.[/quote]

Guarda che era ironico, visto che considero il paese molto arretrato. Per darti un'idea tra le persone culturalmente meno arretrate ci sono appunto i preti e le suore, che sono o ex missionari o extra comunitari dall'Africa o dall'India, quindi persone che hanno conosciuto culture e paesi diversi e sono abituati a far convivere persone con religioni diverse.

Cheguevilla
Giusto!
Suore in Parlamento e preti al Governo.
Che un prete in Parlamento già c'è stato...

Fioravante Patrone1
E allora?
Forse non hai letto che si parlava di asilo comunale. Troppo difficile da capire?

GIBI1
Il paese delle banane?

Pare che in un paese lombardo, beh lombardo è una parola grossa, le carte geografiche e i libri indicano che si trova in Lombardia, ma la gente, per indole e per parlata, è più emiliana. Dunque, pare che in questo paese, poco lombardo e più emiliano, esistano 4 asili (o 4 sezioni di asili, ciò fa lo stesso); tre asili progressisti statali retti da insegnanti con tanto di abilitazione, di tessera sindacale, di solida preparazione, il meglio del meglio in poche parole; e un asilo oscurantista (sovvenzionato in parte dal Comune) retto, udite, udite, da delle suore, avete letto bene da delle suore.

Ora pare che nell'asilo delle suore succedano cose turche, tipo l'insegnamento della vita di Cristo, delle preghiere e ogni tanto fanno pure dire ai bambini le orazioni.

I genitori del luogo, gente veramente strana, chissà perché disdegnano gli asili statali e fan carte false pur iscrivere i loro pargoli all'asilo delle suore. Le malelingue dicono perché i bambini escono più preparati e poi risultano i migliori nella successiva carriera scolastica, ma sono solo maldicenze pure e semplici.

Ora per evitare di cadere in cattive acque si è pubblicamente scritto che per i bambini non cattolici sono consigliabili gli asili statali: far imparare a un musulmano o a un induista l'avemaria non è certo il caso. Se un tizio è interessato alla letteratura meglio che non si iscriva a matematica, soprattutto se detesta questa materia, il mondo è grande c'è un luogo per tutti. Ma queste cose sono troppo complicate per essere comprese dalle menti più fervide e progressiste, troppo elevate per le “teste di banana”.



ps. Ogni riferimento a fatti, persone e luoghi non è voluto ed è puramente casuale.

Steven11
In merito alla salvata, mediante prescrizione, di David Mills (grazie alla ex Cirielli!), tre banane

Per il Tg1 di Minzolini
Assoluzione per Mills

Titolo Libero 26/02:
Silvio assolto, Travaglio fa appello

Titolo Il Giornale 26/02:
Processi, vittoria di Berlusconi

Cheguevilla
"Faussone":
[quote="Cheguevilla"][quote="@melia"]Sono in un'isola felice?
No.
Siete tutti in una penisola infelice.[/quote]

Dai Cheguevilla non tirare troppo la corda! ....ché sennò diventi antipatico anche a chi rispetta e spesso condivide le tue posizioni....[/quote]Io non scrivo per compiacere nessuno.
Ognuno è libero di pensare all'Italia come al miglior paese del mondo.
Io la penso diversamente e, secondo me, ostinarsi a non vedere che la situazione è piuttosto grave non fa che peggiorare ulteriormente le cose.
Quando leggo certe cose, non posso non pensare che l'Italia sia una penisola infelice. Incluso il gioco di parole...

Faussone
"Cheguevilla":
[quote="@melia"]Sono in un'isola felice?
No.
Siete tutti in una penisola infelice.[/quote]

Dai Cheguevilla non tirare troppo la corda! ....ché sennò diventi antipatico anche a chi rispetta e spesso condivide le tue posizioni....

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