Conoscenza scientifica
lancio un tema eminentemente filosofico, ma secondo me di grosso valore, dibattuto da sempre e dai grandi, ma mai chiuso. Non si potrà avere la pretesa, quindi, di arrivare a trovare una posizione condivisa ed ancor meno conclusiva, ma la discussione può essere interessante.
Il punto di partenza potrebbe essere una domanda del tipo: cosa è conoscibile nella scienza? Ci sono cose che sono scientificamente inconoscibili per limiti intrinseci a tale conoscenza, che quindi rimarranno tali per sempre? Se si comincia a riflettere su questa domanda si perviene, in poco tempo, alla necessità di definire la conoscenza scientifica. C'è allora una domanda propedeutica da fare: che cos'è la conoscenza scientifica? Anche iniziando a riflettere su ciò, ci si imbatte in un'ulteriore questione propedeutica: cos'è la conoscenza? Io comincerei da qui.
P.S.: evitiamo eventuali derive verso l'ambito religioso, perché con tutta probabilità porterebbero alla fine della discussione
Il punto di partenza potrebbe essere una domanda del tipo: cosa è conoscibile nella scienza? Ci sono cose che sono scientificamente inconoscibili per limiti intrinseci a tale conoscenza, che quindi rimarranno tali per sempre? Se si comincia a riflettere su questa domanda si perviene, in poco tempo, alla necessità di definire la conoscenza scientifica. C'è allora una domanda propedeutica da fare: che cos'è la conoscenza scientifica? Anche iniziando a riflettere su ciò, ci si imbatte in un'ulteriore questione propedeutica: cos'è la conoscenza? Io comincerei da qui.
P.S.: evitiamo eventuali derive verso l'ambito religioso, perché con tutta probabilità porterebbero alla fine della discussione
Risposte
Alla luce di questa affermazione di Sergio, in altro topic: 'mentre una volta la filosofia pretendeva di essere l'unica vera scienza, ora è utile soprattutto come strumento di esplicitazione e chiarificazione dei presupposti metafisici delle teorie scientifiche', potrebbe interessarti anche l'opera 'Dio e i cosmologi' di dom Stanley L. Jaki, Edizioni Vaticane, 1991 (la recensione di un cattolico al libro di un cattolico, peraltro frate benedettino, la si trova qui: http://www.alleanzacattolica.org/indici ... sil224.htm): quale sia la fondatezza delle critiche che Jaki muove a quelli ch'egli chiama i 'miti' della scienza contemporanea, io non lo so, ma l'opera potrebbe forse interessare il tuo argomento, come uno dei tentativi di recuperare alla filosofia un ruolo ulteriore a quello di semplice epistemologia o di filosofia della scienza.
Va benissimo: poi, se ti è possibile, inviala qui per la pubblicazione, che la leggerò volentieri. Non so come sia la trafila, mi pare ci sia una selezione, ma insomma auguri e arrileggerti.
Ok... Grazie per il consiglio!!! Ora vedrò con la mia prof come meglio impostare la cosa... Per il resto ti sembra una buona idea?
Prenderei in considerazione, dal punto di vista filosofico, anche 'La Persuasione e la Rettorica' di Carlo Michelstaedter. Siamo però lontani, qui, da un filo diretto con la Scienza, quale può essere concepito dopo il neopositivismo e comunque nell'ambito proprio di quella che si intende per 'filosofia della scienza', cosiccome negli stessi autori che hai citato; tuttavia vi si pone in primo piano il senso, o almeno 'un' senso, del conoscere. Ciao.
La scaletta non l'ho ancora concordata con la prof... Per ora ne ho preparato un abbozzo da solo... Pensavo di sviluppare un percorso filosofico che delineasse lo svilupparsi dell'argomento tra i vari filosofi sviluppando innanzitutto la definizione e il processo della conoscenza e il modo in cui ne scaturiscono eventuali limiti... Come filosofi da trattare la mia prof mi aveva consigliato di trattare in ordine Kant (Dialettica trascendentale), Nietzsche (La gaia scienza), Bergson (Saggio sui dati immediati della conoscenza) e Einstein e principio di indeterminazione di Heisenberg... Inoltre mi ha dato due libri della collana "PHILOSOPHIA" - I CLASSICI DEL PENSIERO da leggere: LA SCIENZA COME PROBLEMA (a cura di Ruggero Zanin) che ho appena iniziato a leggere, e qualche capitolo di SCIENZA E FILOSOFIA NELLA CULTURA DEL NOVECENTO di Ludovico Geymonat (a cura di Mario Quaranta)... Qui ho trovato altri spunti anche tratti da filosofi quali Moritz Schlick, Gaston Bachelard e Husserl, che quindi avevo intenzione di aggiungerli... Adesso cercherò di redigere una scaletta precisa e farla vedere alla prof... Tu cosa mi consigli?
Perché non pubblichi qui la scaletta che hai concordato con la tua prof, per sommi capi? Se avrò qualcosa da aggiungere o da consigliarti lo farò ben volentieri.
Cerchi un approccio più personale? Non perderei tempo in ricerche quando da questo forum e da altri (ad esempio quelli dedicati alla filosofia, dove le discussioni sullo statuto della scienza e sull'epistemologia sono sovente presenti), si può evincere un interessante esempio dei 'limiti della conoscenza scientifica'. E' peraltro, questo che proporrei, uno studio a carattere sociologico e, dunque, se da una parte toglie qualcosa alla pura epistemologia, consente dall'altra di tastare il polso della scienza nel tessuto sociale o almeno dell'immagine che di essa si fanno gli stessi scienziati come i puri e semplici ignoranti come il sottoscritto.
Chiaramente uno sguardo d'insieme alle ricerche e alle proposte dell'ermeneutica contemporanea non farebbe che corroborare la co-scienza che così si verrebbe ad avere dei limiti del conoscere scientifico e di quello che si può intendere e/o che viene inteso come 'conoscere scientifico'.
Ciao.
Cerchi un approccio più personale? Non perderei tempo in ricerche quando da questo forum e da altri (ad esempio quelli dedicati alla filosofia, dove le discussioni sullo statuto della scienza e sull'epistemologia sono sovente presenti), si può evincere un interessante esempio dei 'limiti della conoscenza scientifica'. E' peraltro, questo che proporrei, uno studio a carattere sociologico e, dunque, se da una parte toglie qualcosa alla pura epistemologia, consente dall'altra di tastare il polso della scienza nel tessuto sociale o almeno dell'immagine che di essa si fanno gli stessi scienziati come i puri e semplici ignoranti come il sottoscritto.
Chiaramente uno sguardo d'insieme alle ricerche e alle proposte dell'ermeneutica contemporanea non farebbe che corroborare la co-scienza che così si verrebbe ad avere dei limiti del conoscere scientifico e di quello che si può intendere e/o che viene inteso come 'conoscere scientifico'.
Ciao.
"oruam":
Le tesine le trovi nella sezione 'Maturità' dalla home page.
Ti ringrazio per la disponibilità... Ho scaricato la tesina che mi hai indicato... Però io cercavo qualcosa di un pò differente... Quella tesina è solamente un elenco di argomenti di tutte (o quasi) le materie svolti in classe... Io non volevo semplicemente riportare meccanicamente il programma fatto in classe, ma volevo in qualche modo fare una ricerca un pò più personale e specifica, soffermandomi solo (o prevalentemente) sull'aspetto filosofico dell'argomento (ho solo 15' per esporlo)... Grazie per il tuo consiglio, ma sarei felice se qualcuno potesse aiutarmi in modo differente... Io una prima bozza di scaletta l'ho già fatta e la mia prof di filosofia mi ha già dato qualche indicazione... Grazie a chiunque dia la sua disponibilità!
Grazie mille!!!
Le tesine le trovi nella sezione 'Maturità' dalla home page.
Grazie mille!!! Ma... come posso contattare l'admin? Chi sarebbe?
Contatta l'admin. Non le trovo, ora, dopo la ristrutturazione del sito, ma dovrebbero esservi delle Tesine riguardanti proprio l'argomento di cui vuoi trattare, che potrebbero esserti di aiuto nella formulazione del piano d'indagine.
Salve a tutti! Premetto che sono nuovo di qui e probabilmente sono il più ignorante di tutto il forum, quindi vi chiedo di portare pazienza... Comunque... Sono uno studente di 5 liceo scientifico e volevo chiedervi una mano... Sto preparando la tesina per la maturità, e ahimè come argomento sono andato a scegliermi "I limiti della conoscenza scientifica"... Questa discussione mi sembra ad hoc... C'e qualcuno che potrebbe aiutarmi a definire con precisione la scaletta? Io un primo schizzo gliel'ho dato... Chi è disposto a darmi qualche consiglio mi contatti pure... Se questo non è il posto adatto a questo tipo di richieste mi scuso e potremmo parlarne o per e-mail o per msn... Grazie per l'attenzione e spero che qualcuno mi possa aiutare!!!
Nell'aforisma in questione l'ultima cosa da fare è quella di rincorrere la logica, ultima spiaggia della fede Ed ecco che, proprio quando nel primo post chiedevi di evitare derive 'religiose', ecco che la logica diventa la religione, l'extrema ratio del giudizio, l'elemento discriminante nell'incertezza.
Ma non vuol farla tragica neppure il sottoscritto, sullo stato del conoscere attuale: un augurio di poter vedere come un bambino prima dei 6 mesi e di capire perché si dimentichi.
Ma non vuol farla tragica neppure il sottoscritto, sullo stato del conoscere attuale: un augurio di poter vedere come un bambino prima dei 6 mesi e di capire perché si dimentichi.
né l'una né l'altra delle tue ipotesi.
L'affermazione "La conoscenza è la corazza che indossiamo per dimenticare che non sappiamo niente" presume due conoscenze (che la conoscenza è una corazza..., e che sappiamo di non sapere niente), che negano il fatto di non sapere niente. Chi non sa niente, non sa neppure questo. Mi sembra sia riconducibile a quella classe di antinomie del tipo il paradosso di Russel (quello del barbiere) o quello di Epimenide (il cretese mentitore). Semplicemente non ha senso; tutto quì. Ma non voglio farla tragica: gli aforismi sono a volte frasi ad effetto, e non hanno la pretesa della consistenza logica. E' che come frase ad effetto non mi dice granché.
L'affermazione "La conoscenza è la corazza che indossiamo per dimenticare che non sappiamo niente" presume due conoscenze (che la conoscenza è una corazza..., e che sappiamo di non sapere niente), che negano il fatto di non sapere niente. Chi non sa niente, non sa neppure questo. Mi sembra sia riconducibile a quella classe di antinomie del tipo il paradosso di Russel (quello del barbiere) o quello di Epimenide (il cretese mentitore). Semplicemente non ha senso; tutto quì. Ma non voglio farla tragica: gli aforismi sono a volte frasi ad effetto, e non hanno la pretesa della consistenza logica. E' che come frase ad effetto non mi dice granché.
E' plausibile non condividerlo, anche perché è un poco ambiguo, ma vi si faceva, indirettamente, riferimento alla frase di un matematico, forse Erdos, che diceva: 'entro i primi 6 mesi di vita tutti i bambini sanno dimostrare l'ipotesi di Riemann, dopo dimenticano'.
La natura della conoscenza che sopravviene dopo i 6 mesi, per restare nella provocazione del matematico, ha quindi qualcosa di sospetto: per questo motivo mi permetto di non condividere la tua certezza che la conoscenza non sia una forma di illusione, a meno che, non condividendo l'aforisma, tu non sottintendessi che è, come è, dogmatico e dunque passibile di dubbio e necessitante d'una dimostrazione, ciò ch'è dunque cosa da fare.
La natura della conoscenza che sopravviene dopo i 6 mesi, per restare nella provocazione del matematico, ha quindi qualcosa di sospetto: per questo motivo mi permetto di non condividere la tua certezza che la conoscenza non sia una forma di illusione, a meno che, non condividendo l'aforisma, tu non sottintendessi che è, come è, dogmatico e dunque passibile di dubbio e necessitante d'una dimostrazione, ciò ch'è dunque cosa da fare.
che non condivido l'aforisma
tu che dici?
"oruam":
La conoscenza è la corazza che indossiamo per dimenticare che non sappiamo niente.
quindi sarebbe da non indossare, per non dimenticare l'unica cosa che sappiamo?

OK, leggerò le pagine incriminate.
La conoscenza è la corazza che indossiamo per dimenticare che non sappiamo niente.
La conoscenza è la corazza che indossiamo per dimenticare che non sappiamo niente.
"oruam":
Proposta.
Studiamo tutti uno scritto di filosofia della scienza o epistemologia e su quello si discute, per iniziare. Per me va benissimo fare riferimento alle pagine linkate da Sergio. Quelli che non hanno una formazione adeguata ricevono, se lo desiderano, da quelli che l'hanno un aiuto, nei limiti del possibile (si fa quel che si può e poi non si comincia che da zero, quando si comincia). Ci si dà un tempo massimo per portare a termine lo studio ed iniziare il confronto. Insomma un gruppo di studio sul tema proposto da Kinder: la discussione che ne seguirebbe potrebbe approfondire l'oggetto in questione più del silenzio che sembra essere calato. Che ne dite?
Certo, è un approccio possibile. Se vuoi, comincia pure. Credo che ogni spunto sarà il benvenuto. Si potrebbe partire dal positivismo logico e dal circolo di Vienna, che mi sembra anche abbastanza appropriato, vista l'esiguità dei filosofi di professione presenti quì, nonché per il fatto che "per cominciare un punto caratterizzante della nuova corrente di pensiero è che la filosofia non doveva essere concepita come un corpo di dottrine o di principi ma come un’attività.." (preso dalla citata dispensa, a pag. 3). C'è da supporre che diventerà necessario conoscere anche la pubblicazione di Wittgenstein, che io non ho letto.
p.s. come ho detto nel post di introduzione, prima di trattare della conoscenza scientifica si dovrebbe fare il punto della conoscenza. Come vedrai leggendo la dispensa segnalata da Sergio, lì tale problema non viene toccato, immagino perché fuori tema. Capisco però che può essere d'impedimento, e che forse è meglio per ora metterlo da parte e limitarci all'epistemologia. Ma sono sicuro che verrà fuori spontaneamente, perché più fondamentale.