Conoscenza scientifica

kinder1
lancio un tema eminentemente filosofico, ma secondo me di grosso valore, dibattuto da sempre e dai grandi, ma mai chiuso. Non si potrà avere la pretesa, quindi, di arrivare a trovare una posizione condivisa ed ancor meno conclusiva, ma la discussione può essere interessante.
Il punto di partenza potrebbe essere una domanda del tipo: cosa è conoscibile nella scienza? Ci sono cose che sono scientificamente inconoscibili per limiti intrinseci a tale conoscenza, che quindi rimarranno tali per sempre? Se si comincia a riflettere su questa domanda si perviene, in poco tempo, alla necessità di definire la conoscenza scientifica. C'è allora una domanda propedeutica da fare: che cos'è la conoscenza scientifica? Anche iniziando a riflettere su ciò, ci si imbatte in un'ulteriore questione propedeutica: cos'è la conoscenza? Io comincerei da qui.

P.S.: evitiamo eventuali derive verso l'ambito religioso, perché con tutta probabilità porterebbero alla fine della discussione

Risposte
mariodic
"blackdie":
Personalmente ritengo che la conoscenza sia di far risalire esclusivamente alle strutture della mente umana.Pertanto cio che è conoscibile è individuabile nei limiti intrinsechi delle capacita umane.La conoscenza scientifica io la vedo come "un sottoinsieme" della Conoscenza stessa perche essa mi appare inevitabilmente(e giustamente) come separata dalla parte sentimentale emotiva ecc dell'uomo.Pertanto la conoscenza non è per me solo la realta stessa ma qualcosa di piu ampio che si rifa al soggetto uomo.

Sono d'accordo che la conoscenza scientifica sia un sottoinsieme della Conoscenza; quest'ultima supporta l'osservazione, cioè il processo vitale, l'osservazione, a sua volta, "accresce" la Conoscenza come in un ciclo iterativo virtuoso che, in fondo, è la sostanza della Creazione. Possiamo, dunque, tranquillamente dire che ciò che chiamiamo "conoscenza scientifica" è cosa omogenea con la banale attività, per esempio, di allacciarsi la cravatta; la differenza, che è violentemente evidente, tuttavia è, sotto complessi aspetti, solo quantitativa.
Queste mie osservazioni richiedono però non facili assunzioni di principio tra cui almeno due: la Unicità dell' "IO" e la conseguente unicità dell'Osservatore, quindi un Osservatore Universale ; è necessaria, perciò, una loro adeguata definizione. Questo Osservatore si espande, anzi, costituisce l'intero universo e l'"IO" ne è la Singolarità caratteristica; l'osservabile, invece, è, diciamo così, una parte dell'universo, non comprendente la Singolarità, che l'Osservatore universale sceglie allo scopo di avvicinarla alla Singolarità in senso conoscitivo.
Queste premesse sono, secondo me, necessarie per sostenere una discussione come la presenmte :roll:

kinder1
"Sergio":
Se vi va, se e quando ne avrò il tempo, proverò a continuare.


Parlando a titolo personale, si, mi va. Riguardo al tempo non c'è problema. E' un tema aperto da alcuni millenni e non dobbiamo, né possiamo, avere fretta. :wink:

Ivan13
Provo a dare un primo spunto da “profano”.

Direi che, come spesso accade per quei concetti o oggetti che consideriamo tra i più “fondamentali”, ci riesce difficile dare una definizione di “conoscenza”. Credo sia lo stesso motivo per cui, in matematica, si parla di “enti primitivi”: sappiamo che definirli attraverso sinonimi o concetti simili (nuovamente da definire) non ci sarà d'aiuto e quindi rinunciamo a farlo.
A me viene spesso in mente la metafora, forse già elaborata da altri, di uno strumento che osserva (o, in generale, indaga) se stesso, cadendo inevitabilmente in un regresso infinito che non porta ad alcun risultato. E dunque mi chiedo (sì, lo so, l'obiettivo era quello di dare risposte :D): possiamo tentare di definire la “conoscenza”, se l'unico modo che abbiamo per farlo è attraverso la conoscenza stessa (qualunque cosa essa sia )?

Un ragionamento simile si adatta, secondo me, molto bene anche al problema della coscienza. Concetto altrettanto difficile e sfuggente.


Ivan

elios2
"Ci sono alcune cose che la mente umana non penetrerà mai" Eulero

Benny24
Secondo me la conoscenza può essere interpretata come la visione della realtà da parte dell'uomo. La conoscenza scientifica è solo una delle tante prospettive con cui ci affacciamo al mondo. Come prodotto della mente umana, ne comprende i limiti e gli orizzonti. Come è stato già detto, riprendendo anche il pensiero kantiano, non possiamo dire che la conoscenza coincida con la realtà. Piuttosto è proprio la cosa che più di ogni altra rende unica sia l'esistenza della specie umana che l'originalità dell'individuo, perchè il pensiero è soggettività. Fare scienza significa anche trovare idee da condividere per tentare di superare insieme limiti che nessuno da solo potrebbe sfiorare..

blackdie
Personalmente ritengo che la conoscenza sia di far risalire esclusivamente alle strutture della mente umana.Pertanto cio che è conoscibile è individuabile nei limiti intrinsechi delle capacita umane.La conoscenza scientifica io la vedo come "un sottoinsieme" della Conoscenza stessa perche essa mi appare inevitabilmente(e giustamente) come separata dalla parte sentimentale emotiva ecc dell'uomo.Pertanto la conoscenza non è per me solo la realta stessa ma qualcosa di piu ampio che si rifa al soggetto uomo.

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