Vaccinazione Covid obbligatoria
stanno pensando di rendere la vaccinazione Covid obbligatoria , od in qualche modo necessaria per poter lavorare o muoversi liberamente, si tratterebbe di un provvedimento coercitivo che lede palesemente la costituzione, di una limitazione della libertà, che ne pensate?
Risposte
Stai dando per scontato che tutti i medici che non vogliono vaccinarsi non lo vogliono fare perché ritengono che questa non sia la strada migliore. Come lo sai?
Se un medico dovesse dirsi contrario a questo vaccino per via dei tempi di sperimentazione eccessivamente ridotti, cosa gli risponderesti?
Nei miei discorsi non c'è proprio niente di sottinteso. L'ho detto chiaro e tondo non so quante volte: io sono per l'ortodossia del metodo e la medicina per come la vedo io è una pratica che si serve delle scienze, non è essa stessa e nella sua interezza, una scienza; poi se vogliamo essere più morbidi possiamo anche esserlo e nel momento in cui lo siamo possiamo chiamare scienze anche molte altre discipline ma a patto di rinunciare a mettere sullo stesso piano di rigore e di validità queste discipline, dobbiamo introdurre una gerarchia delle scienze.
In tutto questo resta però un equivoco a proposito di quello che ho detto. Che una disciplina non sia una scienza, non significa che non possa dire la verità. Che una disciplina non sia scientifica nella sua interezza non significa che non possano esserlo delle sue parti.
Se un medico dovesse dirsi contrario a questo vaccino per via dei tempi di sperimentazione eccessivamente ridotti, cosa gli risponderesti?
Nei miei discorsi non c'è proprio niente di sottinteso. L'ho detto chiaro e tondo non so quante volte: io sono per l'ortodossia del metodo e la medicina per come la vedo io è una pratica che si serve delle scienze, non è essa stessa e nella sua interezza, una scienza; poi se vogliamo essere più morbidi possiamo anche esserlo e nel momento in cui lo siamo possiamo chiamare scienze anche molte altre discipline ma a patto di rinunciare a mettere sullo stesso piano di rigore e di validità queste discipline, dobbiamo introdurre una gerarchia delle scienze.
In tutto questo resta però un equivoco a proposito di quello che ho detto. Che una disciplina non sia una scienza, non significa che non possa dire la verità. Che una disciplina non sia scientifica nella sua interezza non significa che non possano esserlo delle sue parti.
"G.D.":
[...]
La contestazione è e resta comunque tecnica, non diventa soggettiva. Ma contestazione resta.
Avrei molto da dire in proposito ma lasciamo stare si devierebbe troppo da quello che mi preme di più.
"G.D.":
Quanto al medico che se non vuole fare il vaccino allora non deve fare il medico: vale proprio quanto sopra. La medicina non è la fisica, quindi non puoi fare questo ragionamento, che risulta un po' estremo. E del resto la medicina è piena di casi di medici che si rifiutano di eseguire determinate pratiche.
Eccoci qui, almeno hai scritto chiaramente quanto rimaneva sottinteso nei tuoi discorsi.
La medicina, soprattutto nell'ambito in oggetto, è Scienza e non c'è nulla di estremo in quanto ho scritto. Un conto è che medici diversi possano avere idee diverse su quale terapia sia più efficace per una certo paziente affetto da una certa malattia, un conto è che un medico possa sostenere che un vaccino, testato e riconosciuto efficace, non sia la strada maestra per contrastare una epidemia.
@Faussone
È l'applicazione del metodo scientifico in una certa maniera che garantisce l'oggettività scientifica. E l'oggettività scientifica porta alla solidità e alla validità della conoscenza prodotta.
Ripeto sempre lo stesso esempio: la psicologia manca delle grandezze misurabili e della procedura sperimentale, eppure è ritenuta una scienza semplicemente perché adotta una versione molto astratta, molto ammorbidita e molto annacquata del metodo scientifico.
Quindi il punto non è che siccome il metodo scientifico è declinato in modo diverso nelle varie discipline e, nell'ambito della stessa disciplina, in modo diverso tra lo studio di un fenomeno e l'altro, allora tutto è opinabile: le opinioni sono per definizione valutazioni basate su parametri soggettivi.
Il punto è che l'indebolimento del metodo produce conoscenze eterogenee in quanto a solidità e validità. E questo è un problema perché quando poi se ne parla in pubblico si mettono sullo stesso piano (di garanzia, di affidabilità, di solidità, di validità) le conoscenze per esempio psicologiche con quelle fisiche.
La contestazione è e resta comunque tecnica, non diventa soggettiva. Ma contestazione resta.
Quanto al medico che se non vuole fare il vaccino allora non deve fare il medico: vale proprio quanto sopra. La medicina non è la fisica, quindi non puoi fare questo ragionamento, che risulta un po' estremo. E del resto la medicina è piena di casi di medici che si rifiutano di eseguire determinate pratiche.
È l'applicazione del metodo scientifico in una certa maniera che garantisce l'oggettività scientifica. E l'oggettività scientifica porta alla solidità e alla validità della conoscenza prodotta.
Ripeto sempre lo stesso esempio: la psicologia manca delle grandezze misurabili e della procedura sperimentale, eppure è ritenuta una scienza semplicemente perché adotta una versione molto astratta, molto ammorbidita e molto annacquata del metodo scientifico.
Quindi il punto non è che siccome il metodo scientifico è declinato in modo diverso nelle varie discipline e, nell'ambito della stessa disciplina, in modo diverso tra lo studio di un fenomeno e l'altro, allora tutto è opinabile: le opinioni sono per definizione valutazioni basate su parametri soggettivi.
Il punto è che l'indebolimento del metodo produce conoscenze eterogenee in quanto a solidità e validità. E questo è un problema perché quando poi se ne parla in pubblico si mettono sullo stesso piano (di garanzia, di affidabilità, di solidità, di validità) le conoscenze per esempio psicologiche con quelle fisiche.
La contestazione è e resta comunque tecnica, non diventa soggettiva. Ma contestazione resta.
Quanto al medico che se non vuole fare il vaccino allora non deve fare il medico: vale proprio quanto sopra. La medicina non è la fisica, quindi non puoi fare questo ragionamento, che risulta un po' estremo. E del resto la medicina è piena di casi di medici che si rifiutano di eseguire determinate pratiche.
"Faussone":
@gabriella
Spaghetti a quest'ora?
.
Yes! Ceno tardi, e stasera mi ero distratta a scrivere tutti questi trattati...

@gabriella
Spaghetti a quest'ora?

Comunque grazie per gli interessanti interventi!
@G.D. e altri
Lasciamo stare la lunga disamina su come caratterizzare ciò che è inquadrabile come disciplina scientifica da ciò che non lo è.
Sarebbe infatti difficile e non utile imbarcarsi su questo tema in questa discussione.
Quello che tuttavia contesto totalmente è il sottinteso (neanche tanto) che siccome la distinzione tra ciò che è Scienza da ciò che non lo è, non è sempre netta e immediata allora non esiste l'oggettività scientifica in moltissimi ambiti (medicina inclusa.. ovviamente) e tutto è contestabile in quanto opinabile.
Questa è una baggianata e uno pseudo ragionamento buono per complottisti, negazionisti, antivax e affini...
Per tornare in tema per me non è tollerabile che un medico sia contrario a farsi vaccinare contro il covid. Se vuole essere libero di scegliere di non essere vaccinato allora rinunci a fare il medico, tanto per cominciare.
Spaghetti a quest'ora?

Comunque grazie per gli interessanti interventi!
@G.D. e altri
Lasciamo stare la lunga disamina su come caratterizzare ciò che è inquadrabile come disciplina scientifica da ciò che non lo è.
Sarebbe infatti difficile e non utile imbarcarsi su questo tema in questa discussione.
Quello che tuttavia contesto totalmente è il sottinteso (neanche tanto) che siccome la distinzione tra ciò che è Scienza da ciò che non lo è, non è sempre netta e immediata allora non esiste l'oggettività scientifica in moltissimi ambiti (medicina inclusa.. ovviamente) e tutto è contestabile in quanto opinabile.
Questa è una baggianata e uno pseudo ragionamento buono per complottisti, negazionisti, antivax e affini...
Per tornare in tema per me non è tollerabile che un medico sia contrario a farsi vaccinare contro il covid. Se vuole essere libero di scegliere di non essere vaccinato allora rinunci a fare il medico, tanto per cominciare.
@ G.D. Come dicevo sopra, l'economia ha una enorme verifica sperimentale, che non è in laboratorio come per la fisica, ma passa attraverso una grande quantità di lavoro econometrico, da parte degli studiosi e da parte delle istituzioni economiche. I modelli econometrici delle Banche centrali, e non solo quelli, sono complessissimi modelli empirici. L'econometria è una disciplina grande come una casa.
Quanto a quello che tu dici, la dipendenza dei risultati economici dal comportamento umano è verissimo, distingue l'economia dalle scienze della natura, e crea grandi complicazioni: proviamo a immaginare un pendolo dotato di volontà e di coscienza, sarebbe un casino...
Ma sfondi una porta aperta: è qualcosa di cui l'economia ha sempre tenuto conto e cercato di modellare in molti modi, basta pensare alla importantissima letteratura, con relative controversie, che esiste in economia sul modellare le aspettattive degli individui.
Uno dei più famosi risultati della teoria economica degli ultimi decenni è la critica di Lucas (premio Nobel) ai modelli di politica economica: Lucas sostiene, in soldoni, che la politica economica è inefficace se gli agenti hanno previsioni corrette e se l'aspettano. La politica economica efficace deve essere inaspettata.
Si tratta di un modello matematico, non è una chiacchierata, e vale come esempio del fatto che anche aspetti prettamente umani possono essere trattati con strumenti considerati standard nella scienza come la matematica.
(Tra parentesi, sottolineo che Lucas non è affato un eterodosso, ma un esponente del mainstream, a rimarcare come non bisogna mai fare semplificazioni eccessive).
E qui mi taccio, e vado a buttare gli spaghetti, perché oggi avrei fatto prima a scrivere Guerra e Pace, che tutti questi interventi sul Forum
.
Quanto a quello che tu dici, la dipendenza dei risultati economici dal comportamento umano è verissimo, distingue l'economia dalle scienze della natura, e crea grandi complicazioni: proviamo a immaginare un pendolo dotato di volontà e di coscienza, sarebbe un casino...
Ma sfondi una porta aperta: è qualcosa di cui l'economia ha sempre tenuto conto e cercato di modellare in molti modi, basta pensare alla importantissima letteratura, con relative controversie, che esiste in economia sul modellare le aspettattive degli individui.
Uno dei più famosi risultati della teoria economica degli ultimi decenni è la critica di Lucas (premio Nobel) ai modelli di politica economica: Lucas sostiene, in soldoni, che la politica economica è inefficace se gli agenti hanno previsioni corrette e se l'aspettano. La politica economica efficace deve essere inaspettata.
Si tratta di un modello matematico, non è una chiacchierata, e vale come esempio del fatto che anche aspetti prettamente umani possono essere trattati con strumenti considerati standard nella scienza come la matematica.
(Tra parentesi, sottolineo che Lucas non è affato un eterodosso, ma un esponente del mainstream, a rimarcare come non bisogna mai fare semplificazioni eccessive).
E qui mi taccio, e vado a buttare gli spaghetti, perché oggi avrei fatto prima a scrivere Guerra e Pace, che tutti questi interventi sul Forum

L'economia come disciplina intesa nella sua globalità ha due problemi: manca della verifica sperimentale e, nel momento in cui è applicata, è influenzata, se non addirittura assoggettata, da fattori che non sono assolutamente scientifici.
Chiarisco con un esempio.
In fisica si fa il modello matematico del corpo in caduta libera. Se uno è bravo ci mette dentro anche la resistenza dell'aria e, se necessario, le forze esterne come il vento. Nel modello matematico si fanno i calcoli e si ottengono i risultati predittivi con tanto di stima dell'errore. Poi si applica il modello: si sale sulla torre e si lanciano le palle di cannone giù, poi i sacchi di cemento, poi i palloni da basket e chi più ne ha più ne metta. Nel passare dal modello teorico alla pratica non si risente dell'umore delle persone, delle tensioni politiche tra Paesi, delle intenzioni dei correntisti, ecc. Ecco che nella pratica si applica il modello teorico e questo è aderente alla realtà modulo la bravura dello studioso e la pratica fa da banco di prova sperimentale.
Quando un pool di economisti elabora un modello economico ha due problemi: non hanno un banco di prova di sperimentale e nel momento in cui lo applicano nella pratica ci sono cose di cui non possono aver tenuto conto in precedenza, quali le relazioni politiche tra Paesi, l'umore dei consumatori, le intenzioni dei risparmiatori, ecc.
E la cosa diventa ancora più complessa se si esce dal dominio dell'economia intesa strettamente come disciplina finendo per considerarla nella sua natura dinamica di disciplina e di pratica geo-politica.
Quindi (e qui torniamo a quale partito si vuole sostenere in merito all'ortodossia del metodo scientifico): o facciamo gli ortodossi e accettiamo che l'economia nella sua globalità non è una scienza perché ha a che fare con cose che non rientrano nel dominio delle scienze, o facciamo i malleabili e accettiamo che ci sono parti dell'economia che sono più scientifiche di altre, sicché quando diciamo "Eh ma lo dice l'economia, che è scienza!", chiariamo anche quale parte dell'economia dice di preciso cosa.
Mio modestissimo parere.
Chiarisco con un esempio.
In fisica si fa il modello matematico del corpo in caduta libera. Se uno è bravo ci mette dentro anche la resistenza dell'aria e, se necessario, le forze esterne come il vento. Nel modello matematico si fanno i calcoli e si ottengono i risultati predittivi con tanto di stima dell'errore. Poi si applica il modello: si sale sulla torre e si lanciano le palle di cannone giù, poi i sacchi di cemento, poi i palloni da basket e chi più ne ha più ne metta. Nel passare dal modello teorico alla pratica non si risente dell'umore delle persone, delle tensioni politiche tra Paesi, delle intenzioni dei correntisti, ecc. Ecco che nella pratica si applica il modello teorico e questo è aderente alla realtà modulo la bravura dello studioso e la pratica fa da banco di prova sperimentale.
Quando un pool di economisti elabora un modello economico ha due problemi: non hanno un banco di prova di sperimentale e nel momento in cui lo applicano nella pratica ci sono cose di cui non possono aver tenuto conto in precedenza, quali le relazioni politiche tra Paesi, l'umore dei consumatori, le intenzioni dei risparmiatori, ecc.
E la cosa diventa ancora più complessa se si esce dal dominio dell'economia intesa strettamente come disciplina finendo per considerarla nella sua natura dinamica di disciplina e di pratica geo-politica.
Quindi (e qui torniamo a quale partito si vuole sostenere in merito all'ortodossia del metodo scientifico): o facciamo gli ortodossi e accettiamo che l'economia nella sua globalità non è una scienza perché ha a che fare con cose che non rientrano nel dominio delle scienze, o facciamo i malleabili e accettiamo che ci sono parti dell'economia che sono più scientifiche di altre, sicché quando diciamo "Eh ma lo dice l'economia, che è scienza!", chiariamo anche quale parte dell'economia dice di preciso cosa.
Mio modestissimo parere.
"axpgn":
[quote="gabriella127"]... non è che la politica economica si fa a vanvera. ...
Dipende dai politici


Certo, anche molti politici sarebbero bocciati a Economia 1

Io parlavo in primo luogo delle Banche centrali, qualunque cosa si possa dire sul loro operato, là ci sta gente tostissima come preparazione.
"Shackle":
Ecco alcune informazioni dell’ AIFA sul vaccino. Non sono molto facili da capire, ma meglio che niente:
https://aifa.gov.it/domande-e-risposte- ... -comirnaty
Non so se le avete viste, ma riporto anche le FAQ del ministero della salute e le FAQ dell'ISS
http://www.salute.gov.it/portale/nuovoc ... ano&id=249
https://www.iss.it/covid19-faq
"gabriella127":
... non è che la politica economica si fa a vanvera. ...
Dipende dai politici


"Super Squirrel":
Inoltre considerando https://www.youtube.com/watch?v=kBF9WPlxcMY, oltre alla recente ammissione (anche se per i normodotati, intellettualmente parlando, trattasi del segreto di Pulcinella) fatta da un esponente di Banca d'Italia in audizione al Senato (il quale ha affermato che la BCE, come ogni banca centrale, ha la facoltà di creare denaro dal nulla e che quindi il fatto di aprire o chiudere i rubinetti rimane una scelta squisitamente politica), mi chiedo come andrebbe interpretato quel famoso "i mercati insegneranno agli italiani come votare"?!
Ebbene cosa c'è di scientifico in tutto questo? Oppure nello spauracchio del debito pubblico e in quei numerini magici come la famosa soglia del 3% o del rapporto debito/PIL <60%?
Il video di Mario draghi è molto divertente.
Che le banche centrali creino discrezionalmente moneta non è che lo deve dire l'esponente di Banca d'Italia in parlamento, o è il segreto di Pulcinella, è una cosa che si studia a Economia 1 e se non lo sai vieni bocciato.
Così come vieni bocciato se dici che la disoccupazione si cura con una politica monetaria restrittiva, o che un aumento di spesa pubblica riduce il reddito: manco 18 prendi, proprio bocciato.
La domanda fatta a Mario Draghi nel video, se la BCE può finire i soldi, è una domanda anche carina, ma fatta da un totale profano, e infatti Mario Draghi si mette a ridere: pensare che la BCE possa finire i soldi è di una ingenuità disarmante.
La scritta sotto il video "La risposta è imbarazzante per il Sistema" è ridicola, è imbarazzante per chi l'ha scritta, è come scrivere "Due più due fa quattro è imbarazzante per il Sistema".
E certo che le conoscenze dell'economia vengono applicate alla realtà. Le banche centrali hanno modelli econometrici grandi come un lenzuolo, e hanno un servizio studi che sforna quantità enormi di ricerche, non è che la politica economica si fa a vanvera.
Ed è vero che quando si fa politica economica si tratta di scelte politiche: la politica economica è fatta di obiettivi, e la scelta degli obiettivi è politica, anche nel senso migliore del termine. La teoria economica e l'econometria possono dire 'come' bisogna fare o 'se si fa questo succede questo', ma poi decidere quale obiettivo perseguire, ad esempio cercare di diminuire la disoccupazione, o combattere l'inflazione, e così via, sono scelte politiche. Tenendo presente che gli obiettivi possono anche essere in conflitto tra di loro, dal punto di vista tecnico, e anche politico.
Quando dici "i mercati insegneranno agli italiani come votare" non so a chi e cosa ti riferisci, non capisco che vuol dire.
Quanto al debito pubblico, è una questione complessa, esiste una amplissima letteratura sulla sostenibilità o meno del debito pubblico, e sulle sue conseguenze. I numerini magici sono soltanto degli indicatori che sono stati scelti, ognuno per motivi diversi.
Il rapporto debito/PIL è un indicatore della dimensione relativa del debito pubblico di un paese. Non si può prendere il valore assoluto del debito, non sarebbe significativo. Poniamo che due paesi abbiano entrambi un debito pubblico pari a 100 (cifra a caso per capirsi), ma il primo paese ha 1 milione di abitanti e il secondo 80 milioni: be', il primo paese sta inguaiato, il secondo sta benissimo. Quindi, bisogna rapportare l'ammontare di debito pubblico a qualche grandezza, ed è stato scelto il PIL, che dà una idea della capacità economica di un paese.
Che l'economia sia una disciplina rigorosa non vuol dire che ci siano solo certezze o non ci siano divergenze di opinioni tra economisti, o che sia una Scienza che dà risposte univoche. Ma una cosa è la divergenza di opinioni, e il dibattito anche acceso, sempre ci sono stati economisti più 'ortodossi' e economisti 'eterodossi' ad esempio, un'altra cosa è la bocciatura a Economia 1.
@giuliofis
Io non ho la pretesa di risolvere il problema della demarcazione. Sto semplicemente dicendo un'altra cosa.
Le scienze ruotano intorno al metodo scientifico che trova la sua massima e più ortodossa applicazione in fisica. Nel tentativo di estendere l'applicazione del metodo scientifico ad un numero sempre maggiore di discipline al fine di renderle scientifiche accade che il metodo scientifico si indebolisce, passando da vero e proprio protocollo procedurale a principio di metodo, per poi finire col diventare un insieme di tracce concettuali, alcune delle quali eluse: ripeto l'esempio della psicologia, oggi ritenuta una scienza pur mancando di grandezze misurabili e di esperimenti riproducibili.
E allora o si segue la strada dell'ortodossia del metodo, da cui deriva un esiguo numero di discipline scientifiche ma guadagnando rigore e solidità delle conoscenze o si segue la strada della malleabilità, ampliando il numero delle discipline scientifiche ma perdendo di rigore e di solidità, anche all'interno di una medesima disciplina andando semplicemente da un argomento ad un altro.
Perché è importante chiarire questo punto? Perché quando nelle discussioni come quella in oggetto si invoca la scienza lo si fa avendo inconsapevolmente in mente la scienza rigorosa e solida così come ci insegna a conoscerla la fisica, ovvero quando si dice, nel caso di questioni mediche, che lo dice la scienza, lo si fa mettendo inconsapevolmente sullo stesso piano di solidità e di rigore la conoscenza medica e la teoria della gravitazione, il che è sbagliato.
O certe discipline non sono scienze ma pratiche che si servono delle scienze o lo sono ma a quel punto occorre introdurre una gerarchia del sapere scientifico per la quale gerarchia il rigore e la solidità delle conoscenza varia da disciplina a disciplina e, all'interno della stessa disciplina, da argomento ad argomento.
Indipendentemente da quale strada si intenda percorrere, occorre tenere bene a mente questo punto.
Io non ho la pretesa di risolvere il problema della demarcazione. Sto semplicemente dicendo un'altra cosa.
Le scienze ruotano intorno al metodo scientifico che trova la sua massima e più ortodossa applicazione in fisica. Nel tentativo di estendere l'applicazione del metodo scientifico ad un numero sempre maggiore di discipline al fine di renderle scientifiche accade che il metodo scientifico si indebolisce, passando da vero e proprio protocollo procedurale a principio di metodo, per poi finire col diventare un insieme di tracce concettuali, alcune delle quali eluse: ripeto l'esempio della psicologia, oggi ritenuta una scienza pur mancando di grandezze misurabili e di esperimenti riproducibili.
E allora o si segue la strada dell'ortodossia del metodo, da cui deriva un esiguo numero di discipline scientifiche ma guadagnando rigore e solidità delle conoscenze o si segue la strada della malleabilità, ampliando il numero delle discipline scientifiche ma perdendo di rigore e di solidità, anche all'interno di una medesima disciplina andando semplicemente da un argomento ad un altro.
Perché è importante chiarire questo punto? Perché quando nelle discussioni come quella in oggetto si invoca la scienza lo si fa avendo inconsapevolmente in mente la scienza rigorosa e solida così come ci insegna a conoscerla la fisica, ovvero quando si dice, nel caso di questioni mediche, che lo dice la scienza, lo si fa mettendo inconsapevolmente sullo stesso piano di solidità e di rigore la conoscenza medica e la teoria della gravitazione, il che è sbagliato.
O certe discipline non sono scienze ma pratiche che si servono delle scienze o lo sono ma a quel punto occorre introdurre una gerarchia del sapere scientifico per la quale gerarchia il rigore e la solidità delle conoscenza varia da disciplina a disciplina e, all'interno della stessa disciplina, da argomento ad argomento.
Indipendentemente da quale strada si intenda percorrere, occorre tenere bene a mente questo punto.
"Super Squirrel":
... (il quale ha affermato che la BCE, come ogni banca centrale, ha la facoltà di creare denaro dal nulla ...
Carina questa, peccato che sia una balla colossale o meglio puoi stampare quante monete o banconote tu voglia, peccato che poi non valgano nemmeno quanto la carta o il metallo di cui sono fatte

Cordialmente, Alex
"Super Squirrel":
Sinceramente penso che attribuire un'immeritata dose di rigorosità scientifica a materie come l'economia o la medicina abbia il solo scopo di far passare come necessarie ed ineluttabili quelle che in realtà sono solo scelte politiche.

"gabriella127":
A mio parere l'economia si può classificare come scienza
...
Ci sono tante cose nelle scienze che sono certe, ad esempio nessun economista direbbe che la spesa pubblica fa diminuire il reddito nazionale, o che se c'è disoccupazione bisogna fare una politica monetaria restrittiva.
Perché allora queste "evidenze scientifiche" non vengono applicate alla realtà?
Inoltre considerando https://www.youtube.com/watch?v=kBF9WPlxcMY, oltre alla recente ammissione (anche se per i normodotati, intellettualmente parlando, trattasi del segreto di Pulcinella) fatta da un esponente di Banca d'Italia in audizione al Senato (il quale ha affermato che la BCE, come ogni banca centrale, ha la facoltà di creare denaro dal nulla e che quindi il fatto di aprire o chiudere i rubinetti rimane una scelta squisitamente politica), mi chiedo come andrebbe interpretato quel famoso "i mercati insegneranno agli italiani come votare"?!
Ebbene cosa c'è di scientifico in tutto questo? Oppure nello spauracchio del debito pubblico e in quei numerini magici come la famosa soglia del 3% o del rapporto debito/PIL <60%?
Sinceramente penso che attribuire un'immeritata dose di rigorosità scientifica a materie come l'economia o la medicina abbia il solo scopo di far passare come necessarie ed ineluttabili quelle che in realtà sono solo scelte politiche.
Dopotutto se ti opponi ad un'opinione nessun problema, ma se ti opponi alla scienza non puoi che essere uno stupido complottista negazionista terrapiattista etc etc...
"gabriella127":
[quote="G.D."]@gabriella127
Se non ci mettiamo d'accordo su cosa è la scienza, come facciamo a stabile cosa è scienza e cosa non lo è?
.
Ho detto esplicitamente che non intendevo entrare nel merito di cosa è o non è la scienza, questione filosofica su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, e non so se possiamo affrontare qui, non ne caveremmo un ragno dal buco, credo.[/quote]
Io all'università ho fatto un intero corso di filosofia della scienza sulla demarcazione tra scienza e pseudoscienza: non se ne esce, ad oggi un metodo per delineare un confine netto che funzioni nel 100% dei casi non esiste. Se G.D. ne trova uno, ben venga, sarà acclamato come uno dei maggiori filosofi della scienza della storia.
Ma non è certo questo di cui si deve questionare qua...
Be', gli addetti ai lavori sono i filosofi, e la filosofia della scienza è un mare magnum, dove ci sono posizioni molto diverse, nessuno può dare ricette ai giornalisti.
Probabilmente il giornalista non deve sapere 'cosa è la scienza', ma avere una conoscenza della 'pratica' scientifica.
Per il resto, è probabile che sia come dici tu, il metodo scientifico è qualcosa che ogni disciplina declina a modo suo, ed è plausibile che non tutte le discipline abbiano lo stesso grado di solidità.
Che è comunque cosa molto diversa dall'arbitrio, soprattutto laddove esista la verifica empirica in qualche forma.
Probabilmente il giornalista non deve sapere 'cosa è la scienza', ma avere una conoscenza della 'pratica' scientifica.
Per il resto, è probabile che sia come dici tu, il metodo scientifico è qualcosa che ogni disciplina declina a modo suo, ed è plausibile che non tutte le discipline abbiano lo stesso grado di solidità.
Che è comunque cosa molto diversa dall'arbitrio, soprattutto laddove esista la verifica empirica in qualche forma.
@gabriella127
Ma infatti non è il giornalista a dover mettere ordine tra cosa è scienza e cosa non lo è. Questo lo devono fare gli addetti ai lavori.
Se non esiste una metodologia scientifica ma esistono diverse metodologie scientifiche a seconda della specifica disciplina, allora si deve accettare che non tutte le scienze hanno lo stesso grado di rigore, di affidabilità e di controllabilità dei risultati e delle conoscenze prodotte. E questo a prescindere dal voler affrontare o meno la domanda "Cos'è la scienza?": aggiriamo il problema e diciamo che sono scienze le discipline che adoperano il metodo scientifico. A questo punto o il metodo è quello e lo si adopera punto per punto (modulo le impossibilità tecniche contestuali temporanee) o il metodo è un insieme di principi concettuali, ogni disciplina scientifica li declina a suo modo e, come risultato ultimo, si ha una gerarchia delle scienze per le quali la scienza non è un unicum ma una molteplicità di discipline che producono una molteplicità di conoscenze che hanno diversi gradi di solidità e di affidabilità.
Ma infatti non è il giornalista a dover mettere ordine tra cosa è scienza e cosa non lo è. Questo lo devono fare gli addetti ai lavori.
Se non esiste una metodologia scientifica ma esistono diverse metodologie scientifiche a seconda della specifica disciplina, allora si deve accettare che non tutte le scienze hanno lo stesso grado di rigore, di affidabilità e di controllabilità dei risultati e delle conoscenze prodotte. E questo a prescindere dal voler affrontare o meno la domanda "Cos'è la scienza?": aggiriamo il problema e diciamo che sono scienze le discipline che adoperano il metodo scientifico. A questo punto o il metodo è quello e lo si adopera punto per punto (modulo le impossibilità tecniche contestuali temporanee) o il metodo è un insieme di principi concettuali, ogni disciplina scientifica li declina a suo modo e, come risultato ultimo, si ha una gerarchia delle scienze per le quali la scienza non è un unicum ma una molteplicità di discipline che producono una molteplicità di conoscenze che hanno diversi gradi di solidità e di affidabilità.
"G.D.":
@gabriella127
Se non ci mettiamo d'accordo su cosa è la scienza, come facciamo a stabile cosa è scienza e cosa non lo è?
.
Ho detto esplicitamente che non intendevo entrare nel merito di cosa è o non è la scienza, questione filosofica su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, e non so se possiamo affrontare qui, non ne caveremmo un ragno dal buco, credo.
Ne' si richiede che un giornalista scientifico preparato sappia che cosa è la scienza, dopo avere sviscerato Platone, Kant, Husserl, Popper e così via.
Ho solo voluto illustrare il metodo di una disciplina, l'economia, che, comunque la si voglia classificare, prevede una verifica empirica (a differenza ad esempio della filosofia), e ha metodologie rigorose.
(Penso, comunque che non ci sia una metodologia scientifica, ma diverse, a secondo delle scienze, ma questa opinione, provvisoria, non è rilevante per il discorso qui).
Questo per mostrare come non sia vera, nella pratica anche dell'economia, una dicotomia naive tra certezze assolute e il relativismo superstizioso del 'tutto fa brodo', spesso prevalente sui media.
"mgrau":
Che i social siano uno schifo, perfettamente d'accordo.
Però anche il titolo di fanpage... "minacciata di morte dai no-vax". Se si riferisce alla frase "e ora vediamo quando muori", beh, questa non è una minaccia di morte, e farla passare per tale è già di per se una fake new [ot]chissà perchè poi si usa scrivere fake news anche al singolare (una fake news), mah... Nel mio piccolo cerco di fare resistenza a questi imbarbarimenti della lingua - e ci metto anche euro, assurdamente invariato al plurale[/ot]
Resta comunque il fatto in sé , che è grave.
[ot]News è sia singolare che plurale. È come “information” , che non ha plurale. “No news good news” , dicono gli inglesi. Ma anche “breaking news” = ultime notizie.
“A piece of information” è un esempio tra i tanti per la seconda parola.[/ot]