Stupidate... da ricordare

Zero87
Ok, non so dare un titolo migliore - ma accetto volentieri sugggerimenti. :-)

Dopo thread bellissimi come gli errori imperdonabili, la frase/citazione che ci piace (ehm ehm, non cito l'autore :roll: ) e altri, volevo aprire un thread sulle stupidate nella vita. Ma non rimpianti e/o cose serie, proprio stupidate di quelle grosse.

M'è venuto in mente - e quindi lo inauguro il thread! - pensando al fatto che oggi, mentre ero sperduto di notte nella famosissima superstrada Civitanova-Macerata-interno_Marche, con una mano (l'altra ovviamente era sul volante e, comunque, a tastoni senza guardare! :-) ) andavo cercando le chiavi della macchina tra il sedile del passeggero, vari vani portaoggetti.
Non trovandola sono stato a disperarmi su dove l'avessi riposta, ripercorrendo il filmino delle ultime cose fatte, scervellandomi fino a quando... mi sono ricordato che stavo guidando... :roll:

Risposte
Zero87
"@melia":
Non mi pare così terribile, non sai quante volte mi sono lavata il viso con gli occhiali addosso.

Non mi hai capito, @melia, quello che intendo è che poso istintivamente gli occhiali da qualche parte, poi per qualche motivo sono convinto di averli e comincio a fare gesti - tipo tic - di sistemarli, di tirarli indietro... tutte cose che non hanno senso in mancanza degli occhiali. E non mi accorgo subito di non averli rimessi su.
Qualcuno per prendermi in giro mi ha detto che sono un mimo... :lol:

j18eos
Ieri pomeriggio: ho ascoltato musica rock (hard, metal, cello, e.o.); sono andato coi colleghi al bar, ubriacandomi (a stomaco pieno) con un mezzo bicchierino grappa; e mi sono dimenticato di svolgere un'esercitazione on-line... però 'stavolta sono stato io a fregare gli studenti e non viceversa :lol: :lol: :lol:

@melia
[hl][/hl]
"giuliofis":
Beati voi che potete non accorgervi della loro assenza. :-D :D

Mi accorgo benissimo dell’assenza degli occhiali. È che a volte mi dimentico della loro presenza. :P

gio73
"@melia":
. Per cui è facile che mi capiti anche di entrare in doccia con gli occhiali addosso.


È capitato anche a me!

12provaCiao
Beati voi che potete non accorgervi della loro assenza. :-D :D

@melia
Non mi pare così terribile, non sai quante volte mi sono lavata il viso con gli occhiali addosso.
Appena mi sveglio la prima cosa che faccio è inforcare gli occhiali, anche se ho ancora gli occhi chiusi. Per cui è facile che mi capiti anche di entrare in doccia con gli occhiali addosso.

Zero87
Una cosa che mi capita spesso, soprattutto quando siamo verso l'estate, è di togliermi gli occhiali e posarli per poco tempo vicino a me - sulla scrivania del lavoro, sul tavolo in cucina, ... -, magari per sfregarmi un attimo gli occhi o avere un secondo di stacco.
In genere, dopo circa dieci secondi sono convinto di riaverli e finisco per fare gesti inutili senza occhiali tipo sistemarmeli o tirarli indietro o altre cose tipo mimo visto che gli occhiali ce li ho ancora appoggiati davanti...

j18eos
@Bokonon Non ho mai sentito di uno stupro (o di una rissa o peggio) in un locale gay ;)

Ricordo solo dell'attentato al Pulse di Orlando nel 2016! :(

...e capisco che negli anni '80 imperversava la "malattia dei gays": l'A.I.D.S. :(

gugo82
"Bokonon":
[...] decidemmo che la Danimarca ci aveva già abusati a sufficienza con i prezzi folli dell'epoca.
Così il giorno dopo lasciammo per altri lidi.

Giuro che avevo letto "lasciammo per altri LIDL" e pensato: cavolo, doveva costare proprio assai per costringerli ad andare al discount! :lol: :lol: :lol:

Bokonon
"j18eos":

...ora voglio sapere come andò a finire dopo quel quarto d'ora. :P :-D

Niente di eclatante.
Andò più o meno così...
Entrammo e scoprimmo che il posto era piccolo. Un grande bancone bar + una piccolissima pista da ballo + una serie di posti a sedere verso l'entrata.
Clima normalissimo, gente relativamente poca.
Ci fiondammo a bere una pinta seduti sugli sgabelli e valutammo la situazione come "sarà ancora presto".
Poi uno disse "pare la sagra della salsiccia e le donne sembrano skinheads". Fu allora che arrivò l'epifania collettiva. Ad un tratto notammo che il numero medio di collane, anelli e orecchini indossati dagli uomini era significativamente sopra la media ( di fine anni 80).
Enrico si agitò come se, il solo fatto di essere là, autorizzasse il prossimo a stuprarlo sullo sgabello...e scappò fuori. Noi finimmo la birra ridendoci addosso e decidemmo che la Danimarca ci aveva già abusati a sufficienza con i prezzi folli dell'epoca.
Così il giorno dopo lasciammo per altri lidi.

j18eos
"Bokonon":
[...] Alla quarta disco ci fecero entrare.
Ci abbiamo messo un quarto d'ora buono per realizzare che era un locale gay.
:lol: :lol: :lol:

...ora voglio sapere come andò a finire dopo quel quarto d'ora. :P :-D

Bokonon
@3m0o
Poteva andare peggio.
18enni a Copenhagen, decidiamo per la serata in disco al grido di "dai che butta bene!"
Abbiamo girato 3 discoteche e in tutte e 3 stessa scena.
Lucio (capello biondo occhi azzurri) entra tranquillamente, mentre noialtri veniamo fermati alla porta con la scusa che la disco era piena. "E allora perché Lucio si e noi no?" E a quel punto il buttafuori realizzava che anche Lucio era italiano e andava a prenderlo per una recchia.
Insomma, non eravamo graditi (tutto vero).
Alla quarta disco ci fecero entrare.
Ci abbiamo messo un quarto d'ora buono per realizzare che era un locale gay.

3m0o
Ne ho una carina.
Eravamo all'ultimo anno, in gita a Praga con la scuola, io ed un mio compagno di classe eravamo di stanza assieme all'ostello. Prendiamo la chiave alla reception. È la 117. Bene, prendo la chiavi e con il mio compagno ci dirigiamo verso la rampa di scale. Saliamo un piano e ci aspetta un lungo corridoio con le stanze. Guardo la prima porta e le ultime due cifre sulla porta sono 10, la seconda 11, e così via fino 117 (o così pensavamo). Bene è la nostra stanza! Inserisco le chiavi nel cilindro e provo a girare la chiave, gira ma a difficoltà. Prova e riprova non riesco ad aprire la porta. Mi volto verso il mio compagno che intanto si stava domandando che problemi avessi. E gli faccio: "Oh Nicola, non riesco ad aprire, prova tu!"
Così lui prende le chiavi e prova ad aprire questa benedetta porta. Niente da fare! Nessuno dei due riusciva ad aprire la porta. Ma come le costruiscono le serrature questi Cechi, pensiamo. Siamo stati lì almeno 10 minuti a provare, nel mentre diverse nostre compagne passavano da lì e tutte riuscivano ad aprire la loro benedetta porta. Quasi scassinavamo quella dannata porta. Ad un certo punto una nostra compagna si avvicina e ci chiede se vogliamo una mano (poverini avrà pensato). Anche lei prova e non ce la fa, a quel punto ci suggerisce di andare in reception. Così ci dirigiamo verso la reception percorrendo il corridoio al contrario, in tutto questo io dovevo andare in bagno e quindi con lo sguardo cercavo dei cartelli che indicassero il WC. Scendiamo le scale e ci ritroviamo davanti ad un cartello con scritto "WC, 110-120 ->"
"aspetta un momento..." penso tra me e me, quella freccia indica delle altre scale, scale che scendono... sì avete capito bene, le stanze dal 110 al 120 erano al piano -1... mentre le stanze al piano 1 erano numerate con 210, 211, 212, etc.. per tutto quel tempo avevamo, invano, provato ad entrare nella stanza 217 senza rendercene conto :lol: :lol:

Ah tra l'altro, sempre in quella gita, ne sono successe di cose.
Adorando il Jazz, chiedendo un po' in giro a delle persone ero venuto a conoscenza di un Jazz Club, abbastanza rinomato, di Praga. Così per tutta la cena non ho fatto altro che parlare di questo Jazz Club. Fatto sta che dopo aver cenato da qualche parte, convinco dei miei compagni di venire al Jazz Club al posto di andare in discoteca. Così un mio compagno e tre mie compagne ci dirigiamo. Io mi oriento abbastanza bene e li convinco ad andare a piedi. Infatti il Jazz Club sapevo che distava circa solo 10 minuti dal posto in cui avevamo mangiato. Dopo 30-40 minuti, non so come, e diverse lamentele da parte dei miei compagni, della serie: "ma non ci volevano solo 10 minuti?" "Allora siamo arrivati?" "Secondo me ci siamo persi!"
arriviamo in questo punto. Il vicolo ha l'aria un po' losca. Così verifico su google maps, e mi dice che il Jazz Club si trova lì. Arriviamo all'entrata e ci chiedono i documenti "strano ho pensato, in un Jazz Club?". Tutto apposto, siamo maggiorenni e possiamo entrare. Entriamo e.... era un postribolo... insomma non ho mai capito se mi hanno dato indicazioni sbagliate, se chi mi ha dato l'informazione ha capito male Jazz con Strip, o forse mi ero perso e avevamo sbagliato luogo.... :lol: :lol:
Ho preso tanti insulti dai miei compagni e gli ho dovuto offrire da bere in discoteca...

jitter1
Fortuna che non faccio la matematica, perché soffrirei di deformazione professionale.

Dico a un'amica, con riconoscenza: "Menomale che ci sei, per me sei sempre stata un sistema di riferimento"
E rileggo la ricetta appuntata della apple pie: "700 g di mele Gram-Schmidt"

@melia
Stavo aspettando davanti alla porta dell'aula per l'orale di, credo, Analisi 2. C'erano alcuni studenti di Biologia che avevano finito lo scritto di Matematica, ma si erano un po' attardati commentando la prova. Sento una dire "E poi l'ultimo esercizio era difficilissimo, praticamente impossibile: una funzione con logaritmi e arcotangenti e il testo chiedeva di trovare una seconda funzione che avesse la stessa derivata. Ti immagini calcolare la derivata e poi l'integrale di quello che veniva fuori?"

Bokonon
All'università a Bologna c'era un tipo famoso per le sue interrogazioni perchè erano meglio di uno show.
Umbi vestiva sempre tutto punto ma credo che non abbia mai aperto o comprato un libro.
L'esame di calcolo delle probabilità lo provò per 2 anni e mezzo e fu beccato pure dal prof. all'Univerisità di Padova (dove aveva una seconda cattedra) mentre si faceva dare il compito da un ingegnere nella speranza che lo scritto della settimana successiva fosse identico.

Esame di Analisi 2, aula magna gremita. La prima domanda del prof. riguardò un semplice integrale che aveva inserito nello scritto e che Umbi aveva cannato. Ovviamente Umbi (ammesso col 14) non si era minimamente preparato. Umbi fissa il prof. per 5 secondi e poi prende un gessetto e divide in due la lavagna di 15 metri e poi dice:"Ci sono due metodi per integrare: a sinistra proverò per parti e a destra per sostituzione".
Avete mai sentito 200 persone piangere dal ridere?

Faussone
Fino all'università(!) ero CERTO che "accelerazione" si scrivesse con due l: "acceLLerazione".

Mi ricordo quando sudavo su Fisica1: "maledetto questo testo di Fisica -(il mitico Sette scritto con quei caratteri courier)- è pieno di refusi, scrive pure accellerazione con una sola L!!
Magari è una forma aulica, si sa che questi autori fanno i fichi e usano la forma aulica di alcune parole, ora vado a controllare - (sul vocabolario, internet ancora era solo al CERN :-D) ..............." :oops:

Zero87
"Martino":
All'epoca guardavo Cascina Vianello (chissà chi se lo ricorda), una serie in poche puntate

Ricordo che l'ho visto anch'io... tra l'altro quelli più o meno della mia età credo siano cresciuti (anche) con Casa Vianello e gli spin-off.
Un'ultima: sono bambino, rispondo al telefono (fisso) mi chiedono "c'è la mamma?" rispondo "no sta facendo la cacca".

Questa credo che l'abbiamo fatta un po' tutti almeno una volta. :D
Da piccino qualche volta lo facevo anche di proposito (pochine, però, dai... :roll: ). :P

Martino
Le stupidate più grandi le ho vissute a scuola, ne ricordo alcune.

Scuola elementare, prova di italiano, tema sugli insegnanti. Parlo di ognuno dando la mia opinione e della maestra di italiano (che correggerà il tema) scrivo che è sempre arrabbiata probabilmente perché frustrata per qualche motivo privato, e penso di aver anche menzionato il marito. In pratica ho riportato conversazioni (molto delicate) avute coi miei genitori. Ho sentito che in seguito è stata fatta una riunione in cui tutti i prof si sono fatti due risate (tranne lei). In generale ho sempre avuto problemi a capire cosa bisogna evitare di dire.

Compito per casa alle medie: scrivi su un film o serie che ti piace molto. All'epoca guardavo Cascina Vianello (chissà chi se lo ricorda), una serie in poche puntate, mi piaceva perché c'era di mezzo da trovare il colpevole di qualcosa, non so, mi piaceva. La prof di italiano (con cui avevo conflitti di vario tipo, come sempre con tutte le prof di italiano, per qualche motivo) passa dieci minuti parlando a tutta la classe dicendo cose tipo "capisco Nicola che mi ha portato Il Corvo (-che penso sia un film-), ma Cascina Vianello per carità, oh mio dio! Come si fa?" non vi dico l'imbarazzo. Ho ancora incubi riguardanti Il Corvo e Cascina Vianello, dove il primo è un personaggio oscuro e sicuro di sé che gira cercando la sua vittima e il secondo è una bambina innocente tipo cappuccetto rosso che saltella nel prato inconsapevole del pericolo assurdo (senza senso) che sta correndo.

Sono sempre stato molto distratto. Lettura in classe alle medie, ognuno legge un pezzo del testo. Ovviamente tutti devono accompagnare la lettura, perché improvvisamente potrebbero essere chiamati a leggere. La prof mi chiama per leggere ma io mi sono perso (ho perso il filo della lettura), allora chiama un altro. Dopo 30 secondi di orologio mi richiama e mi sono perso di nuovo, chiama un altro. Dopo altri 30 secondi mi richiama e mi sono perso di nuovo.

Arrivo a casa da scuola (alle medie) e dico "mamma la prof parla di politica in classe, ha parlato di questo e questo e questo", perché no? Una normale conversazione. Mia mamma se ne è lamentata a scuola e da allora alla fine delle medie la prof di italiano mi ha fatto continui richiami e allusioni al fatto di parlare di politica in classe (che poi era vero, esternava esplicitamente le sue visioni politiche). Tipo una volta ha detto a qualcuno "scrivilo lì in rosso" e poi subito guardando me "ah no, rosso no perché è un colore politico".

Parlando di gialli rovinati, alle medie leggevamo tutti insieme Assassinio sull'Orient Express (lettura in classe), un giorno casualmente sono nel giardino della scuola e sento due compagni che parlano del libro, svelano il mistero finale ed è così che mi sono rovinato uno dei gialli più belli di Agatha Christie.

Un'ultima: sono bambino, rispondo al telefono (fisso) mi chiedono "c'è la mamma?" rispondo "no sta facendo la cacca".

gabriella127
Zero, in altra sede, mi ha ricordato questo thread, troppo carino.

Poiché sono una professionista dell'intronamento, cioè collasso cerebrale, soprattutto quando sono molto stanca, vorrei ricordare qualche mia altra performance, passata e presente.

Cominciamo dal passato lontano: ero all'università e vivevo ancora a casa dei miei. Prima di uscire di casa prendo un mucchio di panni sporchi e penso: 'Uscendo dalla porta di cucina li metto nel cesto'. Lodevole proposito.

Dopo un poco sono alla fermata dell'autobus. Niente di strano. Sento strano che invece ho in mano uno strano blob.
Vedo che la mia mano afferra un mucchio di mutande e calzini. Imbarazzante.

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