Credete in Dio?
Ciao a tutti,
ho letto un pò i topic sulla religione e mi è venuto il sospetto (intuito, non verificato perchè lì si parla di altro) che la percentuale di credenti su questo forum sia diversa da quella che io mi aspetterei in media; se così fosse, o io ho una percezione in tal campo errata della media italiana o sono i matematici che la presentano diversa.
Ovviamente nella domanda non ci si riferisce ad alcuna religione.
ho letto un pò i topic sulla religione e mi è venuto il sospetto (intuito, non verificato perchè lì si parla di altro) che la percentuale di credenti su questo forum sia diversa da quella che io mi aspetterei in media; se così fosse, o io ho una percezione in tal campo errata della media italiana o sono i matematici che la presentano diversa.
Ovviamente nella domanda non ci si riferisce ad alcuna religione.
Risposte
Io non credo, ma il credente vive sicuramente meglio.
Dio è un prodotto del cervello.
Dio è una forma di difesa e aiuto psicologico.
Dio è rimasto perchè la sua presenza ha sempre offerto maggiori possibilità di sopravvivenza.
Detto ciò, io non credo in Dio e infatti non sopravviverò.
Dio è una forma di difesa e aiuto psicologico.
Dio è rimasto perchè la sua presenza ha sempre offerto maggiori possibilità di sopravvivenza.
Detto ciò, io non credo in Dio e infatti non sopravviverò.
Grande diddl84.
Io sono credente.
Sono ateo e credo nella scienza.
sonocredente praticante e fiera di esserlo
"alfabeto":
La mia domanda è rivolta ai non credenti.
Non voglio rifarmi a discussioni filosofiche solo un ragionamento semplice che ho già postato ma che non ha avuto nessun commento.
Sempre riferendomi alle leggi universali già in dotazione alla materia nel momento del big-bang, come interpretano o come giustificano questo dato che ritengono che non ci sia un Essere superiore?. Puo essere il Caso?
A.B
Confesso che legge universale in dotazione alla materia nel momento del big-bang è una cosa troppo complessa per me, che stento a comprendere le leggi locali e momentanee della materia così come la conosciamo qui ed ora. Quanto a interpretare e giustificare, ci sarebbe molto da discutere (interpretare e giustificare rispetto a quale schema, o per usare un termine sicuramente incontrato al liceo, quale categoria?), ma più semplicemente, coloro che ritengono che un essere superiore esista, come lo "interpretano" e lo "giustificano"? Spostare il problema da un'entità all'altra ugualmente problematica in genere non è considerato una soluzione.
"nnsoxke":
Lancio un libro dalla finestra e questo invece di accelerare verso terra accelera con verso opposto, ecco che mi sono immaginato un risultato dato da un funzionamento diverso... a questo punto c'è da chiedersi però perchè il verso qui ora è proprio quello verso terra. Non è scontato, se viene considerato come tale è per utilità e agire o pensare per l'utile è uno schema mentale.
Se le leggi non sono evidenti ed è possibile immaginarne altre diverse significa che ciò che si osserva segue delle leggi particolari. Questo aggettivo "particolari" non so se si spiega da solo.
ma sei sicuro che se la forza gravitazionale fosse repulsiva esisteresti tu, che ti chiedi come mai è repulsiva? Forse si, e la situazione sarebbe esattamente la stessa, o forse no, ed il problema non esisterebbe per mancanza del problematico.
"nnsoxke":Anyway, rimarco il fatto che il poblema della realtà sottostante la nostra percezione, ed indipendente dai nostri modelli rimane, secondo me, superato dall'approccio adottato dalla fisica, pragmatico in maniera soddisfacente e comunque superiore rispetto agli altri approcci, per lo meno dal punto di vista dei risultati conseguiti.
Non è un problema superato ma un limite che si è giustamente riconosciuto.
Non sono d'accordo. Per affermare che sia un limite si deve implicitamente ritenere che una realtà sottostante ed indipendente esista, ma rimane non conoscibile. Per affermare ciò bisogna dimostrare prima che tale realtà esista e che è trascendente. Io non conosco questo teorema.
Sul fatto che siano immaginabili tanti altri funzionamenti ho qualche riserva, per lo meno sull'evidenza del fatto che funzionerebbero. Comunque, supponendo che siano possibili - ma mi chiedo per chi, oltre a colui che li immagina - universi diversi e alternativi, rimarrebbe il fatto che l'uomo si ritroverebbe a vivere in uno di essi (mi sembra difficile che possa vivere simultaneamente in più universi, e percepirli tutti).
Lancio un libro dalla finestra e questo invece di accelerare verso terra accelera con verso opposto, ecco che mi sono immaginato un risultato dato da un funzionamento diverso... a questo punto c'è da chiedersi però perchè il verso qui ora è proprio quello verso terra. Non è scontato, se viene considerato come tale è per utilità e agire o pensare per l'utile è uno schema mentale.
Se le leggi non sono evidenti ed è possibile immaginarne altre diverse significa che ciò che si osserva segue delle leggi particolari. Questo aggettivo "particolari" non so se si spiega da solo.
Anyway, rimarco il fatto che il poblema della realtà sottostante la nostra percezione, ed indipendente dai nostri modelli rimane, secondo me, superato dall'approccio adottato dalla fisica, pragmatico in maniera soddisfacente e comunque superiore rispetto agli altri approcci, per lo meno dal punto di vista dei risultati conseguiti.
Non è un problema superato ma un limite che si è giustamente riconosciuto.
"nnsoxke":
Se indipendentemente dalla realtà così come la osserviamo e quindi indipendentemente dai modelli che creiamo esiste una realtà che pare avere un suo funzionamento ben preciso (quindi si va oltre il semplice schema mentale), si chiede come mai tra tutti i funzionamenti possibili e immaginabili di fatto ce n'è solo uno.
Su questi temi si è pensato e scritto di tutto da parte di filosofi autorevoli, per cui aggiungere qualcosa di valore è per me più o meno impossibile. Anyway, rimarco il fatto che il poblema della realtà sottostante la nostra percezione, ed indipendente dai nostri modelli rimane, secondo me, superato dall'approccio adottato dalla fisica, pragmatico in maniera soddisfacente e comunque superiore rispetto agli altri approcci, per lo meno dal punto di vista dei risultati conseguiti. Sul fatto che siano immaginabili tanti altri funzionamenti ho qualche riserva, per lo meno sull'evidenza del fatto che funzionerebbero. Comunque, supponendo che siano possibili - ma mi chiedo per chi, oltre a colui che li immagina - universi diversi e alternativi, rimarrebbe il fatto che l'uomo si ritroverebbe a vivere in uno di essi (mi sembra difficile che possa vivere simultaneamente in più universi, e percepirli tutti). E se disgraziatamente ignorasse quegli altri, inevitabilmente si chiederebbe come mai quello in cui sta è così com'è, e non diversamente. Insomma, attingo dal principio antropico, non mio. La mia idea è che dietro un apparente problema di grave impegno e serietà si nasconda un non problema. In altre parole, aria fritta, esercizi di dialettica.
"nnsoxke":
La sua quindi non mi sembra una domanda sull'origine nel senso di stabilire la causa prima e interrompere la successione, si chiede da dove abbia origine lo stesso rapporto causa-effetto... cioè ad una causa corrisponde un ben determinato effetto.
Non riesco a capire come si potrebbe cercare dietro lo schema mentale del rapporto causa/effetto una realtà "fisica" che aderisca a tale schema. In queste cose preferisco essere platonico se guardo la cosa dal punto di vista filosofico (mi riferisco al mito della caverna), ma molto di più disinteressato a questo tipo di problemi, se li considero da un punto di vista fisico. Nella tua affermazione si postula l'esistenza di un'origine. Capisco che se uno postula tale origine possa anche chiedersi da dove/come/da cosa/da chi sia causata. Secondo me prima di interrogarsi seriamente sulla origine bisognerebbe convincersi che tale tema abbia un senso, e carattere di necessità, almeno all'interno del pensiero umano. Però questo non è vero, se non altro perchè almeno io non trovo nell'idea di origine il carattere della necessità, e sono convinto di essere umano, più o meno normale. Nell'imporre all'universo gli schemi mentali del pensiero umano mi sembra si nasconda un grande peccato di presunzione; si pretende, o si assume, infatti che l'universo si uniformi ai nostri modelli logici, che implicitamente vengono adottai nella ricerca di spiegazioni conformi agli stessi. Di questo approccio non critico, naturalmente, l'uso della logica (è la sola arma che abbiamo), ma l'assunzione tacita di un numero di postulati totalmente arbitrari, che un po' di consapevolezza potrebbe sospendere. Queste sono le conseguenze dell'approccio metafisico, che in millenni di storia non ha prodotto nulla di utile in termini di aumento della conoscenza. Preferisco allora rimettere i piedi a terra, e farmi consigliare, come metodo, da Galileo e da Newton. Se seguo le loro indicazioni, questi problemi non me li pongo neppure, perché so già che produrranno solo fiumi di parole. Ritorniamo allora all'osservazione dei fenomeni, lasciando questi problemi ai filosofi ed ai teologi, che forse sono anche pagati per porseli.
La domanda che ha posto alfabeto mi sembra molto interessante... non mi è nuova una domanda del genere
... è uno dei motivi per cui sono agnostico e non ateo, insieme alla spiegazione che non è possibile dare della coscienza.
Se indipendentemente dalla realtà così come la osserviamo e quindi indipendentemente dai modelli che creiamo esiste una realtà che pare avere un suo funzionamento ben preciso (quindi si va oltre il semplice schema mentale), si chiede come mai tra tutti i funzionamenti possibili e immaginabili di fatto ce n'è solo uno.
La sua quindi non mi sembra una domanda sull'origine nel senso di stabilire la causa prima e interrompere la successione, si chiede da dove abbia origine lo stesso rapporto causa-effetto... cioè ad una causa corrisponde un ben determinato effetto.

Se indipendentemente dalla realtà così come la osserviamo e quindi indipendentemente dai modelli che creiamo esiste una realtà che pare avere un suo funzionamento ben preciso (quindi si va oltre il semplice schema mentale), si chiede come mai tra tutti i funzionamenti possibili e immaginabili di fatto ce n'è solo uno.
La sua quindi non mi sembra una domanda sull'origine nel senso di stabilire la causa prima e interrompere la successione, si chiede da dove abbia origine lo stesso rapporto causa-effetto... cioè ad una causa corrisponde un ben determinato effetto.
[/quote]
Commento io.
Per prima cosa non sono sicuro di aver capito bene la tua domanda, e ti rispondo ipotizzando che chiedi come si possa spiegare, facendo a meno dell’ipotesi di esistenza di un essere superiore, l’esistenza delle leggi universali già nel momento del big bang. Se ho capito male correggimi.
1. La distinzione tra elementi costituenti l’universo e le leggi che ne regolano il “comportamento” è uno schema mentale, e non trova corrispondenza diretta ed evidente nella realtà delle cose, come noi la percepiamo e/o conosciamo. Quindi la tua domanda perde senso se guardata da questa prospettiva e, semmai, colloca la tua presunta necessità di ipotizzare l’essere superiore all’interno di uno schema mentale. Insomma, fà fare una brutta fine a tale essere;
2. A parte quanto detto al punto precedente, e volendoti comunque venire dietro nel supporre che esista il problema di spiegare l’esistenza di leggi al momento del big bang, non si capisce quale sarebbe il problema. Intendo dire che non vedo quale stupore debba nascere dal fatto che in maniera simultanea si affaccino nello scenario cosmico gli attori e le leggi che li governano. Riusciresti ad immaginare uno scenario alternativo? Intendo dire, per esempio, se riusciresti ad ipotizzare un big bang in cui compaiono materia ed energia, ma non le leggi fisiche che le governano. Ciò vorrebbe dire che tali soggetti non avrebbero proprietà nè comportamenti né interazioni. Cosa sarebbero? Oppure, riusciresti ad immaginare un big bang in cui compaiono solo le leggi? Cosa governerebbero? Se ci pensi, forse capisci da solo che la simultaneità di queste due fantomatiche categorie (leggi e soggetti) sarebbe inevitabile. Se è così, allora non hai bisogno di nessun essere superiore per spiegarli;
3. rimane infine il fatto fondamentale che bisogna dire in queste circostanze, secondo me, e che va oltre quanto detto nei punti precedenti. Qualunque sia il modello cosmologico adottato, quali che siano le fantasie sull’origine delle cose, sui rapporti di causa ed effetto, rimane comunque il fatto che l’ipotesi di un essere creatore non risolve il problema delle origini, perché l’affermazione secondo cui all’origine dell’universo ci sia un essere non creato significa solo arrestare forzosamente una catena di rapporti causa/effetto, rinunciando alla spiegazione. Se uno accetta l’idea di poter attribuire ad un soggetto la proprietà dell’esistenza propria priva di origine, allora è inutile andarlo a cercare nelle fantasie degli antichi o nelle proprie paure: basta attribuirla d’ufficio all’universo, ed il discorso si chiude. E questo, ammesso che il problema delle origini sia un problema consistente, e ben posto.[/quote]
Per kinder
Il punto 2... è solo una considerazione ovvia ma che non dice nulla sul problema.
il punto 3 ... si è evidente che quando si applica un inizio e questo inizio non è più valido per l'essere che chiamiamo Dio... spostiamo solo il problema, però almeno il credente pone in contrasto a questo limite un essere superiore che può non sottostare a questa regola.
Il punto 1.. si devo ammettere che quello che tu dici può avere una sua giustificazione logica, o per lo meno una costruzione logica valida, ma almeno per me non abbastanza soddisfacente.
Comunque credo che questo problema abbia 2 tipi di impostazione, una per i non credente ed una per i credenti, due costruzioni disgiunte.
A.B
Commento io.
Per prima cosa non sono sicuro di aver capito bene la tua domanda, e ti rispondo ipotizzando che chiedi come si possa spiegare, facendo a meno dell’ipotesi di esistenza di un essere superiore, l’esistenza delle leggi universali già nel momento del big bang. Se ho capito male correggimi.
1. La distinzione tra elementi costituenti l’universo e le leggi che ne regolano il “comportamento” è uno schema mentale, e non trova corrispondenza diretta ed evidente nella realtà delle cose, come noi la percepiamo e/o conosciamo. Quindi la tua domanda perde senso se guardata da questa prospettiva e, semmai, colloca la tua presunta necessità di ipotizzare l’essere superiore all’interno di uno schema mentale. Insomma, fà fare una brutta fine a tale essere;
2. A parte quanto detto al punto precedente, e volendoti comunque venire dietro nel supporre che esista il problema di spiegare l’esistenza di leggi al momento del big bang, non si capisce quale sarebbe il problema. Intendo dire che non vedo quale stupore debba nascere dal fatto che in maniera simultanea si affaccino nello scenario cosmico gli attori e le leggi che li governano. Riusciresti ad immaginare uno scenario alternativo? Intendo dire, per esempio, se riusciresti ad ipotizzare un big bang in cui compaiono materia ed energia, ma non le leggi fisiche che le governano. Ciò vorrebbe dire che tali soggetti non avrebbero proprietà nè comportamenti né interazioni. Cosa sarebbero? Oppure, riusciresti ad immaginare un big bang in cui compaiono solo le leggi? Cosa governerebbero? Se ci pensi, forse capisci da solo che la simultaneità di queste due fantomatiche categorie (leggi e soggetti) sarebbe inevitabile. Se è così, allora non hai bisogno di nessun essere superiore per spiegarli;
3. rimane infine il fatto fondamentale che bisogna dire in queste circostanze, secondo me, e che va oltre quanto detto nei punti precedenti. Qualunque sia il modello cosmologico adottato, quali che siano le fantasie sull’origine delle cose, sui rapporti di causa ed effetto, rimane comunque il fatto che l’ipotesi di un essere creatore non risolve il problema delle origini, perché l’affermazione secondo cui all’origine dell’universo ci sia un essere non creato significa solo arrestare forzosamente una catena di rapporti causa/effetto, rinunciando alla spiegazione. Se uno accetta l’idea di poter attribuire ad un soggetto la proprietà dell’esistenza propria priva di origine, allora è inutile andarlo a cercare nelle fantasie degli antichi o nelle proprie paure: basta attribuirla d’ufficio all’universo, ed il discorso si chiude. E questo, ammesso che il problema delle origini sia un problema consistente, e ben posto.[/quote]
Per kinder
Il punto 2... è solo una considerazione ovvia ma che non dice nulla sul problema.
il punto 3 ... si è evidente che quando si applica un inizio e questo inizio non è più valido per l'essere che chiamiamo Dio... spostiamo solo il problema, però almeno il credente pone in contrasto a questo limite un essere superiore che può non sottostare a questa regola.
Il punto 1.. si devo ammettere che quello che tu dici può avere una sua giustificazione logica, o per lo meno una costruzione logica valida, ma almeno per me non abbastanza soddisfacente.
Comunque credo che questo problema abbia 2 tipi di impostazione, una per i non credente ed una per i credenti, due costruzioni disgiunte.
A.B
"alfabeto":
La mia domanda è rivolta ai non credenti.
Non voglio rifarmi a discussioni filosofiche solo un ragionamento semplice che ho già postato ma che non ha avuto nessun commento.
Sempre riferendomi alle leggi universali già in dotazione alla materia nel momento del big-bang, come interpretano o come giustificano questo dato che ritengono che non ci sia un Essere superiore?. Puo essere il Caso?
A.B
Commento io.
Per prima cosa non sono sicuro di aver capito bene la tua domanda, e ti rispondo ipotizzando che chiedi come si possa spiegare, facendo a meno dell’ipotesi di esistenza di un essere superiore, l’esistenza delle leggi universali già nel momento del big bang. Se ho capito male correggimi.
1. La distinzione tra elementi costituenti l’universo e le leggi che ne regolano il “comportamento” è uno schema mentale, e non trova corrispondenza diretta ed evidente nella realtà delle cose, come noi la percepiamo e/o conosciamo. Quindi la tua domanda perde senso se guardata da questa prospettiva e, semmai, colloca la tua presunta necessità di ipotizzare l’essere superiore all’interno di uno schema mentale. Insomma, fà fare una brutta fine a tale essere;
2. A parte quanto detto al punto precedente, e volendoti comunque venire dietro nel supporre che esista il problema di spiegare l’esistenza di leggi al momento del big bang, non si capisce quale sarebbe il problema. Intendo dire che non vedo quale stupore debba nascere dal fatto che in maniera simultanea si affaccino nello scenario cosmico gli attori e le leggi che li governano. Riusciresti ad immaginare uno scenario alternativo? Intendo dire, per esempio, se riusciresti ad ipotizzare un big bang in cui compaiono materia ed energia, ma non le leggi fisiche che le governano. Ciò vorrebbe dire che tali soggetti non avrebbero proprietà nè comportamenti né interazioni. Cosa sarebbero? Oppure, riusciresti ad immaginare un big bang in cui compaiono solo le leggi? Cosa governerebbero? Se ci pensi, forse capisci da solo che la simultaneità di queste due fantomatiche categorie (leggi e soggetti) sarebbe inevitabile. Se è così, allora non hai bisogno di nessun essere superiore per spiegarli;
3. rimane infine il fatto fondamentale che bisogna dire in queste circostanze, secondo me, e che va oltre quanto detto nei punti precedenti. Qualunque sia il modello cosmologico adottato, quali che siano le fantasie sull’origine delle cose, sui rapporti di causa ed effetto, rimane comunque il fatto che l’ipotesi di un essere creatore non risolve il problema delle origini, perché l’affermazione secondo cui all’origine dell’universo ci sia un essere non creato significa solo arrestare forzosamente una catena di rapporti causa/effetto, rinunciando alla spiegazione. Se uno accetta l’idea di poter attribuire ad un soggetto la proprietà dell’esistenza propria priva di origine, allora è inutile andarlo a cercare nelle fantasie degli antichi o nelle proprie paure: basta attribuirla d’ufficio all’universo, ed il discorso si chiude. E questo, ammesso che il problema delle origini sia un problema consistente, e ben posto.
La mia domanda è rivolta ai non credenti.
Non voglio rifarmi a discussioni filosofiche solo un ragionamento semplice che ho già postato ma che non ha avuto nessun commento.
Sempre riferendomi alle leggi universali già in dotazione alla materia nel momento del big-bang, come interpretano o come giustificano questo dato che ritengono che non ci sia un Essere superiore?. Puo essere il Caso?
A.B
Ti rispondo con un domanda: se non ci fosse l'essere umano che riflette sulle leggi universali dell'universo, esse esisterebbero lo stesso?
150.000 mila anni fà si è sviluppata una specie la cui particolarità ra quella di poter far ragionamenti astratti, con un grado elevato di complessità, l'homo sapiens sapiens.
Un gatto o una scimmia non si preoccupano di sapere come funzionano le leggi dell'universo, essi vivono e basta. Per loro non esistono leggi universali, dato che non esiste nemmeno il concetto di "legge" e di "universale".
150.000 anni fà l'homo sapiens sapiens grazie alla sua capaictà di ragionamento si mise a dare una spiegazione causale a tutto, cosa che facciamo ancora adesso: l'unica cosa che è cambiata sono i riferimenti culturali.
150.000 anni fà l'uomo edeva il sole, e non potendo concettualizzare una reazione nucleare pensava che il sole fosse Dio.
Oggi l'uomo non riesce a concettualizzare il primo pico secondo del big bang, e per questo dice che è Dio.
Siccome l'uomo difficilmente riesce ad accettare il Caso, ha bisogno di Dio.
La mia domanda è rivolta ai non credenti.
Non voglio rifarmi a discussioni filosofiche solo un ragionamento semplice che ho già postato ma che non ha avuto nessun commento.
Sempre riferendomi alle leggi universali già in dotazione alla materia nel momento del big-bang, come interpretano o come giustificano questo dato che ritengono che non ci sia un Essere superiore?. Puo essere il Caso?
A.B
Non voglio rifarmi a discussioni filosofiche solo un ragionamento semplice che ho già postato ma che non ha avuto nessun commento.
Sempre riferendomi alle leggi universali già in dotazione alla materia nel momento del big-bang, come interpretano o come giustificano questo dato che ritengono che non ci sia un Essere superiore?. Puo essere il Caso?
A.B
Per contrapposizione, possiamo pure asserire che "Non credere nella religione x" non implica "Non credere in Dio": per questo penso che chiunque adduca come motivazione al suo agnosticismo-ateismo il "cattivo comportamento" della Chiesa Cattolica debba (in generale) ripensare le sue posizioni in materia di fede.
La tua affermazione non è riferita a tutti gli agnostici ma comunque ci tengo a precisare: l'agnosticismo non ha bisogno di nessuna motivazione, si tratta solo di ammettere di non poter conoscere nulla riguardo ad alcuni argomenti (come l'esistenza o meno di Dio).
Dall'altra parte invece è il credente (o anche l'ateo) che ha bisogno di essere motivato alla fede e le istituzioni religiose ci speculano su questo: si sfruttano le impressioni e purtroppo se queste non bastano anche la violenza psicologica.
Di base saremmo tutti agnostici, poi a seconda dell'influenza che abbiamo ci creiamo (o meglio ci creano) delle convinzioni prive di fondamento, facendo leva sulle emozioni ovvero sulla nostra parte irrazionale.
La speculazione si può vedere in tutto: l'imponenza dei monumenti, il tono solenne delle cerimonie religiose ecc... tutto ciò non ha nulla a che vedere con la spiritualtà ma anzi è ciò che di più riguarda strettamente la nostra parte meccanica.
Per uno che si chiama Che, immagino sia stato difficile dire queste parole: questa sì che è vera professionalità.Per quale motivo?
Le opinioni personali devono essere sempre tenute il più possibile lontano dal discorso scientifico. Avrebbero come unico risultato la distorsione della capacità di analisi.
È il problema delle persone che "ragionano con lo stomaco", come disse qualche utente tempo addietro.
Il problema della politica di oggi (e delle religioni di sempre) è che le persone cercano nei fatti le conferme delle proprie opinioni e danno risalto a queste. Talvolta, trascurando elementi lampanti contrari alla propria tesi.
Portiamo un esempio matematico: Girolamo Saccheri era un grande estimatore di Euclide.
Tentò a lungo di dimostrare il famoso quinto postulato.
Seguì a lungo il metodo scientifico, fino a giungere quasi al punto di inventare una geometria non euclidea.
Tuttavia, il suo "scopo" non era quello, ma era dimostrare il quinto postulato. Il risultato fu che lasciò parte di quei risultati perché erano in contraddizione con ciò in cui credeva ciecamente.
Affrettò una conclusione, peraltro incorretta, credendo di aver dimostrato il quinto postulato di Euclide.
Il risultato fu che, non solo non riuscì a dimostrare ciò che si era posto, ma la sua "fede" gli impedì di guardare oltre e di compiere una scoperta che allora sarebbe stata strabiliante.
L'uomo di scienza ricerca senza aver paura di quello che può trovare: la sua missione è scoprire cose nuove.
L'uomo di fede ricerca la dimostrazione delle proprie credenze e raramente tende ad accettare che queste siano contraddette dai fatti.
Sia chiaro, al bar con gli amici anche io mi lascio andare in opinioni, talvolta colorite, guidate in parte dal sentimento ed in parte dalla conoscenza dei fatti (di solito, il primo è conseguenza del secondo); tuttavia, mi piace pensare che questo forum sia frequentato da persone fondamentalmente di scienza, che mantengano quindi l'approccio scientifico nelle discussioni, quale che sia l'argomento.
Naturalmente, questa è un'opinione personale; infatti viene sovente smentita.
"desko":
[quote="gugo82"]Soprattutto, ricordate che credere in Dio non significa essere cristiani, quindi le vostre obiezioni circa la Chiesa Cattolica sono del tutto off topic.
In realtà non sarebbero del tutto OT: la Chiesa cattolica si considera il prolungamento di Cristo nella storia e pertanto è una sorta di intersezione fra Dio e la nostra realtà concreta di tutti i giorni.[/quote]
Nel titolo del thread non è specificato se il Dio in questione è quello dei cattolici, piuttosto che quello degli ebrei, dei musulmani, degli indù etc...
Quello dei credenti è un insieme molto vasto e vario e sicuramente contiene propriamente l'insieme dei fedeli appartenenti a qualunque confessione religiosa: possiamo dire che "Credere in Dio" non implica necessariamente "Credere nella rligione $x$", anche se sussiste l'implicazione inversa.
Per contrapposizione, possiamo pure asserire che "Non credere nella religione $x$" non implica "Non credere in Dio": per questo penso che chiunque adduca come motivazione al suo agnosticismo-ateismo il "cattivo comportamento" della Chiesa Cattolica debba (in generale) ripensare le sue posizioni in materia di fede.
Il fatto che si tenda ad identificare i credenti in Dio come associati alla sola Chiesa Cattolica, oltre che palesemente sbagliato (come visto più sopra), è pure limitante sia per questa discussione sia per i ragionamenti della vita quotidiana: per questo motivo ritengo i commenti successivi a quelli di pag. 6 off topic.
Buoni ragazzi, cerchiamo di mantenere il discorso su basi scientifiche.
Critiche di questo tipo non sono di utilità per nessuno e hanno il solo risultato di infiammare inutilmente una discussione rimasta fin qui su toni corretti ed educati.
Per uno che si chiama Che, immagino sia stato difficile dire queste parole: questa sì che è vera proffessionalità.
Il problema dei latini è che non apprezzano l'umorismo

Soprattutto, ricordate che credere in Dio non significa essere cristiani, quindi le vostre obiezioni circa la Chiesa Cattolica sono del tutto off topic.
La discussione sulla chiesa è partita per vie traverse, daltronde di un argomento come "credete in dio" c'è poco da discutere: si può dire si, no, non lo sò. Ulteriori considerazioni sono del tuto inutili, poichè non si parla della dimostrazione dell'esistenza, cosa impossibile (e che quindi dovrebbe far riflettere tutti i pensatori con memorie popperiane), ma di credenza.
Quindi discussioni del genere nascono con l'ovvia conseguenza che finiranno off topic, e non ci vedo nulla di male: è una buona occasione per imparare qualcosa.
"desko":
[quote="gugo82"]Soprattutto, ricordate che credere in Dio non significa essere cristiani, quindi le vostre obiezioni circa la Chiesa Cattolica sono del tutto off topic.
In realtà non sarebbero del tutto OT: la Chiesa cattolica si considera il prolungamento di Cristo nella storia e pertanto è una sorta di intersezione fra Dio e la nostra realtà concreta di tutti i giorni.
Ma di solito, chi muove contestaioni alla Chiesa, non condivide questo e pertanto i suoi commenti risultano OT.
GRazie ai moderatori che stanno aiutando a riportare il topic sull'argomento.[/quote]Il problema non è condividerlo o meno.
Il problema è, banalmente, la coerenza.
Se si ritiene la Chiesa il "diretto prolungamento di Cristo nella storia", sia così sempre, non solo quando fa comodo...