Credete in Dio?

luluemicia
Ciao a tutti,
ho letto un pò i topic sulla religione e mi è venuto il sospetto (intuito, non verificato perchè lì si parla di altro) che la percentuale di credenti su questo forum sia diversa da quella che io mi aspetterei in media; se così fosse, o io ho una percezione in tal campo errata della media italiana o sono i matematici che la presentano diversa.
Ovviamente nella domanda non ci si riferisce ad alcuna religione.

Risposte
david_e1
Hai perfettamente ragione nnsoxke, il modello "Pascal" (non so se lui ne accatterebbe la paternità una volta messo in questi termini), è un modello molto molto approssimato, per cui ha un interesse pratico nullo (anche perché le ipotesi non sono veramente verificabili), come praticamente tutte le varie prove "razionali" della (non-)esistenza di Dio.

Volevo solo mettere in mostra il motivo per cui mi piace abbastanza il discorso di Pascal: si può mettere in una forma Ipotesi ---> Tesi e, quindi, mi sembra un lavoro "scientifico", anche se, come ogni cosa nella scienza, le vere magagne stanno nelle Ipotesi...

Sk_Anonymous
Nel tuo ragionamento si nota come $f_j$ dipenda molto da quante religioni stanno in $A$ e quante nel complemetare: mi sembrano veramente poche quelle in $A$, quindi se si scegliesse veramente una religione a caso...
L'effetto delle guerre di religione non è considerato: le religioni che ispirano più alla violenza sono quelle che in genere sopraffanno le altre (vedi buddhismo) ed anche quelle che danno meno felicità all'uomo, per cui tendono a diminuire gli elementi in $A$ e ad aumentare quelli del complemetare, o meglio il numero di persone che aderiscono a tali religioni ...Poi la felicità anche di un ateo è fortemente influenzata dal numero di persone che aderiscono alle religioni e che lo considerano come infedele e fanno stress psicologico o quant'altro... Questo non si considera? :D

Sk_Anonymous
"matths87":
Sono ateo.

EDIT: mi aspettavo percentuali completamente diverse, nei risultati del sondaggio. :?


Il test mi pare che sia stato creato male (in buona fede immagino)... La terza risposta è l'elemento di disturbo.
Anche un agnostico secondo me dovrebbe rispondere "non credo nell'esistenza di Dio": un agnostico non crede ma vorrebbe conoscere e questo è impossibile.
La fede non è conoscenza.

david_e1
Va bene. Facciamo un gioco. :-D

Definiamo una classe di religioni che indichiamo con $A$. Si tratta di tutte le religioni tali che:

a. Teorizzino che gli adepti avranno la salvezza, gli altri possono avere la salvezza, ma con una probabilità inferiore o nulla.
b. Impongano una serie di regole morali tali per cui il credente è almeno tanto felice quanto l'ateo.

Th(Pascal): Supponiamo che:

1. Dio sia interessato alla fede dell'uomo.
2. $A$ sia non vuoto.
3. Supponiamo che la probabilità di salvarsi con la religione sbagliata sia zero. (Questa è solo una ipotesi tecnica e penso che si possa rilassare, basta supporre che la probabilità di salvezza sia inferiore con la religione sbagliata e riscalare tutto).

Allora la funzione di ritorno medio di gioia non ha massimo globale sull'ateismo. Anzi la funzione risulta strettamente maggiore del livello "ateismo" su ogni punto dell'insieme $A$.

Dim:
Sia $\alpha>0$ il piacere terrestre massimo e $\beta>0$ il valore della salvezza eterna. Supponiamo $\beta$ finito (nel caso $\beta$ infinito l'argomento credo valga ancora, ma non me ne intendo di conti coi numeri ordinali).

Supponiamo che esistano $N$ religioni numerate con l'indice $i$, confonderemo nel seguito l'insieme $A$ con quello degli indici delle religioni che stanno in $A$, ma la cosa non dovrebbe generare confusione per cui....

Sia $a_i$ la probabilità che la religione $i-$sima sia vera, sia $b_i$ la frazione di gioie terrene che ci fa perdere la religione $i$ (minore di uno per le religioni non in $A$, la supponiamo $1$ per le religioni in $A$).

Ora fissato un individuo $j$, creiamo la funzione di "religiosità" $R$ tale per cui:

$ R_{ij} = 1 \qquad \qquad \text{se j è fedele alla religione i}$
$ R_{ij} = 0 \qquad \qquad \text{altrimenti} $

contiamo con l'indice $0$ l'ateismo (che facciamo finta essere una religione).

Il ritorno atteso medio di piacere per una persona $j$ è:

$ f_j = \alpha R_{0j} + \sum_{i \in A} ( \alpha + \beta a_i ) R_{ij} + \sum_{i \in A^C} ( \alpha b_i + \beta a_i ) R_{ij} $

è banale verificare che, per ogni scelta di religione in $A$ si ha come guadagno atteso:

$\alpha + \beta a_i > \alpha$

Ora è chiaro che questo risultato richiede delle ipotesi, come ogni risultato della scienza. Poi trattandosi di questioni che vanno ben oltre la scienza... comunque è apprezzabile la ragionevolezza di queste ipotesi, che mi pare non ha comune fra questo tipo di argomenti. In particolare la 2. è verificata certamente, la 3. si può parecchio indebolire senza modificare il risultato.... resta solo la 1.

Quindi non capisco cosa abbia fatto di male il povero Pascal perché il suo argomento fosse così poco apprezzato. Da un punto di vista puramente filosofico(*) non è male, secondo me.

-----------------------------
(*) Ovviamente ribadisco che, all'atto pratico, tutti questi discorsi para-filosofici sull'esistenza di Dio lasciano il tempo che trovano...

*** EDIT ***
Non prendetelo troppo seriamente... lascia veramente il tempo che trova, come la dimostrazione dell'esistenza debole di Babbo Natale.

Sk_Anonymous
Sono ateo.

EDIT: mi aspettavo percentuali completamente diverse, nei risultati del sondaggio. :?

Fioravante Patrone1
"david_e":

Infine Pascal non era "solo" un umanista, ma era anche un matematico, quindi non capisco l'affermazione di Fioravante:
[quote="Fioravante Patrone"]
Io credo che la scommessa di Pascal trovi una "audience" assolutamente sproporzionata ai suoi meriti (quali?...) per via della eccessiva ignoranza diffusa tra gli "umanisti" rispetto al metodo scientifico ed alla matematica.

[/quote]david_e, qui non mi riferivo a Pascal, ma agli insegnanti delle scuole superiori (io l'ho saputa da lì) e intellettuali sparsi.


"david_e":

Quella di Pascal e' un'argomentazione che mi ha sempre intrigato perché si può rendere logicamente corretta facendo ipotesi piuttosto labili. Al contrario di altre argomentazioni che, per diventare logicamente corrette, richiedono, di fatto di inserire fra le ipotesi la tesi stessa dell'esistenza di Dio, stile argomentazione a priori di S. Anselmo, che logicamente è perfettamente logica, ma è, di fatto, una tautologia (basta provare a formalizzarla per accorgersene).

Quindi secondo me l'argomentazione di Pascal ha una importanza scientifica molto rilevante nella questione. Peccato che la scienza stessa abbia una rilevanza piuttosto esigua sull'argomento...


In tutta sincerità, trovo che con questa sua argomentazione Pascal abbia raggiunto un livello scientifico molto basso. [size=84][Che possa essere ritenuta una argomentazione di importanza scientifica rilevante mi fa nascere cattivi pensieri sulle altre argomentazioni...][/size]
A sua "discolpa" posso tenere conto che il calcolo delle probabilità stava provando a modulare i suoi primi vagiti.
Però da un pensatore che parla di "esprit de finesse" mi sarei aspettato molto, molto di più. Qui lui dimostra solo di essere succube del pensiero dominante corrente. Veramente un cattivo filosofo. Non a caso ho citato lo "spaghetti fying..."

Lorenzo Pantieri
"david_e":

No su questo non sono d'accordo. La religione cristiana, cui si riferiva Pascal, non è certo di questo tipo, anzi si può tranquillamente sostenere che i cristiani siano felici quanto gli atei, se non di più.

Non hai capito. Ho detto "se". Non mi riferivo a nessuna religione in particolare.

"david_e":

Per quanto abbia riconosciuto che la scommessa di Pascal sia un argomento non del tutto corretto (non avevo pensato al controesempio del Dio amante degli atei), non sono d'accordo per nulla nel dire che sia privo di valore, ma ha lo stesso valore di molte altre argomentazioni, ovviamente non risolutive, che si trovano in giro su questa questione.

Un argomento "non del tutto corretto" è scorretto! :-D

Ripeto che c'è anche un errore di "calcolo delle probabilità" in quel ragionamento.

Concordo sul valore dell'argomento per i credenti, per cui può essere una conferma.

david_e1
"Lorenzo Pantieri":
[quote="david_e"]
Mmmmm a dir poco assurdo, ma da un punto di vista "astratto" tiene. Le altre argomentazioni, invece, non cambiano la sostanza del discorso, perché giocano solo sulle percentuali. In ogni caso anche 0.000000001% > 0% e quindi converrebbe pigliare una religione a caso (con tutti i se e tutti i ma), l'unico appiglio è l'ipotesi di cui sopra che consiste, di fatto, nell'aggiungere l'ateismo alle religioni.

Beh con questo, comunque, mi dico convinto ad abbandonare la "scommessa", avendo, finalmente, visto un argomento logico un minimo consistente contro questa.

Anche senza la possibilità (paradossale!) che nell'al di là vengano premiati gli atei, la scomessa di Pascal non reggerebbe comunque.

Se tu scegli una religione che ti impone (poniamo) sacrifici tremendi, digiuno, veglie, astinenze, letto di chiodi, ecc., sacrificheresti tutti i piaceri che la vita può darti (e che per te sono tutto) per un'esigua probabilità di felicità eterna. Il valore di quello che hai è relativo, non assoluto: rinunciare a tutti i piaceri delle vita per un'infima probabiltà di successo non è conveniente![/quote]
No su questo non sono d'accordo. La religione cristiana, cui si riferiva Pascal, non è certo di questo tipo, anzi si può tranquillamente sostenere che i cristiani siano felici quanto gli atei, se non di più. A seconda anche dei momenti della vita.

Per quanto abbia riconosciuto che la scommessa di Pascal sia un argomento non del tutto corretto (non avevo pensato al controesempio del Dio amante degli atei), non sono d'accordo per nulla nel dire che sia privo di valore, ma ha lo stesso valore di molte altre argomentazioni, ovviamente non risolutive, che si trovano in giro su questa questione.

Infine Pascal non era "solo" un umanista, ma era anche un matematico, quindi non capisco l'affermazione di Fioravante:
"Fioravante Patrone":

Io credo che la scommessa di Pascal trovi una "audience" assolutamente sproporzionata ai suoi meriti (quali?...) per via della eccessiva ignoranza diffusa tra gli "umanisti" rispetto al metodo scientifico ed alla matematica.


Quella di Pascal e' un'argomentazione che mi ha sempre intrigato perché si può rendere logicamente corretta facendo ipotesi piuttosto labili. Al contrario di altre argomentazioni che, per diventare logicamente corrette, richiedono, di fatto di inserire fra le ipotesi la tesi stessa dell'esistenza di Dio, stile argomentazione a priori di S. Anselmo, che logicamente è perfettamente logica, ma è, di fatto, una tautologia (basta provare a formalizzarla per accorgersene).

Quindi secondo me l'argomentazione di Pascal ha una importanza scientifica molto rilevante nella questione. Peccato che la scienza stessa abbia una rilevanza piuttosto esigua sull'argomento...

Lorenzo Pantieri
"david_e":

Mmmmm a dir poco assurdo, ma da un punto di vista "astratto" tiene. Le altre argomentazioni, invece, non cambiano la sostanza del discorso, perché giocano solo sulle percentuali. In ogni caso anche 0.000000001% > 0% e quindi converrebbe pigliare una religione a caso (con tutti i se e tutti i ma), l'unico appiglio è l'ipotesi di cui sopra che consiste, di fatto, nell'aggiungere l'ateismo alle religioni.

Beh con questo, comunque, mi dico convinto ad abbandonare la "scommessa", avendo, finalmente, visto un argomento logico un minimo consistente contro questa.

Anche senza la possibilità (paradossale!) che nell'al di là vengano premiati gli atei, la scomessa di Pascal non reggerebbe comunque.

Se tu scegli una religione che ti impone (poniamo) sacrifici tremendi, digiuno, veglie, astinenze, letto di chiodi, ecc., sacrificheresti tutti i piaceri che la vita può darti (e che per te sono tutto) per un'esigua probabilità di felicità eterna. Il valore di quello che hai è relativo, non assoluto: rinunciare a tutti i piaceri delle vita per un'infima probabiltà di successo non è conveniente!

Lorenzo Pantieri
"Fioravante Patrone":
Grazie a Lorenzo Pantieri per aver fatto un po' di quella fatica che io non avevo voglia di fare.

Io credo che la scommessa di Pascal trovi una "audience" assolutamente sproporzionata ai suoi meriti (quali?...) per via della eccessiva ignoranza diffusa tra gli "umanisti" rispetto al metodo scientifico ed alla matematica.

Mi fa piacere che david_e "veda" dei difetti nella immonda proposta di Pascal. Non vorrei "parlare per lui", cosa che non mi sembra né carina né corretta, ma mi colpisce come una persona con una sensata apertura mentale riconosca abbastanza facilmente che limiti ha la "scommessa". Secondo me, anche un "umanista quadratico medio" potrebbe rendersene conto, se solo fosse un po' più attrezzato tecnicamente e ancor meglio se avesse le mani sporche di grasso. [Non che io pensi che i matematici siano globalmente "migliori", eh! Me incluso, s'intende]

Caro Fioravante, di nulla!

Certo, l'appeal della scomessa di Pascal presso gli umanisti si deve forse al fatto che è raccontata bene (intendo, con belle parole, a loro modo "persuasive"). Scientificamente il suo valore è nullo, s'intende.

In generale, il sito dell'UAAR riporta un'analisi del problema dell'esistenza di Dio molto interessante.

Gli argomenti dei credenti: http://www.uaar.it/ateismo/inesistenza- ... denti.html
E dei non credenti: http://www.uaar.it/ateismo/inesistenza- ... denti.html

È un'analisi molto pacata e "razionale". Il verdetto è quello che ho sintetizzato prima: entrambe le posizioni sono perfettamente ammissibili. Ve la consiglio.

Ciao,
L.

Fioravante Patrone1
Grazie a Lorenzo Pantieri per aver fatto un po' di quella fatica che io non avevo voglia di fare.

Io credo che la scommessa di Pascal trovi una "audience" assolutamente sproporzionata ai suoi meriti (quali?...) per via della eccessiva ignoranza diffusa tra gli "umanisti" rispetto al metodo scientifico ed alla matematica.

Mi fa piacere che david_e "veda" dei difetti nella immonda proposta di Pascal. Non vorrei "parlare per lui", cosa che non mi sembra né carina né corretta, ma mi colpisce come una persona con una sensata apertura mentale riconosca abbastanza facilmente che limiti ha la "scommessa". Secondo me, anche un "umanista quadratico medio" potrebbe rendersene conto, se solo fosse un po' più attrezzato tecnicamente e ancor meglio se avesse le mani sporche di grasso. [Non che io pensi che i matematici siano globalmente "migliori", eh! Me incluso, s'intende]

david_e1
"Lorenzo Pantieri":
Infine, va valutato che, tra le infinite divinità possibili, potrebbe esistere anche quella che subordina la felicità eterna all’assenza di qualsiasi forma di credenza nei loro confronti: si salverebbero solo gli atei e gli agnostici…

Mmmmm a dir poco assurdo, ma da un punto di vista "astratto" tiene. Le altre argomentazioni, invece, non cambiano la sostanza del discorso, perché giocano solo sulle percentuali. In ogni caso anche 0.000000001% > 0% e quindi converrebbe pigliare una religione a caso (con tutti i se e tutti i ma), l'unico appiglio è l'ipotesi di cui sopra che consiste, di fatto, nell'aggiungere l'ateismo alle religioni.

Beh con questo, comunque, mi dico convinto ad abbandonare la "scommessa", avendo, finalmente, visto un argomento logico un minimo consistente contro questa.

Lorenzo Pantieri
"david_e":
Per restare sulla scommessa di Pascal, non vedo quale sia il problema... scegliendo una religione a caso si hanno comunque probabilità maggiori di ottenere la "salvezza" che scegliendo l'ateismo.

No, non è vero.

LA SCOMMESSA DI PASCAL
LA TESI. Questa tesi fu proposta dal filosofo francese Blaise Pascal. L’argomento è il seguente: conviene credere, perché se si crede e Dio esiste si vince la vita eterna; se si crede e Dio non esiste, si vive comunque una vita più lieta rispetto a quella che ha come prospettiva il definitivo annichilimento.

LA REPLICA. Una prima risposta è che le percentuali non sono 50-50. Sarebbe come dire che se compro un biglietto della lotteria le possibilità di vincere o di perdere sono identiche: nel caso in questione, non sappiamo nemmeno quante siano le reali possibilità di “vincere”.
Inoltre, questo argomento non indica in quale religione credere: le religioni sono migliaia, ma solo una può portare alla vita eterna. Come se non bastasse, potrebbe teoricamente esistere una pluralità di divinità: in quale credere? E soprattutto: quali regole seguire? Perché credere in Dio generalmente non basta, le prescrizioni religiose esigono anche l’obbedienza a un numero consistente di regole, condizione indispensabile per evitare le pene ultraterrene.
Peraltro, se Dio ci ha dato la sua intelligenza per credere in lui, e noi non gli crediamo, vuol dire che Dio non ci avrebbe donato abbastanza intelligenza per riuscirci, e questo sarebbe un ottimo argomento di difesa di fronte a un eventuale giudizio divino.
Ancora, anche accettando il ragionamento di Pascal, non è assodato che Dio gradisca che gli si creda solo per un semplice calcolo di convenienza: è più facile pensare che, se esiste e possiede gli attributi del Dio cristiano, giudicherà degni della vita eterna solo coloro che credono sinceramente. Infine, va valutato che, tra le infinite divinità possibili, potrebbe esistere anche quella che subordina la felicità eterna all’assenza di qualsiasi forma di credenza nei loro confronti: si salverebbero solo gli atei e gli agnostici…
L’argomento si riduce quindi a una formulazione di questo tipo: «se sei credente in Dio, è nel tuo interesse credere in Dio». Buono solo per chi una fede già ce l’ha.


http://www.uaar.it/ateismo/inesistenza- ... ti.html#04

cozzataddeo
"Cheguevilla":
Penso sia un segno di civiltà irrinunciabile che la scuola pubblica fornisca, oltre a dei modelli letterari, storici, filosofici e scientifici, anche dei modelli religiosi per interpretare la realtà.
Penso che non ci sia nessun motivo per cui la scuola debba essere tenuta a fornire tali modelli. La civiltà implica che la Chiesa sia libera di insegnare, senza oneri per lo Stato ed in sede diversa da quella scolastica, la sua religione.

Non sono d'accordo. La civiltà e la democrazia implica che i cittadini di uno Stato possano scegliere liberamente e democraticamente se introdurre o meno delle ore di insegnamenti di religione nella scuola pubblica (non necessariamente solo quella cristiana). Naturalmente va lasciata la libertà ad ogni studente di scegliere o meno se frequentare tali ore.
Comunque qui ci confrontiamo su una questione di principio, non credo ci sia possibilità di dirimere la questione.

"Cheguevilla":
[quote="Cozza Taddeo"]Le lezioni di religione di don Diego Semenzin sono state uno degli apporti culturali piú elevati che abbia mai ricevuto dalla scuola pubblica.
Non so se voleva essere un complimento personale a questa persona ma, dal mio punto di vista, è una fortissima condanna nei confronti della scuola pubblica.[/quote]
Beh, effettivamente il fatto che le sue fossero le lezioni in assoluto piú interessanti e coinvolgenti non proietta un'ottima luce sul restante corpo docente. In realtà le sue erano lezioni eccezionali, aveva una cultura sterminata, nella sua ora si parlava di filosofia, letteratura, politica (si ricordava l'entrata in vigore di un sacco di leggi e da che parte del parlamento erano state votate, conosceva l'evoluzione del prezzo del petrolio degli ultimi 20 anni), economia...
Anche gli altri insegnati erano in gamba, da questo punto di vista sono stato molto fortunato...ma lui se li mangiava tutti in un sol boccone! :-D

Cheguevilla
Penso sia un segno di civiltà irrinunciabile che la scuola pubblica fornisca, oltre a dei modelli letterari, storici, filosofici e scientifici, anche dei modelli religiosi per interpretare la realtà.
Penso che non ci sia nessun motivo per cui la scuola debba essere tenuta a fornire tali modelli. La civiltà implica che la Chiesa sia libera di insegnare, senza oneri per lo Stato ed in sede diversa da quella scolastica, la sua religione.

Le lezioni di religione di don Diego Semenzin sono state uno degli apporti culturali piú elevati che abbia mai ricevuto dalla scuola pubblica.
Non so se voleva essere un complimento personale a questa persona ma, dal mio punto di vista, è una fortissima condanna nei confronti della scuola pubblica.

david_e1
Per restare sulla scommessa di Pascal, non vedo quale sia il problema... scegliendo una religione a caso si hanno comunque probabilità maggiori di ottenere la "salvezza" che scegliendo l'ateismo. Quindi il guadagno atteso medio si massimizza scegliendo una religione che:

1. Teorizzi la dannazione per gli "infedeli"
2. Prometta una lauta ricompensa nell'aldilà

chiaramente una religione morbida verso gli "infedeli" non è molto conveniente, per non parlare di una religione che promette l'inferno ai suoi adepti... Nel dubbio poi si può scegliere la religione le cui regole massimizzino il piacere terreno fra le religioni che realizzano 1 e 2.

Ovviamente questo argomento difficilmente potrà mai convincere qualcuno, me ne rendo perfettamente conto, tuttavia dimostra, secondo me, come sia più logico e razionale l'essere agnostico-religiosi. Il guadagno atteso medio è sempre il minimo nel caso di ateismo...

Poi una persona "normale" certamente non basa la propria vita su discorsi di questo tipo, era solo per rispondere a chi sosteneva che la scelta più logica fosse l'ateismo.

cozzataddeo
"Cheguevilla":
La "Church of the Flying Spaghetti Monster" non ha nulla da invidiare, in quanto a veridicità e coerenza intrinseca, a religioni molto più "popolari".
Chi considera valida l'ipotesi della religione cristiana, per esempio, deve altresì ritenere valida questa ipotesi, dal momento che ha la stessa valenza logica.

In quanto cristiano sono perfettamente d'accordo.
Se con l'evolversi della società italiana la religione prevalente fosse quella della "Church of the Flying Spaghetti Monster" e i suoi sostenitori riuscissero democraticamente ad introdurre l'insegnamento della loro religione come materia scolastica non avrei niente da ridire.
Naturalmente per mio figlio sceglierei l'opzione "materia alternativa" (come è possibile fare ora con l'insegnamento della religione cristiana).
Penso sia un segno di civiltà irrinunciabile che la scuola pubblica fornisca, oltre a dei modelli letterari, storici, filosofici e scientifici, anche dei modelli religiosi per interpretare la realtà.
Durante l'ora di religione al liceo è stata svolta una panoramica sulle varie religioni del mondo, sono state introdotte delle nozioni di sociologia e antropologia, sono stati affrontati problemi etici con relative proposte di soluzione delle diverse religioni, ecc. Si è parlato molto anche dei problemi di coppia e della famiglia anche da un punto di vista strettamente laico.
L'ora di religione al liceo (soprattutto al triennio) era davvero una figata spaziale (c'erano un sacco di ragazzi non credenti anche di altre classi che facevano comunque l'ora di religione per seguire le fantastiche lezioni del mio prof. [un prete!] e dibattere costruttivamente con lui).
Le lezioni di religione di don Diego Semenzin sono state uno degli apporti culturali piú elevati che abbia mai ricevuto dalla scuola pubblica.

Cheguevilla
"Fioravante Patrone":
La "scommessa" di Pascal, indipendentemente dalla disquisizione sulla "convenienza" o altro, resta comunque una delle scempiaggini più grandi che mai siano state dette.
Tipico caso di uno scienziato che si innamora del suo prodotto e non si accorge di rendersi ridicolo.

Se la religione del tuo tempo e del suo spazio fosse stata la "Church of the Flying Spaghetti Monster" avrebbe scommesso ineffabilmente su quello.
La "Church of the Flying Spaghetti Monster" non ha nulla da invidiare, in quanto a veridicità e coerenza intrinseca, a religioni molto più "popolari".
Chi considera valida l'ipotesi della religione cristiana, per esempio, deve altresì ritenere valida questa ipotesi, dal momento che ha la stessa valenza logica.

Cmax1
Soy ateo, gracias a dios (Luis Buñuel).

alfabeto2
X Steven...

non so dirti se quello che ho scritto sia già stato scritto da altri.. però il mio ragionamente mi sembra talmente evidente che sicuramente credo che qualcuno abbia già pensato così.

A.B

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