Un parere da voi FISICI. Laurea a 26 anni

Patrik90
Salve ragazzi! ho davvero bisogno del parere di chi studia o meglio ancora è già laureato in Fisica!
Spiego subito perchè.

A breve avrò 21 anni e sono al secondo anno di università, ec aziendale e finanza, il fatto è....che è ho scelto un qualcosa che non mi appassiona quanto uno studio e un lavoro nell'ambito della fisica. Ma premesso ciò, taglio corto al punto.

Cosa vi sto chiedendo? Una cosa di fondamentale importanza, cioè se completando la laurea a 26 anni avrò precluse delle strade.
Mi interessa sapere in cosa avrei problemi, per es. ammissione al dottorato, dottorato retribuito, incentivi, entrare in gruppi di ricerca, eccetera.

Premessa 2: io non conosco il mondo "post laurea" del laureato in fisica da vicino, conosco quello dell'ambito in cui ho trascorso 2 anni e in questo caso la differenza tra finire a 24 o a 26 ci sarebbe eccome. Nulla di totalmente trascendentale ma per esempio quello che potrebbe essere un ottimo posto presso una azienda importante se lo prenderebbe tranquillamente il laureato di 24 anni, ovvio che contano le abilità personale ma quando la concorrenza è alta uno altrettanto bravo si troverebbe sempre.

Quindi, IN TUTTA ONESTA', mi piacerebbe essere informato sulla realtà del post laurea in fisica.

Dico ancora un paio di cose:
-non considero l'idea di finire la triennale e poi passare a fisica perchè perderei solo un ulteriore anno. Per come la vedo io, se sono ancora in tempo di scegliere, scelgo deciso. Tenere un piede in due scarpe non mi è mai piaciuto
Non prenderei la laurea di fisica per sport, ma per fare di quell'ambito la mia vita, in caso ciò non fosse più possibile rimango dove sono.

-per farvi capire le mie paure, vi faccio l'esempio opposto. Uno studente al secondo anno di fisica mi chiede come vedrei un suo passaggio alla mia facoltà, in termini di prospettive. Onestamente gli risponderei che in un settore a cosi forte concorrenza dovrebbe cercare
a) di finire con il max dei voti b) partecipare a programmi di excange c)aumentare il cv con stage e certificati linguistici per poter essere quantomeno concorrenziale. Due anni di ritardo, in diversi sbocchi da me contano.
Chiaro che se il sogno è di lavorare come libero professionista il problema non sussiste, ma avvertirei che le aziende sopra i 25 anni (aziede con prospettive di lavoro di un certo livello) ovviamente tendono a considerare solo chi contrappone ad anni aggiuntivi per terminare gli studi punti di forza nel cv.


Terminando il papiro... cosa mi dite? 2 anni di ritardo quanto incidono?


Arigatò!

Risposte
Mattz1
stessa cosa che vorrei fare io a settembre/dicembre.

La differenza è che io ho finito il terzo anno di ingegneria e ormai punto alla laurea in dicembre. (anche perchè nel mio caso ho più di qualche corso in comune con fisica e ci guadagno a laurearmi ..non solo per non buttare via 3 anni, ma per guadagnarne 1-1.5 nel passaggio).


Stessi dubbi tuoi comunque. Non vorrei che fosse troppo tardi per poter considerare la fisica non solo un interesse.


E' anche vero che:

-non ci sono limiti d'età al dottorato. Più che altro è meglio essere giovani quando si inizia perchè non è detto di riuscire ad avere la borsa di studio ed in ogni caso lo stipendio è basso. Insomma più si invecchia e più darebbe fastidio non percepire nulla.

-quasi tutti i miei prof si sono laureati a 25 anni e hanno poi fatto il dottorato. Alcuni hanno iniziato a 27-28 anni e l'hanno termianto a 31...ed ora sono ordinari nelle loro materie.


devo però osservare che nel loro caso gli anni extra sono serviti (immagino) a raggiongere il 110L senza impazzire...nel nostro caso ci si dovrebbe seriamente impegnare a dare tutti gli esami in tempo e senza poter sforare poi di chissà quanto.


Sul lavoro non so cosa pensare. E' naturale che ci siano aziende che richiedono laureati < 26 anni per poterli plasmare (e sfruttare soprattutto). Ce ne sono altre che richiedono espressamente > 25-26 . Il fatto è che fisica non è tra le lauree più conseguitem (anzi!) e penso che un'azienda seria vada in cerca della qualità prima di tutto.
Insomma..si è arrivati alla triste situazione di richiedere come titoli per un lavoro di cassa al sumermercato un laurea in Scienze della comunicazione o addirittura giurisprudenza ... da questo tipo di aziende mi aspetto anche richieste come anni <25-26 ... da chi è più serio un po' meno.
Senza contare che il fisico se non resta nella ricerca del proprio settore può benissimo fare programmazione e centinaia di altre mansioni dove si richiedono indistintamente matematici/fisici/ingegneri.


Mi farebbe piacere leggere il parere di qualche fisico.

nel mio caso se iniziassi subito dopo la triennale, contando il fattore del compleanno a dicembre inoltrato, mi laurerei minimo a 25 anni e mezzo. Con il bonus di avere parecchi corsi che probabilmente mi terrebbero e iscrivendomi al secondo anno (o 3° con debiti) avrei alla fine 1,5 anni per la triennale un po' più leggeri del solito.

Patrik90
Guarda per le aziende ti posso assicurare che il fattore età non è un parametro soggettivo, per posizioni di un certo prestigio la differenza d'età a parità o quasi di condizione è determinante. In generale se sei sui 30 e non hai esperienze lavorative pure che hai 110e lode ma a certi livelli sul mercato del lavoro sei completamente tagliato fuori. Più che per un discorso di "sfruttamento" del 24enne è che una laurea nei tempi è sinonimo di rispetto delle scadenze e responsabilità. E finire più tardi dovrebbe essere giustificato da ulteriori punti nel cv. Fino ad un anno il problema non sussiste. 2 invece inizierei a temerli.
Ribadisco che sto comunque parlando di posizioni d'eccellenza, difficilmente assumerebbero un 26enne anzichè un 24enne a meno che il 26enne sia in possesso di un cv migliore (stage, excange, 110lode). E' normale sia cosi perchè la competizione è forte, poi ovvio che contano le capacità individuali ossia se sei una capra non arriverai mai in cima.
Inutile dire che nella libera professione questi problemi non si applicano, e neppure nel settore pubblico da quel che ne so, ma parlando del ramo finanza per puntare ad un posto di rilievo eccome.

Anch'io conosco diversi accademici che hanno preso la laurea con diversi anni di ritardo, però è pur vero che parliamo di decenni fa e l'istruzione universitaria non era certo la norma come è oggigiorno.

Finiremmo entrambi a 25 anni quasi 26 (anch'io sono di fine anno), probabilmente i nostri discorsi parranno esagerati a una grossa fetta di persone vista l'età media di laurea in italia, ma è bene ponderare adeguatamente cambiamenti cosi importanti. Sono disposto e felice di abbandonarmi alla mia passione se di questa posso farne la mia vita.

So benissimo che il Fisico è una figura che più di altre per la sua grande versatilità si ritrova a lavorare in ambiti lontani dalla fisica, a me quello che interessa sapere, in tutta onestà, è se lauerarsi a 26 anni riduce le possibilità rispetto ad un 24enne di fare della fisica il proprio lavoro (ricerca, rimanere nell'università, etc.) e se si in quale modo.

Poi bhe.. inutile dire che per andare a lavorare nella finanza a questo punto preferirei rimanere dove sono ora, avrei il titolo più giusto e anni in meno, come immagino tu per fare l'ingegnere tanto vale che rimani dove sei...


Aspettiamo intrepidi una risposta di un Fisico o di chi è nel settore!
Grazie !

Mattz1
La domanda rimane un po' in disparte xD

comunque ho provato a vedere anche casi di lauree "recenti" in età non convenzionale e devo dire che nonostante tutto dopo il 2000 più di un prof. ha preso il dottorato dopo i 27 anni.
Alcuni hanno proprio finito di laurearsi sui 27 anni (non dicono perchè...magari hanno iniziato tardi), altri sui 25, ma hanno capito dopo 1-2 anni che la loro vocazione è l'insegnamento e hanno iniziato il dottorato non immediatamente.


Stiamo comunque parlando di età "basse" . Poi è logico che se sei uno studente di 24 anni, neo-laureato e riesci a fare il dottorato è anche meglio, ma non è strano il non farlo.

Più che altro io ho imparato a puntare sulla piacevolezza degli studi perchè da qui a 4-5 anni chi lo sa quante cose saranno cambiate. Se ne avrò l'opportunità penso che cambierò senza pensarci due volte.
Anche se sono tentato dal pensare nel seguente modo:

>Seguo la strada che mi da più probabilità di successo; alla fine chi davvero riesce o ha delle raccomandazioni importanti, oppure ha quel qualcosa in più che è la passione. Perchè a parità di bravura , solo chi ha passione è disposto ad approfondire determinati argomenti al limite delle proprie capacità.


Ho l'impressione che se l'ingegneria non torna ad interessarmi, potrei anche iscrivermi alla specialistica, ma non ci metterei neppure la metà della passione con la quale affronterei fisica, mentre qualcun'altro in corso con me avrebbe la convinzione che a me manca e sarebbe senza dubbio lui a poter fare bene in quel campo.


ad esempio: in corso con me c'è un ragazzo che ha 4 anni in più. Lavora e si mantiene gli studi, ma quando è a lezione è un drago. Si propone per i progetti più complessi e quando decide di passare un esame col massimo dei voti , in qualche modo lo fa. Un tipo del genere sarebbe stato uno spreco se si fosse fermato al diploma solo perchè erano passati 4 anni.

Patrik90
Bravo, è esattamente il pensiero che sto facendo io: se manca quella passione che ti porta a brillare in un ambito, quell'interesse sincero che ti fa venir voglia di aprire i libri e puntare al massimo... come può non essere negativo anche per la tua carriera lavorativa? Uno pensa "rimango legato al mio ramo per evitare di perdere un vantaggio lavorativo", e poi finisci che perdi anche quello.

Per quanto mi riguarda valgono le stesse condizioni che hai detto tu, vediamo se in questo momento di riflessione mi si rinnova la passione per ciò che studio, altrimenti per andare avanti sforzato cambierò sicuramente.
Certo continuerebbe a farmi moltissimo piacere che qualche fisico intervenga a dirci qualcosa, purtroppo personalmente non conosco persone laureate in tale facoltà.


Nel mentre che attendiamo risposta, tu dove ti iscriveresti a fisica?

Mattz1
ferrara. Perchè già faccio ingegneria là e mi sarebbe probabilmente più comodo per chiedere il riconoscimento di una mole decente di crediti.
Oltretutto il dipartimento è piccolo, ma ben organizzato e sta ottenendo dei risultati molto interessanti nella ricerca di questi ultimi anni. Ha le principali convenzioni "utili" con i vari enti di ricerca , e in generale ha buoni professori molto disponibili. Oltretutto i vari progetti di dottorato sono legati a Padova e Bologna , che fa sempre comodo.

Poi si tratterebbe di trasferirsi dall'altra parte della strada per quanto mi riguarda...il polo scientifico-tecnologico è unico.



Tu che faresti invece?

Patrik90
Io ora studio a Milano, ma non avrei nessun vincolo di spostamento, nel senso che per pagarlo a Milano l'affitto poco mi cambierebbe di pagarlo in un altra città. Qua ci sarebbero statale e bicocca, ho letto buone cose anche su Trieste.. ora come ora tenderei a dire che rimango a Milano.

Patrik90
Mattz temo che non riceveremo mai risposta :-D

cyd1
non sono fisico, nemmeno laureato ma ti dico cosa penso...
l'età conta fino ad un certo punto, se vuoi andare a buttare sangue in un'azienda può essere un criterio discelta, ma non è in genere determinante. conta anche che hai anche due anni di economia che qualcosa di curricolum dovrebbero fare. poi sei tu che porti conoscenza e innovazione quindi se sei bravo sei tu che verrai richiesto e penso che comunque uno\due anni di differenza contino poco rispetto a ciò che sai e che potrai offrire. chiaramente se sei nella media devi nuotare piu forte ,riduco il discorso al caso tu sia un fenomeno :)
non conosco il mondo del lavoro e nemmeno della ricerca quindi su questo non posso dirti nulla. sta di fatto che se ti laurei in economia per fare un lavoro che non ti interessa diventa pesante col passare degli anni, vai a fare quello che ti piace. tanto anche di economisti ce ne sono troppi l'italia sforna a momenti tanti economisti al secondo quanti sono gli avvocati sfornati in america!

l'unica cosa che devi prendere seriamente è la consapevolezza di cosa andrai a studiare, cioè devi sdapere a cosa vai in contro, non basarti su aspettative per poi trovarti a dire "pensavo fosse diverso" per il resto per me puoi mollare quel buco e iscriverti a fisica

Mattz1
"Patrik90":
Mattz temo che non riceveremo mai risposta :-D


è un argomento particolare del resto.
perchè , secondo me, non è affatto tardi per cambiare. Bisogna però cambiare senza rimpianti e con la certezza di fare la cosa giusta.
Quel che io ho deciso è di dedicare i mesi che mi rimangono prima di laurearmi per seguire lezioni di fisica. Inoltre chiederò di fare un tirocinio+laurea su argomenti più fisici che ingegneristici (ottica). Il prossimo settembre (2012) se tutto andasse bene potrei iscrivermi ad una magistrale in ingegneria (come se nulla fosse successo, ma con il piacere di aver seguito dei corsi di fisica), oppure chiedere l'effettivo passaggio a fisica (starà poi al consiglio del corso di laurea l'ammettermi con qualche materia di debito alla magistrale oppure inserirmi al 3° anno con al massimo un 50 crediti da dare).

Ma ci sono tante cose di cui tenere conto ancora.. le aspettative di lavoro, gli spostamenti da fare ... cose ben più importanti di un ritardo relativamente accettabile

laska1
Mi piacerebbe molto sapere quali sono state le vostre scelte!
Il mio percorso è alquanto frastagliato e incerto al giorno d'oggi.

giammane
Ciao ragazzi, ecco il messaggio del fisico.

In breve vi racconto la mia storia. Mi sono iscritto in Ingegenria Meccanica vecchio ordinamento nel 1999 alla sapienza di Roma. L'anno prima della messa in vigore della riforma Zecchino. Nel 2003, dopo 4 anni di ingegneria di cui uno di Erasmus in Francia nel quale ho pensato piu a vivere che a studiare avevo 9 esami VO. Il mio errore e' stato ascoltare tutti i vecchi parrucconi della spaienza a sbraitare dai loro polverosi scranni contro la riforma, se fossi passato prima al nuovo ordinamento sarebbe stato molto meglio.

Inzomma nel 2003 passo a Fisica N.O., che era davvero la mia passione. Si qualche esame me lo hanno convalidato, ma comunque ci ho messo altri 5 anni per prendere triennale e specialistica. laureato a 28 anni proprio nel momento in cui comincia la crisi economica, l'unica cosa plausibile mi e' sembrata partire per un lungo viaggio. Sono passati tre anni, ho girato il mondo, fatto stage non pagati, lavato piatti e fatto il cameriere.

Adesso ho 31 anni e sono al secondo anno di dottorato in Ecologia, in Svizzera, sono pagato 3000 euro al mese e quello che faccio mi piace molto, sto mettendo in pratica tutto quello che ho imparato nel mio percorso non lineare e astratto tra ingegneria e fisica, per risolvere problemi ecologici concreti. Continuo a fare la vita da studente e spesso, molto spesso sono in preda a lancinanti sensi di colpa del tipo "sto in ritardo", che sono da poco coadiuvati dall'arroganza e l'ignoranza di certi personaggi politici italiani, fieri di essersi laureati in tempo come vuole la mamma.

La verita' per me adesso e' una sola. "Non esistono strade". Ognuno ha il suo percorso, c'e' chi sa da subito quello che gli piace c'e' chi ci mette piu' tempo a capirlo, c'e' chi preferisce fare percorsi standard c'e' chi si vuole inventare una carriera, passando dove nessuno e' passato prima. Se volete passare a fisica fatelo! e' affascinante e aprendo la mente, apre anche strade inaspettate, dal punto di vista lavorativo e umano.

in bocca al lupo

GM

Sk_Anonymous
"giammane":

La verita' per me adesso e' una sola. "Non esistono strade". Ognuno ha il suo percorso, c'e' chi sa da subito quello che gli piace c'e' chi ci mette piu' tempo a capirlo, c'e' chi preferisce fare percorsi standard c'e' chi si vuole inventare una carriera, passando dove nessuno e' passato prima.

Belle parole. Nel condividerle, aggiungo una citazione tratta da Il Tao della fisica di Fritjof Capra:
"Qualsiasi via è solo una via, e non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nell'abbandonarla, se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare...Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda...Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente."
Carlos Castaneda, The Teachings of Don Juan

vict85
Allora. Sono uno studente di matematica e, domani, avrò 27 anni. Attualmente sono al primo anno della magistrale in matematica e mi sono laureato a dicembre. Prima di matematica ho fatto, nei tempi, una laurea triennale in scienze politiche (la specializzazione è inutile ora).

Io non mi posso ancora esprimere sul mondo del lavoro e i dottorati ma certo posso dire che laurearti a 26 anni dopo una laurea o comunque dopo aver fatto un percorso molto diverso non è come laurearti a 26 anni mettendoci 7 anni. In curriculum gli anni nell'altra facoltà li segnali (beh, io sono laureato quindi è una ragione in più). Un esaminatore vede che ci hai messo 5 anni e che in più potresti conoscere qualche nozione di economia (o quello che è) e magari potrebbe trovare interessante il perché del cambiamento o che cosa ti ha fornito in più gli anni ad economia. Quindi non lo considererei necessariamente un fattore negativo.

Una cosa che non dovresti dare per scontata comunque è quella di metterci 2-3 anni per la triennale e 2 per la magistrale. Il metodo di studio e altri fattori cambiano radicalmente tra una laurea di tipo economico ed una di tipo scientifico (da ingegneria il passo è piccolo) e quindi potresti benissimo avere difficoltà ad ambientarti nel nuovo ambiente e al nuovo metodo di studio. Io senza dubbio l'ho sottovalutato molto e quindi ne sono stato colpito abbastanza (principalmente mi ha abbassato la media ma comunque ho perso un anno). I ricordi delle superiori di matematica sono un po' sbiaditi e matematica generale (o come si chiama da te) è ridicolo rispetto ad un esame serio di analisi a fisica o matematica. E quelli di fisica non saranno certo più nitidi. Di fatto più sei modesto su questo fatto e meglio è.

In ogni caso l'importante è che tu sappia esattamente il perché vuoi cambiare. Debba saperlo spiegare agli altri e una volta presa la scelta non ti devi voltare indietro. Prenditi tutto il tempo necessario affinché questo avvenga ma alla fine tu devi essere sicuro, consapevole e pronto a prenderti le responsabilità che questa comporta. Nonché dovresti comprendere e saper spiegare perché non hai incominciato sin da subito fisica e prenderti le responsabilità di quell'errore.

laska1
Che bello leggere le vostre parole.
Dunque, racconto la mia storia. Esperienza che nessuno, a parte il mio fidanzato, ha mai ascoltato o interpretato con la giusta attenzione. Eppure io non ci trovo niente di assurdo.
Ho vent'anni. Nel 2010 mi sono diplomata al liceo classico, percorso che ho amato profondamente, in tutti i suoi aspetti ma, una volta terminato, ero molto curiosa di conoscere "cose diverse" e ,tra queste "cose diverse", c'erano la matematica e la fisica.
Cosi ho pensato: "Perché non iscriversi a fisica?". E così è stato, o quasi...
Già. "Quasi" perché se solo questo avessi da dire la mia esperienza non sarebbe poi così diversa da tante altre.
La diversità insorge quando mio padre mi propone di fare un esperimento didattico, per così dire. In sostanza mi dice questo: "Rompiamo le righe. Non studiare a tempo pieno in funzione di una laurea a breve termine come propone l'impostazione sociale (italiana). Applichiamo un altro modello, studia Fisica e cerca di applicare da subito, nel mondo del lavoro, l'esperienza Universitaria".
A questo punto mi spiego meglio. Mio padre ha realizzato, intorno agli anni Novanta, un laboratorio multidisciplinare orientato a creare un modello "perfetto" di manutenzione (principalmente nel settore automotive). In questo laboratorio ha coinvolto ingegneri, fisici, chimici, esperti di elettronica, informatici che, tutt'oggi, lavorano insieme nell'applicazione di questo modello (dall'officina ad applicazioni web e tribologiche, ma non mi dilungo). E allora mi ha proposto di imparare strada facendo, senza abbandonare gli studi ma dilazionando i tempi, guardando e imparando a conoscere la mia strada.
Ovviamente questa scelta non è stata molto appoggiata dal senso comune, diciamo così, e questo, quando sei alle prime armi, un po' ti fa barcollare e dubitare e poi richiede molta buona volontà, dato che 1) la risposta tipica a quanto scritto sopra è: "Ma perché studi allora? Lavora, tanto non hai problemi!" 2) Inizi a dare meno esami rispetto ai tuoi compagni che ti guardano e arricciano il naso 3) la vita che conduci non è propriamente quella di un attuale ventenne.
Io studio perché amo quello che studio e perché amo studiare. Ma mi rendo conto che quello che serve alla realtà attuale (molto molto complessa) non è il semplice laureato in tempi record. Ci viene chiesto qualcosa di più che l'Università italiana e la società italiana spesso non possono o non vogliono offrire.
Questa è in breve l'esperienza che sto facendo e che ci tenevo a raccontarvi. Per confrontarci, per ricevere dritte o critiche e perché reputo questa una bellissima comunità.

vict85
Io ti inviterei ad un po' di modestia. Per prima cosa dubito che ai tuoi compagni possa interessare anche solo minimamente che tu dia più o meno esami di loro. Seconda cosa non ci vedo niente di così rivoluzionario. Ci sono persone che studiano e lavorano per ragioni meno “ludiche” e potrebbero anche sentirsi insultati (alcuni dei quali riescono anche a laurearsi in tempo o quasi).
Se proprio vogliamo vedere questo tuo “esperimento” dall'esterno tu di fatto stai facendo un “lavoro” che richiede conoscienze specifiche abbastanza alte (o almeno così l'hai posto tu) senza possiederne nessuna solo per il fatto di essere figlia del ‘capo’. Al massimo quindi posso pensare che i tuoi compagni possano storcere il naso per l'opportunità che loro certo non hanno avuto. Probabilmente rispondono in maniera aggressiva perché probabilmente percepiscono da parte tua che consideri il loro studio di poco valore.

Starai facendo senza dubbio una straordinaria esperienza e cerca di utilizzarla al massimo ma ti suggerisco di:
1) Non comportarti come se senza questo esperimento riusciresti senza dubbio a dare tutti gli esami in tempo e con voti alti perché non lo puoi sapere e potrebbe risultare fastidioso.
2) Esci dalla tua prospettiva e cerca di vederlo da quello degli altri senza accusarli di non capirti. Nonché cerca di comprendere cosa è la loro di vita da studente.

laska1
Non volevo sembrare immodesta. E ti posso assicurare che, almeno nel mio caso, la "figlia del capo", come dici tu, non è poi così privilegiata.
"Consideri il loro studio di poco valore". Non era questo il messaggio che volevo dare e non è soprattutto questo quello che penso.
Il mio era un desiderio di confronto, davvero, e non una forma di esibizionismo che non sono proprio nello stato di ostentare.
Evidentemente non mi sono spiegata bene e sono risultata pure antipatica.

Mattz1
Pazzesco, controllo le sottoscrizioni e vedo questo topic che ha ripreso vita dopo dialogo serrato tra me ed autore del topic da soli nella prima pagina ... fa piacere leggere un po' di esperienze.

Io la mia decisione l'ho presa alla fine: passo a fisica. Mi sono fatto gli ultimi 7-8 mesi di puro studio 24/7 e ho dato una marea di esami fortunatamente, me ne rimane uno e da finire la tesi in tempi assurdamente brevi per laurearmi alla triennale in ingegneria. A settembre ho seguito dei corsi di fisica (meccanica analitica e fondamenti di misure astronomiche) e mi sono piaciuti tantissimo, se riesco a portare a termine tutto entro fine marzo avrò la possibilità di fare 4 esami "singoli" di fisica che mi verrebbero poi ovviamente riconosciuti. A settembre proverei a chiedere l'ammissione al 3° anno di fisica con 1-2 materie di debito da recuperare, ma nulla di drammatico.
E' un fastidio immane dover pensare fuori dai canononi classici come: "scelgo l'università, faccio 5 anni e se nel frattempo mi accorgo che ho sbagliato sto zitto", però se la mia strada è quella posso farci poco se non essere contento di averla trovata.
Il rendimento ad ingegneria è aumentato da quando ho deciso di lasciarla e studio molto più volentieri perchè so esattamente perchè lo faccio.
In ogni caso grazie davvero per le varie testimonianze

vict85
"Mattz":
A settembre proverei a chiedere l'ammissione al 3° anno di fisica con 1-2 materie di debito da recuperare, ma nulla di drammatico.


Dopo i passaggi gli studenti escono dal normale concetto di anni. Quindi tu avresti una sorta di curriculum personale con un certo numero di crediti dati. Non hai "debiti" e penso che non ti convenga considerarli tali. Detto questo se sono solo 1-2 materie tieni conto che puoi dare fino ad 80cfu in un'anno. Quindi potresti prendere in considerazione di provarci in un anno.

Poincare
Se fossi in te, mi darei un tempo: se nn sei al terzo anno concluso tra un anno e mezzo, cambia tutto
Se ti trovi in difficoltà, studia con altre persone( anche la ricerca procede in team) o fai un'esperienza all'estero
Infine..nn è tanto l'età, ma proprio il non ruolo che il fisico ha nella società.
Non è un caso che la maggior parte dei laureati in fisica non fa fisica( elettronica, informatica, consulenza di varia natura)
In ogni caso laureandoti sotto i 30 anni puoi facilmente reinventarti un nuovo lavoro, se nn riesci a fare il fisico( ricercatore o prof)
In bocca al lupo
da Riccardo

Rufus T. Firefly
Ciao a tutti,

lo so che questo thread e' vecchio di un'era geologica, ma non posso fare a meno di sentirmi coinvolto. Probabilmente non frega piu' niente a nessuno... sono passati 7 anni dal primo messaggio e suppongo che ormai chi cercava consiglio abbia fatto le sue scelte, ma vorrei comunque condividere brevemente anche io la mia storia, giusto perche' mi sento un po' parte di questa famiglia di fisici "ritardatari".

Dopo un anno sabbatico passato a girare l'Australia subito dopo la maturita', mi iscrivo a Design Industriale, convinto di aver finalmente trovato la mia strada. Concludo la triennale e vado a fare un tirocinio in uno studio cinese, vicino a Shanghai, che sarebbe dovuto durare 4 mesi. Passa un mese e mi rendo conto che quello che sto facendo mi repelle. Mi sembra di sprecare completamente il mio tempo. Quindi mollo tutto, ma resto comunque in Cina i miei 4 mesi, pero' facendo dell'altro, lavoretti di ogni tipo e viaggi in autobus.

Dopodiche' decido di tornare e iscrivermi a Fisica, proprio perche' penso che sia "una via con un cuore", per dirla alla Carlos Castaneda (adoro quel libro). Beh in realta' non proprio Fisica... mi iscrivo alla triennale di Scienza dei Materiali, per tentare di non ripudiare completamente la mia prima formazione di Designer, ma durante i 3 anni mi rendo conto che non c'e' niente da fare, la mia passione e' proprio la Fisica. Quindi mi scelgo tutti i corsi opzionali a Fisica, faccio la tesi con un prof. di Fisica e alla Magistrale, ovviamente, passo a Fisica!

Adesso vi sto scrivendo dal mio ufficio all'Institut Lumière Matière, in un centro di ricerca francese, a Lione. Sto facendo uno stage di 6 mesi, e a luglio, se tutto va bene, mi laureo. Mi trovo benissimo, sono circondato da persone fantastiche e, anche se non so come saranno le prospettive di lavoro/dottorato, sono ottimista. Piu' che altro perche' so che qualunque cosa finisca a fare sara' ordini di grandezza migliore di cio' che facevo, 5 anni fa, nello studio cinese.

Fine della storia.

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