[WTF] Cosa succede a scuola?

gugo82
No, seriamente... Ma che diamine sta succedendo?

Ho appena terminato la prima sessione di esami per il corso di Analisi I agli ingegneri.
Il compito che assegno di solito ai miei studenti è standard:

    [*:28mbbrcv] un paio di conticini coi numeri complessi (determinare modulo ed argomento, scrivere in forma trigonometrica un rapporto di potenze e calcolo delle radici);

    [/*:m:28mbbrcv]
    [*:28mbbrcv] determinazione del dominio "naturale" di una funzione elementare composta, con annesse considerazioni topologiche banali sulle proprietà di tale dominio (tipo: è aperto? è chiuso? è limitato? etc...);

    [/*:m:28mbbrcv]
    [*:28mbbrcv] studio di una funzione razionale con valore assoluto (fino agli estremi relativi);

    [/*:m:28mbbrcv]
    [*:28mbbrcv] calcolo di un integrale in fratti semplici.[/*:m:28mbbrcv][/list:u:28mbbrcv]
    Tempo concesso: due ore.
    Possono consultare il manuale (su cui ci sono esercizi della stessa tipologia, anche più difficili); se serve possono usare la calcolatrice (ma non ce n'è quasi mai bisogno, perché le approssimazioni "a occhio" sono immediate e funzionano sempre).

    Insomma, compito standard ed, anzi, molto meno difficile di molti altri testi d'esame e con modalità più friendly rispetto a quelle che vedo in giro (meno tempo e/o no libro e/o no calcolatrice e/o docente con la cazzimma...), eppure...
    Eppure la stragrande maggioranza dei miei studenti non è riuscita a consegnarmi (tra prove in itinere e esami scritti) una prova svolta interamente bene.

    Si segnalano:

      [*:28mbbrcv] MOLTI errori di calcolo numerico (tipo \(\frac{\sqrt{6}}{2\sqrt{2}} = \text{\dots Boh!?!}\) nel calcolo dell'argomento di un numero complesso... Ma anche con la somma di frazioni siamo messi male!);

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] MOLTI errori di calcolo letterale (e.g., \(2e+2e=2e\));

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] MOLTI errori nell'impostazione delle disequazioni per la determinazione del dominio di funzioni elementari notissime (ad esempio, della radice quadrata o del logaritmo);

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] impossibilità di svolgere la divisione di due polinomi (con la divisione lunga o anche con le "mazzerelle" di Ruffini);

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] incapacità a risolvere sistemi lineari con altri metodi che non siano quello di sostituzione[nota]Questo è anche da mettere in connessione con il compartimento stagno che, secondo gli studenti, separa l'Analisi dall'Algebra Lineare studiata per il corso del collega.[/nota];

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] totale sconnessione tra la teoria letta sul testo e la pratica negli esercizi;

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] totale incapacità nell'impostare e risolvere semplici problemi di estremo;

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] incapacità di tradurre dalle formule al linguaggio naturale e viceversa, di usare il linguaggio naturale al posto di usare simboli che non si ricordano;

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] incapacità di usare il linguaggio naturale per costruire brevi periodi del tipo "se... allora..." (che occorrono sovente nell'enunciare e nel dimostrare teoremi) o altre proposizioni di varia natura... Insomma, analfabetismo;

      [/*:m:28mbbrcv]
      [*:28mbbrcv] incapacità di dare ascolto ai consigli del docente[nota]Mie prime parole in aula, il primo giorno di lezione, dopo aver introdotto il programma del corso (addì 22 settembre 2014): "Mi raccomando, cominciate fina da ora (nel caso non l'aveste già fatto per i test) a ripetere le disequazioni, di tutti i tipi e di tutte le specie. Durante il corso, vedremo come e perché esse vanno risolte in certi modi o con certe tecniche, ma se non avete già la manualità giusta per risolverle tranquillamente, non riuscirete a superare né le prove in itinere né gli esami scritti."[/nota].[/*:m:28mbbrcv][/list:u:28mbbrcv]

      Ora, chiedo ai docenti delle superiori e delle medie che bazzicano il forum: ma che cavolo sta succedendo nella scuola???
      Perché la gran parte dei miei studenti (e di quelli dei colleghi, a quanto ne sò) non ha i "requisiti minimi" per entrare in un'aula universitaria?

Risposte
gugo82
Ok... Forse avevo impostato male il discorso.
Lo riprendo, da un'altra angolazione.

Dato che ho riscontrato tutti questi "meno" negli studenti, immagino che, in generale, la preparazione dei maturandi di oggi sia diversa da quella di 15 anni fa (i miei tempi), ossia che le competenze acquisite durante il corso di studi secondari possano essere molto diverse dalla mia.
Dando per scontato che gli studenti, mediamente, escano dalla scuola secondaria senza "saper far di conto" (non dico "a mente", ma nemmeno poggiando penna su carta) e senza avere un "ordine mentale" che consenta loro di scrivere dei compiti di Matematica accettabili, quali competenze hanno rimpiazzato il "far di conto" e lo "scrivere ordinatamente"?

Insomma, cosa viene insegnato agli studenti al posto di svolgere decentemente e con ordine un compito di Matematica?
Viene svolta un'attività "di ricerca" (a livello informale[nota]Perché la capacità di formalizzazione mediamente manca[/nota])?
Gli studenti "ragionano" su problemi?
Se sì, quali? Di che tipologia?
Vengono acquisite competenze di tipo informatico? (Perciò il problema del calcolo puro e semplice passa in secondo piano?)

Un grazie a chi vorrà dire qualcosa in merito.

Epimenide93
"gugo82":
quali competenze hanno rimpiazzato il "far di conto" e lo "scrivere ordinatamente"?

Si potrebbe rispondere con due parole, ma risulterebbe volgare.

"gugo82":
Insomma, cosa viene insegnato agli studenti al posto di svolgere decentemente e con ordine un compito di Matematica?

A dissimulare il possesso di conoscenze che non hanno.

"gugo82":
Gli studenti "ragionano" su problemi?

No. Vengono insegnati i metodi di risoluzione meccanica di problemi sempre uguali in maniera del tutto indipendente da qualsiasi "conoscenza". Così come nelle materie umanistiche non viene inculcata una capacità critica ma vengono fatte imparare opinioni altrui a memoria. Se anche qualche mosca bianca di professore prova ad impostare il suo insegnamento in maniera diversa, uno studio passivo è comunque sufficiente per garantire dei risultati, anche buoni. Per questo, gli strumenti, sebbene acquisiti, vengono facilmente dimenticati una volta "passato il compito" e la media dei voti è, su un campione abbastanza ampio, completamente scorrelata sia dalla cultura in un senso ampio che da una qualche forma di abilità matematica, per andare nello specifico. Dirò un'ovvietà, ma ci tengo ad essere chiaro. È normale che si possa avere una cultura anche senza avere un'istruzione. Ma dall'altro lato l'istruzione dovrebbe garantire una certa cultura. Per come la vedo io in Italia cultura e istruzione sono due cose completamente indipendenti.

"gugo82":
Vengono acquisite competenze di tipo informatico? (Perciò il problema del calcolo puro e semplice passa in secondo piano?)

No, a meno che non mi sia sfuggito qualcosa ed il risolvere equazioni di secondo grado implementando le formule risolutive in Pascal possa mettere in secondo piano il calcolo.

So che è difficile da accettare, ma semplicemente il sistema di istruzione in Italia è allo sfascio. Ovviamente la situazione non è irrecuperabile, ma quelle che dal mio punto di vista sono le condizioni necessarie per invertire il fenomeno (condizioni sia di tipo culturale che di tipo sociale) sono, a meno di una ristrutturazione radicale del sistema, inapplicabili. Per fortuna sembra che l'università sia ancora salva, tutto sommato, ma direi che anche lì il trend è in declino.

Il che lascia chi prende coscienza del problema con l'amletico dubbio: tentare di cambiare le cose sentendosi dire continuamente che vanno bene così come sono ed essendo per giunta ostacolati o fuggire a gambe levate?

Prima che qualche osservatore dell'ovvio venga ad accusarmi di disfattismo, pongo la domanda: è meglio prendere coscienza dei problemi o continuare a mettersi il prosciutto sugli occhi? La situazione non può essere arrivata a questo stadio nel giro di pochi anni.

gio73
@Epimenide: da quanti anni sei uscito dal liceo?

Io ne ho un bel ricordo: ho imparato un sacco di cose.

Дэвид1
Epimenide non sarai un po' esagerato? Questi problemi esistono ma non in misura così estrema...
Se la scuola fosse veramente così non riuscirei ad autospiegarmi il mio interesse in così tante materie, anche culturali e poco "ordinarie" per ragazzi della mia età. E non solo scientifiche, anche umanistiche.

gugo82
Ringrazio chi ha risposto per le opinioni che ha espresso... Ma non posso fare a meno di notare che sono intervenuti molti studenti e pochi docenti, ai quali la domanda era prevalentemente indirizzata.
Infatti, qui sto cercando una risposta tecnica ad un quesito tecnico, in modo da cercare di fare meglio il mio lavoro all'università l'anno venturo (ammesso e non concesso che venga bandito qualche incarico di docenza a contratto e che io prenda l'incarico).

Any help?

Epimenide93
[ot]
"gio73":
@Epimenide: da quanti anni sei uscito dal liceo?

Mi sono diplomato nel 2012.

@Devid Non vedo il nesso con le mie critiche, io non critico le materie, che per lo più sono interessantissime, io critico il modo in cui spesso vengono insegnate e soprattutto (anche nel caso in cui vengano insegnate bene) i criteri di valutazione. (Durante la mia carriera scolastica ho anche conosciuto una sola professoressa "sovversiva", ma il miglioramento che lei poteva apportare veniva soffocato benissimo dai varî consigli di gabinetto.) È ovvio che uno studio fatto con criterio rende il liceo (e immagino qualsiasi scuola superiore) estremamente utile e appagante, il punto è che il sistema scolastico favorisce uno studio completamente scriteriato che per ogni persona competente che tira su, tira su altre cinque scimmiette ammaestrate e dieci furbetti. E rende l'esperienza frustrante, specie verso la fine, in vista della Somma Farsa. Sulla mia pelle: sono molto soddisfatto di alcune delle cose che ho appreso durante il periodo del liceo, ma altresì mi rammarico delle cose che erano a mia disposizione e che non ho appreso perché io non ne avevo allora l'interesse ed il sistema prima di tutto non è riuscito a presentarmele in maniera che mi risultassero gradite e poi mi ha permesso di farne a meno.

È il caso di continuare la conversazione, se deve continuare, via MP o in un altra discussione. Mi scuso per l'off-topic e per aver frainteso a più riprese lo scopo della discussione.[/ot]

Palliit
Credo, gugo, che la risposta alla domanda che poni sia sostanzialmente contenuta nel primo intervento di @melia, nel quale mi ritrovo assolutamente. Negli ultimi decenni la scuola superiore ha subito un'evoluzione consistente principalmente, a mio avviso, nell'assumere la selettività come una valore negativo da abbandonare, trasformandosi di fatto in una scuola dell'obbligo dalla quale tutti hanno diritto di uscire in un modo o nell'altro con un diploma. Di fatto oggi un ragazzo di 20 anni in possesso della sola licenza di terza media credo che venga considerato, a livello di potenzialità di ingresso nel mondo lavorativo, nello stesso modo in cui come vent'anni fa o poco più sarebbe stato considerato un analfabeta.
E tra l'altro i nuovi programmi del ministro Gelmini non c'entrano ancora, gli studenti universitari del corrente anno sono ancora quelli del vecchio ordinamento. Aspettati faville a partire dall'anno prossimo (i programmi sono stati ampliati spaventosamente rispetto alla quantità, con un abbassamento clamoroso del livello di approfondimento dei singoli argomenti).
Forse il massimo è stato toccato quando l'allora ministro (era Luigi Berlinguer?) abolì gli esami di riparazione sostituendo l'insufficienza col famoso "SEI con asterisco", ma di fatto anche dopo l'abolizione di quella che gran parte dei docenti considerarono un'enormità lo stile è rimasto quello che @melia ha ben descritto. Nel mio liceo ragazzi che portano tre materie a settembre vengono puntualmente promossi se ne "riparano" anche una soltanto, non importa quale, perché "il ricorso è sempre dietro l'angolo", "diamogli ancora una possibilità", "ci penseranno gli insegnanti del prossimo anno a fermarlo" e via discorrendo. E tutto ciò non ha nulla a che fare con la professionalità o meno degli insegnanti, io vengo (o venivo?) di norma considerato piuttosto esigente ma di fronte ad una politica collettiva che rema in una direzione devo volente o no adeguarmi e considerare normale che in un liceo scientifico si possa essere ammessi alla classe successiva avendo una quasi totale incapacità di gestione delle mie materie (matematica e fisica). Beninteso, non mi ritengo un forcaiolo, semplicemente vorrei che le cose venissero dette chiare e tonde anziché simulare l'esistenza di certe direttive per poi spingere esplicitamente ad aggirarle.
Così arrivano ad uscire dalla quinta studenti che sono totalmente privi di consapevolezza dei loro limiti e che spesso sono incapaci di operare scelte universitarie adeguate alle loro capacità. A volte trasecolo ancora quando sento di Tizio, che dopo essere arrivato faticosamente e senza nessuna base in matematica/fisica alla fine dell'iter scolastico (ignorando tra l'altro gli inviti al reindirizzamento) si iscrive a facoltà come Ingegneria o simili. E francamente mi dispiace che debba perdere a 18/20 anni il tempo che probabilmente gli sarebbe pesato meno perdere a 14/16.

gugo82
@ Palliit: Detto brutalmente, non mi interessa (almeno qui ed ora) che gli insegnanti del liceo non possano essere tanto selettivi quanto vogliano... Non è questo il problema.
Quello che vorrei sapere è cosa insegnano e come lo insegnano; se hanno cambiato approccio rispetto a 15 anni fa; etc...

Mi rifiuto di credere che studenti che si iscrivano ad Ingegneria (per dirne una) non sappiano gestire/applicare in alcun modo semplici nozioni matematiche.
Qualcosa, in qualche modo, devono pur saperla fare... Altrimenti cosa devo mai pensare?

Che un'intera generazione d'insegnanti si stia ritirando dal proprio dovere per timore di nonsoché?
E che, per pura paura di questo certo nonsoché, stia deliberatamente acconsentendo a formare degli analfabeti?
Converrai con me che è abbastanza inquietante come visione...

FE7
Per rispondere alla tua domanda, Gugo82: no. I programmi e le modalità di insegnamento non sono sensibilmente cambiate rispetto a 15 anni fa. Almeno non in maniera tale da giustificare con un "cambio di metodi e obbiettivi" le lacune che hai riscontrato.
Vorrei anche far notare che in questo post gli studenti hanno "incolpato" gli insegnanti, gli insegnanti gli altri insegnanti o i presidi , i presidi probabilmente incolperebbero i politici e i politici gli altri politici e il governo, quindi "governo ladro!" come si suol dire......

vict85
Io sinceramente non penso sia la scuola. Insomma, io sono uscito dalle superiori solo 10 anni e fa e tu (Gugo) solo 3 anni prima di me. Gli insegnanti sono pressoché gli stessi, forse un po' più vecchi e stanchi, ma sono sempre loro. Inoltre insegneranno più o meno le stesse cose.
Devo sinceramente inoltre dire che non penso che le mie abilità matematiche siano merito dei miei professori delle superiori, anzi, nei primi anni delle superiori ho cambiato più volte professore e non considero la mia professoressa degli ultimi tre anni la migliore del mondo. L'insegnante aiuta ma la differenza spetta allo studente, non bisogna aspettare che ti venga data. Probabilmente il mio maestro delle elementari ha influito di più in questo dandomi la passione per la matematica, o forse ancora prima mi è stata trasmessa dai miei genitori.
Io penso che ci siano due fattori predominanti all'abbassamento del livello medio (i bravi studenti sono sicuro continuino ad esserci). La prima sono i genitori meno esigenti e forse meno presenti. Insomma i miei genitori e i genitori dei miei coetanei si aspettavano in genere che noi ci impegnassimo a scuola. Ora lo fanno ma in modo diverso, mi paiono più spaesati rispetto alle difficoltà dei figli (e non mi sembra che si impegnino troppo a nasconderlo ai figli stessi). Il secondo è una maggiore incertezza verso il futuro. Insomma, una volta c'era l'idea che studiare ti portasse ad un miglioramento della condizione di vita, adesso invece questa idea è molto meno forte. Insomma viene a mancare il principale stimolo allo studio per le persone che non provano piacere in esso, ovvero per la maggioranza.
Una terza ragione potrebbe inoltre essere che noto una maggiore aspettativa verso gli altri. Insomma tutti si aspettano qualcosa dagli altri senza chiedersi troppo che cosa dovrebbe invece fare loro :roll: . O forse è solo che una volta ero meno attento a queste cose e non ci facevo caso. Probabilmente è così.

Palliit
"gugo82":
Quello che vorrei sapere è cosa insegnano e come lo insegnano; se hanno cambiato approccio rispetto a 15 anni fa;

Direi anch'io, con vict85, che le cose che si insegnano sono sostanzialmente le stesse di 10, 15 o 20 anni fa, almeno nel liceo scientifico e fino allo scorso anno scolastico. Tra i colleghi ci sono, ovviamente, quelli che del programma da svolgere non trascurano neanche un pelo e quelli che invece fanno poco o niente, ma questo non dovrebbe incidere sul grande numero.

"gugo82":
Mi rifiuto di credere che studenti che si iscrivano ad Ingegneria (per dirne una) non sappiano gestire/applicare in alcun modo semplici nozioni matematiche.

Questi studenti possono anche aver avuto l'insegnante di matematica più rigoroso e preparato d'Italia, facente comunque parte di un consiglio di classe complessivamente orientato per la sufficienza a maggioranza nel caso di unica insufficienza anche grave in una materia.

"gugo82":
Che un'intera generazione d'insegnanti si stia ritirando dal proprio dovere per timore di nonsoché?

Quale intendi che sia il dovere di un insegnante delle superiori? Io ho maturato la convinzione, per adeguarmi a quanto il ministero (cioè in ultima analisi il mio datore di lavoro) mi richiede, che sia fornire all'utenza la possibilità di ricevere la preparazione migliore possibile. La scelta di che farne, di questa possibilità, sta all'utenza stessa, ed entro certi limiti non sta a me come singolo individuo decidere se il percorso scolastico possa o no proseguire in relazione ad una mancata assimilazione dei contenuti che io ho proposto.
Sottolineo che non si tratta di una accettazione della volontà di organi a me superiori per fantozziano desiderio di compiacimento dell'autorità, bensì per il fatto che lavoro in un organismo di dimensione statale e che deve funzionare rispetto ad una linea scelta a livello direzionale. Altrimenti detto, non posso essere io a decidere quali linee didattiche siano più adeguate per le generazioni presenti e/o future, viceversa il rischio è di diventare una voce che grida nel deserto.

Epimenide93
Mi si scusi se torno sull'argomento, ma certe allusioni (che spero di aver frainteso e se questo è il caso invito gli utenti a farmelo presente) le trovo allarmanti. Sia @melia che Pallit riconoscono che gli studenti vengono promossi senza che questi abbiano i requisiti necessari [nota]a margine: ricordo che un diploma, dovrebbe attestare certe competenze, e la commissione che lo promuove si prende la responsabilità di fare da garante del fatto che chi lo riceve ha dette competenze[/nota], cosa che gugo82 ha riscontrato guardando alla preparazione delle matricole, vict85 riconosce che c'è un tendenziale disinteressamento da parte dei genitori, ma sia FE, sia vict85, sia Pallit alludono ad una responsabilità personale dello studente. Cioè, se capisco bene, gli studenti (e non pochi rari, ma tutti gli studenti, o la maggioranza) dovrebbero prendere coscienza del fatto che i professori sono diventati permissivi e i genitori disinteressati alle questioni scolastiche, comprendere da sé l'importanza della faccenda, farsi carico della responsabilità e supervisionare se stessi? Ma siete mai stati adolescenti, o siete passati direttamente dall'infanzia all'età adulta?

@FE, il problema dell'istruzione, come il 99% dei problemi italiani, è riconducibile ai soliti: nepotismo, clientelismo, corruzione. Certo, la responsabilità è dei singoli cittadini, ma se il cittadino non viene educato, capirai che si entra in un circolo vizioso che precipita spiralmente verso l'inciviltà. Tanto più se quei pochi che prendono coscienza del problema invece di riconoscerlo lo sminuiscono. Le campagne anti-vaccinazione (un solo esempio tra troppi) sono un segnale del punto in cui ci troviamo.

Zero87
"FE":
Per rispondere alla tua domanda, Gugo82: no. I programmi e le modalità di insegnamento non sono sensibilmente cambiate rispetto a 15 anni fa.

Mah, rispondendo a gente delle secondarie ho visto quesiti sulle serie, sulle successioni, sull'induzione... tutta roba che ho fatto solamente all'università e non allo scientifico (che poi ho fatto il pni, come vict se non erro).
in questo post gli studenti hanno "incolpato" gli insegnanti, gli insegnanti gli altri insegnanti o i presidi

Avendo fatto ripetizioni, mi viene spontaneo incolpare gli insegnanti che hanno insegnato a quei ragazzi, sentendo anche da loro come insegnano. Ma sono certo che i ragazzi hanno le loro colpe, e tante: ricordo sempre che andavo a liceo/università per studiare, cioè facevo parte di quel 10% che la pensava così (quindi il restante 90%...); gli altri mi prendevano in giro perché studiavo.
Ma siete mai stati adolescenti, o siete passati direttamente dall'infanzia all'età adulta?

M'hanno insegnato il rispetto e altri valori che non vedo più: quando ero adolescente "studiavo e zitt" (come si dice dalle parti mie) perché dovevo fare quello, ero stato educato a fare il mio dovere e rispettare le leggi.
Vebbè che in Italia quasi che chi rispetta le leggi è penalizzato e chi non le rispetta sta ai piani alti a fare queste leggi.
se il cittadino non viene educato

In Italia se il cittadino viene educato, si diverte a fare altro per principio.

Intermat
"Palliit":

[quote="gugo82"]Mi rifiuto di credere che studenti che si iscrivano ad Ingegneria (per dirne una) non sappiano gestire/applicare in alcun modo semplici nozioni matematiche.

Questi studenti possono anche aver avuto l'insegnante di matematica più rigoroso e preparato d'Italia, facente comunque parte di un consiglio di classe complessivamente orientato per la sufficienza a maggioranza nel caso di unica insufficienza anche grave in una materia.
[/quote]
Essendo solo uno studente vorrei solo sottolineare come abbia ragione Palliit. Io ho amici che al termine del liceo (quindi 4 anni fa) si sono iscritti ad Ingegneria pur avendo alle spalle una carriera colma di 4 in matematica e fisica. Ora, secondo voi, tali miei amici, dopo 4 anni di università dove sono? Sempre lì...ancora a combattere con uno scritto di analisi I (che però a Tor Vergata è nella versione che gugo82 descriveva all'inizio come "non friendly").

PS: Io credo che i programmi del liceo (PNI) siano più che sufficienti per avere le basi per superare Analisi I senza eccessive difficoltà. Io, bocciato ben 2 volte ad Analisi I (nella prima sessione disponibile) a causa della mancanza di studio (all'università e non al liceo), quando ho deciso di prepararmi per bene ho superato lo scritto senza troppi problemi. Alla fine feci errori stupidi e non feci un esercizio (perché non avevo studiato un argomento intero: i numeri complessi) [nota]Mi era sfuggito dato che era l'unico argomento assente sul libro di testo che il professore per il resto seguiva pedissequamente[/nota] e presi un 19 allo scritto che però divenne un 24 all'orale con il prof. che non si spiegava come mai fossi andato così male allo scritto se all'orale sapevo perfettamente tutto quello che c'era nel programma (a quel punto avevo recuperato la carenza sui complessi!). E per preparmi allo scritto non feci praticamente nessuno studio di funzione...in media quelle che ci dava il prof. al liceo erano più difficili!
Questo per dire che, a mio avviso, dipende molto dal professore del liceo. Professori bravi e severi (che però da me non hanno mai bocciato!) riescono a portare gli studenti, anche le capre, ad un livello più che sufficiente. Io, da studente, inviterei molti giovani docenti (del liceo) a riflettere sul loro metodo di insegnamento che spesso è completamente inadeguato.

[ot]Devo dire però che i professori del liceo hanno anche i loro limiti, soprattutto i professori (quelli pigri e indolenti) di matematica e fisica. Infatti un mio amico, che al liceo ha preso almeno una volta il debito (a fine anno) in fisica ora si sta laureando proprio in Fisica. Sicuramente non era colpa sua ma di un professore che, rispetto agli altri, aveva una linea completamente diversa. Avendo vissuto quella classe del liceo devo dire che c'era uno scollamento totale tra materie scientifiche e umanistiche. Le prime (negli ultimi tre anni) erano di una difficoltà estrema (grazie ad un professore eccezionale e bravissimo che però pretendeva molto) mentre le altre erano di una semplicità estrema (grazie a prof. indolenti, buonisti o rassegnati al fatto che "tanto passano tutti"). Insomma è colpa anche dei docenti che spesso non sono in grado di capire la preparazione degli studenti. E questo, nel mio vissuto scolastico, è tanto più frequente per i docenti di matematica e fisica che, forse per deformazione professionale, hanno dei criteri alquanto perversi per valutare (es. una prof. del biennio metteva i voti seguento un algoritmo, risultato: V.B 0.8/10; M.P 1.2/10 e così via! La cosa grave è che poi la media del quadrimestre era fatta con quei voti. Capite voi stessi la gravità di un 1.2 sulle 3/4 verifiche di un quadrimestre![/ot]

xAle2
Arrivato al quinto anno di liceo e avendo preso in pieno qualasiasi riforma della scuola sento che posso dire la mia su questo argomento.
Premesso che frequento un liceo scientifico tradizionale (4 ore di matematica, 3 di latino dal primo fino al quinto, 3 di fisica dal primo anno, 2 di storia, 3 di filosofia). E' facile capire come il termine scientifico sia al quanto ambiguo. Probabilmente mi diplomerò in "tuttologia" e non lo dico per vantarmi anzi... Si può avere una bellissima media anche essendo fortemente poco portati nelle materie scientifiche che alle fine sono 2/3. E se hai tutti voti alti a fine anno vuoi che ti lasciano l'unico 6 a fisica... In questo senso vedo una notevole differenza con degli amici che frequentano il classico. Persone molte preparate ma attenzione in Greco/Latino per esempio. A fine anno poi si ritrovano 9-10 a Fisica/Matematica/Scienze. Per arrivare ad un 7-8 ad Italiano/Storia/Filosofia devo invece sputare il sangue. In 5 anni solo al biennio ho avuto lo stesso professore di matematica, icona di un epoca ormai passata, il miglior insegnante che ho avuto da tutti i punti di vista. Gli anni successivi, compreso questo, ho cambiato sempre. E tra lacune e strascichi di programma mi sono ritrovato in quinto a dover svolgere e rivedere i programmi degli anni passati. Noto che c'è poca attenzione verso le materie scientifiche, molti dei miei compagni sono rimasti sconvolti quando ci hanno comunicato che le nostre tesine per l'esame si sarebbero dovuto concentrare nell'area scientifica perchè alla commissione interessa maggiormente questo aspetto. Ah allora finalmente dopo 5 anni ritrovo un identità nel mio percorso di studi, forse giusto un po tardi. Mi sto dilungando pure troppo, insomma se vi interessa fatemi delle domande. Per concludere la difficoltà più grande che ho incontrato in questi anni e non aver avuto una figura di riferimento all'interno dell'area scientifica e la generale poca attenzione verso di essa

vict85
"xAle":
Arrivato al quinto anno di liceo e avendo preso in pieno qualasiasi riforma della scuola sento che posso dire la mia su questo argomento.


A dire il vero ti manca il confronto con i 10-15 anni fa a cui si riferiva Gugo.

"xAle":
Premesso che frequento un liceo scientifico tradizionale (4 ore di matematica, 3 di latino dal primo fino al quinto, 3 di fisica dal primo anno, 2 di storia, 3 di filosofia). E' facile capire come il termine scientifico sia al quanto ambiguo. Probabilmente mi diplomerò in "tuttologia" e non lo dico per vantarmi anzi... Si può avere una bellissima media anche essendo fortemente poco portati nelle materie scientifiche che alle fine sono 2/3. E se hai tutti voti alti a fine anno vuoi che ti lasciano l'unico 6 a fisica... In questo senso vedo una notevole differenza con degli amici che frequentano il classico. Persone molte preparate ma attenzione in Greco/Latino per esempio. A fine anno poi si ritrovano 9-10 a Fisica/Matematica/Scienze. Per arrivare ad un 7-8 ad Italiano/Storia/Filosofia devo invece sputare il sangue. In 5 anni solo al biennio ho avuto lo stesso professore di matematica, icona di un epoca ormai passata, il miglior insegnante che ho avuto da tutti i punti di vista. Gli anni successivi, compreso questo, ho cambiato sempre. E tra lacune e strascichi di programma mi sono ritrovato in quinto a dover svolgere e rivedere i programmi degli anni passati. Noto che c'è poca attenzione verso le materie scientifiche, molti dei miei compagni sono rimasti sconvolti quando ci hanno comunicato che le nostre tesine per l'esame si sarebbero dovuto concentrare nell'area scientifica perchè alla commissione interessa maggiormente questo aspetto. Ah allora finalmente dopo 5 anni ritrovo un identità nel mio percorso di studi, forse giusto un po tardi. Mi sto dilungando pure troppo, insomma se vi interessa fatemi delle domande. Per concludere la difficoltà più grande che ho incontrato in questi anni e non aver avuto una figura di riferimento all'interno dell'area scientifica e la generale poca attenzione verso di essa


Sinceramente non vedo nulla di nuovo in ciò che dici. I professori che cambiano li ho avuti anche io (nel biennio però) nel mio scientifico tecnologico progetto Brocca e ti assicuro che al classico non va meglio (e li la preparazione media di matematica è sempre stata discutibilmente bassa). Il punto è che i cambiamenti frequenti del professore non sono la norma e quindi è ininfluente sulla media. Detto questo la vita è tua e nella vita non ti è ammesso avere scusanti, quindi non cercarne. Insomma peggiore è il tuo professore, più è compito tuo rimboccarti le maniche e studiare. Non è che all'esame di analisi 1 tu possa andare dal professore e dire: “Lo so che so poco matematica, ma ho avuto professori pessimi” o meglio lo puoi anche dire ma verrai bocciato lo stesso.

Certamente comunque le riforme del sistema sono volte ad obbiettivi tanto oscuri quanto insignificanti. :roll:

FE7
@Epimenide
Sono quasi completamente d'accordo con ciò che dici nei tuoi interventi. In particolare con questo, che secondo me è il vero problema:
ma altresì mi rammarico delle cose che erano a mia disposizione e che non ho appreso perché io non ne avevo allora l'interesse ed il sistema prima di tutto non è riuscito a presentarmele in maniera che mi risultassero gradite e poi mi ha permesso di farne a meno.

Nel mio ultimo intervento, al quale credo tu ti riferissi, prendevo solo atto del fatto che in tutta questa discussione c è stata una tendenza da parte di tutti (me compreso) a scaricare il barile.
Sono convinto che il grande problema della scuola sia di insegnanti incapaci di stimolare la curiosità degli studenti e presentare la loro materia nel modo più interessante. Tuttavia, riconosco senz'altro una colpa anche nello studente che non ha deciso di interessarsi e approfondire da solo.
Io mi dispiaccio molto di tante cose che ho snobbato durante gli anni della scuola, ma anche se so benissimo di non aver trovato nella scuola alcuno stimolo, e anzi spesso solo ostacoli, so che il primo da biasimare sono io in prima persona, per non aver saputo fare da me.
Non condivido la visione della scuola come un qualcosa da cui esci con delle competenze, con cose che sai fare, con meccanismi che hai automatizzato in modo da fare meno fatica in studi successivi, invece che con delle conoscenze, anche fini a se stesse.
Credo che il fine della scuola secondaria non possa certo essere quello di preparare i ragazzi a conoscere quelle quattro cose che li faciliteranno nello studio dell'esamino di analisi 1.
La scuola dovrebbe aiutare gli studenti a capire quali siano gli argomenti a cui sono più interessati, cercando di stimolarli il più possibile e cercando di far capire nel modo migliore cosa sia veramente la materia che studiano. Invece spesso la scuola fa esattamente il contrario, ti fa odiare anche cose che magari ti piacciono.

xAle2
"vict85":
[quote="xAle"]Arrivato al quinto anno di liceo e avendo preso in pieno qualasiasi riforma della scuola sento che posso dire la mia su questo argomento.


A dire il vero ti manca il confronto con i 10-15 anni fa a cui si riferiva Gugo.

"xAle":
Premesso che frequento un liceo scientifico tradizionale (4 ore di matematica, 3 di latino dal primo fino al quinto, 3 di fisica dal primo anno, 2 di storia, 3 di filosofia). E' facile capire come il termine scientifico sia al quanto ambiguo. Probabilmente mi diplomerò in "tuttologia" e non lo dico per vantarmi anzi... Si può avere una bellissima media anche essendo fortemente poco portati nelle materie scientifiche che alle fine sono 2/3. E se hai tutti voti alti a fine anno vuoi che ti lasciano l'unico 6 a fisica... In questo senso vedo una notevole differenza con degli amici che frequentano il classico. Persone molte preparate ma attenzione in Greco/Latino per esempio. A fine anno poi si ritrovano 9-10 a Fisica/Matematica/Scienze. Per arrivare ad un 7-8 ad Italiano/Storia/Filosofia devo invece sputare il sangue. In 5 anni solo al biennio ho avuto lo stesso professore di matematica, icona di un epoca ormai passata, il miglior insegnante che ho avuto da tutti i punti di vista. Gli anni successivi, compreso questo, ho cambiato sempre. E tra lacune e strascichi di programma mi sono ritrovato in quinto a dover svolgere e rivedere i programmi degli anni passati. Noto che c'è poca attenzione verso le materie scientifiche, molti dei miei compagni sono rimasti sconvolti quando ci hanno comunicato che le nostre tesine per l'esame si sarebbero dovuto concentrare nell'area scientifica perchè alla commissione interessa maggiormente questo aspetto. Ah allora finalmente dopo 5 anni ritrovo un identità nel mio percorso di studi, forse giusto un po tardi. Mi sto dilungando pure troppo, insomma se vi interessa fatemi delle domande. Per concludere la difficoltà più grande che ho incontrato in questi anni e non aver avuto una figura di riferimento all'interno dell'area scientifica e la generale poca attenzione verso di essa


Sinceramente non vedo nulla di nuovo in ciò che dici. I professori che cambiano li ho avuti anche io (nel biennio però) nel mio scientifico tecnologico progetto Brocca e ti assicuro che al classico non va meglio (e li la preparazione media di matematica è sempre stata discutibilmente bassa). Il punto è che i cambiamenti frequenti del professore non sono la norma e quindi è ininfluente sulla media. Detto questo la vita è tua e nella vita non ti è ammesso avere scusanti, quindi non cercarne. Insomma peggiore è il tuo professore, più è compito tuo rimboccarti le maniche e studiare. Non è che all'esame di analisi 1 tu possa andare dal professore e dire: “Lo so che so poco matematica, ma ho avuto professori pessimi” o meglio lo puoi anche dire ma verrai bocciato lo stesso.

Certamente comunque le riforme del sistema sono volte ad obbiettivi tanto oscuri quanto insignificanti. :roll:[/quote]

Mi dispiace che il mio intervento sia stato frainteso. Nessuno mi obbliga a studiare, ne la mia famiglia figurarsi i professori oppure l'ambizione di diventare qualcuno nella vita. Studio perchè mi piace e per distinguermi dagli altri, nel senso di avere una cultura personale. Il mio intervento era volto a descrivere come è stata la mia esperienza liceale e di come sia rimasto un po insoddisfatto rispetto alle mie aspettative. Volevo solo evidenziare il fatto che la continuità dell'insegnamento è un aspetto fondamentale che è molto trascurato. Specialmente nelle materie scientifiche in cui non puoi suddividere il programma per anni o per capitoli. Il discorso del liceo classico era riferito al fatto che ci ritrovo un'unità molto più forte, per esempio io non direi mai di aver affrontato un percorso di studi scientifico ma piuttosto un po' di tutto. Resta il fatto che non so se hai avuto occasione di vedere le simulazioni del ministero sulla prova di matematica ( qui il mio commento viewtopic.php?f=16&t=144794&start=20#wrap ) e sinceramente mi hanno lasciato un po perplesso sia per il livello di difficoltà sia per il tipo di prova. Insomma tra programmi ministeriali affrontati da i professori per la prima volta, libri nuovi ancora da "perfezionare" non mi sento di essere stato un privilegiato nel mio percorso di studi. Per il fatto di doversi rimboccare le maniche e combattere per raggiungere un obbiettivo sono pienamente d'accordo con te. Volevo solo precisare dei punti che magari nel primo intervento non erano proprio chiari.
Buon Pomeriggio

gio73
entrerò in topic, dicendo quello che facevo/facevamo a inizio carriera e che adesso non faccio/facciamo più

- i prodotti notevoli (quadrato di binomio e somma per differenza), un po' di esercizi ripetitivi in modo da prenderci la mano

- equazione della retta passante per due punti, condizione di parallelismo/perpendicolarità date le equazioni di 2 rette

in effetti da una decina d'anni a questa parte abbiamo a che fare con una prova invalsi alla quale bisogna preparare gli allievi, anche facendo delle simulazioni. Credo che questa attività impegni parecchie ore anche ai miei colleghi.

Zero87
@FE, leggo una falsità pazzesca nel tuo intervento
"FE":
La scuola dovrebbe aiutare gli studenti a capire quali siano gli argomenti a cui sono più interessati, cercando di stimolarli il più possibile e cercando di far capire nel modo migliore cosa sia veramente la materia che studiano. Invece [strike]spesso[/strike] la scuola fa esattamente il contrario, ti fa odiare anche cose che magari ti piacciono.

te l'ho corretta. Comunque
"xAle":
E' facile capire come il termine scientifico sia al quanto ambiguo. Probabilmente mi diplomerò in "tuttologia" e non lo dico per vantarmi anzi...

Sfondi una porta aperta e se passa di qui giuliofis - che saluto - direbbe la stessa cosa.
materie scientifiche che alle fine sono 2/3

Sempre con questa idea di studio da medioevo dove in uno scientifico si fanno più materie umanistiche che scientifiche. Per quanto sia ovvio saper parlare e conoscere la propria letteratura, si potrebbe sforbiciare parecchio.
Per arrivare ad un 7-8 ad Italiano/Storia/Filosofia devo invece sputare il sangue.

Mi alzavo alle 3 e mezzo del mattino per studiare storia e letteratura inglese: materie dichiaratamente scientifiche, che non lo sapevate?
Avevo più ore di letteratura inglese che in fisica, quindi è senz'altro una materia scientifica, non potrebbe essere atlrimenti dato che ho frequentato un liceo scientifico.

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