INGEGNERIA A PISA

morgana4
ciao a tutti mi chiamo martina avevo intenzione di iscrivermi ad ingegneria energetica e la mia scelta è caduta su pisa,volevo sapere da voi se l'università è buona come dicono e se è vero che firenze è ad un livello un pò inferiore.so che la maggior parte del lavoro la dobbiamo fare noi,studiando seriamente, :oops: ma pensavo che un buon livello di partenza fosse auspicabile.potete aiutarmi?

Risposte
tecnos1
Secondo te voglio fare il dottorato? Non è assolutamente nelle mie intenzioni.
Meglio soffrire di manie di protagonismo che di patologie cerebrali ben più gravi.....
Conseguire una laurea in ingegneria non comporta automaticamente il titolo di ingegnere, per tua informazione lo diventi superando l'esame di Stato.
Anche questa volta non hai capito. Io mi riferivo ai percorso metodologici e professionalizzanti delle lauree triennali attivate in Italia!

tecnos1
"Marco83":

A parte questo il dottorato di ricerca in italia è attuato sostanzialmente in tutte le università. Se vuoi ti metto qualche link, ma ti basterà digitare su google: dottorato di ricerca + nome di un'università e lo scoprirai da te.


Eccone 2:

http://didattica.polito.it/pls/portal30 ... ati_attivi
http://pcsiwa12.rett.polimi.it/~phdweb/ ... _corsi.htm

canebobo
Marco83 perdonami non tu ma l'amico ing. Friz

canebobo
Penso che tu soffra di manie di protagonismo.. ingnegniere, comuque fatti spiegare per bene dal tuo amico che non vi sono percorsi distinti in america per arrivare anche al PhD come vorresti fare tu. Questo perchè in soli due anni è poco probabile distinguere due orientamenti perchè è troppo poco il tempo nel quale inserire programmi complessi di notevole approfondimento che necessiterebbero di una base diversa di studio matematico fisico chimico come il vecchio biennio di ingegneria. Tutta teoria, troppa, che formerebbe solo persone in grado di non applicare ma di rimanere nell'astratto e alle volte nemmeno di fare ricerca visto che il nostro dottorato non è così applicativo come dovrebbe essere(ad eccezione di qualche università ripeto, visto che sono stato riproverato di fuoritema dal dottore qui sopra).

Marco831
"canebobo":
TI CONTRADDICI DICENDO CHE SONO UTILI FIGURE INTERMEDIE PER POI RIPORTARE UNA NOTIZIA SECONDO ME INVENTATA CHE L'INDUSTRIA NON VOLEVA PIU' DIPLOMATI.

non è cosi caro marco? :wink:


Scusa, mi dici dove ho scritto che l'industria non voleva più diplomati?

A parte questo il dottorato di ricerca in italia è attuato sostanzialmente in tutte le università. Se vuoi ti metto qualche link, ma ti basterà digitare su google: dottorato di ricerca + nome di un'università e lo scoprirai da te.

tecnos1
Dai, stai facendo sorridere, come fai a dire che ti informi se poi sbagli sfacciatamente una banale traduzione!
Mi dispiace ma alla laurea ( triennale ) ci sono già arrivato e senza saltare nessuna tappa, semplicemente si stava parlando di università ma aquanto vedo non sei riuscito a comprendere il discorso....
Per quanto riguarda le informazioni ti ricordo che ciò che ha detto Marco83 non fa altro che confermare quanto ho scritto in precedenza.
La figura dell'ingegnere triennale con percorso professionalizzante è di sicuro più vicina al modello americano undergraduate ma sarà veramente un vantaggio?
Forse nell'immediato ma non possiederà la flessibilità di un percorso metodologico e in un mondo lavorativo in continua evoluzione di certo non è un punto a favore.
Di ciò che hai scritto in precedenza su 5 punti 4 li hai toppati in pieno! Prima di giudicare gli altri giudica te stesso.

canebobo
AH MARCO83 non sono io che ho detto che i PhD possono anche andare nel privato a fare i dirigenti ma questo signore. Cmq se rileggi bene sopra io non ho detto solo in ambiti di dirigenza anzi penso che fosse l'ultima di una serie di cose che ho elencato.

I NOSTRI DEL VECCHIO ORDINAMENTO erano più preparati teoricamente dei laureati americani, ma conseguendo il titolo di PhD gli americani superavano gli italiani che approfondendo gli esami anche già fatti in studi di laurea precedenti potevano vantare di una applicazione di ricerca pratica al fine poi di elaborare una Tesi-ricerca per laurearsi dottori e superare anche i colleghi dottori ricercatori italiani.

Per la laurea americana (Degree) si tende ad approfondire nel CAMPO dell'INGEGNERIA con un MASTER IN INGEGNERIA CHE E' ASSOLUTAMENTE PRATICO e non sulla dimostrazione del teorema del Dini. Passano da un underdegree dove studiano di tutto un po' alla specializzazione in ingegneria con le basi del diploma universitario (bechelor of science in engineering)

Questa è l'organizzazione didattica più efficacie secondo me perchè diversifica l'offerta.

Non posso credere però che i diplomi universitari sono stati respinti in secondo luogo dall'industria perchè il ruolo di quadro aziendale al quale è attribuita la figura del Perito tecnico industriale si andava ad elevare in ambito universitario con la conseguenza positiva dell'aumento di qualità in azienda.Sarà..ma mi informerò. Io penso invece, se tu avessi seguito la politica europea, che in un famoso congresso a cui ha partecipato l'italia si decise di uniformare il più possibile gli studi universitari per preferire lo scambio tra università cosa sulla quale l'europa punta molto. TI CONTRADDICI DICENDO CHE SONO UTILI FIGURE INTERMEDIE PER POI RIPORTARE UNA NOTIZIA SECONDO ME INVENTATA CHE L'INDUSTRIA NON VOLEVA PIU' DIPLOMATI.

non è cosi caro marco? :wink:

canebobo
Scuse sincere al signore che ne sa iù di me e che mi ha corretto delle mie imprecisioni ma come potete vedere sono prono a coloro che ne sanno e mai a coloro che tentano di sapere. Credo di aver nominato un titolo inestistente, è vero e me ne scuso ma la ricerca che avevo fatto qualche settimana fa è andata persa ed rimasto solo il ricordo con ovvie imprecisioni. In italia comunque il titolo come hai detto tu c'è ed è solo presente in poche università particolari come ad esempio la sopra citata Scuola sant'anna di pisa o scuola alti studi Lucca www.imtlucca.it. La mia ricerca ha avuto come scopo la curiosità di vedere come poteva formarsi un ingengere americano e tutto ciò che hai detto l'avevo gia letto in questa relazione di un ricercatore che ha lavorato per l'ex Governo Berlusconi e che ha rapportato dopo una attenta descrizione del loro sistema, vari confronti su ampi temi di cui non ho approfondito. La TRADUZIONE IN ITALIANO ERA CORRETTA a testimonianza che ALMENO IO A DIFFERENZA DI QUALCUNO MI INFORMO PRIMA. Comunque il percorso universitario mi sembra solo da rodare e non puoi nascondere che una laurea italiana se hai avuto esperienza nell'ambito lavorativo in ingegneria era troppo teorica. Anche in america l'ingegnere ha corsi che non vengono più di tanto approfonditi perchè più che approfondire il corso si dende ad APPROFONDIRE IN AMBITI PRECISI. Questa è la differenza tra Bechelor of Science e Art con un approfondimento di un master nel caso di un ingegnere per diventare laureato ovvero DEGREE. Avrò forse bragliato grammatica inglese ma la sostanza c'è.

RISPONDO ALL'AMICO FRIZ CHE PENSA DI ARRIVARE ALLA LAUREA SALTANDO ELEMENTARI MEDIE E SUPERIORI, IN BOCCA AL LUPO. IO LI HO CONTATI E FANNO MINIMO 18 ANNI. SE NON è UNA VITA SUI LIBRI....

Marco831
Canebobo, io in America ci studio e ti consiglio di informarti meglio, MOLTO MEGLIO!

1) Physical doctor è un titolo che ti sei inventato tu. PhD sta per Doctor of Philosophy.

2)Tu dici che il PhD si puo fare solo in alcune università e non in tutte. In america affinchè un'istituzione venga riconosciuta come università vi si deve fare ricerca. Le istituzioni che danno una formazione post high school ma in cui non si fa ricerca si chiamano community colleges. Le research universities (ossia le uniche che si meritano il titolo di università) sono 325 (o 352, adesso non ricordo), quindi il numero è considerevole [fonte: annual survey della University of Florida].

3)Dici che vi si deve accedere a 17-18 anni passando per laurea e PhD. L'informazione è parzialmente vera. Se uno rispetta tutte le tappe a 17 anni deve presentare i risultati del test SAT e il proprio "curriculum" alle università a cui è interessato e vedere dove viene ammesso. Una volta che si è ammessi vi è un percorso quadriennale che rappresenta quello che è nell'immaginario comune: il college. Durante questo periodo si studiano le cose più disparate. Generalmente per un anno, un anno e mezzo è una prosecuzione dell'high school. Negli ultimi due anni e mezzo o tre ci si "specializza" in cio in cui si è interessati. A questo punto (se si vuole) si puo presentare l'application per la Graduate school. La Graduate school è quella sezione dell'università che si occupa di ricerca e formazione ad alto livello. Graduate school è sinonimo di Master, PhD e scuole professionali. Tu dici che servono accordi o gemellaggi tra le università. Non è assolutamente vero. Chiunque nel mondo in possesso di un titolo equivalente ad un college degree (nel caso italiano almeno una laurea triennale) puo presentare domanda (io l'ho fatto e adesso sono qui). I gemellaggi sono a livello di ricerca e non costituiscono vincolo alcuno. Esistono anche gemellaggi a livello di didattica ma quelli sono stipulati per seguire perorsi di doppia laurea.

4) I PhD in discipline ingegneristico-scientifiche difficilmente finiscono a fare i dirigenti. Tendenzialmente chi fa un PhD in queste aree è animato dalla voglia di sapere e scoprire e scocciato da faccende che con la scienza hanno poco a che fare. E' fatto assodato (da svariate statistiche) che la miglior via verso posizioni dirigenziali sia un master seguito da MBA.

Cio nonostante hai detto anche delle cose che condivido. Se ad esempio prendiamo un ingegnere con un college degree, quiesti senza ulteriore formazione difficilmente sarà in grado di progettare da capo a piede prodotti innovativi in quanto avrà problemi ad astrarre dal dettaglio al quadro generale. La sua principale mansione sarà di progettare particolari e svolgere mansioni tecnico normative. E' sostanzialmente una figura intermedia tra perito e ingegnere del vecchio ordinamento.
Uno studente in possesso di un master generalmente sarà impiegato ai livelli alti della progettazione (direzione progetto) in quanto in possesso della capacità di avere una visione d'insieme, oppure potrà svolgere mansioni di ricerca ma non al punto di gestire autonomamente una linea totalmente innovativa. Nel primo caso è probabile che con il tempo e con le dovute capacità, la sua carriera finirà nella dirigenza.
Un PhD generalmente avrà poco a che fare con la produzione e la progettazione di componenti o prodotti. La sua funzione principale è ricercare soluzioni totalmente innovative, non dal punto di vista del design ma del concetto oppure eseguire calcoli, simulazioni ed esperimenti che sono al di fuori della portata di gente meno preparata. Un PhD in possesso delle capacità necessarie finirà con il tempo a gestire linee di ricerca. Altro sbocco naturale è l'insegnamento dopo vari anni di post-doc.

Ovviamente quanto fin qui detto è indicativo e non esclude assolutamente la possibilità di eccezioni.

Quello che la riforma del 3+2 voleva fare era sostanzialmente creare quelle figure intermedie tra ingegnere e perito di cui si ha tanto bisogno.

Teoricamente l'impostazione è stata data. Cio che adesso bisogna fare è lavorare sulla sostanza. Stesso discorso per i PhD in italia. Teoricamente funzioniano come in America, tuttavia spesso un PhD finisce a fare il garzone del professore, cosa che qui non accade. Le ragioni di queste differenze sono molteplici e ho anche delle opinioni a riguardo, ma parlarne in questa sede non sarebbe adatto. Se proprio vogliamo possiamo aprire un topic ad hoc.

tecnos1
"canebobo":
CHI PASSA UNA VITA A STUDIARE PENSANDO DI SAPER POI LAVORARE E' SOLO UN ILLUSO SU CIO' CHE GLI ASPETTERA'



5-6 anni per te sono una vita?

tecnos1
Tu defici troppo nelle informazioni..e mi fermo, comunque a prescindere da questo esprimo tutte le opinioni che voglio e come voglio!
Sinceramente credo che sia tempo perso parlare con uno che si definisce informato e poi crede che il PhD sia il Physical Doctor :lol: :lol: .
Quello che pensi tu è l'esatto contrario di ciò che avviene nella realtà, in quanto per recuperare la teoria del vecchio ordinamento sono nati ( per fortuna ) i percorsi ad Y.
Ti ricordo che sono state le stesse aziende a pentirsi dei diplomi universitari!
La teoria non la si studia con l'unico scopo di saper dimostrare un teorema ma per apprendere un metodo e capire in profondità ciò che si vorrebbe imparare.
Per fare ingegneria ad un buon livello la teoria è essenziale perchè l'innovazione tecnologica ( ti ricordo che è uno tei compiti dell'ingegnere, di qualsiasi tipo ) la richiede vista la crescente complessità dei sistemi; evidentemente la tua concezione della materia è distorta e ridotta all'uso del manuale per risolvere problemi noti da secoli.

canebobo
CHI PASSA UNA VITA A STUDIARE PENSANDO DI SAPER POI LAVORARE E' SOLO UN ILLUSO SU CIO' CHE GLI ASPETTERA'

canebobo
Aggiungo che occorre fare chiarezza su quale e quanta teoria occore nel campo delle scienze applicate come è quella dell'ingegneria o medicina o scienze economiche ecc.. ma è chiaro che le vecchie lauree erano troppo teoriche e non adatte ad un mondo del lavoro. Ancora oggi c'è chi è ancora convinto della efficacia del V.O. ma penso che non abbia ancora capito lo scopo del suo percorso universitario: Lavorare o ricercare? E' ovvio che i ricercatori sono più bravi di chi applica cose già scoperte ma è così che avviene la selezione di "teste" che saranno interessati non solo poi ad un ruolo di ricerca ma di impieghi nel privato.

canebobo
Vedo che deficiti molto nelle informazioni e faresti meglio ad informarti prima di esprimere un opinione, comunque ti ripeto io non sò come intendi tu nel modo di studiare inteso come teoria di base me se intendi una preparazione di tipo tecnico-applicativo è quella giusta per l'ingegnere. Sapere il teorema di gauss è utile ma non lo è dimostrarlo. Fare passaggi matematici per arrivare a calcolare il campo magnetico di un filo percorso da corrente di lunghezza infita lo è invece perchè ragioni su ciò che stai facendo in modo ingegneristico senza applicare e basta, ma senza scendere troppo nel teorico. Inoltre quando andrai a lavorare non ti interesserà più neppure come calcolare tale campo B perchè sarà tutto più diretto ed immediato, tabellato e normativo. Questo lo dicono da sempre tutti gli ingegneri che hanno passato una vita a lavorare e come dimostra uno studio su il vero utilizzo delle conoscenze apprese nell'ambito lavorativo; solo il 60% di ciò che viene studiato risulta essere utilizzato.

Per finire in america lo studio verso il PhD avviene in alcune università e non in tutte. Vi si deve accedere 17-18 anni conseguendo laurea e poi PhD. Sono però accettate provenienze da altre università americane secondo certi accordi-gemellaggi. Per iscriversi al PhD dall'italia lo possono fare coloro che hanno conseguito una certa laurea ad esempio all'università di Pisa in ingegneria per Standford ecc.

canebobo
Mi correggo la legge è del 14 febbraio 1987 e se volete saperne di più o credere a quello che vi dico il sito è www.sssup.it

tecnos1
Non sono assolutamente daccordo : come fai ad apprendere dopo l'università senza avere delle solide basi? Non credo proprio che l'ingegnere sia chiamato a svolgere un lavoro normativo per costruire macchine ( nel caso specifico )assemblando organi già progettati.
Anche la scelta professionalizzante del percorso ad y prevede una preparazione torica, ovviamente meno spinta di quello formativo ma pur sempre universitaria.
Comunque dubito fortemente che negli USA sia davvero cosi'...

canebobo
Salve a tutti,
volevo precisare una cosa riguardo alle "teste" nominate in qualche discorso poco sopra; è assolutamente vero che l'ingegnere non dovrebbe essere uno che sceglie dal catalogo delle varie aziende gli elementi per costruire una qualsiasi macchina o impianto, ma è vero che oggi esso è diventato il ruolo dell'ingegnere moderno! Il lavoro che viene richiesto è di tipo tecnico-normativo (per le ****se leggi europeo). Non si produce più da zero ogni componente come prima! Non dico questo di mia spontanea volontà ma a detta di chi ha 50 anni di attività nel settore meccanico. il problema oggi è un altro: la riforma introdotta va benissimo se fosse completata di una sua parte. In america le "teste" sono formate da un percorso di studio più teorico per chi vuole accedere al massimo titolo universitario da 2 possibili risvolti pratici, il primo è nell'ambito della ricerca che sia privata in azienda o università o pubblica in università, il secondo di dirigente di azienda e un risvolto teorico, l'insegnamento. Il titolo finale di studio è di Physical Doctor cioè di coloro che hanno la filosofia del sapere, ma che per ottenere tale titolo, devono impegnersi in ambito di ricerca nella propria università per conseguirne il titolo. Nel nostro caso in europa ciò non avviene, ma è sorta ormai da anni l'esigenza di differenziare l'offerta dei laureati proprio perchè non era più possibile ottenere dei diplomati di qualità. Inoltre così facendo l'università ha guadagnato in tasse di chi prima non gli poteva nemmeno passare per la testa di continuare. Rimane sempre però un esigenza di avere quei dottori di filosofia che sono utilissimi per lo sviluppo di nuove aziende, insegnamenti universitari e ricerca. Nel mio caso, il mestiere del perito lo fa un laureato triennale, che ha aumentato le sue conoscenze e può comunicare meglio con coloro che sono i dottori della situazione. Ottenere tali dottori però richiede un percorso universitario di notevole difficoltà che risulta poi essere premiante nella qualità ma non nella quantità dei laureati. Daltronde è facile pensare che a comandare siano sempre in pochi. I dottori in filosofia in america studiano molto di più dei nostri col vecchio ordinamento e il dottorato compreso perchè oltre alla laurea che per loro inizia a 17-18 anni hanno 2-3 anni di ulteriore studio-ricerca fatto di ulteriori esami e tesi. Infatti tanti laureati vecchio ordinamento andavano in america una volta conseguito il titolo proprio per conseguire il Physical doctor che venivano poi richiesti dal privato per ricerca o ruoli manageriali in grandi società. La realtà italiana si chiama scuola per gli alti studi universitari che io conosco nelle città di Lucca e Pisa dove utilizzano proprio questo tipo di didattica, purtroppo però sono delle vere eccezioni, come testimonia il titolo finale attribuito a coloro che si sono laureati li in dottorato di ricerca, tramite una legge particolare dei primi anni 90.
IN DEFINITIVA VA BENE COSì E PER CHI VUOLE FARE IL TECNICO E NON IL RICERCATORE FACCIA IN FRETTA L'UNIVERSITA', LA PREPARAZIONE UNIVERSITARIA NON SARA' MAI IMPORTANTE COME QUELLA CHE VERRA' APPRESA SUL POSTO DI LAVORO SUCCESSIVAMENTE.

tecnos1
"mirco59":

Io penso, o mi illudo, che le aziende, se vorranno sopravvivere, cercheranno innovazione e quindi 'teste' ma queste si fanno solo con studi seri e selettivi che sviluppano le capacità critiche e non solo l'apprendimento di tecniche consolidate. Il vero problema è che, con i nuovi ordinamenti, molti corsi di laurea si sono adattati (anche in conseguenza di non chiare indicazioni provenienti dal mondo industiale e politico) a sfornare persone che tali caratteristiche non le hanno!


Sono pienamente daccordo, in quanto ricordo piuttosto bene la situazione didattica universitaria dei primissimi anni di nuovo ordinamento. Per fortuna con il passare del tempo in molte facoltà di ingegneria la rotta è cambiata ( ed in alcune partite bene consolidata ) grazie all'introduzione dei percorsi "formativi o metodologici" che hanno permesso la creazione di un percorso ad y.
In particolare non posso dimenticare la situazione del corso di ingegneria gestionale dell'ateneo che frequento in quanto da molti studenti non veniva neanche considerato di ingegneria visto il piano di studi e il livello di certi esami. Da 2 anni il corso è stato rivoluzionato tanto è vero che gli studenti iscritti alla specialistica hanno dovuto affrontare un "salto" di qualità considerevole rispetto alla triennale alla quale erano abituati, con il risultato che alcuni di loro hanno deciso di ritirarsi

mircoFN1
Caro Canebobo

capisco la ragione del tuo risentimento ma non condivido le tue conclusioni.
Il fallimento dei Diplomi universitari sono la dimostrazione che l'insegnamento della 'pratica professionale' non è utile per le aziende e l'Università non è fatta per impartirlo.

Sei proprio sicuro che, in un paese che vuole (almeno a parole) essere tecnologicamente avanzato, gli ingegneri debbano solo saper scegliere una caldaia da un catalogo (magari fatto in Cina o in India)?
Io penso, o mi illudo, che le aziende, se vorranno sopravvivere, cercheranno innovazione e quindi 'teste' ma queste si fanno solo con studi seri e selettivi che sviluppano le capacità critiche e non solo l'apprendimento di tecniche consolidate. Il vero problema è che, con i nuovi ordinamenti, molti corsi di laurea si sono adattati (anche in conseguenza di non chiare indicazioni provenienti dal mondo industiale e politico) a sfornare persone che tali caratteristiche non le hanno!

Nel mondo del lavoro servono svariate competenze e professionalità, molte di queste sono di livello non elevato (anche alla Ferrari!) ed è bene che ognuno sulla base delle proprie caratteristiche e propensioni scelga gli studi e le sedi che ritiene si adattino meglio a se. Tuttavia, io sono del parere che, negli anni migliori della vita, sia opportuno puntare al massimo e sviluppare quanto più possibile i propri neuroni: non si sa mai cosa riserverà il futuro!

ciao

tecnos1
Hai elencato ottime facoltà, ma probabilmente ne hai dimenticata una ( collegando il mio discorso al posto in Ferrari ) ovvero Genova. Conosco un ragazzo che finita ingegneria meccanica è stato selezionato dalla Ferrari, ha svolto un tirocinio ed è stato assunto.
Sul discorso velocità degli studi, nella mia facoltà i professori sono portati a dire che alla fine ciò che veramente cercano le aziende sono laureati di qualità, visto che il nuovo ordinamento ha diminuito il livello di certi corsi.
Anche se non hai l'obiettivo Ferrari, laurearsi in atenei come quelli che hai citato ed in altri come Genova,Trento,Roma e Lecce determina comunque un vantaggio perchè la parte teorica delle materie scientifiche e dell'ingegneria non viene trascurata.

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