Tema di maturità svolto da ChatGpt
Il Corriere della Sera ha fatto svolgere il tema della maturità su Quasimodo da ChatGpt.
Ecco il risultato
https://www.corriere.it/tecnologia/23_g ... exlk.shtml
A me sembra uno svolgimento sciatto e piatto, privo di ogni barlume di idea personale.
Caso mai per la maturità va benissimo, 6-61/2 lo prende, o anche più, non so non conoscendo il livello medio dei temi liceali.
Però spererei che al liceo si insegni qualcosa di diverso da questo piattume e questa sfilza di frasi fatte, pure ridondanti.
Voglio leggere la poesia di Quasimodo in questione, Alla luna nuova, per valutare meglio.
A scusante di ChatGpt bisogna dire che il Corriere ha istruito ChatGpt a impersonarsi in uno studente liceale:
Abbiamo istruito ChatGpt "convincendolo" di essere un'intelligenza artificiale specializzata nell'elaborare testi nello stile di un liceale impegnato nell'esame di maturità
Però, per quel poco che ho visto, ad esempio risposte per Economia, lo stile è quello, una sequenza delle cose più diffuse, condita di frasi come "si consiglia per approfondimenti una lettura di articoli accademici e della letteratura specializzata" e ovvetà simili.
Se questo è il livello, non credo che giornalisti e autori vari potranno servirsene molto per scrivere, anche se forse è possibile impostare ChatGpt per fargli dire meno scemenze, non so, so che è possibile fargli imitare lo stile di certi autori, quindi caso mai farlo scrivere in modo meno scialbo.
Ma le idee da dove può tirarle fuori?
p.s. dal tema svolto da ChatGpt:
Opere come il dipinto "L'urlo" di Edvard Munch o il film "Blade Runner" di Ridley Scott esplorano i risvolti emotivi e psicologici del progresso scientifico e delle sue implicazioni sulla condizione umana.
L'urlo di Edward Munch esplora i risvolti emotivi del progresso scientifico???
Ecco il risultato
https://www.corriere.it/tecnologia/23_g ... exlk.shtml
A me sembra uno svolgimento sciatto e piatto, privo di ogni barlume di idea personale.
Caso mai per la maturità va benissimo, 6-61/2 lo prende, o anche più, non so non conoscendo il livello medio dei temi liceali.
Però spererei che al liceo si insegni qualcosa di diverso da questo piattume e questa sfilza di frasi fatte, pure ridondanti.
Voglio leggere la poesia di Quasimodo in questione, Alla luna nuova, per valutare meglio.
A scusante di ChatGpt bisogna dire che il Corriere ha istruito ChatGpt a impersonarsi in uno studente liceale:
Abbiamo istruito ChatGpt "convincendolo" di essere un'intelligenza artificiale specializzata nell'elaborare testi nello stile di un liceale impegnato nell'esame di maturità
Però, per quel poco che ho visto, ad esempio risposte per Economia, lo stile è quello, una sequenza delle cose più diffuse, condita di frasi come "si consiglia per approfondimenti una lettura di articoli accademici e della letteratura specializzata" e ovvetà simili.
Se questo è il livello, non credo che giornalisti e autori vari potranno servirsene molto per scrivere, anche se forse è possibile impostare ChatGpt per fargli dire meno scemenze, non so, so che è possibile fargli imitare lo stile di certi autori, quindi caso mai farlo scrivere in modo meno scialbo.
Ma le idee da dove può tirarle fuori?
p.s. dal tema svolto da ChatGpt:
Opere come il dipinto "L'urlo" di Edvard Munch o il film "Blade Runner" di Ridley Scott esplorano i risvolti emotivi e psicologici del progresso scientifico e delle sue implicazioni sulla condizione umana.
L'urlo di Edward Munch esplora i risvolti emotivi del progresso scientifico???
Risposte
gugo, questa è una tua personale opinione, evidentemente chiami 'farneticazioni' e 'ossessioni' le opinioni che non condividi per nulla, mentre quelle che trovi accettabili sono 'opinioni' e non ossessioni.
Non vedo alcun trollaggio in questo thread, vedo solo interventi di utenti che hanno opinioni varie, ma si tratta tutti, utente_medio, mgrau, Faussone e gli altri partecipanti, di persone intelligenti con cui si può parlare e avere uno scambio, anche in dissenso, finché siamo nei limiti della civiltà ci possiamo pure tirare i merluzzi in faccia:
Non vedo alcun trollaggio in questo thread, vedo solo interventi di utenti che hanno opinioni varie, ma si tratta tutti, utente_medio, mgrau, Faussone e gli altri partecipanti, di persone intelligenti con cui si può parlare e avere uno scambio, anche in dissenso, finché siamo nei limiti della civiltà ci possiamo pure tirare i merluzzi in faccia:
Rimane un mistero come e perché alcuni moderatori seguano farneticazioni chiaramente OT di utenti noti per deviare ogni thread generalista sulle proprie ossessioni (leggasi: troll).
"utente__medio":[/quote]
[quote="Faussone"]
Certo che no, nel senso che di occulto non c'è niente, solo chi ha le fette di prosciutto sugli occhi non riesce a guardare alla realtà per quello che è.
Questo prosciutto torna sempre, spero sia di alta qualità!
Meno male che c'è chi sa guardare alla realtà senza prosciutto e senza pillola rossa e pillola blu...
Ok, grazie di questo commento chiarificatore.
"Faussone":
Non ho capito, stai sul serio sostenendo che terrorismi vari, crisi economiche varie, ecc ecc rientrino in una regia / strategia occulta?
Certo che no, nel senso che di occulto non c'è niente, solo chi ha le fette di prosciutto sugli occhi non riesce a guardare alla realtà per quello che è.
"utente__medio":
....
L'esempio più banale relativamente alla negazione del concetto di proprietà è l'esproprio da parte dello Stato o il pignoramento: provvedimenti che si abbattono spesso sulla gente comune.
Quindi chi non paga i propri debiti non deve subire alcuna misura?
Come si reggerebbe un sistema del genere e quanto potrebbe durare?
E inoltre l'esproprio di beni alle mafie non sarebbe da compiere?
"utente__medio":
Di simile natura ci sarebbe la nazionalizzazione di grandi aziende, ma è un'eventualità piuttosto rara, anche se per esempio la FIAT (che ha trasferito le proprie sedi legali e fiscali all'estero e delocalizzato gran parte della produzione dopo aver ricevuto miliardi dallo Stato italiano nel corso degli anni) sarebbe stata un'ottima candidata.
Sulla Fiat anche io di primo acchito sarei d'accordo, ma il punto è che l'economia capitalista così crollerebbe, perché l'iniziativa privata non avrebbe più senso, discorso simile se ogni Stato fosse libero di aiutare con interventi le aziende che vuole (questo non è più possibile nei termini in cui lo è stato prima).
Meglio un sistema non capitalistico? Non so io non ho risposte nette su questo, ma va riconosciuto che questo sistema, con tutti i suoi limiti e storture, ha consentito di raggiungere un livello di benessere tutto sommato notevole, e non parlo solo dei "ricchi" Europa e Usa e Giappone (che già non è poco), anche in nazioni una volta povere questo sistema ha dato buoni frutti, la Corea del sud per citare un esempio emblematico.
Non sempre ha funzionato e a volte ha fatto danni e causa enormi diseguaglianze? Verissimo, ma sistemi del tutto alternativi non mi pare abbiano funzionato molto.
L'economia è un animale non domabile, nella mia ignoranza e dal poco che ho capito mi pare che la via migliore sia un sistema capitalistico "temperato" ma qui i discorsi si complicano e si finisce ancora più ot di adesso...
In ogni caso quando si fanno discorsi del tipo rivoluzionario, nel senso di pensare di voler scardinare il sistema economico attuale, va considerato che questo non potrebbe accadere senza tempeste e sconvolgimenti dolorosi per tutti. Compresi coloro che hanno lavorato onestamente magari mettendo con sacrifici da parte qualcosa. Chi fa questi discorsi è pronto a questo e a perdere il poco che ha? A parte poi i rischi personali, riterrebbe una rivoluzione di questo tipo auspicabile e esente da grossissimi rischi?
"utente__medio":
Sempre in tema di negazione della proprietà c'è poi la chiusura unilaterale di conti correnti da parte delle banche, come sta avvenendo per esempio a molti cittadini russi all'estero o come è avvenuto in Gran Bretagna al fautore della Brexit Nigel Farage per le proprie idee politiche (con l'accusa di essere "xenofobo, razzista e transfobico" oltre che "utile idiota di Vladimir Putin, amico di Donald Trump e del tennista novax Djokovic”). E ancora più grave, a mio parere, è stato quello che avvenne in Canada durante il covid, quando il presidente Trudeau bloccò i conti correnti dei manifestanti. Ma l'apice si è raggiunto nello stesso periodo quando col ricatto del green pass si è violata addirittura la proprietà del proprio corpo.
Il sequestro di beni è stato operato verso una ben precisa categoria di cittadini russi e rientra in una logica di guerra, non di certo solo economica, ovviamente si può criticare aspramente, ma non si può considerare una discriminazione fine a se stessa. Su Farage non so a cosa ti riferisci, che espropri ha subito?
Sul blocco dei conti correnti canadesi, non so cosa questo abbia comportato in pratica al tempo, ma occorre ricordare ancora che si era in una situazione senza precedenti e estrema? Col senno di poi molte misure punitive secondo me potevano essere evitate, ma è facile dirlo adesso. In ogni caso erano misure temporanee, dolorose certamente, ma almeno nel caso specifico credo anche abbastanza prive di conseguenze. Vabbè sul sequestro del corpo mi astengo dal commentare che già ne abbiamo parlato fin troppo.
"utente__medio":
Si pone poi il problema di come eventualmente cambiare in corsa le regole del gioco senza provocare un ammutinamento da parte della plebaglia. Si inizia aprendo qualche finestra di Overton e si continua con la tecnica della rana bollita, e laddove l'anestetizzazione graduale non funzionasse o non ci fossero i tempi tecnici per farlo, ecco che subentra il ricorso alla paura con la crisi di turno, la quale può essere reale, esasperata o del tutto inventata, e nel caso anche creata. Negli anni siamo passati dalla crisi del terrorismo, a quella del debito pubblico e dello spread, a quella pandemica, a quella bellica, ...
Non ho capito, stai sul serio sostenendo che terrorismi vari, crisi economiche varie, ecc ecc rientrino in una regia / strategia occulta?
Certo alcune forze politiche usano la paura e il richiamo alla pancia, ma ho il sospetto che sto considerando cose diverse da quelle a cui alludi tu.
"utente__medio":
D'altronde Mario Monti docet:
«L’Europa ha bisogno di crisi, anzi, di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessione di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario... queste cessioni sono possibili solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è in atto una crisi visibile, conclamata... Quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono in messe in opera leggi, istituzioni, etc... per cui non è pienamente reversibile.»
Io sono d'accordo con quanto afferma Monti qui e non ci trovo nulla di sconvolgente.
Ovviamente leggendo questo dal tuo punto di vista capisco come si possa interpretare questo come la conferma di un disegno. Io ci leggo la presa di atto, quasi rassegnata, di una situazione (mi parrebbe peraltro stupida e poco funzionale questa affermazione di Monti con la tua interpretazione, ma vabbè).
Tornando leggermente IT il discorso delle tecnologie che tolgono lavoro producendo in maniera più efficiente, certamente è un tema che si porrá. Per me siamo ancora abbastanza lontani da certe conseguenze estreme, ma di certo l'accesso ai beni dovrà essere garantito a tutti in qualche modo e su questo sarà da riflettere e non solo.
"utente__medio":
L'esempio più banale relativamente alla negazione del concetto di proprietà è l'esproprio da parte dello Stato o il pignoramento
[...]
Sempre in tema di negazione della proprietà c'è poi la chiusura unilaterale di conti correnti da parte delle banche, come sta avvenendo per esempio a molti cittadini russi all'estero
Ah, ma qui si parla della proprietà dei NEMICI. Ma questi non sono uomini... Hai presente gli ebrei nel Terzo Reich?
"utente__medio":
Di simile natura ci sarebbe la nazionalizzazione di grandi aziende, ma è un'eventualità piuttosto rara
Già. Mi sembra che si veda piuttosto il contrario.
"utente__medio":
Si pone poi il problema di come eventualmente cambiare in corsa le regole del gioco senza provocare un ammutinamento da parte della plebaglia. Questo, almeno da noi in Italia, non mi pare proprio da temere. Mandiamo giù tutto. Si inizia aprendo qualche finestra di Overton e si continua con la tecnica della rana bollita, e laddove l'anestetizzazione graduale non funzionasse o non ci fossero i tempi tecnici per farlo, ecco che subentra il ricorso alla paura con la crisi di turno, la quale può essere reale, esasperata o del tutto inventata, e nel caso anche creata.
Sì, certo. In tempi di suffragio universale, chi detiene il potere si trova nella necessità di governare la "pancia" degli elettori con un uso accorto dei media. Perchè votino nel modo GIUSTO.
Su quanto dice Monti invece concordo
"utente__medio":
.. D'altronde Mario Monti docet:
«L’Europa ha bisogno di crisi, anzi, di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessione di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario... queste cessioni sono possibili solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è in atto una crisi visibile, conclamata... Quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono in messe in opera leggi, istituzioni, etc... per cui non è pienamente reversibile.»
Anch'io credo che un vero cambio di paradigma (per dirla alla Kuhn) debba passare per una catastrofe globale. Ora, una catastrofe me l'aspetto, non europea, mondiale. Non so bene se climatica, finanziaria, sociale, nucleare... Ma che poi ne nasca un cambiamento, ho i miei dubbi.
"mgrau":
Penso in particolare all'idea di PROPRIETA'. Nel nostro mondo è un concetto sacro. L'anatema cade su chi osa metterlo in discussione. Basta pensare al finimondo che nasce se si sussurra di patrimoniale.
In linea di massima concordo con le osservazione che hai fatto nel precedente post, ma secondo me su un punto ti sbagli: non esiste nessun valore sacro o tabù, semplicemente chi detiene il potere lo esercita, all'occorrenza anche cambiando le carte in tavola.
L'esempio più banale relativamente alla negazione del concetto di proprietà è l'esproprio da parte dello Stato o il pignoramento: provvedimenti che si abbattono spesso sulla gente comune. Di simile natura ci sarebbe la nazionalizzazione di grandi aziende, ma è un'eventualità piuttosto rara, anche se per esempio la FIAT (che ha trasferito le proprie sedi legali e fiscali all'estero e delocalizzato gran parte della produzione dopo aver ricevuto miliardi dallo Stato italiano nel corso degli anni) sarebbe stata un'ottima candidata. Sempre in tema di negazione della proprietà c'è poi la chiusura unilaterale di conti correnti da parte delle banche, come sta avvenendo per esempio a molti cittadini russi all'estero o come è avvenuto in Gran Bretagna al fautore della Brexit Nigel Farage per le proprie idee politiche (con l'accusa di essere "xenofobo, razzista e transfobico" oltre che "utile idiota di Vladimir Putin, amico di Donald Trump e del tennista novax Djokovic”). E ancora più grave, a mio parere, è stato quello che avvenne in Canada durante il covid, quando il presidente Trudeau bloccò i conti correnti dei manifestanti. Ma l'apice si è raggiunto nello stesso periodo quando col ricatto del green pass si è violata addirittura la proprietà del proprio corpo.
Si pone poi il problema di come eventualmente cambiare in corsa le regole del gioco senza provocare un ammutinamento da parte della plebaglia. Si inizia aprendo qualche finestra di Overton e si continua con la tecnica della rana bollita, e laddove l'anestetizzazione graduale non funzionasse o non ci fossero i tempi tecnici per farlo, ecco che subentra il ricorso alla paura con la crisi di turno, la quale può essere reale, esasperata o del tutto inventata, e nel caso anche creata. Negli anni siamo passati dalla crisi del terrorismo, a quella del debito pubblico e dello spread, a quella pandemica, a quella bellica, ... D'altronde Mario Monti docet:
«L’Europa ha bisogno di crisi, anzi, di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessione di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario... queste cessioni sono possibili solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è in atto una crisi visibile, conclamata... Quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono in messe in opera leggi, istituzioni, etc... per cui non è pienamente reversibile.»
E non dimentichiamo lo slogan del WEF per l'agenda 2030: "Non avrai nulla. E sarai felice".
Da notare il "(TU) non avrai nulla", non loro!

Se poi vuoi sapere chi sono per me i detentori del potere e cosa intendo per "sistema", dai un'occhiata a questo mio precedente post.
Mi sono letto i post che mi ero perso
.
Tralascio il tema della denigrazione corporativa (da parte della corporazione degli umani) di ChatGPT. Mi ricorda una striscia del grande Carl Barks, che riporto in spoiler
Invece, quanto al tema disoccupazione indotta dall'AI. Riprendo quanto scritto da @Ganxi e @gabriella127 (mi scuso con Faussone, Utente_medio e altri che hanno postato interessanti interventi sul tema)
Ganxi inoltre mette l'accento su un fatto che anche a me pare centrale, cioè che l'automazione aumenta la produzione, che dovrebbe essere quello che conta, salvo poi che i proventi restano nelle mani di pochi.
Reddito universale? Forse... Panem et circenses... In genere, in queste proposte si resta nella logica dell'elemosina. Quanto basta a non morire di fame. E comunque, anche così, strenua opposizione dei ceti abbienti. "incoraggiamento all'ozio" ecc. ecc.
Ci vorrebbe una redistribuzione. Già. Per legge... Eh già... Una legge contro i ricchi? Non scherziamo...
La questione mi pare sia fuori dal campo dell'economia. Io di economia so poco o niente, ma, a differenza di Ganxi, non sono portato a flagellarmi dandomi dell'ignorante. Prababilmente l'economia, come scienza assiomatica, va benissimo, a patto di accettarne gli assiomi. Solo che, quando una scienza si deve applicare al mondo reale, gli assiomi non sono arbitrari, ma devono essere VERI[nota]Forse qui sarebbe meglio dire "socialmente accettabili"[/nota]. E probabilmente quelli tacitamente accettati NON lo sono.
Penso in particolare all'idea di PROPRIETA'. Nel nostro mondo è un concetto sacro. L'anatema cade su chi osa metterlo in discussione. Basta pensare al finimondo che nasce se si sussurra di patrimoniale.
Eppure è ovvio che, perfino noi devoti al liberismo, accettiamo dei confini.
Per esempio, i NOSTRI figli, non sono PROPRIO nostri. Non possiamo venderli, nè comprarli, nè ucciderli. Gli antichi romani erano molto più liberi in questo.
Le nostre mogli, non sono cosa NOSTRA. Se le uccidiamo quando vogliono lasciarci, i commentatori dei giornali si stracciano le vesti, i conduttori del talk-show fanno la voce compunta.
In molte culture (oh, certo, PRIMITIVE) la proprietà della terra era impensabile.
Invece, oggi, da noi, per il padrone di un'azienda, l'azienda è proprio SUA. I profitti dell'azienda sono SUOI. Ne può fare quello che vuole. Può chiuderla a Pordenone e trasferirla a Shenzhen. I suoi operai? Si arrangino... QUELLO, non è affar SUO. Invece l'azienda e' SUA, ha il diritto di farlo. La società non lo mette al bando, come farebbe se fosse andato a letto con la madre, o avesse detto qualcosa contro LGBTQ+ o contro i neg...(pardon, i neri).[nota]A scanso di equivoci. NON sto dicendo che va bene vendere i figli, uccidere le fidanzate o parlar male dei gay, ecc. Sto dicendo che bisognerebbe includere nel mirino dell'idignazione tante altre cose, che ora sembrano immuni[/nota]
Se non sbaglio, questo, scandalizzarsi, sarebbe stato il compito di una sinistra, in altri tempi. Ora pare che l'interesse della sinistra sia focalizzato su LGBTQ+. Si vede che ognuno ha la sinistra che si merita.
Vabbè, la finisco. Il succo è che credo occorra un cambiamento culturale. Dovrebbero cambiare i confini di ciò che è accettabile e cosa no. Ridefinire - non per legge, ma nel sentire comune - i diritti connessi con la proprietà. Roba lunga. E purtroppo, questo cambiamento dovrebbe essere globale, se no, un paese che cambiasse idea sarebbe ostracizzato dagli altri e farebbe una brutta fine.
Non credo proprio che vedrò, non dico il cambiamento, ma nemmeno il primo accenno di un cambiamento, visto che, forse, sono il più vecchio del gruppo. Auguri a voi.

Tralascio il tema della denigrazione corporativa (da parte della corporazione degli umani) di ChatGPT. Mi ricorda una striscia del grande Carl Barks, che riporto in spoiler
Invece, quanto al tema disoccupazione indotta dall'AI. Riprendo quanto scritto da @Ganxi e @gabriella127 (mi scuso con Faussone, Utente_medio e altri che hanno postato interessanti interventi sul tema)
"gabriella127":
Se l'imprenditore usa macchine invece di lavoratori e le macchine gli costano meno, sono i suoi profitti a gonfiarsi e quelli dei produttori di macchine, i lavoratori restano disoccupati a casetta e non prendono niente.
"Ganxi":
forse andrebbero anche ristrutturate le leggi riguardo la ridistribuzione della ricchezza. Però capisco in effetti sia utopico, perché il privato potrebbe dire "si ok ma quei soldi li ho fatti io".
quante tasse sono state introdotte senza che il singolo le volesse? Se non c'è stata paura di una rivolta in quel caso, su molti (l'intera popolazione), si potrebbe aver meno paura di una rivolta per ancora più pochi: gli imprenditori
Ganxi inoltre mette l'accento su un fatto che anche a me pare centrale, cioè che l'automazione aumenta la produzione, che dovrebbe essere quello che conta, salvo poi che i proventi restano nelle mani di pochi.
Reddito universale? Forse... Panem et circenses... In genere, in queste proposte si resta nella logica dell'elemosina. Quanto basta a non morire di fame. E comunque, anche così, strenua opposizione dei ceti abbienti. "incoraggiamento all'ozio" ecc. ecc.
Ci vorrebbe una redistribuzione. Già. Per legge... Eh già... Una legge contro i ricchi? Non scherziamo...
La questione mi pare sia fuori dal campo dell'economia. Io di economia so poco o niente, ma, a differenza di Ganxi, non sono portato a flagellarmi dandomi dell'ignorante. Prababilmente l'economia, come scienza assiomatica, va benissimo, a patto di accettarne gli assiomi. Solo che, quando una scienza si deve applicare al mondo reale, gli assiomi non sono arbitrari, ma devono essere VERI[nota]Forse qui sarebbe meglio dire "socialmente accettabili"[/nota]. E probabilmente quelli tacitamente accettati NON lo sono.
Penso in particolare all'idea di PROPRIETA'. Nel nostro mondo è un concetto sacro. L'anatema cade su chi osa metterlo in discussione. Basta pensare al finimondo che nasce se si sussurra di patrimoniale.
Eppure è ovvio che, perfino noi devoti al liberismo, accettiamo dei confini.
Per esempio, i NOSTRI figli, non sono PROPRIO nostri. Non possiamo venderli, nè comprarli, nè ucciderli. Gli antichi romani erano molto più liberi in questo.
Le nostre mogli, non sono cosa NOSTRA. Se le uccidiamo quando vogliono lasciarci, i commentatori dei giornali si stracciano le vesti, i conduttori del talk-show fanno la voce compunta.
In molte culture (oh, certo, PRIMITIVE) la proprietà della terra era impensabile.
Invece, oggi, da noi, per il padrone di un'azienda, l'azienda è proprio SUA. I profitti dell'azienda sono SUOI. Ne può fare quello che vuole. Può chiuderla a Pordenone e trasferirla a Shenzhen. I suoi operai? Si arrangino... QUELLO, non è affar SUO. Invece l'azienda e' SUA, ha il diritto di farlo. La società non lo mette al bando, come farebbe se fosse andato a letto con la madre, o avesse detto qualcosa contro LGBTQ+ o contro i neg...(pardon, i neri).[nota]A scanso di equivoci. NON sto dicendo che va bene vendere i figli, uccidere le fidanzate o parlar male dei gay, ecc. Sto dicendo che bisognerebbe includere nel mirino dell'idignazione tante altre cose, che ora sembrano immuni[/nota]
Se non sbaglio, questo, scandalizzarsi, sarebbe stato il compito di una sinistra, in altri tempi. Ora pare che l'interesse della sinistra sia focalizzato su LGBTQ+. Si vede che ognuno ha la sinistra che si merita.
Vabbè, la finisco. Il succo è che credo occorra un cambiamento culturale. Dovrebbero cambiare i confini di ciò che è accettabile e cosa no. Ridefinire - non per legge, ma nel sentire comune - i diritti connessi con la proprietà. Roba lunga. E purtroppo, questo cambiamento dovrebbe essere globale, se no, un paese che cambiasse idea sarebbe ostracizzato dagli altri e farebbe una brutta fine.
Non credo proprio che vedrò, non dico il cambiamento, ma nemmeno il primo accenno di un cambiamento, visto che, forse, sono il più vecchio del gruppo. Auguri a voi.
@ganxi Sì, il tuo problema è praticamente il mio. Mi era sfuggita quella discussione.
Ora me la leggo, poi vediamo se trovo qualcosa da dire
Ora me la leggo, poi vediamo se trovo qualcosa da dire
"ganxi":
alla fine, grazie all'aiuto di gabriella mi sono fatto l'idea che il problema sia della società ...
Grazie, sono contenta di aver aiutato a chiarire le idee invece di confonderle

@mgrau: qualche pagina addietro mi ero posto un problema simile: https://www.matematicamente.it/forum/vi ... 0#p8617845
C'è sempre la paura della perdita di posti di lavoro come se fossero i posti di lavoro a creare la ricchezza cui attribuire un corrispettivo denaro, ma alla fine dei conti non conta più la produzione del bene? Cioè non è a quello che è intimamente legato il denaro?
Non so come dirlo in modo formalmente corretto (spero mi aiuterai a formalizzare l'idea), ma la mia embrionale idea è questa: quello che conta del lavoro è ciò che viene prodotto, è il bene creato la ricchezza, se una società ha bisogno per sostenersi una certa produzione e se una tecnologia riesce a produrla a questi beni non lego comunque un soldo? Cosa interessa se è stato prodotto da una macchina o da un essere umano? Una volta che il lavoro è stato compiuto l'oggetto c'è (che sia un oggetto materiale o immateriale, è comunque una produzione). Quindi se anziché lavorare in 50 per redigere un testo di cui una società ha bisogno, se una macchina lo redige in 5 secondi il risultato ultimo è comunque quel testo di cui si aveva bisogno.
Se una macchina raccoglie 20 pomodori che servono a 20 persone per sfamarsi la ricchezza per continuare a vivere c'è, non è quello che in fin dei conti serve? Che poi l'abbia raccolto una mano o un ingranaggio cosa cambia?
Sono molto curioso ma molto ignorante
[/quote]alla fine, grazie all'aiuto di gabriella mi sono fatto l'idea che il problema sia della società che non è pronta a ridistribuire le ricchezze perché in un mondo utopico puramente meccanizzato non riesce a stare al passo con leggi atte a "ridistribuire" il danaro e gli averi tra tutti. Abbastanza grottesco ma in fondo questo è il problema.
Personalmente lo trovo un motivo davvero umano e sciocco, basterebbe prepararsi con leggi per tempo invece di trovarsi nel bel mezzo del problema... ma ormai ho capito che l'uomo non sa programmare il suo futuro, figurati una roba del genere.
"ganxi":
Io vorrei chiedere una cosa a gabriella da estremo ignorante ma che mi chiedo spesso (conta che non so davvero nulla di economia, ma avendo il piacere di interagire con una persona formata in questo campo mi incuriosice):
[quote="utente__medio"]
Il progresso tecnologico in linea di massima comporta un'erosione di posti di lavoro, e ciò è sicuramente vero in quei settori in cui l'innovazione viene introdotta
C'è sempre la paura della perdita di posti di lavoro come se fossero i posti di lavoro a creare la ricchezza cui attribuire un corrispettivo denaro, ma alla fine dei conti non conta più la produzione del bene? Cioè non è a quello che è intimamente legato il denaro?
Non so come dirlo in modo formalmente corretto (spero mi aiuterai a formalizzare l'idea), ma la mia embrionale idea è questa: quello che conta del lavoro è ciò che viene prodotto, è il bene creato la ricchezza, se una società ha bisogno per sostenersi una certa produzione e se una tecnologia riesce a produrla a questi beni non lego comunque un soldo? Cosa interessa se è stato prodotto da una macchina o da un essere umano? Una volta che il lavoro è stato compiuto l'oggetto c'è (che sia un oggetto materiale o immateriale, è comunque una produzione). Quindi se anziché lavorare in 50 per redigere un testo di cui una società ha bisogno, se una macchina lo redige in 5 secondi il risultato ultimo è comunque quel testo di cui si aveva bisogno.
Se una macchina raccoglie 20 pomodori che servono a 20 persone per sfamarsi la ricchezza per continuare a vivere c'è, non è quello che in fin dei conti serve? Che poi l'abbia raccolto una mano o un ingranaggio cosa cambia?
Sono molto curioso ma molto ignorante

Personalmente lo trovo un motivo davvero umano e sciocco, basterebbe prepararsi con leggi per tempo invece di trovarsi nel bel mezzo del problema... ma ormai ho capito che l'uomo non sa programmare il suo futuro, figurati una roba del genere.
Eh infatti.
Valutare l'impatto della tecnologia sull'occupazione non è facile, c'è una evidenza mista, non è detto che la diminuzione di occupazione di una innovazione tecnologica sia compensata da un aumento in altri settori.
Anche è da vedere l'impatto sulla distribuzione del reddito, che non aumemti le disuguaglianze che già sono molto aumentate.
Ne avevamo parlato già prima in questo thread.
Qui sotto due articoli giornalistici (che non ho ancora letto), il primo di Daron Acemoglu dell'MIT, uno dei più noti economisti attuali, in odore di Nobel e superstar della teoria della crescita economica
https://www.other-news.info/dont-believe-the-ai-hype/
e qui un articolo in tema del Financial Times, che parla del tema e di un recentissimo paper di Acemoglu in materia
https://www.ft.com/content/b375115f-278 ... d75e5cd319
(se lo volete leggere attenzione a non aprire e richiudere la pagina, se no il Financial Time vi toglie l'accesso, si può leggere solo la prima volta)
Valutare l'impatto della tecnologia sull'occupazione non è facile, c'è una evidenza mista, non è detto che la diminuzione di occupazione di una innovazione tecnologica sia compensata da un aumento in altri settori.
Anche è da vedere l'impatto sulla distribuzione del reddito, che non aumemti le disuguaglianze che già sono molto aumentate.
Ne avevamo parlato già prima in questo thread.
Qui sotto due articoli giornalistici (che non ho ancora letto), il primo di Daron Acemoglu dell'MIT, uno dei più noti economisti attuali, in odore di Nobel e superstar della teoria della crescita economica
https://www.other-news.info/dont-believe-the-ai-hype/
e qui un articolo in tema del Financial Times, che parla del tema e di un recentissimo paper di Acemoglu in materia
https://www.ft.com/content/b375115f-278 ... d75e5cd319
(se lo volete leggere attenzione a non aprire e richiudere la pagina, se no il Financial Time vi toglie l'accesso, si può leggere solo la prima volta)
"gabriella127":
E quale sia l'influenza della tecnologia e dell'AI sul lavoro, sia come possibile disoccupazione che come tempo libero, e sulla qualità della vita, non è un tema poco importante.
In effetti questo è un tema che avrei voluto proporre da tempo, ma poi non mi sembrava che fosse il posto adatto. Ma visto che tu hai una preparazione economica, ci provo.
Disoccupazione. Personalmente, credo che l'impatto dell'AI sull'occupazione sarà a dir poco catastrofico. I lavori cosiddetti "di concetto" penso che per un buon 90% saranno spazzati via. In fondo, il lavoro di un medico, un avvocato, un ingegnere, per non parlare di un normale impiegato, in che cosa consiste se non in una rielaborazione di cose note? Il lavoro perfetto per l'AI. Dov'è mai la creatività?
Poi però mi dico - e questo vale non solo per l'AI ma per la meccanizzazione in genere: le macchine fanno il lavoro al posto nostro: un trattore fa il lavoro di centinaia di uomini che zappano (e perdono quindi il lavoro) Ecc ecc.
Però i campi il grano lo producono lo stesso, anzi ne producono di più. Per cui alla fine le macchine portano via il lavoro agli uomini - sì, va bene, ne portano via di un certo tipo e ne generano di altro tipo, ma alla fine è meno di prima - però i beni, le merci, sono più abbondanti di prima. E gli uomini sono senza lavoro.
Quindi i beni ci sono, ma il lavoro no. Ma, mi dico, forse che gli uomini hanno bisogno del lavoro? No, hanno bisogno dello stipendio, o meglio, dei beni che possono comperare con lo stipendio. E questi ci sono.
Immagino una situazione in cui, al limite, le macchine fanno TUTTO. Producono un mare di roba. Tutta questa roba DI CHI E'? Dei proprietari delle macchine? Mentre tutti gli altri restano senza NIENTE? Sembra assurdo, ma pare che sia più o meno così nel nostro sistema. Possibile che non ci sia un modo diverso di organizzare le cose?
"mgrau":
Mi pare che quegli oggetti noti come "elettrodomestici" rispondano già da tempo a questa esigenza...
Forse se la produzione artistica della signora non la soddisfa dovrebbe incolpare qualcuno altro invece della AI
A parte il tono paradossale della battuta, le lavatrici stanno molto indietro su questo.

Certo, meglio che lavare i panni al fiume con la cenere, ma senza l'intervento umano non si lava molto, e prende comunque un sacco di tempo. Certo, ci sono le colf, ma sempre lavoro umano è, e bisogna poterselo permettere.
Una mia amica si lamentava che il marito collaborava poco e lui rispondeva "C'è la lavatrice", lei ha smesso di lavare i panni dicendogli "Dillo alla lavatrice" (hanno poi divorziato

Lavatrice a parte, il problema del tempo libero sia da incombenze pratiche che dal lavoro, non è un tema sciocco, avrai sentito parlare di recente dell 'grandi dimissioni'.
E quale sia l'influenza della tecnologia e dell'AI sul lavoro, sia come possibile disoccupazione che come tempo libero, e sulla qualità della vita, non è un tema poco importante.
Non c'entra nulla con l'essere pro o contro l'intelligenza artificiale o pro o contro la tecnologia, c'è il fatto che sono cose che impattano sulla nostra vita, e c'è da capire come, e cercare di ovviare agli aspettti negativi.
Lo sviluppo tecnologico può prendere più vie, sta a noi gestirlo.
Noi veniamo dalla rivoluzione industriale, che ha reso possibile un grande progresso i tutti in campi e nella qualità della vita.
Ma la rivoluzione industriale ha avuto alti costi sociali, le sue vittime, la creazione di una massa di proletariato urbano in condizioni di vita pessime, ha traformato molte città in fogne a cielo aperto.
Basta leggere Dickens per vedere le condizioni di Londra allora, non si vedeva dall'altro lato della strada per lo smog.
Alllora non avevano evidentemente i mezzi per non trasformare Londra in un luogo oscuro e puzzolente, ora forse possiamo aver i mezzi per gestire la tecnologia a favore dell'uomo, contenendo i lati negativi.
Essere luddisti o lodare le magnifiche sorti e progressive della tecnologia mi sembrano due facce della stessa stupida medaglia (non mi riferisco a te, eh? Sei troppo intelligente per cadere in queste trappole semplificatorie).
La signora con la sua battuta-iperbole ha espresso efficacemente un aspetto della problematica, vorrebbe che la tecnologia si sviluppasse in modo da migliorarle la qualità della vita e che metta al centro il lato 'uomo'.
Non sono un esperto, ma ho letto che stanno progettando cpu con scompartimenti esclusivi per ospitare tutto quello che necessita alle IA e che ad esempio in questo modo la Apple creerà i nuovi pc in futuro. Mi chiedo fino a che punto può aiutare un IA nel relazionarsi al pc?
P.S
Io per esempio a chat gpt chiedo di fornirmi piani di studio dettagliati e gli chiedo come ottimizzare il mio tempo e mi dà risposte ragionevoli, se però gli chiedo chiarimenti su un argomento di studio scrive cose spesso senza senso.
P.S
Io per esempio a chat gpt chiedo di fornirmi piani di studio dettagliati e gli chiedo come ottimizzare il mio tempo e mi dà risposte ragionevoli, se però gli chiedo chiarimenti su un argomento di studio scrive cose spesso senza senso.
Mi pare che quegli oggetti noti come "elettrodomestici" rispondano già da tempo a questa esigenza...
Forse se la produzione artistica della signora non la soddisfa dovrebbe incolpare qualcuno altro invece della AI
Forse se la produzione artistica della signora non la soddisfa dovrebbe incolpare qualcuno altro invece della AI
"gugo82":
Riporto una citazione letta tempo fa, che però non so attribuire correttamente né ricordo completamente (vado a senso):
Avrei preferito che l'intelligenza artificiale riuscisse a lavare i piatti lasciandomi il tempo di realizzare i miei sogni, non che realizzasse i miei sogni lasciandomi il tempo di lavare i piatti.
Trovata!

"gabriella127":
E devo dire che anche l'Europa a leggi e burocrazia non ci scherza, sentivo qualche giorno fa il numero enorme di pagine che ha ormai la Gazzetta Ufficiale europea, in una delle quali, udite udite, 120, mi pare, dedicate ai bidet (sic).
Mi sa che i francesi non hanno aderito a quelle direttive!

"gabriella127":
Per la verità, quello che non mi entusiasma è l'uso delle parole 'il sistema', sia perché non credo a una 'regia' unica, sia perché questi poteri, che certo esistono e che sono per noi per molti aspetti oscuri e lontani, poteri politici e in primis economici, hanno nomi e cognomi, e modalità di intervento varie che purtroppo sono abbastanza per me difficili da conoscere e comprendere.
Capisco che il termine possa non entusiasmare, ma lo si utilizza per farsi capire ed evitare ogni volta di scrivere un romanzo.
Per quanto riguarda questi "poteri" non si possono non nominare per esempio i grandi fondi di investimento statunitensi o associazioni come il Forum di Davos (secondo te da dove provengono molte delle agende poi adottate dalla UE? e che dire poi della scuola "Young Global Leader", fondata dallo stesso Klaus Schwab, da cui sono passati tanti attuali presidenti di impronta fortemente "progressista", come per per esempio, giusto per fare un paio di nomi, la finlandese Sanna Marin che ha firmato per l'adesione della Finlandia nella NATO e il canadese Trudeau che durante il covid bloccò i conti correnti dei manifestanti e disperse i cortei facendo ricorso alla polizia a cavallo) e altri circoli elitari (a tal riguardo secondo me rimarresti stupita dalle incredibili carriere intraprese da dei quasi signor nessuno dopo esser passati per le riunioni del club Bilderberg, tipo la Monica Maggioni che partecipò alla riunione del 2014 a Copenaghen e l'anno successivo diventò presidente della RAI o Enrico Letta che partecipò alla riunione del 2012 in Virgina e l'anno successivo diventò presidente del consiglio su proposta di Napolitano).
Ma il fenomeno è evidente anche all'interno dell'informazione: poche agenzie stampa in tutto l'occidente, che forse si possono contare sulle dita di una mano, rilasciano delle veline che poi vengono riprese dai vari quotidiani, magari declinando la notizia in modi leggermente diversi sulla falsa riga dello sketch che faceva Beppe Braida a Zelig qualche anno fa...
"gabriella127":
Non so se ricordi il discorso di fine anno di Mattarella mi pare due anni fa, c'era ancora Draghi, che disse a un certo punto "Ci sono ora poteri sovranazionali che sono più potenti degli stati nazionali", e io non capivo di che parlasse, e in realtà nessuno seppe rispondermi.
E che dire delle "rassicurazioni" di Draghi relativamente al suo successore come presidente del consiglio perché tanto c'è "il pilota automatico"...
A tal proposito mi vengono in mente anche le parole di Giorgetti circa il fatto che la moneta fiscale non sarebbe molto ben vista dall'esterno: “Stiamo attenti, evitiamo di dire che questi crediti d’imposta devono circolare liberamente. Non dobbiamo proprio dirla questa cosa. E’ meglio per tutti, per lo stato italiano in particolare”.
In questo mio post lo potete vedere con i vostri occhi.
"utente__medio":
[quote="gabriella127"]Guarda, non c'è bisogno del 'sistema' per distruggerci la vita, basta pensare a come si sono moltiplicate le incombenze burocratiche e la perdita di tempo in cose assurde, ad esempio per i professori di scuola e di università, e anche in generale.
E chi li ha voluti e decisi questi cambiamenti?! Non mi pare che certe agende siano state scritte o votate da noi comuni mortali, o io almeno non sono stato interpellato!

Per chiarire il mio pensiero riporto questo mio precedente post relativo alla questione AI e disoccupazione.[/quote]
Manco a me mi hanno interpellato.

Non dicevo questo per criticare quello che dicevi tu, a proposito del 'sistema', poi mi rileggo con calma il post che hai linkato, che ora non mi ricordo, mi ricordo vagamente la discussione.
Volevo solo dire che noi, come italiani, ce la possiamo fare da soli a rovinarci la vita, data la mentalità burocratica, spesso parolaia, e l'ipertrofia normativa che ci ha sempre distinti.
E la digitalizzazione è stata presa come arma dalla temibile mentalità burocratica, che si estende, con le dovute eccezioni ovviamente, dalla dirigenza dei Ministeri all'impiegato di banca, a un po' tutte le istituzioni.
E devo dire che anche l'Europa a leggi e burocrazia non ci scherza, sentivo qualche giorno fa il numero enorme di pagine che ha ormai la Gazzetta Ufficiale europea, in una delle quali, udite udite, 120, mi pare, dedicate ai bidet

E c'è una battuta: "La Cina produce auto elettriche, gli USA no so che, l'Europa produce norme".
Poi c'è un discorso diverso, molto complicato, dato che arriviamo ai massimi sistemi del genere 'chi regge le sorti del mondo'.
Per la verità, quello che non mi entusiasma è l'uso delle parole 'il sistema', sia perché non credo a una 'regia' unica, sia perché questi poteri, che certo esistono e che sono per noi per molti aspetti oscuri e lontani, poteri politici e in primis economici, hanno nomi e cognomi, e modalità di intervento varie che purtroppo sono abbastanza per me difficili da conoscere e comprendere.
Non so se ricordi il discorso di fine anno di Mattarella mi pare due anni fa, c'era ancora Draghi, che disse a un certo punto "Ci sono ora poteri sovranazionali che sono più potenti degli stati nazionali", e io non capivo di che parlasse, e in realtà nessuno seppe rispondermi.
Ora ho capito, credo, che si riferisse a questo di cui ho accennato, visto che non è più un mistero per nessuno, e se lo dice pure Mattarella il problema è serio e non si può certo parlare di complottismo.
E credo, ma anche là è tutto un intrico in cui ci si perde (anche a cominciare dalle complicatissime norme europee sulle procedure decisionali) che esista un problema di una carenza di democrazia, non in senso formale, ma di una carenza di rappresentanza di chi prende le decisioni o delle intricatissime commistioni tra organismi che dovrebbero essere indipendenti e poteri privati.
Ma è molto difficile, almeno per me, andare a capire davvero come funzionano le cose, e ho l'impressione, rispetto a anni fa, di una realtà molto più difficile da comprendere, dato che ormai sembra che tutto dipende da tutto, se non a costo davvero di un impegno enorme di tempo e di fatica per informarsi.
(l'atto più sovversivo che faccio al momento è boicottare quando posso tutto ciò che è Google, che mi sta pure assai antipatico, ma mi sa che Google non se ne è accorto

@utente__medio
Ma magari fosse una roba pianificata, almeno ci sarebbe una ratio dietro! Certa burocrazia nasce da una serie di regole e interpretazioni sbagliate, frutto di una certa mentalità, che poi in cascata determinani procedure macchinose e al limite dell'assurdo. E magari sul risultato finale tutti quelli che contribuiscono a crearlo concordano sia assurdo!
Le nuove tecnologie possono sicuramente aiutare a snellire certe pratiche, ma ovviamente se a monte non cambia la mentalità da sole non possono risolvere di per sé tutto in modo miracoloso. Se la mentalità è sbagliata si integrano semplicemente nella assurda macchina burocratica nuovi strumenti, in certi casi particolari anche aggravando il quadro di insieme.
Riguardo alla discussione sulle AI sono perplesso, da un lato certi interventi mi pare ci tengano a minimizzare l'apporto creativo e il contributo utile che certi strumenti indubbiamente apportano, da un altro lato si vuole sottolineare che certi risultati indubbiamente notevoli non sono frutto delle AI, che c'è sempre l'uomo dietro.
Sul primo punto, di nuovo, occorre sempre ricordare che qualunque strumento se usato nella maniera sbagliata diventa inutile se non dannoso e l'uso corretto dipende dagli utenti che ovviamente vanno resi consapevoli e istruiti al corretto utilizzo. Certo l'utente pian piano arriva da se all'uso corretto, ma guidarlo e consigliarlo ovviamente accelera il processo.
Sul secondo punto è ovvio che uno strumento da sé non è creativo o intelligente in senso ampio, ma appunto utilizzato da un utente consapevole... be' quasi lo diventa in un certo senso. Certi filmati e certe immagini creati da AI sono frutto degli input forniti dall'utente in ogni senso: più questi input sono vaghi più il risultato è inaspettato e in quanto tale può fortuitamente dare risultati anche assai originali e notevoli, anche se nella maggior parte dei casi ovviamente non sarà così, più sono circostanziati più il risultato sarà circoscritto e conforme a quello che l'utente aveva in mente. Nei casi intermedi, magari con più interazioni tra utente e strumento, si arriva a risultati molto notevoli che magari neanche l'utente inizialmente aveva in testa. Non va dimenticato poi il filtro finale a valle fatto proprio dall'utente.
Quanto alla fine il risultato è frutto della macchina e quanto dell'uomo? Secondo me è una domanda abbastanza priva di senso in questi termini.
Poi vabbè io quando leggo certe frasi che richiamano il lontanamente "si stava meglio quando si stava peggio" sono colto da orticaria.
E ovviamente questo non significa che tutto il nuovo lo considero buono a prescindere, ed è pure ovvio che nulla è meglio in senso assoluto, senza alcun effetto collaterale. Il punto è proprio esserne consapevoli e controllare questi effetti collaterali. Arrivare a dire "era meglio prima" è il classico buttar via il bambino con l'acqua sporca.
Ma magari fosse una roba pianificata, almeno ci sarebbe una ratio dietro! Certa burocrazia nasce da una serie di regole e interpretazioni sbagliate, frutto di una certa mentalità, che poi in cascata determinani procedure macchinose e al limite dell'assurdo. E magari sul risultato finale tutti quelli che contribuiscono a crearlo concordano sia assurdo!
Le nuove tecnologie possono sicuramente aiutare a snellire certe pratiche, ma ovviamente se a monte non cambia la mentalità da sole non possono risolvere di per sé tutto in modo miracoloso. Se la mentalità è sbagliata si integrano semplicemente nella assurda macchina burocratica nuovi strumenti, in certi casi particolari anche aggravando il quadro di insieme.
Riguardo alla discussione sulle AI sono perplesso, da un lato certi interventi mi pare ci tengano a minimizzare l'apporto creativo e il contributo utile che certi strumenti indubbiamente apportano, da un altro lato si vuole sottolineare che certi risultati indubbiamente notevoli non sono frutto delle AI, che c'è sempre l'uomo dietro.
Sul primo punto, di nuovo, occorre sempre ricordare che qualunque strumento se usato nella maniera sbagliata diventa inutile se non dannoso e l'uso corretto dipende dagli utenti che ovviamente vanno resi consapevoli e istruiti al corretto utilizzo. Certo l'utente pian piano arriva da se all'uso corretto, ma guidarlo e consigliarlo ovviamente accelera il processo.
Sul secondo punto è ovvio che uno strumento da sé non è creativo o intelligente in senso ampio, ma appunto utilizzato da un utente consapevole... be' quasi lo diventa in un certo senso. Certi filmati e certe immagini creati da AI sono frutto degli input forniti dall'utente in ogni senso: più questi input sono vaghi più il risultato è inaspettato e in quanto tale può fortuitamente dare risultati anche assai originali e notevoli, anche se nella maggior parte dei casi ovviamente non sarà così, più sono circostanziati più il risultato sarà circoscritto e conforme a quello che l'utente aveva in mente. Nei casi intermedi, magari con più interazioni tra utente e strumento, si arriva a risultati molto notevoli che magari neanche l'utente inizialmente aveva in testa. Non va dimenticato poi il filtro finale a valle fatto proprio dall'utente.
Quanto alla fine il risultato è frutto della macchina e quanto dell'uomo? Secondo me è una domanda abbastanza priva di senso in questi termini.
Poi vabbè io quando leggo certe frasi che richiamano il lontanamente "si stava meglio quando si stava peggio" sono colto da orticaria.
E ovviamente questo non significa che tutto il nuovo lo considero buono a prescindere, ed è pure ovvio che nulla è meglio in senso assoluto, senza alcun effetto collaterale. Il punto è proprio esserne consapevoli e controllare questi effetti collaterali. Arrivare a dire "era meglio prima" è il classico buttar via il bambino con l'acqua sporca.