Politici con la terza media

blackdie
L'altro giorno un mio amico mi diceva che ci sono dei politici che hanno solo la terza media,ma non si ricordava i nomi di chi fossero. Io rimasi incredulo, e non sapendo dove trovare informazioni (cercare nome per nome mi sembra imposibile) chiedo a voi:ce ne sono?se si chi?


Nota:questo NON VUOLE essere un post di politica,si tratta di una curiosità e nulla di piu.(Del resto di che schieramento siano,non mi interessa).

Risposte
SnakePlinsky
Quando vedo senatori che stappano la bottiglia di spumante in aula, mi chiedo se possiamo arrivare ancora più in basso. In momenti come questi la tentazione di una selezione preliminare su titoli e capacità è molto forte.

Concordo appieno con un punto espresso da david_e: manca cultura tecnica, e ai vertici in modo mostruoso. La visione politica delle cose ha fagocitato tutto, ormai nessuno riesce più a fare il suo lavoro (le ultime vettime eccellenti Prodi e Padoa Schioppa). Se è vero che i tecnici possono essere ingenui sul versante politico, è altrettanto vero che l'eccesso opposto mi pare ancora più dannoso.
In un mondo dove la velocità del cambiamento è sempre più forte, abbiamo gente che ci governa che si è formata all'epoca del telegrafo: questo potrebbe ancora andare bene, se almeno sapessero cosa è successo nel 1492.


In altri lidi le cose sono assai diverse
"Nell´espansionismo cinese c´è l´impronta di una nuova classe dirigente, tecnocratica e pragmatica. Il capo dello Stato e del partito comunista Hu Jintao e il suo premier Wen Jiabao, sessantenni, sono ingegneri. Per la successione allevano una nuova generazione dove spiccano personaggi come il delfino emergente Li Keqiang, con Ph. D. di Economia all´università di Pechino un ministro degli Esteri laureato alla London School of Economics, un ministro della Ricerca scientifica ex dirigente della Audi in Germania,. Poi ci sono i cervelli finanziari che gestiscono la macchina da guerra del fondo sovrano. Zhou Xiaochuan governa la banca centrale più ricca del pianeta. Il suo centro studi, dichiara, «è al servizio delle imprese per studiare le opportunità di business in tutte le regioni del mondo». Lou Jiwei, presidente del fondo sovrano, sta reclutando i migliori cervelli cinesi che hanno studiato in America e hanno lavorato nelle merchant bank di Wall Street."

Tratto da : "Se la Cina compra il mondo"
(la Repubblica, VENERDÌ, 21 DICEMBRE 2007, Pagina 30 – Economia)
http://www.dirittiglobali.it/articolo.php?id_news=4684

Fate voi...

Cmax1
Ci sono persone più intelligenti e persone meno intelligenti, persone con migliore prestanza fisica e persone con peggiore prestanza fisica...
Tuttavia si tratta di una circostanza che, anche supponendo di definire "intelligenza" senza ambiguità (e non ci si riesce), ha poco a che fare con la cultura ed il suo ampliamento, nel senso discusso negli interventi precedenti. In affermazioni di questo tipo è insita la convinzione di appartenere ad una qualche classe dei "più", convinzione che in forme diverse abbiamo "più o meno" tutti (resta quindi da capire chi poi apparterrebbe ai "meno"), ma devo confessare che raramente l'ho trovata espressa in una forma così palese, e (se mi consenti il termine) così ingenua.

Cheguevilla
È da idee come questa che è nata la più grande tragedia del XX secolo.
E sempre da idee come questa, nascono tutti i problemi legati al razzismo ed all'intolleranza.

david_e1
"Cheguevilla":
Non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti gli stessi strumenti. Ne dobbiamo averli.
Questa è una bestemmia.
Art.3, comma 2 C.I.:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Sorry, ma io la penso così e non c'è costituzione che mi possa convincere del contrario. Ci sono persone più intelligenti e persone meno intelligenti, persone con migliore prestanza fisica e persone con peggiore prestanza fisica... Siamo tutti diversi, senza che questo voglia dire che ci siano persone migliori o peggiori o persone che valgano di più o di meno.

La dignità umana, per quello che mi riguarda, è un qualche cosa di totalmente distinto da quelle che sono le doti individuali.

Cheguevilla
Non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti gli stessi strumenti. Ne dobbiamo averli.
Questa è una bestemmia.
Art.3, comma 2 C.I.:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Cheguevilla
PS: "Bisagnino"? Ue', ma lo sapete o no che Fioravante è ligure? Il Bisagno è uno dei due maggiori corsi d'acqua di Genova e da quelle parti "bisagnino" vuol dire "ortolano".
Si, so che Fioravante è ligure.
Faccio inoltre notare che il Bisagno è il fiume che bagna la gloriosa Repubblica Popolare di Staglieno.
Il termine "bisagnino" deriva sì da Bisagno, per il fatto che, tempo addietro, il letto del Bisagno era coltivato, e questi coltivatori rivendevano direttamente al minuto parte del raccolto.
La maggior parte di essi svolgeva questa attività al ritorno dal lavoro, era un modo per "arrotondare".
Il crescente inquinamento del letto del fiume e del fiume stesso, con il naturale cambiamento della società, ha fatto scomparire questa attività.

P.S. Bisagno fu anche il nome di battaglia di Aldo Gastaldi, noto partigiano.

/OT

david_e1
"Fioravante Patrone":
Sul fatto che ci renda migliori, non sono del tutto pessimista, ma comunque il fine etico che vedo è essenzialmente un fine di uguaglianza (uguaglianza di strumenti ed opportunità) fra i cittadini.

E' proprio su questo che non sono d'accordo. Non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti gli stessi strumenti. Ne dobbiamo averli. Se mai abbiamo tutti uguale dignità indipendentemente dal tipo di strumenti che possediamo.

Voglio dire un contadino analfabeta e un vincitore della medaglia Fields non sono uguali(*), ma hanno pari dignità e hanno (o dovrebbero avere) pari diritti.

Costringere tutti ad avere un'istruzione liceale (che poi si ridurrebbe ad una buffonata dato il livello medio che avrebbero le classi) mi sembra un appiattimento.

---------------------------
(*) ne costringere il contadino analfabeta a prendere un PhD in matematica probabilmente servirebbe a qualche cosa, per certe cose è necessaria anche una predisposizione naturale.

david_e1
Si ma un conto è sostenere la necessità di una scolarizzazione minima, su cui penso siamo tutti d'accordo. Un altro è sostenere che tale scolarizzazione sia necessaria fino all'età di 18 anni. Un livello più che adeguato di cultura si dovrebbe già raggiungere con le scuole medie inferiori, senza bisogno di costringere tutti a seguire un'istruzione liceale e a perdere i primi 18 anni della propria vita dietro una cultura che, spesso, non è per nulla desiderata da chi vuole poi dedicarsi ad attività non intellettuali.

Fioravante Patrone1
"david_e":

Non è necessario che tutti abbiano una cultura equivalente, anche perché, secondo me, non è affatto vero che la cultura ci renda migliori. Se mai ci può rendere più competenti, sia a livello di conoscenza tecnica che di ragionamento critico (nel senso che ci rende meno manipolabili).


Solo una precisazione "linguistica".
Il ragionamento critico io lo metto dentro a cultura.
Anzi, ne è parte costituente fondamentale.

Sul fatto che ci renda migliori, non sono del tutto pessimista, ma comunque il fine etico che vedo è essenzialmente un fine di uguaglianza (uguaglianza di strumenti ed opportunità) fra i cittadini.

david_e1
"Cheguevilla":
"bisagnino"
Questa la capiamo in pochi.
Perché un operaio (o un "bisagnino", un idraulico, un contadino, etc.) non dovrebbe avere una cultura equivalente a quella di un insegnante, di un avvocato?
Per via del tempo speso a studiare. Sono davvero pochi i casi in cui un contadino è laureato.
Per me non è necessario che tutti studino, nel senso che per fare il contadino non è necessario saper risolvere equazioni di terzo grado o sapere che Manzoni ha scritto i Promessi sposi.
Così come non vedo necessaria l'istruzione fino a 18 obbligatoria.

Sono d'accordo.

Non è necessario che tutti abbiano una cultura equivalente, anche perché, secondo me, non è affatto vero che la cultura ci renda migliori. Se mai ci può rendere più competenti, sia a livello di conoscenza tecnica che di ragionamento critico (nel senso che ci rende meno manipolabili).

Fioravante Patrone1
"Cheguevilla":

Perché un operaio (o un "bisagnino", un idraulico, un contadino, etc.) non dovrebbe avere una cultura equivalente a quella di un insegnante, di un avvocato?
Per via del tempo speso a studiare. Sono davvero pochi i casi in cui un contadino è laureato.
Per me non è necessario che tutti studino, nel senso che per fare il contadino non è necessario saper risolvere equazioni di terzo grado o sapere che Manzoni ha scritto i Promessi sposi.
Così come non vedo necessaria l'istruzione fino a 18 obbligatoria.
Quello che è davvero necessario è che nella scuola dell'obbligo si affrontino temi come il diritto e l'economia, in modo da comprenderne le basi ed i concetti.
Sfortunatamente, noto che i concetti più elementari di economia mancano anche a molti laureati.
Inoltre, deve essere chiaro il motivo per cui si studia: acquisire un bagaglio culturale che possa essere un vantaggio competitivo da mettere a frutto sul lavoro, non semplicemente acquisire un pezzo di carta.

Completo disaccordo.

"studiare" lo si fa per due motivi:
per imparare un "mestiere" (elettrauto o chirurgo, fa lo stesso)
per comprendere il mondo in cui viviamo

Il primo motivo non mi interessa minimamente (qui! Agli esami la "penso" diversamente).

Sul secondo, uno può fare da autodidatta, ma perché dovrebbe farlo?
C'è già la struttura scolastica disponibile. Ecco perché parlo di obbligo fino a 18 anni (16 anni non basta, non si ha ancora la maturità personale).
Già che ci sono, quando sarò dittatore non solo obbligherò tutti ad andare al liceo fino a 18 anni, ma metterò a disposizione dei cittadini dei servizi per il "life-long-learning" (essendo un sovrano illuminato, non li metto obbligatori, ma esento dal servizio chi li frequenta).

Cheguevilla
"bisagnino"
Questa la capiamo in pochi.
Perché un operaio (o un "bisagnino", un idraulico, un contadino, etc.) non dovrebbe avere una cultura equivalente a quella di un insegnante, di un avvocato?
Per via del tempo speso a studiare. Sono davvero pochi i casi in cui un contadino è laureato.
Per me non è necessario che tutti studino, nel senso che per fare il contadino non è necessario saper risolvere equazioni di terzo grado o sapere che Manzoni ha scritto i Promessi sposi.
Così come non vedo necessaria l'istruzione fino a 18 obbligatoria.
Quello che è davvero necessario è che nella scuola dell'obbligo si affrontino temi come il diritto e l'economia, in modo da comprenderne le basi ed i concetti.
Sfortunatamente, noto che i concetti più elementari di economia mancano anche a molti laureati.
Inoltre, deve essere chiaro il motivo per cui si studia: acquisire un bagaglio culturale che possa essere un vantaggio competitivo da mettere a frutto sul lavoro, non semplicemente acquisire un pezzo di carta.

Fioravante Patrone1
Penso fosse chiaro, ma per dissipare equivoci su quello che volevo dire (interessa a qualcuno???): non proponevo "quote", ma sottolineavo una sotto-rappresentazione di una fetta importante di cittadini.

Le obiezioni di Sergio le condivido in larga parte. Anche se vorrei invitare tutti a riflettere su le considerazioni che faccio qui sotto.


La struttura sociale presenta una aberrazione doppia. Una aberrazione per il fatto in sé e l'altra perché non se ne è consapevoli (a livello "di massa", intendo).

Perché un operaio (o un "bisagnino", un idraulico, un contadino, etc.) non dovrebbe avere una cultura equivalente a quella di un insegnante, di un avvocato?

Forse qualcuno ricorderà che ho sostenuto, recentemente, che un matematico (un laureato in mate?) non è necessariamente un intellettuale.
Ebbene, un conto è la competenza tecnico-professionale. Che mi aspetto dal mio avvocato quanto dal mio idraulico.
Altra cosa è la cultura. Io sono e resto convinto che tutti dovrebbero stare a scuola fino a 18 anni (almeno). E come scuola intendo un "liceo".
Dopo di che, uno faccia pure l'elettrauto.

wedge
"motorhead":
[quote="wedge"]Bertinotti dovrebbe avere la terza media e basta, avendo iniziato a lavorare giovanissimo.

da wiki che cita il corsera
Nel 1962 si diploma, con tre anni di ritardo per via di alcune bocciature, come perito elettronico all'istituto Omar di Novara[/quote]

chiedo scusa, non mi ero preso la briga di controllare.

motorhead
"wedge":
Bertinotti dovrebbe avere la terza media e basta, avendo iniziato a lavorare giovanissimo.

da wiki che cita il corsera
Nel 1962 si diploma, con tre anni di ritardo per via di alcune bocciature, come perito elettronico all'istituto Omar di Novara

david_e1
Si è vero. Su questo hai pienamente ragione. Ritiro parte di quello che ho detto prima sul bisogno di competenze tecniche, ma rimango del parere che una buona cultura generale sia indispensabile per poter formare quella capacità di ragionamento critico di cui tutti (e in particolare i parlamentari) abbiamo bisogno, senza che questo si traduca poi in un requisito formale di titolo di studio, che in effetti non sarebbe giusto in una democrazia. In oltre, almeno per quello che concerne i ministeri, sarebbe giusto richiedere conoscenze specifiche nell'ambito in cui si opera: ridicolo pensare che il ministro della giustizia non sappia nulla di giurisprudenza...

"Fioravante Patrone":
Anche se aggiungo che, più che di quote rosa, ci sarebbe bisogno di "quote operai"...

A parte il fatto che c'è gente che sta perfino peggio degli operai (penso ad esempio ai ricercatori e ai giovani precari) e che l'idea di "lotta di classe" è quanto mai lontana dal mio pensiero politico, ma questa richiesta è mal posta: dal momento in cui un operaio diventasse parlamentare non sarebbe più un operaio, ma un parlamentare (con uno stipendio di qualche ordine di grandezza maggiore dell'operaio)... :-D

Quello di cui ci sarebbe bisogno è una quota "under 35" che faccia anche gli interessi di noi poveri sfortunati che nel 2020 ci troveranno a mantenere 3 pensionati a testa(*)...

-----------------------------------
(*) Vado a memoria, non mi ricordo l'anno esatto e il numero esatto e comunque con l'immigrazione questa proporzione è destinata, per fortuna, a cambiare. Comunque la sostanza è quella.

Fioravante Patrone1
"david_e":
[quote="wedge"]il che tante volte significa circondarsi delle persone giuste.


Con questo non voglio dire che i politici debbono essere esperti nei dettagli tecnici di cui poi altri si occuperanno, ma almeno una conoscenza minima è indispensabile per operare con cognizione di causa.
[/quote]
Qui sta, a mio parere, il nocciolo della questione.

Il deputato rappresenta politicamente o tecnicamente l'elettore?
Senza dimenticare il ruolo dei partiti, previsto dalla Costituzione.

La mia risposta è evidente quale sia: la funzione del deputato è quella di rappresentare il punto di vista politico dell'elettore (rappresentanza che comunque esercita senza vincolo di mandato, come Mastella e tanti altri ci insegnano).

Teniamo presente che anche il miglior economista d'Italia, se in Parlamento, si troverà a votare su leggi come quella sulla fecondazione artificiale. E viceversa dicasi per un esperto di bioetica. Per non parlare di una leggina sugli insaccati, sulla quale nessuno dei due avrà esperienza, se non per ragioni di carattere pernonal-hobbistico ;-)
Nel concreto, ogni giorno il parlamentare si trova a votare su questioni di cui è pochissimo informato e non è certo in grado di avere una opinione accurata "tecnicamente". Proprio a questo servono (anche) i partiti. E dicendo partiti non mi riferisco agli "one man party" (e Clooney non c'entra).

david_e1
"wedge":
secondo me non ci vuole competenza per dirigere una nazione, come per operare a cuore aperto. ci vogliono intelligenza e saggezza, il che tante volte significa circondarsi delle persone giuste.
laureati in giurisprudenza, scienze politiche, economia eccetera stanno mandando a gambe per aria il nostro paese.

Ovviamente non posso che essere totalmente in disaccordo. Veramente, secondo te, non occorrono conoscenze in economia per redimere una finanziaria? Veramente, secondo te, non occorre la conoscenza dell'inglese per dirigere la diplomazia italiana?

Per dirigere una nazione ci vuole una competenza ben maggiore che per operare a cuore aperto. Dalle decisioni di quelle persone dipendono le sorti di almeno 60 milioni di persone!

Con questo non voglio dire che i politici debbono essere esperti nei dettagli tecnici di cui poi altri si occuperanno, ma almeno una conoscenza minima è indispensabile per operare con cognizione di causa.

Purtroppo a mandare a gambe all'aria il nostro paese è semmai l'ignoranza di questi laureati in giurisprudenza, scienze politiche, economia eccetera... purtroppo essere laureati non è sinonimo di essere colti.

wedge
secondo me non ci vuole competenza per dirigere una nazione, come per operare a cuore aperto. ci vogliono intelligenza e saggezza, il che tante volte significa circondarsi delle persone giuste.
laureati in giurisprudenza, scienze politiche, economia eccetera stanno mandando a gambe per aria il nostro paese.

Fioravante Patrone1
"Sergio":
[quote="desko"]Cioè???
Io potrei essere un docente universitario senza avere uno straccio di laurea in tasca?
Ma non ci posso credere...

Forse sposare la figlia del rettore aiuta :-D :-D :-D
Un url a caso.[/quote]
Penso sia evidente che il riferimento di Sergio non è rivolto direttamente al caso specifico che avevo citato.

Comunque, per rispetto nei confronti di Claudio Napoleoni (non ne ha bisogno, ma mi sembra doveroso) ci tengo a dire ben chiaro che si tratta di cose diverse. La storia di Napoleoni è ben diversa da una storia di nepotismo. Cito, in favore suo, due fasi tratte da qui:
http://host.uniroma3.it/facolta/economi ... i/29_1.pdf
(è uno scritto di Mariano D'Antonio in memoria di Massimo Finoia)

Alla mia domanda da ingenuo e ignorante “ma chi è questo Napoleoni?”, Marrama rispose
senza esitare che era il più grande economista italiano di quegli anni. Questa frase detta da un
professore ordinario su un autodidatta qual’era Napoleoni, per di più privo di una laurea e di un
insegnamento universitario, mi parve un’affermazione di tale modestia e sincerità che ancora adesso
mi porta ad apprezzare dopo la sua scomparsa Vittorio Marrama per il suo stile non convenzionale,
privo di boria, quale raramente ho poi ritrovato nella mia esperienza universitaria.

Qualche anno dopo Napoleoni ottenne una
cattedra di Economia politica a Napoli, voluto da Giuseppe Palomba che lo aveva in grande
considerazione a differenza di altri potenti professori della materia a Napoleoni ostili per anni (la
ragione? Pare che Napoleoni avesse la grave colpa di non citarli nei suoi lavori).


Quindi siamo in un caso molto lontano da quello di parenti/amici/amanti (ogni combinazione dei tre attributi è ammessa).

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