Le "traccie" del Ministero per gli esami di maturità

Shackle
Avete letto questo ? :oops: :lol:

Se poi uno studente lo scrive nel compito di italiano, quale professore avrà il coraggio di correggerlo ? :roll: :twisted:

Risposte
Intermat
"@melia":
[quote="Ryukushi"]
In nessun paese al mondo l'insegnante lavora otto ore al giorno a scuola, a mio avviso sarebbero troppe per garantire la qualità.

Mi sembrava di aver capito che la proposta delle 8 ore a scuola fosse comprensiva di tutto, preparazione delle lezioni, predisposizione e correzione dei compiti, riunioni collegiali e, ovviamente, lezioni. Io ci metterei la firma, trasformerei il mio studiolo a casa in un salottino. La cosa sarebbe fattibile e sono certa che molti colleghi la approverebbero, ma servirebbero gli spazi. Ognuno dovrebbe avere la propria scrivania e libreria. Invece abbiamo una sala insegnanti con un numero di sedie pari ad un decimo dei docenti e dei cassetti che si riempiono con 3 pacchi di compiti e 2 libri.

In Polonia (dove ho fatto uno scambio culturale) tutti gli insegnanti hanno la propria aula, che è un'aula da lezione in cui c'è un armadio chiuso a chiave per il docente. I docenti hanno lezione alla mattina e al pomeriggio si fermano per correggere, preparare il materiale per il giorno dopo, fare attività di recupero. Libri, compiti e altro materiale didattico, compreso il computer, non escono dalla scuola. Alle 17 la scuola chiude per le pulizie.[/quote]
Esattamente @melia. Ogni professore dovrebbe avere uno spazio suo e, per fare quello che dico io, servirebbe,soprattutto, un sostanziale investimento nell'edilizia scolastica. Direi che è una condizione necessaria (ma non sufficiente!).

@melia
"Ryukushi":

In nessun paese al mondo l'insegnante lavora otto ore al giorno a scuola, a mio avviso sarebbero troppe per garantire la qualità.

Mi sembrava di aver capito che la proposta delle 8 ore a scuola fosse comprensiva di tutto, preparazione delle lezioni, predisposizione e correzione dei compiti, riunioni collegiali e, ovviamente, lezioni. Io ci metterei la firma, trasformerei il mio studiolo a casa in un salottino. La cosa sarebbe fattibile e sono certa che molti colleghi la approverebbero, ma servirebbero gli spazi. Ognuno dovrebbe avere la propria scrivania e libreria. Invece abbiamo una sala insegnanti con un numero di sedie pari ad un decimo dei docenti e dei cassetti che si riempiono con 3 pacchi di compiti e 2 libri.

In Polonia (dove ho fatto uno scambio culturale) tutti gli insegnanti hanno la propria aula, che è un'aula da lezione in cui c'è un armadio chiuso a chiave per il docente. I docenti hanno lezione alla mattina e al pomeriggio si fermano per correggere, preparare il materiale per il giorno dopo, fare attività di recupero. Libri, compiti e altro materiale didattico, compreso il computer, non escono dalla scuola. Alle 17 la scuola chiude per le pulizie.

Ryukushi1
"Intermat":
[quote="Ryukushi"]
Tutto il mondo del lavoro, nelle aziende intelligenti, si sta muovendo il telelavoro e tu vorresti chiudere a scuola i professori per preparare le lezioni?
Quest'ossessione per gli orari di lavoro è una cosa ridicola prettamente italiana e non meritocratica.


Questo non è del tutto vero, alcune aziende in US e UK (tra cui la stessa Yahoo che era una delle principali sostenitrici del telelavoro) stanno facendo passi indietro perché si è notata una diminuzione della produttività e della creatività.

"Ryukushi":


Se X è più bravo di Y e raggiunge lo stesso obbiettivo nella metà del tempo, perché deve rimanere altre 4 ore in ufficio a girarsi i pollici? Questo mindset va eliminato.

Semplicemente perché io ho detto che devono stare lì e fare qualcosa, tipicamente dovrebbero essere disponibili per dare spiegazioni aggiuntive ai ragazzi più bravi, dare un sostegno a quelli più scarsi etc. Insomma essere a disposizione degli studenti. Se poi quest'ultimi non lo vogliono sfruttare è un problema loro, di certo però i professori dovrebbero essere lì per aiutarli. Detto questo sono d'accordo che, in generale, se uno è più bravo e fa le cose più velocemente degli altri può essere libero di andare via prima (in un certo limite). Ad esempio dove lavoro ora è così, nessuno guarda quando si entra o quando si esce (o quanto si sta fuori per la pausa pranzo) tanto poi si valutano i risultati che ciascuno porta a casa. Su questo non ci piove, il problema è che il lavoro del professore è diverso ed esso dovrebbe continuare a fornire il servizio per le intere 8h.

PS: Detto questo se poi mi fa 7.5h non è che mi straccio le vesti, proprio per il discorso di cui sopra. La mia idea, che non ho espresso fino in fondo in questo topic (ma che ho espresso più volte), prevedrebbe una scuola aperta 10h al giorno, con attività mattutine e pomeridiane (ad es. ed. fisica andrebbe fatta di pomeriggio non in mezzo alle lezioni). In questo contesto la presenza dei professori a scuola, anche oltre le 13.30 sarebbe fondamentale.[/quote]

In nessun paese al mondo l'insegnante lavora otto ore al giorno a scuola, a mio avviso sarebbero troppe per garantire la qualità.

In ogni caso, il mondo dovrebbe virare in generale, a mio avviso, su una diminuzione dell'orario di lavoro, per quei lavori che ce l'hanno, perché altrimenti, nel giro di 30 anni, ci saranno tassi di disoccupazione dell'ordine del 20%. Dovremmo sfruttare l'automazione industriale per lavorare di meno, tutti.

Zero87
Sono d'accordo con Pesca321 - che, alla fine, ha espresso un pensiero abbastanza simile al mio anche se con parole decisamente migliori. Anche perché io intendevo proprio che ogni lavoro ha i suoi pro e i contro e in genere si va sempre a lamentarsi per via dei "pro" degli altri lavori.
Magari quello che riesce facile, nel guardare l'erba del vicino, è vedere i vantaggi ma non ci si chiede se, per esempio, saremmo in grado a posto loro di fare le stesse cose.

Se vogliamo rientrare più IT in questo topic, resta pur sempre lo sfogo di @melia (anch'esso comunque un po' OT :P ) perché comunque non era riferito al discorso "insegnante sottovalutato-insegnante sopravvalutato" ma a un fatto anche un po' più caro al sottoscritto che è "perché obbligare a fare cose senza organizzarle minimamente prima". Ho sentito molte lamentele anche per l'iscrizione a scuola online, tra l'altro.

Suppongo comunque che questo non riguardi solo l'insegnamento. Spero che per la pesante evoluzione dell'Italia verso la dematerializzazione (fatture online, pagoPA, F24 online, 730 online,...) che tutto funzioni a dovere ma io non sono mai fiducioso e le cose le faccio quasi sempre nel modo tradizionale.

Pesca321
Io penso che quando si affrontano questo genere di argomenti si cada troppo facilmente (lo so, è già stato detto ma lo ripeto) nel luogo comune "l'erba del vicino è sempre più verde". Che, a mio parere, è meglio rappresentata dalla frase tipica dei bambini piccoli quando dai una cosa ad uno, ma non all'altro, e l'altro esordisce con: "eh ma perchè lui sì e io no?".
Vi prego, smettiamola. Io insegno ai miei bambini di catechismo di seconda elementare a non fare paragoni con gli altri. Lo trovo un comportamento estremamente infantile, tipico di persone che non apprezzano quello che hanno, e che sono estremamente spaventate all'idea di avere qualcosa in meno degli altri, quindi in qualche modo essere un gradino sotto gli altri.
Anche i discorsi del tipo "io sono un insegnante della materna e mi occupo tutto il giorno di 25 bimbi, è inconcepibile che guadagni meno di un programmatore che sta 8 ore davanti a un computer e ha molte meno responsabilità di me" mi stroncano i nervi. Mi fanno veramente voglia di picchiare qualcuno (e scusate se è poco). Innanzitutto, chi sei tu per giudicare il lavoro di qualcun altro? Hai mai lavorato come programmatore, sai di cosa si tratta in particolare? sei a conoscenza che ha altri tipi di responsabilità? Ma soprattutto: perchè dobbiamo sempre confrontarci con altri? perchè non possiamo accontentarci (se lo abbiamo) di uno stipendio buono, che ci permetta di vivere, senza andare sempre a sindacare?
D'altra parte, concordo con chi in questo post criticava un comportamento lamentoso degli insegnanti, riguardo soprattutto al carico di lavoro e alle condizioni di lavoro. Ho molti amici insegnanti, chi di materna, chi di primaria e chi secondaria, e purtroppo è abbastanza diffuso il pensiero "il lavoro dell'insegnante è il più pesante al mondo, beata te che dopo 8 ore in ufficio stacchi e vieni a casa".
Bè, aspettate un attimo. Io ho lavorato sia come insegnante nella secondaria (supplenze, corsi di recupero e lezioni private) sia come programmatore (il mio lavoro attuale). Credo di avere la giusta esperienza per poter dire di conoscere entrambi le condizioni lavorative della scuola e dell'azienda/ufficio.
Ognuna delle due ha i suoi pro e i suoi contro (e questo è già stato detto). L'insegnante ha orari "elastici" (passatemi il termine), se è bravo nel suo lavoro e si sa organizzare bene riesce anche a finire in poche ore il proprio lavoro (l'ho vissuto sulla mia pelle), ma fa un lavoro psicologicamente devastante. Lasciatemelo ripetere: devastante. L'avere a che fare contemporaneamente con tanti ragazzi, quindi caratteri ed esigenze diverse, quindi tantissimi stimoli, richiede una serenità mentale che secondo me non è alla portata di tutti, e chi non ha esperienza in questo lavoro non può capire.
D'altra parte, il lavoro in azienda (diciamo come programmatore, per fare un esempio) ti dà orari fissi (quindi, se sei bravo, hai la sicurezza che alle 17 stacchi), a volte ti dà dei benefit (asilo, macchina, dipende dall'azienda) e, diciamocelo, cazzeggiare è relativamente facile. Se sei un minimo furbo e non ti fai sgamare, nessuno se ne accorge, oppure i capi lo sanno ma lo mettono in conto. (E' grave questo? certo che lo è. Però nessuno ha mai affrontato il problema "ma delle 8 ore di lavoro, quante- effettivamente- ne lavorano gli italiani?"). Il rovescio della medaglia è che (e non sottovalutiamolo!) tu quelle 8 ore te le devi fare. Anche se non hai molto da fare, e credetemi che capita. E questo è estremamente svilente per chi ha voglia di lavorare e vorrebbe fare di più.

Quindi, riassumendo: a chi critica gli insegnanti in genere rispondo: sai cosa vuol dire fare l'insegnante? hai l'esperienza per giudicare questo lavoro? e se fare l'insegnante è tanto una bazza, perchè non lasci il tuo lavoro e lo fai anche tu? ("ah no no per carità, io non ho la pazienza per farlo" è la risposta più gettonata, ed ecco che si spiega tutto).

A chi è insegnante e fa la vittima dicendo che l'insegnante è il lavoro più duro al mondo, dico: sai cosa vuol dire fare un altro lavoro? hai mai provato? e se fare un altro lavoro è tanto una bazza, perchè non smetti di fare l'insegnante e fai un altro lavoro?

Ecco cosa manca di più al giorno d'oggi: il buon senso. Il buon senso di non giudicare quando non si conosce; di provare a mettersi nei panni degli altri; di non paragonarsi agli altri in continuazione.
Scusate la lungaggine del post, ma -credo si sia capito- l'argomento mi sta a cuore.

Intermat
"Ryukushi":

Tutto il mondo del lavoro, nelle aziende intelligenti, si sta muovendo il telelavoro e tu vorresti chiudere a scuola i professori per preparare le lezioni?
Quest'ossessione per gli orari di lavoro è una cosa ridicola prettamente italiana e non meritocratica.


Questo non è del tutto vero, alcune aziende in US e UK (tra cui la stessa Yahoo che era una delle principali sostenitrici del telelavoro) stanno facendo passi indietro perché si è notata una diminuzione della produttività e della creatività.

"Ryukushi":


Se X è più bravo di Y e raggiunge lo stesso obbiettivo nella metà del tempo, perché deve rimanere altre 4 ore in ufficio a girarsi i pollici? Questo mindset va eliminato.

Semplicemente perché io ho detto che devono stare lì e fare qualcosa, tipicamente dovrebbero essere disponibili per dare spiegazioni aggiuntive ai ragazzi più bravi, dare un sostegno a quelli più scarsi etc. Insomma essere a disposizione degli studenti. Se poi quest'ultimi non lo vogliono sfruttare è un problema loro, di certo però i professori dovrebbero essere lì per aiutarli. Detto questo sono d'accordo che, in generale, se uno è più bravo e fa le cose più velocemente degli altri può essere libero di andare via prima (in un certo limite). Ad esempio dove lavoro ora è così, nessuno guarda quando si entra o quando si esce (o quanto si sta fuori per la pausa pranzo) tanto poi si valutano i risultati che ciascuno porta a casa. Su questo non ci piove, il problema è che il lavoro del professore è diverso ed esso dovrebbe continuare a fornire il servizio per le intere 8h.

PS: Detto questo se poi mi fa 7.5h non è che mi straccio le vesti, proprio per il discorso di cui sopra. La mia idea, che non ho espresso fino in fondo in questo topic (ma che ho espresso più volte), prevedrebbe una scuola aperta 10h al giorno, con attività mattutine e pomeridiane (ad es. ed. fisica andrebbe fatta di pomeriggio non in mezzo alle lezioni). In questo contesto la presenza dei professori a scuola, anche oltre le 13.30 sarebbe fondamentale.

Ryukushi1
"Intermat":
Io non sarei così drastico come snake-16 però, di fondo, ne condivido il principio (sempre che non abbia frainteso). I professori sono una categoria che tende a lamentarsi frequentemente (a volte a torto, a volte a ragione) ma non tengono in considerazione che, per determinati aspetti del loro lavoro, sono assolutamente "avvantaggiati" (non voglio usare privilegiati perché in un'altra discussione simile mi era stata mossa un'obiezione su questo termine). Come è stato fatto notare i professori devono anche preparare le lezioni a casa, già questo è un aspetto nettamente a loro vantaggio (che io eliminerei). E' come se un qualsiasi dipendente potesse dire: "vabbè dalle 8.30 alle 12 sto in azienda, poi dalle 12.30 alle 17 lavoro da casa, tanto sono cose che posso fare anche da lì!". Quasi solo i docenti possono fare questa cosa. Secondo me le scuole dovrebbero migliorare le strutture in modo da creare degli uffici per i docenti facendo sì che essi stiano a scuola per esattamente 8 h. I compiti, le lezioni e tutto il resto lo potrebbero preparare nel loro ufficio una volta terminate le lezioni (di mattina). Detto questo ci sono i 3 mesi estivi di pausa, è vero che non sono tutte vacanze perché, se non sbaglio, devono essere reperibili dalla scuola per riunioni, aggiornamenti vari, eventuali corsi di recupero etc... però restano 3 mesi (di cui comunque 1 di ferie) assolutamente ad intensità ridotta. Nessun altro dipendente, una volta arrivato giugno, vede diminuire il carico di lavoro in questa maniera.
Insomma ci sono aspetti del lavoro del professore che sono assolutamente positivi. Ovviamente ci sono anche dei contro: stipendi assolutamente ridicoli per l'importanza del ruolo, strutture (spesso) fatiscenti che di certo non stimolano, e via dicendo.

Detto questo però, come diceva anche snake-16, ci sono dei lavori veramente pesanti (dove per pesanti si intende pesanti) che vengono fatti d'estate a 35/40°C sotto il sole. Insomma, secondo me, i professori dovrebbero spesso rivedere ed inquadrare le loro critiche all'interno di tutto il contesto della situazione lavorativa in Italia.

PS: Non ultima, la polemica sul nuovo sistema che manda lontano da casa la gente del sud (posto che la critica sulla correttezza dell'algoritmo è accettabile) è inconcepibile, al sud vogliono fare tutte la maestra e la professoressa e si lamentano se devono emigrare al nord...è sinceramente abbastanza inconcepibile. E' come se uno nato ad Aosta che volesse fare il marinaio si lamentasse del fatto che il porto più vicino è a 2/3h di macchina!



Tutto il mondo del lavoro, nelle aziende intelligenti, si sta muovendo il telelavoro e tu vorresti chiudere a scuola i professori per preparare le lezioni?

Quest'ossessione per gli orari di lavoro è una cosa ridicola prettamente italiana e non meritocratica.

Se X è più bravo di Y e raggiunge lo stesso obbiettivo nella metà del tempo, perché deve rimanere altre 4 ore in ufficio a girarsi i pollici? Questo mindset va eliminato.

Shackle
Lasciate perdere inutili diagrammi, fatti da gente che non ha assolutamente idea di certi lavori.
Che cosa ne sanno dello stress psicologico , e anche fisico, di un pilota di aerei di linea, che ha la responsabilità di un mezzo costoso e di 200 e più passeggeri, e non di 30 studenti ?
Che cosa ne sanno, dello stress continuo di un ispettore tecnico di una compagnia di navigazione, che vive con la valigia sotto il letto , ha famiglia ma è come se non l'avesse , viene chiamato all'improvviso alle due di notte dal suo armatore perché deve andare in aeroporto e partire per Singapore, dove c'e una nave in avaria? E dopo una settimana fuori lo spediscono direttamente a Vancouver , per un altro problema ?
Che cosa ne sanno, dello stress di un chirurgo che è chiamato a fare un intervento urgente per tentare di salvare una vita?
Tra la teoria (sbagliata) e la pratica c'e un abisso . Lasciate stare, sono discorsi inutili. Parlate solo degli insegnanti.

myriam.92
Dipende...se d'asilo per esempio, i bimbi sarebbero la mia cura a tutto questo malessere *_____*

axpgn
"Myriam92":
Meglio che non proseguo, è tutto quel che succede a me, specie in fase pre-esami ...


... e non sei ancora un'insegnante ... :-D



[ot]... no, anzi ...[/ot]

myriam.92
Meglio che non proseguo, è tutto quel che succede a me, specie in fase pre-esami :smt073

[ot]
"axpgn":
ho sposato un'insegnante ..

Di matematica? :D


Click sull'immagine per visualizzare l'originale
[/ot]

axpgn
La prima cosa trovata su internet ...

"... Lo studio Getsemani (Diapo n.2), partendo dall’analisi degli accertamenti sanitari per l’inabilità al lavoro, svolta dai Collegi Medici della ASL Città di Milano nel periodo 1/92 – 12/01 per un totale di 3.049 casi clinici, ha operato un confronto tra quattro macrocategorie professionali di dipendenti dell’Amministrazione Pubblica (696 insegnanti, 596 impiegati, 418 sanitari, 1340 operatori). In controtendenza con gli stereotipi diffusi nell’opinione pubblica, i risultati (Diapo n.3a,3b,3c,3d,3e) dimostrano che la categoria degli insegnanti è soggetta a una frequenza di patologie psichiatriche, indipendentemente da fattori quali il sesso e l’età, pari a due volte quella della categoria degli impiegati, due volte e mezzo quella del personale sanitario e tre volte quella degli operatori. ..."

Link

axpgn
Tutti e due professori ma nessuno dei due ha mai fatto l'insegnante ... :wink: :-D

myriam.92
Loro


Click sull'immagine per visualizzare l'originale


:lol: :lol: :lol:
Eeeeh si, È un testo universitario ! :roll:

mgrau
Il grafico contiene molte informazioni, ma mi limito al dato sugli insegnanti:
controllo sulle decisioni minimo?!!! (agli scrutini??)
pressione psicologica media? (idem)
Ma chi ha comipilato questo schema?

myriam.92
Concedetemi di pubblicare questo schema che mi avete fatto ricordare di avere sul libro di comportamento organizzativo, però meglio non esprimere pareri al riguardo onde evitare di scatenare l'inferno :lol: :lol:




Click sull'immagine per visualizzare l'originale

mgrau
"Zero87":

- il medico perché al primo piccolo errore viene radiato (fa l'unico mestiere in cui non è ammesso che "tutti possono sbagliare").


Non esageriamo... semmai adesso sta prendendo piede l'uso - americano - di fargli causa. E ti faccio notare che l'ergastolo a Brega Massone (Santa Rita) è stato annullato dalla Cassazione.
Quanto al fatto che il rapporto fra informatica e Pubblica Amministrazione sia - in genere - lacrimevole, sono del tutto d'accordo (anche se è un po' OT)

@melia
Grazie Zero87. :-
Hai espresso molto bene il mio pensiero che avevo riassunto in precedenza in "Come è facile il lavoro degli altri".

Zero87
Tanto per collegarmi con @melia.

Mi sono iscritto all'università nel 2007 e il primo anno è stato l'ultimo in cui la verbalizzazione era cartacea. Almeno a Camerino, in altri atenei non ne ho la più pallida idea.
Comunque:
- tipico esame dell'AA 2007-2008: si fa l'esame, si mette una firmetta e ognuno va avanti con la propria vita; il prof. periodicamente lascia le carte in segreteria e tutto funziona;
- tipico esame dall'AA 2008/2009 in poi (l'ultimo esame l'ho fatto a metà 2012 magari è cambiato tutto): si fa l'esame se non salta la data di esame perché c'è qualche controllo sui sistemi informatici che non ha funzionato (successo davvero! :| ), si mette una firmetta su qualche foglio che non è un verbale, dopo mesi si vede sul profilo online che l'esame non è stato caricato, si va un giorno sì e uno no in segreteria studenti per capire qualcosa (loro in genere non lo sanno), si scopre che serve il documento cartaceo o comunque qualcosa che provi che l'esame è stato fatto (fortunatamente esiste ancora il libretto), dicono che è tutto ok e che sistemeranno, l'anno dopo non puoi fare un corso perché l'esame propedeutico non è stato caricato, ricomincia il ciclo daccapo, ... , la settimana prima della laurea ti chiamano a casa per domandarti se hai fatto l'esame x (nel mio caso "statistica aziendale" fatto un anno e mezzo prima che non risultava caricato)...

Il succo è che obbligano a fare determinate cose senza organizzarle bene prima. E questo fa veramente arrabbiare tanto.

Poi è ovvio che ognuno guarda al proprio orticello.
- Lo studente che perde le coincidenze perché i treni regionali fanno pietà. Inoltre deve studiare n materie diverse in contemporanea perché gli esami sono concentrati in brevi periodi l'anno
- L'agricoltore che impreca contro lo stato perché non guadagna niente, viene spremuto come un limone per pagarsi i contributi per poi ricevere la minima quando in pensione avrà i peggio acciacchi fisici (sempre se arriva sano alla pensione).
- L'operaio che pensa che di notte bisognerebbe dormire e che il sabato è fatto per occuparsi della propria famiglia.
- Il programmatore che se riesce a fare qualcosa sa che comunque a un cliente piacerà mentre l'altro cliente farà un reclamo (questo lo dico io :lol: ).
- il prete perché le chiese sono tutte tasse da pagare anche se sono inagibili (penso al centro Marche).
- il medico perché al primo piccolo errore viene radiato (fa l'unico mestiere in cui non è ammesso che "tutti possono sbagliare").
...

Viceversa, secondo gli altri:
- Lo studente non lavora e si diverte e non sa cos'è la fatica (frase con cui si fa stare zitti apposta gli studenti e che, come gli altri, ho subito per gran parte della vita).
- L'agricoltore non ha orari e può tranquillamente non lavorare se non ha impegni senza che nessuno gli dica niente.
- L'operaio non ha da pensare; esce dalla fabbrica e dimentica tutto.
- Il programmatore non fa il minimo sforzo e non fa dei turni.
- Il prete non ha una famiglia da mantenere.
- Il medico prende più degli altri mestieri messi insieme.
...

Conclusione: ogni mestiere è più o meno difficile e logorante se non fisicamente lo è moralmente. Prendetevela con le eccezioni, cioè con politici, calciatori, dispensatori dell'effimero, ....

@melia
"snake-16":

mi ha fatto scattare l'embolo l'affermazione " la vita dura dell'insegnante per i server intasati"... Questa affermazione sembra di qualcuno che vive su marte o non ha varcato mai il proprio orticello.


Non hai colto la sottigliezza burocratica.
Il server è intasato, ma per fare il mio lavoro ho bisogno di accedere. Uno normale che farebbe? Se ne andrebbe al bar, caffè e brioche, una passeggiata e, magari, dopo due ore potrebbe fare bene il suo lavoro.
Ma no, non si può fare. Non si può abbandonare la riunione che se arriva un ispettore ti fa un richiamo, con trattenuta di almeno un giorno dello stipendio e blocco dell'anzianità per 2 anni (grazie Brunetta). Esattamente come un medico di turno che abbandoni la sua postazione.
E questo è molto frustrante, ma non è inusuale.

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