L'angoscia di sentirsi inutili
Studiare Matematica all'università è parecchio totalizzante, a tal punto che non rimane molto tempo per attività extra. Personalmente cerco di non rinunciare mai a qualche pagina di un libro oppure ad un buon film, nonostante lo faccia spesso in condizioni pietose (i.e. dopo estenuanti sessioni di studio); sta di fatto che ultimamente mi assale l'avvilente sensazione di essere completamente inutile[nota]Mi è difficile, in questa sede, definire l'utilità. Diciamo che il senso di avvilimento nasce principalmente dall'osservazione di oggetti di cui si fa un quotidiano uso (automobili, computer, macchine per la TAC etc...) e dalla conseguente domanda: "E io cosa so/so fare?" Nel mio caso la risposta è: "Un po' di letteratura, un po' di cinema, un po' di Matematica, qualche videogioco, pincanello e poco altro. Cioè, per gli standard correnti, nulla."[/nota]. A questo proposito il mio pensiero è grezzo e farraginoso, e probabilmente verrà frainteso da coloro che penseranno: "Beh, hai scelto tu di studiare Matematica! La prossima volta iscriviti ad ingegneria, così magari sarà legittima una vaga speranza di poter arrivare un giorno a progettare una turbina o una CPU..." - Ovviamente non è questo il punto, e neppure si tratta della solita rogna tra Matematica pure od applicata. Non mi mancano le motivazioni di studio, per quanto patetiche possano sembrare; spesso mi basta la bellezza, intrinseca o supposta, che arriva ad accecarmi. Eppure non sono un automa, un sociopatico od un autistico (seppure in certi frangenti desidererei esserlo), e spesso mi rendo conto che la gente che mi gravita intorno mi considera una nullità ( - "Beh ma io so che in caratteristica \(0\) un polinomio è risolubile per radicali se e solo se il suo gruppo di Galois è risolubile...", "Ah." rispose l'altro), o reputa nullo/inutile il cammino che ho intrapreso. Ed è proprio perché non sono un automa, un sociopatico od un autistico (sic!) che soffro come un cane quando le persone (studenti universitari!) mi chiedono se a Matematica "si studiano le funzioni a sei piani, o i polinomi di grado \(100\)"... mi sento banalizzato. Mi sento inutile.
Un esempio lampante è questo forum: alle 13:55 del 23/01/2013 risultano iscritti 62898 utenti, ma quanti tra questi sono qui per la Matematica? 100? 150? Forse meno. Si vede la solita brodaglia annacquata fino ai conati sui polinomi di Taylor o sulle basi di autovettori nelle stanze di Analisi o di Geometria, e la verità è che a tutti questi signori non importa un fico secco dell'Analisi o della Geometria: mi/ci considerano utili nella misura in cui permettiamo loro di passare l'esame e poi ciao, chi s'è visto s'è visto. Trampolini di lancio, matematica meramente utilitaristica.
Sembra che l'atteggiamento migliore da tenersi per la salvaguardia della propria sanità mentale sia il solito guarda e passa, ma io non ci riesco - il mio guarda e passa si compone spesso di un mutismo talmente forzato da voler suonare come un silente insulto, ma che per la manifesta cecità intellettuale/intellettiva del destinatario non fa che essere deleterio soltanto per me.
Possibile che sia un problema solo mio?
Un esempio lampante è questo forum: alle 13:55 del 23/01/2013 risultano iscritti 62898 utenti, ma quanti tra questi sono qui per la Matematica? 100? 150? Forse meno. Si vede la solita brodaglia annacquata fino ai conati sui polinomi di Taylor o sulle basi di autovettori nelle stanze di Analisi o di Geometria, e la verità è che a tutti questi signori non importa un fico secco dell'Analisi o della Geometria: mi/ci considerano utili nella misura in cui permettiamo loro di passare l'esame e poi ciao, chi s'è visto s'è visto. Trampolini di lancio, matematica meramente utilitaristica.
Sembra che l'atteggiamento migliore da tenersi per la salvaguardia della propria sanità mentale sia il solito guarda e passa, ma io non ci riesco - il mio guarda e passa si compone spesso di un mutismo talmente forzato da voler suonare come un silente insulto, ma che per la manifesta cecità intellettuale/intellettiva del destinatario non fa che essere deleterio soltanto per me.
Possibile che sia un problema solo mio?
Risposte
Una sensazione del genere la provai, anzi, mi sono accorto negli ultimi mesi di averla provata quando certi gesuiti[nota]Secondo il loro stile... non è un attacco frontale\laterale\od a tradimento contro loro: è un'affermazione tecnica della loro spiritualità.[/nota] mi domandavano dei miei studi: all'epoca mi interessavano i gruppi finiti e la geometria ad essi collegata; ovviamente cercavo di fargli capire che le trasformazioni geometriche note (tipo le rotazioni della sfera) formano un gruppo, per i soliti motivi che sappiamo; ovviamente per i non addetti ai lavori questi erano discorsi astratti, o peggio campati per aria
od al culmine sono io che non so concretizzarli 
Passando alla laurea magistrale in S.I.S.S.A., mi sono appassionato alla geometria algebrica ed alle sue applicazioni alla fisica matematica moderna[nota]Per adesso so che ci sono profondi collegamenti, e sono ancora in cammino per capire quali\cosa sono queste applicazioni! : )[/nota]; ovviamente io sono ancora in contatto coi gesuiti, e dato che il loro stile non è cambiato: ho cambiato io il mio stile
Semplicemente: a chiunque (gesuiti in particularis) mi domanda dei miei studi, io gli rispondo con il linguaggio opportuno (tipo: teoria delle categorie, teoria dei fasci, algebra commutativa e topologia); ovviamente non ci capiscono niente, e io ridendo sotto i baffi (e con opportuna sfacciataggine, faccio una faccia da corne vecchie) rispondo:"Non conosco altro linguaggio per risponderti\rispondervi[nota]Sono pur sempre napoletano, aoh!
[/nota]\risponderle, d'altra parte: ho seguito 4 corsi universitari[nota]Il prossimo semestre ne ho altri 2, se tutto va bene : )[/nota] su queste cose... Se tu conosci\voi conoscete\lei conosce qualcuno in grado di spiegare queste cose in termini elementari: sarei curioso di conoscerlo!"
Questo è un comportamento per dare dignità al mio studio personale...
C***o!, nessuno è nato imparato; è vero che molte cose della matematica oggi le uso con una certa naturalezza, ma non mi metterò mai vergogna di dire che ci ho buttato lacrime e sangue; che mi sono lasciato dietro una scia di morti, feriti e mutilati; ma non consento ai "non addetti ai lavori" di farmi sentire inutile, o peggio incapace o non adatto alla matematica (volutamente, involontariamente, accidentalmente, e.o.)
Chiama(te)lo orgoglio, superbia, autarchia, pienezza; ma un giusto minimo di queste cose ci vuole, altrimenti avrei fatto ingegneria elettronica[nota]Non scherzo, dico sul serio: all'epoca ero indeciso tra matematica e ingegneria elettronica![/nota].
Non so se ho centrato qualcosa del tuo discorso, ma penso che qualcosina sì... e daje! ;P


Passando alla laurea magistrale in S.I.S.S.A., mi sono appassionato alla geometria algebrica ed alle sue applicazioni alla fisica matematica moderna[nota]Per adesso so che ci sono profondi collegamenti, e sono ancora in cammino per capire quali\cosa sono queste applicazioni! : )[/nota]; ovviamente io sono ancora in contatto coi gesuiti, e dato che il loro stile non è cambiato: ho cambiato io il mio stile

Semplicemente: a chiunque (gesuiti in particularis) mi domanda dei miei studi, io gli rispondo con il linguaggio opportuno (tipo: teoria delle categorie, teoria dei fasci, algebra commutativa e topologia); ovviamente non ci capiscono niente, e io ridendo sotto i baffi (e con opportuna sfacciataggine, faccio una faccia da corne vecchie) rispondo:"Non conosco altro linguaggio per risponderti\rispondervi[nota]Sono pur sempre napoletano, aoh!

Questo è un comportamento per dare dignità al mio studio personale...
C***o!, nessuno è nato imparato; è vero che molte cose della matematica oggi le uso con una certa naturalezza, ma non mi metterò mai vergogna di dire che ci ho buttato lacrime e sangue; che mi sono lasciato dietro una scia di morti, feriti e mutilati; ma non consento ai "non addetti ai lavori" di farmi sentire inutile, o peggio incapace o non adatto alla matematica (volutamente, involontariamente, accidentalmente, e.o.)
Chiama(te)lo orgoglio, superbia, autarchia, pienezza; ma un giusto minimo di queste cose ci vuole, altrimenti avrei fatto ingegneria elettronica[nota]Non scherzo, dico sul serio: all'epoca ero indeciso tra matematica e ingegneria elettronica![/nota].
Non so se ho centrato qualcosa del tuo discorso, ma penso che qualcosina sì... e daje! ;P