Ingegneri ignoranti?

Steven11
Il titolo è ironico ovviamente, non mi permetterei mai dal basso della mia inesperienza da liceale :-) .

Il fatto è che ultimamante ho letto una cosa che mi ha un tantino sbalordito.
Navigando su un altro forum di matematica, ho letto un commento di uno studente (quasi sicuramente di matematica o fisica) nel quale affermava di conoscere diversi "quasi ingegneri" (ovvero che stanno per terminare l'università) che hanno dimenticato la maggior parte dell'analisi studiata precedentemente, anche perchè poi serve molto poco.
Si dice però in compenso per ingegneri elettronici e informatici questa regola vale già di meno.

Questa visione mi ha sorpreso non poco, perchè ho sempre sentito (anche qui nel forum) invece che l'ingegnere è una figura con una discreta cultura scientifica.

Ringrazio chi contribuirà con la propria opinione, specialmente gli ingegneri ovviamente :D
Ciao a tutti.

Risposte
Gaal Dornick
non sono grandezze commensurabili..tipo $3$ e $sqrt(3)$ per capirci.. penso volesse dire questo..

e se invece fossero classi contigue? :-P

tecnos1
"zorn":
Matematici e ingegneri?

Semplice, non sono confrontabili.


?

zorn1
Matematici e ingegneri?

Semplice, non sono confrontabili.

tecnos1
"ispcallaghan":
[quote="tecnos"][quote="+Steven+"]
Io pensavo invece che nelle lezioni (e esami) successive alle classiche Analisi1, Analisi2 ecc si continuasse a usare la matematica (applicata, ovviamente). Ma se mi dite che uno studente alla fine del suo CDL può trovarsi in quelle condizioni, devo dedurre che l'ausilio della matematica negli altri argomenti è scarso, o al massimo limitato a pochissi argomenti.
Confermate?


No.[/quote]

quoto il No. Della Matematica si fa un uso pesante anche e sopratutto dopo i Corsi di Analisi, Calcolo, etc. Il fatto che poi sul mondo del Lavoro il 95 % degli Ingegneri (io parlo per gli elettronici come me;) ) perda queste conoscenze è dovuto al fatto che ormai la maggior parte dei Lavori sono di natura gestionale-informatica (con informatica intendo scrivere software). Chi invece resta nel campo Hardware, sopratutto Analogico, (come il sottoscritto :D ) si trova a dover usare eccome la Matematica, pure troppo!!!!!!!!!!! ;)

Saluti a tutti,
;)[/quote]

Sono d'accordo con te, alcune occupazioni richiedono molta matematica, altre meno ; ciò non toglie che una preparazione profonda rimane, soprattutto se appoggiata dalla passione per la materia :wink:

Quanto al no confermato da entrambi, inviterei Steven, se ne ha voglia, a consultare il programma di qualche esame ingegneristico per capire la risposta.

ispcallaghan
"tecnos":
[quote="+Steven+"]
Io pensavo invece che nelle lezioni (e esami) successive alle classiche Analisi1, Analisi2 ecc si continuasse a usare la matematica (applicata, ovviamente). Ma se mi dite che uno studente alla fine del suo CDL può trovarsi in quelle condizioni, devo dedurre che l'ausilio della matematica negli altri argomenti è scarso, o al massimo limitato a pochissi argomenti.
Confermate?


No.[/quote]

quoto il No. Della Matematica si fa un uso pesante anche e sopratutto dopo i Corsi di Analisi, Calcolo, etc. Il fatto che poi sul mondo del Lavoro il 95 % degli Ingegneri (io parlo per gli elettronici come me;) ) perda queste conoscenze è dovuto al fatto che ormai la maggior parte dei Lavori sono di natura gestionale-informatica (con informatica intendo scrivere software). Chi invece resta nel campo Hardware, sopratutto Analogico, (come il sottoscritto :D ) si trova a dover usare eccome la Matematica, pure troppo!!!!!!!!!!! ;)

Saluti a tutti,
;)

cavallipurosangue
@tecnos

sono d'accordo con te stavolta!! :-D :-D

A parte gli scherzi, a me personalmente qualcuno che di esperienza sulle spalle ne ha... disse una volta: "...tranquillo il tuo corso di laurea è migliorato con il passaggio al nuovo ordinamento..." (magari non erano proprio queste le parole :D ). Quindi secondo me non è, come dici appunto anche tu, che tutti i CDL abbiano accantonato la base teorica per affrontare solo gli aspetti pratici, anche perchè a mio avviso, sarebbe un'errore.

tecnos1
"ZenoTheAlchemist":

Personalmente, provengo da studi matematici molto severi, ed essendo in contatto col mondo universitario mi rendo conto che oggi esiste un gap nelle conoscenze teoriche degli attuali iscritti ai corsi di laurea in ingegneria, rispetto a quelle che erano le mie. Tuttavia non credo che gli ingegneri del futuro saranno meno preparati di quanto lo siamo attualmente noi del presente, solo perché noi abbiamo avuto una base teorica decisamente più profonda della loro. Semplicemente quella dell'ingegnere è sempre più una professione specialistica ed è inevitabile che gli studi universitari debbano sempre più concentrarsi su settori particolari legati alla produttività ed, in ogni caso, alla realtà aziendale che attende l'ingegnere fuori dall'ateneo.


Ciao, se è vero che la tendenza della nuova riforma è quella di "velocizzare" le lauree ( non solo quelle in ingegneria...) è altrettanto vero che non tutte le facoltà hanno seguito un modello che porta ad una specializzazione estrema demolendo le basi teoriche. Non lo dico per sentito dire ma per esperienza personale, seguendo un CDL in ingegneria che è l'antitesi della specializzazione e di pratica ne ho vista poca.
La suddivisione di alcuni CDL in orientamenti metodologici ( che permettono di seguire la specialistica senza debiti formativi ) e professionalizzanti testimonia il fatto che la strada intrapresa nel primo anno di NO non era quella corretta sotto il profilo formativo ; con il risultato che alcune università italiane hanno cambiato rotta, altre invece, hanno intuito il problema all'inizio introducendo lauree senza troppi compromessi e CDL come IMS ed altri corsi di ingegneria definiti ibridi.

"ZenoTheAlchemist":

Nel contesto produttivo attuale (elevatissima concorrenza dell'oriente, margini estremamente risicati eccetera...), un'azienda è interessata ad altri bagagli culturali: ad esempio se un ingegnere conosce già dei software applicativi utilizzati nella pratica produttiva, questi sarà senz'altro preferito in termini di costi (meno risorse per la formazione).


Purtroppo la mentalità aziendale che hai descritto è quella che a mio parere sta distruggendo l'Italia e che ha portato la Fiat pre-Marchionne ( questo sicuramente ) ad un passo dai libri contabili in tribunale, ovvero il principio dell'investire poco nel prodotto e tanto nella finanza. Del resto il tessuto industriale Italiano è ridotto ad imprese medio piccole che non brillano di certo per l'innovazione, salvo rare eccezioni.

ZenoTheAlchemist
Ciao a tutti,

in maniera forse un po' troppo interessata mi presento al forum rispondendo a questo topic il quale, prevedibilmente, mi riguarda da vicino essendo ingegnere elettronico.
Ho letto con molta attenzione gli interventi di voi tutti ma credo ci siano degli aspetti che sono stati trascurati. E' stato detto (e sono d'accordo) che gli ingegneri sono interessati ai "Metodi Matematici" più che alla Matematica pura. Ciò, se da un lato è inevitabile (essendo l'ingegnere un tecnico e dovendo i tecnici professionalmente occuparsi di problem solving e progettazione), non implica che lo studio dell'analisi di Fourier o piuttosto del calcolo differenziale renda ciechi a quelle che sono le bellezze della matematica pura. In altri termini la questione semplicemente non si pone: è un fattore esclusivamente di sensibilità personale. Un ingegnere elettronico che si occupi di progettare sim card, che pertanto nella pratica quotidiana è oramai abituato ad utilizzare software specifici che sottintendono un bagaglio di conoscenze metotologiche più che teoriche, può tranquillamente ignorare e dimenticarsi dell'analisi complessa che pur sta alla base del funzionamento di un comune dispositivo FET (per non parlare delle implicazioni decisive alla teoria quantistica che quel componente hanno reso concepibile!), ma, in ogni caso, la preparazione accademica che egli ha dovuto sostenere per occupare quel ruolo, prevedeva un set minimo di informazioni da conoscere. Informazioni che, se non sono utilizzate nella pratica quotidiana e non sono nutrite da un continuo interessamento alla materia, finiscono inevitabilmente con l'essere dimenticate e non c'è niente di scandaloso in questo! Non si possono scrivere le equazioni di Maxwell senza una solida preparazione di analisi funzionale, ma quelle equazioni si possono usare per la progettazione prescindendo dalla loro eccezionale ed elegantissima base teorica.
Personalmente, provengo da studi matematici molto severi, ed essendo in contatto col mondo universitario mi rendo conto che oggi esiste un gap nelle conoscenze teoriche degli attuali iscritti ai corsi di laurea in ingegneria, rispetto a quelle che erano le mie. Tuttavia non credo che gli ingegneri del futuro saranno meno preparati di quanto lo siamo attualmente noi del presente, solo perché noi abbiamo avuto una base teorica decisamente più profonda della loro. Semplicemente quella dell'ingegnere è sempre più una professione specialistica ed è inevitabile che gli studi universitari debbano sempre più concentrarsi su settori particolari legati alla produttività ed, in ogni caso, alla realtà aziendale che attende l'ingegnere fuori dall'ateneo. Nel contesto produttivo attuale (elevatissima concorrenza dell'oriente, margini estremamente risicati eccetera...), un'azienda è interessata ad altri bagagli culturali: ad esempio se un ingegnere conosce già dei software applicativi utilizzati nella pratica produttiva, questi sarà senz'altro preferito in termini di costi (meno risorse per la formazione). Le università sono pertanto sempre più propense a sacrificare dettagli teorici in favore della prassi. D'altra parte, da un tecnico, ci si aspettano determinate qualità (professionalità, competenza, visione, eccetera) che certamente non negano la profondità delle sue conoscenza teoriche ma in un certo senso ne prescindono (per fare una buona pizza non serve conoscere la struttura molecolare del lievito).
Ciò detto però bisogna anche dire che questo paradigma formativo che lascia al mercato la libertà di formare gli ingegneri del futuro, offre meno opportunità a quelli che scelgono questo percorso formativo di innamorarsi della matematica. Ancora ricordo con affetto l'eleganza di alcune dimostrazioni di analisi che per prime mi diedero la gioia della matematica, dimostrazioni che oggi non fanno più parte di quegli insegnamenti. Probabilmente avremo ingegneri più specialisti ma meno probabilmente avremo ingegneri che amano la matematica e se ne occupano per godere della sua intrinseca bellezza.
Ma questo, come si intuisce, è un problema politico. Per cui qui mi fermo.

tecnos1
"Kroldar":

Credo sia abitudine molto diffusa, anche tra gli iscritti, travisare la natura e lo scopo dei corsi di laurea di Ingegneria.

Chi ha studiato bene, difficilmente dimentica 8-)


Sono d'accordo con te.

tecnos1
"Maxos":
@tecnos

Lo so, ma sei troppo bello quando ti arrabbi.


Occhio, picchio duro :wink: :)
Figurati maxos, non mi arrabbio di certo in un forum...

Maxos2
@tecnos

Lo so, ma sei troppo bello quando ti arrabbi.

Kroldar
"tecnos":
Comunque, già all'inizio di questa discussione ho notato una visione distorta dell'ingegneria e dei relativi corsi di laurea.

Credo sia abitudine molto diffusa, anche tra gli iscritti, travisare la natura e lo scopo dei corsi di laurea di Ingegneria.

"tecnos":

In tutta onestà, come può un ingegnere civile ( ad esempio ) dimenticarsi dei moduli di analisi/geometria e sostenere gli esami di equazioni differenziali, analisi funzionale, geometria 2, meccanica razionale1 e 2, equazioni differenziali alle derivate parziali, metodi numerici, meccanica della frattura ecc...tutti distribuiti nei 5 anni?

Chi ha studiato bene, difficilmente dimentica 8-)

tecnos1
"Maxos":
La risposta è forse.


Non centra un bel niente con la domanda che ho fatto.

Maxos2
La risposta è forse.

tecnos1
Nessuno ha ancora risposto alla mia domanda....

Riccardo_Death
Io studio Ingegneria Civile, ma non mi sento poi molto ign[size=200]I[/size]orante.. :)

Chevtchenko
"Maxos":
Non saprei, a giudicare dai costumi direi le ragazze di psicologia....


Ah buona questa! Effettivamente alle volte sono un po' ritrosette!

tecnos1
Comunque, già all'inizio di questa discussione ho notato una visione distorta dell'ingegneria e dei relativi corsi di laurea.
In tutta onestà, come può un ingegnere civile ( ad esempio ) dimenticarsi dei moduli di analisi/geometria e sostenere gli esami di equazioni differenziali, analisi funzionale, geometria 2, meccanica razionale1 e 2, equazioni differenziali alle derivate parziali, metodi numerici, meccanica della frattura ecc...tutti distribuiti nei 5 anni? La vedo difficile anche per idraulica, geotecnica, teoria delle strutture e meccanica computazionale.
Per non parlare dei CDL ingegneristici con più matematica.

Maxos2
PONTIFEX = colui che fa il ponte


Avevo capito bene il tuo messaggio Camillo, non preoccuparti!

Camillo
"Maxos":
Vome no, Camillo, hai ragione.
Ma io non voglio denigrare nessuno: anzi l'ingegnere per me sarà sempre il PONTIFEX MAXIMVS della nostra società...........


Il post non era diretto a te, Maxos ma a Wedge in commento ad alcume sue considerazioni :-D

Ho semplicemente elencato i possibili impieghi di un ingegnere: parlo per esperienza vissuta.

Mica ho detto che è il Papa e quindi infallibile, tutt'altro !

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