In autunno atenei bloccati
I ricercatori minacciano di non fare più ore di lezione non stipendiate, bloccando la didattica
http://www.repubblica.it/scuola/2010/06 ... r-4992510/
che pensate?
io sono assolutamente favorevole. è vero che a pagare saranno gli studenti e in principio può sembrare sbagliato, ma qualcuno deve pagare in questi casi. e mi auguro che fra le famiglie di quegli studenti ce ne siano molte che hanno votato per questo governo, e che magari (ma dubito) inizino a farsi delle domande.
http://www.repubblica.it/scuola/2010/06 ... r-4992510/
che pensate?
io sono assolutamente favorevole. è vero che a pagare saranno gli studenti e in principio può sembrare sbagliato, ma qualcuno deve pagare in questi casi. e mi auguro che fra le famiglie di quegli studenti ce ne siano molte che hanno votato per questo governo, e che magari (ma dubito) inizino a farsi delle domande.
Risposte
Stessa cosa alla facoltà di Scienze della Statale di Milano.
"fu^2":
per dire cosa succede da me in bicocca le lezioni della triennale inizieranno con una settimana di ritardo.
Anche a Roma1 (La Sapienza) la situazione è questa, non ci sono ancora gli orari delle lezioni e in dei casi nemmeno si sa se un certo corso ci sarà o no, né chi sarà il docente.
E una settimana di ritardo per ora è il caso migliore.
[OT]se devo essere sincero quel film l'ho visto tranquillamente alla tele ai soliti orari da film. Certo non lo trasmettono con insistenza
[/OT]
per dire cosa succede da me in bicocca le lezioni della triennale inizieranno con una settimana di ritardo.

per dire cosa succede da me in bicocca le lezioni della triennale inizieranno con una settimana di ritardo.
comunque, vi siete mai chiesti perchè questo film non è mai andato in onda in prima serata sulle nostre reti? (forse una volta in seconda serata, ma non sono sicuro)
http://www.youtube.com/watch?v=YdmnM_6u ... re=related
http://www.youtube.com/watch?v=qo-2RUc_cQI
[/OT]
http://www.youtube.com/watch?v=YdmnM_6u ... re=related
http://www.youtube.com/watch?v=qo-2RUc_cQI
[/OT]
"gugo82":
@Blackorgasm: Possibile usare un gergo meno rozzo?
Come già detto, la forza di un'opinione in democrazia si misura sul numero di persone che la sostengono e la diffondono, non sulla violenza delle parole usate per propagandarla.
Sorry, siccome (in generale) mi considero un bravo cittadino, chiedo le mie scuse. Solo che veramente questa situazione politica non riesco più a concepirla e sopportarla
"gugo82":
@Blackorgasm: Possibile usare un gergo meno rozzo?
Come già detto, la forza di un'opinione in democrazia si misura sul numero di persone che la sostengono e la diffondono, non sulla violenza delle parole usate per propagandarla.
Io credo che uno sfogo, anche in termini che tu giudichi "rozzi", sia più che comprensibile, visto che l'operato della classe politica che abbiamo votato si sta dimostrando deleteria per il bene comune. Quando si oltrepassa il limite della sopportazione certe reazioni sono condivisibili.
@Blackorgasm: Possibile usare un gergo meno rozzo?
Come già detto, la forza di un'opinione in democrazia si misura sul numero di persone che la sostengono e la diffondono, non sulla violenza delle parole usate per propagandarla.
Come già detto, la forza di un'opinione in democrazia si misura sul numero di persone che la sostengono e la diffondono, non sulla violenza delle parole usate per propagandarla.
http://www.ing.unipi.it/
http://www.web.ing.unipi.it/News/news_n ... -didattica
http://www.web.ing.unipi.it/News/news_n ... mportante/
finchè, tutti insieme, non ci presentiamo a Roma e diamo fuoco alla camera dei "mafiosi" e "vecchiume" della repubblica (con i nostri "corrotti" dentro) non cambierà nulla; inutile discuterne, tra qualche anno saremo di nuovo qui; stiamo inquinando l'aria col nostro fiato sprecato.
ps: mafiosi=deputati
vecchiume=senato
corrotti=politici
http://www.web.ing.unipi.it/News/news_n ... -didattica
http://www.web.ing.unipi.it/News/news_n ... mportante/
finchè, tutti insieme, non ci presentiamo a Roma e diamo fuoco alla camera dei "mafiosi" e "vecchiume" della repubblica (con i nostri "corrotti" dentro) non cambierà nulla; inutile discuterne, tra qualche anno saremo di nuovo qui; stiamo inquinando l'aria col nostro fiato sprecato.
ps: mafiosi=deputati
vecchiume=senato
corrotti=politici
Si, è probabile sarà così anche da noi, solo che per il momento tutto tace e nessuno pensa ad informare gli studenti. Sul sito dell'università di Cagliari c'è la lettera di risposta dei ricercatori (ai quali era stato chiesto di non lasciare scoperti i corsi), i quali chiedono che l'inizio delle lezioni venga posticipato. Sul sito della facoltà di scienze c'è questo bando, mentre sul sito del corso di matematica nessuna novità, l'ultimo avviso riguarda gli orari dello scorso semestre dell'anno passato!
Gundam credo che quest'anno sarà tutto un'incognita, per le matricole e per tutti.
Gundam credo che quest'anno sarà tutto un'incognita, per le matricole e per tutti.
Da me per riorganizzazione didattica si apre 2 settimane dopo...
"Paola90":
Ho cercato questo post proprio per rimettere in evidenza questo argomento.
Oggi sul sito della mia facoltà è stato inserito questo bando : http://www.unica.it/scienzemfn/fileadmin/Documenti_news/BANDO_CONTRATTI_2010-2011.pdf. Devo confessare che prima non pensavo la cosa fosse così seria, non credevo si sarebbe seriamente messa in atto questa protesta, ma ormai ottobre è praticamente arrivato e tutto comincia a prendere concretezza. Confesso di essere molto preoccupata, che fine farà l'università italiana? Mi sembra quasi di essere tornata alle superiori, dove molti dei docenti cambiano di anno in anno.
Paola, quando ieri ho letto l'annuncio sono rimasto senza parole.... e ora sono riuscito a diventare una matricola mi dà ancora piu' fastidio


Ho cercato questo post proprio per rimettere in evidenza questo argomento.
Oggi sul sito della mia facoltà è stato inserito questo bando : http://www.unica.it/scienzemfn/fileadmin/Documenti_news/BANDO_CONTRATTI_2010-2011.pdf. Devo confessare che prima non pensavo la cosa fosse così seria, non credevo si sarebbe seriamente messa in atto questa protesta, ma ormai ottobre è praticamente arrivato e tutto comincia a prendere concretezza. Non nego di essere molto preoccupata, che fine farà l'università italiana? Mi sembra quasi di essere tornata alle superiori, dove molti dei docenti cambiano di anno in anno.
Oggi sul sito della mia facoltà è stato inserito questo bando : http://www.unica.it/scienzemfn/fileadmin/Documenti_news/BANDO_CONTRATTI_2010-2011.pdf. Devo confessare che prima non pensavo la cosa fosse così seria, non credevo si sarebbe seriamente messa in atto questa protesta, ma ormai ottobre è praticamente arrivato e tutto comincia a prendere concretezza. Non nego di essere molto preoccupata, che fine farà l'università italiana? Mi sembra quasi di essere tornata alle superiori, dove molti dei docenti cambiano di anno in anno.
"gugo82":Sono un po sgomento da questa domanda. Qual e il fine degli scioperi? Molto superficialmente, creare disagio al fine di sensibilizzare. Questa protesta potrebbe essere il primo segnale concreto di quali possano essere le conseguenze di una riforma universitaria scellerata ad arrivare direttamente alla societa civile, alle famiglie che al momento di immatricolare i figli si porranno serie domande sulle scelte in tema di universita attuate da questo Governo.
Tuttavia ancora non vedo il senso del blocco della didattica. Qual e il fine?
Cito a proposito una lettera di qualche giorno fa di Umberto Mura, preside della facolta di SMFN di Pisa, e anzi la pubblico tutta perchè è interessante, c'è una forte presa di posizione contro la politica del rettore nei riguardi di questa non facile situazione (grassetto mio)
“Ognuno per se”, questa é la strategia che il Magnifico Rettore ha adottato per risolvere nel modo più silenzioso e minimizzante i problemi di programmazione didattica che, ad eccezione della Facoltà di Medicina, tutte le facoltà del nostro Ateneo hanno ufficialmente manifestato nell’ultima seduta del Senato Accademico del 6 luglio. La dichiarata indisponibilità di numerosi Ricercatori ad accettare incarichi di insegnamento finora tenuti su base assolutamente volontaria e che ha trovato il sostegno di una gran parte dei docenti, anch’essi non più disposti ad interventi di volontariato in emergenza per sopperire alle ormai insostenibili ed inaccettabili carenze strutturali della didattica, sta mettendo in seria difficoltà la normale offerta didattica di diversi Corsi di Studio. Questo significa che sono potenzialmente a rischio non solo l’assetto organizzativo di alcuni Corsi, ma, per alcuni di essi, a meno di improponibili formali accorpamenti disciplinari, la loro stessa attivazione; un evento che è stato considerato possibile dalla stessa Assemblea Generale della CRUI (documento dell’8 luglio 2010). Il Consiglio della Facoltà di Scienze M.F.N. nella sua delibera del 15 giugno u.s. ha addirittura paventato il rischio, perdurando l’attuale stato di agitazione, della non attivabilità di Corsi di Laurea triennale; una dolorosa evenienza che né i docenti né i ricercatori della Facoltà che presiedo auspicano, ma che il senso di protezione nei confronti dei nostri studenti, quelli che già frequentano i nostri corsi ed i nostri laboratori, impone di valutare. Una eventualità che mi auguro possa essere sventata, ma che, voglio sottolinearlo, sarebbe il primo concreto danno che la società civile, le famiglie, potrebbero subire quale risultato delle insostenibili limitazioni finanziarie e di prospettiva imposti dalle scellerate scelte che chi ci governa ha fatto e continua a fare per (o contro) l’Università pubblica del nostro Paese. Un problema del quale la Politica (quella con la”P” maiuscola), quella di chi ci governa e quella di chi ci ha governato, dovrebbe farsi carico con urgenza e lungimiranza. Tuttavia, per chi è oggi alla guida dell’Ateneo pisano va tutto bene; nessun messaggio agli studenti e alle loro famiglie, che a partire dal 26 di luglio si presenteranno agli sportelli delle segreterie o a quelli di “Matricolandosi” e sicuramente a quelli degli Uffici Postali, per procedere alle iscrizioni. Nessun segnale che quel che compare sul Manifesto degli Studi approvato alcuni mesi fa sia stato scosso da avvenimenti che ne mettono a rischio, sia pure in parte, la piena attuazione. Non riesco a capire in termini di logica gestionale l’atteggiamento di apparente voluta disattenzione che il Rettore, “non facendo” ha adottato, e non posso che declinare ogni responsabilità di possibili inadempienze “contrattuali” dell’Ateneo nei confronti di studenti che si potranno trovare di fronte ad una offerta didattica inadeguata o semplicemente diversa da quelle che erano le aspettative al momento dell’iscrizione. Un atteggiamento che, a parere di chi scrive, non è altro che l’ennesimo e finora ben riuscito tentativo di minimizzare i reali problemi in cui l’ateneo pisano versa che, apparentemente, è bene non escano fuori dalle mura domestiche in tutta la loro drammatica criticità. Tutto va bene quindi e possiamo goderci i messaggi di compiacimento del Rettore sul piazzamento del nostro Ateneo nelle graduatorie di qualità (ora è il turno della valutazione del Censis-La Repubblica, in cui la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze ha peraltro motivatamente deciso da tempo di non farsi coinvolgere) la cui opinabilità è palesata dalla altalena dei giudizi che ad esse vengono indirizzate, dipendentemente dal posto in graduatoria dei soggetti in vetrina.
Infine, per dovere di chiarezza, una nota sulla protesta in atto. Essa, indotta dall’ostinato rifiuto da parte del Governo di riconoscere in modo dignitoso ai Ricercatori Universitari un ruolo di docenza a dispetto della quotidiana, pluriennale evidenza del loro impegno didattico di qualità, non è confinata ad una legittima rivendicazione di categoria, ma è alimentata da una diffusa e variegata critica al DdL Gelmini. Insieme ad alcuni punti di scontata condivisibilità contenuti nel DdL (ben venga il merito quale elemento portante) sono infatti troppi e forti quelli di dissenso che trovano spazio nella protesta di chi opera nell’Università e che invocano una presa di posizione di Ateneo. Vedi al riguardo il dissenso sulla “governance” tanto cara alla CRUI, o quello sul diritto allo studio traducibile in “diritto all’indebitamento per poter studiare”, o ancora la mancanza di una adeguata e certa copertura finanziaria che elimini i presupposti per la nascita di una nuova forma di precariato di lusso intorno alla figura di Ricercatore a tempo determinato.
Che l’Ateneo attraverso il suo organo politico di governo non si sia formalmente espresso sul DdL è un fatto incontrovertibile e grave. Del resto come può il Senato esprimersi sul DdL se non viene chiamato a discuterne? L’assenza di un momento formale di analisi e quindi di valutazione del DdL è stata peraltro usata dallo stesso Rettore per motivare la censura nella stesura della mozione di sostegno che pure il Senato ha voluto dare alla protesta dei ricercatori, escludendo la presenza di parole o frasi che potessero indurre il lettore della strada, o ancor peggio lo stesso Ministro o chi per lei, a percepire da un documento ufficiale che nel nostro Ateneo possano albergare pensieri critici su specifici punti della proposta di riforma universitaria, o peggio, sul modello stesso di Università che questo Governo e chi lo sostiene vogliono regalarci. E intanto in questi giorni, la Facoltà di Veterinaria, che pur è investita dalla protesta in corso e l’ha sostenuta, si è trovata costretta, per ragioni di validazione europea dei corsi, ad approvare, con una riduzione consistente di offerta didattica, la sua programmazione 2010. E’ questo quello che si vuole? Rattoppi nel silenzio generale? La strategia di “Ognuno per sé” comincia finalmente a dare qualche frutto. Complimenti allo stratega.
Il Preside della Facoltà di Scienze MFN - Prof. Umberto Mura
[OT ma non troppo]
In questa congiuntura dell'università, credo non si sfuggita la visita e gli apprezzamenti del Presidente del Consiglio all'università e-campus di Novedrate (qualcosa tipo Cepu). Cosa poi abbia apprezzato è su tutti i giornali. Cosa dire? Suppongo abbia fatto un po' di confusione tra corsi di laurea di eccellenza e lauree per corrispondenza.
[\OT ma non troppo]
In questa congiuntura dell'università, credo non si sfuggita la visita e gli apprezzamenti del Presidente del Consiglio all'università e-campus di Novedrate (qualcosa tipo Cepu). Cosa poi abbia apprezzato è su tutti i giornali. Cosa dire? Suppongo abbia fatto un po' di confusione tra corsi di laurea di eccellenza e lauree per corrispondenza.
[\OT ma non troppo]
"alvinlee88":
Cerca di universitas futura, è un progetto attivo già da oltre un anno.
Grazie per la dritta, ho dato uno sguardo al sito di UNIRA.
Non vedo proposte serie di riassetto del sistema in questo documento (che quelli di UNIRA sottoscrivono); tutto quel che c'è è la richiesta di lasciare le cose come stanno.
Embè? Perchè conservare lo status quo se l'università in Italia (e soprattutto al sud) è organizzata in modo che dire ridicolo è dir poco?
(Alvin, tu fortunatamente sei a Pisa; noi quaggiù siamo messi molto male. Servirebbe una guerra senza quartiere per distruggere certi sistemi di potere che si sono creati. Guarda, non hai idea; a volte mi prendono una nausea ed uno sconforto tali che sto meditando seriamente di abbandonare tutto.)
D'altra parte mi sembrano molto più serie le proposte avanzate in questo documento programmatico. Aggiungo che, oltre che sulla produzione scientifica, si potrebbe fare una valutazione didattica (che non tenga conto della media voto finale -quella si falsa facilmente-, ma che in qualche modo misuri decentemente il livello di "prontezza" dei laureati; inoltre si potrebbe tener conto della percentuale relativa ai laureati impiegati a $\text{tot}$ mesi dalla laurea. Ovviamente ciò dovrebbe esser fatto da qualche ente nazionale -tipo INVALSI- o sovranazionale).
Inoltre si potrebbe pensare di inserire un doppio binario nella docenza, diminuendo (ma non azzerando!) il monte ore dedicato alla didattica ai professori/ricercatori che si occupano per lo più di ricerca.
Tuttavia ancora non vedo il senso del blocco della didattica. Qual è il fine?
Apprendo dal TGR che oggi c'è stata una grande assemblea di docenti e ricercatori qui all'unina. Se saprò qualcosa di più preciso vi informerò.
Cerca di universitas futura, è un progetto attivo già da oltre un anno.
Se posso essere sincero, non capisco il senso della protesta.
Meno corsi attivati, quindi meno iscritti, quindi meno soldi alle università, quindi riduzione ulteriore degli stipendi.
Danni a breve termine per lo stato, nessuno mi pare.
Non sarebbe il caso che i comitati dei ricercatori si attivassero per proporre una riorganizzazione seria della struttura universitaria?
Ma qui probabilmente pecco di ignoranza; quindi chiedo: sono disponibili in rete proposte fatte dai vari coordinamenti di ricercatori?
Meno corsi attivati, quindi meno iscritti, quindi meno soldi alle università, quindi riduzione ulteriore degli stipendi.
Danni a breve termine per lo stato, nessuno mi pare.
Non sarebbe il caso che i comitati dei ricercatori si attivassero per proporre una riorganizzazione seria della struttura universitaria?
Ma qui probabilmente pecco di ignoranza; quindi chiedo: sono disponibili in rete proposte fatte dai vari coordinamenti di ricercatori?
Qui Cagliari:
I Ricercatori dell'Ateneo di Cagliari, riunitisi in assemblea in data 8 luglio 2010
constatano
- che l'iter legislativo del Disegno di legge 1905 non ha finora
fornito
alcun segnale di accoglimento delle loro istanze;
- che la manovra finanziaria in via di approvazione introduce
ulteriori
norme vessatorie nei confronti del mondo universitario e dei
ricercatori
più giovani in particolare
denunciano
l'inspiegabile inerzia di gran parte del mondo accademico italiano e
la
sua incapacità di reagire persino di fronte a proposte punitive del
Governo come il blocco degli scatti di anzianità e degli adeguamenti
ISTAT, o il ventilato taglio della tredicesima
dichiarano
di volersi attenere strettamente a quanto per loro previsto dalla
legge,
ribadendo l'indisponibilità condizionata a prestare attività didattica
frontale per l'anno accademico 2010-2011
esortano
- i professori associati e ordinari a non assumere incarichi didattici
oltre a quelli previsti dalla legge e, nello specifico, a rifiutarsi
di
coprire gli insegnamenti potenzialmente vacanti per la protesta dei
ricercatori;
- il personale tecnico-amministrativo e gli studenti a fare la loro
parte nella protesta con le modalità che riterranno più opportune
criticano
la ventilata ipotesi di coprire gli insegnamenti potenzialmente
vacanti
per la protesta dei ricercatori con contratti ad esterni o a docenti
in
pensione
biasimano
l'approvazione di un Manifesto degli Studi in cui si attribuisce
arbitrariamente l'asterisco di "criticità" soltanto ad alcune Facoltà,
producendo così una pericolosa frattura nell'Ateneo di cui forse né i
Presidi né il Rettore hanno sufficientemente valutato le possibili
conseguenze
sottolineano
che l'eventuale riduzione in quantità e qualità dell'offerta formativa
dell'Ateneo sarà da attribuire alle politiche dissennate e punitive
del
Governo, e non alla legittima posizione assunta dai ricercatori che,
proprio perché hanno per anni responsabilmente e ben oltre i loro
doveri
prestato la loro attività per un miglioramento della didattica, non
vogliono oggi essere complici dello sfascio verso cui l'Università
pubblica viene scientemente e inesorabilmente condotta
affermano
che l'impatto effettivo, non mascherato, della protesta dei
ricercatori
mette potenzialmente in pericolo gran parte dell'offerta formativa
dell'Ateneo, e che sono pronti ad esibire e pubblicizzare questi dati
nell'eventualità in cui il Senato Accademico voglia perseverare nella
inconcepibile strategia di discriminare in maniera surrettizia le
Facoltà tra "buone" e "cattive"
prendono atto
che l'opzione di non approvare il Manifesto degli Studi, inizialmente
fortemente sostenuta dai ricercatori e dagli studenti, non è più
praticabile
chiedono
- che il Manifesto degli Studi contenga l'intera offerta formativa
predisposta dalle Facoltà, senza riduzioni legate alle suddette
criticità, ma includa l'esplicito avvertimento che, a causa del
perdurante sottofinanziamento e dei ripetuti tagli, l'anno accademico
2010-2011 è fortemente a rischio, non solo per l'attivazione del primo
anno delle lauree triennali e delle lauree magistrali, ma anche per il
mantenimento degli anni successivi al primo di tutti i corsi di
laurea;
- ai Presidenti dei Consigli di Classe ed ai Presidi di non mettere in
atto alcun provvedimento "tampone" sull'offerta formativa tale da
produrre una sua dequalificazione e, come indiretta conseguenza, un
depotenziamento della protesta dei ricercatori
auspicano
che l'Ateneo, in tutte le sue componenti, affronti e respinga unito
gli
attacchi alla sua stessa sopravvivenza messi in atto negli ultimi anni
da manovre finanziarie e dispositivi legislativi, consapevoli che solo
un Ateneo compatto sarà in grado di affrontare le sfide del prossimo
anno accademico e degli anni a venire.
I Ricercatori dell'Ateneo di Cagliari, riunitisi in assemblea in data 8 luglio 2010
constatano
- che l'iter legislativo del Disegno di legge 1905 non ha finora
fornito
alcun segnale di accoglimento delle loro istanze;
- che la manovra finanziaria in via di approvazione introduce
ulteriori
norme vessatorie nei confronti del mondo universitario e dei
ricercatori
più giovani in particolare
denunciano
l'inspiegabile inerzia di gran parte del mondo accademico italiano e
la
sua incapacità di reagire persino di fronte a proposte punitive del
Governo come il blocco degli scatti di anzianità e degli adeguamenti
ISTAT, o il ventilato taglio della tredicesima
dichiarano
di volersi attenere strettamente a quanto per loro previsto dalla
legge,
ribadendo l'indisponibilità condizionata a prestare attività didattica
frontale per l'anno accademico 2010-2011
esortano
- i professori associati e ordinari a non assumere incarichi didattici
oltre a quelli previsti dalla legge e, nello specifico, a rifiutarsi
di
coprire gli insegnamenti potenzialmente vacanti per la protesta dei
ricercatori;
- il personale tecnico-amministrativo e gli studenti a fare la loro
parte nella protesta con le modalità che riterranno più opportune
criticano
la ventilata ipotesi di coprire gli insegnamenti potenzialmente
vacanti
per la protesta dei ricercatori con contratti ad esterni o a docenti
in
pensione
biasimano
l'approvazione di un Manifesto degli Studi in cui si attribuisce
arbitrariamente l'asterisco di "criticità" soltanto ad alcune Facoltà,
producendo così una pericolosa frattura nell'Ateneo di cui forse né i
Presidi né il Rettore hanno sufficientemente valutato le possibili
conseguenze
sottolineano
che l'eventuale riduzione in quantità e qualità dell'offerta formativa
dell'Ateneo sarà da attribuire alle politiche dissennate e punitive
del
Governo, e non alla legittima posizione assunta dai ricercatori che,
proprio perché hanno per anni responsabilmente e ben oltre i loro
doveri
prestato la loro attività per un miglioramento della didattica, non
vogliono oggi essere complici dello sfascio verso cui l'Università
pubblica viene scientemente e inesorabilmente condotta
affermano
che l'impatto effettivo, non mascherato, della protesta dei
ricercatori
mette potenzialmente in pericolo gran parte dell'offerta formativa
dell'Ateneo, e che sono pronti ad esibire e pubblicizzare questi dati
nell'eventualità in cui il Senato Accademico voglia perseverare nella
inconcepibile strategia di discriminare in maniera surrettizia le
Facoltà tra "buone" e "cattive"
prendono atto
che l'opzione di non approvare il Manifesto degli Studi, inizialmente
fortemente sostenuta dai ricercatori e dagli studenti, non è più
praticabile
chiedono
- che il Manifesto degli Studi contenga l'intera offerta formativa
predisposta dalle Facoltà, senza riduzioni legate alle suddette
criticità, ma includa l'esplicito avvertimento che, a causa del
perdurante sottofinanziamento e dei ripetuti tagli, l'anno accademico
2010-2011 è fortemente a rischio, non solo per l'attivazione del primo
anno delle lauree triennali e delle lauree magistrali, ma anche per il
mantenimento degli anni successivi al primo di tutti i corsi di
laurea;
- ai Presidenti dei Consigli di Classe ed ai Presidi di non mettere in
atto alcun provvedimento "tampone" sull'offerta formativa tale da
produrre una sua dequalificazione e, come indiretta conseguenza, un
depotenziamento della protesta dei ricercatori
auspicano
che l'Ateneo, in tutte le sue componenti, affronti e respinga unito
gli
attacchi alla sua stessa sopravvivenza messi in atto negli ultimi anni
da manovre finanziarie e dispositivi legislativi, consapevoli che solo
un Ateneo compatto sarà in grado di affrontare le sfide del prossimo
anno accademico e degli anni a venire.