L'angoscia di sentirsi inutili
Studiare Matematica all'università è parecchio totalizzante, a tal punto che non rimane molto tempo per attività extra. Personalmente cerco di non rinunciare mai a qualche pagina di un libro oppure ad un buon film, nonostante lo faccia spesso in condizioni pietose (i.e. dopo estenuanti sessioni di studio); sta di fatto che ultimamente mi assale l'avvilente sensazione di essere completamente inutile[nota]Mi è difficile, in questa sede, definire l'utilità. Diciamo che il senso di avvilimento nasce principalmente dall'osservazione di oggetti di cui si fa un quotidiano uso (automobili, computer, macchine per la TAC etc...) e dalla conseguente domanda: "E io cosa so/so fare?" Nel mio caso la risposta è: "Un po' di letteratura, un po' di cinema, un po' di Matematica, qualche videogioco, pincanello e poco altro. Cioè, per gli standard correnti, nulla."[/nota]. A questo proposito il mio pensiero è grezzo e farraginoso, e probabilmente verrà frainteso da coloro che penseranno: "Beh, hai scelto tu di studiare Matematica! La prossima volta iscriviti ad ingegneria, così magari sarà legittima una vaga speranza di poter arrivare un giorno a progettare una turbina o una CPU..." - Ovviamente non è questo il punto, e neppure si tratta della solita rogna tra Matematica pure od applicata. Non mi mancano le motivazioni di studio, per quanto patetiche possano sembrare; spesso mi basta la bellezza, intrinseca o supposta, che arriva ad accecarmi. Eppure non sono un automa, un sociopatico od un autistico (seppure in certi frangenti desidererei esserlo), e spesso mi rendo conto che la gente che mi gravita intorno mi considera una nullità ( - "Beh ma io so che in caratteristica \(0\) un polinomio è risolubile per radicali se e solo se il suo gruppo di Galois è risolubile...", "Ah." rispose l'altro), o reputa nullo/inutile il cammino che ho intrapreso. Ed è proprio perché non sono un automa, un sociopatico od un autistico (sic!) che soffro come un cane quando le persone (studenti universitari!) mi chiedono se a Matematica "si studiano le funzioni a sei piani, o i polinomi di grado \(100\)"... mi sento banalizzato. Mi sento inutile.
Un esempio lampante è questo forum: alle 13:55 del 23/01/2013 risultano iscritti 62898 utenti, ma quanti tra questi sono qui per la Matematica? 100? 150? Forse meno. Si vede la solita brodaglia annacquata fino ai conati sui polinomi di Taylor o sulle basi di autovettori nelle stanze di Analisi o di Geometria, e la verità è che a tutti questi signori non importa un fico secco dell'Analisi o della Geometria: mi/ci considerano utili nella misura in cui permettiamo loro di passare l'esame e poi ciao, chi s'è visto s'è visto. Trampolini di lancio, matematica meramente utilitaristica.
Sembra che l'atteggiamento migliore da tenersi per la salvaguardia della propria sanità mentale sia il solito guarda e passa, ma io non ci riesco - il mio guarda e passa si compone spesso di un mutismo talmente forzato da voler suonare come un silente insulto, ma che per la manifesta cecità intellettuale/intellettiva del destinatario non fa che essere deleterio soltanto per me.
Possibile che sia un problema solo mio?
Un esempio lampante è questo forum: alle 13:55 del 23/01/2013 risultano iscritti 62898 utenti, ma quanti tra questi sono qui per la Matematica? 100? 150? Forse meno. Si vede la solita brodaglia annacquata fino ai conati sui polinomi di Taylor o sulle basi di autovettori nelle stanze di Analisi o di Geometria, e la verità è che a tutti questi signori non importa un fico secco dell'Analisi o della Geometria: mi/ci considerano utili nella misura in cui permettiamo loro di passare l'esame e poi ciao, chi s'è visto s'è visto. Trampolini di lancio, matematica meramente utilitaristica.
Sembra che l'atteggiamento migliore da tenersi per la salvaguardia della propria sanità mentale sia il solito guarda e passa, ma io non ci riesco - il mio guarda e passa si compone spesso di un mutismo talmente forzato da voler suonare come un silente insulto, ma che per la manifesta cecità intellettuale/intellettiva del destinatario non fa che essere deleterio soltanto per me.
Possibile che sia un problema solo mio?
Risposte
Bellissima discussione... Injuria, ho apprezzato moltissimo i tuoi interventi e grazie per i consigli sulle letture.
Mi permetto di rifinire solo quanto avevo prima detto, in altre parole: la vita non ha uno scopo se non quello di vivere.
Per questo motivo bisogna gioire finché si vive, perché nulla ha uno scopo né un senso. Ne deriva che il concetto di utilità o inutilità è relativo, frutto di una società articolata senza la quale la vita progredirebbe lo stesso.
Per questo l'angoscia di sentirsi inutili è fondata e senza senso allo stesso tempo: si è utili in una società di individui dove ognuno svolge un lavoro (e anche il matematico è utile nella nostra società!), ma a livello primordiale, in quanto esseri umani, guardando i nostri bisogni primari, nessuno è fondamentalmente utile al prossimo. E non c'è niente di male in tutto questo.
Mi permetto di rifinire solo quanto avevo prima detto, in altre parole: la vita non ha uno scopo se non quello di vivere.
Per questo motivo bisogna gioire finché si vive, perché nulla ha uno scopo né un senso. Ne deriva che il concetto di utilità o inutilità è relativo, frutto di una società articolata senza la quale la vita progredirebbe lo stesso.
Per questo l'angoscia di sentirsi inutili è fondata e senza senso allo stesso tempo: si è utili in una società di individui dove ognuno svolge un lavoro (e anche il matematico è utile nella nostra società!), ma a livello primordiale, in quanto esseri umani, guardando i nostri bisogni primari, nessuno è fondamentalmente utile al prossimo. E non c'è niente di male in tutto questo.
ma ho letto più di una volta '' Memorie del sottosuolo '':
Sarà il primo della lista, anche se avevo in programma i Karamazov.
Mi piacerebbe risponderti in maniera esaustiva, ma le mie capacità di composizione sono limitate ed inoltre internet non è fatto per i romanzoni, ci vorrebbe un Moravia o un Dostoevskij...a proposito leggere gli Indifferenti e l'Idiota per ritrovarsi in personaggi realmente angosciati e trovare l'amara consolazione che ci sono state esistenze ben più aspre e senza scopo.
Se non ricordo male '' Gli indifferenti '' di Moravia è stato già letto da @Delirium ( mi pare che fosse proprio lui a scriverne in un vecchio post ). In alcune questioni sono assillato dai tuoi stessi problemi e diversi problemi in altre questioni. Diciamo che in questi anni l'angoscia è più o meno costante; la pesantezza dipende dal periodo.
Non ho ancora letto '' L'idiota '' di Dostoevskij, ma ho letto più di una volta '' Memorie del sottosuolo '': da ciò che scrivi se ne evince che faccia al caso tuo, fidati. È incredibilmente introspettivo: nella prima parte, un monologo, il protagonista spiega quali sono le cause che lo portano ad agire nel suo modo e la sua visione del mondo, mentre nella seconda narra di esperienze vissute ( l'applicazione, in un certo senso, della teoria analizzata nella prima fase ).
Perché leggerlo? Per consolazione e per temi sui quali riflettere. Inoltre è breve ed è l'inizio della fase matura di Dostoevskij.
Un'ottima introduzione a questo autore immenso.
Mi piacerebbe risponderti in maniera esaustiva, ma le mie capacità di composizione sono limitate ed inoltre internet non è fatto per i romanzoni, ci vorrebbe un Moravia o un Dostoevskij...a proposito leggere gli Indifferenti e l'Idiota per ritrovarsi in personaggi realmente angosciati e trovare l'amara consolazione che ci sono state esistenze ben più aspre e senza scopo.
Integrare il tutto con "Pappagalli Verdi", celeberrimo diario-racconto di Gino Strada, quel che mi interessa di più è la parte iniziale, dove immagina tutto il lavoro necessario per realizzare le mine-giocattolo (da cui il titolo) per attirare i bambini e magari fare in modo che portino a casa la bomba e distrugga l'intera famiglia. Strada immagina i disegnatori, gli ingegneri, gli operai ed altre figure che adoperano il loro talento per annientare la vita di qualcuno molto meno fortunato di loro. In qualche modo questo ha a che fare col nazismo, i famosi bravi papà che come mestiere gassavano gli internati.
Dopo il liceo andai a lavorare in un bistrot collocato in un grande centro direzionale, a volte consegnavo i pranzi direttamente negli uffici fra cui quelli di una multinazionale che produce dolciumi e giocattoli dedicati ai bambini, per lo più pupazzetti di plastica stile Big Jim tanto per intenderci. All'ingresso dei loro uffici, il protagonista del cartone animato del momento ti da il benvenuto sotto forma di pupazzo gigante, all'interno un' ambientazione stile "Fabbrica di Cioccolato" dove tutti corrono indaffarati, elegantissimi alzando mille cornette e pronunciando idiomi a me incomprensibili. Ti dico che l'ambiente era davvero surreale. Mi sono detto: ma questi davvero si sbattono così tanto per vendere più pupazzi e rotelline alla liquirizia possibili in tutto il mondo? Ed io devo consegnare il pranzo a questi idioti che a dir la verità hanno anche un grande preparazione per svolgere il loro lavoro. Insomma mi sfuggiva il senso di tutto questo.
Ti racconto questo per dirti che la linea fra essere utili ed inutili è davvero sottile, probabilmente incomprensibile e che oltre che inutili, nella foga di diventare qualcuno, c'è chi diventa molto dannoso.
C'è un saggio che ho citato spesso anche qui che si intitola "La società opulenta" dell'economista Galbraith: è uno dei miei punti di riferimento pur essendo stato scritto ormai 50 anni fa. Ti consiglio davvero di leggerlo anche perché non è né il Capitale né la Ricchezza delle Nazioni, insomma è stato scritto per essere letto da chiunque.
Ultimo aneddoto: di recente ho fato amicizia con un uomo albanese laureato in matematica, pochi lo sanno, ma l'Albania è stato uno dei sistemi comunisti più integralista e duraturo. I migliori studenti albanesi venivano mandati nelle Università dell' Unione Sovietica, questo era un grande privilegio in un paese che non ha mai conosciuto abbondanza. Questo privilegio aveva però un prezzo molto salato: la famiglia dello studente veniva messa sotto stretta osservazione insieme ai rendimenti ed allo stile di vita dello studente stesso (ma a quello ci pensavano i russi). Questo per evitare la fuga dello studente insieme alla famiglia per costruirsi una vita altrove grazie ai suoi studi. Questo tanto per dirti quanto sei fortunato a studiare ciò che stai studiando e quanto è considerato vitale per una nazione avere persone preparate che sanno pensare. La maggior parte dei laureati albanesi in Russia ora occupa posizioni rilevanti in ambito scientifico in Usa o altri paesi europei, anche se molti altri scelsero di restare a casa dopo la fine del comunismo.
Per finire un tratto di un film che mi sta a cuore perché mi ha fatto sorridere in un momento mesto della mia vita: http://www.youtube.com/watch?v=ZwGtLcSOg-k
Integrare il tutto con "Pappagalli Verdi", celeberrimo diario-racconto di Gino Strada, quel che mi interessa di più è la parte iniziale, dove immagina tutto il lavoro necessario per realizzare le mine-giocattolo (da cui il titolo) per attirare i bambini e magari fare in modo che portino a casa la bomba e distrugga l'intera famiglia. Strada immagina i disegnatori, gli ingegneri, gli operai ed altre figure che adoperano il loro talento per annientare la vita di qualcuno molto meno fortunato di loro. In qualche modo questo ha a che fare col nazismo, i famosi bravi papà che come mestiere gassavano gli internati.
Dopo il liceo andai a lavorare in un bistrot collocato in un grande centro direzionale, a volte consegnavo i pranzi direttamente negli uffici fra cui quelli di una multinazionale che produce dolciumi e giocattoli dedicati ai bambini, per lo più pupazzetti di plastica stile Big Jim tanto per intenderci. All'ingresso dei loro uffici, il protagonista del cartone animato del momento ti da il benvenuto sotto forma di pupazzo gigante, all'interno un' ambientazione stile "Fabbrica di Cioccolato" dove tutti corrono indaffarati, elegantissimi alzando mille cornette e pronunciando idiomi a me incomprensibili. Ti dico che l'ambiente era davvero surreale. Mi sono detto: ma questi davvero si sbattono così tanto per vendere più pupazzi e rotelline alla liquirizia possibili in tutto il mondo? Ed io devo consegnare il pranzo a questi idioti che a dir la verità hanno anche un grande preparazione per svolgere il loro lavoro. Insomma mi sfuggiva il senso di tutto questo.
Ti racconto questo per dirti che la linea fra essere utili ed inutili è davvero sottile, probabilmente incomprensibile e che oltre che inutili, nella foga di diventare qualcuno, c'è chi diventa molto dannoso.
C'è un saggio che ho citato spesso anche qui che si intitola "La società opulenta" dell'economista Galbraith: è uno dei miei punti di riferimento pur essendo stato scritto ormai 50 anni fa. Ti consiglio davvero di leggerlo anche perché non è né il Capitale né la Ricchezza delle Nazioni, insomma è stato scritto per essere letto da chiunque.
Ultimo aneddoto: di recente ho fato amicizia con un uomo albanese laureato in matematica, pochi lo sanno, ma l'Albania è stato uno dei sistemi comunisti più integralista e duraturo. I migliori studenti albanesi venivano mandati nelle Università dell' Unione Sovietica, questo era un grande privilegio in un paese che non ha mai conosciuto abbondanza. Questo privilegio aveva però un prezzo molto salato: la famiglia dello studente veniva messa sotto stretta osservazione insieme ai rendimenti ed allo stile di vita dello studente stesso (ma a quello ci pensavano i russi). Questo per evitare la fuga dello studente insieme alla famiglia per costruirsi una vita altrove grazie ai suoi studi. Questo tanto per dirti quanto sei fortunato a studiare ciò che stai studiando e quanto è considerato vitale per una nazione avere persone preparate che sanno pensare. La maggior parte dei laureati albanesi in Russia ora occupa posizioni rilevanti in ambito scientifico in Usa o altri paesi europei, anche se molti altri scelsero di restare a casa dopo la fine del comunismo.
Per finire un tratto di un film che mi sta a cuore perché mi ha fatto sorridere in un momento mesto della mia vita: http://www.youtube.com/watch?v=ZwGtLcSOg-k
"Rule30":Datemi una lametta da rasoio che mi taglio le vene...
...il dolore e l'alienazione diventano qualcosa di molto prezioso, da custodire e coltivare. Tieniteli stretti.
"Rule30":
Anzi, il dolore e l'alienazione diventano qualcosa di molto prezioso, da custodire e coltivare. Tieniteli stretti.

L'incomprensione da parte altrui (a volte e più dolorosamente da parte dei colleghi) e la mancanza di riconoscimento sociale sono un prezzo stracciatissimo per fare ciò che ti appassiona ed essere in grado di vederne la bellezza. Anzi, il dolore e l'alienazione diventano qualcosa di molto prezioso, da custodire e coltivare. Tieniteli stretti.
"gio73":
[quote="Zero87"]Vabbè, dai, adesso non esageriamo.
Dunque in una situazione del tipo "tutti 10 e 5 in storia dell'arte" (per es.) dovrebbe far bocciare uno studente...?
Non ho mai visto uno che abbia 10 in tutte le materie tranne una in cui è insufficiente... [/quote]
Appunto, mi sembra irrealistico che uno studente che abbia 2 o 3 dieci abbia anche un 5 in un'altra materia: forse non arriverà ad 8, ma di solito a 6 o 7 ci arriva.
"gio73":
[quote="Zero87"]Magari si potrebbe livellare il discorso nel senso che una sufficienza piena nelle materie "importanti" di quella specifica scuola - per es. quelle che hanno un volume di ore $\ge 4$ a settimana - dovrebbe essere necessaria per la promozione.
Mi spiace contraddirti Zero ma nella scuola non ci sono materie di serie A e materie di serie B, ho dovuto ricordarlo anche bruscamente nell'ultimo scrutinio.[/quote]
Se esistessero materie di serie B, secondo me, dovrebbero essere eliminate e il problema non si porrebbe proprio.
E non mi sembra affatto di esagerare ma solo di ribadire l'essenziale: secondo me il 5 in una singola materia deve garantire la bocciatura. E, dipendesse da me, eliminerei anche qualsiasi forma di esami o recuperi a settembre: se prendi un 5 a giugno ripeti l'anno.
P.S. Comunque chiudo qui con l'off-topic (a meno che la discussione non venga spostata in un altro topic) e mi scuso con Delirium.
@mod: e se si tagliasse via (ed incollasse altrove) quest'ultima parte, che non c'entra un tubo con l'OP?
"Zero87":
[quote="Intermat"]Inoltre ciò spinge gente che ambisce solo al posto fisso ad andare all'università perché ormai solo con questa si può sperare (sottolineo sperare!) di ottenerlo.
Mah, ho qualche dubbio sulla concretezza di tale speranza.[/quote]
Ho sottolineato "speranza". Se oggi uno vuole avere una speranza maggiore (che poi è comunque scarsa) per un posto più sicuro allora prova a prendere una laurea. La speranza è sempre tale...però obiettivamente puoi sperare di stare più tranquillo con una laurea in ingegneria piuttosto che con il diploma di perito. Il senso era questo...

"Zero87":
[quote="Leonardo89"]Intendevo dire che la sufficienza piena in ogni singola materia dovrebbe (sottolineo il condizionale, purtroppo) essere una condizione necessaria per essere promossi e che le bocciature dovrebbero essere molte di più.
Vabbè, dai, adesso non esageriamo.
Dunque in una situazione del tipo "tutti 10 e 5 in storia dell'arte" (per es.) dovrebbe far bocciare uno studente...? [/quote]
Non ho mai visto uno che abbia 10 in tutte le materie tranne una in cui è insufficiente...
"Zero87":
Magari si potrebbe livellare il discorso nel senso che una sufficienza piena nelle materie "importanti" di quella specifica scuola - per es. quelle che hanno un volume di ore $\ge 4$ a settimana - dovrebbe essere necessaria per la promozione.
Mi spiace contraddirti Zero ma nella scuola non ci sono materie di serie A e materie di serie B, ho dovuto ricordarlo anche bruscamente nell'ultimo scrutinio.
"Leonardo89":
Intendevo dire che la sufficienza piena in ogni singola materia dovrebbe (sottolineo il condizionale, purtroppo) essere una condizione necessaria per essere promossi e che le bocciature dovrebbero essere molte di più.
Vabbè, dai, adesso non esageriamo.
Dunque in una situazione del tipo "tutti 10 e 5 in storia dell'arte" (per es.) dovrebbe far bocciare uno studente...?
Magari si potrebbe livellare il discorso nel senso che una sufficienza piena nelle materie "importanti" di quella specifica scuola - per es. quelle che hanno un volume di ore $\ge 4$ a settimana - dovrebbe essere necessaria per la promozione.
"Intermat":
Inoltre ciò spinge gente che ambisce solo al posto fisso ad andare all'università perché ormai solo con questa si può sperare (sottolineo sperare!) di ottenerlo.
Mah, ho qualche dubbio sulla concretezza di tale speranza.
"Leonardo89":
@Intermat
Colpa mia: mi sono espresso male. Intendevo dire che la sufficienza piena in ogni singola materia dovrebbe (sottolineo il condizionale, purtroppo) essere una condizione necessaria per essere promossi e che le bocciature dovrebbero essere molte di più.
Uno dei tanti benefici effetti di ciò sarebbe la diminuzione del numero di persone che credono di sapere ciò che non sanno solo perché hanno un titolo di studio che non meritano.
Non solo. Il proliferare di diplomi facili genera una sorta di inflazione dei titoli di studio. Una laurea oggi, in certi campi, vale quanto un diploma di trenta anni fa. Questo ovviamente agli occhi delle aziende. Inoltre ciò spinge gente che ambisce solo al posto fisso ad andare all'università perchè ormai solo con questa si può sperare (sottolineo sperare!) di ottenerlo. Io credo che il tormentarci del basso numero di lauree in Italia non dovrebbe essere visto come un dramma. Se ci fosse un aumento solo per i motivi precedentemente citati non credo che sarebbe una buona cosa.
@Intermat
Colpa mia: mi sono espresso male. Intendevo dire che la sufficienza piena in ogni singola materia dovrebbe (sottolineo il condizionale, purtroppo) essere una condizione necessaria per essere promossi e che le bocciature dovrebbero essere molte di più.
Uno dei tanti benefici effetti di ciò sarebbe la diminuzione del numero di persone che credono di sapere ciò che non sanno solo perché hanno un titolo di studio che non meritano.
Colpa mia: mi sono espresso male. Intendevo dire che la sufficienza piena in ogni singola materia dovrebbe (sottolineo il condizionale, purtroppo) essere una condizione necessaria per essere promossi e che le bocciature dovrebbero essere molte di più.
Uno dei tanti benefici effetti di ciò sarebbe la diminuzione del numero di persone che credono di sapere ciò che non sanno solo perché hanno un titolo di studio che non meritano.
Non hai capito quello che ho detto!
Che io sappia fino a qualche anno fa era la media complessiva a dover essere sopra il 6 (e non ogni singola materia). A parte questo, che è comunque irrilevante, il concetto che volevo esprimere è semplice. Un sacco di gente che oggi ha 50/60 anni ha "studiato" in un momento abbastanza florido per l'economia italiana quindi, a meno di un vero interesse per lo studio, non stento a credere (e vedendo la gente in giro si ha la conferma) che in molti abbiano raggiunto il titolo minimo della scuola dell'obbligo, oppure il diploma superiore, controvoglia e cercando di sfangarla in ogni modo.
Non c'è assolutamente niente di male a voler andare a lavorare anzi io credo che sarebbe meglio che alcuni studenti, piuttosto che scaldare i banchi, vadano a lavorare (certo in questo momento tutto ciò è utopico). Però tuttora vedi ragazzi, alle superiori, dire che stanno perdendo tempo e che potrebbero andare a lavorare, piuttosto che studiare, quindi figurati se ciò non avveniva in anni in cui ciò era fattibile. Questo fa si che molte persone, nonostante siano diplomate, abbiano un concetto dello studio al quanto diverso dal tuo (e dal mio).
Un sacco di gente diplomata (anche giovane) ti dirà "che cosa studi a fare tanto lo studio è inutile" e da qui a dire "la matematica è fare le somme o studiare i polinomi di grado 100" non ce ne passa tanto.
Semplicemente volevo dire che chi si è diplomato perchè obbligato non difficilmente tenderà a sottovalutare e sottostimare difficoltà e valore di ciò che uno studia. E, secondo me, questi soggetti sono esattamente quelli che ora, come allora, durante i cinque anni di superiori ripetono all'infinito "sto perdendo tempo...voglio andare a lavorare".
Che io sappia fino a qualche anno fa era la media complessiva a dover essere sopra il 6 (e non ogni singola materia). A parte questo, che è comunque irrilevante, il concetto che volevo esprimere è semplice. Un sacco di gente che oggi ha 50/60 anni ha "studiato" in un momento abbastanza florido per l'economia italiana quindi, a meno di un vero interesse per lo studio, non stento a credere (e vedendo la gente in giro si ha la conferma) che in molti abbiano raggiunto il titolo minimo della scuola dell'obbligo, oppure il diploma superiore, controvoglia e cercando di sfangarla in ogni modo.
Non c'è assolutamente niente di male a voler andare a lavorare anzi io credo che sarebbe meglio che alcuni studenti, piuttosto che scaldare i banchi, vadano a lavorare (certo in questo momento tutto ciò è utopico). Però tuttora vedi ragazzi, alle superiori, dire che stanno perdendo tempo e che potrebbero andare a lavorare, piuttosto che studiare, quindi figurati se ciò non avveniva in anni in cui ciò era fattibile. Questo fa si che molte persone, nonostante siano diplomate, abbiano un concetto dello studio al quanto diverso dal tuo (e dal mio).
Un sacco di gente diplomata (anche giovane) ti dirà "che cosa studi a fare tanto lo studio è inutile" e da qui a dire "la matematica è fare le somme o studiare i polinomi di grado 100" non ce ne passa tanto.
Semplicemente volevo dire che chi si è diplomato perchè obbligato non difficilmente tenderà a sottovalutare e sottostimare difficoltà e valore di ciò che uno studia. E, secondo me, questi soggetti sono esattamente quelli che ora, come allora, durante i cinque anni di superiori ripetono all'infinito "sto perdendo tempo...voglio andare a lavorare".
"Intermat":
Ma devi considerare anche che molte volte si ha a che fare con persone che hanno 50/60 anni e che hanno si e no fatto le superiori passandole, magari, scopiazzando di qua e di là al grido di "sto perdendo tempo...voglio andare a lavorare".
Non capisco cosa dovrebbe implicare questo fatto.
Secondo me, per essere promossi, bisogna avere la sufficienza piena in tutte le materie. Le persone di cui tu parli dovevano essere bocciate in massa. Non vedo che male ci sia, poi, nel voler andare a lavorare: semplicemente nessuno dovrebbe andarci credendo di sapere ciò che non sa con un titolo di studio che non merita.
"Leonardo89":
Mi ero perso questa affermazione:
[quote="DavideGenova"] Là fuori si pensa molto comunemente che lo studio della matematica sia nient'altro che fare le quattro operazioni aritmetiche,
Le quattro operazioni aritmetiche si studiano alle elementari. Alle medie si risolvono tanti problemi di geometria e si studiano la equazioni di primo grado. Di conseguenza uno che pensa che la matematica si riduce alle quattro operazioni dovrebbe avere 2 in matematica e, considerando che l'insufficienza in una singola materia, secondo me, dovrebbe garantire la bocciatura, questa persona non dovrebbe terminare le scuole medie! Figuriamoci le superiori!
[/quote]
Ma devi considerare anche che molte volte si ha a che fare con persone che hanno 50/60 anni e che hanno si e no fatto le superiori passandole, magari, scopiazzando di qua e di là al grido di "sto perdendo tempo...voglio andare a lavorare".
Non credo proprio che una persona che abbia fatto l'università possa pensare che matematica sia fare quattro conti...questo però non toglie che magari non riesca a capire come essa sia alla base di tante scoperte che hanno portato una effettiva utilità pratica.
Inolte ogni corso ha una sua utilità anche se magari ci sono corsi effettivamente più facili e altri più difficili (scienze politiche e scienze motorie non si possono paragonare in quanto a difficoltà a matematica, fisica, chimica o a ingegneria[nota]Ovviamente va considerato che non necessariamente chi ha una laurea in matematica o in studi simili si laureerebbe con voti alti e con facilità in questi altri corsi, ma solo per il semplice fatto che spesso affrontano argomenti che, a chi ha fatto altre scelte di studio, non interessano.[/nota]).
[ot]Su questa ultima cosa, andando OT, vorrei aggiungere che però tali corsi di studio falsano le statistiche che poi si sentono in giro circa gli sbocchi lavorativi e gli stipendi dei laureati. Io credo che sia legittimo e giustissimo che ci sia chi si voglia laureare in lettere, filosofia e scienze politiche però queste persone sanno benissimo che alla situazione attuale delle cose gli sbocchi lavorativi di tali studi sono praticamente assenti. L'unico sbocco vero e proprio è l'insegnamento (ai vari livelli) anche se spesso nelle offerte delle aziende per i ruoli nelle "risorse umane" viene richiesta la laurea in tali materie. Detto ciò non credo che questo lavoro verrebbe visto dai laureati come un lavoro confacente alla loro formazione universitaria.[/ot]
Mi ero perso questa affermazione:
Le quattro operazioni aritmetiche si studiano alle elementari. Alle medie si risolvono tanti problemi di geometria e si studiano la equazioni di primo grado. Di conseguenza uno che pensa che la matematica si riduce alle quattro operazioni dovrebbe avere 2 in matematica e, considerando che l'insufficienza in una singola materia, secondo me, dovrebbe garantire la bocciatura, questa persona non dovrebbe terminare le scuole medie! Figuriamoci le superiori!
Infatti io preferisco l'algebra all'analisi!
Anelli, moduli, gruppi... per non parlare della geometria algebrica, topologia algebrica, teoria delle categorie...
"DavideGenova":
Là fuori si pensa molto comunemente che lo studio della matematica sia nient'altro che fare le quattro operazioni aritmetiche,
Le quattro operazioni aritmetiche si studiano alle elementari. Alle medie si risolvono tanti problemi di geometria e si studiano la equazioni di primo grado. Di conseguenza uno che pensa che la matematica si riduce alle quattro operazioni dovrebbe avere 2 in matematica e, considerando che l'insufficienza in una singola materia, secondo me, dovrebbe garantire la bocciatura, questa persona non dovrebbe terminare le scuole medie! Figuriamoci le superiori!
"Vikhr":
sono un masochista che al posto di mischiare provette e imparare formule chimiche a memoria vuole farsi del male con numeri, equazioni, derivate, integrali, limiti, serie, sviluppi, funzioni e campi vari?
Infatti io preferisco l'algebra all'analisi!


"Leonardo89":
Oppure, se dicessi ad un chimico che passa tutto il tempo a mischiare provette e ad imparare formule chimiche a memoria, secondo te, come la prenderebbe? Naturalmente non penso un'idiozia simile, dovrebbe essere inutile dirlo.
Io ti risponderei: che film hai visto?

