L'angoscia di sentirsi inutili

Sk_Anonymous
Studiare Matematica all'università è parecchio totalizzante, a tal punto che non rimane molto tempo per attività extra. Personalmente cerco di non rinunciare mai a qualche pagina di un libro oppure ad un buon film, nonostante lo faccia spesso in condizioni pietose (i.e. dopo estenuanti sessioni di studio); sta di fatto che ultimamente mi assale l'avvilente sensazione di essere completamente inutile[nota]Mi è difficile, in questa sede, definire l'utilità. Diciamo che il senso di avvilimento nasce principalmente dall'osservazione di oggetti di cui si fa un quotidiano uso (automobili, computer, macchine per la TAC etc...) e dalla conseguente domanda: "E io cosa so/so fare?" Nel mio caso la risposta è: "Un po' di letteratura, un po' di cinema, un po' di Matematica, qualche videogioco, pincanello e poco altro. Cioè, per gli standard correnti, nulla."[/nota]. A questo proposito il mio pensiero è grezzo e farraginoso, e probabilmente verrà frainteso da coloro che penseranno: "Beh, hai scelto tu di studiare Matematica! La prossima volta iscriviti ad ingegneria, così magari sarà legittima una vaga speranza di poter arrivare un giorno a progettare una turbina o una CPU..." - Ovviamente non è questo il punto, e neppure si tratta della solita rogna tra Matematica pure od applicata. Non mi mancano le motivazioni di studio, per quanto patetiche possano sembrare; spesso mi basta la bellezza, intrinseca o supposta, che arriva ad accecarmi. Eppure non sono un automa, un sociopatico od un autistico (seppure in certi frangenti desidererei esserlo), e spesso mi rendo conto che la gente che mi gravita intorno mi considera una nullità ( - "Beh ma io so che in caratteristica \(0\) un polinomio è risolubile per radicali se e solo se il suo gruppo di Galois è risolubile...", "Ah." rispose l'altro), o reputa nullo/inutile il cammino che ho intrapreso. Ed è proprio perché non sono un automa, un sociopatico od un autistico (sic!) che soffro come un cane quando le persone (studenti universitari!) mi chiedono se a Matematica "si studiano le funzioni a sei piani, o i polinomi di grado \(100\)"... mi sento banalizzato. Mi sento inutile.
Un esempio lampante è questo forum: alle 13:55 del 23/01/2013 risultano iscritti 62898 utenti, ma quanti tra questi sono qui per la Matematica? 100? 150? Forse meno. Si vede la solita brodaglia annacquata fino ai conati sui polinomi di Taylor o sulle basi di autovettori nelle stanze di Analisi o di Geometria, e la verità è che a tutti questi signori non importa un fico secco dell'Analisi o della Geometria: mi/ci considerano utili nella misura in cui permettiamo loro di passare l'esame e poi ciao, chi s'è visto s'è visto. Trampolini di lancio, matematica meramente utilitaristica.

Sembra che l'atteggiamento migliore da tenersi per la salvaguardia della propria sanità mentale sia il solito guarda e passa, ma io non ci riesco - il mio guarda e passa si compone spesso di un mutismo talmente forzato da voler suonare come un silente insulto, ma che per la manifesta cecità intellettuale/intellettiva del destinatario non fa che essere deleterio soltanto per me.

Possibile che sia un problema solo mio?

Risposte
Sk_Anonymous
@raffamaiden
Sincerametne, non capisco che problema ci sia in una discussione sulle differenze tra ingegneria elettrica ed elettronica.


In effetti non mi sono spiegato bene. Non c'è nessun problema. Banalmente, anche a me piacerebbe riuscire a spiegare in parole "semplici" cosa studio, perlopiù (diciamo anche esclusivamente) ai familiari. Quando ci riesco bene, se no amen. Tutto qui.

Sk_Anonymous
"Camillo":
Quando un parente ti dice che la tua laurea ti serve per avvitare le lampadine , via sta scherzando... non siate così suscettibili :D :D
Cercate di essere più flessibili , di accettare osservazioni e battute , perché tali sono, altrimenti vi vedo male sul posto di lavoro, così suscettibili, ambiente, quello del lavoro, in cui le battute anche malevole, specie all'inizio, si sprecano ! :-D
Vi posso dire che ai miei tempi - io sono ingegnere elettronico ora in pensione- i periti dicevano degli ingegneri che non sapevano neanche accendere uno strumento di misura il che talvolta era abbastanza vero, ma poi si supera....


Forse mi sono spiegato male. Mica mi sono offeso, era solo per portare un esempio concreto a delirium che queste cose succedono anche da altri parti oltre a matematica. Anzi gli ho risposto con qualcosa del tipo "neanche quello!". Tra l'altro, questa cosa la ripete il figlio (che ha 10 anni) :D

Te ne racconto un'altra, Delirium: un mio amico (da una vita), sapendo che studio ingegneria elettronica, si è letteralmente scandalizzato del fatto che non sapessi usare la sua macchina fotografica. In un altro episodio, che non sapessi cos'è (e non lo so tutt'ora!) uno "stereo a decibel".

Considera che la maggior parte delle volte (sempre?) le persone non lo fanno con malizia o cattiveria, ma solo "per farsi una risata". Nella vita ci sono anche le cose futili.

Il punto è: A volte anche io penso che sarebbe "meglio" che capissero (diciamo perlopiù i familiari) quello che sto studiando, perchè alla fine lo studio occupa buona parte del mio tempo (come dicevi tu). Però cerco di non dargli tutta questa importanza. Anzi alla fine il mistero e nomi strani aggiungono quel qualcosa che, sinceramente, non mi da fastidio :D Considera che persone che hanno scelto percorsi diversi molto spesso non hanno le basi per "capirci" appieno. Cioè, mentre possono parlarmi di Pirandello e io penso comunque ci capirei qualcosa anche se non ho idea del teatro prima di lui, se mi mettessi a parlare con la stessa persona di oscillatori, difficilmente ci capirebbe qualcosa se non sa cos'è un OPAMP, che a sua volta richiede conoscenze di elettrotecnica ecc... La stessa vale se qualcuno si mettesse a parlare con me di geometria algebrica. Cioè, non è la malizia delle persone che impedisce di capire appieno i tuoi studi.

Secondo me dovresti cercare di non isolarti. Cerca qualcuno con cui studiare assieme, io lo facevo anche con skype. Ci davamo appuntamento alle 8 del mattino su Skype e preparavamo gli esami (ma meglio ancora, ci ritrovavamo in università). Poi da li si fa conoscenza. E così riusciresti a condividere la passione per la matematica.

Poi, la tua università non organizza qualcosa? Tipo concorsi, test, ecc... Da noi poco tempo fa si è fatto un concorso a chi progettava il miglior videogioco in 48 ore. Sarebbe un altro modo per trovare gente che condivide la tua passione, sentirti "utile" (i giudici riconoscono il lavoro che hai svolto, il tuo team riconosce il lavoro che hai svolto, tu sai di aver contribuito al successo del team, ecc...) e realizzato, parte di un gruppo.

Inoltre come ti è già stato suggerito, magari cercati altri hobby. Io per esempio suono la chitarra elettrica e faccio kick boxing, e ho conosciuto persone per questo con il quale condivido queste passioni. Non è che se la maggior parte delle persone parla di calcio ti devi "adattare" al calcio. E' che non ti devi fissare solo con la matematica.

Considera che non sono molte le persone che, pur capendone di matematica, siano disposte a passare intere serate a parlare sempre e solo di matematica.

Inoltre, ho imparato che nella vita il dubbio fa bene, cioè potrei non riuscire a diventare quello che voglio. Questo secondo me è molto positivo: da un lato mi spinge a dare il massimo quando mi ci metto, dall'altro a non dedicare tutte le mie forze a una cosa soltanto.

Bada che questi consigli valgono soprattutto per me, più che farti da maestro mi sto facendo autocritica ;)

Leonardo891
"mistake89":
[quote="Leonardo89"]
[quote="Delirium"]soffro come un cane quando le persone (studenti universitari!) mi chiedono se a Matematica "si studiano le funzioni a sei piani, o i polinomi di grado \(100\)"... mi sento banalizzato. Mi sento inutile.

Io proverei pena per loro e per la loro ignoranza, forse proverei a spiegar loro che no, non studio polinomi di grado 100 ma polinomi di qualsiasi grado anzi, studio questioni molto più complicate (non sottovalutiamo troppo i polinomi, comunque, perché la geometria algebrica parte da lì).
[/quote]

E sarebbe il miglior modo per renderti antipatico (a ben ragione!) e per allontanarli per sempre da ciò che studi e che ti piace.
Quando uno cerca di comunicare le proprie passioni non deve mai travalicare la sensibilità dell'altro nel recepirle. Perché non è giusto. Perché non siamo tenuti a percepire tutto con la stessa sensibilità.
... senza dimenticare che non sapere non è di fatto una colpa. Non deve esserlo! Semmai potremmo discutere (e a lungo!) se il non chiedere una cosa che non si conosce è effettivamente una colpa, ma credo non ne usciremmo più.
Tra l'altro bisognerebbe poi discutere sull'opportunità di saper tutto in qualsiasi campo.

Perdona la risposta, ma non sono riuscito a trattanermi, quando ho letto la tua reazione.[/quote]
Vedi, io non ho alcun interesse verso la danza classica, tanto per fare un esempio, ma non mi sognerei mai di dire che basta saltare da una parte all'altra e fare due giravolte quando capita.
Non ho alcun interesse verso il calcio ma non direi mai che è noioso perché consiste in quattro tizi che rincorrono una palla! So perfettamente che una simile idea deriva dalla mia ignoranza degli schemi di gioco e di tantissime altre questioni.
Oppure, se dicessi ad un chimico che passa tutto il tempo a mischiare provette e ad imparare formule chimiche a memoria, secondo te, come la prenderebbe? Naturalmente non penso un'idiozia simile, dovrebbe essere inutile dirlo.
Mi girano i cosiddetti anche quando qualcuno dice che a scienze motorie passano tutto il tempo a giocare a pallone!

Ora, se qualcuno mi dice che ho passato gli ultimi 5-6 anni della mia vita a fare operazioni a 20 cifre e a moltiplicare polinomi, come dovrei prenderla, secondo te? Un conto è un fisico che, sapendo perfettamente quanto sia complessa e intricata la matematica, fa una battuta insinuando che la matematica è solo inutile robaccia astratta. Simili battute sono comuni ed il fisico in questione non si irriterà se riceverà qualche battuta sui fisici in cambio. Se qualcuno, però, pensa che io passi veramente il mio tempo a moltiplicare polinomi è normale se dopo la sua "battuta" cerco di spiegargli, con educazione e tatto, quanto siano importanti la meccanica quantistica e la relatività generale e quanto esse necessitino, pesantemente, di tanta matematica avanzata, matematica che va ben oltre i polinomi. Per non parlare della crittografia! E questi sono solo esempi. Per giunta, Delirium parlava di studenti universitari, non di semianalfabeti con la quinta elementare! Scusatemi se ho pensato che con gente diplomata, che vuole laurearsi, si potesse parlare di argomenti scientifici!

Chi ha mai detto che il non sapere è una colpa? Pensare di sapere ciò che non si sa, però, quella sì che è una colpa: quantomeno, non capisco perché qualcuno dovrebbe irritarsi se io provassi a togliere dalla loro testa una idea sbagliata sulla matematica.
Se, per esempio, io dicessi una stupidaggine in ambito biologico, con un biologo presente, non mi irriterei di certo se il biologo provasse a spiegarmi come stanno realmente le cose.

@raffamaiden
Sincerametne, non capisco che problema ci sia in una discussione sulle differenze tra ingegneria elettrica ed elettronica.

P.S. Naturalmente so che ci sono tanti argomenti avanzati, a livello di ricerca, riguardanti i polinomi ma coloro che fanno simili battute non hanno di certo in mente simili argomenti.

Vikhr
Io prima di decidere di intraprendere una carriera universitaria volevo intraprendere la strada per diventare un conducente di autobus, successivamente, crescendo, mi sono reso conto delle condizioni alle quali è sottoposto ogni giorno un autista in tempi di crisi nelle aziende italiane che tutti conoscono e ho radicalmente cambiato idea, mettendo in gioco le mie vecchie passioni morte per mancanza di pratica e di materiale. Oggi studio per essere domani un chimico industriale e molto spesso mi domando anch'io per cosa effettivamente sarò utile, specificatamente mi domando se il mio intelletto sarà all'altezza di quello di uno scienziato perché un Chimico che si faccia rispettare è anche e soprattutto uno scienziato, e vi assicuro che non lo penso solo durante i corsi che hanno poco da spartire (apparentemente) con la Chimica nelle mie frequenti crisi di disconforto su un eventuale mancato superamento di un esame. Come vedete è una sorta di crisi d'identità che colpisce secondo me un po' tutti gli studenti universitari alle prime armi, anche quelli appassionati sin da piccoli alla materia come me.

Per quanto riguarda l'uso del sito, io prevalentemente leggo. Per gli esercizi cerco di sforzarmi da solo.

Camillo
Quando un parente ti dice che la tua laurea ti serve per avvitare le lampadine , via sta scherzando... non siate così suscettibili :D :D
Cercate di essere più flessibili , di accettare osservazioni e battute , perché tali sono, altrimenti vi vedo male sul posto di lavoro, così suscettibili, ambiente, quello del lavoro, in cui le battute anche malevole, specie all'inizio, si sprecano ! :-D
Vi posso dire che ai miei tempi - io sono ingegnere elettronico ora in pensione- i periti dicevano degli ingegneri che non sapevano neanche accendere uno strumento di misura il che talvolta era abbastanza vero, ma poi si supera....

Sk_Anonymous
Quale foto?

Sk_Anonymous
@Delirium:

Sinceramente non so se ti può essere d'aiuto e non ho letto tutte le 6 pagine di post. Comunque....

Io studio ingegneria elettronica questa cosa capita anche a me. Mio cognato (quindi adulto!) pensava che studiassi quello che in realtà è ingegneria elettrica (progettazione dell' impianto elettrico di una casa). Ho provato a spiegargli cosa studio e, sinceramente, dopo me ne sono pentito. Avrei potuto riderci su e fargli una battuta, e poi magari buttarla li con un'altra battuta che implica che si sbaglia.
Anche un'altro parente mi dice spesso che "la mia laurea serve ad avvitare le lampadine" ;)
Inoltre, molte persone sono mentalizzate che se studi fisica finisci necessariamente per fare il fisico, se studi ingegneria aereospaziale finisci necessariamente a progettare aerei ecc...
Pensi che io stia li a portagli gli esempi dell'AD di poste, a quello di yahoo, al filosofo Marchionne, passando magari per professori che insegnano matematica con lauree in ingegneria (all'università) e viceversa? ;) O pensi che io finisca a progettare necessariamente CPU? A parte che sono io stesso a non volermi "fissare" solo su una cosa (come solo su analogica o solo su digitale).

Quando capita a me di essere nella tua situazione, mi guardo video come questi

http://www.youtube.com/watch?v=RtbJM9ksxo8

http://www.youtube.com/watch?v=DLl59Q2GuC0

:smt023

(lisdap la foto è sinceramente inquietante)

Sk_Anonymous
Concordo pienamente mistake89, bravo!!!

mistake89
"Leonardo89":

[quote="Delirium"]soffro come un cane quando le persone (studenti universitari!) mi chiedono se a Matematica "si studiano le funzioni a sei piani, o i polinomi di grado \(100\)"... mi sento banalizzato. Mi sento inutile.

Io proverei pena per loro e per la loro ignoranza, forse proverei a spiegar loro che no, non studio polinomi di grado 100 ma polinomi di qualsiasi grado anzi, studio questioni molto più complicate (non sottovalutiamo troppo i polinomi, comunque, perché la geometria algebrica parte da lì).
[/quote]

E sarebbe il miglior modo per renderti antipatico (a ben ragione!) e per allontanarli per sempre da ciò che studi e che ti piace.
Quando uno cerca di comunicare le proprie passioni non deve mai travalicare la sensibilità dell'altro nel recepirle. Perché non è giusto. Perché non siamo tenuti a percepire tutto con la stessa sensibilità.
... senza dimenticare che non sapere non è di fatto una colpa. Non deve esserlo! Semmai potremmo discutere (e a lungo!) se il non chiedere una cosa che non si conosce è effettivamente una colpa, ma credo non ne usciremmo più.
Tra l'altro bisognerebbe poi discutere sull'opportunità di saper tutto in qualsiasi campo.

Perdona la risposta, ma non sono riuscito a trattanermi, quando ho letto la tua reazione.

gabriella127
@j18eos
[ot]La citazione corretta è la tua, feci un errore in filologia fantozziana :-D[/ot]

j18eos
@Lollo96[ot]A 14 anni volevo studiare fisica, a 15 volevo studiare biologia, a 16 e 17 anni volevo studiare informatica, a 18 anni ero indeciso tra le ingegnerie informatica ed elettronica; ed alla fine, come da pronostico: ho scelto matematica! :-D[/ot] @gabriella127[ot]"Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca!" Fantozzi, ragionier Ugo; e non Potëmkin ;) ...ti rimando alle relative pagine di wikipedia! :)[/ot] @j18eos[ot]Si è dimenticato di scrivere che non gliene frega niente delle movenze di Shakira, soprattutto quando essa balla! :smt040[/ot]
Non c'è due senza tre!

gabriella127
"j18eos":

  • delle tonalità basse all'interno della musica sacra ortodossa russa;
  • di leggere Florenski o "Racconti di un pellegrino russo";

  • [ot]Come non ricordare il grido liberatorio di Fantozzi: "'La Corazzata Potiomkien' è una grande cag..ta!!"[/ot]

    Lollo961
    Leggendo mi stanno prendendo certe fitte che non potete nemmeno immaginare, forse proprio perché sono "adolescente". Dite che è meglio che vada a studiare scienze politiche invece che fisica? :D

    garnak.olegovitc1
    @Delirium,

    "Delirium":
    Studiare Matematica all'università è parecchio totalizzante, a tal punto che non rimane molto tempo per attività extra. Personalmente cerco di non rinunciare mai a qualche pagina di un libro oppure ad un buon film, nonostante lo faccia spesso in condizioni pietose (i.e. dopo estenuanti sessioni di studio); sta di fatto che ultimamente mi assale l'avvilente sensazione di essere completamente inutile. A questo proposito il mio pensiero è grezzo e farraginoso, e probabilmente verrà frainteso da coloro che penseranno: "Beh, hai scelto tu di studiare Matematica! La prossima volta iscriviti ad ingegneria, così magari sarà legittima una vaga speranza di poter arrivare un giorno a progettare una turbina o una CPU..." - Ovviamente non è questo il punto, e neppure si tratta della solita rogna tra Matematica pure od applicata. Non mi mancano le motivazioni di studio, per quanto patetiche possano sembrare; spesso mi basta la bellezza, intrinseca o supposta, che arriva ad accecarmi. Eppure non sono un automa, un sociopatico od un autistico (seppure in certi frangenti desidererei esserlo), e spesso mi rendo conto che la gente che mi gravita intorno mi considera una nullità ( - "Beh ma io so che in caratteristica \(0\) un polinomio è risolubile per radicali se e solo se il suo gruppo di Galois è risolubile...", "Ah." rispose l'altro), o reputa nullo/inutile il cammino che ho intrapreso. Ed è proprio perché non sono un automa, un sociopatico od un autistico (sic!) che soffro come un cane quando le persone (studenti universitari!) mi chiedono se a Matematica "si studiano le funzioni a sei piani, o i polinomi di grado \(100\)"... mi sento banalizzato. Mi sento inutile.
    Un esempio lampante è questo forum: alle 13:55 del 23/01/2013 risultano iscritti 62898 utenti, ma quanti tra questi sono qui per la Matematica? 100? 150? Forse meno. Si vede la solita brodaglia annacquata fino ai conati sui polinomi di Taylor o sulle basi di autovettori nelle stanze di Analisi o di Geometria, e la verità è che a tutti questi signori non importa un fico secco dell'Analisi o della Geometria: mi/ci considerano utili nella misura in cui permettiamo loro di passare l'esame e poi ciao, chi s'è visto s'è visto. Trampolini di lancio, matematica meramente utilitaristica.

    Sembra che l'atteggiamento migliore da tenersi per la salvaguardia della propria sanità mentale sia il solito guarda e passa, ma io non ci riesco - il mio guarda e passa si compone spesso di un mutismo talmente forzato da voler suonare come un silente insulto, ma che per la manifesta cecità intellettuale/intellettiva del destinatario non fa che essere deleterio soltanto per me.

    Possibile che sia un problema solo mio?


    no, non è solo un problema tuo... e io studio fisica, non matematica! ;-)

    j18eos
    Concordo che per chi non conosce il lavoro del matematico, sembra che i matematici siano dei Newton chiusi, anzi, auto-reclusi nella loro stanza, a fare esercizi di nascosto; e se escono per urlare al mondo "Eureka!" come Archimede (possibilmente vestiti :lol:) sarebbe già tanto.

    Ma su questo sono in pieno disaccordo, per come l'ho capita io!
    "fields":
    ...Qualcuno ti ha consigliato di aprirti ad altri interessi, per cercare di diventare meglio in grado di interagire con il mondo. Io te lo sconsiglio, sarebbe un fallimento...
    Sarebbe un fallimento(?) aprirsi a interessi che non sentiamo "nostri", ma aprirsi a interessi potenzialmente "nostri" sarebbe sicuramente un successo(!) :D

    Faccio degli esempi su me stesso; non me ne po fregar de meno:
    [list=1]
    [*:1pv5cvf6]dello jogging;[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]di andare sulla neve con le ciaspole;[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]di sciare;[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]dello stare a tavola a conversare dall'alba al tramonto (a meno che non abbia un periodo libero da impegni... se capita :roll:);[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]delle tonalità basse all'interno della musica sacra ortodossa russa;[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]di leggere Florenski o "Racconti di un pellegrino russo";[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]altro...[/*:m:1pv5cvf6][/list:o:1pv5cvf6]
    ma mi interessa\erebbe:
    [list=a]
    [*:1pv5cvf6]studiare matematica (ovviamente :-D);[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]frequentare la palestra (ora che sono libero dai corsi lo sto facendo);[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]passeggiare in montagna;[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]abbronzarmi integralmente 8-) al mare (in Estate);[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]poter suonare il violoncello (non ho tempo);[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]magari essere il principe Schiaccianoci e ballare i pas de deux con Clara o il principe Siegfried e ballare il primo pas de deux con la principessa Odette[nota]Un paio di note: scrivo dello "Schiaccianoci" e del "Lago dei Cigni" (anche se storicamente le ho inverite), opere di Tchaikovsky; in tali opere ci sono dei celeberrimi pas de deux, ma il secondo pas de deux del "Lago dei Cigni" del Principe Siegfried è con il cigno nero Odile... detto poeticamente in francese: una vera stronza!
    La seconda nota è che mi piacerebbe ballare, e non altro dato che sono gay! :?[/nota];[/*:m:1pv5cvf6]
    [*:1pv5cvf6]altro...[/*:m:1pv5cvf6][/list:o:1pv5cvf6]

    Chiedo scusa se sono andato un pò fuori tema e dello sfogo, ma dovevo dirlo a dei matematici! : )

    P.S.: Io sono sempre stato quello strano, a iniziare da prima dell'asilo nido! :smt040

    Zero87
    "Delirium":
    mentre i miei coetanei non capivano (e non hanno mai capito) un accidente di nulla; per loro ero (in ordine): "quello che studia", "quello strano", "quello che pensa troppo", "quello senza f**a" etc... non serve continuare. E continua ad essere così (ora in maniera blanda, visto che sono andato via di casa). [...]
    non mi va di perdere altro tempo a spiegare che non sono pazzo, che non mi m*stur*o pensando agli integrali etc...

    Nelle secondarie - all'uni m'è successo meno - si passa, infatti, per quelli così. Leggendo le parole (stupende, come dice anche Delirium) di Fields, ma anche l'intervento di jitter e di altri, vedo che non pochi - me compreso - si ritrovano in un'esperienza simile a quella descritta da Gabriella.

    Forse è proprio questo amore della matematica e questo stesso modo di essere cresciuti - un tantinello asociali, in un proprio mondo (migliore di quello reale, tra l'altro :roll: ), senza troppe str...ate per la testa - che ci ha portato a iscriverci in questo forum e ad aiutare gli altri in questa piccola comunità di supporto didattico.
    Da quando mi sono laureato, sento un'utilità - un senso di "fare qualcosa di buono nella vita" - quando passo qui e dopo una risposta (in genere nelle secondarie vista la mia ignoranza in altre cose) vedo un forumista che riesce a capire qualcosa dove aveva difficoltà. A parte l'essere prof. per qualche post che è una sensazione positiva e imbarazzante, forse questo mettere la nostra conoscenza a disposizione degli altri è la soddisfazione più immediata dell'utilità della matematica.

    dissonance
    "retrocomputer":
    [quote="Zero87"]Mi spiace Del, sono davvero depresso e non so proprio come tirarti su il morale.

    [/quote]
    [ot]Questa vignetta è geniale e mi ha fatto ridere per mezz'ora.[/ot]

    @Delirium:
    Possibile che sia un problema solo mio?

    No. Infatti non lo è. Ma tieni duro. Le cose cambiano e questo è uno di quei problemi che spariscono da soli. In bocca al lupo!!

    Sk_Anonymous
    "gabriella127":
    [...] Ma il problema è che certi interessi come per te la matematica (e per me) sono parte della propria identità. [...]

    Esatto Gabriella, esatto. I motivi per cui sono arrivato a questo punto sono probabilmente molti e di molteplici forme, e senza dubbio hanno radice nell'adolescenza liceale trascorsa in una ambiente provinciale altamente castrante. Il mio "confidente" è stato il mio professore di filosofia, mentre i miei coetanei non capivano (e non hanno mai capito) un accidente di nulla; per loro ero (in ordine): "quello che studia", "quello strano", "quello che pensa troppo", "quello senza f**a" etc... non serve continuare. E continua ad essere così (ora in maniera blanda, visto che sono andato via di casa).

    Ricordo che verso la fine della quinta elementare andai con mio padre a Monza in un grande negozio che smerciava libri usati (all'epoca - oramai più di dieci anni fa - internet non era ancora molto usato) con l'intento di comprare quelli per le scuole medie. Trovammo parecchi titoli, e prendemmo il treno con il carico in spalla; nel salire venni aiutato da un ragazzo che ci disse: "Ecco il peso della conoscenza!". Soltanto anni dopo, nel ricordarlo, afferrai il senso del suo gioco di parole polisemantico.

    "Lemniscata":
    [...] Ripeto quello che hanno già detto altri, filtrandolo con la mia esperienza personale : poggiare la propria essenza su un unico pilastro è estremamente pericoloso... se crolla quello, crolla tutto. [...]

    Questo è certo in era universitaria, ma forse in fasi successive smette di esserlo.

    "Zero87":
    [...] Non che sia poco, anzi, il contrario, ma ai fini di questa discussione potrebbe rivelarsi una soluzione non molto azzeccata.

    Sì, esatto. Anche perché finora ho avuto a che fare solo con (poche, invero) persone empaticamente sterili, e non mi va di perdere altro tempo a spiegare che non sono pazzo, che non mi m*stur*o pensando agli integrali etc...

    "fields":
    Hai perfettamente ragione. Quindi il mio consiglio è solo uno: resta chi tu sei, resta ciò che ami. Credo che non ci sia nulla di più bello di potersi dedicare anima e corpo alla propria passione, quale che sia. Se ami la Matematica al punto di identificarti con essa al 90%, continua a dedicarti ad essa con la stessa intensità. Qualcuno ti ha consigliato di aprirti ad altri interessi, per cercare di diventare meglio in grado di interagire con il mondo. Io te lo sconsiglio, sarebbe un fallimento. Fai sempre ciò che ami, fai solo ciò che ami, se ne hai la possibilità.

    Purtroppo un matematico non è uno scrittore di romanzi, quindi devi abituarti al fatto che poche persone possono veramente capirti. Questo resta vero sempre. Più approfondisci un interesse culturale di tipo tecnico, più aumenterà la tua solitudine intellettuale. Non c'è niente da fare. Più sai, meno riesci a comunicare con soddisfazione. Se mai diventerai un ricercatore matematico, potrà benissimo capitare che non più di un centinaio di persone al mondo saranno in grado di capire i tuoi lavori. Se farai qualcosa di davvero originale, potrebbero volerci anni prima che qualcuno sia in grado davvero di capire quello che hai fatto.

    Detto questo, la solitudine è il fardello da sopportare quando non si trovano propri eguali. Gabriella ha descritto perfettamente quello che molti di noi, me compreso, hanno provato molte volte nella propria vita. Io stesso mi sono sentito molto solo intellettualmente, per molto tempo, ma ho anche capito che la matematica è l'unico mezzo di cui adesso dispongo per esprimermi. Nulla mi rende più felice che effettuare un ragionamento astratto che, come un meccanismo perfetto, consegue elegantemente il suo fine. Ed è l'unica cosa che so fare davvero. Penso che ci sia un certa unicità nel mio modo di approcciare i problemi, e inventarne e descriverne le soluzioni. E la gratificazione che ne ricavo non deriva dal pensare che il mio approccio sia il migliore, ma semplicemente che sia mio, che rappresenti me, che abbia uno stile riconoscibile. E questo mi rende felice di aver insistito nella mia strada, seppur fatta in gran parte di isolamento. [...]

    Mi hai commosso :wink:

    fields1
    "Delirium":
    Se la mia persona si compone per (la butto lì!) il 90% di Matematica, allora A e C diventano (quasi) la stessa cosa, ed apprezzare me è (quasi) equivalente ad apprezzare quello che faccio/penso/dico. La mia persona, il mio manifestarmi in questa realtà, coincide (quasi) con il "mutamento" che apporto (il fare, ossia la modifica degli stati di cose) e con i pensieri che concepisco (il pensare). Fondamentalmente si tratta di rispondere alla domanda: "Chi è Delirium?" Non è forse, come chiunque altro, quello che fa (studio, lavoro, atteggiamenti, abitudini, modi d'essere etc...) e quello che pensa (opinioni, idee, morali, stati di coscienza etc...)? E se fa e pensa (quasi) sempre Matematica... la conclusione è lasciata al lettore.


    Hai perfettamente ragione. Quindi il mio consiglio è solo uno: resta chi tu sei, resta ciò che ami. Credo che non ci sia nulla di più bello di potersi dedicare anima e corpo alla propria passione, quale che sia. Se ami la Matematica al punto di identificarti con essa al 90%, continua a dedicarti ad essa con la stessa intensità. Qualcuno ti ha consigliato di aprirti ad altri interessi, per cercare di diventare meglio in grado di interagire con il mondo. Io te lo sconsiglio, sarebbe un fallimento. Fai sempre ciò che ami, fai solo ciò che ami, se ne hai la possibilità.

    Purtroppo un matematico non è uno scrittore di romanzi, quindi devi abituarti al fatto che poche persone possono veramente capirti. Questo resta vero sempre. Più approfondisci un interesse culturale di tipo tecnico, più aumenterà la tua solitudine intellettuale. Non c'è niente da fare. Più sai, meno riesci a comunicare con soddisfazione. Se mai diventerai un ricercatore matematico, potrà benissimo capitare che non più di un centinaio di persone al mondo saranno in grado di capire i tuoi lavori. Se farai qualcosa di davvero originale, potrebbero volerci anni prima che qualcuno sia in grado davvero di capire quello che hai fatto.

    Detto questo, la solitudine è il fardello da sopportare quando non si trovano propri eguali. Gabriella ha descritto perfettamente quello che molti di noi, me compreso, hanno provato molte volte nella propria vita. Io stesso mi sono sentito molto solo intellettualmente, per molto tempo, ma ho anche capito che la matematica è l'unico mezzo di cui adesso dispongo per esprimermi. Nulla mi rende più felice che effettuare un ragionamento astratto che, come un meccanismo perfetto, consegue elegantemente il suo fine. Ed è l'unica cosa che so fare davvero. Penso che ci sia un certa unicità nel mio modo di approcciare i problemi, e inventarne e descriverne le soluzioni. E la gratificazione che ne ricavo non deriva dal pensare che il mio approccio sia il migliore, ma semplicemente che sia mio, che rappresenti me, che abbia uno stile riconoscibile. E questo mi rende felice di aver insistito nella mia strada, seppur fatta in gran parte di isolamento.

    E, comunque, la solitudine non è un destino inesorabile. Capita anche di incontrare un'anima gemella, che perfino capisce tutti i segreti della tua mente, come dopo molto tempo è successo a me :wink: Certo, questa è una fortuna, lo riconosco, ma non sarebbe successo se avessi cercato di cambiare me stesso.

    Zero87
    "lisdap":
    Secondo me devi semplicemente trovare qualcunA che ti faccia sentire soddisfatto :D

    Per esperienza diretta, una soluzione del genere funziona solo per la vita al di fuori dell'università. :roll:
    Non che sia poco, anzi, il contrario, ma ai fini di questa discussione potrebbe rivelarsi una soluzione non molto azzeccata. ;-)

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