Fisici e astrofisici che credono in Dio?
Vorrei chiederVi se esistono fisici e astrofisici che credono in Dio.
Grazie
Grazie
Risposte
Ci tengo a dichiarare che sono ateo, non agnostico.
Trovo anzi poco sensato il punto di vista "agnostico". Come se, tra credere che la faccia nascosta della luna sia simile a quella che vediamo e invece pensare che sia un enorme formaggione emmenthal, uno si potesse esimere dall'esprimere il proprio convincimento.
Ovvio che non sono sicuro al 100% di aver ragione, ma se è per quello non sono neanche sicuro al 100% di essere nato.
Se qualcuno vuole far passare questa incertezza residua, trascurabile ma ineliminabile, e mi vuole chiamare agnostico, faccia pure. Ma stravolge ("pro domo sua"?) i termini della questione.
E se uno scienziato si dichiara ateo, non mi pare carino dire che ha capito male o, peggio, che mente.
Trovo anzi poco sensato il punto di vista "agnostico". Come se, tra credere che la faccia nascosta della luna sia simile a quella che vediamo e invece pensare che sia un enorme formaggione emmenthal, uno si potesse esimere dall'esprimere il proprio convincimento.
Ovvio che non sono sicuro al 100% di aver ragione, ma se è per quello non sono neanche sicuro al 100% di essere nato.
Se qualcuno vuole far passare questa incertezza residua, trascurabile ma ineliminabile, e mi vuole chiamare agnostico, faccia pure. Ma stravolge ("pro domo sua"?) i termini della questione.
E se uno scienziato si dichiara ateo, non mi pare carino dire che ha capito male o, peggio, che mente.
"Luca.Lussardi":
L'agnosticismo invece come giustamente è stato osservato è ben diverso, e concordo abbastanza sul fatto che sia il giusto modo di pensare per uno scienziato.
sottoscrivo in pieno
Ada, ho semplicemente replicato a una tua affermazione. Tu sostenevi che la percentuale di atei e agnostici fra gli scienziati è la stessa che fra i non scienziati. Da quello che emerge (pur con tutte le cautele del caso) pare proprio di no: la percentuale di atei e agnostici fra gli scienziati è (decisamente) superiore alla media. Questo è un dato, poi ciascuno lo interpreti come crede.
Quanto al resto, concordo sul fatto che la proposizione "Dio non esiste" è assiomatica quanto quella che "Dio esiste". L'esistenza e la non esistenza di Dio sono argomenti su cui non c'è accordo condiviso, e questo è un fatto. Di più, non esiste neppure un unico concetto di "Dio": il Dio di Voltaire non è il Dio di Spinoza, che non è il Dio cristiano-cattolico, che non è Zeus, eccetera.
Sì, l'agnosticismo è diverso, ma non mi spingerei a dire che è il "giusto" modo di pensare di uno scienziato, se per "giusto" si intende "giusto in senso assoluto". In altre parole, mi sta bene se dici che, per te, le cose stanno così (e nel merito potrei essere d'accordo anch'io). Ma per un altro le cose possono essere diverse.
Che cos'è la giustizia? Che cos'è la verità? A queste domande, non esistono risposte condivise. E anche questo è un fatto.
Viviamo in una società pluralista, multiculturale, multietnica. Quante teste, tante idee.
I problemi si hanno quando una parte vuole imporre la sua (legittima, ma parziale) visione del mondo agli altri, spacciando le proprie opinioni per verità assolute, valide per tutti.
Ciao,
L.
Quanto al resto, concordo sul fatto che la proposizione "Dio non esiste" è assiomatica quanto quella che "Dio esiste". L'esistenza e la non esistenza di Dio sono argomenti su cui non c'è accordo condiviso, e questo è un fatto. Di più, non esiste neppure un unico concetto di "Dio": il Dio di Voltaire non è il Dio di Spinoza, che non è il Dio cristiano-cattolico, che non è Zeus, eccetera.
"Luca.Lussardi":
L'agnosticismo invece come giustamente è stato osservato è ben diverso, e concordo abbastanza sul fatto che sia il giusto modo di pensare per uno scienziato.
Sì, l'agnosticismo è diverso, ma non mi spingerei a dire che è il "giusto" modo di pensare di uno scienziato, se per "giusto" si intende "giusto in senso assoluto". In altre parole, mi sta bene se dici che, per te, le cose stanno così (e nel merito potrei essere d'accordo anch'io). Ma per un altro le cose possono essere diverse.
Che cos'è la giustizia? Che cos'è la verità? A queste domande, non esistono risposte condivise. E anche questo è un fatto.
Viviamo in una società pluralista, multiculturale, multietnica. Quante teste, tante idee.
I problemi si hanno quando una parte vuole imporre la sua (legittima, ma parziale) visione del mondo agli altri, spacciando le proprie opinioni per verità assolute, valide per tutti.
Ciao,
L.
Non sono mai intervenuto in queste questioni però mi trovo molto in sintonia con l'ultimo post. Effettivamente dal punto di vista logico essere atei e essere credenti si equivalgono: da una parte si crede nella non esistenza di Dio, dall'altra si crede nell'esistenza di Dio, per cui alla fin della fiera in qualcosa si crede in modo assiomatico. L'agnosticismo invece come giustamente è stato osservato è ben diverso, e concordo abbastanza sul fatto che sia il giusto modo di pensare per uno scienziato.
è un bel po' che non seguo più questa discussione.
visto che ora ho un "debole" collegamento "mobile", non mi va di soffermarmi a scaricare tutto questo materiale, anche perché forse nemmeno ci riuscirei.
se hai seguito qualche mio intervento precedente, io sono del parere che uno scienziato abbia il dovere di essere agnostico e non ateo (pongo una fortissima differenza tra le due cose, anzi considero l'ateismo "dottrinale" almeno quanto la religione).
per quanto riguarda i sondaggi, direi che possono essere considerati per quel che offrono: quelli su tale argomento basati solo su autodichiarazione secondo me sono poco attendibili, perché c'è una grande percentuale di gente comune che "finge" di credere in Dio, e magari ne è anche convinta, solo che nei fatti non lo dimostra. uno scienziato, al contrario, non credo sia disposto a dichiarare a cuor leggero di essere credente, anzi, se pur dubita, è più disposto a dichiararsi ateo, anche se questa è solo una mia impressione. rimane però il fatto che le percentuali non sono poi tanto confrontabili se basate solo su autodichiarazioni.
ciao.
visto che ora ho un "debole" collegamento "mobile", non mi va di soffermarmi a scaricare tutto questo materiale, anche perché forse nemmeno ci riuscirei.
se hai seguito qualche mio intervento precedente, io sono del parere che uno scienziato abbia il dovere di essere agnostico e non ateo (pongo una fortissima differenza tra le due cose, anzi considero l'ateismo "dottrinale" almeno quanto la religione).
per quanto riguarda i sondaggi, direi che possono essere considerati per quel che offrono: quelli su tale argomento basati solo su autodichiarazione secondo me sono poco attendibili, perché c'è una grande percentuale di gente comune che "finge" di credere in Dio, e magari ne è anche convinta, solo che nei fatti non lo dimostra. uno scienziato, al contrario, non credo sia disposto a dichiarare a cuor leggero di essere credente, anzi, se pur dubita, è più disposto a dichiararsi ateo, anche se questa è solo una mia impressione. rimane però il fatto che le percentuali non sono poi tanto confrontabili se basate solo su autodichiarazioni.
ciao.
"adaBTTLS":
io me ne guardo bene, però sono del parere che come tante altre "categorie" di persone, anche i credenti e gli atei sono equamente distribuiti tra le diverse fasce di popolazione per età, sesso, benessere economico, cultura, "mestiere", ... , e quindi anche tra fisici e astrofisici la percentuale penso si aggiri intorno alla media complessiva [...].
Semplicemente falso.
Tra gli scienziati, ateismo e agnosticismo sono molto più diffusi che tra le altre categorie di persone.
http://www.stephenjaygould.org/ctrl/news/file002.html
http://riflessionisullafede.wordpress.c ... ere-a-dio/
http://www.visionpost.it/lab/lateismo-d ... lto-qi.htm
http://oggiscienza.wordpress.com/2010/0 ... vota-per-l’indipendenza-di-scienza-e-fede/
Il 68,5 per cento della popolazione britannica si dichiara credente, contro un magro 3,3 per cento dei membri della Royal Society.
Tra il 90% e il 95% dei membri dell’accademia nazionale delle scienze statunitense e della Royal Society inglese dichiarano di essere atei o agnostici, e dunque chi pratica la scienza dimostra nei fatti di non essere religioso.
Chissà perché...

Per fortuna, però, ecco la pronta risposta del papa:
Papa: «Scienza atea minaccia per l'umanità»
«Se si perde riferimento a Dio le conoscenze della scienza possono diventare terribile minaccia e portare a distruzione del mondo»
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... enza.shtml
Ciao,
L.
"GPaolo":SI e NO.
Siamo al punto: se dobbiamo credere in dio perché è necessario, in questo caso è evidente che la sua esistenza o non esistenza è del tutto irrilevante. I fisici credenti e quelli non credenti operano esattamente allo stesso modo. L'esistenza di dio è dunque NON NECESSARIA. Per Ockham è INUTILE (e superflua) anche introdurla.
SI perchè, per quanto si riesca a far evolvere la scienza nella direzione di Dio, cioè verso la conoscenza assoluta, non riuscirà mai accostarsi a livelli che possano lontanamente impattare coln cose che inciampino sul livelli di conoscenza a livello di Dio; dunque, effettivamente ha ragione GPaolo, possiamo, diciamo così, ignorare Dio quando si fa scienza.
NO: fermarsi alla considerazione appena fatta, se non nuoce visibilmente alla scienza, comunque è un accontentarsi del limite delle nostre possibilità di avanzamento verso la Conoscenza. Non mi pare che questa "chiusura" faccia bene allo scienziato.
"Sergio":[/quote]C'entra. Basta leggere l'abbondante letteratura che, da fronti opposti, girò e rivoltò le complesse problematiche che seguirono alla scoperta -anzi, meglio, all'accettazione- dell'idea, per l'epoca, "strampalata" del quantum energetico, lo squassamento di tradizionali e consolidati concetti fisici come, per esempio ma non solo, quello di "traiettoria" e di quant'altro emerse dalla famosa conferenza di Kopenagen, e poi ancora, il riconoscimento del ruolo dell'Osservatore nell'approccio osservativo, il ruolo "fisico" della probabilità, ecc.. Credo che, alla luce di tutto questo, anche leggendo tra le righe -ma nemmeno tanto- gli scritti di quel grande mammasantissima della MQ che fu W. Heisemberg, ebbene, quelle apparenti incongruenze che si presentarono agli occhi di quegli scenziati, avevano ed hanno una causa di fondo: gli oggetti di studio della MQ, essendo concepibili e trattabili quasi solamente secondo astratti modelli matematici/probabilistici e verificabili solo attraverso vie molto indirette -non certo con la tradizionale e tranquillizzante tangibilità diretta e sostanziale della meccanica classica-, non sono molto distanti dagli oggetti logici del pensiero, cioè quegli oggetti che Cartesio classificava come "res cogita" e, quindi, con questi ultimi quasi si confondono. In altre parole anche gli oggetti del pensiero, per il fatto di essere suscettibili di considerazioni (osservazioni), non possono più essere considerati al di fuori dei concetti, pur essi mentali, al pari di quelli del pensiero, che sono gli oggetti della MQ. Ciò significa che, a quei livelli di ricerca viene a mancare quel netto distacco tra mondo degli osservabili e mondo degli strumenti concettuali destinati al recepimento dell'evento fisico per altro molto "concettuali" con tutte le conseguenze del caso.
[quote="mariodic"]E cosa c'entra la "quantizzazione dell'energia in pacchetti" con realismo e idealismo?
Forse una strada asfaltata in salita è idealista e una scala a gradini è realista, o viceversa?
C'era una volta un tal signor Cartesio Renato -di felice memoria- che ebbe la fortunata ventura di prendere all'amo un'intuizione assolutamente rivoluzionaria: quella di identificare l'IO come principio primo e base assoluta di tutte le cose. Peccato che nella definizione che ne fece ne demolì, consapevolmente o no, parte più importante con un grave errore che mostra solo come il pover'uomo non fosse altrettanto fortunato da capire bene qual razza di pesce aveva abboccato al suo amo! La parte capita correttamente fu quella di aver in qualche modo colto il carattere di "singolarità" da assegnare all'IO, l'errore grave fu, invece, quello di dividere il mondo, che si creava e si costruiva intorno a questa singolarità, in due parti tra loro -e qui c'è il nucleo l'errore- non omogenee: la Res Cogita e la Res Exstensa con una demarcazione netta tra i due insiemi. Non doveva farla quella divisione del mondo in due qualità di componenti. Senza quello svarione oggi saremmo tutti più soggettivisti (idealisti) e meno oggettivisti (realisti) e non avremmo visto il povero Plank così esageratamente calvo, si direbbe che cotal calvizie fu dovuta al troppo grattarsi la testa di fronte all'imprevista assurdità che, contro ogni suo principio culturale, dovette necessariamente digerire: nientemeno che la quantizzazione dell'energia in pacchetti. Che rospo...poverino!:lol:



"Nik8":
Vorrei chiederVi se esistono fisici e astrofisici che credono in Dio.
Grazie
Beh, anche se non era un fisico o un astrofisco, Bernard Riemann era molto credente...e non direi che fosse uno stupido!!!
"GPaolo":
Siamo al punto: se dobbiamo credere in dio perché è necessario, in questo caso è evidente che la sua esistenza o non esistenza è del tutto irrilevante. I fisici credenti e quelli non credenti operano esattamente allo stesso modo. L'esistenza di dio è dunque NON NECESSARIA. Per Ockham è INUTILE (e superflua) anche introdurla.
Supponi che Dio esista, pensi che avrebbe dovuto fare in modo che per noi uomini la sua esistenza fosse necessaria, o piuttosto, in quanto Dio, non ha bisogno di nulla, neanche dell'uomo, e quindi ha lasciato che la sua esistenza non sia imposta o necessaria come mangiare o bere o respirare, ma rimanga una libera scelta dell'uomo? Una tale fede non ti appare ben più nobile e tale da elevare la dignità dell'uomo ben al di là di quella che si esercità per mera convenienza, paura o imposizione (come, si spera solo in passato, purtroppo è avvenuto)?
non credo al dio buono che si prende cura di noi, non credo quindi al cristianesimo, fosse per me potremo essere qui per puro caso senza essere marionette di nessun genere. ma non posso fare a meno di credere in qualcosa, in un dio. per me dio è un postulato posto da me che serve a regolare ogni mia scelta. un bene maggiore? puo essere. trovo fondamentale il fatto che sia io ad averlo posto, insomma una persona considerata "atea" puo essere buona e fare del bene con la stessa leggitimazione di un cristiano o un appartenente ad un altra fede.
devo credere in qualcosa altrimenti vivrei per dormire bene, il che sarebbe perfetto se la vita non avesse un senso (come nietzche insegna). e poi senza credo non mi piacerebbe la matematica e la fisica, credo che sia indispensabile stupirsi delle cose che ci circondano.
devo credere in qualcosa altrimenti vivrei per dormire bene, il che sarebbe perfetto se la vita non avesse un senso (come nietzche insegna). e poi senza credo non mi piacerebbe la matematica e la fisica, credo che sia indispensabile stupirsi delle cose che ci circondano.
io vorrei fare la domanda Cosa intendete voi per Dio?
come qualcuno ha gia detto io non riesco a immaginarmi un fisico ecc,, che non possa credere in Dio.
Secondo me o una visione deistica o panteista (o per quanto possibile una via di mezzo come me)
tutte le persone che sono davvero appasionate di scienze l'hanno
se una persona si stupisce di come è possibile che l'universo esista
o si sconvolge a pensarese il $\pi$ poteva avere un altro valore o Dio ha dovuto genuflettersi alla matematica
quella persona è un Fisico
come qualcuno ha gia detto io non riesco a immaginarmi un fisico ecc,, che non possa credere in Dio.
Secondo me o una visione deistica o panteista (o per quanto possibile una via di mezzo come me)
tutte le persone che sono davvero appasionate di scienze l'hanno
se una persona si stupisce di come è possibile che l'universo esista
o si sconvolge a pensarese il $\pi$ poteva avere un altro valore o Dio ha dovuto genuflettersi alla matematica
quella persona è un Fisico

Siamo al punto: se dobbiamo credere in dio perché è necessario, in questo caso è evidente che la sua esistenza o non esistenza è del tutto irrilevante. I fisici credenti e quelli non credenti operano esattamente allo stesso modo. L'esistenza di dio è dunque NON NECESSARIA. Per Ockham è INUTILE (e superflua) anche introdurla.
"Nik8":Oh bella!
Vorrei chiederVi se esistono fisici e astrofisici che credono in Dio.
Grazie







"turtle87":Certo. Ma il punto cruciale della questione è l'ammissione o, meglio, l'accettazione nel campo della conoscenza, cioè nell'universo intero, che comprende anche il "pensiero" dell'Osservatore, di una singolarità che, quanto meno, possa essere "identificata", in prima approssimazione, con l'IO dell'Ossrvatore, salve evoluzioni.
Poi vabbè, bisogna sempre vedere che cosa significa "Dio" in questo contesto. Anche Einstein era, a suo modo, credente, anche se identificava Dio con l'ordine dell'universo, più che con un' entità personale.
Poi vabbè, Einstein è morto, esiste solo nel ricordo:-).
Io, ad esempio, credo nel lume a petrolio; ne ho uno sul mio tavolino in caso di necessità e lo curo assicurandomi che vi sia sempre la pietrina e non manchi olio di balena. Non si sà mai.
@maurymat
Temo che tu non abbia colto il sottile sarcasmo di GPaolo.
Sulle capacità di Zichichi come divulgatore, ne ho avuto una prova interessante, tempo fa:
https://www.matematicamente.it/forum/un- ... 27733.html
Temo che tu non abbia colto il sottile sarcasmo di GPaolo.
Sulle capacità di Zichichi come divulgatore, ne ho avuto una prova interessante, tempo fa:
https://www.matematicamente.it/forum/un- ... 27733.html
Quando ci fu la questione dell'arrivo di Benedetto XVI alla Sapienza, fu intervistato un professore della stessa università, un fisico, che disse di essere cattolico. Se vuoi potresti partire da qui, anche se non posso aiutarti più di tanto, in quanto non ne ricordo il nome.
Poi vabbè, bisogna sempre vedere che cosa significa "Dio" in questo contesto. Anche Einstein era, a suo modo, credente, anche se identificava Dio con l'ordine dell'universo, più che con un' entità personale.
Poi vabbè, Einstein è morto, esiste solo nel ricordo:-).
Poi vabbè, bisogna sempre vedere che cosa significa "Dio" in questo contesto. Anche Einstein era, a suo modo, credente, anche se identificava Dio con l'ordine dell'universo, più che con un' entità personale.
Poi vabbè, Einstein è morto, esiste solo nel ricordo:-).
"Nik8":Hai dei dubbi? Al riguardo non oso aggiungere nulla al post di Ada. Di mio aggiungo solo che non riesco a spiegarmi come possa, un vero uomo di scienza, essere ateo. So che ce ne sono diversi -e non certo poco bravi- ma questo, per me, ingrandisce la inspiegabilità del problema.
Vorrei chiederVi se esistono fisici e astrofisici che credono in Dio.
Grazie