Cosa è meglio fare quando si prova la sensazione di non capirci più nulla?
Secondo voi, cosa è meglio fare quando, durante un corso di laurea, in realtà quasi alla fine dello stesso (ovvero al termine del penultimo semestre), si arriva a provare con una certa costanza, e sempre più spesso durante lo studio, la sensazione di non capire più nulla dell'utile a passare gli esami di quello che si sta studiando, di non avere più una forma di controllo sulla propria carriera accademica, di essere stanchi di preparare e poi sostenere esami, di aver perso definitivamente ogni manifestazione di ansia negli ultimi esami, sostituite da un beffardo senso di rassegnazione e da un inizialmente vaghissimo e poi sempre più evidente senso di amor fati, e di aver finito la voglia di studiare?
Perché succede?
È una situazione inevitabile, che più o meno evidentemente riguarda tutti e che possibilmente si risolve per il meglio? O necessariamente per il peggio?
È successo anche a voi?
Come ne siete usciti?
Perché succede?
È una situazione inevitabile, che più o meno evidentemente riguarda tutti e che possibilmente si risolve per il meglio? O necessariamente per il peggio?
È successo anche a voi?
Come ne siete usciti?
Risposte
Secondo alcuni per i 30 scarsi ci sono le altre materie...
"Intermat":
puoi verbalizzare anche un 18 con tranquillità e soddisfazione.
meglio un 18 pieno che un 30 scarso

"Vikhr":
Eh Intermat, ma tu sei Ingegnere... un tuo 24 vale come un mio 30 e Lode nelle Analisi e Fisiche.
Allora un mio 24 ad analisi II vale come un 15 a Matematica. Ma che ragionamento è...

Ognuno si applica in relazione a ciò che deve studiare, non è detto che se gli argomenti sono in numero minore o esposti in maniera più stringata allora la materia sia automaticamente più facile. Tu ti sei impegnato rispetto alla mole di lavoro che dovevi affrontare, la dignità del tuo 24, del mio o di uno studente di matematica è la stessa. Ovviamente potrebbe variare il grado di conoscenze che corrispondono a quel 24. Ma questo è logico!
Eh Intermat, ma tu sei Ingegnere... un tuo 24 vale come un mio 30 e Lode nelle Analisi e Fisiche.
Bravo, finalmente ti sei tolto questo macigno che avevi sulle spalle. Il 24 di per se magari non è un voto fantastico ma, per una materia che ti ha fatto penare così tanto, direi che è ottimo (se non di più!). Io per il mio 19 a Fisica Generale I ho festeggiato più che per molti altri 30. Quando sei cosciente di aver dato il massimo (almeno per quel momento della tua carriera universitaria) puoi verbalizzare anche un 18 con tranquillità e soddisfazione.
PS: Anche io presi un 24 ad analisi II (tra l'altro pure ad analisi I) anche se nel mio caso la prof.ssa mi "rubacchiò" almeno 3 voti. Pazienza, sono cose che capitano!
PS: Anche io presi un 24 ad analisi II (tra l'altro pure ad analisi I) anche se nel mio caso la prof.ssa mi "rubacchiò" almeno 3 voti. Pazienza, sono cose che capitano!
Mesto?
Dopo quello che hai passato dentro di te, un 24 è un bellissimo voto!
Augurissmi pure a te!
Dopo quello che hai passato dentro di te, un 24 è un bellissimo voto!

Augurissmi pure a te!

Ragazzi e ragazze, l'esame è passato, con un mesto 24 ma è passato. Ora si veleggia in mari molto più calmi verso nuovi orizzonti e nuove mete. Vi ringrazio tutti per il sostegno emotivo e chiedo perdono se a tratti ho fatto troppo la vittima.
Jitter, il tuo apprezzamento mi ridà speranza.
Il problema è che avendo più materie e corsi da dover studiare e seguire insieme non potevo fare questo discorso con una sola materia perché sennò finivo per tralasciare le altre non prendendo gli stessi voti che ho preso (sai, anche se studi più a lungo oppure hai più basi e capisci di più, più stai avanti più la stanchezza inizia a farsi sentire, non sei più entusiasta come all'inizio, diventi annoiato e tendi ad accettare tutto quello che ti viene proposto pur di non rivedere per un bel pezzo la materia, e al tempo stesso i professori potrebbero anche pretendere di più da te. Tutto questo però per qualche strana ragione con gli esami difficili non capita, quelli li temi all'inizio e li temi alla fine; sarà una sorta di meccanismo di compensazione?).
Ora però le lezioni sono finite e le materie non ostiche sono state date tutte quindi posso fare così. Inoltre da fuoricorso accedo a molti più appelli quindi la sfortuna dell'esercizio "sbagliato" comincia a recitare un ruolo marginale.
Il problema è che avendo più materie e corsi da dover studiare e seguire insieme non potevo fare questo discorso con una sola materia perché sennò finivo per tralasciare le altre non prendendo gli stessi voti che ho preso (sai, anche se studi più a lungo oppure hai più basi e capisci di più, più stai avanti più la stanchezza inizia a farsi sentire, non sei più entusiasta come all'inizio, diventi annoiato e tendi ad accettare tutto quello che ti viene proposto pur di non rivedere per un bel pezzo la materia, e al tempo stesso i professori potrebbero anche pretendere di più da te. Tutto questo però per qualche strana ragione con gli esami difficili non capita, quelli li temi all'inizio e li temi alla fine; sarà una sorta di meccanismo di compensazione?).
Ora però le lezioni sono finite e le materie non ostiche sono state date tutte quindi posso fare così. Inoltre da fuoricorso accedo a molti più appelli quindi la sfortuna dell'esercizio "sbagliato" comincia a recitare un ruolo marginale.
Vikhr, sappi che io sono una tua "fan"
: stimo la tua capacità di metterti in discussione con onestà (con tutta la gente presuntuosa che c'è in circolazione) e la tua franchezza nell'esporre le tue difficoltà, indipendentemente dal fatto che tu sia riuscito o meno a individuarle con esattezza.
Aggiungo una piccola cosa a quello che hanno scritto gli altri, certamente meno importante ma che forse influisce. Ho l'impressione (e ti chiedo scusa se sbaglio) che tu consideri le esercitazioni come uno sfinente e snervante test sulla tua preparazione. Sembri sempre sotto esame
Perché, quando la fatidica data dell'esame non è troppo vicina, non usi gli esercizi come semplice "laboratorio di smanettamento" per capire a fondo, senza preoccuparti se l'esercizio l'hai fatto bene o l'hai fatto male? Lo so che detto così è troppo vago ma... potresti prenderti un periodo in cui ti immergi nella matematica per capirla bene ma senza l'"ansia da prestazione", mettici qualcosa di tuo anche se è sbagliato: fai ipotesi, prova, modifica gli esercizi e vedi che succede. Prova anche a farne di più difficili: magari non vengono ma automaticamente rendono più facili i "precedenti". Attraverso queste esplorazioni potresti alla fine ottenere una comprensione più approfondita di quella che otterresti dalla sola lettura. Certo, se non ami la materia è un po' difficile... ma chissà magari funziona lo stesso. So che non sono stata molto concreta... va beh, il succo di quello che volevo dire è che un atteggiamento ansioso nei confronti della matematica può avere un'influenza nefasta. Quindi ti incoraggio a divertirti un po', con la matematica, se non ti fa troppo orrore, senza pensare all'esame. Poi quando è vicino, allora sì, pensaci!

Aggiungo una piccola cosa a quello che hanno scritto gli altri, certamente meno importante ma che forse influisce. Ho l'impressione (e ti chiedo scusa se sbaglio) che tu consideri le esercitazioni come uno sfinente e snervante test sulla tua preparazione. Sembri sempre sotto esame

Queste parole non mi fanno assolutamente dispiacere, sono parole oneste. Il problema è quello a cui accenna Gugo: alcune cose nella vita, spesso le più importanti, purtroppo sono più semplici a dirsi che a farsi. L'intera saga di Harry Potter, del resto, si può sintetizzare in "uccidere Voldemort".
"Vikhr":
[quote="gugo82"]E niente Matematica...
Non è una materia di indirizzo (a Matematica e Fisica) o semi-indirizzo (come a Ingegneria) del resto. Vincolante per proseguire gli studi sì, ma non di indirizzo. La riprenderò più avanti. Intanto sto riprendendo le materie di indirizzo che ho lasciato indietro per concentrarmi inutilmente sugli esami scoglio, così non perdo per strada quello che è riuscito.[/quote]
Probabilmente non ti faranno piacere queste mie parole ma, perdonami, questo è un concetto completamente sbagliato! E' come navigare pensando all'attracco al prossimo porto sbattendosene bellamente degli scogli che ti ritrovi cinque metri davanti a te. Se vuoi raggiungere il porto, dovrai ben prima pensare a come superare l'ostacolo più urgente. Se non puoi sostenere quegli esami, perché li stai preparando? Non voglio dire che sia una completa perdita di tempo, ma sicuramente non sono la priorità in questo momento, soprattutto perché non passare questo esame ti preclude di poter sostenere quelli "di indirizzo".
"Vikhr":
Sto studiando per diventare un chimico industriale, non un ingegnere. È indubbio che per capire i progetti di un ingegnere chimico, serva la matematica avanzata e rudimenti di impiantistica, ma l'ingegnere chimico dal canto suo pur sapendone molto di più in Matematica e Fisica non ne sa in chimica quanto un chimico industriale.
Mmh, fino a cinque anni fa gli ingegneri chimici (almeno dove ho studiato io) uscivano dalla triennale con esami di Analisi 1 e 2 (equazioni differenziali, integrali doppi e impropri, funzioni a due variabili), niente trasformate di Fourier o altro di Analisi 3 - non è che poi ne sanno tanta di matematica, eh, magari giusto un po' di calcolo...
"Intermat":
[quote="gugo82"]E pazienza se ti ci vogliono intere giornate all'inizio, se devi lasciar andare la palestra e gli amici per qualche tempo; dopo recupererai il tempo perduto.
Purtroppo, gli studi superiori richiedono sacrifici.
Condivido in toto. All'università si dovrebbe imparare anche questo, secondo me, ovvero che ci sono momenti in cui una attività, in questo caso lo studio e in futuro il lavoro, dovrà avere la precedenza su, quasi, ogni altra cosa. Sono sacrifici che vanno fatti proprio per superare velocemente il momento di difficoltà.[/quote]
Straquoto!
"gugo82":
E pazienza se ti ci vogliono intere giornate all'inizio, se devi lasciar andare la palestra e gli amici per qualche tempo; dopo recupererai il tempo perduto.
Purtroppo, gli studi superiori richiedono sacrifici.
Condivido in toto. All'università si dovrebbe imparare anche questo, secondo me, ovvero che ci sono momenti in cui una attività, in questo caso lo studio e in futuro il lavoro, dovrà avere la precedenza su, quasi, ogni altra cosa. Sono sacrifici che vanno fatti proprio per superare velocemente il momento di difficoltà.
"gugo82":
Immagino che ora le EDO a differenziale non esatto (tipo?) ora non abbiano più segreti per te. Quindi ti consiglio di rivedere quelle a secondo membro omogeneo, quella di Eulero, quella di Clairaut, etc...
Veramente sono le ultime a non avere più segreti e le prime sono fuori programma adesso dato che è cambiato docente.
"gugo82":
Cosa non capisci di preciso?
Non capisco se quello che faccio è corretto quando per proseguire bisogna riscrivere qualcosa in una forma diversa ma di significato equivalente. Spesso quello che ipotizzo io non è corretto. Non c'è qualcosa di preciso, è una tendenza globale che riguarda tutti gli argomenti in un modo più evidente, che compromette la sufficienza dell'esame, o meno evidente.
"gugo82":
Nel secondo caso, serve solo tirare un sospiro di sollievo e molta concentrazione.
Penso sia il secondo caso. Altrimenti avrei avuto problemi generalizzati. Dubito fortemente che gran parte dei risultati pregressi non siano dovuti alle mie forze. Perché bene o male alle superiori restavo a galla e anche sopra.
"gugo82":
E qual è, secondo te, la ragione di questo presunto comportamento?
La ignoro. Forse in ambiente didattico si usa verificare a un certo punto la capacità di ragionamento e selezionare tramite questo parametro. Il che spiega la presenza costante di esercizi che richiedono trucchi algebrici. Ma alcuni studenti presentano difficoltà in questo, forse per via di un'impostazione pregressa della materia troppo meccanica, e ciò spiega gli ottimi voti nelle altre materie ed alcuni esami di base non superati per anni.
"gugo82":
E niente Matematica...
Non è una materia di indirizzo (a Matematica e Fisica) o semi-indirizzo (come a Ingegneria) del resto. Vincolante per proseguire gli studi sì, ma non di indirizzo. La riprenderò più avanti. Intanto sto riprendendo le materie di indirizzo che ho lasciato indietro per concentrarmi inutilmente sugli esami scoglio, così non perdo per strada quello che è riuscito.
Sto studiando per diventare un chimico industriale, non un ingegnere. È indubbio che per capire i progetti di un ingegnere chimico, serva la matematica avanzata e rudimenti di impiantistica, ma l'ingegnere chimico dal canto suo pur sapendone molto di più in Matematica e Fisica non ne sa in chimica quanto un chimico industriale.
Quello che fa un studente di matematica solo con i teoremi io devo (o dovrei) farlo con le reazioni e le molecole e con i teoremi allo stesso tempo. Viene spontaneo concentrarsi su una cosa alla volta se uno oltre a studiare anche parecchio fa altro.
"FE":
Sono d accordo con Black magic. Anzi, più o meno con lo stesso spirito che lui/lei descrive, io non leggo mai neanche le dimostrazioni dei lemmi/proposizioni/teoremi della parte di teoria del libro prima di aver almeno un po' provato a farmele da solo. Facendo così vedo che pur mettendoci magari di piu' ricordo molto meglio e "interiorizzo" più velocemente.
Idem.
Questo esercizio lo reputo ancora più prolifico perché sebbene spesso si riesca ad intuire a grandi linee come si deve dimostrare un teorema, è solo dopo averlo dimostrato personalmente e poi confrontando la mia dimostrazione con quella del libro che riesco a capire le sottigliezze e/o i dettagli che ho trascurato o, a volte, nello scoprire dei sofismi all'interno della mia dimostrazione.
Molto, molto istruttivo e divertente.
PS
A mio parere, il vero insegnamento consiste nel capire "cosa non è", piuttosto che ingoiare la pillola del "cosa è".
Un po' parafrasando il Buddha:"per capire cos'è, devi prima capire cosa non è".
È sia un modo per stimolare il cervello e mantenerlo sempre attivo, sia un modo per capire rapidamente i tuoi errori e quindi evitare di farli, o meglio: "scopri maggiori dettagli".
Questo è per chiosare sui miei consigli a Vikhr.
"Vikhr":
[quote="gugo82"]Ok, cosa era richiesto?
Fai qualche esempio, altrimenti non si capisce di cosa parli.
Ne è passato di tempo e di esami, ma per esempio per due appelli di fila uscivano le equazioni differenziali a differenziale non esatto, con le quali avevo problemi nonostante mi impegnassi per capirle. L'appello precedente a questi due invece una equazione differenziale lineare non omogenea, esercizio che durante quei due appelli in cui invece è uscita quella a differenziale non esatto sapevo fare senza problemi... ho sempre fatto più tipi di esercizi badando alla qualità più che alla quantità, non è che mi preparavo solo su un genere di eq diff perché avevo il sentimento che il docente mettesse quello all'esame. Un'altra volta mi ero preparato benissimo sugli integrali di linea e l'esercizio mancava.[/quote]
Mah... Se le cose stanno come dici, non si capisce perchè la volta prima la EDO non omogenea non la sapessi svolgere e le volte dopo sì.
Immagino che ora le EDO a differenziale non esatto (tipo?) ora non abbiano più segreti per te. Quindi ti consiglio di rivedere quelle a secondo membro omogeneo, quella di Eulero, quella di Clairaut, etc...
"Vikhr":
[quote="Gugo82"]Come "non ne ho idea"?
Dopo due anni, un'idea te la sarai fatta, immagino. Non essere reticente con noi (che stiamo parlando e cerchiamo di aiutarti) e sii franco con te stesso.
Sono sincero. Potrebbe anche essere una combinazione di più fattori. Non so se dipenda dal fatto che non capisco nulla quando studio la matematica (problema che ogni tanto ma non sempre ho avuto quando ero alle elementari, alle medie e alle superiori. Scendo in dettaglio giù...) o che abbia incontrato docenti che andavano troppo veloci per me oppure che qualcosa riuscivo ad azzeccarla solo ad aprire libro e quaderno la mattina appena sveglio e chiuderlo prima di cena, o peggio non dormire, oppure sono semplicemente sfortunato in questo periodo e prima o poi la ruota della fortuna tornerà a girare anche per me.[/quote]
Che vuol dire "non capisco nulla quando studio Matematica"?
Nulla vuol dire niente, zero, nisba... E non credo che la situazione sia così tragica, altrimenti avresti mollato igegneria da un pezzo.
Cosa non capisci di preciso?
Per quanto riguarda i tempi dello studio della Matematica: se sono quelli che dici, comincia a studiare secondo quelle tabelle di marcia; poi andrai più svelto.
E pazienza se ti ci vogliono intere giornate all'inizio, se devi lasciar andare la palestra e gli amici per qualche tempo; dopo recupererai il tempo perduto.
Purtroppo, gli studi superiori richiedono sacrifici.
"Vikhr":
[quote="Gugo82"]Quali erano gli errori tipici?
Se non fai quest'analisi, non vai da nessuna parte.
Allora, a volte era come se non avessi proprio interesse di stare lì a fare esercizi ma mi forzavo ugualmente e pur individuando da solo il procedimento corretto facevo spesso errori con i numeri. Altre volte con i numeri non sbagliavo nulla, mi sentivo più concentrato e però non riuscivo a individuare il procedimento e allora dopo qualche tentativo digitavo l'esercizio su WA e seguivo il procedimento lì presente. Anche qui, il dettaglio giù. All'ultimo esame ho trascritto male il testo ottenendo un esercizio più facile di quello che era originariamente... e non mi era mai capitato finora.[/quote]
Per quanto riguarda gli errori coi numeri o la mancanza di concentrazione, se sono delle costanti che ti porti dietro dalle scuole elementari, prova a capire se si tratta di problemi profondi (discalculia, ADHD) o solo di disattenzione dovuta a scarso interesse.
Nel primo caso, ci sono dei test appositi standardizzati per età e sicuramente la tua università avrà qualche struttura in grado di consigliarti in merito. Inoltre, studenti con questo tipo di problemi hanno facilitazioni in sede d'esame.
Nel secondo caso, serve solo tirare un sospiro di sollievo e molta concentrazione.
"Vikhr":
[quote="Gugo82"]Mettiamo anche il caso che quanto dici sui docenti sia giusto... Secondo te la motivazione che porti è quella corretta?
Non del tutto ammetto, con qualsiasi criterio si riesce a mettere in difficoltà uno studente un po' fragile o sprovveduto, è quello che noto con me [...][/quote]
E qual è, secondo te, la ragione di questo presunto comportamento?
"Vikhr":
[...] ma in genere ho molte meno difficoltà a calcolare qualcosa in modo meccanico, anche un limite che non richiede troppe manipolazioni algebriche, che a dover modificare equazioni in modo congeniale al caso, come richiesto appunto con il criterio del confronto. È stato sempre così, anche alle medie e alle superiori tendevo a prediligere la forza bruta, capivo poco ma calcolavo tanto.
E ciò mi porta a pensare che il problema continui ad essere questo, piuttosto che quelli suggeriti sopra[nota]Ma non si sa mai: controlla comunque.[/nota].
Solo che non riesci più perchè i calcoli sono diventati più difficili e la tua strategia fa a farsi benedire.
Adesso è il mometo di renderti conto che hai sempre sbagliato ad affrontare lo studio della Matematica, e devi necessariamente invertire la tendenza.
Quanto tempo ti ci vorrà per recuperare non lo so; ma prima cominci, prima finisci.
"Vikhr":
[quote="Gugo82"]Ah, così già sai cosa ti riserva il futuro... Buon per te, che riesci a vedere nella sfera di cristallo.
Nei corsi successivi a Matematica 2 e Fisica 2, inclusi quelli ingegneristici, non ho avuto nessuna difficoltà di comprensione di quel poco di analisi matematica e algebra presente rispetto a tutto quello che mi è passato sotto gli occhi per due anni. I concetti erano immediatamente chiari. Significa che l'Analisi ha fatto quello che doveva, cioè insegnarmi a ragionare.[/quote]
No, altrimenti sapresti metter mano negli esercizi.
Semplicemente, quanto scrivi significa che dai corsi di Analisi hai memorizzato quel poco di teoria che serve per giustificare due o tre conticini pratici.
"Vikhr":
[quote="Gugo82"]Altrimenti si fa la fine dello UK, in cui è engineer persino l'omino che ti viene a montare la lavatrice a casa.
L'universitario italiano sembra essere apprezzato particolarmente per il rigore teorico della formazione, a livelli di dottorato per loro. Ma intanto che si laurea i colleghi d'oltralpe e oltreoceano già sviluppano e producono, ma per chi emigra sembra non essere un problema proprio per il fatto che sono forse troppo pratici.[/quote]
Sinceramente, non ho capito il senso della frase.
"Vikhr":
[quote="Gugo82"]Insomma, che cosa hai studiato ad agosto?
Ho studiato un tomo di ecologia, uno degli esami a scelta. Un sunto di tutta la chimica inorganica, organica, generale, analitica, fisica che ho studiato finora applicata a problemi pratici (inquinamento dei terreni e dell'atmosfera, problematica appena accennata nei corsi ingegneristici e che ho voluto approfondire). Sennò dimenticavo pure quella. Ora invece biochimica.[/quote]
E niente Matematica...
"gugo82":
Ok, cosa era richiesto?
Fai qualche esempio, altrimenti non si capisce di cosa parli.
Ne è passato di tempo e di esami, ma per esempio per due appelli di fila uscivano le equazioni differenziali a differenziale non esatto, con le quali avevo problemi nonostante mi impegnassi per capirle. L'appello precedente a questi due invece una equazione differenziale lineare non omogenea, esercizio che durante quei due appelli in cui invece è uscita quella a differenziale non esatto sapevo fare senza problemi... ho sempre fatto più tipi di esercizi badando alla qualità più che alla quantità, non è che mi preparavo solo su un genere di eq diff perché avevo il sentimento che il docente mettesse quello all'esame. Un'altra volta mi ero preparato benissimo sugli integrali di linea e l'esercizio mancava.
"Gugo82":
Come "non ne ho idea"?
Dopo due anni, un'idea te la sarai fatta, immagino. Non essere reticente con noi (che stiamo parlando e cerchiamo di aiutarti) e sii franco con te stesso.
Sono sincero. Potrebbe anche essere una combinazione di più fattori. Non so se dipenda dal fatto che non capisco nulla quando studio la matematica (problema che ogni tanto ma non sempre ho avuto quando ero alle elementari, alle medie e alle superiori. Scendo in dettaglio giù...) o che abbia incontrato docenti che andavano troppo veloci per me oppure che qualcosa riuscivo ad azzeccarla solo ad aprire libro e quaderno la mattina appena sveglio e chiuderlo prima di cena, o peggio non dormire, oppure sono semplicemente sfortunato in questo periodo e prima o poi la ruota della fortuna tornerà a girare anche per me.
"Gugo82":
Quali erano gli errori tipici?
Se non fai quest'analisi, non vai da nessuna parte.
Allora, a volte era come se non avessi proprio interesse di stare lì a fare esercizi ma mi forzavo ugualmente e pur individuando da solo il procedimento corretto facevo spesso errori con i numeri. Altre volte con i numeri non sbagliavo nulla, mi sentivo più concentrato e però non riuscivo a individuare il procedimento e allora dopo qualche tentativo digitavo l'esercizio su WA e seguivo il procedimento lì presente. Anche qui, il dettaglio giù. All'ultimo esame ho trascritto male il testo ottenendo un esercizio più facile di quello che era originariamente... e non mi era mai capitato finora.
"Gugo82":
Ti sei chiesto perchè?
Sarà che in Analisi I non hai ben capito come si confrontano infinitesimi e come si usano le formule di Taylor?
Probabile. Ma anche su quelle ci sono stato parecchio. Ci starò di nuovo e dinuovo e di nuovo, fa niente. Ma intanto vado avanti per fatti miei con il resto.
"Gugo82":
Mettiamo anche il caso che quanto dici sui docenti sia giusto... Secondo te la motivazione che porti è quella corretta?
Non del tutto ammetto, con qualsiasi criterio si riesce a mettere in difficoltà uno studente un po' fragile o sprovveduto, è quello che noto con me, ma in genere ho molte meno difficoltà a calcolare qualcosa in modo meccanico, anche un limite che non richiede troppe manipolazioni algebriche, che a dover modificare equazioni in modo congeniale al caso, come richiesto appunto con il criterio del confronto. È stato sempre così, anche alle medie e alle superiori tendevo a prediligere la forza bruta, capivo poco ma calcolavo tanto.
"Gugo82":
Ah, così già sai cosa ti riserva il futuro... Buon per te, che riesci a vedere nella sfera di cristallo.
Nei corsi successivi a Matematica 2 e Fisica 2, inclusi quelli ingegneristici, non ho avuto nessuna difficoltà di comprensione di quel poco di analisi matematica e algebra presente rispetto a tutto quello che mi è passato sotto gli occhi per due anni. I concetti erano immediatamente chiari. Significa che l'Analisi ha fatto quello che doveva, cioè insegnarmi a ragionare.
"Gugo82":
Altrimenti si fa la fine dello UK, in cui è engineer persino l'omino che ti viene a montare la lavatrice a casa.
L'universitario italiano sembra essere apprezzato particolarmente per il rigore teorico della formazione, a livelli di dottorato per loro. Ma intanto che si laurea i colleghi d'oltralpe e oltreoceano già sviluppano e producono, ma per chi emigra sembra non essere un problema proprio per il fatto che sono forse troppo pratici.
"Gugo82":
Insomma, che cosa hai studiato ad agosto?
Ho studiato un tomo di ecologia, uno degli esami a scelta. Un sunto di tutta la chimica inorganica, organica, generale, analitica, fisica che ho studiato finora applicata a problemi pratici (inquinamento dei terreni e dell'atmosfera, problematica appena accennata nei corsi ingegneristici e che ho voluto approfondire). Sennò dimenticavo pure quella. Ora invece biochimica.
"Vikhr":
Gugo82, ognuno è libero di avere la propria opinione e in un certo senso rispetto anche un'opinione negativa come quella che in pratica in due anni io non abbia fatto altro che leggere esercizi già svolti, perché in un certo senso a volte ci sono stato proprio costretto, però spesso è successo che facendo così imparassi la tecnica risolutiva di esercizi che purtroppo poi non sono mai capitati nello scritto... in un certo senso sono stato anche sfortunato (o fortunato? non lo so). Intendo che quando arrivava il procedimento preconfezionato io mi sforzavo sempre di capirlo e lo capivo, assolutamente non era mia intenzione ricordarmi a memoria e basta il tutto o peggio copiarlo, ma poi all'esame era richiesto altro.
Ok, cosa era richiesto?
Fai qualche esempio, altrimenti non si capisce di cosa parli.
"Vikhr":
I problemi che mi hanno portato spesso a fare così erano due: non riuscivo a svolgere gli esercizi pur studiando la teoria (non la capivo? testi sbagliati? metodo di insegnamento poco congeniale? non ne ho idea) [...]
Come "non ne ho idea"?
Dopo due anni, un'idea te la sarai fatta, immagino. Non essere reticente con noi (che stiamo parlando e cerchiamo di aiutarti) e sii franco con te stesso.
"Vikhr":
[...] e praticamente dovevo finire per stare su un solo esercizio [...] anche per ore di seguito e solo alla fine riuscivo ad arrangiare qualcosa ma senza arrivare al risultato corretto.
Quali erano gli errori tipici?
Se non fai quest'analisi, non vai da nessuna parte.
"Vikhr":
(non parlo di quelli terra-terra tipo gli integrali singoli in cui basta una sola sostituzione o una sola divisione per parti, senza iterazione, ma di cose più algebricamente complesse in cui c'erano da fare parecchie sostituzioni in classico stile esame Analisi 1 o Analisi 2, difficoltà che io tentavo di risolvere tentando di comprendere a fondo numerosi casi semplici, per farti capire io casco parecchio sul determinare la convergenza di una serie tramite il criterio del confronto [...]
Ti sei chiesto perchè?
Sarà che in Analisi I non hai ben capito come si confrontano infinitesimi e come si usano le formule di Taylor?
"Vikhr":
[...] e sembra che ai professori interessi verificare solo quello [il criterio del confronto, n.d. gugo82], come se quello del rapporto fosse troppo facile)
Mettiamo anche il caso che quanto dici sui docenti sia giusto... Secondo te la motivazione che porti è quella corretta?
"Vikhr":
Era per me quasi impossibile dedicare un'intera giornata a una sola materia così difficile e lo è stato finora, principalmente perché oltre a dover seguire altri corsi secondo me più importanti per la futura professione ho deciso di avere comunque una, seppur ridotta ma comunque normale per uno studente universitario, vita sociale.
Ah, così già sai cosa ti riserva il futuro... Buon per te, che riesci a vedere nella sfera di cristallo.

Inoltre, non c'è nessuno che ti imponga di passare un'intera giornata a studiare Analisi (anche se si dovrebbe, dati i tempi strettissimi per maturarne la padronanza) se tu non vuoi.
Quello che dovresti importi è piuttosto studiare con criterio, capendo tutto ciò che c'è da capire, per tutto il tempo necessario a te stesso.
"Vikhr":
Se sforzarci di metterci del proprio, cosa che comunque, magari solo in parte, ho fatto, significava dover rimandare la bellezza di tre o più esami che invece sono riuscito a fare al primo colpo e con ottimi voti, o peggio smettere di curare il mio fisico (e non parlo di bodybuilding ma semplice tono basale e corretta postura e buona resistenza)...
L'università dove insegno Analisi è piena di studenti che riescono a fare esami "al primo colpo e con ottimi voti" ma che gli esami di Matematica (Analisi I, Analisi II, Geometria, Metodi Matematici) o quelli con molta Matematica inside (Controllo Ottimo, Ricerca Operativa, etc...) li ripetono anche per due anni di seguito senza passarli...[nota]E c'è chi, tra i direttori dei c.d.l., cerca di addossare ai docenti di Matematica tale responsabilità.

Il fatto è che gli esami "tecnici" sono ben diversi dagli esami di Matematica, ed un ingegnere non è tale se non padroneggia la Matematica che serve per sviluppare la tecnica.
Altrimenti si fa la fine dello UK, in cui è engineer persino l'omino che ti viene a montare la lavatrice a casa.
"Vikhr":
Ora però ho davanti a me intere giornate libere e posso anche starci giorni interi sugli esercizi che non vengono, contrariamente a quanto successo finora. Ma intanto dalla matematica mi solo voluto prendere una vacanza, dedicandomi alla chimica e ai corsi di chimica i quali esami mi sono stati preclusi non avendo superato questo esame di matematica. Mi sento come un automobilista che trovando un ingorgo è uscito fuoristrada dove ora si sente più libero pur ancora alla guida (altri invece trovando l'ingorgo si sono fermati al primo bar o area di servizio, altri ancora sono rimasti in auto), se rende l'idea.
Insomma, che cosa hai studiato ad agosto?
Sono d accordo con Black magic. Anzi, più o meno con lo stesso spirito che lui/lei descrive, io non leggo mai neanche le dimostrazioni dei lemmi/proposizioni/teoremi della parte di teoria del libro prima di aver almeno un po' provato a farmele da solo. Facendo così vedo che pur mettendoci magari di piu' ricordo molto meglio e "interiorizzo" più velocemente.
"Light_":
Trovo molto utile leggere parecchi esercizi svolti prima di passare a farli da solo.
La cosa velocizza di molto la mia capacità di padroneggiare l'argomento , dati alla mano![]()
Che ne pensate ? Quali sono i risvolti negativi di questo procedimento ?
(credo si possa fare un discorso non del tutto soggettivo)
Mah, personalmente io tento dapprima di risolvere gli esempi che ci sono durante la lettura della teoria senza leggere la soluzione che dà il libro. E lo faccio di proposito. Il principio è:"se ci è riuscito lui con questa teoria alla base, devo riuscirci pure io".
Io la vedo sia come una sfida, sia come uno ''sblocca ingranaggi'' del cervello, perché ti permette di padroneggiare la teoria meglio per due motivi:
1. Se hai risolto l'esempio correttamente e come fa il libro, significa che probabilmente hai capito la Teoria;
2. Se invece non hai risolto, probabilmente leggendo la soluzione del libro comprenderai grossi fraintendimenti sulla teoria che hai fatto;
Ritengo che sia importante stimolarsi sempre negli esercizi e tentare sempre soluzioni. Tentare anche soluzioni diverse, soprattutto tentare soluzioni diverse.
Tuttavia non reputo sbagliatissimo leggere qualche esempio, ma poi bisogna affrontare esercizi ''nuovi'' e farli da soli, perché è proprio lì che si capisce se hai padronanza o no della materia.
Mia modesta opinione.
Trovo molto utile leggere parecchi esercizi svolti prima di passare a farli da solo.
La cosa velocizza di molto la mia capacità di padroneggiare l'argomento , dati alla mano
Che ne pensate ? Quali sono i risvolti negativi di questo procedimento ?
(credo si possa fare un discorso non del tutto soggettivo)
La cosa velocizza di molto la mia capacità di padroneggiare l'argomento , dati alla mano

Che ne pensate ? Quali sono i risvolti negativi di questo procedimento ?
(credo si possa fare un discorso non del tutto soggettivo)