"La bicicletta" e "La servetta di monte" G.Pascoli- Parafrasi e figure retoriche... urgentissimo
Ciao a tutti... potreste aiutarmi con la parafrasi e le figure retoriche de "La bicicletta" e "La servetta di monte" di Giovanni Pascoli.
Vi allego il testo delle due poesie. grazie mille in anticipo :hi :blowkiss
Aggiunto 56 secondi più tardi:
LA BICICLETTA - G.PASCOLI
1 Mi parve d’udir nella siepe
la sveglia d’un querulo implume.
Un attimo... Intesi lo strepere
cupo del fiume.
5 Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito... Vidi un filare
di neri cipressi.
Mi parve di fendere il pianto
10 d’un lungo corteo di dolore.
Un palpito... M’erano accanto
le nozze e l’amore.
dlin... dlin...
II
Ancora echeggiavano i gridi
15 dell’innominabile folla;
che udivo stridire gli acrìdi
su l’umida zolla.
Mi disse parole sue brevi
qualcuno che arava nel piano:
20 tu, quando risposi, tenevi
la falce alla mano.
Io dissi un’alata parola,
fuggevole vergine, a te;
la intese una vecchia che sola `
25 parlava con sé.
dlin... dlin...
III
Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io?
Che importa? Ch’io venga o tu vada,
30 non è che un addio!
Ma bello è quest’impeto d’ala,
ma grata è l’ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo... Già cala
la notte: io ritorno.
35 La piccola lampada brilla
per mezzo all’oscura città.
Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va...
dlin... dlin...
Aggiunto 1 minuto più tardi:
LA SERVETTA DI MONTE - G.PASCOLI
Sono usciti tutti. La serva
è in cucina, sola e selvaggia.
In un canto siede ed osserva
tanti rami appesi alla staggia.
Fa un giro con gli occhi, e bel bello
ritorna a guardarsi il pannello.
Non c'è nulla ch'essa conosca.
Tutto pende tacito e tetro.
E non ode che qualche mosca
che d'un tratto ronza ad un vetro;
non ode che il croccolìo roco
che rende la pentola al fuoco.
Il musino aguzzo del topo
è apparito ad uno spiraglio.
È sparito, per venir dopo:
fa già l'acqua qualche sonaglio . .
Lontano lontano lontano
si sente sonare un campano.
È un muletto per il sentiero,
che s'arrampica su su su;
che tra i faggi piccolo e nero
si vede e non si vede più.
Ma il suo campanaccio si sente
sonare continuamente.
È forse anco un'ora di giorno.
C'è nell'aria un fiocco di luna.
Come è dolce questo ritorno
nella sera che non imbruna!
per una di queste serate!
tra tanto odorino d'estate!
La ragazza guarda, e non sente
più il campano che a quando a quando.
Glielo vela forse il torrente
che a' suoi piedi cade scrosciando;
se forse non glielo nasconde
la brezza che scuote le fronde;
od il canto dell'usignolo
che, tacendo passero e cincia,
solo solo con l'assïuolo
la sua lunga veglia comincia,
ch'ha fine su l'alba, alla squilla,
nel cielo, della tottavilla.
Vi allego il testo delle due poesie. grazie mille in anticipo :hi :blowkiss
Aggiunto 56 secondi più tardi:
LA BICICLETTA - G.PASCOLI
1 Mi parve d’udir nella siepe
la sveglia d’un querulo implume.
Un attimo... Intesi lo strepere
cupo del fiume.
5 Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito... Vidi un filare
di neri cipressi.
Mi parve di fendere il pianto
10 d’un lungo corteo di dolore.
Un palpito... M’erano accanto
le nozze e l’amore.
dlin... dlin...
II
Ancora echeggiavano i gridi
15 dell’innominabile folla;
che udivo stridire gli acrìdi
su l’umida zolla.
Mi disse parole sue brevi
qualcuno che arava nel piano:
20 tu, quando risposi, tenevi
la falce alla mano.
Io dissi un’alata parola,
fuggevole vergine, a te;
la intese una vecchia che sola `
25 parlava con sé.
dlin... dlin...
III
Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io?
Che importa? Ch’io venga o tu vada,
30 non è che un addio!
Ma bello è quest’impeto d’ala,
ma grata è l’ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo... Già cala
la notte: io ritorno.
35 La piccola lampada brilla
per mezzo all’oscura città.
Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va...
dlin... dlin...
Aggiunto 1 minuto più tardi:
LA SERVETTA DI MONTE - G.PASCOLI
Sono usciti tutti. La serva
è in cucina, sola e selvaggia.
In un canto siede ed osserva
tanti rami appesi alla staggia.
Fa un giro con gli occhi, e bel bello
ritorna a guardarsi il pannello.
Non c'è nulla ch'essa conosca.
Tutto pende tacito e tetro.
E non ode che qualche mosca
che d'un tratto ronza ad un vetro;
non ode che il croccolìo roco
che rende la pentola al fuoco.
Il musino aguzzo del topo
è apparito ad uno spiraglio.
È sparito, per venir dopo:
fa già l'acqua qualche sonaglio . .
Lontano lontano lontano
si sente sonare un campano.
È un muletto per il sentiero,
che s'arrampica su su su;
che tra i faggi piccolo e nero
si vede e non si vede più.
Ma il suo campanaccio si sente
sonare continuamente.
È forse anco un'ora di giorno.
C'è nell'aria un fiocco di luna.
Come è dolce questo ritorno
nella sera che non imbruna!
per una di queste serate!
tra tanto odorino d'estate!
La ragazza guarda, e non sente
più il campano che a quando a quando.
Glielo vela forse il torrente
che a' suoi piedi cade scrosciando;
se forse non glielo nasconde
la brezza che scuote le fronde;
od il canto dell'usignolo
che, tacendo passero e cincia,
solo solo con l'assïuolo
la sua lunga veglia comincia,
ch'ha fine su l'alba, alla squilla,
nel cielo, della tottavilla.
Risposte
Tranquilla. Pensa a stare bene ;)
Ciao, Angelica ;)
Ciao, Angelica ;)
Non so come ringraziarti mi sei stata veramente d'aiuto perchè la nostra prof d'italiano non ci ha spiegato queste poesia.
Ciao :hi ,
Giulia
Ciao :hi ,
Giulia
https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://online.scuola.zanichelli.it/testiescenari/files/2009/05/commentobicicletta.pdf&ved=0ahUKEwjI7YjOirHLAhWHtA8KHbfGBC0QFggcMAA&usg=AFQjCNHGl6uDHjh_5vFEPHpFlLvOOPmCCg&sig2=UoiEd9jnZFpBZDT5zs_H9g
https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.academicroom.com/article/bicicletta-il-mito-e-la-poesia&ved=0ahUKEwjAgqvxirHLAhWHZw8KHfWvBM4QFgguMAY&usg=AFQjCNFYLKAC4uLURIcjNueWn_mhDKb5RQ&sig2=fuklXUqONYVBpDwg9rB_GQ
QUESTI 2 link riguardano solo la poesia bicicletta
Aggiunto 9 minuti più tardi:
Parafrasi la servetta di monte.
Riguardo al tema dell'esclusione si può fare riferimento anche ad un'altra lirica di questa raccolta: "La servetta di monte", scritta in quartine di novenari.
Dapprima, nelle prime due quartine, Pascoli presenta un accumulo di oggetti, che non sono rappresentati in modo realistico ma seppure sono determinati sono posti in funzione dell'indeterminato; sono come presenze vagamente allucinate, raccordate non da nessi logici ma da spazi interoggettuali, indefiniti. Questo senso d'angoscia dell'esclusione può essere risolto nella natura. L'acqua che diventa sonaglio è accenno di scioglimento dell'angoscia, si sente poi lontano, lontano, lontano il campano. La ragazza guarda poi ai suoni della natura che si fanno di un ritmo sempre più veloce per giungere al canto dell'allodola. Pascoli usa il termine tottavilla al posto di allodola perché non è possibile usare il linguaggio comune.
Alla fine, dunque, si giunge allo scioglimento dell'angoscia attraverso la natura.
http://www.inftub.com/italiano/GIOVANNI-PASCOLI-VITA-LINGUAGG13574.php
https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.academicroom.com/article/bicicletta-il-mito-e-la-poesia&ved=0ahUKEwjAgqvxirHLAhWHZw8KHfWvBM4QFgguMAY&usg=AFQjCNFYLKAC4uLURIcjNueWn_mhDKb5RQ&sig2=fuklXUqONYVBpDwg9rB_GQ
QUESTI 2 link riguardano solo la poesia bicicletta
Aggiunto 9 minuti più tardi:
Parafrasi la servetta di monte.
Riguardo al tema dell'esclusione si può fare riferimento anche ad un'altra lirica di questa raccolta: "La servetta di monte", scritta in quartine di novenari.
Dapprima, nelle prime due quartine, Pascoli presenta un accumulo di oggetti, che non sono rappresentati in modo realistico ma seppure sono determinati sono posti in funzione dell'indeterminato; sono come presenze vagamente allucinate, raccordate non da nessi logici ma da spazi interoggettuali, indefiniti. Questo senso d'angoscia dell'esclusione può essere risolto nella natura. L'acqua che diventa sonaglio è accenno di scioglimento dell'angoscia, si sente poi lontano, lontano, lontano il campano. La ragazza guarda poi ai suoni della natura che si fanno di un ritmo sempre più veloce per giungere al canto dell'allodola. Pascoli usa il termine tottavilla al posto di allodola perché non è possibile usare il linguaggio comune.
Alla fine, dunque, si giunge allo scioglimento dell'angoscia attraverso la natura.
http://www.inftub.com/italiano/GIOVANNI-PASCOLI-VITA-LINGUAGG13574.php