[Mistero] termocoppia, comportamento curioso
Bon,
provo a scrivere qui. Non ho trovato il posto giusto (sto parlando dell'intera rete internet) e allora provo qui.
Ho una cucina a gas nuova. Che ho collegato alla rete elettrica. Per accendere i fuochi, banalmente giro la manopola che mi interessa, parte il piezoelettrico e in un attimo la termocoppia capisce che fa caldo e posso rilasciare la manopola senza che il fuoco si spenga.
Ho usato per anni una cucina a gas similare, che non era collegata alla rete elettrica. Semplicemente accendevo il fuoco usando un fiammifero o uno dei classici accendini a gas da casa. E anche qui in un breve tempo potevo rilasciare la manopola col gas che continuava a restare acceso.
Torniamo alla cucina nuova. Per un bel po' non l'avevo collegata all'impianto elettrico. Accendevo con accendino da casa. Solo che dovevo tenere premuta la manopola PER VENTI SECONDI almeno, sennò rilasciandola il fuoco si spegneva.
Domanda: qualcuno sa (nb: "sa", non "immagina") da cosa possa dipendere questo comportamento curioso?
Apprezzo anche le risposte che mi segnalino un posto giusto dove chiedere questa cosa.
Grazie mille
provo a scrivere qui. Non ho trovato il posto giusto (sto parlando dell'intera rete internet) e allora provo qui.
Ho una cucina a gas nuova. Che ho collegato alla rete elettrica. Per accendere i fuochi, banalmente giro la manopola che mi interessa, parte il piezoelettrico e in un attimo la termocoppia capisce che fa caldo e posso rilasciare la manopola senza che il fuoco si spenga.
Ho usato per anni una cucina a gas similare, che non era collegata alla rete elettrica. Semplicemente accendevo il fuoco usando un fiammifero o uno dei classici accendini a gas da casa. E anche qui in un breve tempo potevo rilasciare la manopola col gas che continuava a restare acceso.
Torniamo alla cucina nuova. Per un bel po' non l'avevo collegata all'impianto elettrico. Accendevo con accendino da casa. Solo che dovevo tenere premuta la manopola PER VENTI SECONDI almeno, sennò rilasciandola il fuoco si spegneva.
Domanda: qualcuno sa (nb: "sa", non "immagina") da cosa possa dipendere questo comportamento curioso?
Apprezzo anche le risposte che mi segnalino un posto giusto dove chiedere questa cosa.
Grazie mille
Risposte
Ma neanche un link, niente di niente?
Capisco che vorresti avere delle certezze e non delle supposizioni, ma purtroppo al mondo i dubbi sono molto piu' numerosi delle certezze.
Senza dare un occhiata al fornello sara' molto difficile capire il perche' del comportamento anomalo.
D'altra parte ti posso dire che il circuito termocoppia - magnete che tiene aperta la valvola del gas e' davvero semplice e non ha bisogno di alimentazione esterna.
Quindi il fatto che la cucina sia stata scollegata dalla rete elettrica domestica per qualche tempo non ha alcuna importanza. Il circuitino NON si alimenta dalla rete elettrica.
Il circuito e' composto da una termocoppia e da un elettromagente. Nient'altro.
La termocoppia prende energia dalla differenza di temperatura tra la fiamma e la base di metallo del piano cottura ed eccita l'elettromagnete che tiene aperta la valvolina del gas. Tutto qui.
La semplicita' del circuito lo rende anche molto affidabile a fronte di "false" aperture della valvola.
Detto cio' e' molto strano che bisognava tenere la manopola premuta per molto tempo, 20 sec, prima che il magnete entrasse in azione.
L'unica cosa che riesco a pensare e' che, siccome uno dei due fili della termocoppia si collega al magnete tramite il metallo del piano, questo collegamento possa avere dei problemi di contatto dovuto allo sporco, alla ossidazione, ecc...
La deformazione del metallo alla base della fiamma (dovuta alla dilatazione termica a sua volta dovuta al calore) riusciva in qualche modo a ripristinare un buon contatto elettrico e a far funzionare la termocoppia - magnete.
Prima di scaldare la base della termocoppia serve ovviamente piu' tempo e da qui i 20 secondi.
Con un circuito che funziona bene e' solo la punta della termocoppia che si deve scaldare ed avviene praticamente subito siccome la punta e' molto vicina alla fiamma ed e' piccola.
Altre cause non mi vengono in mente.
La termocoppia o va o non va.
Il magnete e' un pezzo meccanico quindi potrebbe anch'esso bloccarsi, sporcarsi, essere 'duro', ecc. ma credo che li facciano parecchio affidabili.
Ecco, adesso non hai certezze in piu' ma forse qualche dubbio in meno.
Se vuoi saperne di piu'....
https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Seebeck
Senza dare un occhiata al fornello sara' molto difficile capire il perche' del comportamento anomalo.
D'altra parte ti posso dire che il circuito termocoppia - magnete che tiene aperta la valvola del gas e' davvero semplice e non ha bisogno di alimentazione esterna.
Quindi il fatto che la cucina sia stata scollegata dalla rete elettrica domestica per qualche tempo non ha alcuna importanza. Il circuitino NON si alimenta dalla rete elettrica.
Il circuito e' composto da una termocoppia e da un elettromagente. Nient'altro.
La termocoppia prende energia dalla differenza di temperatura tra la fiamma e la base di metallo del piano cottura ed eccita l'elettromagnete che tiene aperta la valvolina del gas. Tutto qui.
La semplicita' del circuito lo rende anche molto affidabile a fronte di "false" aperture della valvola.
Detto cio' e' molto strano che bisognava tenere la manopola premuta per molto tempo, 20 sec, prima che il magnete entrasse in azione.
L'unica cosa che riesco a pensare e' che, siccome uno dei due fili della termocoppia si collega al magnete tramite il metallo del piano, questo collegamento possa avere dei problemi di contatto dovuto allo sporco, alla ossidazione, ecc...
La deformazione del metallo alla base della fiamma (dovuta alla dilatazione termica a sua volta dovuta al calore) riusciva in qualche modo a ripristinare un buon contatto elettrico e a far funzionare la termocoppia - magnete.
Prima di scaldare la base della termocoppia serve ovviamente piu' tempo e da qui i 20 secondi.
Con un circuito che funziona bene e' solo la punta della termocoppia che si deve scaldare ed avviene praticamente subito siccome la punta e' molto vicina alla fiamma ed e' piccola.
Altre cause non mi vengono in mente.
La termocoppia o va o non va.
Il magnete e' un pezzo meccanico quindi potrebbe anch'esso bloccarsi, sporcarsi, essere 'duro', ecc. ma credo che li facciano parecchio affidabili.
Ecco, adesso non hai certezze in piu' ma forse qualche dubbio in meno.

Se vuoi saperne di piu'....
https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Seebeck
Beh, in primis grazie.
Allora, intanto ho saputo come funziona la valvola di sicurezza. Non sapevo che ci fosse un magnete. Nella mia testa, anche se leggevo e scrivevo "termocoppia", avevo in mente una "lamina bimetallica". Tanto è vero che di primo acchitto vedendo la tua risposta mi son chiesto: ma perché mi parla dell'effetto Seebeck?
Seconda cosa, quello che dici su incrostazioni etc non ha a che fare col caso mio, visto che la cucina è nuova.
Da quello che spieghi mi è venuta un'idea che potrebbe forse alla soluzione (parziale!) del mistero.
La differenza tra l'uso della cucina "con accendino a gas e niente corrente" e "con corrente", sta nel fatto che la corrente serve per attivare una scintilla che accende il gas (sembrerebbe una roba piezo, anche se un piezoelettrico non ha bisogno della corrente per funzionare! Mi piacerebbe avere davanti un prof di cucine a gas per poterlo interrogare). Mi domando se la scintilla non possa avere un ruolo nella rapidità con cui la termocoppia si accorge che fa caldo. Proverò a fare delle verifiche.
Resta in ogni caso il mistero: perché "con accendino a gas e niente corrente" nella vecchia stufa la termocoppia si accorge subito che fa caldo e invece nella cucina nuova ha bisogno di una ventina di secondi?
"Quinzio":
...
L'unica cosa che riesco a pensare e' che, siccome uno dei due fili della termocoppia si collega al magnete tramite il metallo del piano, questo collegamento possa avere dei problemi di contatto dovuto allo sporco, alla ossidazione, ecc...
La deformazione del metallo alla base della fiamma (dovuta alla dilatazione termica a sua volta dovuta al calore) riusciva in qualche modo a ripristinare un buon contatto elettrico e a far funzionare la termocoppia - magnete.
Prima di scaldare la base della termocoppia serve ovviamente piu' tempo e da qui i 20 secondi.
Con un circuito che funziona bene e' solo la punta della termocoppia che si deve scaldare ed avviene praticamente subito siccome la punta e' molto vicina alla fiamma ed e' piccola.
Altre cause non mi vengono in mente.
La termocoppia o va o non va.
Il magnete e' un pezzo meccanico quindi potrebbe anch'esso bloccarsi, sporcarsi, essere 'duro', ecc. ma credo che li facciano parecchio affidabili.
Ecco, adesso non hai certezze in piu' ma forse qualche dubbio in meno.![]()
Se vuoi saperne di piu'....
https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Seebeck
Allora, intanto ho saputo come funziona la valvola di sicurezza. Non sapevo che ci fosse un magnete. Nella mia testa, anche se leggevo e scrivevo "termocoppia", avevo in mente una "lamina bimetallica". Tanto è vero che di primo acchitto vedendo la tua risposta mi son chiesto: ma perché mi parla dell'effetto Seebeck?
Seconda cosa, quello che dici su incrostazioni etc non ha a che fare col caso mio, visto che la cucina è nuova.
Da quello che spieghi mi è venuta un'idea che potrebbe forse alla soluzione (parziale!) del mistero.
La differenza tra l'uso della cucina "con accendino a gas e niente corrente" e "con corrente", sta nel fatto che la corrente serve per attivare una scintilla che accende il gas (sembrerebbe una roba piezo, anche se un piezoelettrico non ha bisogno della corrente per funzionare! Mi piacerebbe avere davanti un prof di cucine a gas per poterlo interrogare). Mi domando se la scintilla non possa avere un ruolo nella rapidità con cui la termocoppia si accorge che fa caldo. Proverò a fare delle verifiche.
Resta in ogni caso il mistero: perché "con accendino a gas e niente corrente" nella vecchia stufa la termocoppia si accorge subito che fa caldo e invece nella cucina nuova ha bisogno di una ventina di secondi?
Solo per dire che l'idea che mi era passata per la testa non porta da nessuna parte.
Ho riprovato a staccare la corrente e usare accendino a gas. Niente, passa quella che sembra un'eternità prima che la fiamma resti accesa
Ho riprovato a staccare la corrente e usare accendino a gas. Niente, passa quella che sembra un'eternità prima che la fiamma resti accesa

Questo succede a tutti i fuochi della cucina, o ad uno soltanto? Può darsi che ci sia qualche componente nel circuito di alimentazione della miscela aria-combustibile che non va bene, non so dirti perchè , quindi la miglior cosa da fare è chiamare la ditta che ti ha venduto la cucina affinché mandi un tecnico a verificare.
Tieni presente questo, anche se ritengo che tu ne sia già a conoscenza; affinché avvenga una combustione, occorrono tre elementi; combustibile (nella fattispecie, il gas metano) , comburente ( l’ossigeno) e temperatura.
Detto alla buona, per quanto riguarda la miscela gas-aria, (la quale ovviamente fornisce l’ossigeno occorrente per la combustione) , esistono dei limiti di concentrazione del gas, sia inferiore (LFL - low flammable limit), che superiore (UFL= upper flammable limit), e la percentuale effettiva deve stare entro questi limiti; se la miscela è troppo povera di metano, o se è troppo ricca, la combustione non avviene. Ma dettagli maggiori puoi leggere nella seguente voce della vituperata Wikipedia. Il metano per esempio ha un LFL del 4.4 % secondo la norma IEC60079-20-1
https://en.wikipedia.org/wiki/Flammability_limit
Io penso che all’inizio ci sia un eccesso di aria, che raffredda la miscela e impedisce alla fiamma di auto- sostenersi. Poi la situazione si normalizza. Ma la mia è solo un’ipotesi, ripeto che ritengo opportuno l’intervento di un tecnico.
Tieni presente questo, anche se ritengo che tu ne sia già a conoscenza; affinché avvenga una combustione, occorrono tre elementi; combustibile (nella fattispecie, il gas metano) , comburente ( l’ossigeno) e temperatura.
Detto alla buona, per quanto riguarda la miscela gas-aria, (la quale ovviamente fornisce l’ossigeno occorrente per la combustione) , esistono dei limiti di concentrazione del gas, sia inferiore (LFL - low flammable limit), che superiore (UFL= upper flammable limit), e la percentuale effettiva deve stare entro questi limiti; se la miscela è troppo povera di metano, o se è troppo ricca, la combustione non avviene. Ma dettagli maggiori puoi leggere nella seguente voce della vituperata Wikipedia. Il metano per esempio ha un LFL del 4.4 % secondo la norma IEC60079-20-1
https://en.wikipedia.org/wiki/Flammability_limit
Io penso che all’inizio ci sia un eccesso di aria, che raffredda la miscela e impedisce alla fiamma di auto- sostenersi. Poi la situazione si normalizza. Ma la mia è solo un’ipotesi, ripeto che ritengo opportuno l’intervento di un tecnico.
"Shackle":
Questo succede a tutti i fuochi della cucina, o ad uno soltanto?
...
Grazie.
No, succede con tutti i fuochi.
Ho naturalmente letto quello che scrivi e che ho omesso nella citazione, ma non mi sembra che il punto sia legato alle considerazioni che fai.
Una volta accesa la fiamma, questa è "la stessa" indipendentemente dal tipo di accensione usato. Se ci fosse un errore di regolazione, questo ci sarebbe sia se l'accendo con una fiamma accesa (classico accendigas da cucina), sia se uso una scintilla (il piezo che funziona quando la cucina è attaccata alla presa di corrente).
A questo punto ho un'altra curiosità. A cosa serve essere attaccati alla corrente per far funzionare un aggeggio piezoelettrico? Per accendere la fiamma di un accendigas da cucina si usa un aggeggio piezoelettrico, "innescato" mediante lo schiacciamento di un pulsante. Mica attacco l'accendino alla corrente per accenderlo. Anche con la cucina a gas, all'accensione schiaccio una manopola (non lo ruoto soltanto, perché devo "vincere" la sicurezza che altrimenti non darebbe il consenso all'uscita del gas). Cosa impedisce di sfruttare quel pelino di energia dato dallo schiacciamento della manopola per far scattare la scintilla? Ok che non è una energia mostruosa (non ci vuole Ercole per schiacciare la manopola), ma anche quando schiaccio il pulsante dell'accendigas mica rischio di farmi venire un'ernia.
Ciao Fioravante, stasera mentre accendevo il fornello mi è di colpo venuto in mente questo thread, e mi è affiorato dall'inconscio un ricordo lontano, di una mia cucina che si comportava come la tua nuova: con l'accensione elettrica la fiamma si stabilizzava subito, se accendevo con un accendino a gas bisognava premere per mezz'ora.
Domanda: la pressione che eserciti sulla manopola è la stessa sia quando accendi con il piezoelettrico sia quando accendi con l'accendino a gas?
Perché allora poi scoprii che dipendeva dal fatto che quando accendevo con l'accendino premevo meno, bisognava premere più forte per fare subito stabilizzare la fiamma. L'ho poi provato tantissime volte, ed era così.
Con il mio piano cottura attuale non succede, così come con la tua vecchia cucina. Boh? Può dipendere dal modello?
La spiegazione ora non la so, e non ricordo se allora avevo capito il perché, credo di no.
Comunque mi piace questo thread, mi diverte un sacco la fisica quotidiana. Se scopri a che serve la corrente elettrica per far funzionare il piezoelettrico diccelo!
Domanda: la pressione che eserciti sulla manopola è la stessa sia quando accendi con il piezoelettrico sia quando accendi con l'accendino a gas?
Perché allora poi scoprii che dipendeva dal fatto che quando accendevo con l'accendino premevo meno, bisognava premere più forte per fare subito stabilizzare la fiamma. L'ho poi provato tantissime volte, ed era così.
Con il mio piano cottura attuale non succede, così come con la tua vecchia cucina. Boh? Può dipendere dal modello?
La spiegazione ora non la so, e non ricordo se allora avevo capito il perché, credo di no.
Comunque mi piace questo thread, mi diverte un sacco la fisica quotidiana. Se scopri a che serve la corrente elettrica per far funzionare il piezoelettrico diccelo!

"gabriella127":
... Se scopri a che serve la corrente elettrica per far funzionare il piezoelettrico diccelo!
A nulla, ovviamente.

Se serve "corrente" per far funzionare il "piezoelettrico", il "piezoelettrico" non è piezoelettrico.

Scusa se arrivo solo adesso. Mi ero dimenticato di questo thread.
Allora il mistero si infittisce.
Se e' uguale per tutti i fuochi e la cucina e' nuova allora non so davvero a cosa pensare.
Puo' essere che sia un comportamento voluto da chi ha progettato la cucina, nel senso che i 20 secondi servono per evitare accensioni accidentali, ad esempio da parte di bambini, o persone molto anziane, col rischio di lasciare la fiamma incustodita.
Comunque 20 secondi sono "tanti", relativamente, quindi si rischia di infastidire l'utente. Quindi ... boh...
La termocoppia in ogni caso non e' immersa nella fiamma ma e' a una certa distanza, quindi non si scalda immediatamente. Pero' e' anche vero che la termocoppia ha una capacita' termica veramente ridicola, ovvero si scalda e si raffredda velocemente, in quanto e' composta da un pezzetto di metallo isolato elettricamente molto piccolo come dimensioni.
Credo che rimarra' un mistero. Si potrebbe provare a scrivere a chi costruisce elettrodomestici o a qualche installatore.
Perche' sono due tipi diversi di accendigas. Ci sono quelli piezoelettrici "veri" e quelli completamente elettrici.
Gli accendigas di oggi non sono piu' piezoelettrici, ma sono completamente elettrici.
Continuano ad essere chiamati piezoelettrici per consuetudine e perche' cosi' ci si capisce al volo.
Hanno bisogno di una (piccola) sorgente di energia elettrica, che puo' essere una batteria o la rete domestica.
Il piezoelettrico vero sfrutta(va) l'energia mecanica del tasto.
Quelli elettrici hanno ancora il tasto, ma il tasto serve solo per chiudere un ciruito, e' solo un on/off.
Non devi confondere la forza necessaria qaundo premi la manopola del fornello della cucina con la forza che era necessaria per azionare il piezoelettrico. Penso che la manopola della cucina la fanno "dura" apposta per scongiurare acccensioni accidentali. L'accensione deve essere "intenzionale".
L'obbiettivo finale e' quello di creare un piccolo arco elettrico. L'arco elettrico e' molto caldo e innesca la combustione, la fiamma.
Per fare un arco elettrico servono tensioni molto alte, decine di migliaia di Volt, anche se per un tempo molto breve (l'arco che scocca), e privo di potenza significativa.
All'inizo venivano usati i cosiddetti materiali piezoelettrici, che sono alcuni materiali particolari, alcuni tipi di ceramiche e quarzi, che hanno la proprieta' di generare tensioni elettriche quando vengono deformati (di solito con una flessione). Funzionano anche al contrario, ovvero si deformano se sottoposti a una tensione elettrica.
Si deformano in modo impercettibile... a occhio nudo non si vede nulla, sia chiaro.
Quello che li rende adatti a generare un arco elettrico e' che generano tensioni molto elevate, le decine di kiloVolt che ci servono, anche con una forza di flessione modesta, e pero' non sono capaci di grandi potenze, e questo evita tutti i problemi legati alla sicurezza per chi li usa.
La flessione veniva creata dall'utente che premeva il "tasto" dell'accendigas. Il tasto caricava una molla, che poi veniva rilasciata a fine corsa del tasto, la quale si portava dietro un piccolo martelletto. Il martelletto picchiava sul piezoelettrico il quale generava la tensione e quindi l'arco.
Col tempo poi questi oggetti sono stati dismessi a favore di quelli completamente elettrici.
Negli accendigas elettrici c'e' un semplicissimo circuito elettrico che, di solito grazie ad un trasformatore, riesce a generare le tensioni elevate che servono per l'arco elettrico. Si parla di circuiti veramente semplici, tipo 5/6 componenti in tutto. Pero' hanno bisogno di una piccola sorgente di energia elettrica.
Credo che i veri accendigas piezoelettrici siano stati dismessi perche' hanno alcuni svantaggi. Intanto ci sono delle parti meccaniche, che quindi sono soggette ad usura. Anche il piezoelettrico in se non e' eterno in quanto comunque ci sono delle sollecitazioni meccaniche. Inoltre il piezo e la meccanica avevano un certo costo, per un oggetto che alla fine deve costare poco, doveva fare concorrenza ai fiammiferi, per intenderci.
Ma credo che soprattutto il motivo sia che il vero piezoelettrico genera un arco solamente, uno per ogni pressione, e non sempre una scocca riesce ad accendere poi la fiamma. Il tasto del piezoelettrico richiede una certa forza e possono essere necessari diversi tentativi. Invece il circuito elettrico genera molti archi in rapida successione e la fiamma si accende "subito". Il tasto inoltre e' "morbido" e con una corsa piccola, tipica dei tasti elettrici.
"Fioravante Patrone":
Grazie.
No, succede con tutti i fuochi.
Allora il mistero si infittisce.
Se e' uguale per tutti i fuochi e la cucina e' nuova allora non so davvero a cosa pensare.
Puo' essere che sia un comportamento voluto da chi ha progettato la cucina, nel senso che i 20 secondi servono per evitare accensioni accidentali, ad esempio da parte di bambini, o persone molto anziane, col rischio di lasciare la fiamma incustodita.
Comunque 20 secondi sono "tanti", relativamente, quindi si rischia di infastidire l'utente. Quindi ... boh...
La termocoppia in ogni caso non e' immersa nella fiamma ma e' a una certa distanza, quindi non si scalda immediatamente. Pero' e' anche vero che la termocoppia ha una capacita' termica veramente ridicola, ovvero si scalda e si raffredda velocemente, in quanto e' composta da un pezzetto di metallo isolato elettricamente molto piccolo come dimensioni.
Credo che rimarra' un mistero. Si potrebbe provare a scrivere a chi costruisce elettrodomestici o a qualche installatore.
A questo punto ho un'altra curiosità. A cosa serve essere attaccati alla corrente per far funzionare un aggeggio piezoelettrico? Per accendere la fiamma di un accendigas da cucina si usa un aggeggio piezoelettrico, "innescato" mediante lo schiacciamento di un pulsante. Mica attacco l'accendino alla corrente per accenderlo. Anche con la cucina a gas, all'accensione schiaccio una manopola (non lo ruoto soltanto, perché devo "vincere" la sicurezza che altrimenti non darebbe il consenso all'uscita del gas). Cosa impedisce di sfruttare quel pelino di energia dato dallo schiacciamento della manopola per far scattare la scintilla? Ok che non è una energia mostruosa (non ci vuole Ercole per schiacciare la manopola), ma anche quando schiaccio il pulsante dell'accendigas mica rischio di farmi venire un'ernia.
Perche' sono due tipi diversi di accendigas. Ci sono quelli piezoelettrici "veri" e quelli completamente elettrici.
Gli accendigas di oggi non sono piu' piezoelettrici, ma sono completamente elettrici.
Continuano ad essere chiamati piezoelettrici per consuetudine e perche' cosi' ci si capisce al volo.
Hanno bisogno di una (piccola) sorgente di energia elettrica, che puo' essere una batteria o la rete domestica.
Il piezoelettrico vero sfrutta(va) l'energia mecanica del tasto.
Quelli elettrici hanno ancora il tasto, ma il tasto serve solo per chiudere un ciruito, e' solo un on/off.
Non devi confondere la forza necessaria qaundo premi la manopola del fornello della cucina con la forza che era necessaria per azionare il piezoelettrico. Penso che la manopola della cucina la fanno "dura" apposta per scongiurare acccensioni accidentali. L'accensione deve essere "intenzionale".
L'obbiettivo finale e' quello di creare un piccolo arco elettrico. L'arco elettrico e' molto caldo e innesca la combustione, la fiamma.
Per fare un arco elettrico servono tensioni molto alte, decine di migliaia di Volt, anche se per un tempo molto breve (l'arco che scocca), e privo di potenza significativa.
All'inizo venivano usati i cosiddetti materiali piezoelettrici, che sono alcuni materiali particolari, alcuni tipi di ceramiche e quarzi, che hanno la proprieta' di generare tensioni elettriche quando vengono deformati (di solito con una flessione). Funzionano anche al contrario, ovvero si deformano se sottoposti a una tensione elettrica.
Si deformano in modo impercettibile... a occhio nudo non si vede nulla, sia chiaro.
Quello che li rende adatti a generare un arco elettrico e' che generano tensioni molto elevate, le decine di kiloVolt che ci servono, anche con una forza di flessione modesta, e pero' non sono capaci di grandi potenze, e questo evita tutti i problemi legati alla sicurezza per chi li usa.
La flessione veniva creata dall'utente che premeva il "tasto" dell'accendigas. Il tasto caricava una molla, che poi veniva rilasciata a fine corsa del tasto, la quale si portava dietro un piccolo martelletto. Il martelletto picchiava sul piezoelettrico il quale generava la tensione e quindi l'arco.
Col tempo poi questi oggetti sono stati dismessi a favore di quelli completamente elettrici.
Negli accendigas elettrici c'e' un semplicissimo circuito elettrico che, di solito grazie ad un trasformatore, riesce a generare le tensioni elevate che servono per l'arco elettrico. Si parla di circuiti veramente semplici, tipo 5/6 componenti in tutto. Pero' hanno bisogno di una piccola sorgente di energia elettrica.
Credo che i veri accendigas piezoelettrici siano stati dismessi perche' hanno alcuni svantaggi. Intanto ci sono delle parti meccaniche, che quindi sono soggette ad usura. Anche il piezoelettrico in se non e' eterno in quanto comunque ci sono delle sollecitazioni meccaniche. Inoltre il piezo e la meccanica avevano un certo costo, per un oggetto che alla fine deve costare poco, doveva fare concorrenza ai fiammiferi, per intenderci.
Ma credo che soprattutto il motivo sia che il vero piezoelettrico genera un arco solamente, uno per ogni pressione, e non sempre una scocca riesce ad accendere poi la fiamma. Il tasto del piezoelettrico richiede una certa forza e possono essere necessari diversi tentativi. Invece il circuito elettrico genera molti archi in rapida successione e la fiamma si accende "subito". Il tasto inoltre e' "morbido" e con una corsa piccola, tipica dei tasti elettrici.
"gabriella127":
Ciao Fioravante, [...] una mia cucina si comportava come la tua nuova: con l'accensione elettrica la fiamma si stabilizzava subito, se accendevo con un accendino a gas bisognava premere per mezz'ora.
...allora poi scoprii che dipendeva dal fatto che quando accendevo con l'accendino premevo meno, bisognava premere più forte per fare subito stabilizzare la fiamma. L'ho poi provato tantissime volte, ed era così.
Con il mio piano cottura attuale non succede, così come con la tua vecchia cucina. Boh? Può dipendere dal modello?
Scusate, se avete visto il mio messaggio, avete qualche idea sul perché di questo comportamento della cucina, analogo a quello della cucina di Fioravante?
Perché è una cosa sicura, che mi è avvenuta e che ho provato diecimila volte, l'ho tenuto per anni quel fornello: quanto ci voleva perché la fiamma non si spegnesse dipendeva dalla pressione esercitata sulla manopola, se non si premeva forte la fiamma si spegneva subito.
Non sono un esperto di cucine, ma ritengo, cari Gabriella e Fioravante, che la minor pressione sulla manopola quando si usa(va) l’accendino deriva(va) inconsciamente dalla paura di scottarsi la manina...
Più premi, e più gas esce, credo. Con l’accensione elettrica moderna la paura di scottarsi non c’è più. LA temperatura di una fiamma di accendino è intorno a 800/1000ºC credo, ma se non arriva miscela a sufficienza hai voglia a premere.
Rimane il mio consiglio a Fioravante : chiama un tecnico e fai controllare l’apparecchio.

Più premi, e più gas esce, credo. Con l’accensione elettrica moderna la paura di scottarsi non c’è più. LA temperatura di una fiamma di accendino è intorno a 800/1000ºC credo, ma se non arriva miscela a sufficienza hai voglia a premere.
Rimane il mio consiglio a Fioravante : chiama un tecnico e fai controllare l’apparecchio.
Grazie della risposta, Shackle. Allora può darsi che uscendo meno gas quando si preme poco, la cucina ci mette di più a non far spegnere la fiamma, boh...
p.s.
[ot]@ Shackle Molto divertente la frase di Checov. Fa il paio con una frase attribuita a Barbecue, matematico poco noto, emulo di Bourbaki: "Più cose dico, più è probabile che ce ne sia qualcuna giusta".
( Barbecue è un matematico immaginario, inventato da un gruppo di matematici della Sapienza).[/ot]
p.s.
[ot]@ Shackle Molto divertente la frase di Checov. Fa il paio con una frase attribuita a Barbecue, matematico poco noto, emulo di Bourbaki: "Più cose dico, più è probabile che ce ne sia qualcuna giusta".
( Barbecue è un matematico immaginario, inventato da un gruppo di matematici della Sapienza).[/ot]
Quante cose sono successe cercando di rispondere.
Ho imparato molte cose nuove dai vostri post
Volevo scusarmi per non aver risposto prima, ma non ricevevo le mail di avviso. Ho capito che c'era ancora la vecchia mail che ho dismesso pochi mesi fa
Ho scoperto di essermi iscritto a skuola.net a mia insaputa, aggiornando la email
E mi son dimenticato per l'ennesima volta che è sempre meglio salvarsi un post lunghetto che si scrive, prima di veder anteprima o pubblicare
Tornando all'argomento e sintetizzando:
- mi rallegra aver scoperto di non essere solo nell'universo cui è capitata quella cosa strana e fastidiosa dei 20 secondi o giù di lì di attesa
- come detto, ho imparato un bel po' di cose (che gli accendini piezo non fossero eterni lo sapevo per esperienza, uno che avevo a un certo punto è diventato un mollaccione)
- ho voluto sperimentare l'idea di gabriella127, sulla pressione della manopola. Per un attimo ho creduto che avesse scoperto l'arcano, ma mi sono ricreduto. Ora la nuova cucina funziona come l'altra vecchia che avevo: basta un attimo e la fiamma non si spegne più, non servono più gli interminabili 20 secondi. E questo indipendentemente da schiacciare forte o debole la manopola
Insomma, il mistero per me è anche diventato più fitto
In ogni caso, grazie a tutti
Ho imparato molte cose nuove dai vostri post
Volevo scusarmi per non aver risposto prima, ma non ricevevo le mail di avviso. Ho capito che c'era ancora la vecchia mail che ho dismesso pochi mesi fa
Ho scoperto di essermi iscritto a skuola.net a mia insaputa, aggiornando la email
E mi son dimenticato per l'ennesima volta che è sempre meglio salvarsi un post lunghetto che si scrive, prima di veder anteprima o pubblicare

Tornando all'argomento e sintetizzando:
- mi rallegra aver scoperto di non essere solo nell'universo cui è capitata quella cosa strana e fastidiosa dei 20 secondi o giù di lì di attesa
- come detto, ho imparato un bel po' di cose (che gli accendini piezo non fossero eterni lo sapevo per esperienza, uno che avevo a un certo punto è diventato un mollaccione)
- ho voluto sperimentare l'idea di gabriella127, sulla pressione della manopola. Per un attimo ho creduto che avesse scoperto l'arcano, ma mi sono ricreduto. Ora la nuova cucina funziona come l'altra vecchia che avevo: basta un attimo e la fiamma non si spegne più, non servono più gli interminabili 20 secondi. E questo indipendentemente da schiacciare forte o debole la manopola
Insomma, il mistero per me è anche diventato più fitto
In ogni caso, grazie a tutti
"Fioravante Patrone":
:
mi rallegra aver scoperto di non essere solo nell'universo cui è capitata quella cosa strana e fastidiosa dei 20 secondi o giù di lì di attesa
Eh, come vedi, non siamo soli sul cuore della terra...
E, per la verità, al momento, nemmeno trafitti da un raggio di sole, qui sta piovendo ininterrottamente da quattro giorni.
Il mistero si è infittito, se dovessi svelare l'enigma, prima o poi, faccelo sapere.
Vedo che sono sparite tutte le risposte
Tempismo perfetto, dev'essere stato il post meglio coordinato con la sparizione collettiva!
Ringrazio chi aveva risposto e segnalo che il problema è sparito. Della serie: sappiamo che le cose funzionano ma non sappiamo perché

Tempismo perfetto, dev'essere stato il post meglio coordinato con la sparizione collettiva!
Ringrazio chi aveva risposto e segnalo che il problema è sparito. Della serie: sappiamo che le cose funzionano ma non sappiamo perché
"gabriella127":
...
Domanda: la pressione che eserciti sulla manopola è la stessa sia quando accendi con il piezoelettrico sia quando accendi con l'accendino a gas?
Perché allora poi scoprii che dipendeva dal fatto che quando accendevo con l'accendino premevo meno, bisognava premere più forte per fare subito stabilizzare la fiamma. L'ho poi provato tantissime volte, ed era così.
...
Rieccomi,
sì, credo che tu abbia proprio ragione. Qualche giorno fa mi sono accorto che la fiamma richiedeva un po' di tempo a stabilizzarsi e mi sono reso conto che non spingevo fino a fondo la manopola del gas (e non avevo presente le tue considerazioni, per lo meno non a livello cosciente. Nel profondo chissà)
Insomma, come spesso accade, cerca la risposta dentro di te

Grazie a tutti, anche a chi mi ha spiegato che il "piezo" non è più piezo, da mo'
