Esercizio (indam) algebra lineare

mr Blonde11
Salve. Vi propongo un esercizio del concorso indam dello scorso anno.
Dato V uno spazio vettoriale reale di dimensione finita. Sia T un endomorfismo t.c. $EE$ esponente q t.c. $T^q=I$ e $T^i!=I$ $AA 0 Non sapendo dove andare a parare, ho notato che T è un isomorfismo e che fissata una base la sua matrice ha determinante 1. Il problema potrebbe essere il cercare una matrice M t.c. $M=T^tMT$, dove M è la matrice del prodotto scalare, in modo che le due forme quadratiche si equivalgano. Ma non ne sono venuto a capo.
Mi sono anche fatto un semplice esempio su $RR^2$ considerando $T=((frac{1}{sqrt{2}},1),(1/2,-frac{1}{sqrt{2}}))$ trovando la matrice $M=((1,0),(0,2))$, ma non mi ha illuminato.
Sapreste come procedere in generale?

Risposte
dissonance
EDIT: questo post è sbagliato

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Secondo me sbagli da subito. Come fai a dire che $T$ è invertibile? Anzi, sicuramente *non* è invertibile, perché $(\det T)^q=0$. Infatti la matrice esempio che hai trovato NON va bene. Pensa piuttosto a \(\begin{bmatrix} 0 & 1 \\ 0 & 0\end{bmatrix}\).

mr Blonde11
premetto che non sono una spada in algebra lineare, ma quella che tu hai scritto è una matrice nilpotente. Il problema invece da una matrice che ad una certa potenza diventa l'identità.
Ho pensato che è un isomorfismo perchè una sua potenza lo è. Se T non fosse iniettiva, infatti, se un elemento non nullo è nel kernel allora sarà annullato dalle potenze di T quindi in particolare anche dall'identità, assurdo. Analogo la suriettività.

dissonance
#-o Uuh che fesso ho letto $0$ a destra.

Scusa, ho preso il brutto vizio di rispondere di fretta.

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Si che la matrice è invertibile, è chiaro. Hai ragione. Anche la strategia di soluzione è quella. Come si faccia, bisogna pensarci.

j18eos
"mr Blonde":
...Definire un prodotto scalare per cui $T^h$ sia un'isometria...
Chi è \(\displaystyle T^h\)?

dissonance
Una banale osservazione che, chissà, potrebbe essere un punto di partenza. Tutti gli autovalori di $T$ sono necessariamente radici dell'unità, quindi in particolare sono numeri complessi di modulo uno. Ora se $T$ è diagonalizzabile (con autovalori complessi, naturalmente), allora prendendone la matrice associata in una base diagonalizzante (occhio che in generale qui si va in $CC^n$) succede che $T^\star T=I$. Questa è l'equazione cercata (ma in senso complesso) con $M=I$.

Si tratta di capire se si puo' estrarre una versione reale di questa proposizione. E poi bisognerà eliminare l'ipotesi di diagonalizzabilità, magari sostituendola con l'esistenza della forma canonica di Jordan.

Insomma ce ne è da fare ancora, mi dispiace di riuscire a dare solo un contributo cosi' striminzito.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
L'idea che mi viene è dimostrare che una matrice siffatta è diagonalizzabile e poi usare quello che ha detto dissonance, mi sembra ragionevole.

Se [tex]T^q=1[/tex] allora [tex]T[/tex] è diagonalizzabile perché il suo polinomio minimo divide [tex]X^q-1[/tex], quindi non ha radici multiple, perché [tex]X^q-1[/tex] non ha radici multiple (una radice è multipla se e solo se è una radice comune al polinomio e al suo polinomio derivato).

Anzi adesso mi sembra proprio che il risultato segua in una riga. Abbiamo [tex]D = PTP^{-1}[/tex] che è diagonale e verifica [tex]D^{\ast}D=I[/tex], ora basta sbattergli dentro l'espressione per [tex]D[/tex] e fare il conto! La matrice [tex]M[/tex] che ne risulta si dimostrerà (facilmente) essere a coefficienti reali.

mr Blonde11
Ottimo, grazie ragazzi!

dissonance
"Martino":

Se [tex]T^q=1[/tex] allora [tex]T[/tex] è diagonalizzabile perché il suo polinomio minimo divide [tex]X^q-1[/tex], quindi non ha radici multiple, perché [tex]X^q-1[/tex] non ha radici multiple (una radice è multipla se e solo se è una radice comune al polinomio e al suo polinomio derivato).
Ecco questa è una buona idea che a me non sarebbe venuta in mente. Ma per questo argomento hai usato da qualche parte l'ipotesi che $T^j\ne I$ se $0

Anzi adesso mi sembra proprio che il risultato segua in una riga. Abbiamo [tex]D = PTP^{-1}[/tex] che è diagonale e verifica [tex]D^{\ast}D=I[/tex], ora basta sbattergli dentro l'espressione per [tex]D[/tex] e fare il conto! La matrice [tex]M[/tex] che ne risulta si dimostrerà (facilmente) essere a coefficienti reali.

Quindi $M=P^\ast P$. Va tutto benissimo, questa matrice è anche definita positiva (altra cosa che deve essere verificata per avere un prodotto scalare, finora ce ne siamo dimenticati). Ma perché ha coefficienti reali...?

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Non ho usato che $T^j \ne I$ per $0 < j < q$ ma quell'ipotesi è fumo negli occhi: è chiaro che se esiste $q$ con $T^q=I$ allora esiste un tale $q$ tale che $T^j \ne I$ per ogni $0 < j < q$.

Ora prendiamo $P$ con $PTP^{-1} = D$ diagonale. Allora $D^{\ast}D = I$ da cui $(PTP^{-1})^{\ast} PTP^{-1} = I$ cioè $(P^{-1})^{\ast} T^{\ast} P^{\ast} P T P^{-1} = I$ da cui $T^{\ast} P^{\ast} P T = P^{\ast} P$ quindi scegliamo $M = P^{\ast} P$ ed è chiaro che $M$ ha coefficienti reali perché $M^{\ast} = M$, infatti $M^{\ast} = (P^{\ast} P)^{\ast} = P^{\ast} P = M$ (l'operatore $\ast$ inverte l'ordine ed è involutorio). Ma in effetti questo non implica che $M$ è reale... aspetta che ci penso.

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