Trasformazioni reversibili e non: come si deduce?

andreap7
Salve tutti.
Non riesco a farmi entrare nella mia dura testa i concetti di reversibilità (e non) per trasformazioni termodinamiche. :(
Evidentemente non ho capito bene la (semplicissima) definizione.
La mia domanda è: come si deduce rigorosamente se una trasformazione è reversibile o meno? so che dipende dalle situazioni ma volevo sapere se c'è un modo rigoroso per capirlo.
Per aiutare a capire i miei problemi vi posto il seguente esercizio su un ciclo termodinamico.

Si hanno due termostati a temperatura T1=627°C e T2=127°C. Una macchina termica M basata su
un gas perfetto monoatomico produce lavoro scambiando calore con i due termostati, compiendo
un ciclo costituito (non nell’ordine!) da due isobare e due isocore quasi-statiche. Durante il ciclo, M
raggiunge le temperature di entrambi i termostati. Inoltre, si sa che il riscaldamento isocoro del gas
termina alla stessa temperatura T0 a cui termina il raffreddamento isocoro.


Ebbene, per la quasi-staticità delle trasformazioni io avrei giurato che fossero reversibili, ma alla correzione salta fuori che sono irreversibili, come mai?
Ringrazio in anticipo eventuali risposte!

Risposte
Falco5x
La quasi staticità è solo una delle condizioni per la reversibilità, un'altra condizione è che lo scambio termico con le sorgenti sia a pari temperatura tra il sistema e la sorgente. Se c'è, come in questo caso, un salto termico finito, lo scambio non è reversibile perché il calore fluisce solo da un corpo caldo a uno più freddo, e non potrebbe fare l'inverso quando c'è un salto termico finito. Sarebbe reversibile solo se ci fossero trasformazioni isoterme a contatto con le due sorgenti per lo scambio del calore.

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