Forze agenti su di una sedia

breager
Salve a tutti, avrei un piccolo problema e non so proprio da dove cominciare.
Premetto che ora sono iscritto ad un corso di laurea dove abbiamo una materia che si chiama "Storia delle Scienze delle Costruzioni" che è diciamo una panoramica molto generale su quello che è effettivamente il vero esame di Scienze delle Costruzioni.

Per l'esame ci hanno affibiato una piccola tesina (anche di due pagine scarse) nel quale dobbiamo illustrare quali sono le forze che entrano in gioco in una sedia nel momento in cui mi ci siedo.

Dovrebbe solo essere un'analisi molto generica dei carichi, qualcuno sa darmi una mano?
Non ci è richiesto di fare calcoli e verifiche, ma solo di individuare (con qualche formula) come si comporteranno i vari elementi della sedia in questione, che è questa qui:


Dobbiamo analizzare la cosa nei due differenti modi di sedersi indicati nella prima foto...

Risposte
Pachito1
Posizione 1: la sedia si rompe e caschi all'indietro.
Posizione 2: la sedia si ribalta e caschi in avanti.
Se sei un architetto credo che ti vogliono far capire che prima di pensare all'estetica è bene pensare alla salute...

lollo861
cavoli dove si vendono queste sedie sono troppo belle....
le dovrebbero dare ad alcuni insegnanti....
io preferisco la posizione due ...almeno non cado di faccia!!!!
:)
grande pachito ;)

ciao

breager
Beh veramente questa sedia è stata progettata da un noto architetto olandese di nome Gerrit Rietveld e non si rompe nè si ribalta... e lei è nota quanto l'architetto.
Non vogliono farci capire nulla di concettuale, vogliono sapere come e dove si distribuiscono i carichi, le tensioni, etc...

infinito1
breager vorrebbe delle risposte "serie", ed ionon ho molta voglia di darle, ... comunque forse si accontenta di "suggerimenti".

Chiamo le vari parti della sedia "A" (appoggio per la schiena), "S" (seduta), "G" (gamba) e "B" (base).

Inizialmente non parlo del «momento in cui mi ci siedo», ma della situazione statica (si spera) dopo che mi ci sono seduto.

La posizione 2 mi pare più semplice (considero che il corpo stia proprio sull'attaccatura fraS e G): il corpo seduto ha un peso P che è sostenuto solo da G e B (considero trascurabili le forze che permettono alla sedi adi stare insieme).
Il peso P farebbe andare il corpo verso il basso, ma è sostenuto dal complesso G e B, ma tale forza non sollecita la struttura della sedia come lo fa il momento di tale forza: il momento di P rispetto al punto in cui ruoterebbe (il punto "interno" della congiungente di G con B) è bilanciato dal momento delle forze di trazione fra Be G applicate in tutto il tratto della loro giunzione (e quindi "in media" è come se fossero applicate nel punto medio di tale tratto). In realtà non è solo il punto interno ad essere sollecitato in compressione, dal momento che la struttura dovrebbe essere "abbastanza" elastica, ma tutto il piccolo tratto "prima" del punto reale in cui G tende a ruotare.

Invece della posizione 1 considero la posizione 0, dove il corpo poggia sul prolungamento di S, proprio sopra i punti di congiunzione fra G e B: il discorso è analogo a prima, ma ora il momento di P rispetto alla giunzione fra Ge B è nullo, e non ha da essere equilibrato, mentre è non nullo il momento di P rispetto alla congiungente fra G ed S, e in moduloo è uguale a quello del caso precedente.

Nella posizione 1, e in tutte le altre posizione intermedie, i momenti sono proporzionali alla lungheza delle distanze dai due punti della posizione 0 e posizione 2.




Se invece di essere seduti si valuta «nel momento in cui mi ci siedo», allora si devono considerare le forze maggiori (dipendono dalla velocità di seduta, e quindi della decelerazione, che dipende anche dalla elasticità della sedia), ma anche delle direzioni non solo verticali delle forze in gioco (per esempio generalmente nel sedere nella posizione 1 si ha anche una componente di velocità verso A.


Non ho tenuto conto che generalmente chi è seduto (in particolare nella posizione 1) si appoggia anche ad A.

Spero di averti dato qualche idea.

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