Etere

emit1
Salve

Rileggendo l'esperienza di Michelson e Morley mi e' sorto un dubbio.
Sappiamo che l'obiettivo era quello di svelare in qualche modo la presenza dell'etere.
Sappiamo anche quali "dimensioni" doveva avere questo ente e forse tra queste quella che ritengo piu' importante e' la sua localizzazione.
Cioe' doveva permeare tutto l'universo ed essere attraversato dalla materia in movimento la quale per questo motivo era soggetta ad un "vento"
d'etere in direzione opposta.Era considerato come un sistema di riferimento assoluto.
Ora se queste sono le sue caratteristiche non mi torna il fatto di prendere ,nell'esperimento,la velocita' del vento d'etere uguale alla velocita'
della terra nel sistema solare.La velocita' del vento d'etere dovrebbe essere enormemente piu' alta e forse paragonabile a c.
Questo perche' la terra ha una sua velocita' rispetto al sole ma il sistema solare a sua volta ha una sua velocita' e la galassia a cui appartiene ha una sua velocita'
e cosi' via....Se l'etere e' immobile nel cosmo noi dovremmo tenere presente tutte le velocita' relative della terra.
Altrimenti confondiamo l'etere con lo spazio.
Tutto cio' influisce nell'esperimento di Michelson e Morley.
In modo particolare quando si analizzano i raggi nel loro percorso. E qui ho letto delle rappresentazioni geometriche,del raggio normale alla linea di
propagazione coerente con v, che non ho capito.
Vorrei fare un esempio:
Immaginiamo di essere sulla sponda di un fiume.Nell'altra sponda un punto di riferimento A tale che la linea congiungente tra me e A sia perfettamente
normale al flusso della corrente.A qualche centinaio di metri da me e in direzione contraria al verso della corrente un ponte.
Un mio amico con la barchetta a motore si porta al centro del fiume e punta verso il ponte.La velocita' della barchetta sara' v-velocita' della corrente
al ritorno v + velocita' corrente il tutto rispetto alla riva.
Ora pero' fa un altro viaggio e precisamente dalla mia sponda in direzione A.
Non potra' mai arrivare a toccare A in quanto la corrente lo spostera' nel senso della corrente stessa.E se le velocita' sono costanti la barchetta si muovera'
descrivendo una retta obliqua e cosi' anche al ritorno si allontanera' sempre di piu' da me che lo sto guardando.
Questo e' quello che dovrebbe succedere anche nel dispositivo di Morley e cioe' tenendo presente che v per definizione di etere dovrebbe essere altissima
I due raggi al ritorno non potranno essere collimati e forse non dovrebbero essere nemmeno visti.
Lo so non ho capito nulla ma abbiate pazienza......

Risposte
emit1
Ti ringrazio di non avermi tolto il saluto....
Pensavo peggio..
Accidenti non avevo pensato a questa opportunita'......
Se vuoi appena scrivero' il primo libro ti inviero' una copia in omaggio. :D

ffgg1
agostino diceva: so cos'è il tempo ma se me lo chiedono non so rispondere. L'argomento si presta a filosofeggiare e anche troppo. Il tempo è certamente legato all'esistenza della materia, essa ha sempre un prima e un dopo. Il resto è operatività. Occorre cioè scegliere un fenomeno periodico (orologio) che lo misuri. L'alternarsi delle stagioni, del giorno e della notte, una vibrazione atomica...Agli amanti del Big Bang verrebbe da chiedere quando si affannano a scandagliare l'origine del Tutto: di quale tempo si parla? I fenomeni periodici erano presenti? Quando sono cominciati e che passo eventualmente avevano rispetto a quelli adottati oggi?

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