Un piccolo problemino su FB...
Ciao a tutti,
ho studiato Lettere... e nn mi ricordo più un accidente di matematica. Quindi, in tutta umiltà ho ripreso a studiare, con grandissimo interesse! Adesso sono davvero all'inizio: espressioni con le frazioni... okay, dai non prendetemi in giro!
Prima di comenciare a rompre con domande specifiche, però, vorrei chiedervi di una piccola cosa nella quale mi sono imbatttuoto su Facebook.
Il quesito messo in sharing era:
7-4+3*0+1=
5*5+5/5+5=
Molti hanno risposto
7-4+3*0+1= 1
5*5+5/5+5=11
io invece, forse perché preso dai miei nouvi esercizi, ho trasformato le epsressioni così:
(7-4)+(3*0)+1= 4
(5*5)+(5/5)+5=31
Come la mettiamo?
ho studiato Lettere... e nn mi ricordo più un accidente di matematica. Quindi, in tutta umiltà ho ripreso a studiare, con grandissimo interesse! Adesso sono davvero all'inizio: espressioni con le frazioni... okay, dai non prendetemi in giro!
Prima di comenciare a rompre con domande specifiche, però, vorrei chiedervi di una piccola cosa nella quale mi sono imbatttuoto su Facebook.
Il quesito messo in sharing era:
7-4+3*0+1=
5*5+5/5+5=
Molti hanno risposto
7-4+3*0+1= 1
5*5+5/5+5=11
io invece, forse perché preso dai miei nouvi esercizi, ho trasformato le epsressioni così:
(7-4)+(3*0)+1= 4
(5*5)+(5/5)+5=31
Come la mettiamo?

Risposte
"Theiamania":
……...
Molti hanno risposto
7-4+3*0+1= 1
5*5+5/5+5=11




...perché voi non usate le calcolatrici! Antiquati!

A parte gli scherzi...
quando ci allontaniamo dalla scuola cominciamo a disimparare, provate voi matematici e ingegneri a dividere in sillabe le seguenti parole
suono
poeta
gioia
pioggia
letizia
laggiù
quando ci allontaniamo dalla scuola cominciamo a disimparare, provate voi matematici e ingegneri a dividere in sillabe le seguenti parole
suono
poeta
gioia
pioggia
letizia
laggiù
Great, il mio primo successo nella mia nuova stagione matematica!
Che bello!
Che bello!
@ Tem
ho trovato in rete un tool per sillabare le parole che divide gioia, in due sillabe, come te, gio-ia
tuttavia da wiki
Vanno tenute insieme le vocali che formano un dittongo: Mà-rio, pàu-sa, qui, piò-ve.
Vanno però separate le vocali che compongono lo iato: Ma-rì-a, pa-ù-ra, cu-i, A-ò-sta, pì-o. Per stabilire la distribuzione è quindi di prima importanza stabilire su quale vocale la parola è accentata, perché sarà la vocale accentata a costituire il nucleo della sillaba.
sembrerebbe che
si debba sillabare così
gio - ì - a
Theiamania puoi intervenire?
ho trovato in rete un tool per sillabare le parole che divide gioia, in due sillabe, come te, gio-ia
tuttavia da wiki
Vanno tenute insieme le vocali che formano un dittongo: Mà-rio, pàu-sa, qui, piò-ve.
Vanno però separate le vocali che compongono lo iato: Ma-rì-a, pa-ù-ra, cu-i, A-ò-sta, pì-o. Per stabilire la distribuzione è quindi di prima importanza stabilire su quale vocale la parola è accentata, perché sarà la vocale accentata a costituire il nucleo della sillaba.
sembrerebbe che
si debba sillabare così
gio - ì - a
Theiamania puoi intervenire?
In gioia c'è un dittongo e non uno iato.
Concordo con vict85: l'accento è è sulla o e non sulla i, quindi è giusta la sillabazione gio-ia. Aggiungo la regola per distinguere fra dittongo e iato: un dittongo è formata da una delle vocali i,u non accentate e da un'altra vocale qualsiasi; in tutti gli altri casi (poeta, paese, democrazia) è iato.
Sì ho sbagliato io, l'accento è sulla o quindi non è iato.
Comunque è spesso difficile distinguere tra dittongo e iato per via delle varie possibili pronunce regionali o “evolutive”[nota]Non conosco il termine tecnico, intendo che la pronuncia cambia con il tempo. Per un esempio basta vedere la pagina wiki per iato.[/nota].
Giovanna,
come disse il Sommo Po - e - ta :
………….
Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere, dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov'è Dido,
a noi venendo per l'aere maligno,
sì forte fu l'affettüoso grido.
"O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
………………………
per far tornare l'endecasillabo ad ogni verso, talvolta devi pronunciare uno iato come fosse un dittongo, talvolta ci vuole invece una dieresi ; prova a sillabare, fuori dai versi :
disio
aere
affettuoso
grazioso
se li reciti nei versi, per avere l'endecasillabo devi pronunciarli diversamente.
E cerca di non sbagliare, altrimenti ti mando l'avvocato professore italianista…...
come disse il Sommo Po - e - ta :
………….
Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere, dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov'è Dido,
a noi venendo per l'aere maligno,
sì forte fu l'affettüoso grido.
"O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
………………………
per far tornare l'endecasillabo ad ogni verso, talvolta devi pronunciare uno iato come fosse un dittongo, talvolta ci vuole invece una dieresi ; prova a sillabare, fuori dai versi :
disio
aere
affettuoso
grazioso
se li reciti nei versi, per avere l'endecasillabo devi pronunciarli diversamente.
E cerca di non sbagliare, altrimenti ti mando l'avvocato professore italianista…...

La lingua di Dante, o meglio il suo esperimento linguistico, non è da intendersi come italiano quindi, a rigore, possiede iati e dittonghi differenti.
I versi della Divina Commedia sono rigorosamente endecasillabi. Per avere un endecasillabo nel verso :
"sì forte fu l'affettüoso grido"
occorre pronunciare "affettuoso" non sillabando : "….l'af-fet-tuo-so..." , altrimenti gli accenti sarebbero 10 e non 11.
Occorre pronunciare "….l'af-fet-tu-o-so..." , come se "u-o" fose uno iato, non un dittongo, per avere 11 accenti.
E così bisogna giostrare in casi analoghi.
Per esempio, occorre pronunciare "...l'ae - re ..." , con due emissioni di fiato, e non "…l'a - e - re...", con tre emissioni di fiato.
A mio parere la lingua di Dante non è un esperimento linguistico. Magari ce ne fossero, esperimenti linguistici di pari natura e portata, oggi!
"sì forte fu l'affettüoso grido"
occorre pronunciare "affettuoso" non sillabando : "….l'af-fet-tuo-so..." , altrimenti gli accenti sarebbero 10 e non 11.
Occorre pronunciare "….l'af-fet-tu-o-so..." , come se "u-o" fose uno iato, non un dittongo, per avere 11 accenti.
E così bisogna giostrare in casi analoghi.
Per esempio, occorre pronunciare "...l'ae - re ..." , con due emissioni di fiato, e non "…l'a - e - re...", con tre emissioni di fiato.
A mio parere la lingua di Dante non è un esperimento linguistico. Magari ce ne fossero, esperimenti linguistici di pari natura e portata, oggi!
La mia non era una opinione. Il movimento stilnovista ha effettivamente cercato di creare una lingua franca e “nobile”; una lingua che non esisteva per le strade. L'essenza e la dinamicità di una lingua è nella lingua parlata, una lingua prettamente scritta è a tutti gli affetti da ritenersi una lingua artificiale, similmente all'esperanto (che peraltro ora è una lingua a tutti gli effetti dato che ha nativi parlanti). Se vogliamo sarebbe corretto dire che l'italiano è l'esperimento riuscito di come una lingua artificiale possa essere imposta e trapiantata in un territorio, seppur sufficientemente uniforme dal punto di vista linguistico.
Perciò, Dante ha immaginato/inventato il suono delle parole che scriveva, e da quello ha prodotto sillabe e rime. Il fatto che ora noi pronunceremmo le cose in modo diverso non dovrebbe stupire: la lingua orale è dinamica e lo stesso italiano nella sua ‘artificialità’ è stato maneggiato da più mani per poi subire 100 anni di mutamenti naturali. Anche l'esperanto ha varie ‘varianti’.
Perciò, Dante ha immaginato/inventato il suono delle parole che scriveva, e da quello ha prodotto sillabe e rime. Il fatto che ora noi pronunceremmo le cose in modo diverso non dovrebbe stupire: la lingua orale è dinamica e lo stesso italiano nella sua ‘artificialità’ è stato maneggiato da più mani per poi subire 100 anni di mutamenti naturali. Anche l'esperanto ha varie ‘varianti’.