Curiosità in cattedra

fu^2
è una notte di cavolate e pensieri questa...
mi è venuta in mente una domanda che mi pongo spesso

che sensazioni provate voi professori quando entrate in una classe e vi trovate davanti a 20 anime più o meno coinvolte dalla materia e avete davanti tutta un'ora?
qual'è stata la vostra prima impressione la prima volta che siete entrati in un aula dalla sponda opposta?

Risposte
Cmax1
All'epoca della mia prima (ed unica) esperienza di insegnamento avevo venticinque anni. Una supplenza di elettronica. Non ricordo di preciso la prima impressione, ma fu sufficiente per decidere di abbandonare qualsiasi intenzione di insegnamento nella scuola. È una delle poche decisioni lavorative di cui non mi sono mai pentito.

laura.todisco
"fu^2":
è una notte di cavolate e pensieri questa...
mi è venuta in mente una domanda che mi pongo spesso

che sensazioni provate voi professori quando entrate in una classe e vi trovate davanti a 20 anime più o meno coinvolte dalla materia e avete davanti tutta un'ora?
qual'è stata la vostra prima impressione la prima volta che siete entrati in un aula dalla sponda opposta?


Che sensazioni?
Io parlo per me: i miei alunni li considero come figli miei e loro mi considerano quasi una loro zia, almeno, così mi chiamano alcuni, Zia Laura!
Voglio loro un gran bene e sono la mia vita, il mio quotidiano. Parlo tanto con loro e loro parlano con me. Non mi sento una psicologa, ma mi piace insegnar loro non solo la matematica, ma ad amare la matematica. Non sto quasi mai dietro alla cattedra, tranne quando compilo il registro o quando qualche volta mi fanno inc***are. Non mi piace incutere terrore nei miei allievi, eppure ho notato che alcuni hanno paura di me, sinceramente non ne capisco il motivo, ma sono casi rari. Mi rispettano perchè mi stimano, non perchè faccio paura e di questo sono orgogliosa! La stima e il rispetto non si impongono, si conquistano!
Li adoro e adoro la scuola!
Del primo giorno di insegnamento devo scrivere un racconto a parte.

Gaal Dornick
Dalla mia esperienza di studente ho sempre pensato che se dovessi insegnare: mi presenterei con una maschera "dura". Quando entro in classe gli alunni devono capire: con questo non si scherza.
Poi, con il passare del tempo, farei capire che è solo una maschera, e che si può fare tranquillamente lezione senza mantenere un impostazione formale e seriosa.. ma questo solo quando gli studenti avranno capito che con me non si scherza..
Tutto ciò perchè non credo nel "bambino buono", ma nel "homo magistro lupo".. per quanto ho potuto vedere.

Pensi sia un'idea sbagliata?

laura.todisco
"Gaal Dornick":
Dalla mia esperienza di studente ho sempre pensato che se dovessi insegnare: mi presenterei con una maschera "dura". Quando entro in classe gli alunni devono capire: con questo non si scherza.
Poi, con il passare del tempo, farei capire che è solo una maschera, e che si può fare tranquillamente lezione senza mantenere un impostazione formale e seriosa.. ma questo solo quando gli studenti avranno capito che con me non si scherza..
Tutto ciò perchè non credo nel "bambino buono", ma nel "homo magistro lupo".. per quanto ho potuto vedere.

Pensi sia un'idea sbagliata?


Fare il duro con i ragazzi adolescenti serve solo a creare un muro tra te e loro. Non ti stimeranno, avranno solo paura di te. Non li aiuterai a crescere, gli imporrai solo un nozionismo sterile perchè costretti a studiare e, soprattutto, odieranno la tua materia. Ciò non equivale a dire che si debba essere permissivi, io non lo sono affatto; il giusto equilibrio, non facile da raggiungere, è quello di avere il pugno di ferro nel guanto di velluto. I miei alunni lavorano senza accorgersene, perchè imparano la matematica divertendosi e giocandoci.

Gaal Dornick
Il nostro professore di scienze alle superiori era vice-preside, e poichè la nomina a vicepreside è annuale, e da noi c'erano tanti studenti da esonerarlo dall'insegnamento, ogni anno arrivava una supplente diversa.
Il primo anno arrivò una (preparatissima e ottima) insengnante che non si mostrò inflessibile: risultato pochissimi studiarono la chimica..
L'anno dopo arrivò una inflessibile professoressa.. fioccarono i 2 all'inizio, ma ricordo che ad aprile era una delle ore più piacevoli e tranquille, visto che "i soggetti peggiori" avevano paura di lei e non scocciavano, così che la lezione poteva andare tranquillamente avanti..
Cosa che non accadde il terzo anno, quando arrivò una professoressa (non così ben preparata.. io - prima delle lezioni - già ne sapevo quanto lei..facevo domande e lei non sapeva rispondere..tanto che smisi di fare domande..per non imbarazzarla) che spiegava, chiariva, tutto ok, ma non si imponeva sulla classe... Risultato, a gennaio c'era chi non aveva aperto libro neanche una volta.
Ricordo che organizzò un compito scritto e le rubarono la traccia, spudoratamente davanti a lei..

Così fui portato a pensare: mi mostro inflessibile (così i "personaggi" mi rispettano - anche solo perchè mi temono) e col passare del tempo mi addolcisco (magari nel frattempo alle persone - dopo che avranno studiato il sole) gli viene la curiosità di imparare le classi spettrali!

klarence1
Gli alunni tendono spesso , ma non sempre, ad amare/odiare una determinata materia a seconda del rapporto che hanno col professore che la insegna. Se un professore si mostra inflessibile e duro con i ragazzi, questi ultimi non avranno mai passione per la materia ma si sentiranno costretti a studiare , studio che diventerà un dover ''imparare'' senza che rimanga niente dentro.

fu^2
capito capito 8-)

però dai volevo sapere che effetto fa entrare e sentirsi insegnanti, cioè a uno può prendere ansia, ad altri terrore ad altri boh... questo volevo sapere :wink:

però è interessante il racconto zia Laura... ehehe farebbe strano a me chiamare così una mia prof :-D

zorn1
Beh io ho fatto tirocinio alla Sicsi e ogni tanto la prof. mi lasciava le classi... sì una bella esperienza è stata, essendo giovane non ho avuto problemi a relazionarmi... è soggettivo ovviamente

fu^2
"zorn":
Beh io ho fatto tirocinio alla Sicsi e ogni tanto la prof. mi lasciava le classi... sì una bella esperienza è stata, essendo giovane non ho avuto problemi a relazionarmi... è soggettivo ovviamente


beh ovvio che è soggettivo.. mi è venuta in mente questa domanda perchè stavo ripensando a tutti i prof che ho avuto e quello che mi aveva colpito di più fu il prof di filosofia di quarta, un supplente.
La prima volta che entrò in aula aveva una faccia spaesata, era la prima classe che gestiva da solo da come ci disse... ma anche nei modi di fare si vedeva che era un pò impacciato, anche solo nel vedere come compilare il registro (va beh che noi abbiamo anzi avevamo un registro elettronico e per compilarlo sembrava che dovessi fare la schedina!).. insomma era un tenerone :-D :-D :-D
Però volevo giusto sentire i pareri di voi insegnanti veramente, mentre che so avete compilato il registro mentre la classe cazzeggia o entrate la mattina per la prima volta in aula e che cosa si prova?...
capito? :wink:

Lorenzo Pantieri
"fu^2":

che sensazioni provate voi professori quando entrate in una classe e vi trovate davanti a 20 anime più o meno coinvolte dalla materia e avete davanti tutta un'ora?

Non lo so! Insegno da sette anni, ma non mi è mai capitato di entrare in una classe in cui tutti fossero (più o meno) coinvolti dalla mia materia... :cry: :-D

Lorenzo Pantieri
"Gaal Dornick":
Dalla mia esperienza di studente ho sempre pensato che se dovessi insegnare: mi presenterei con una maschera "dura". Quando entro in classe gli alunni devono capire: con questo non si scherza.
Poi, con il passare del tempo, farei capire che è solo una maschera, e che si può fare tranquillamente lezione senza mantenere un impostazione formale e seriosa.. ma questo solo quando gli studenti avranno capito che con me non si scherza..

Tutto ciò perchè non credo nel "bambino buono", ma nel "homo magistro lupo".. per quanto ho potuto vedere.

Pensi sia un'idea sbagliata?

Io faccio così, è l'unico modo per riuscire a insegnare qualcosa.

Se l'inizio è troppo colloquiale, sei fritto! In base alla mia esperienza, gli studenti in generale sono come un gas, che si espande il più possibile finché non trova una parete rigida che ne arresti l'espansione. Fuor di metafora, in genere gli studenti cercano di capire dov'è il limite, fin dove possono spingersi.

Scardanelli
La prima volta che sono entrato in classe col registro in mano?
Una fottutissima paura...e dopo 5 minuti ho cominciato a divertirmi come un matto.
Ancora oggi, quando inizia l'anno scolastico ed entro in una nuova classe, un po' di emozione la provo!
Rapporto sempre ottimo con gli studenti: basta chiarire le regole fin dal primo giorno e non dimenticarsi di applicarle.
Questa oggettività è la cosa che gli studenti apprezzano di più.

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