Strategia vincente?
Uno scacchista del mio circolo afferma che Von Newman ha dimostrato che negli scacchi esiste una strategia vincente che consenta al bianco di vincere sempre (naturalmente è solo un teorema di esistenza, non dice quale è), comunque non fidandomi troppo delle conoscence del mio con-circolano chiedo a voi, anche perchè non ne avevo mai sentito parlare e mi sembra interessante...
Risposte
Comunque, già nella pratica odierna si raggiunge l'equità del gioco solo col cambiare il colore, una volta ciascuno almeno. Questo la dice lunga, anche se non dimostra un bel niente, che il vantaggio iniziale del B 'può' far parte di una strategia vincente possibile.
Dico questo in relazione alla presunta morte degli scacchi, una volta dimostrata l'esistenza della strategia vincente. Anche se in pratica non cambierà nulla, presupponendo che la strategia sarà così complessa da non poter essere applicata, per il giocatore (che - la butto là così - forse gioca più per verificare, empiricamente, se esiste una strategia vincente, e lo dico al modo della TdG) ciò potrà significare la vanificazione dei suoi sforzi, che devono essere anche di carattere 'conoscitivo', insomma non solamente legati alla vanità del vincere (qui la miriade di giocatori che nel mondo gioca a scacchi è come la rete dei pc che cerca i numeri primi di Mersenne).
Dico questo in relazione alla presunta morte degli scacchi, una volta dimostrata l'esistenza della strategia vincente. Anche se in pratica non cambierà nulla, presupponendo che la strategia sarà così complessa da non poter essere applicata, per il giocatore (che - la butto là così - forse gioca più per verificare, empiricamente, se esiste una strategia vincente, e lo dico al modo della TdG) ciò potrà significare la vanificazione dei suoi sforzi, che devono essere anche di carattere 'conoscitivo', insomma non solamente legati alla vanità del vincere (qui la miriade di giocatori che nel mondo gioca a scacchi è come la rete dei pc che cerca i numeri primi di Mersenne).
"amelia":
[quote="Fioravante Patrone"]
A tutt'oggi non si sa ancora quale delle due alternative seguenti sia quella buona:
-- il giocatore B ha una strategia che gli garantisce di vincere
-- il giocatore N ha una strategia che gli garantisce di vincere
-- il B ed il N hanno entrambi a disposizione una strategie che impedisce all'altro di vincere. Vale a dire, hanno entrambi a disposizione una strategia che gli garantisce almeno il pareggio
Due?
"Noi siamo matematici e i conti li lasciamo agli ingegneri", diceva sempre il mio professore di algebra.[/quote]
questa me l'ero persa!

Negli scacchi tradizionalmente si parla di albero delle combinazioni ma nella realtà il modello da usare è un grafo, ossia una posizione può essere ripetuta durante la stessa partita (si può tornare indietro). Mentre ha senso parlare di partita compromessa su un albero, perché una volta presa una strada sei segnato, in un grafo, specialmente se enorme, ritengo sia probabile forzare a posizioni che ti consentano di "tornare indietro", e quindi pattare.
Per questo ipotizzo che il miglior gioco tra il bianco e il nero porti alla patta (e in più di una variante).
Per questo ipotizzo che il miglior gioco tra il bianco e il nero porti alla patta (e in più di una variante).
"entidi":
Negli scacchi tradizionalmente si parla di albero delle combinazioni ma nella realtà il modello da usare è un grafo, ossia una posizione può essere ripetuta durante la stessa partita (si può tornare indietro). Mentre ha senso parlare di partita compromessa su un albero, perché una volta presa una strada sei segnato, in un grafo, specialmente se enorme, ritengo sia probabile forzare a posizioni che ti consentano di "tornare indietro", e quindi pattare.
Cioè, a seconda del modello scelto posso avvenire cose reali diverse? Interessante punto di vista epistemico. Nel mio realismo ingenuo da metalmeccanico non lo pensavo possibile. Che modelli più o meno accurati possano fare predizioni diverse mi torna, ma che il modello abbia un effetto sul mondo vero ("vero": non percepito, creduto, sognato) mi è nuova.
"Fioravante Patrone":
[quote="entidi"]Negli scacchi tradizionalmente si parla di albero delle combinazioni ma nella realtà il modello da usare è un grafo, ossia una posizione può essere ripetuta durante la stessa partita (si può tornare indietro). Mentre ha senso parlare di partita compromessa su un albero, perché una volta presa una strada sei segnato, in un grafo, specialmente se enorme, ritengo sia probabile forzare a posizioni che ti consentano di "tornare indietro", e quindi pattare.
Cioè, a seconda del modello scelto posso avvenire cose reali diverse? Interessante punto di vista epistemico. Nel mio realismo ingenuo da metalmeccanico non lo pensavo possibile. Che modelli più o meno accurati possano fare predizioni diverse mi torna, ma che il modello abbia un effetto sul mondo vero ("vero": non percepito, creduto, sognato) mi è nuova.[/quote]
La realtà è sempre quella. Pensare alle posizioni come nodi di un grafo invece che di un albero mitiga, almeno nelle menti semplici come la mia, l'idea di ineluttabilità nelle scelte. Se a te non cambia niente, buon per te: significa che tu hai qualcosa in più di me. Se è per questo, non ho nemmeno la tua urticante spocchia nel giudicare le considerazioni degli altri.
"entidi":
La realtà è sempre quella. Pensare alle posizioni come nodi di un grafo invece che di un albero mitiga ... l'idea di ineluttabilità nelle scelte.
Questa tua affermazione mi conforta. Si tratta quindi solo di una visione tua, soggettiva, del problema.
Abbi pazienza per i miei toni urticanti, ma non penso che il dibattito scientifico sia un pranzo di gala. E avevo letto, nel tuo scritto, una visione profondamente errata del rapporto realtà-modello (per semplificare).
Naturalmente, se ho frainteso quanto intendevi esprimere, i miei aspri commenti sono fuori luogo e me ne scuso.