Scelta ateneo per Matematica
Ciao a tutti,
sono un liceale che a breve dovrà prendere la strada universitaria e compiere la scelta su quale ateneo frequentare.
Onestamente sono un po' intimorito dai racconti di mio cugino che, laureatosi in fisica, mi ha in effetti detto di scegliere bene quale ateneo frequentare in quanto nel suo si era trovato malissimo con programmi molto ridotti rispetto ad altri.
Per questo ho sfruttato google ma devo ammettere che sono solo più indeciso di prima. In particolare sono finito in questa discussione: https://www.reddit.com/r/italy/comments ... are_quali/
dove le mie paure si rendono reali (cito):
Da cui nascono molte sottorisposte:
Insomma, non è che vorrei aprire un diverbio e una tifoseria, però sono davvero confuso perché anche in altre discussioni si riporta come Milano unico centro valido in italia con "magistralini" che per recuperare programmi della triennale non svolti in altri atenei han dovuto studiare giorno e notte. E milano indicato come unico centro per la teoria delle categorie in Italia.
E' davvero così? Qualcuno che ha esperienze sa dirmi? Sono terrorizzato nel fare la scelta meno saggia.
Grazie
sono un liceale che a breve dovrà prendere la strada universitaria e compiere la scelta su quale ateneo frequentare.
Onestamente sono un po' intimorito dai racconti di mio cugino che, laureatosi in fisica, mi ha in effetti detto di scegliere bene quale ateneo frequentare in quanto nel suo si era trovato malissimo con programmi molto ridotti rispetto ad altri.
Per questo ho sfruttato google ma devo ammettere che sono solo più indeciso di prima. In particolare sono finito in questa discussione: https://www.reddit.com/r/italy/comments ... are_quali/
dove le mie paure si rendono reali (cito):
Quelli che dicono "un posto vale l'altro, è tutto standardizzato" devono essere triennalini o gente che non ha mai lasciato la propria Università.
A mio giudizio, e a giudizio di tanti altri matematici che conosco*, il miglior dipartimento in Italia per la Matematica Pura (e non a caso l'unico ad avere ancora un gruppo di categoristi) è senz'altro quello della Statale di Milano. Indubbiamente non al livello di alcuni dipartimenti di Matematica tedeschi (penso a Bonn o Ratisbona), ma molto sopra gli altri dipartimenti italiani.
*questi matematici sono torinesi, pisani, padovani, romani ecc.
Da cui nascono molte sottorisposte:
Insomma, non è che vorrei aprire un diverbio e una tifoseria, però sono davvero confuso perché anche in altre discussioni si riporta come Milano unico centro valido in italia con "magistralini" che per recuperare programmi della triennale non svolti in altri atenei han dovuto studiare giorno e notte. E milano indicato come unico centro per la teoria delle categorie in Italia.
E' davvero così? Qualcuno che ha esperienze sa dirmi? Sono terrorizzato nel fare la scelta meno saggia.
Grazie

Risposte
Che alla Scuola Normale Superiore di Pisa il livello in matematica sia mediamente alto non lo metto in dubbio, conosco anche un ragazzo che la sta frequentando attualmente e già da giovanissimo aveva dato prova di ottime abilità... ma allora qualcuno saprebbe motivarmi la $168$esima posizione (ex aequo) nel ranking THE https://www.timeshighereducation.com/world-university-rankings/2024/world-ranking#!/length/25/locations/ITA/sort_by/rank/sort_order/asc/cols/stats?
Che palle tutto questo eccezionalismo, diciamo così. E poi si sta parlando di triennale, ma dài... Ok, capisco che ogni esperienza è unica, e che ci sono esperienze un po' più uniche di altre, ma anche meno, dai. Si tratta di imparare, non di essere ammesso a dei riti misterici.
Se non hai vissuto l'ambiente matematico pisano, purtroppo non puoi e non potrai mai capirlo. Mi spiace dirlo, ma è così.E questo ok. Ma anche tu non hai vissuto quello Pavese o Bolognese, e quindi siamo punto a capo, perché il tuo è solo un punto di vista interno al tuo mondo.
Ma l'idea che ti puoi fare da esterno di altri atenei è perfettamente identica di quelli che gli altri si fanno su Pisa.
Dimostrazione ne è il fatto che il buon senzaterra lì, di reddit, dice che la statale è la più difficile. E guardacaso, lui ha frequentato la statale di Milano

Lol. Ok capo, se lo dici tu.
"hydro":
Ti giuro, questa narrativa per cui sembra che i dipartimenti di matematica siano equiparabili a delle sette mi sembra folle. Posso anche capire che l'ambiente della Normale sia particolare, ma è molto, molto diverso. Lì si parla di 15-30 persone all'anno selezionate tra tutta l'Italia che ricevono vitto e alloggio a 18 anni in quanto migliori prospetti del paese, è abbastanza evidente che si possano creare delle dinamiche particolari. Ma il dipartimento di matematica è frequentato da altre centinaia di persone che hanno una propria volontà ed una propria vita distaccata da quella della Normale. Ci sono quelli svegli che usano la vicinanza della Normale come un vantaggio, ci sono quelli che si fanno schiacciare dal peso di averla vicina e c'è una larga maggioranza che vive la propria vita di studente universitario sbronzandosi alle feste, studiando chi più chi meno con tutte le sfumature di grigio possibili e strafregandosene delle scuole di eccellenza. Che poi ci sia una sorta di effetto per cui gli esami sono un po' più difficili posso anche crederlo, ma vorrei tanto vedere un esame della triennale in cui sia difficile prendere 18, su. Chi vuole studiare impara, chi non vuole studiare vivacchia o cambia mestiere, come ovunque.
Se non hai vissuto l'ambiente matematico pisano, purtroppo non puoi e non potrai mai capirlo. Mi spiace dirlo, ma è così.
"giuliofis":
[quote="hydro"]La cosa che non quadra è il livello in caduta libera degli studenti.
Viene da lontano... insegno in un liceo, e ho avuto studenti in prima liceo che non sapevano scrivere non dico in corsivo, neanche in stampatello minuscolo.
È chiaro che se il livello si abbassa così fin dalle scuole, dove la bocciatura per dare il giusto tempo di apprendere è quasi impossibile, all'università non può che essere una tragedia.[/quote]
Strasuperquoto.
"megas_archon":
Quindi no, Pisa non è un posto convenzionale dove fare matematica: se si vuole diventare dei matematici, si diventa parte di un movimento, non si impara un mestiere.
Ti giuro, questa narrativa per cui sembra che i dipartimenti di matematica siano equiparabili a delle sette mi sembra folle. Posso anche capire che l'ambiente della Normale sia particolare, ma è molto, molto diverso. Lì si parla di 15-30 persone all'anno selezionate tra tutta l'Italia che ricevono vitto e alloggio a 18 anni in quanto migliori prospetti del paese, è abbastanza evidente che si possano creare delle dinamiche particolari. Ma il dipartimento di matematica è frequentato da altre centinaia di persone che hanno una propria volontà ed una propria vita distaccata da quella della Normale. Ci sono quelli svegli che usano la vicinanza della Normale come un vantaggio, ci sono quelli che si fanno schiacciare dal peso di averla vicina e c'è una larga maggioranza che vive la propria vita di studente universitario sbronzandosi alle feste, studiando chi più chi meno con tutte le sfumature di grigio possibili e strafregandosene delle scuole di eccellenza. Che poi ci sia una sorta di effetto per cui gli esami sono un po' più difficili posso anche crederlo, ma vorrei tanto vedere un esame della triennale in cui sia difficile prendere 18, su. Chi vuole studiare impara, chi non vuole studiare vivacchia o cambia mestiere, come ovunque.
Sono un fan estremo del trattare gli studenti da adulti. Sono anche uno che ha conosciuto, da distante, l'infornata di pisani del mio anno, che ha interagito con tanti normalisti, è stato educato (da dottorando) da un normalista, e tutti sono concordi nell'affermare che l'autismo scorre molto potente nel dm. Lo percepivo io, che manco studiavo lì!
C'è proprio una mitologia ("mannaggiagiorgiomossa", elianto84 [se uso il suo vero nome è doxxing?]) di personaggi che ho in parte conosciuto (di alcuni sono ancora amico!) e in parte sono filtrati nelle storie di conoscenze di secondo e terzo grado, tanto forte era la loro carica di disagio.
Quindi no, Pisa non è un posto convenzionale dove fare matematica: se si vuole diventare dei matematici, si diventa parte di un movimento, non si impara un mestiere. Poi, ovviamente, anche io ho studiato con gente che ora fa l'assicuratore, scrive codice python per ENI gas e luce, e cagate del genere. Ma qui stiamo parlando di gente che studia matematica per un motivo serio. Quella deve avere un enorme coefficiente disagio per studiare a Pisa, senza vederlo come un processo di [url=https://it.wikipedia.org/wiki/Scarificazione#/media/File:Euler's_identity_scarification,_3PiCon,_Springfield,_MA.jpg]scarificazione[/url] [a fin di bene].
C'è proprio una mitologia ("mannaggiagiorgiomossa", elianto84 [se uso il suo vero nome è doxxing?]) di personaggi che ho in parte conosciuto (di alcuni sono ancora amico!) e in parte sono filtrati nelle storie di conoscenze di secondo e terzo grado, tanto forte era la loro carica di disagio.
Quindi no, Pisa non è un posto convenzionale dove fare matematica: se si vuole diventare dei matematici, si diventa parte di un movimento, non si impara un mestiere. Poi, ovviamente, anche io ho studiato con gente che ora fa l'assicuratore, scrive codice python per ENI gas e luce, e cagate del genere. Ma qui stiamo parlando di gente che studia matematica per un motivo serio. Quella deve avere un enorme coefficiente disagio per studiare a Pisa, senza vederlo come un processo di [url=https://it.wikipedia.org/wiki/Scarificazione#/media/File:Euler's_identity_scarification,_3PiCon,_Springfield,_MA.jpg]scarificazione[/url] [a fin di bene].
"hydro":
La cosa che non quadra è il livello in caduta libera degli studenti.
Viene da lontano... insegno in un liceo, e ho avuto studenti in prima liceo che non sapevano scrivere non dico in corsivo, neanche in stampatello minuscolo.
È chiaro che se il livello si abbassa così fin dalle scuole, dove la bocciatura per dare il giusto tempo di apprendere è quasi impossibile, all'università non può che essere una tragedia.
"hydro":
(anche se non so esattamente quanto alto sia il livello dei corsi in Svezia)
Nel posto in cui ho fatto io il dottorato il livello e' non piu' basso di Padova per Analisi. Per il resto e' piu' basso, ma soltanto perche' c'e' meno scelta di corsi. In Svezia c'e' la tendenza al lagom, ad avere un livello medio alto e nel contempo a contenere la varianza.
"hydro":
non è che all’estero funzioni tutto bene
Pienamente d'accordo, ma non l'ho mai affermato. Sto solo dicendo che potremmo imparare da chi fa le cose meglio di noi.
"hydro":
e’ l’esperienza di un singolo
Non e' l'esperienza di un singolo, @Lebesgue sopra ha scritto
"Lebesgue":
tuttavia in triennale la quasi totalità degli studenti (e ci tengo a sottolineare questa cosa) sviluppa problemi d'ansia e va in terapia.
Tutti i miei amici matematici (non sono tantissimi, la statistica si basa su una 30ina di persone, me compreso) sono andate almeno una volta da un terapeuta per problemi d'ansia legati agli esami della triennale.
tu dici, sostanzialmente, "servono i dati per verificare se e' un problema sistemico"; ok, sono d'accordo. Ora non so esattamente se i problemi d'ansia citati da @Lebesgue riguardino il contenuto degli esami ( = difficolta') o l'attitudine generale dei docenti; sta di fatto che in Italia a me e' sempre sembrato che l'atteggiamento generale (almeno nei corsi "duri") fosse quello di condonare atteggiamenti e comportamenti "abusivi", come se fossero riprove e conferme delle "durezza" e "purezza" di cui sopra. Nei miei anni a Padova non ho percepito problemi sistemici, ma ho comunque assistito ad episodi (e ad i loro effetti psicologici su alcuni studenti) che in un mondo ideale avrebbero sancito la terminazione sine die della carriera "docentistica" di alcuni soggetti[nota]Tra l'altro questa cosa si potrebbe estendere ad altri settori dell'educazione. Menare i bambini e' illegale in Svezia e quando ho detto ai miei colleghi delle mazzate che prendevo alle elementari dalle maestre, hanno strabuzzato gli occhi[/nota].
Si’ non metto in dubbio che esistano posti migliori (anche se non so esattamente quanto alto sia il livello dei corsi in Svezia), ma certamente non è che all’estero funzioni tutto bene, te lo assicuro. Io ho speso quasi 10 anni girando tra varie università in vari posti fuori dall’Italia e ho visto cose funzionare meglio e cose funzionare peggio. Sicuramente la gente non si strappa i capelli per la salute mentale degli studenti da nessuna parte, anche se ci saranno indubbiamente posti dove il problema è trattato con piu’ riguardo.
Il problema con il sottolineare problemi sistemici è che nessuno studente ha una visione d’insieme. I corsi di laurea sono grandi (specie a Pisa) ed ognuno vive nella sua bolla. Quindi le chiacchiere stanno a zero, o mi state dicendo che c’è una nutrita schiera di studenti che lamenta problemi psicologici dovuti allo studio, cosa che faccio fatica a credere perché conosco tante persone che hanno studiato matematica a Pisa e non ho mai sentito nessuno lamentarsi (ma magari e’ la bolla mia), oppure e’ l’esperienza di un singolo, che per quanto vada tenuta in considerazione non rappresenta la situazione reale. L’accusa di gaslighting deve essere sostenuta, non sempre chi si lamenta è dalla parte della ragione. Inoltre va anche sottolineato che l’università non è la scuola dell’obbligo, e tantomeno lo e’ il corso di laurea in matematica. Se la pressione è troppa può anche darsi che non sia la scelta di vita migliore, no? Per esempio io sono abbastanza certo che se mi fossi iscritto a medicina o a giurisprudenza avrei fatto parecchia fatica a laurearmi, se mai ci fossi riuscito, ma questo non mi fa sospettare che ci siano dei problemi sistemici in quei corsi di laurea.
Il problema con il sottolineare problemi sistemici è che nessuno studente ha una visione d’insieme. I corsi di laurea sono grandi (specie a Pisa) ed ognuno vive nella sua bolla. Quindi le chiacchiere stanno a zero, o mi state dicendo che c’è una nutrita schiera di studenti che lamenta problemi psicologici dovuti allo studio, cosa che faccio fatica a credere perché conosco tante persone che hanno studiato matematica a Pisa e non ho mai sentito nessuno lamentarsi (ma magari e’ la bolla mia), oppure e’ l’esperienza di un singolo, che per quanto vada tenuta in considerazione non rappresenta la situazione reale. L’accusa di gaslighting deve essere sostenuta, non sempre chi si lamenta è dalla parte della ragione. Inoltre va anche sottolineato che l’università non è la scuola dell’obbligo, e tantomeno lo e’ il corso di laurea in matematica. Se la pressione è troppa può anche darsi che non sia la scelta di vita migliore, no? Per esempio io sono abbastanza certo che se mi fossi iscritto a medicina o a giurisprudenza avrei fatto parecchia fatica a laurearmi, se mai ci fossi riuscito, ma questo non mi fa sospettare che ci siano dei problemi sistemici in quei corsi di laurea.
"hydro":
l’unica preoccupazione è promuovere piu’ gente possibile fregandosene altamente della qualità dell’insegnamento, perché più studenti uguale piu’ tasse pagate.
In Svezia le tasse non si pagano. E li' sanno fare entrambe le cose: la qualita' dell'insegnamento e' elevata (o almeno decente) ma gli studenti non escono nevrotici. I corsi base di Hörmander mi dicono fossero fattibili.
"hydro":
A Pisa ci sono dei docenti di livello molto alto
Si' ok
"hydro":
Ma non venitemi a raccontare che per prendere 18 bisogna sacrificare l’intera propria vita sociale sull’altare dello studio, perché è una solenne stupidaggine.
Se uno studente sottolinea un problema che sembra essere borderline sistemico con la didattica, rispondere "eh ma ci sono i prof bravi siete voi piangibambini" e' gaslighting. Poi lascio a l*i descrivere meglio, Pisa non la conosco. Ho in mente anche io un paio di esempi di prof di Padova che si comportavano in maniera (((ingiusta))) perche' "dovevano tenere alto il livello della didattica" (poi sorpresa sorpresa, la gente non imparava niente lo stesso).
Nel famigerato estero, soprattutto al di là dell’oceano, l’unica preoccupazione è promuovere piu’ gente possibile fregandosene altamente della qualità dell’insegnamento, perché più studenti uguale piu’ tasse pagate. In Italia c’è qualche caso opposto ma non è di certo la norma. Allestire un servizio di supporto psicologico per gli studenti è cosa buona e giusta ma raccontare l’esperienza universitaria come una valle di lacrime è falso e tendenzioso. Ci saranno esami piu’ facili ed esami più difficili, imparare ad affrontarli senza piagnucolare fa parte del processo di crescita. A Pisa ci sono dei docenti di livello molto alto, alcuni dei quali conosco personalmente, e posso assicurare che non sono dei pazzi maniaci, sono anzi persone molto disponibili ad aiutare gli studenti anche al di fuori dell’orario di lezione, ma che giustamente non vogliono svilire il loro corso di laurea nel nome della (supposta) fragilità psicologica degli studenti. Ma non venitemi a raccontare che per prendere 18 bisogna sacrificare l’intera propria vita sociale sull’altare dello studio, perché è una solenne stupidaggine.
Scusate, ma per curiosità, ma che fanno di tanto terribile questi professori a Pisa?
Io tempo fa, al dipartimento di matematica alla Sapienza a Roma, dove ho passato molto tempo, ho visto quasi solo professori gentili e disponibili, e il livello era alto. Se stress c'era tra gli studenti, era più da stress per il carico di lavoro, o da competitività e paure di inadeguatezza, non certo alimentate dai professori.
Io tempo fa, al dipartimento di matematica alla Sapienza a Roma, dove ho passato molto tempo, ho visto quasi solo professori gentili e disponibili, e il livello era alto. Se stress c'era tra gli studenti, era più da stress per il carico di lavoro, o da competitività e paure di inadeguatezza, non certo alimentate dai professori.
"Lebesgue":
un ateneo che non si preoccupa della salute mentale dei suoi studenti, non è un ateneo serio.
E' buffo come nel famigerato Estero, dopo un paio d'anni di evidenze, il corpo docenti si sarebbe riunito per ricalibrare / migliorare la situazione (almeno in alcune sedi, l'ho visto fare), mentre invece immagino che in Italia questa forma di terrore mascherata da non so cosa (elitismo? autismo?) sia istituzionalizzata e protetta come patrimonio UNESCO. Gia' immagino le sghignazzate dei prof se gli parli di salute psicologica degli studenti.
"giuliofis":
[quote="Lebesgue"]Già il fatto che in questi esami che ti ho citato a pisa il minimo per passare all'orale è fare 16/30, 14/30 e a volte anche 12/30 ti fa capire tanto sul livello di difficoltà.
Se la soglia per passare all'orale non è neanche la sufficienza (addirittura un 12, decisamente lontani dalla sufficienza) c'è qualcosa che non quadra.[/quote]
La cosa che non quadra è il livello in caduta libera degli studenti. Per esempio tanti corsi di algebra lineare del primo anno nelle varie ingegnerie sono iper semplificati e la soglia per passare e’ sotto il 50%, e nonostante ciò sono più i bocciati dei promossi.
"matos":
Beh ma se prepara così bene da far sembrare qualunque altra cosa una bazzecola dovresti esserne contento e consigliarla, non sconsigliarla
Peccato che, come ho detto, umanamente e mentalmente ti distrugga e, personalmente, preferirei essere psicologicamente sano che altro.
Conta che, da ottobre, è anche sospeso il servizio di ascolto psicologico dell'unipi e ancora non si sa quando e se riaprirà. Già solo per questo sarebbe da sconsigliare tutta l'unipi in generale: un ateneo che non si preoccupa della salute mentale dei suoi studenti, non è un ateneo serio.
ed ogni volta i loro esami mi sembrano bazzecole paragonati a quelli che ho dovuto afrrontare io.Beh ma se prepara così bene da far sembrare qualunque altra cosa una bazzecola dovresti esserne contento e consigliarla, non sconsigliarla

"giuliofis":
Se la soglia per passare all'orale non è neanche la sufficienza (addirittura un 12, decisamente lontani dalla sufficienza) c'è qualcosa che non quadra.
ed è appunto per questo che dico di evitare Matematica a Pisa

"Lebesgue":
Già il fatto che in questi esami che ti ho citato a pisa il minimo per passare all'orale è fare 16/30, 14/30 e a volte anche 12/30 ti fa capire tanto sul livello di difficoltà.
Se la soglia per passare all'orale non è neanche la sufficienza (addirittura un 12, decisamente lontani dalla sufficienza) c'è qualcosa che non quadra.
"Luca.Lussardi":
[quote="Lebesgue"]
Avresti senza ombra di dubbio una preparazione che non è paragonabile a nessun altra facoltà di matematica italiana (letteralmente in triennale si fanno robe che in altri posti fanno i dottorandi)
Non esageriamo, il livello è senza dubbio alto ma quello che dici è totalmente spropositato. Per quanto riguarda la triennale comunque Pisa è paragonabile ad altri ottimi atenei italiani.[/quote]
Non so se te hai mai affrontato un esame di algebra 1 o geometria 1 a matematica a pisa (intendo proprio lo scritto), perché ti assicuro che gli esercizi proposti non sono minimamente paragonabili a quelli proposti in altre facoltà.
Oramai faccio ripetizioni private ad universitari da anni, ed ho aiutato studenti da tutta italia: dall'università di Trento a quella di Palermo, ed ogni volta i loro esami mi sembrano bazzecole paragonati a quelli che ho dovuto afrrontare io.
Già il fatto che in questi esami che ti ho citato a pisa il minimo per passare all'orale è fare 16/30, 14/30 e a volte anche 12/30 ti fa capire tanto sul livello di difficoltà.