Riflessioni sul dottorato

kry_98
Ciao a tutti,
sono un neolaureato in matematica e chiaramente mi si presenta la scelta di intraprendere un corso di dottorato.

Sto riflettendo sulla politica di ammissione. Chiedere un progetto di ricerca per ammettere ad un corso che deve formare proprio in tal senso mi sembra molto discutibile. È vero che in università e soprattuto nella vita conta molto l’intraprendenza, ma come posso presentare una domanda di ammissione seria e poter essere distinto tra le numerose candidature? Sono giovane e inesperto e sopratutto la ricerca non garantisce appunto risultati certi. Conta di più essere affiancato da un professore di alto livello rispetto alle proprie capacità?

Da quel che so solo la SISSA a Trieste mantiene il test scritto e ho scoperto purtroppo che anche la Normale ha adottato il formato progetto di ricerca. Forse in questo modo si premia chi fin da giovane età si è impegnato garantendo un percorso di eccellenza, ma devo dire che avrei dato tutto me stesso per prepararmi a un eventuale test a Pisa ora che ho una maturità completamente diversa e sarebbe stata per me una grande emozione.

Cosa ne pensate? Bisogna farsi furbi?

Risposte
Martino
[xdom="Martino"]Siamo ampiamente fuori tema, chiudo.[/xdom]

E visto che sono stato attaccato, ecco un po' delle mie referenze fattuali. Aspetto quelle dell'account anonimo diffamatore seriale che non sa manco distinguere un poligono regolare con vertici appartenenti a un cerchio esterno da chi clicca un pulsante su YouTube per seguire un canale gestito da un membro della GIGA society https://gigasociety.net/members/.

PEER-REVIEWED PUBLICATIONS

Ripà, M., “Proving the existence of Euclidean knight’s tours on n × n × ⸱⸱⸱ × n chessboard for
n < 4”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 30 (2024), No. 1, pp. 20–33.
Ripà, M. and Onnis, L., “Number of stable digits of any integer tetration”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 28 (2022), No. 3, pp. 441–457.
Ripà, M., “The congruence speed formula”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 27 (2021), No. 4, pp. 43–61.
Ripà, M., “General uncrossing covering paths inside the axis-aligned bounding box”, Journal of Fundamental Mathematics and Applications (ISSN: 2621-6019), Vol. 4 (2021), No. 2, pp. 154–166.
Ripà, M., “Reducing the Clockwise-Algorithm to k length classes”, Journal of Fundamental Mathematics and Applications (ISSN: 2621-6019), Vol. 4 (2021), No. 1, pp. 61–68.
Ripà, M., “Solving the 106 years old 3^k problem with the clockwise-algorithm”, Journal of Fundamental Mathematics and Applications (ISSN: 2621-6019), Vol. 3 (2020), No. 2, pp. 84–97.
Ripà, M., “On the constant congruence speed of tetration”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 26 (2020), No. 3, pp. 245-260.
Ripà, M., “Covering paths in hypercubes: Conjecture about link length bounded from below”, International Journal of Mathematical Archive (IJMA) (ISSN: 2229-5046), Vol. 10 (2019), No. 8, pp. 36–38.
Ripà, M., “The 3 × 3 × ⋅⋅⋅ × 3 Points Problem solution”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 25 (2019), No. 2, pp. 68–75.
Ripà, M., “The n × n × n Points Problem optimal solution”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 22 (2016), No. 2, pp. 36–43.
Ripà, M., Tessaro, G., and Forti, A., “Quanti numeri primi in 100 interi consecutivi?”, Matematicamente.it Magazine (ISSN: 2035-0449), Vol. 25 (2015), pp. 37–40.
Ripà, M., “The Rectangular Spiral or the n_1 × n_2 × ⋅⋅⋅ × n_k Points Problem”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 20 (2014), No. 1, pp. 59–71.
[A short and up-to-date version of the original NNTDM paper has been accepted by Optimization Online in August 2024, and is available at: https://optimization-online.org/?p=27442].
Ripà, M. and Morelli, G., “Retro-analytical Reasoning IQ Tests for the High Range”, Educational Research (ISSN: 2141-5161), Vol. 4 (2013), No. 4, pp. 309–320
Ripà, M. and Dalmasso, E., “Patterns Related to the Smarandache Circular Sequence Primality Problem”, Notes on Number Theory and Discrete Mathematics (ISSN: 1310-5132), Vol. 18 (2012), No. 1, pp. 29–48.
Ripà, M., Identifying gifted children and dyslexia early diagnosis: risk of cheating on IQ tests, Conference Proceeding, 12th Asia-Pacific Conference on Giftedness, Dubai, July 17, 2012.
Ripà, M., Differentiating features of gifted children and dealing with IQ societies, Conference Proceeding, 12th Asia-Pacific Conference on Giftedness, Dubai, July 15, 2012.

OTHER PUBLICATIONS, PREPRINTS, AND INFORMATIVE ARTICLES

Di Pietro, G. and Ripà, M., “On the existence of Hamiltonian cycles in hypercubes”, arXiv [math.CO], September 2024. Available at: https://arxiv.org/abs/2409.03073.
Di Pietro, G. and Ripà, M., “Euclidean Tours in Fairy Chess”, arXiv [math.GM], June 2024. Available at: https://arxiv.org/abs/2407.07903.
Ripà, M., “A necessary and sufficient condition for the existence of Euclidean knight’s tours on
2 × 2 × ⋅⋅⋅ × 2 chessboards”, ResearchGate, February 2024. Available at: https://www.researchgate.net/profile/Marco-Ripa-2.
Ripà, M., “Congruence speed of tetration bases ending with 0”, arXiv [math.NT], February 2024. Available at: https://arxiv.org/abs/2402.07929.
Ripà, M., “Metric spaces in chess and international chess pieces graph diameters”, arXiv [math.HO], November 2023. Available at: https://arxiv.org/abs/2311.00016.
Ripà, M., “On the relation between perfect powers and tetration frozen digits”, HAL (online archive), June 2023. Available at: https://hal.science/hal-04131657.
Rinaldi R. and Ripà, M., “Optimal cycles enclosing all the nodes of a k-dimensional hypercube”, arXiv [math.CO], December 2022. Available at: https://arxiv.org/abs/2212.11216.
Ripà, M., “General conjecture on the optimal covering trails for any k-dimensional cubic lattice”, IQ Nexus Journal, Vol. 16, No. 1, March 2024, pp. 55–61. Available at: https://iqnexus.org/2024/02/28/iqnj-v16-n1/.
Ripà, M., “Shortest polygonal chains covering each planar square grid”, arXiv [math.CO], July 2022. Available at: https://arxiv.org/abs/2207.08708.
Ripà, M., “Minimum-Link Covering Trails for any Hypercubic Lattice”, arXiv [math.GM] (online archive), June 2022. Available at: https://arxiv.org/abs/2208.01699.
Ripà, M., “On some open problems concerning perfect powers”, IQ Nexus Journal, Vol. 14, No. 2, June 2022, pp. 41–48. Available at: https://iqnexus.org/2024/02/13/iqnj-v14-n2/.
Ripà, M., “Very unbalanced Chess Positions”, In-Sight: Independent Interview-Based Journal (ISSN: 2369-6885), Vol. 22.B, April 2020.
Ripà, M., “Solving the n_1 × n_2 × n_3 Points Problem for n_3 < 6”, In-Sight: Independent Interview-Based Journal (ISSN: 2369-6885), Vol. 22.B, Feb. 2020. [An up-to-date version of the original NNTDM paper has been accepted by Optimization Online in June 2022, and is available at:
http://www.optimization-online.org/DB_H ... /8958.html].
Jacobsen S.D. and Ripà, M., “An Interview with Marco Ripà (Part Three)”, In-Sight Publishing
(ISSN 2369-6885), Vol. 10.A, May 2016.
Jacobsen S.D. and Ripà, M., “An Interview with Marco Ripà (Part Two)”, In-Sight Publishing
(ISSN 2369-6885), Vol. 10.A, Feb. 2016.
Jacobsen S.D. and Ripà, M., “An Interview with Marco Ripà (Part One)”, In-Sight Publishing
(ISSN 2369-6885), Vol. 10.A, Jan. 2016.
Ripà, M., “Ricorsività delle cifre di particolari classi di interi”, Rudi Mathematici – Bookshelf, RMBSH-027.
Ripà, M., “Una curiosa proprietà”, Rudi Mathematici – Bookshelf, RMBSH-026.
Ripà, M., “Divisibilità per 3 degli elementi di alcune sequenze numeriche”, Rudi Mathematici – Bookshelf, RMBSH-020.
Ripà, M., “2048 game: massimo punteggio”, Matematicamente.it – Giochi e gare – Gioca con la matematica, No. 1, June 2014.
Ripà, M., “Strani calcoli ispirati dal racconto di J. L. Borges ‘La biblioteca di Babele’”, Matematicamente.it – Cultura – Matematica curiosa, No. 7, Nov. 2010.


PUBLISHED BOOKS

• 1729 il numero di Mr. 17-29, Edizioni Eracle/Narrativa, Napoli, 2014 (ISBN: 978-8867430574).
• Retro-analytical Reasoning IQ Tests for the High Range, LAP LAMBERT Academic Publishing, Saarbrücken, 2013 (ISBN: 978-3659437649).
• Congetture su interrogativi inediti: tra speculazioni, voli pindarici e riflessioni spicciole, Narcissus, Ebook, 2012 (ISBN: 978-8863699463).
• La strana coda della serie n^n^…^n, UNI Service, Trento, 2011 (ISBN: 978-8861787896).

"FLovini":
[quote="j18eos"]@Flovini [ot]Non mi sembra che ci siano le condizioni per iniziare una rissa virtuale. IMVHB[/ot]



Non trovo il video, ma c'é quest'altro che basta e avanza: https://youtu.be/iIaOtuCSfAY?si=PCfcYESiUqxxZx9G . Ma già l'arroganza con cui risponde agli studenti di matematica che lo correggono! Completamente ortogonale allo spirito della discussione matematica. E questo minaccia azioni legali se lo si critica? Altamente diseducativo. Ha un canale *pubblico* youtube con 150mila inscritti, immagino giovani appassionati, dove "insegna". E io non avrei il diritto di criticarlo? Se mia figlia, per ora ancora piccola, si imbattesse in un tale canale, ci metterei mesi a fagli disimparare tutte le assurdità che propaga.
Siamo già un paese in declino, materiale e intellettuale. Mi si lasci almeno la libertà nel mio ambito di ricerca di criticare l'ovvio. 150mila iscritti. Pubblico. E non si deve poter criticare? Trasecolo.[/quote]

Ma impara l'italiano prima di crearti altri account anonimi... ovvio che non ti firmerai. Probabilmente ti sei perso su un forum di matematica, cerca di ritrovare in fretta la strada, nuovo iNscritto del circocentro.

Confido in una forte presa di posizione da parte di TUTTA la moderazione del forum per identificare il responsabile di questo deliberato attacco alla mia persona, account neo-creato e chiaramente collegato a quanto avvenuto 24 ore fa nella mia Live su YouTube.
I fatti dicono che ho risolto difficili problemi aperti di matematica, aspetto che qualcuno risponda alle declinazioni particolari nei thread che ho aperto qui o intendi continuare ancora per molto a crearti account fasulli per condire il tuo voito mentale con il niente assoluto? Aspetto di leggere la tua soluzione qui, fenomeno anonimo: https://www.matematicamente.it/forum/vi ... 6&t=240875

Risolvilo, poi ritenta ;)
Cordiali saluti,
Marco Ripà

FLovini
Onestamente non capisco cosa ci sia di scandaloso nell'intervento in questo topic dell'utente in question

sì, ho spiegato da dove viene il mio giudizio. L'ho scritto qua perché è l'ennesimo suo intervento che noto, dopo che ieri sera ne ho letti una serie dove spamma il suo ultimo "paper" e un'altra dove minaccia ancora azioni legali contro chi lo critica (non trovo più la serie di articoli, c'era ieri sera, sarà stata cancellata). Ed è la seconda volta che lo fa, la prima i miei studenti mi mostrarono gli screenshots quest'estate, dove intimava sotto minaccia di azioni legali tutti quelli che l'avevano criticato a scusarsi e rimuovere i post. Comportamento inaccettabile e diseducativo. Ne abbiamo anche discusso in classe.

@Martino Non ritengo il tuo avvertimento a chiudere giustificato, per me la libertà di espressione e di critica è sacra. Ho argomentato le mie critiche a un utente che ritengo incompetente in materia che dà pareri su cose che non sa e ho spiegato il perché.

Martino
[xdom="Martino"]Mi limito a dire questo: criticare va bene ma non andiamo oltre. E cerchiamo di rimanere in tema. Altrimenti chiudo. Grazie.[/xdom]

C0SIM0
Onestamente non capisco cosa ci sia di scandaloso nell'intervento in questo topic dell'utente in questione, mi sembra abbia espresso un dubbio legittimo oltretutto mettendo le mani avanti dicendo di non essere dell'ambiente. Quello che posso vedere leggendo è un risentimento nei suoi confronti che precede le intenzioni e le azioni di chi a postato.

FLovini
"j18eos":
@Flovini [ot]Non mi sembra che ci siano le condizioni per iniziare una rissa virtuale. IMVHB[/ot]


Guarda: forse. Me l'hanno sottoposto i miei studenti qualche mese fa, mostrandomi degli screen dove minacciava azioni legali se tutti quelli che avevano espresso la loro opinione sui suoi "paper" su giornali improbabili non avessero chiesto scusa e cancellato i post. Trovo questo comportamento altamente diseducativo.
La mia sorpresa nel leggere qua dei suoi interventi in cui non contribuisce mai alla soluzione del problema di turno, ma scredita sempre implicitamente lo studio accademico, le università italiane, la SNS, il dottorato,... lui che per sua ammissione non è neanche riuscito a completare una triennale in fisica. E che impersona un ricercatore "pubblicando" "paper" che "risolverebbero" pseudo-problemi risibili che lui stesso si inventa, che qualunque supervisore ti direbbe di toglierli dal CV per non screditarti.
Poi ho visto un video in cui dice che il suo QI è abnorme, fuori scala, che ha "capacità arborescenti" che gli permettono sin dal liceo di "vedere la dimostrazione" senza doverla esplicitare ( :shock: GULP!). E che le professoresse di matematica al liceo (!) non comprendevano questa sua "arborescenza" e gli mettevano voti bassi! :shock:
Ma io trasecolo.

Non trovo il video, ma c'é quest'altro che basta e avanza: https://youtu.be/iIaOtuCSfAY?si=PCfcYESiUqxxZx9G . Ma già l'arroganza con cui risponde agli studenti di matematica che lo correggono! Completamente ortogonale allo spirito della discussione matematica. E questo minaccia azioni legali se lo si critica? Altamente diseducativo. Ha un canale *pubblico* youtube con 150mila inscritti, immagino giovani appassionati, dove "insegna". E io non avrei il diritto di criticarlo? Se mia figlia, per ora ancora piccola, si imbattesse in un tale canale, ci metterei mesi a fagli disimparare tutte le assurdità che propaga.
Siamo già un paese in declino, materiale e intellettuale. Mi si lasci almeno la libertà nel mio ambito di ricerca di criticare l'ovvio. 150mila iscritti. Pubblico. E non si deve poter criticare? Trasecolo.

j18eos
@Flovini [ot]Non mi sembra che ci siano le condizioni per iniziare una rissa virtuale. IMVHB[/ot]

FLovini
"marcokrt":
Perdonate l'intromissione, ma da non studente resto ancora stupito di come sia tanto raro (e percepito come sfida impari) scrivere un singolo articolo scientifico originale dopo 20 anni di scuola e oltre 5 di studio specializzato... mi chiedo perché un laureato in matematica che si propone per un dottorato (e quindi una posizione di professionista della matematica seppur entry level) non abbia già alle spalle qualche risultato proprio prodotto negli anni precedenti.


Guardando il tenore dei TUOI "paper", non mi stupisco tu ti stupisca.
Invece di manifestare peloso stupore per dinamiche che non conosci, prima prendila una laurea triennale in matematica. Com'é l'uva, acerba?

hydro1
"marcokrt":
Perdonate l'intromissione, ma da non studente resto ancora stupito di come sia tanto raro (e percepito come sfida impari) scrivere un singolo articolo scientifico originale dopo 20 anni di scuola e oltre 5 di studio specializzato... mi chiedo perché un laureato in matematica che si propone per un dottorato (e quindi una posizione di professionista della matematica seppur entry level) non abbia già alle spalle qualche risultato proprio prodotto negli anni precedenti.


La spiegazione è molto semplice. Nella maggior parte degli ambiti di ricerca, arrivare a produrre un risultato originale ed interessante è una pratica che richiede molto di più che 5 anni di studi generici di matematica. Tanto per dire, ci sono persone che lavorano sulle varietà di Shimura che passano i primi 3 anni di dottorato semplicemente a studiare, perchè l'orizzonte della ricerca è talmente lontano che non è pensabile affrontare queste cose con alle spalle se va bene 2 corsi di geometria algebrica ed 1 di teoria dei numeri. In altri ambiti invece, come la combinatoria, questo è molto più realistico perchè gli strumenti che si usano sono matematicamente molto più elementari. Ma anche lì persiste il problema che a 23 anni quasi nessuno ha la profondità necessaria per capire quali problemi siano interessanti e quali non tanto. Forse megas_archon ce l'aveva già, non lo so, ma è sicuramente una situazione eccezionale. Inoltre non è affatto necessario aver già fatto della ricerca da soli a quell'età per diventare degli ottimi matematici, posso farti letteralmente decine di esempi.

j18eos
Scrivo da docente (di scuola (precario) e universitario (a contratto)) basandomi sulla mia esperienza personale: i tempi didattici sono assurdamente veloci per i miei gusti, quindi alla fine della laurea magistrale ci si può trovare con tante idee confuse nella mente e non essere in grado manco di scrivere \(\displaystyle2+2\neq5\), con annessa dimostrazione!

Per tali motivi, illo tempore decisi in primis di prendermi un anno sabbatico, durante il quale studiai la geometria algebrica come c***o me pareva; in secundis iniziai a ragionare e studiare gli Higgs bundles ( :heart: ), a pormi domande e cercare risposte (poi pubblicate).

In tempi seguenti, per caso re-incontrai la mia prima docente di geometria algebrica (mentre ero per la prima volta docente universitario a contratto) che mi propose (o meglio, mi sparò) una proposta di ricerca: ella aveva scritto da poco un articolo di algebra commutativa combinatorica in cui si usano i complessi simpliciali; io proposi (o meglio risposi allo sparo) di usare i CW-complessi per tentare di generalizzare i risultati, e ci siamo riusciti.

Con questi due articoli mi presentai a un concorso di dottorato che vinsi, presentando un mio progetto di ricerca[nota]Scritto da me medesimo, perché avevo fatto esperienza di ricerca extra accademica.[/nota], che alla fine di tutto ho abbandonato perché rivelatosi poco interessante; e sono tornato sugli Higgs bundles, su cui ho scritto la tesi dottorale. ...e adesso sono a scuola (la mattina) ed all'università (il pomeriggio), in attesa di ulteriori sviluppi.

In sintesi: io sono una grande eccezione, perché ho dovuto uccidere le NON-autorità che avevano sentenziato le mie incapacità nello studio (mai elencate, specificate, e.o.); lavorare per campare e tentare da solo di giungere a dei risultati pubblicabili[nota]Coi miei articoli non ho stabilito la pace, la giustizia e la concordia nell'universo; figuriamoci giungere a un qualche premio accademico. Lo scrivo per sottolineare che contano sia qualità che quantità.[/nota]; e partecipare ai concorsi di ammissione con un percorso personale per niente normale.

...eppure ce l'ho fatta, perché ho sviluppato le mie idee; ma anche perché mi sono (ri)preso il mio tempo dopo gli anni di studio triennale e magistrale.

Rivolgendomi a kry_98: se non hai idee tue, discuti con chi ti ha accompagnato nella stesura della tesi magistrale (se non l'hai già fatto), e vedrai che maturerai (matematicamente) nel tempo senza che tu te ne accorga. :smt023

Enjoy a Ph.D.!

Perdonate l'intromissione, ma da non studente resto ancora stupito di come sia tanto raro (e percepito come sfida impari) scrivere un singolo articolo scientifico originale dopo 20 anni di scuola e oltre 5 di studio specializzato... mi chiedo perché un laureato in matematica che si propone per un dottorato (e quindi una posizione di professionista della matematica seppur entry level) non abbia già alle spalle qualche risultato proprio prodotto negli anni precedenti.
Nulla di che, ma pubblicare uno straccio di lemma suo (non parlo di esercizi), non credo gli sia precluso per mancanza di competenze tecniche (se non sa scrivere in un inglese accettabile perché non ha mai letto articoli scientifici non tradotti nella sua lingua, rimediasse), quanto per via del poco tempo disponibile tra un esame e l'altro e la paura di non esserne in grado.
Francamente non saprei dire se l'atteggiamento da maestro di karate anni '70 (quello vero!) di megas_archon possa essere o meno produttivo per spronare il dottorando medio a non essere quel "tristo discepolo che non avanza il suo maestro" a cui si rivolgeva idealmente Leonardo da Vinci quando decise di non dipingere come un futuro manierista seguendo pedissequamente le direttive del Verrocchio. Ora, turpiloquio a parte che non apprezzo, credo che prendersi qualche mese prima di inviare l'applicazione per farsi un minimo le ossa, cercando di creare qualcosa di originale e inviarlo in revisione per i fatti propri, possa essere anche un approccio originale per sopperire a questa carenza fattuale nella formazione del futuro ricercatore. Magari ho scritto bestialità, ma credo che il bello della matematica sia proprio che non è come l'economia o la psicologia, dove conta molto il principio di autorità e uno sbarbato studentello non verrebbe spesso preso in considerazione qualora approcciasse in modo critico un risultato precedentemente pubblicato da un insigne esponente della sua branca.

megas_archon
Rispondo a una cosa sola, mi preme far pace (perché un minimo di empatia la possiedo); del resto della mia ciarla non c'è motivo di discutere oltre mi sembra.
Poi "palle mosce" lo dici a tuo fratello, non a persone che neanche conosci, grazie.
Sì, hai ragione, è stato eccessivo: scusa (in ogni caso non parlavo a te, che finora manco avevi risposto, e nemmeno ad un singolo individuo: ero arrabbiato con l'atteggiamento, e mi faccio sempre prendere la mano da queste cose). Posso provare a essere più costruttivo, ma penso anche che questa tangente sia inutile a OP. In sintesi, mi fanno molto arrabbiare le persone timide, poco assertive. Che male ti han fatto? Eh..

A OP ho detto una cosa semplice: "non dovresti lamentarti che ti venga chiesto di fare qualcosa del genere, perché è praticamente certo che verrà pesato contro l'inesperienza." Del resto, sono convinto sia una misura della maturità che, arrivato al punto in cui è arrivato, ci si possa aspettare tu abbia raggiunto.
Altrimenti (e questo, alterco a parte, è l'unico mio commento, basito): che ha studiato a fare?!

Ho l'impressione lui l'abbia preso come una scossa incoraggiante. Se sì, buona fortuna a lui e agli altri.

gugo82
[ot]Io, più che altro, sono letteralmente nauseato dal fatto che ci siano persone nell'accademia (o a margine di essa) che utilizzano un linguaggio simile... Poi penso a mia figlia, che tra 15 anni si troverà ad avere a che fare con individui simili e mi viene su proprio lo schifo.[/ot]

gabriella127
"C0SIM0":
Grazie a Dio non ho fatto il dottorato.

Non è che il dottorato è necessariamente lacrime e sangue come lo si descrive qui.
Conosco tante persone che hanno fatto il dottorato e non hanno sanguinato, né sono stati inchiodati sulla croce.
E che ora sono ordinari all'università o insegnano alla Normale di Pisa.
Certo, molto impegno e fatica tanta, ma niente di paragonabile a un supplizio.
Io stessa ho fatto due anni di dottorato (poi lasciato per un altro lavoro), in una situazione dura e esigente (e l'economia a quel livello è altrettanto dura della matematica), ma stavo normalmente, fatica sì, ma non avevo il cilicio e la corona di spine.

Vogliamo anche parlare della gratificazione intellettuale nello studio o della soddisfazione di una passione?
Lo dico per non scoraggiare chi leggesse e gli passa definitivamente la voglia di fare il dottorato.

C0SIM0
Grazie a Dio non ho fatto il dottorato.

gabriella127
"Martino":
So che megas_archon ha l'uccisione dell'autorità come "dio" della sua religione (il suo nickname precedente era appunto "killing buddha"), e questo aspetto lo condivido, ma non è un'uccisione vera e propria. E' un'uccisione "interiore", la parte di noi che si fida ciecamente dell'autorità va educata. .

Ma di questo parlavo, di un percorso interiore, certo che ricordo killing_buddha.
Perciò dicevo che è un mito (è lo stesso di quello che dici tu), un mito non nel senso di una cosa infondata, ma una metafora del percorso che ognuno deve fare per risolvere il suo rapporto con l'autorità.
Ed è diverso per ognuno, più o meno liscio o più o meno difficile e conflittuale.

Io ho avuto altri problemi, ma non ho mai vissuto drammaticamente il rapporto con l'autorità, ne è necessario che sia così drammatico. Da quando sono più grande intendo, da bambina immagino che avrò avuto cieca fiducia nell'autorità dei genitori, boh (che poi i genitori sono il prototipo, il calco di ogni altra autorità nella vita).
Quindi non ricordo 'uccisioni' interiori, ma altri vissuti, evidemente ho risolto il problema dell'autorità in modo poco conflittuale e con poca sofferenza.
La mia 'uccisione' sarà stata inavvertità, ma non ho mai sentito di non esser capace di non aderire ciecamente a quello che dice l'autorità.
Potrei descrivere altri percorsi, certo non facili, ma mai questo problema al centro. Per altri, come megas_archon, ha centralità, è normale che siamo tutti diversi.

Forse ho avuto autorità (dalla maestra elementare, ai genitori stessi, a altri professori, etc. ) che non mi hanno reso difficile il compito, boh.
Oppure perché sono primogentita ed ero vissuta io come autorità dai fratelli più piccoli anche a cinque anni :-D

Martino
"gabriella127":
Scusate, mi riferisco in primis a megas_archon, ma questa uccisione dell'autorità ci deve stare per forza? Ce l'ha prescritta il medico?
So che megas_archon ha l'uccisione dell'autorità come "dio" della sua religione (il suo nickname precedente era appunto "killing buddha"), e questo aspetto lo condivido, ma non è un'uccisione vera e propria. E' un'uccisione "interiore", la parte di noi che si fida ciecamente dell'autorità va educata. Se l'autorità ci dice che 2+2=5 e a noi viene il dubbio che possa avere ragione, vuol dire che abbiamo un problema con l'autorità e dobbiamo "ucciderla" (dentro di noi). Quando l'autorità dice che 2+2=5 e noi siamo capaci di dire "no" (e poi ci diranno "ma l'ha detto l'autorità" e noi risponderemo "e allora?") abbiamo finito questo processo che io, sì, considero necessario. Poi naturalmente come ho detto ognuno ha il suo percorso.

Ovviamente per "autorità" intendo una qualsiasi figura autorevole (il mio maestro di elementari, il mio professore di università, Grothendieck, Terence Tao).

gabriella127
"Martino":
[quote="megas_archon"]Ora, semplicemente: adesso che sono vecchio e stanco e incattivito dall'idiozia insanabile di chi mi circonda, mi aspetto che chi non abbia fatto un simile percorso di acquisizione dell'indipendenza sia da trattare alla stregua del suddetto cercopiteco, perché io non mi sono certo comportato così per apparire più bravo; l'ho fatto perché ritenevo e ritengo che chi non ha la forza d'animo di farlo sia una bestia, e da bestia vada trattato, inflessibilmente, senza sconti, con onesta crudeltà.
Ma quando finisci di scrivere rileggi quello che hai scritto? Ma lo sai che al di fuori di te ci sono persone diverse da te? Mi sembra che stai cercando di indottrinare la gente ad essere come te. Ognuno ha il suo percorso. L'uccisione dell'autorità si deve fare subito (al primo anno di università), più tardi la uccidi più avrai problemi con essa.

la differenza è che la faccio con le palle zincate
Ma taci per favore. Non sai neanche di cosa parli. Il fatto che tu abbia raggiunto un'autonomia di pensiero non significa che gli altri non l'abbiano raggiunta. Ma chi ti credi di essere?
[/quote]
Scusate, mi riferisco in primis a megas_archon, ma questa uccisione dell'autorità ci deve stare per forza? Ce l'ha prescritta il medico?
Capisco che ognuno abbia i suoi percorsi e rispetto e capisco i discorsi di tutti, ma il problema del rapporto con l'autorità ognuno lo risolve a modo suo e l'ha vissuto a modo suo nella vita, c'è chi si trova a dover 'uccidere' (qualunque cosa significhi) e chi no.
Scriverne così come fosse passaggio universale sa proprio di mitologia.
E poi questa 'uccisione dell'autorità' è un mito, è un modo figurato di rappresentare certe percorsi interiori che tutti noi dobbiamo fare, ma non necessariamnte in modo drammatico e 'cruento'.

Non significa che tutti dobbiamo 'uccidere' l'autorità, nel senso, come lo interpreto, di passare una fase in cui ci sentiamo oppressi e legati, e poi riusciamo a liberaci e a liberare il. nostro pensiero, con un atto, immagino, vissuto come difficile e conflittuale.

Io non ho mai sentitio questo bisogno di 'uccisione', io non avevo un rapporto con l'autorità tale da sentirmi schiacciata o repressa nel pensare liberamente (e ho comincitao a pensare presto), ho sempre sentito di avere una mia autonomia e possibilità di pensare da me anche a quindici anni.
La mia autonomia di pensiero l'ho raggiunta da me crescendo, senza sparare a nessuno e senza necessità di eroismi con 'palle zincate' annesse.
Forse sono stata fortunata ad avere 'autorità' positive, non opprimenti o condizionanti psicologicamente, anche tra i professori, ne ho avuto di autorevoli, che ammiravo, ma non li sentivo opprimenti.
Il mio rapporto con l'autorità mi pare di averlo risolto in modo meno drammatico e cruento.

Insomma, se uno parla dicendo che ci vogliono 'le palle zincate' per raggiungere una autonomia di pensiero, forza d'animo per acquire indipendenza, uccisioni, cercopitechi, sta descrivendo un suo percorso, perché quello gli è capitato, non decidiamo noi della vita, comprensibile e rispettabile, ma è il suo, non di tutti né di tanti, non è universale.

megas_archon, io capico e rispetto il tuo percorso e il tuo modo di essere, e anche di rapportarti alla matematica, ma non ne devi fare una mitologia universale con tanto di sacerdozio per eletti, da imporre a tutti.
Si può vivere la matematica in maniera più gioiosa, sembra che tu la interpreti come un cilicio per elevare lo spirito.

Guarda che come tu vivi la matematica in questo modo ascetico, e mi pare anche autopunitivo, ci sono grandi matematici che hanno vissuto la matematica mangiando birra e salsicce.

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