L'Italia
Frequento l'ultimo anno di Liceo scientifico.
Per concentrami sul mio orientamento universitario ho provato a leggere alcuni libri, e quello che emerge fuori è sempre e solo un aspetto, la grande crisi.
Una crisi che ha coinvolto tutti, i guadagni dei laureati e non, negli ultimi dieci anni sono scesi di molto, e le possibilità di trovare lavoro per un laureato sono quasi identiche a quello di un diplomato, con in più la possibilità di fare carriera più rapida.
Di fronte a questo scenario mi sento sconfortato per vari motivi;
1) La disoccupazione in Italia è alta, come il tasso dei Neet.
2) Ci sono poche grandi aziende capaci di offrire opportunità di crescita, e spesso si rischia di essere iperqualificati.
3) I miei docenti per tutti gli anni non hanno fatto altro che lamentarsi del loro lavoro e del loro misero stipendio, parlando male dell'Italia e delle opportunità dei giovani, descrivendo il mondo delle aziende come uno cattivo e sfruttatore di manodopera giovanile.
Non hanno saputo indirizzare gli alunni verso il mondo del lavoro, parlando di quelle che sono o che potrebbero essere le nostre opportunità.
Per di più non hanno la minima idea delle opportunità che le aziende offrono e io sento di essere inadatto al lavoro aziendale per colpa della scuola che frequento, che non mi ha dato modo di capire come funziona il lavoro e l'organizzazione.
Secondo l'attuale impostazione dovremo diventare tutti ricercatori?
Persino in "teoria" ciò sarebbe impossibile perché i posti a disposizione per ricercatori sono pochi, allora perché va avanti questa impostazione della didattica?
Sento di non aver imparato nulla che mi possa servire per il futuro, so solo studiare, e non basta per poter lavorare.
Mi manca l'approccio al lavoro, se domani qualcuno mi mettere a fare qualcosa di pratico andrei in crisi.
4) Quando si parla di università spuntano ancora casi di corruzione e nepotismi e concorsi truccati, e siamo nel 2017.
5) La ricerca non è finanziata, ne gli viene attribuita importanza, e forse questo è il problema meno grave dell'università.
6) Le uniche facoltà che offrono lavoro sembrano essere Ingengeria, Medica e Economia ( non in tutti i casi).
La prima perché senza Ingegneri la società non funzionerebbe, la seconda perché è finanziata dallo Stato e ci sono un tot di posti, la terza perché c'è ancora bisogno di chi fa il bilancio.
Questo solo per parlare in generale della situazione occupazionale, io sono orientato verso altri corsi di studio, non mi ci vedo a lavorare in un industria di produzione, come non mi ci vedo a curare malati, sono due mestieri che si devono voler fare.
A volte mi chiedo come hanno fatto certe persone a trovare la loro strada professionale così specializzata e incentrata sulla praticità, provenendo da una preparazione del Liceo Scientifico.
7) Se si continua di questo passo l'impressione è che l'Italia precipiterà e rischierà di rimanere arrestata rispetto a paesi del Nord Europa.
8) Le grandi aziende italiane come Fiat e Alitalia sono in crisi, così come le banche, che sono messe malissimo.
9) C'è un periodo di instabilità politica, i Partiti sono deboli, il Primo Ministro è arrivato dal nulla, il governo italiano non segue un piano e una linea dritta da anni, non c'è nessun piano e nessuna volontà di migliorare.
10) E' assurdo vivere in un Paese dove viene mantenuto un certo ordine civile e che ha delle città così belle, ma allo stesso tempo un mercato del lavoro malato.
11) Vive bene solo chi ha da ereditare patrimoni da generazioni precedenti.
Chi non ha aiuti, per riuscire anche solo a avere una posizione "normale" nella società dovrà lavorare sodo e forse avrà modo di portarsi a casa il pane.
Quello che voglio dire è che a parità di impegno rispetto a altri Paesi, in Italia si ottiene molto di meno e si lavora molto di più.
Per concentrami sul mio orientamento universitario ho provato a leggere alcuni libri, e quello che emerge fuori è sempre e solo un aspetto, la grande crisi.
Una crisi che ha coinvolto tutti, i guadagni dei laureati e non, negli ultimi dieci anni sono scesi di molto, e le possibilità di trovare lavoro per un laureato sono quasi identiche a quello di un diplomato, con in più la possibilità di fare carriera più rapida.
Di fronte a questo scenario mi sento sconfortato per vari motivi;
1) La disoccupazione in Italia è alta, come il tasso dei Neet.
2) Ci sono poche grandi aziende capaci di offrire opportunità di crescita, e spesso si rischia di essere iperqualificati.
3) I miei docenti per tutti gli anni non hanno fatto altro che lamentarsi del loro lavoro e del loro misero stipendio, parlando male dell'Italia e delle opportunità dei giovani, descrivendo il mondo delle aziende come uno cattivo e sfruttatore di manodopera giovanile.
Non hanno saputo indirizzare gli alunni verso il mondo del lavoro, parlando di quelle che sono o che potrebbero essere le nostre opportunità.
Per di più non hanno la minima idea delle opportunità che le aziende offrono e io sento di essere inadatto al lavoro aziendale per colpa della scuola che frequento, che non mi ha dato modo di capire come funziona il lavoro e l'organizzazione.
Secondo l'attuale impostazione dovremo diventare tutti ricercatori?
Persino in "teoria" ciò sarebbe impossibile perché i posti a disposizione per ricercatori sono pochi, allora perché va avanti questa impostazione della didattica?
Sento di non aver imparato nulla che mi possa servire per il futuro, so solo studiare, e non basta per poter lavorare.
Mi manca l'approccio al lavoro, se domani qualcuno mi mettere a fare qualcosa di pratico andrei in crisi.
4) Quando si parla di università spuntano ancora casi di corruzione e nepotismi e concorsi truccati, e siamo nel 2017.
5) La ricerca non è finanziata, ne gli viene attribuita importanza, e forse questo è il problema meno grave dell'università.
6) Le uniche facoltà che offrono lavoro sembrano essere Ingengeria, Medica e Economia ( non in tutti i casi).
La prima perché senza Ingegneri la società non funzionerebbe, la seconda perché è finanziata dallo Stato e ci sono un tot di posti, la terza perché c'è ancora bisogno di chi fa il bilancio.
Questo solo per parlare in generale della situazione occupazionale, io sono orientato verso altri corsi di studio, non mi ci vedo a lavorare in un industria di produzione, come non mi ci vedo a curare malati, sono due mestieri che si devono voler fare.
A volte mi chiedo come hanno fatto certe persone a trovare la loro strada professionale così specializzata e incentrata sulla praticità, provenendo da una preparazione del Liceo Scientifico.
7) Se si continua di questo passo l'impressione è che l'Italia precipiterà e rischierà di rimanere arrestata rispetto a paesi del Nord Europa.
8) Le grandi aziende italiane come Fiat e Alitalia sono in crisi, così come le banche, che sono messe malissimo.
9) C'è un periodo di instabilità politica, i Partiti sono deboli, il Primo Ministro è arrivato dal nulla, il governo italiano non segue un piano e una linea dritta da anni, non c'è nessun piano e nessuna volontà di migliorare.
10) E' assurdo vivere in un Paese dove viene mantenuto un certo ordine civile e che ha delle città così belle, ma allo stesso tempo un mercato del lavoro malato.
11) Vive bene solo chi ha da ereditare patrimoni da generazioni precedenti.
Chi non ha aiuti, per riuscire anche solo a avere una posizione "normale" nella società dovrà lavorare sodo e forse avrà modo di portarsi a casa il pane.
Quello che voglio dire è che a parità di impegno rispetto a altri Paesi, in Italia si ottiene molto di meno e si lavora molto di più.
Risposte
"AleNov":Il concetto non cambia: tu intendi la scuola come promoter della realtà produttiva del momento.
Allora l'Ausbildung è un sistema sbagliato pur essendo applicato nel paese con il tasso di disoccupazione più piccolo d'Europa.
Guarda che se mandavi un CV a qualche azienda manifatturiera ti avrebbero pure preso come operaio. Non devi aspettare che la scuola faccia recruiting per te. Se vuoi un lavoro te lo cerchi.
Il discorso sul "lavoro troppo specifico" del laureato è una stupidaggine clamorosa. Tu parli di cose che non conosci e non hai l'umiltà di accettare di non sapere. Se prima pensavo ti stessi sfogando ora penso che tu stia semplicemente sproloquiando.
Accetta il parere, unanime, che ti è stato dato. Considera che io e iSte, mediamente, abbiamo idee diverse ma tu ci hai fatto dire praticamente la stessa cosa. Poi fai come vuoi, la vita è tua, però è, francamente, inaccettabile e fastidioso il tuo addossare la colpa "al mondo".
Il concetto non cambia: tu intendi la scuola come promoter della realtà produttiva del momento.
Allora l'Ausbildung è un sistema sbagliato pur essendo applicato nel paese con il tasso di disoccupazione più piccolo d'Europa.
"AleNov":
Io non ho detto questo, leggi attentamente.
Io ho detto che la scuola deve comunicare alle aziende per riuscire a farmi capire come è il lavoro in azienda, darmi modo almeno di respirare l'aria che si respira in un tipo di azienda, non insegnarmi a lavorare.
Farmi vedere come funziona il mondo del lavoro, facendomi vedere quello che succede in una compagnia.
Il concetto non cambia: tu intendi la scuola come promoter della realtà produttiva del momento.
Ti ripeto (per l'ultima volta, vista la tua cocciutaggine) che NON è quella la funzione della scuola e sinceramente non so da dove derivi questa tua concezione.
Come già ti è stato detto da più parti qui, ognuno è libero di decidere della sua vita come meglio crede ma non può incolpare l'esterno delle sue scelte, specie quando queste derivano da idee che si è fatto notare essere sbagliate.
Passo e chiudo.
Mi spiace ma non è una mia interpretazione, è un dato di fatto: se frequenti una scuola non dell'obbligo perchè credi che ti debba "insegnare un mestiere" stai solo perdendo tempo.
Io non ho detto questo, leggi attentamente.
Io ho detto che la scuola deve comunicare alle aziende per riuscire a farmi capire come è il lavoro in azienda, darmi modo almeno di respirare l'aria che si respira in un tipo di azienda, non insegnarmi a lavorare.
Farmi vedere come funziona il mondo del lavoro, facendomi vedere quello che succede in una compagnia.
"AleNov":
la scuola ha la formazione di formare le persone, saranno loro a decidere se creare progresso o impegnarsi a mentente quello che già c'è.
Mi spiace ma non è una mia interpretazione, è un dato di fatto: se frequenti una scuola non dell'obbligo perchè credi che ti debba "insegnare un mestiere" stai solo perdendo tempo.
"AleNov":perchè mai dovrebbe dedicarsi a promuovere metodi di organizzazione del sociale vecchi di decenni (e ormai, in gran parte, obsoleti)?
Infatti la scuola, a mio parere, ha il difetto di non essersi adattata al mondo del lavoro e alla società di oggi, è del tutto sconnessa, come una sfera chiusa.
Forse non ci siamo capiti: il sistema attuale di organizzare il lavoro nelle aziende è obsoleto, in quanto in vigore da almeno 60 anni senza cambiamenti di rilievo (con buona pace del mai abbastanza compianto Adriano Olivetti).
se la scuola ha come scopo quello di creare progresso
E' un assunto soggettivo, la scuola ha il compito di formare le persone, saranno loro a decidere se creare progresso o impegnarsi a mentente quello che già c'è.
[quote] perchè mai dovrebbe dedicarsi a promuovere metodi di organizzazione del sociale vecchi di decenni (e ormai, in gran parte, obsoleti)?
/quote]
Infatti la scuola, a mio parere, ha il difetto di non essersi adattata al mondo del lavoro e alla società di oggi, è del tutto sconnessa, come una sfera chiusa.
"AleNov":
I miglioramenti possono essere dati da un singolo individuo che da tanti, ma la loro azione è scaturita dal contesto socio-culturale in cui queste persone si trovano.
Azione dettata dalla cultura... un'altra bella risposta, a cui aggiungerei, a monte di tutto, la parola "conoscenza".
Quindi, la conoscenza produce cultura (idee), la cultura produce azioni e le azioni producono miglioramenti (cioè progresso).
Ora però resta da capire dove si forma la conoscenza; io credo che si formi quasi completamente nelle scuole (certo, anche frequentando quello che tu definisci il "contesto sociale", che però è formato da persone che hanno acquisito gran parte delle loro conoscenze... a scuola

Ora, qualche post addietro tu lamenti che la scuola non introduce adeguatamente al mondo del lavoro.
La mia domanda adesso è (prometto che sarà l'ultima

https://it.wikipedia.org/wiki/Ironia
Non mi sembra il luogo adatto.
Adesso però mi hai dato lo spunto per una seconda domanda: che cosa innesca questi miglioramenti nella società, a volte radicali?
Penso non ci possa essere un risposta secca.
I miglioramenti possono essere dati da un singolo individuo che da tanti, ma la loro azione è scaturita dal contesto socio-culturale in cui queste persone si trovano.
"AleNov":
Il progresso, rimanendo circoscritti nell'ambito della vita dell'uomo, è l'abbandono di una attività, di un modus operandi, di un'organizzazione per l'adottamento di nuovi metodi e prassi, più idonei alla natura umana.
Bella risposta

Adesso però mi hai dato lo spunto per una seconda domanda: che cosa innesca questi miglioramenti nella società, a volte radicali?
"AleNov":
Non si possono assolutamente comparare le due situazioni.
Tu citi in ballo una condizione biologica dell'uomo e la compari con un'organizzazione della società fatta dall'uomo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ironia
Adesso questa domanda la voglio fare a te: secondo te, che cos'è il progresso?
Domanda difficile, ma provo a rispondere.
Il progresso, rimanendo circoscritti nell'ambito della vita dell'uomo, è l'abbandono di una attività, di un modus operandi, di un'organizzazione per l'adottamento di nuovi metodi e prassi, più idonei alla natura umana.
nove mesi di gestazione prima del parto siano troppi, e che lo stacco tra la vita nell'utero e quella nel cosiddetto "mondo esterno" sia troppo drastico.
Non si possono assolutamente comparare le due situazioni.
Tu citi in ballo una condizione biologica dell'uomo e la compari con un'organizzazione della società fatta dall'uomo.
"AleNov":
Non ho mai detto che la laurea non aggiunge un po' di valore e non aumenti possibilità di trovare impiego.
Ho detto che attualmente in Italia ci sono delle situazioni anomale, e che il lavoro che si fa con una laurea è troppo specialistico, senza troppe vie di mezzo alternative, nonché si ha un cambiamento drastico con il Liceo.
Ho sempre detto che il Liceo ci ha tenuti per 5 anni su una sedia senza avere contatti con la realtà del lavoro e che si sicuramente questo non mi ha giovato.
Io sulla tua linea ritengo altresi' che nove mesi di gestazione prima del parto siano troppi, e che lo stacco tra la vita nell'utero e quella nel cosiddetto "mondo esterno" sia troppo drastico. Pensa un po', nessuno mi ha fatto una formazione su come sarebbe stata la vita dopo quei nove mesi.
"AleNov":
...
Ohi ohi ohi, mi permetto di intervenire perchè ti leggo alquanto affranto

Al di là degli sproloqui, mi pare di capire che il tuo cruccio più grande derivi dal constatare che scuola/università e lavoro sono due mondi paralleli che non hanno niente a che spartire uno con l'altro.
Bene, tempo fa anch'io ho riflettuto su queste cose (come te e tanti altri ragazzi, del resto) e una sera, guardando un documentario che passava in TV ci si poneva una domanda che trovo illuminante: "che cos'è il progresso?"
Adesso questa domanda la voglio fare a te: secondo te, che cos'è il progresso?
Avere una laurea, mediamente, incide sul lavoro futuro: positivamente!
Non ho mai detto che la laurea non aggiunge un po' di valore e non aumenti possibilità di trovare impiego.
Ho detto che attualmente in Italia ci sono delle situazioni anomale, e che il lavoro che si fa con una laurea è troppo specialistico, senza troppe vie di mezzo alternative, nonché si ha un cambiamento drastico con il Liceo.
Nè di energia, di ambiente, di come funziona un motore, di cos'è l'inquinamento, da cosa è stato causato e in che proprozioni, di cosa si sta facendo per limitarlo, di quanto costa e perchè, delle conseguenze che ha e di che tipo.
Ho sempre detto che il Liceo ci ha tenuti per 5 anni su una sedia senza avere contatti con la realtà del lavoro e che si sicuramente questo non mi ha giovato.
dal Diesel esce il fumo nero cattivo
Dieselgate e i tumori al polmone sono finzioni e fandonie?
Stiamo parlando del nulla qui.
Dai risposte completamente senza senso che non hanno nessuna relazione con la realtà.
Te lo dico schietto: non sai niente. Nè di energia, di ambiente, di come funziona un motore, di cos'è l'inquinamento, da cosa è stato causato e in che proprozioni, di cosa si sta facendo per limitarlo, di quanto costa e perchè, delle conseguenze che ha e di che tipo. Perdonami, ma considerazioni limitate del tipo "dal Diesel esce il fumo nero cattivo" sono considerazioni da ignoranti.
Gli stessi che magari poi vanno in giro col commonrail tutto scassato (naturalmente senza sapere niente di cosa sia), inquinano più di 1000 auto messe insieme e si lamentano dell'inquinamento. Perfetto proprio
Finchè non avrai l'umiltà di dire, forse c'è qualcosa che sbaglio, forse devo cominciare ad ascoltare, perpetuerai in questo atteggiamento da pessimista anarchico.
Ma detto questo, non è nemmeno importante tutto ciò, dedicati a qualcosa che ti interessa e basta. Se vuoi capire meglio cosa ti interessa e cosa potresti studiare sulla base dei tuoi interessi, che tipo di professioni potresti svolgere, qui c'è molta gente competente che ti può consigliare.
Dai risposte completamente senza senso che non hanno nessuna relazione con la realtà.
Te lo dico schietto: non sai niente. Nè di energia, di ambiente, di come funziona un motore, di cos'è l'inquinamento, da cosa è stato causato e in che proprozioni, di cosa si sta facendo per limitarlo, di quanto costa e perchè, delle conseguenze che ha e di che tipo. Perdonami, ma considerazioni limitate del tipo "dal Diesel esce il fumo nero cattivo" sono considerazioni da ignoranti.
Gli stessi che magari poi vanno in giro col commonrail tutto scassato (naturalmente senza sapere niente di cosa sia), inquinano più di 1000 auto messe insieme e si lamentano dell'inquinamento. Perfetto proprio
Finchè non avrai l'umiltà di dire, forse c'è qualcosa che sbaglio, forse devo cominciare ad ascoltare, perpetuerai in questo atteggiamento da pessimista anarchico.
Ma detto questo, non è nemmeno importante tutto ciò, dedicati a qualcosa che ti interessa e basta. Se vuoi capire meglio cosa ti interessa e cosa potresti studiare sulla base dei tuoi interessi, che tipo di professioni potresti svolgere, qui c'è molta gente competente che ti può consigliare.
Il fatto è che il tuo modo di interagire non è assolutamente costruttivo. Parli per sentito dire e per frasi fatte. Parli di dolore e sofferenza legato a qualsiasi cosa: studio, lavoro, disoccupazione. Insomma non ti piace nulla, solo fare il cameriere. Allora fallo! Come hai detto, non è obbligatorio studiare però non dire stupidaggini per giustificare la scelta che vuoi fare. Avere una laurea, mediamente, incide sul lavoro futuro: positivamente!
Io non ho mai detto che lo studio è dolore, anche se non è un'attività banale.
Io sto parlando unicamente del lavoro, che dovrà essere ciò che gli anni di studio non permetterà di fare, ma se questo lavoro non piace, come si fa a studiare con tranquillità?
Da ancora più fastidio studiare per qualcosa che prepara al lavoro e nel mentre dello studio non si hanno esperienze lavorative, non tanto nel saper fare una cosa, ma nel guardare qualcuno che la fa.
Tra l'altro la cosa degli ing. civili me la dovresti spiegare, in base a cosa i civili?
In base al fatto che la laurea più adatta a lavorare in comune può essere questa.
Vai a visitare lo stabilimento di GSK vicino Siena, poi mi racconti se è brutto, se c'è smog, se i dipendenti soffrono.
Come mai a Siena?
La GSK si occupa di farmaci, ci credo che non c'è lo smog, non hanno bisogno di motori diesel, di chissà quali impianti o altro, ma solo di provette e componenti chimici.
Tuttavia ci sono tutte quelle tubature, indicatori di valori critici, persone con maschere agli occhi, bandane blu per non far cadere i capelli, coacervi di norme sulla sicurezza, tutto l'ambiente da laboratorio.
Non so con chi parli ma ci sono tantissime aziende dove, anche nello stabilimento produttivo, lavori tranquillissimamente.
Io intendevo anche i non laureati che lavorano in quei stabilimenti, persone che fanno turni notturni a inscatolare cibo.
Chi ha la laurea si deve occupare della loro organizzazione e coordinazione, senza pensare che quello che gli operai faranno sarà molto duro.
Esattamente, ci si deve iscrivere perché si ha voglia di studiare qualcosa che interessa.
Concordo.
Chi ha minimamente detto questo? Tutto che?
Quando qualcuno ha detto che la situazione non si cambia e bisogna pensare a sé.
Chi sta dicendo che ti "debba" iscrivere all'università?
Quando mi è stato detto che mi sto giustificando.
Chi sta dicendo che finisci fuori corso?
Intendevo dire che non ha senso iscriversi all'università senza essere interessati alla materia di studio per poi andare fuori corso, ma poter dire di essere iscritti.
Meglio fare qualcosa dove si può essere utili.
Vuoi cambiarla per te stesso o per i tuoi figli? Nobile. Studia. Fai politica. Cambia le cose. Altrimenti questa è, fine.
E' dura accettarla, sapendo che non è impossibile vivere in una società più onesta (non che altrove non ci siano problemi, ma ci sono casi e casi, non tutti sono della stessa gravità).
"AleNov":
Tutto ciò che molte persone ( non tutte) soffrono o fanno fatica e vivono situazioni tristi è dovuto a qualcosa che non si può cambiare?
Non penso ci si possa iscrivere per inerzia all'università, perché farlo comporta un impegno e una responsabilità, fare l'università tanto per dire di farla e andare fuori corso perché non piace ciò che si fa, non ha molto senso.
Chi ha minimamente detto questo? Tutto che?
Chi sta dicendo che ti "debba" iscrivere all'università? Chi sta dicendo che finisci fuori corso?
Fare l'Ingegnere, il Medico o qualunque altra professione da te citata, non è solo quello che tu descrivi. Per niente. Altrimenti sarebbero tutti depressi e infelici. Invece di gente che è felice, ce n'è parecchia. Ergo, non è che forse sei tu che vedi le cose un po' distorte?
Detto questo nessuno ti impone niente, farai quello che vorrai fare, ma con questo tipo di approccio non stai minimamente capendo cosa significhi svolgere una di queste professioni.
Per quanto riguarda il come funzionano le cose là fuori, quello che un po' tutti stanno cercando di dirti è: questa è la società in cui vivi, è fatta così, che sia bella o faccia schifo, è fatta così. Vuoi cambiarla per te stesso o per i tuoi figli? Nobile. Studia. Fai politica. Cambia le cose. Altrimenti questa è, fine. Se così è, l'unica cosa che puoi fare è prendere delle scelte.
Sei giovane, hai una vita davanti, ricerca le tue passioni, ricerca i tuoi interessi, ma sopratutto testa le cose con mano, provaci, senza preconcetti. Cerca di capire cosa ti piace fare, cosa ti interessa, il futuro verrà da sè.
"AleNov":Allora fai il commesso. Qualcuno dovrà pur farlo. Però, come vedi, alla fine cerchi una giustificazione per non fare l'università.
Giustificarsi vuol dire trovare un motivo per non fare qualcosa che si dovrebbe fare, l'università per fortuna non è un obbligo, e io non ho aperto il post per convincere qualcuno che io non devo fare l'università, ma per cercare un confronto costruttivo.
Il fatto è che il tuo modo di interagire non è assolutamente costruttivo. Parli per sentito dire e per frasi fatte. Parli di dolore e sofferenza legato a qualsiasi cosa: studio, lavoro, disoccupazione. Insomma non ti piace nulla, solo fare il cameriere. Allora fallo! Come hai detto, non è obbligatorio studiare però non dire stupidaggini per giustificare la scelta che vuoi fare. Avere una laurea, mediamente, incide sul lavoro futuro: positivamente!
"AleNov":
Ci sono ingegneri che fanno i funzionari alla regione/comune e non hanno particolari ansie come anche i dirigenti che invece rispondono per progetti da milioni
Spesso però sono ingegneri civili, per non parlare delle raccomandazioni che a volte servono.
La corruzione e i concorsi truccati esistono persino nei luoghi dove dovrebbero nascere i cittadini onesti, l'università.
Certo che la corruzione esiste ma conosco persone assolutamente normali e non raccomandate che lavorano in entrambi gli ambiti. Perché parlare sempre per frasi fatte?
Tra l'altro la cosa degli ing. civili me la dovresti spiegare, in base a cosa i civili?
"AleNov":
Insomma, anche con una laurea in ingegneria potresti trovare la tua dimensione.
Vedere le fabbriche piene di smog, inquinamento, operai massacrati dai turni, non mi piace come luogo di lavoro.
Per non parlare di Medicina e delle responsabilità legali che si hanno, delle reperibilità, essere chiamati da un momento all'altro, in qualsiasi momento, per fare qualcosa che richiede tanta concentrazione e attenzione.
Dolore, morti persone che soffrono, e poi magari si pretende di tornare a casa tranquilli, come se nulla fosse successo.
Quante aziende hai visitato? Io ne ho visitate 3/4 (intendo proprio nell'impianto) e ti posso dire che non ho visto né dolore né sofferenza. Ci possono essere problemi, come ovunque, ma allora dovresti chiuderti a casa. Vai a visitare lo stabilimento di GSK vicino Siena, poi mi racconti se è brutto, se c'è smog, se i dipendenti soffrono. Quello forse è un caso estremamente positivo ma ho visitato anche un interporto vicino Roma e ti posso dire che anche lì la situazione era normale. Niente di fatiscente, inquinante o drammatico.
Sul discorso dei medici posso capire. Lì oggettivamente è richiesto un carattere particolare (sebbene esistano anche ortopedici, oculisti e dentisti che, mediamente, non vedono cadaveri).
"AleNov":
Rimangono tue idee non suffragate da nessun dato oggettivo.
Basta guardare e parlare con persone che lavorano nei settori di cui abbiamo parlato prima.
Non so con chi parli ma ci sono tantissime aziende dove, anche nello stabilimento produttivo, lavori tranquillissimamente. Senza considerare che esistono anche lavori d'ufficio.
"AleNov":
Ascolta di più e lamentati di meno, in piccola o grossa parte ci siamo passati tutti per questi pensieri, e ti posso assicurare una cosa: non tentare di cambiare quello che non puoi cambiare.
Tutto ciò che molte persone ( non tutte) soffrono o fanno fatica e vivono situazioni tristi è dovuto a qualcosa che non si può cambiare?
Non penso ci si possa iscrivere per inerzia all'università, perché farlo comporta un impegno e una responsabilità, fare l'università tanto per dire di farla e andare fuori corso perché non piace ciò che si fa, non ha molto senso.
Esattamente, ci si deve iscrivere perché si ha voglia di studiare qualcosa che interessa. Al momento io ti consiglierei di non continuare gli studi. Non hai lo stato d'animo adatto. Potenzialmente è un peccato perché magari sei anche uno studente brillante. Accetta di poter sbagliare, per prima cosa la scelta del corso di laurea (se deciderai di continuare), il resto viene dopo e, mediamente, una soluzione la si trova. Per fare il cameriere hai sempre tempo, per iniziare a studiare molto meno.
Allora fai il commesso. Qualcuno dovrà pur farlo. Però, come vedi, alla fine cerchi una giustificazione per non fare l'università.
Giustificarsi vuol dire trovare un motivo per non fare qualcosa che si dovrebbe fare, l'università per fortuna non è un obbligo, e io non ho aperto il post per convincere qualcuno che io non devo fare l'università, ma per cercare un confronto costruttivo.
Ci sono ingegneri che fanno i funzionari alla regione/comune e non hanno particolari ansie come anche i dirigenti che invece rispondono per progetti da milioni
Spesso però sono ingegneri civili, per non parlare delle raccomandazioni che a volte servono.
La corruzione e i concorsi truccati esistono persino nei luoghi dove dovrebbero nascere i cittadini onesti, l'università.
Insomma, anche con una laurea in ingegneria potresti trovare la tua dimensione.
Vedere le fabbriche piene di smog, inquinamento, operai massacrati dai turni, non mi piace come luogo di lavoro.
Per non parlare di Medicina e delle responsabilità legali che si hanno, delle reperibilità, essere chiamati da un momento all'altro, in qualsiasi momento, per fare qualcosa che richiede tanta concentrazione e attenzione.
Dolore, morti persone che soffrono, e poi magari si pretende di tornare a casa tranquilli, come se nulla fosse successo.
Rimangono tue idee non suffragate da nessun dato oggettivo.
Basta guardare e parlare con persone che lavorano nei settori di cui abbiamo parlato prima.
Ascolta di più e lamentati di meno, in piccola o grossa parte ci siamo passati tutti per questi pensieri, e ti posso assicurare una cosa: non tentare di cambiare quello che non puoi cambiare.
Tutto ciò che molte persone ( non tutte) soffrono o fanno fatica e vivono situazioni tristi è dovuto a qualcosa che non si può cambiare?
Non penso ci si possa iscrivere per inerzia all'università, perché farlo comporta un impegno e una responsabilità, fare l'università tanto per dire di farla e andare fuori corso perché non piace ciò che si fa, non ha molto senso.
Mi ricordi la mia adolescenza.
Sembri un ragazzo in gamba.
Ascolta di più e lamentati di meno, in piccola o grossa parte ci siamo passati tutti per questi pensieri, e ti posso assicurare una cosa: non tentare di cambiare quello che non puoi cambiare. Vivrai solo una vita infelice.
Tu hai solo paura. Sono tutte scuse.
Cerca la tua strada, inseguila, lotta, datti da fare.
Vai lì fuori e affronta il mondo. Fine. Perchè sai qual è il punto? Che non puoi fare nient'altro.
Sembri un ragazzo in gamba.
Ascolta di più e lamentati di meno, in piccola o grossa parte ci siamo passati tutti per questi pensieri, e ti posso assicurare una cosa: non tentare di cambiare quello che non puoi cambiare. Vivrai solo una vita infelice.
Tu hai solo paura. Sono tutte scuse.
Cerca la tua strada, inseguila, lotta, datti da fare.
Vai lì fuori e affronta il mondo. Fine. Perchè sai qual è il punto? Che non puoi fare nient'altro.